Comune di Padova Madame Butterfly, anni Quaranta, al Teatro Verdi. Il tenore è Mario Del Monaco, grande spettacolo, imperdibile anche per la locandina di allora. Rombo di aerei lontani, suona l’allarme, si spengono le luci, il teatro si svuota. Anche Del Monaco esce in strada alla ricerca di un rifugio. Ma è in divisa, è vestito da Pinkerton, tenente della Marina americana di stanza in Giappone. Viene fermato: un invasore o un disertore? Il cantante si salva con un do di petto da spaccare i vetri delle finestre, credenziale più efficace e sicura di qualsiasi documento. In altre edizioni della Butterfly, particolare tenero, al bimbo dell’infelice farfalla giapponese infilzata dall’amore, cadeva continuamente sugli occhi il fazzolettino che gli cingeva la testa con imprecazioni dello stesso che denunciavano un’età più avanzata di quella teatrale. Il Verdi nasce come teatro lirico. E’ il 1751. “C’è uno splendido Cd rom - dice Maria Angela Giulini - costruito con il supporto dell’Università che ha fatto un’interessante ricerca in cui sono registrati tutti gli spettacoli di musica operistica messi in scena al Verdi, dalla fondazione all’anno scorso, un archivio prezioso. La lirica, con il suo mondo di appassionati (nessuna ragazza si chiama Cho-cho-san, ma nel Veneto non mancano Tosca, Mimì e Violetta e in Emilia si trova ancora qualche Traviata e qualche disgraziato battezzato Lohengrin o Rigoletto) ha vissuto anni bui. Si può dire che dopo la direzione artistica di Iris Adami Corradetti sia entrata in clandestinità: nessuna produzione propria. L’incendio della Fenice decretò il vassallaggio teatrale di Padova a Venezia e questo è anche comprensibile e restò comunque l’onor di firma: spettacoli importati dalla Serenissima, splendida per tradizione e prestigio, ma anche da Bassano. Il Verdi è fermo, non produce più niente. Il pubblico non si dissolve grazie al concorso internazionale Adami Corradetti e al filo rosso della musica, anche se non è la lirica, che tiene sveglia la passione ed educato il gusto con l’Orchestra di Padova e del Veneto, la stagione concertistica, gli appuntamenti settimanali dei Solisti Veneti del maestro Claudio Scimone. La lirica è uscita dalla nebbia l’anno scorso con spettacoli in cui il Teatro ha finalmente Orchestra di Padova e del Veneto La Stagione Concertistica 2007-2008 è la quarantaduesima. Lunedì scorso il presidente Mario Carraro e il programmatore artistico Filippo Juvarra hanno presentato le strategie culturali dell’Istituzione e l’articolazione del cartellone. Il programma comprende 14 concerti in abbonamento da ottobre a maggio, confezione raffinata, rifiuto testardo di ogni banalità. Queste doti ci hanno fatto meritare il premio Abbiati della critica musicale nel 2002. L’11 e il 12 ottobre l’Auditorium Pollini alza il sipario con un omaggio a Piero Toso che a ottobre compie 70 anni, portati con una freschezza artistica straordinaria. Uno dei protagonisti della stagione è il Novecento storico e per accorgersene basta scorrere l’elenco dei compositori nei diversi programmi: Veress, Shostakovich, Stravinsky, Hindemith, Weill, Respighi, M. Castelnuovo, Tedesco, G.F. Malipiero, Rodrigo, Rieti, Casella. Altri scorci suggestivi: quello dedicato a Hindemith-Weill nella Germania degli anni 20 e 30, la finestra aperta sul neoclassicismo a partire da uno dei suoi modelli storici (Il Pulcinella di Stravinsky da Pergolesi presentato in forma integrale) fino alla declinazione italiana con i nomi di Casella e Rieti. E poi, ancora, la “congiunzione Parigi 1778” attorno a Mozart proposta con strepitosa intelligenza da Reinhard Goebel, il concerto di Natale (fuori abbonamento) che accosta celebri pagine italiane (Vivaldi, Corelli, Tartini) a Bach, al Magnificat nella versione meno nota in mi bemolle maggiore. Il 7 e l’8 novembre “lo Speziale”, dramma giocoso su testo di Carlo Goldoni che Claudio Desderi dirige alla guida di due compagnie di canto, scelte e preparate nell’ambito del Bando Giovani Cantanti. L’opera è stata promossa e sostenuta dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e realizzata in collaborazione con con i Conservatori di Padova, Adria e Rovigo e con l’Avam. La seconda proposta haydniana ci trasloca dall’opera buffa all’oratorio con la presentazione della prima esecuzione moderna di Die Schoepfung (La Creazione) il 10 e 11 gennaio nella versione italiana di Giuseppe Carpani. In chiave più sinfonica la scelta della Sinfonia numero 4 di Schumann, il primo concerto di Chopin e di von Weber per arrivare al Totetanz di Liszt e al medaglione BruchBrahms con la sinfonia numero 2: una apertura dopo l’esecuzione lo scorso anno del Concerto per violino opera 77 con Accardo che prelude all’intenzione di presentare nelle prossime stagioni tutte le sinfonie e i concerti di Brahms. firmato la produzione anche se, pur sempre, in collaborazione. Così è andata in scena “La Sonnambula” con un buon successo di pubblico e di critica. Venerdì scorso abbiamo assistito al Nabucco in concerto che ha dato il via alla nuova stagione. Il 17 e il 19 ottobre alle 20,45 e il 21 alle 16 sulla ribalta del Verdi “Tosca” di Puccini, libretto di Giacosa e Illica. Il 3 novembre alle 21, aperta al pubblico, la finale del concorso internazionale “Adami Corradetti”. Il 28 e il 30 novembre alle 20,45 e il 2 dicembre alle 16 è in locandina il Don Giovanni con il gioco dei suoi intrecci d’amore. Leporello è Andrea Concetti, già vincitore della prima edizione del concorso “Adami Corradetti”. “La riconquista di forza e dignità della lirica a Padova – dice l’assessore Monica Balbinot – ha quasi l’incisività di una ricorrenza e il valore di una celebrazione in occasione del trentennale di Maria Callas e con la ricaduta di ricordi, di immagini, di malinconia e di orgoglio, provocata dalla scomparsa del grande Luciano Pavarotti. Il Verdi è nato come teatro lirico, una tradizione martellata come la foglia d’oro sui mosaici, una passione che in passato intrideva la città con l’arruolamento di comparse, soprattutto dal ceto popolare, con un loggione esigente e turbolento. Viene in mente uno splendido Mefistofele del padovano Boito con il piccolo incidente dell’acqua pompata con vigore che non si trasforma in vino, ma resta incolore, malgrado la forza della stregoneria. Il Loggione perdona. “El sarà vin bianco””. Il Verdi era il teatro della città dove c’era l’Opera. Ora musica vuol dire anche concerti, c’è anche sempre più apprezzato uno spazio jazz, c’è la prosa. Questa poliedricità dell’offerta risponde ad una domanda altrettanto frastagliata in cui però il centro è la musica. Certo il teatro ha dovuto far fronte a questa varietà di spettacoli con una ristrutturazione che ha messo al primo posto l’acustica. Nel caso della lirica sono stati necessari accorgimenti modulari. Manca infatti il “golfo mistico”, lo spazio per l’orchestra ad un livello più basso di quello della platea. Viene ottenuto spostando una decina di file di poltroncine. Amici della Musica L’Associazione, nata il 22 febbraio del 1957, celebra con la stagione concertistica 2007-2008 il cinquantesimo anniversario dalla nascita. Dunque la cinquantunesima stagione e non la numero 63. Non c’è di mezzo Mefistofele, nessun miracoloso processo di ringiovanimento. In realtà si faceva riferimento nella cronologia tradizionale al Centro d’Arte degli Studenti dell’Università di Padova (sorto nel 1945) da cui con la Società Bartolomeo Cristofori (attiva dal 1920 al 1973) nacquero gli Amici della Musica. Nella prima parte del 2007 l’intregale dei quartetti d’archi Ludwig Van Beethoven con il quartetto Auryn aveva costituito un momento importante nella vita musicale della città e ora a questa esperienza si collega idealmente l’integrale dei 15 quartetti per archi di D. Shostakovich. A proporlo per la prima volta a Padova è il quartetto belga Quatuor Danel che nel 2006, in occasione del centenario della nascita di Shostakovich, lo ha eseguito nelle maggiori città europee. Questo ciclo - che comprende anche alcune date di Domenica in Musica - è al centro della programmazione 2007-2008 che forma un’antologia di ben 36 concerti articolati nella stagione serale di cui 20 nel ciclo Domenica in musica e nelle iniziative di “Impara l’Arte” a favore degli studenti universitari, più alcuni concerti straordinari. Nella stagione serale proseguono alcuni percorsi tematici avviati nelle passate stagioni come quello della musica pianistica di Schumann affidata a R. Varjon (questa volta in duo con la moglie, la pianista J. Simon) e come quello dedicato ai Concerti per pianoforte e orchestra di Mozart e alle 12 Sinfonie londinesi di Haydn che ha come protagonista H. Shelley (direttore e pianista) alla guida dell’Orchestra di Padova e del Veneto. Altra caratteristica che emerge da uno sguardo d’assieme agli altri programmi della stagione è l’ampiezza e la varietà dei repertori: dalla musica del Cinquecento-Seicento (Dowland, Johnson, Monteverdi), alla musica contemporanea (Maderna, Zimmermann, Kurtag), da Bach e la sua famiglia al novecento storico con Ravel, Debussy, Falla, Bartok, da Schubert a Brahms. Claudio Scimone e i Solisti Veneti Comunicazione istituzionale L’appuntamento della domenica con i Solisti Veneti è un rito come la messa, una celebrazione laica preziosa che ha due aspetti: favorisce la formazione di nuovo pubblico raggiunge con maggiore ampiezza ed efficacia possibile tutti gli appassionati di musica. Il rapporto tra pubblico e artisti è simpaticamente informale: niente frack, niente costumi, un dialogo diretto e immediato che rende chi ascolta partecipe attivo, quasi protagonista dello spettacolo. Questa formula rodatissima è nata quasi quarant’anni fa e ha attirato l’attenzione di molti organi di informazione italiani e stranieri. Ricordiamo uno special della televisione francese condotto da Jacqueline Muller. Tutti sanno che l’anima della manifestazione, maestro e nume tutelare, è Claudio Scimone. Il ciclo 2007 si estende per ben nove domeniche dal 23 settembre al 25 novembre inclusi, con molteplici partecipazioni solistiche e una grande ricchezza di programma, dal repertorio classico, agli splendori musicali del barocco veneto alla musica contemporanea. Il luogo deputato è ovviamente l’Auditorium Pollini. Questa mattina alle 11 il primo programma dedicato soprattutto ai più piccoli si avvarrà della partecipazione straordinaria di Massimo Ranieri, che sarà protagonista accanto a “I Solisti Veneti” della favola musicale “Pierino e il lupo” di Sergej Prokofiev. Domenica 7 ottobre invece sarà presentato un programma lirico con la partecipazione del celebre soprano Cecilia Gasdia. Significato più propriamente culturale avrà l’esecuzione integrale in due concerti dell’opera VIII di Antonio Vivaldi: “Il cimento dell’Armonia e dell’Invenzione”. Le date sono il 30 settembre e il 28 ottobre.