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1
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Area II – Studi e Programmazione
•
La fertilità di un suolo è la sua capacità ad essere
produttivo e dipende dalle sue caratteristiche fisiche,
biologiche e chimiche.
•
La concimazione deve integrarsi in un percorso di gestione
dei suoli agricoli che permetta di raggiungere l’obiettivo
“fertilizzazione”,
inteso
come
miglioramento
delle
caratteristiche e delle qualità dei suoli.
•
La concimazione è una tecnica agronomica che può
comportare forti ricadute economiche ed ambientali sulla
singola azienda agricola e sul territorio nel suo complesso.
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•
Un campione di suolo è quella quantità di terra che si
preleva per raccogliere informazioni sulle caratteristiche
chimiche, fisiche e biologiche del suolo stesso (valutazione
dei componenti della fertilità).
•
La sua rappresentatività è una condizione fondamentale:
 poche centinaia di grammi forniscono informazioni
che vengono estese ad una massa di terreno di alcune
migliaia di tonnellate
 un campionamento non corretto può essere fonte di
errori assai più consistenti di quelli imputabili alle
determinazioni analitiche.
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Zona di campionamento
•
L’individuazione
e
la
scelta
della
zona
di
campionamento rappresentano il passaggio cruciale: da
ciò dipende la rappresentatività del campione e
l’applicabilità delle informazioni desunte dalle analisi.
•
La zona di campionamento è rappresentata da un
appezzamento omogeneo.
•
Appezzamento omogeneo:
 ricade all’interno della stessa unità cartografica
(Carta dei suoli di dettaglio o grande dettaglio scala 1:25.000 – 1:10.000 – 1:5.000).
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Zona di campionamento
Qualora non si disponga di carte dei suoli l’omogeneità è data da:
•
colore superficiale (marcate differenze di colore determinano
aree aziendali diversamente omogenee);
•
aspetto fisico (tessitura superficiale,conformazione delle
zolle, presenza di pietrosità, giacitura, presenza di fenomeni
erosivi, aree di ristagno idrico);
•
ordinamento colturale (colture erbacee – colture arboree);
•
vegetazione coltivata o spontanea;
•
fertilizzazioni ricevute in passato
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Zona di campionamento
Ordinamento colturale
“se un’area risulta omogenea per tutti i parametri fisici sopra
indicati ma al suo interno presenta due appezzamenti coltivati per
almeno un decennio in maniera continuativa rispettivamente con
una coltura erbacea ed una arborea, questi due diversi
ordinamenti colturali determineranno la suddivisione dell’ area in
due aree omogenee diverse; tutti gli altri casi di utilizzazione
agricola differente nell’ambito dello stesso appezzamento
omogeneo non determineranno la suddivisione in due aree
diverse”.
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Zona di campionamento
Frammentazione aziendale
•
verificare l’omogeneità dei diversi corpi aziendali ed
effettuare un unico campionamento nell’appezzamento
ritenuto rappresentativo dell’intera area, in caso contrario
si devono individuare i diversi appezzamenti omogenei e
prelevare un campione per ogni zona di campionamento
individuata.
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Caratterizzazione ed individuazione della zona omogenea di
campionamento
1. Zona di campionamento
2. Area da non campionare (troppo
ridotta)
3. Bordi, da non campionare
4. Aree anomale non omogenee
(bassure, ristagni, affioramenti di
rocce, etc.), da non campionare
5. Unità di campionamento
6. Campione elementare o subcampione
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Tipi di campionamento
Campionamento sistematico
•
consiste
nel
suddividere
la
zona
di
campionamento in un numero prescelto di
unità di campionamento, secondo una
griglia a maglia regolare
•
1. Zona di campionamento
2. Reticolo di suddivisione
3. Aree anomale non omogenee, da non
campionare
4. Bordi, da non campionare
5. Unità di campionamento
6. Campione elementare o subcampione
la dimensione della griglia dipende dal
grado
di
dettaglio
raggiungere.
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che
si
vuole
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Tipi di campionamento
Campionamento non sistematico a X o a W
•
scegliere i punti di prelievo lungo un tracciato ad X o W
•
prelevare un campione elementare in ogni punto,
seguendo i criteri di esclusione (bordi ed aree anomale).
• copertura non completa della zona di campionamento
ma sufficiente per elaborare un piano di concimazione.
1. Zona di campionamento
2. Reticolo di suddivisione
3. Aree anomale non omogenee, da non
campionare
4. Bordi, da non campionare
5. Unità di campionamento
6. Campione elementare o sub-campione
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Tipi di campionamento
Campionamento irregolare
E’ il modo più pratico e di uso più frequente; consiste
nel seguire un percorso casuale, a zig-zag, all'interno
dell'area da campionare, rispettando i criteri di
esclusione
(bordi
ed
aree
anomale)
precedentemente.
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esposti
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Profondità di prelevamento
Il campione da analizzare deve essere prelevato fino alla
massima profondità delle lavorazioni principali o fino alla
profondità maggiormente interessata dal capillizio radicale.
Colture erbacee: da 0 a 30 cm.
Colture arboree: da 0 a 40/50 cm.
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Campione da analizzare
•
Si consiglia un campione rappresentativo per 3-5 ettari, in
presenza di condizioni di forte omogeneità pedologica e
colturale, e nell’ottica di un contenimento dei costi, un
campione può essere ritenuto rappresentativo per circa 10
ettari.
•
Il campione rappresentativo di terreno da sottoporre ad
analisi viene costituito con la riunificazione di più campioni
elementari o sub-campioni. Il numero dei sub-campioni
non deve assolutamente essere inferiore a 10.
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Campione da analizzare
•
Raccogliere i diversi sub-campioni in un secchio;
rovesciare il contenuto del secchio su un telone;
mescolare il terreno e costituire il campione finale del
peso di circa 700-1.000 g.
•
Porre il campione finale dentro un sacchetto di
polietilene asciutto e pulito, chiudere il sacchetto con
un legaccio e predisporre un etichetta con riferimenti
biunivoci al verbale di campionamento (numero del
campione e nome dell’azienda).
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Epoca di campionamento
•
•
•
prima delle lavorazioni principali o, se ciò non è stato
possibile, almeno un mese dopo la loro esecuzione ed
almeno 3 mesi dopo l’ultimo apporto di concimi o 6
mesi dopo l’ultimo apporto di ammendanti o
correttivi.
epoca ottimale: dopo la raccolta;
 colture ortive: il momento ottimale si colloca
subito dopo la raccolta di una coltura e prima
della concimazione ed il trapianto della
successiva.
Il prelevamento deve essere sempre realizzato prima
delle concimazioni: ciò permetterà di impostare il
piano di concimazione per la campagna agraria
successiva.
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Per il servizio d’analisi è consigliabile rivolgersi a laboratori
pubblici e/o privati che possiedono una comprovata
esperienza nel campo delle analisi del terreno, dando
preferenza ai laboratori che dispongano di idonea
certificazione SINAL, che attestino l’adesione alle norme EN
45001 e/o ISO/IEC 17025, o che siano associati alla
SILPA.
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Le analisi del terreno e il Piano di concimazione
•
L’analisi chimico-fisica è un supporto indispensabile per
l’elaborazione di un corretto Piano di concimazione.
•
Attraverso la conoscenza delle caratteristiche chimico –
fisiche del suolo è possibile impostare le procedure di
calcolo per la stima delle unità fertilizzanti dei
macroelementi (azoto, fosforo e potassio) da distribuire
al terreno.
•
Alcuni caratteri dei suoli si mantengono stabili nel
tempo, o si modificano molto lentamente, altri variano
in funzione della gestione del suolo.
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Le analisi di base
•
•
•
Sono necessarie per conoscere le caratteristiche
fondamentali di un appezzamento omogeneo e la sua
dotazione in elementi nutritivi.
Permettono di determinare le caratteristiche del
terreno quali tessitura, reazione (pH), carbonati totali,
calcare attivo, capacità di scambio cationico e
conduttività elettrica, che si mantengono stabili nel
tempo.
Vanno effettuate almeno una volta e sono le prime
analisi da effettuare per impostare un piano di
concimazione.
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Le analisi di base
Determinazione analitica
Unità di misura
Tessitura (sabbia, limo ed argilla)
g/kg
Carbonio organico
g/kg
Reazione
Calcare totale
g/kg
Calcare attivo
g/kg
Conduttività elettrica
dS/m
Azoto totale
g/kg
Fosforo assimilabile
mg/kg
Capacità di scambio cationico (CSC)
meq/100g
Basi di scambio
(Potassio scambiabile, Calcio scambiabile,Magnesio
scambiabile, Sodio scambiabile)
meq/100g
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Le analisi semplificate
•Riguardano le caratteristiche chimiche dei suoli che possono
variare nel tempo
•Si effettuano per verificare alterazioni e/o variazioni della
composizione del suolo (monitoraggio dell’ inquinamento)
•Rispetto alle analisi completa comprendono un minor numero
di determinazioni analitiche
•Consentono una riduzione dei costi e tempi più brevi
•Misure agroambientali del PSR: 3o e 5o anno di impegno
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Le analisi semplificate
Determinazione analitica
Unità di misura
Carbonio organico
g/kg
Azoto totale
g/kg
Fosforo assimilabile
mg/kg
Basi di scambio
(Potassio scambiabile, Calcio scambiabile,
Magnesio scambiabile)
meq/100g
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Un corretto Piano di concimazione aziendale prende in
considerazione i seguenti elementi:
Calcolo
Unità
Fertilizzanti
Apporto dei
Fertilizzanti
•
fabbisogno delle colture (almeno per i tre
principali elementi nutritivi: azoto, fosforo,
potassio) in relazione alla resa attesa;
•
precedenti colturali;
•
caratteristiche fisiche dei suoli e la loro
dotazione in elementi nutritivi;
•
fasi fenologiche corrispondenti ad un più
accentuato assorbimento di elementi nutritivi;
•
caratteristiche dei fertilizzanti;
•
modalità di distribuzione più efficienti.
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Calcolo delle Unità Fertilizzanti (METAFert)
Dati
Zona di
campionamento
(1)
Calcolo
Azoto
Dati analisi
Chimico – fisiche
Coefficienti
di asportazione
(3)
Calcolo
Potassio
(2)
Calcolo
Fosforo
Unità
Fertilizzanti
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La concimazione azotata
Il calcolo delle quantità di azoto da somministrare viene fatto
sulla base di un bilancio previsionale semplificato che prende in
considerazione gli apporti e le perdite che si hanno durante il
ciclo colturale
Il processo prevede la determinazione o la stima dei seguenti
elementi:
• asportazioni colturali
• lo stato delle riserve di nitrati nel terreno (o azoto pronto);
• gli apporti conseguenti alla mineralizzazione della sostanza
organica;
• le perdite dovute ai processi di lisciviazione;
• le perdite dovute ai processi di immobilizzazione,
volatilizzazione e denitrificazione.
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Concimazione azotata = (fabbisogno colturale – apporti naturali) +
lisciviazione + immobilizzazione e dispersione
Fabbisogno
Colturale
(1.1)
Apporti
Naturali
(1.2)
Lisciviazione
(1.3)
+
Unità di Azoto
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Immobilizzazione
e dispersione
(1.4)
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La concimazione fosfatica
Per stabilire le dosi di fosforo nella formulazione del Piano di
concimazione aziendale, si devono considerare:
•
le asportazioni colturali;
•
gli eventuali apporti derivanti dalla fertilità del suolo;
•
le condizioni chimico-fisiche (pH, calcare e tessitura)
che possono causare fenomeni di retrogradazione.
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Concimazione fosfatica = fabbisogno colturale + apporti fertilità suolo x immobilizzazione
Dati analisi
P2O5
(Fosforo
assimilabile)
1) Unità di fosforo = fabbisogni colturali
Dotazione:
1) normale
2) minore del normale
3) maggiore del normale
Classe
colturale
Classe
Tessiturale
Determinazione
Classe di dotazione
Normale
(Tab. 9)
2) Unità di fosforo = fabbisogni colturali +
(quota arricchimento x immobilizzazioni)
3) Unità di fosforo = fabbisogni colturali - (quota riduzione)
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La concimazione potassica
Per stabilire le dosi di potassio nella formulazione del Piano di
concimazione aziendale, si devono considerare:
•
le asportazioni colturali;
•
gli eventuali apporti derivanti dalla fertilità del suolo;
•
l’eventuale immobilizzazione per adsorbimento da parte
della frazione argillosa
•
le eventuali perdite per lisciviazione.
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Concimazione potassica = fabbisogno colturale + apporti fertilità suolo x
immobilizzazione + lisciviazione
Dati analisi
K2O
(Potassio
scambiabile)
(Tab.1)
1) Unità di potassio = fabbisogni colturali
Dotazione:
1) normale
2) minore del normale
3) maggiore del normale
Determinazione
Classe di dotazione
Normale
(Tab. 12)
2) Unità di potassio = fabbisogni colturali +
(quota arricchimento x immobilizzazioni)
3) Unità di potassio = fabbisogni colturali - (quota riduzione)
Classe
Tessiturale
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Per facilitare il corretto inserimento dei dati in METAFert, si riportano di
seguito le corrispondenze tra le differenti unità di misura con cui possono
essere espressi i dati analitici ed i fattori di conversione relativi al fosforo,
potassio e carbonio organico:
g/kg = ‰
mg/kg = ppm
mmhos/cm = mS/cm=dS/m
Il dato analitico relativo al fosforo è richiesto espresso come P2O5: per
convertire il fosforo espresso come P a fosforo espresso come P2O5 si deve
moltiplicare il valore per 2,291.
Il dato analitico relativo al potassio è richiesto espresso come K2O: per
convertire il dato espresso come K a potassio espresso come K2O si deve
moltiplicare il valore per 1,205.
Il dato relativo alla sostanza organica è richiesto espresso come carbonio
organico; per convertire il valore di sostanza organica (S.O.) in valore di
carbonio organico (C.O.) occorre dividere per 1,724.
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Il modello applicativo
Azienda
agricola
Una o più
zone
omogenee
Una o più
colture
Per ogni
zona
Un’analisi
chimico - fisica
Uno o più
dati catastali
Uno o più
obblighi
Agro-ambientali
Piano di
Concimazione
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