Carissimi l’importanza e la centralità della preghiera per la nostra umanità viene spesso
ignorata. Solo se riusciamo a fare unità dentro di noi, siamo veramente noi stessi altrimenti
siamo lacerati, attirati da diverse parti, da diverse cose e non ci comprendiamo. L’unità interiore ha bisogno e ci porta al vero e unico Dio creatore di ogni cosa che non è fatto di parole
o di potere, ma di una quotidianità spesa in un amore che guarda al bene di tutti e del bene
di tutti vive. La 24ore per il Signore, che papa Francesco desidera per tutta la
Chiesa, è al fondamento di tutto ciò che ognuno di noi desidera veramente e
che è fondamentale per ognuno. Trovarci a tu per tu con noi stessi e con il Signore è volere e realizzare il bene personale e di tutti. Non sprechiamo il nostro tempo alla ricerca di . .
. senza fare unità e avere lo sguardo e l’intenzione su tutto e su tutti. La confessione della
fede da l’importanza che ogni cosa ha per la nostra vita e non “domina” (signore) la nostra
vita perché chi domina è uno Solo.
Buona settimana don Giuseppe
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Papa Francesco: UDIENZA - La Famiglia - 6. I Nonni (I) Mercoledì, 4 marzo 2015
Cari fratelli e sorelle, buongiorno. La catechesi di oggi e quella di mercoledì prossimo sono dedicate
agli anziani, che, nell’ambito della famiglia, sono i nonni, gli zii. Oggi riflettiamo sulla problematica
condizione attuale degli anziani, e la prossima volta, cioè il prossimo mercoledì, più in positivo, sulla
vocazione contenuta in questa età della vita.
Grazie ai progressi della medicina la vita si è allungata: ma la società non si è “allargata” alla vita! Il
numero degli anziani si è moltiplicato, ma le nostre società non si sono organizzate abbastanza per
fare posto a loro, con giusto rispetto e concreta considerazione per la loro fragilità e la loro dignità.
Finché siamo giovani, siamo indotti a ignorare la vecchiaia, come se fosse una malattia da tenere lontana; quando poi diventiamo anziani, specialmente se siamo poveri, se siamo malati soli, sperimentiamo le lacune di una società programmata sull’efficienza, che conseguentemente ignora gli anziani.
E gli anziani sono una ricchezza, non si possono ignorare.
Benedetto XVI, visitando una casa per anziani, usò parole chiare e profetiche, diceva così: «La qualità di una società, vorrei dire di una civiltà, si giudica anche da come gli anziani sono trattati e dal posto loro riservato nel vivere comune» (12 novembre 2012). E’ vero, l’attenzione agli anziani fa la differenza
di una civiltà. In una civiltà c’è attenzione all’anziano? C’è posto per l’anziano? Questa civiltà andrà
avanti se saprà rispettare la saggezza, la sapienza degli anziani. In una civiltà in cui non c’è posto per
gli anziani o sono scartati perché creano problemi, questa società porta con sé il virus della morte.
In Occidente, gli studiosi presentano il secolo attuale come il secolo dell’invecchiamento: i figli diminuiscono, i vecchi aumentano. Questo sbilanciamento ci interpella, anzi, è una grande sfida per la
società contemporanea. Eppure una cultura del profitto insiste nel far apparire i vecchi come un peso,
una “zavorra”. Non solo non producono, pensa questa cultura, ma sono un onere: insomma, qual è il
risultato di pensare così? Vanno scartati. E’ brutto vedere gli anziani scartati, è una cosa brutta, è peccato! Non si osa dirlo apertamente, ma lo si fa! C’è qualcosa di vile in questa assuefazione alla cultura dello scarto. Ma noi siamo abituati a scartare gente. Vogliamo rimuovere la nostra accresciuta
paura della debolezza e della vulnerabilità; ma così facendo aumentiamo negli anziani l’angoscia di
essere mal sopportati e abbandonati.
Già nel mio ministero a Buenos Aires ho toccato con mano questa realtà con i suoi problemi: «Gli
anziani sono abbandonati, e non solo nella precarietà materiale. Sono abbandonati nella egoistica incapacità di accettare i loro limiti che riflettono i nostri limiti, nelle numerose difficoltà che oggi debbono superare per sopravvivere in una civiltà che non permette loro di partecipare, di dire la propria,
né di essere referenti secondo il modello consumistico del “soltanto i giovani possono essere utili e
possono godere”. Questi anziani dovrebbero invece essere, per tutta la società, la riserva sapienziale
del nostro popolo. Gli anziani sono la riserva sapienziale del nostro popolo! Con quanta facilità si
mette a dormire la coscienza quando non c’è amore!» (Solo l’amore ci può salvare, Città del Vaticano 2013, p. 83). E così
succede. Io ricordo, quando visitavo le case di riposo, parlavo con ognuno e tante volte ho sentito
questo: “Come sta lei? E i suoi figli? - Bene, bene - Quanti ne ha? – Tanti. - E vengono a visitarla? Sì, sì, sempre, sì, vengono. – Quando sono venuti l’ultima volta?”. Ricordo un’anziana che mi diceva: “Mah, per Natale”. Eravamo in agosto! Otto mesi senza essere visitati dai figli, otto mesi abbandonata! Questo si chiama peccato mortale, capito? Una volta da bambino, la nonna ci raccontava una
storia di un nonno anziano che nel mangiare si sporcava perché non poteva portare bene il cucchiaio
con la minestra alla bocca. E il figlio, ossia il papà della famiglia, aveva deciso di spostarlo dalla tavola comune e ha fatto un tavolino in cucina, dove non si vedeva, perché mangiasse da solo. E così
non avrebbe fatto una brutta figura quando venivano gli amici a pranzo o a cena. Pochi giorni dopo,
arrivò a casa e trovò il suo figlio più piccolo che giocava con il legno e il martello e i chiodi, faceva
qualcosa lì, disse: “Ma cosa fai? – Faccio un tavolo, papà. – Un tavolo, perché? – Per averlo quando
tu diventi anziano, così tu puoi mangiare lì”. I bambini hanno più coscienza di noi!
Nella tradizione della Chiesa vi è un bagaglio di sapienza che ha sempre sostenuto una cultura di vicinanza agli anziani, una disposizione all’accompagnamento affettuoso e solidale in questa parte finale della vita. Tale tradizione è radicata nella Sacra Scrittura, come attestano ad esempio queste
espressioni del Libro del Siracide: «Non trascurare i discorsi dei vecchi, perché anch’essi hanno imparato dai loro padri; da loro imparerai il discernimento e come rispondere nel momento del bisogno» (Sir 8,9).
La Chiesa non può e non vuole conformarsi ad una mentalità di insofferenza, e tanto meno di indifferenza e di disprezzo, nei confronti della vecchiaia. Dobbiamo risvegliare il senso collettivo di gratitudine, di apprezzamento, di ospitalità, che facciano sentire l’anziano parte viva della sua comunità.
Gli anziani sono uomini e donne, padri e madri che sono stati prima di noi sulla nostra stessa strada,
nella nostra stessa casa, nella nostra quotidiana battaglia per una vita degna. Sono uomini e donne dai
quali abbiamo ricevuto molto. L’anziano non è un alieno. L’anziano siamo noi: fra poco, fra molto,
inevitabilmente comunque, anche se non ci pensiamo. E se noi non impariamo a trattare bene gli anziani, così tratteranno a noi.
Fragili siamo un po’ tutti, i vecchi. Alcuni, però, sono particolarmente deboli, molti sono soli, e segnati dalla malattia. Alcuni dipendono da cure indispensabili e dall’attenzione degli altri. Faremo per
questo un passo indietro?, li abbandoneremo al loro destino? Una società senza prossimità, dove la
gratuità e l’affetto senza contropartita – anche fra estranei – vanno scomparendo, è una società perversa. La Chiesa, fedele alla Parola di Dio, non può tollerare queste degenerazioni. Una comunità
cristiana in cui prossimità e gratuità non fossero più considerate indispensabili, perderebbe con esse
la sua anima. Dove non c’è onore per gli anziani, non c’è futuro per i giovani
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. . . non sarete il futuro
2
se non siete già ora il presente
6 marzo 2015 Il Papa e la malattia: LA SAPIENZA DI STARE ACCANTO
«La persona, infatti in qualsiasi circostanza è un bene per sé stessa e per gli altri ed è amata da Dio».
Anche se è anziana e ammalata. Anzi, proprio in queste circostanze, faticose e dolorose per chi le vive e
per coloro che se ne prendono cura, affiora con maggior lucidità e incisività la coscienza di chi è la persona e quale bene prezioso è la sua vita, una saggezza che sola rende ultimamente lieto l’uomo: «La
sapienza che ci fa riconoscere il valore della persona anziana e ci porta ad onorarla è quella stessa sapienza che ci consente di apprezzare i numerosi doni che quotidianamente riceviamo dalla mano provvidente del Padre e di esserne felici. L’abbandono è la 'malattia' più grave dell’anziano, e anche
l’ingiustizia più grande che può subire: coloro che ci hanno aiutato a crescere non devono essere abbandonati quando hanno bisogno del nostro aiuto, del nostro amore e della nostra tenerezza. È questa capacità di servizio alla vita e alla dignità della persona malata, anche quando anziana, che misura il vero
progresso della medicina e della società tutta, perché non vi è dovere più importante per una società di
quello di custodire la persona umana».
8 – 15 marzo 2015 / III settimana di Quaresima B – I / L. d. O. III
Sabato 7
ore 17.00 Cusino
ore 19.30 S. Margherita
Domenica 8
ore 9.30 Cavargna
ore 11. 00 S. Bartolomeo
ore 14.30 S. Bartolomeo
ore 17.00 S. Nazzaro
Lunedì 9
ore 17.00 S. Margherita
Martedì 10
ore 9.00 Cusino
ore 21.00 Oratorio o …
Mercoledì 11
ore 9.00 S. Nazzaro
Giovedì 12
ore 9.00 Cavargna
Venerdì 13
ore 17.00 in Parrocchia
ore 20.30 in Parrocchia
Sabato 14
ore 17.00 Cusino
ore 19.30 S. Margherita
Domenica 15
ore 9.30 Cavargna
ore 11. 00 S. Bartolomeo
ore 17.00 S. Nazzaro
. . . non sarete il futuro
Def. Alessandro
Def.
III di Quaresima - i figli di Abramo
Def. Bralla Giuseppe e familiari, Butti Pierino e familiari
Def.
Battesimo: Rita
Def. Monga Zita
Def.
Def.
Catechesi dell’Arcivescovo per Adulti e Giovani (vedi libretto)
Def.
Def.
24 ore per il Signore vedi programma
Via Crucis Ragazzi, Pre e Adolescenti
Via Crucis per Giovani e Adulti
24 ore per il Signore vedi programma
Def.
Def.
IV di Quaresima - Cieco nato
Def.
Def.
Def. Monga Alfredo e Caneva Celesta // Bralla Mauro e familiari // Gaudenzio, Carlotta, Emilio
3
se non siete già ora il presente
Prima delle celebrazioni siamo disponibili per le Confessioni - Appuntamenti
Domenica 8 ore 18.30 Incontro Adolescenti e Giovani (nati nel 1999 e maggiori)
Martedì 10 ore 21.00 Catechesi dell’Arcivescovo per Giovani e Adulti in Oratorio,
o a gruppi o in casa (ritirare il sussidio per seguire l’incontro)
Giovedì 12 ore 14.30 Incontri preadolescenti (2a e 3a media)
Venerdì 13 ore 17.00 in Parrocchia Via Crucis Ragazzi, Pre e Adolescenti
ore 20.30 in Parrocchia Via Crucis per Giovani e Adulti
Sabato 14
dalle ore 15.30 Confessioni a S. Bartolomeo (don Ambrogio)
Domenica 15 ore 8.45 – 12.00 Ritiro di Quaresima in Oratorio Preadolescenti (2a e 3a media)
ore 18.30 Incontro Adolescenti e Giovani (nati nel 1999 e maggiori)
6 - 8 Aprile 2015 Pellegrinaggio Diocesano 14enni a Roma
Si possono iscrivere i genitori o degli adulti
Iscrizione entro 1 marzo o raggiungimento 35 persone
quattro martedì 3, 10, 17, 24 marzo 2015 alle 21, sul tema “Innalzato da
terra attirerò tutti a me” via Crucis con il card. Scola
QUARESIMA DI FRATERNITÀ 2015: L’ORTO DEI BAMBINI IN MOZAMBICO
Obiettivo: combattere la malnutrizione promuovendo modelli di produzione e consumo alimentare sani ed eco-sostenibili: Formazione e Formazione di pratiche agricole in loco. Le
nostre rinunce li consegneremo in una busta fra le offerte o nelle cassette in Chiesa
“meglio insegnare a pescare che dare un pesce”
Festa del papà Domenica 15 marzo 2015
Presso l’Oratorio di San Bartolomeo (vedi programma)
24 ore per il Signore
 Venerdì 13 marzo in tutte le Parrocchie
ore 20.30 via Crucis e tempo prolungato di preghiera fino alle 22.30
S. Bartolomeo e Cavargna saranno disponibili i sacerdoti per il Sacramento del
Perdono.
 Sabato 14 marzo
Cavargna e S. Nazzaro dalle ore 9.00 alle 12.00 a: Esposizione Eucaristica, Adorazione e Confessioni personali.
Cusino dalle ore 14.30 alle 17.00: Esposizione Eucaristica, Adorazione e Confessioni
personali.
S. Margherita dalle 14.30 alle 19.30: Esposizione Eucaristica, Adorazione e Confessioni personali.
. . . non sarete il futuro
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se non siete già ora il presente
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