L’Energia del futuro: meno sprechi, accessibile
a tutti e piu’ pulita ….
Aggiornato a Gennaio 2008
INDICE
Presentazione
1 - Il risparmio di energia per il riscaldamento delle abitazioni
Pag.
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2 – Esercizio degli impianti termici
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3 - Cosa fanno la Provincia di Firenze e l’Agenzia
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4 - Energia da fonti rinnovabili
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PRESENTAZIONE
Negli ultimi quaranta anni il consumo di energia nel mondo si è quadruplicato. Ciò ha causato un ancor maggior aumento dell’inquinamento. Le risorse
di carbone, gas e petrolio sono però limitate. Per il futuro quindi bisogna risparmiare energia in maggior misura.
Una parte importante dell’energia prodotta finisce in casa, dove viene impiegata per riscaldare e raffreddare gli ambienti, per riscaldare l’acqua, per erogare l’elettricità e far funzionare le lampade e gli elettrodomestici.
Complessivamente il settore degli “usi civili”, cioè delle abitazioni, uffici, ecc.
assorbe la stessa quantità di energia del settore industriale, e questo dà
un’idea di come ogni singolo cittadino, ogni famiglia, possano dare un contributo importante ad un uso più razionale dell’energia. Sempre ricordando,
oltre tutto, che ogni risparmio energetico conseguito in casa, ogni minor
consumo di combustibile si traduce in un risparmio economico.
Nell’economia domestica il risparmio di energia significa bollette più basse. Il
risparmio di energia è risparmio anche per il bilancio domestico.
La legge n° 10 del 1991 sul risparmio energetico ed il suo regolamento di attuazione, il D.P.R. 412/93 ed il recente DLGS 192/05, prevedono numerose
disposizioni su come devono essere realizzati i nuovi edifici ed
impianti e come devono essere
ristrutturati, da un punto di vista
energetico, quelli esistenti; inoltre regola i controlli necessari ad
accertare l’effettivo stato di manutenzione
e
di
esercizio
dell’impianto termico.
Le normative nazionali in materia, sopra richiamate, mettono quindi gli Enti
locali di fronte all’obbligo di vigilare sul rispetto, da parte degli utenti, delle
procedure e delle attività finalizzate al risparmio energetico, tra le quali la
necessità di far eseguire una manutenzione periodica degli impianti termici.
Una scrupolosa manutenzione della caldaia può garantire una sensibile riduzione dei consumi energetici e conseguentemente delle bollette del gas: si
calcola che i risparmi annui possano essere mediamente quantificati tra il 5 10 %.
Per rimanere aggiornati sulle normative, la newsletter della Agenzia Fiorentina per l'Energia: [email protected]
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1 - IL RISPARMIO DI ENERGIA NELLE
ABITAZIONI
INTERVENTI DI RISPARMIO ENERGETICO PER IL RISCALDAMENTO
Dove si consuma molta energia, molta se ne può risparmiare. Risparmiare
energia non significa comunque rinunciare alle comodità, ma avere le medesime comodità attraverso un utilizzo più ragionevole ed economico
dell’energia.
Sul 100% di energia finale consumata in casa, soltanto l’1% serve
all’illuminazione, il 5% per cucinare e per gli elettrodomestici, mentre il 15%
per la produzione di acqua calda ed il 79% per il riscaldamento, per cui la
manutenzione dell’impianto termico risulta essere ad esempio un ottimo intervento di risparmio energetico, che può essere talvolta integrato con altre
azioni, mirate a migliorare la prestazione energetica del sistema edificioimpianto.
Per interventi finalizzati al conseguimento di risparmi energetici è possibile
sfruttare la detrazione dall’IRPEF del 36% o del 55% delle spese sostenute
(IVA inclusa) e pagare un’aliquota IVA ridotta al 10%. Possono accedere a
tale beneficio tutti i contribuenti che pagano l’Imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF), lavoratori dipendenti ed autonomi, liberi professionisti,
pensionati, ecc., che siano possessori o detentori di una o più abitazioni, anche rurali, ad uso abitativo. (Maggiori dettagli sulle agevolazioni fiscali sul
sito della Agenzia delle Entrate: www.agenziaentrate.it ).
Caldaie di nuova generazione
La scelta della potenza e del tipo di caldaia da installare dipendono dalle caratteristiche dell’edificio, dall’ubicazione e dalla
sua destinazione d’uso. Una caldaia standard più
potente del necessario spreca energia: specialmente nelle stagioni intermedie, essa raggiunge
rapidamente la temperatura prefissata e quindi
ha lunghi e frequenti periodi di spegnimento durante i quali disperde il calore dal mantello e attraverso il camino. Quindi se si considera l’intera
stagione di riscaldamento, la sua efficienza globale non è elevata, cioè il suo “rendimento medio stagionale” è basso.
Per rispettare i valori di rendimento imposti dalle nuove norme, le caldaie più recenti come le
“modulanti”, quelle a “temperatura scorrevole”,
quelle “premiscelate” e le caldaie a “condensazione” permettono di mantenere una buona efficienza anche nelle stagioni intermedie, ammortizzando il
recupero del maggior costo di queste in 3-4 anni, grazie ai minori consumi di
gas.
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Infine si ricorda che una caldaia a “camera stagna” (cioè di tipo C), come sono tutte quelle a basso consumo, comporta anche una maggiore sicurezza di
esercizio oltre che ad un risparmio energetico.
Le caldaie a condensazione
Nelle caldaie a condensazione, il calore dei gas combustibili, che nei modelli
tradizionali è espulso con i fumi di scarico, viene invece recuperato. Consentono un notevole risparmio energetico e producono un minore inquinamento.
Il loro costo è superiore del 30-40% rispetto alle caldaie tradizionali, ma
hanno un rendimento superiore, in media, del 10-15%. Essendo a tenuta
stagna, possono essere inserite in qualsiasi ambiente domestico (purchè
“ventilabile”), previa installazione di tubo di scarico dell’acqua di condensa.
E' possibile ottenere, per il 2008-2009-2010, una detrazione dall'IRPEF delle
spese sostenute per la realizzazione dell'impianto, per un valore pari al 55%,
da distribuire in quote identiche su un periodo da 3 a 10 anni (da 1/3 fino ad
1/10 all’anno). Il calcolo della detrazione si effettua sul costo totale iva inclusa: in pratica si calcola il 55% sulla cifra che rimane a carico del cittadino.
Per maggiori informazioni: http://efficienzaenergetica.acs.enea.it
Coibentazione delle tubature
Per limitare le dispersioni, le tubazioni della rete di distribuzione debbono
essere protette da un adeguato strato di materiale isolante, il cui spessore,
fissato dalla normativa, dipende dal diametro della tubazione, dal tipo di isolante, e dalla parete che attraversa.
L’isolamento termico dell’edificio
La trasmissione del calore è un fenomeno fisico naturale che non si può evitare. Per trarre beneficio dal calore non bisogna farlo disperdere all'esterno.
In questo caso è quindi necessario intervenire per ridurre al minimo tali dispersioni tramite l'utilizzo di prodotti specifici chiamati isolanti termici, che
hanno la proprietà d'opporre resistenza alla scambio termico.
Si consiglia di eseguire i lavori d'isolamento in concomitanza ad opere di
manutenzione straordinaria dell'edificio, comunque necessari, perché in tal
modo si riducono notevolmente i costi d'intervento.
Facciamo qualche conto. Elencando alcuni dei più comuni interventi e indicando con N il numero di anni per il “rientro economico”, applicato ad una
casa unifamiliare, si ha:
- coibentare la parete dietro i termosifoni con pannelli isolanti da un lato (N=2);
- eliminare le fessure dalle finestre utilizzando guarnizioni (N=3);
- installare i doppi vetri, meglio se ad alta resistenza termica che disperdano un
terzo in meno dei vetri semplici. (N=11);
- isolamento del sottotetto; Si può ridurre tale dispersione fino al 25% ricoprendo
il solaio con uno strato di materiale isolante di basso costo che si può reperire
sul mercato e applicare eventualmente da soli (N=3/4);
- Isolamento del piano terra (nel caso di piani che danno su luoghi aperti o su
cantine, un’ulteriore riduzione di dispersione di calore si ottiene con un adegua-
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to isolamento di soffitti, di porticati e cantine per mezzo di pannelli isolanti)
(N=3/4);
- rivestire le condotte di distribuzione sia dell'impianto di riscaldamento che
dell'acqua calda sanitaria posizionate a vista (N=0,5).
L’adozione di valvole termostatiche
Per sfruttare anche gli apporti gratuiti di energia,cioè quelli dovuti, ad esempio, alla presenza di molte persone, ai raggi del sole attraverso le finestre,
agli elettrodomestici ecc.., sarebbe opportuno regolare la temperatura di ogni singolo ambiente.
Per far ciò occorre, per ogni radiatore, al posto della valvola manuale, installare una valvola termostatica per regolare automaticamente l’afflusso di acqua calda in base alla temperatura scelta ed impostata su un’apposita manopola graduata. La valvola si chiude mano a mano che la temperatura ambiente, misurata da un sensore, si avvicina a quella desiderata, consentendo
di dirottare ulteriore acqua calda verso gli altri radiatori, ancora aperti.
Il risparmio di energia può arrivare fino al 20%.
Il costo di installazione si aggira indicativamente intorno ai 25-60 euro per
ciascun radiatore.
La termoregolazione automatica
La termoregolazione adegua automaticamente il riscaldamento dell’edificio
alle variazioni della temperatura esterna. La normativa vigente (DPR
412/93) in materia di termoregolazione stabilisce una temperatura di 20 ºC:
per questo motivo occorre installare apparecchiature che, oltre a regolarizzare la temperatura e a migliorare il confort abitativo, favoriscono il risparmio
dei consumi energetici negli impianti di riscaldamento. La termoregolazione
si può ottenere con diverse apparecchiature specifiche che hanno la funzione
di mantenere negli ambienti la temperatura prefissata. Il termostato ambiente, installato fino ad alcuni anni fa, è stato tecnologicamente superato
dal moderno cronotermostato elettrico a microprocessore, idoneo per comandare, con riferimento alla temperatura impostata, il funzionamento della
caldaia e delle valvole di zone se presenti (ad esempio per chi ha separato
l'impianto in "zona notte" e "zona giorno"). Il cronotermostato permette di
diminuire i consumi di combustibile in quanto è possibile programmarlo con
cicli di funzionamento adatti alle proprie esigenze, riducendo la produzione di
calore quando la casa è disabitata.
La manutenzione della caldaia
La manutenzione dell’impianto termico risulta essere il migliore intervento di
risparmio energetico per il riscaldamento.
Nell’interno della caldaia si possono formare dei depositi che ostacolano la
trasmissione del calore all’acqua; in questo caso il calore scappa dal camino
o dalla canna fumaria. Anche una cattiva regolazione del bruciatore può provocare una fuga di calore. Occorre eseguire pertanto la manutenzione della
caldaia, da parte di personale abilitato, in possesso dei requisiti della legge
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n. 46/90, cosi come previsto dalla legge 10/91 e dal DLGS 192/05. Oltre ad
essere una disposizione di legge, è fondamentale sia per la sicurezza dell'apparecchio sia per il rendimento che, in alcuni casi, in una stagione può diminuire del 10-15%, con evidenti ripercussioni sulle emissioni e sui consumi
energetici.
CONSIGLI PRATICI
Si riportano dei consigli pratici e semplici per l’uso del proprio impianto: con piccoli
interventi si possono ottenere sensibili risparmi di energia.
Regolare il cronotermostato
Regolare il cronotermostato affinché non si superino i 20ºC; per ogni grado in più il
consumo aumento del 5-7% circa.
Sfiatare l’impianto
L’impianto di riscaldamento deve essere periodicamente sfiatato, in quanto se rimane
dell’aria nel circuito, l’acqua trasmette peggio il calore.
Eliminare le fughe di calore
Una cattiva tenuta delle finestre può provocare ricambi d’aria da tre a quattro volte
superiori a quelli necessari, con notevoli perdite di calore. Ma bastano pochi accorgimenti per evitare queste dispersioni: per esempio isolando i cassettoni delle tapparelle con pannelli.
Operazione sottofinestra
Se il calorifero è collocato sotto una finestra, a contatto con una parete esterna che
presenta uno spessore minore, per ridurre la dispersione di calore verso l’esterno è
opportuno inserire tra il calorifero e la parete un pannello di materiale isolante, possibilmente ricoperto su un lato da una pellicola metallica, che si affaccerà verso il calorifero, in modo da aumentare la sua energia radiante all’interno del locale da riscaldare.
Caloriferi scoperti
I caloriferi non devono essere coperti da mobili o tende, affinché il calore possa giungere nella zona di destinazione. Caloriferi coperti possono costare fino al 40% di energia in più.
Evitare di spalancare le finestre per troppo tempo
Sono sufficienti 5-10 minuti per ricambiare l’aria: un tempo superiore raffredda
l’ambiente, rendendo più lento e costoso riportare la temperatura ai 20 °C.
Abbassare la temperatura di notte
Dormire di notte ad una temperatura più bassa (circa 16°C) non è solo economico,
ma fa bene alla salute. D’altra parte con le tapparelle abbassate si può ridurre la dispersione si calore che avviene attraverso ai vetri del 50% e la temperatura degli ambienti diminuisce più lentamente.
Equilibrare gli impianti
Per poche stanze fredde si deve magari riscaldare di più tutta una casa. Se non basta
migliorare il loro isolamento termico, occorre far regolare da un tecnico la distribuzione dell’acqua calda ai corpi scaldanti mediante le valvole di taratura o al limite aggiungere uno o due elementi nella stanza più fredda. In tal modo si può abbassare la
temperatura di tutti gli altri ambienti.
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2 – ESERCIZIO DEGLI IMPIANTI TERMICI
PERIODO E NUMERO DI ORE DI FUNZIONAMENTO GIORNALIERO
Il periodo dell’anno nel quale è consentito tenere in funzione gli impianti di
riscaldamento e il numero massimo giornaliero di ore di accensione dipendono dal clima della località dov’è ubicato l’edificio.
Secondo l’art. 2 del DPR 412/93 , l’Italia è stata suddivisa in 5 zone climatiche dalla A, la più calda, alla F, la più fredda in funzione del numero dei
“Gradi Giorno” (somma delle differenze positive tra la temperatura
dell’ambiente convenzionalmente fissata a 20 °C e la temperatura media esterna giornaliera): quanto più alto è il valore dei “Gradi Giorno” (GG) tanto
più il clima è rigido.
Per conoscere con esattezza in quale zona climatica è situato un immobile, e
quindi in quale periodo dell’anno si possono accendere gli impianti di riscaldamento e per quante ore al giorno, basterà rivolgersi al proprio Comune.
Fascia
Gradi giorno
A
B
C
D
E
F
< 600
601 - 900
901 - 1400
1401 - 2100
2100 – 3000
> 3000
Periodo di
riscaldamento
1 dicembre – 15 marzo
1 dicembre – 31 marzo
15 novembre – 31 marzo
1 novembre – 15 aprile
15 ottobre – 15 aprile
Nessun limite
Numero di ore
massime giornaliere
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10
12
14
Nessun limite
In caso di avverse condizioni atmosferiche, si possono accendere gli impianti
di riscaldamento, anche al di fuori dei periodi previsti, per non oltre la metà
delle ore massime giornaliere normalmente consentite: non è necessario richiedere alcuna autorizzazione e la deroga viene concessa dal Comune locale.
L’orario giornaliero di riscaldamento può essere frazionato in due o più periodi ma, comunemente, l’impianto deve essere spento, di notte, tra le 23 e
le 5. In alcuni casi è possibile mantenere sempre acceso l’impianto. Le limitazioni alla durata giornaliera del riscaldamento, non si applicano, nei seguenti casi:
1. agli impianti centralizzati dotati di una sonda di temperatura esterna e di un programmatore sigillato che regoli la temperatura interna almeno su due livelli: a 20
°C nelle ore previste dalla tabella precedente e a 16 °C per quelle eccedenti (attenuazione notturna)
2. agli impianti centralizzati in edifici dotati di un sistema di contabilizzazione del calore e di un programmatore per ogni appartamento mediante il quale si possa regolare la temperatura interna su almeno due livelli
3. agli impianti individuali regolati da un programmatore con le caratteristiche del caso precedente
4. agli impianti a pannelli radianti (generalmente a pavimento)
5. agli impianti condotti mediante contratti di servizio energia.
Nei primi 3 casi la caldaia deve avere un buon rendimento, non inferiore a valori limite
prefissati per le caldaie di nuova installazione.
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I Comuni nella Provincia di Firenze, sono compresi solo in due delle sei fasce
climatiche previste dall’art. 2 del DPR 412/93 e cioè nelle fasce D ed E (salvo
le deroghe o modifiche, quali ad esempio quelle disposte dal Sindaco previste dai vari commi del medesimo articolo).
Comuni in fascia D
Comuni in fascia E
CAPRAIA E LIMITE
MONTELUPO F.NO
BARBERINO
DI MUGELLO
BARBERINO
VAL D'ELSA
BORGO
SAN LORENZO
FIESOLE
CASTELFIORENTINO
PONTASSIEVE
FIRENZUOLA
CERRETO GUIDI
RIGNANO
SULL'ARNO
GAMBASSI TERME
CERTALDO
RUFINA
DICOMANO
SCANDICCI
SESTO
FIORENTINO
SIGNA
VINCI
BAGNO A RIPOLI
FUCECCHIO
CALENZANO
INCISA IN VAL
D'ARNO
CAMPI BISENZIO
LASTRA A SIGNA
EMPOLI
FIGLINE VALDARNO
FIRENZE
GREVE IN
CHIANTI
IMPRUNETA
LONDA
MARRADI
MONTAIONE
MONTESPERTOLI
PALAZZUOLO SUL
SENIO
PELAGO
REGGELLO
S. CASCIANO VAL
DI PESA
S. GODENZO
S. PIERO A SIEVE
SCARPERIA
TAVARNELLE VAL DI
PESA
VAGLIA
VICCHIO
LA TEMPERATURA MASSIMA
Durante l’esercizio di un impianto termico per il riscaldamento non si deve
superare all’interno dei locali la temperatura media ambiente di 20 °C (+ 2
°C di tolleranza) e ciò vale per tutti gli edifici qualunque sia la loro destinazione d’uso purché non adibiti ad attività industriali, artigianali e assimilabili
dove la temperatura non deve di norma superare i 18 °C (+ 2 °C di tolleranza), salvo i casi che esigenze tecnologiche o di produzione richiedano temperature superiori al valore limite o che l’energia termica per riscaldamento
ambiente derivi da sorgente non convenientemente utilizzabile in altro modo.
IL RESPONSABILE DELL’ESERCIZIO E DELLA MANUTENZIONE
Per gli impianti centralizzati condominiali la responsabilità dell’esercizio e
della manutenzione dell’impianto termico è dell’Amministratore di Condominio; nel caso di impianti individuali, è l’occupante dell’unità immobiliare a qualsiasi titolo, quindi non solo del proprietario ma, a seconda dei
casi, dell’inquilino, dell’usufruttuario, ecc…
Il responsabile deve conoscere quali sono gli adempimenti di carattere amministrativo e tecnico che regolano gli aspetti della sicurezza e del risparmio
di energia e deve disporre affinché questi vengano rispettati.
La normativa (DPR 412/93) prevede la possibilità di delegare la responsabilità dell’esercizio e della manutenzione dell’impianto ad un altro soggetto, il
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Terzo Responsabile, purché questi sia dotato di sufficienti competenze
tecniche ed organizzative.
Il terzo responsabile deve essere, infatti, una ditta che possieda almeno
l’abilitazione, rilasciata dalla Camera di Commercio o dall’Albo delle Imprese
Artigiane, ai sensi della legge n. 46 del 1990.
Per gli impianti individuali, l’occupante dell’alloggio rimane comunque responsabile dell’esercizio, cioè del rispetto delle norme relative alle temperature interne dell’alloggio e ai periodi di accensione dell’impianto, anche se
decide di affidare le altre responsabilità ad un terzo responsabile.
L’Amministratore o l’occupante dell’alloggio può quindi scegliere tra:
-
-
delegare una ditta (almeno qualificata ai sensi della legge n. 46 del 1990) nominandola terzo responsabile dell’esercizio e della manutenzione dell’impianto; in
questo caso è necessario sottoscrivere, da parte del terzo responsabile, un atto di
assunzione delle responsabilità e consegnarne copia all’amministratore o
all’occupante l’alloggio; il terzo responsabile è tenuto a comunicare all’Ente Locale
competente la propria nomina e anche le eventuali revoche o dimissioni
dall’incarico.
mantenere la responsabilità dell’impianto ed affidare ad una ditta (almeno qualificata ai sensi della legge n. 46 del 1990) il controllo la manutenzione e le verifiche
strumentali periodiche. In questo caso l’amministratore o l’occupante dell’alloggio
provvederà a riportare sul libretto di centrale (di impianto) i risultati delle verifiche
eseguite dalla ditta.
GLI ADEMPIMENTI DEL RESPONSABILE
Manutenzione e verifica del rendimento
Deve mantenere la caldaia in buona efficienza per non sprecare energia e inquinare quanto meno possibile e per garantire la sicurezza delle persone.
L'Allegato L del Decreto Legislativo 192/2005 indica le frequenze minime con
cui devono effettuarsi i controlli di manutenzione e di combustione sull'impianto termico, stabilendo degli intervalli temporali diversi a quanto previsto
dal DPR 412/93 (quest'ultimo stabiliva con frequenza annuale l'obbligo della
manutenzione).
Le operazioni di manutenzione devono effettuarsi secondo le indicazioni dell’
installatore dell'impianto.
Nel caso in cui l'installatore non abbiano fissato intervalli (come è sempre
accaduto fino ad oggi), allora si deve far riferimento alle indicazioni del fabbricante dell'apparecchio, (seguire gli intervalli riportati nel libretto di uso e
manutenzione). Nel caso di smarrimento del libretto di uso e manutenzione,
occorre reperirne una copia dal fabbricante dell’apparecchio.
Oltre alle manutenzione, devono essere effettuati i controlli di effcienza energetica (previsti dagli allegati F e G) con le cadenze temporali massime indicate dal DLGS 192/05:
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-
-
-
ogni anno per gli impianti alimentati a combustibile liquido (es. gasolio) o solido indipendentemente della potenza, oppure a gas di potenza superiore ai 35 kW
ogni due anni per gli impianti diversi da quelli al punto precedente,
aventi una anzianità superiore a otto anni e per gli impianti dotato di
caldaia a focolare aperto (tipo "B") installati all'interno dei locali abitati, indipendentemente dall'età
ogni quattro anni per tutti gli altri impianti di potenza inferiore a 35
kW
Tali controlli devono essere presentati all’Ente preposto al controllo: nel caso
dei Comuni di compentenza della Provincia di Firenze, la cadenza di presentazione dei controlli di effcienza energetica è pari a 2 anni.
Libretto di centrale o di impianto
Il responsabile deve compilare e conservare il libretto di centrale (per gli impianti di potenza superiore ai 35 kW), o il libretto di impianto (per quelli di
potenza inferiore), una vera e propria carta di identità dell’impianto che contiene, oltre ai dati del proprietario, dell’installatore e del responsabile della
manutenzione, la descrizione dei principali componenti dell’impianto, delle
operazioni di manutenzione, delle verifiche strumentali e dei controlli effettuati da parte degli Enti Locali.
Nel caso di impianti individuali, quando l’occupante lascia l’appartamento, il
libretto deve essere riconsegnato al proprietario o a colui che subentra
nell’alloggio.
Il libretto di impianto e di centrale deve essere conservato presso
l’appartamento o l’edificio in cui è installato l’impianto.
La tabella di esercizio
Deve esporre, solo nel caso di impianto termico centralizzato, una tabella
con l’indicazione del periodo annuale di esercizio dell’impianto, dell’orario
giornaliero di attivazione prescelto, delle generalità e domicilio del responsabile dell’esercizio e della manutenzione dell’impianto.
La Dichiarazione di Conformità
Il Responsabile deve accertare che sia stata rilasciata la “dichiarazione di
conformità” dell’impianto che ne attesti la rispondenza alle norme di sicurezza. Per gli impianti costruiti dopo il 13 marzo 1990 (entrata in vigore della
Legge 46/90), questa dichiarazione deve essere stata rilasciata al proprietario dall’installatore.
Per gli impianti realizzati o ristrutturati prima del 13/3/1990 è necessario
controllare che essi siano in regola avvalendosi dell’aiuto di un professionista
abilitato o di un installatore che rilascerà una dichiarazione sostitutiva di
conformità.
L’accertamento della rispondenza alle norme di sicurezza deve, tra l’altro,
riguardare l’integrità ed il corretto posizionamento dei tubi di adduzione del
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combustibile (metano, gasolio ecc...) e degli eventuali serbatoi, l’esistenza di
un’adeguata apertura per l’ingresso dell’aria, che lo scarico dei fumi rispetti
le geometrie e distanze, ecc...
3 – COSA FANNO LA PROVINCIA DI
FIRENZE E L’AGENZIA
Chi Controlla che la manutenzione avvenga correttamente?
E’ l’Amministrazione Provinciale che esercita, tramite l’Agenzia, il controllo
sull’effettivo stato di manutenzione ed esercizio degli impianti termici con
onere a carico dei responsabili degli impianti (proprietario od occupante),
per i comuni di popolazione inferiore ai 40.000 abitanti (esclusi i Comuni di Firenze,
Scandicci, Sesto Fiorentino, Campi Bisenzio e quelli situati nel Circondario Empolese-Valdelsa) i
comuni interessati ai controlli della Provincia sono pertanto:
Bagno a Ripoli
Barberino di M.llo
Barberino Val d'Elsa
Borgo S. Lorenzo
Calenzano
Dicomano
Figline Valdarno
Firenzuola
Greve in Chianti
Impruneta
Incisa in Val d'Arno
Lastra a Signa
Londa
Fiesole
Marradi
Palazzuolo sul Senio
Pelago
Pontassieve
Reggello
Rignano sull'Arno
Rufina
S. Casciano
Val di Pesa
S. Godenzo
S. Piero a Sieve
Scarperia
Signa
Tavarnelle Val di Pesa
Vaglia
Vicchio
L’autocertificazione
Possono avvalersi della autocertificazione gli impianti termici domestici con
potenza al focolare inferiore a 35 kW, a combustibile gassoso o liquido (sono
esclusi da tale obbligo, per il 2008, le stufe, i caminetti, gli scaldacqua singoli, i radiatori individuali a gas e gli impianti a combustibile solido).
Come si fa?
Il responsabile dell’impianto:
- fa eseguire la manutenzione da una ditta qualificata, la quale rilascia il
“Rapporto di Controllo Tecnico” (“allegato G”) in duplice copia.
- invia una copia
del “Rapporto di Controllo Tecnico” (“allegato G”)
all’Agenzia Fiorentina per l'Energia – Piazzale di Porta al Prato, 14–
50144 Firenze, allegando la attestazione (od una copia della ricevuta) di
versamento di € 10,00.
Il versamento deve essere effettuato sul c/c postale n. 72322282 intestato a “Agenzia Fiorentina per l’Energia Srl”, specificando la causale “Autocertificazione impianto termico”.
Quando si fa?
Entro il 31 dicembre 2008 per il biennio 2008-09 ed entro il 31 dicembre
per i bienni successivi.
Perché conviene farla?
Con l’autocertificazione, il responsabile garantisce che il proprio impianto è a
norma e in caso di verifica non ne paga il costo (€ 67,00)
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IMPORTANTE!! Conservare una copia di tutta la documentazione spedita insieme alla documentazione della caldaia.
Il protocollo d’Intesa della Provincia
Provincia di Firenze, ADICONSUM, ASPPI, Associazione Industriale, Confartigianato, CNA, Federconsumatori, SUNIA, UPPI hanno sottoscritto un protocollo d’intesa, che ha come obiettivo la semplificazione degli obblighi che i
cittadini devono assolvere
IMPORTANTE!! I manutentori aderenti all’Accordo con
la Provincia possono riscuotere, per conto dell’Agenzia, il
contributo di 10 Euro dietro rilascio di un bollino ed inviare l’autocertificazione all’Agenzia.
Le verifiche
La Provincia, tramite l’Agenzia Fiorentina per l'Energia, effettuerà ogni anno
le verifiche sugli impianti secondo quanto previsto dalla legislazione vigente:
senza alcun onere per gli autocertificati;
al costo di € 67,00 per coloro che non hanno provveduto a presentare l’autocertificazione.
Caldaie con potenza uguale o superiore ai 35 kw
Nel
corso
del
2008
potranno
www.firenzenergia.it/primopiano.php?id=6
autocertificarsi:
Sanzioni
In caso di mancato rispetto delle norme di esercizio e manutenzione, a seguito di un controllo, il responsabile dell’impianto inadempiente sarà soggetto alle sanzioni previste dalla legge (da € 516 a € 2.582).
Per avere maggiori informazioni sulla Campagna di
Autocertificazione degli impianti termici:
sportello al pubblico presso: Agenzia Fiorentina per
l’Energia, Piazzale di Porta al Prato 14 – Firenze, il lunedì
14:00-17:00 ed il venerdì 9:00-13:00
Numero verde 800 997936 (lun-ven 09-13 e 14-17)
e-mail: [email protected] .
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4 – L’ENERGIA DA FONTI RINNOVABILI
Le fonti di energia rinnovabili sono tutte quelle fonti che non si esauriscono in tempi
paragonabili con l'attività umana (per esempio l'energia del sole ci sarà per altri milioni di anni), o che possono essere ripristinate in tempi comparabili con le attività umane (ad es. per ogni albero utilizzato per la produzione di energia elettrica in una centrale a biomasse, un altro può essere piantato e crescere in pochi anni).
Le fonti energetiche rinnovabili maggiormente diffuse sono:
- eolica: si usa il vento per produrre elettricità;
- solare: con la radiazione solare si produce elettricità oppure calore;
- idraulica: si impiega lo scorrere dell'acqua per produrre elettricità;
- biomassa: si utilizzano combustibili di origine organica per produrre calore (caldaie, caminetti ecc.) ed anche energia elettrica (grandi impianti);
- geotermica: utilizzando il calore del sottosuolo si produce generalmente elettricità (grandi impianti) oppure calore (e raffrescamento) per impianti domestici.
Le fonti di energie rinnovabili hanno un duplice vantaggio:
rispettano l'ambiente;
fanno risparmiare.
Infatti a differenza delle fonti di origine fossile, non presentano emissioni di gas che
alimentano l'effetto serra, non emettono sostanze nocive per la salute, non modificano pesantemente i territori con impianti di trivellazione e grosse centrali. Inoltre il loro
utilizzo evita il ricorso alle fonti “tradizionali” di origine fossile quali petrolio, gas e
carbone.
Piccolo Glossario dell’Energia
Energia: l'energia è la capacità di compie re un lavoro, questo lavoro può essere quello compiuto per far funzionare una macchina. Anche il “calore” è una forma di energia. L'energia si
misura in J (joule) oppure in kcal (chilocaloria) oppure in kWh (chilowattora).
Potenza: è l'energia nell'unità di tempo, si misura in W (watt) ed i suoi multipli, es. kW (chilowatt). Si può misurare anche in kcal/h (chilocaloria all’ora).
Esempio: un forno elettrico della potenza di 1000 Watt cioè 1 chilowatt (1kW ) se tenuto acceso per due ore "consuma" 1 x 2 = 2 chilowattora (2 kWh ).
kW: è l'abbreviazione di chilowatt o kilowatt, è l'unità di misura della potenza, generalmente
quella elettrica (ma può essere anche quella termica, ad esempio di una caldaia). Corrisponde a 1000 Watt. 1 kW = 860 kcal/h.
kWp: è l'abbreviazione di chilowatt di picco: è utilizzato per caratterizzare la potenza massima
di un pannello fotovoltaico.
kcal: è l'abbreviazione di chilocaloria, corrispondente a 1000 calorie. E’ l’unità di misura del
“calore” trasmesso o ricevuto. Il “calore” è una forma di energia, quindi anche la chilocaloria
può essere usata per misurare l’energia; infatti esiste la corrispondenza 1 kcal = 1,162 Wh .
14
L’Energia Solare
I raggi del sole hanno un alto contenuto energetico che può essere sfruttato: le piante, ad esempio, utilizzano l'energia solare per realizzare la fotosintesi clorofilliana.
Grazie alle tecnologie moderne anche l'uomo può utilizzare l'energia "contenuta" nei
raggi solari e anche immagazzinarla per utilizzarla quando c'è più bisogno.
Si può sfruttare il sole sia per riscaldare, attraverso i cosiddetti impianti solari termici,
oppure per produrre energia elettrica, attraverso i pannelli solari fotovoltaici.
Impianti solari termici
Questo tipo di impianto utilizza l'energia contenuta nella
radiazione solare per riscaldare acqua. L'acqua calda
può essere utilizzata direttamente per usi domestici,
oppure per integrare il riscaldamento degli ambienti.
Come è fatto e come funziona un impianto ST:
Una caldaia che serve
per integrare il
calore nei
momenti di
necessità
(vedi nota 1)
I pannelli, da
posizionare
tipicamente su un
tetto oppure in un
altro luogo
sufficientemente
spazioso e soleggiato.
Un serbatoio detto
accumulo o puffer
che contiene acqua
(vedi nota 2)
NOTA 1: nel caso di un utilizzo prettamente stagionale (es. stabilimento balneare) o
poco frequente (seconda casa) è possibile utilizzare anche una semplice resistenza
elettrica per riscaldare l'acqua in caso di necessità, senza l'onere di dover installare
una caldaia che sarebbe sottoutilizzata.
NOTA 2: In figura è illustrato un impianto a circolazione forzata, che prevede il serbatoio di accumulo separato dai pannelli e l'utilizzo di pompe elettriche per far circolare l'acqua. Negli impianti denominati a circolazione
naturale, il serbatoio di accumulo ed il pannello formano un unico elemento. Quindi il serbatoio è posizionato direttamente sul tetto. Si tratta sicuramente di una soluzione più economica, anche se la resa energetica è inferiore oltre che essere molto più visibile dall'esterno.
15
Il pannello solare termico, detto collettore , è un "contenitore " che ha al suo interno
una rete di tubicini, in cui fluisce l'acqua che deve essere riscaldata. Ai tubi sono collegate delle "piastre" (in rame solitamente) che assorbono il calore dai raggi solari e lo
trasferiscono all'acqua. Il pannello funziona come il radiatore di un'automobile , ma in
questo caso il calore passa dall'esterno all'interno.
I pannelli hanno una superficie vetrata superiore , che serve per proteggere la rete di
tubi ed aumentare l'effetto riscaldante dei raggi solari verso l'acqua, proprio come una
piccola serra.
Tecnologia:
I collettori sono essenzialmente di due tipi: piani e sottovuoto. I
collettori sottovuoto hanno un'ulteriore intercapedine nella quale
viene fatto il vuoto.
Questo tipo di collettori ha un'efficienza maggiore , cioè sono un
po' più piccoli de i collettori piani (circa 2/3) a parità di acqua
calda prodotta, ma sono più costosi.
L’acqua che è stata riscaldata nel collettore , viene inviata nel serbatoio di accumulo. I
serbatoi hanno delle pareti molto spesse e ben isolate (10-15 cm), quindi l’acqua al
suo interno rimane calda e pronta ad essere utilizzata quando c’è più bisogno.
Questo è un metodo per risparmiare energia: infatti la caldaia non si deve accendere
e spengere continuamente ad ogni richiesta, l’acqua calda è già pronta.
Nella stagione più fredda o quando manca il sole per molte ore , si prevede anche una
caldaia che riscaldi l’acqua contenuta all’interno del serbatoio di accumulo, quindi non
rimarrete mai senza acqua calda!
Domanda: Quanto è grande un impianto solare termico?
La grandezza dell'impianto dipende da quanta acqua calda ogni
giorno si ha la necessità di avere disponibile . Per ave re un'idea
si consideri che una persona consuma dai 30 ai 70 litri di acqua
calda al giorno, con questo dato si ricava quanto sarà grande il
serbatoio di accumulo e quanti pannelli solari serviranno. In
media possiamo considerare, per civile abitazione, circa 50 litri
di accumulo a persona e circa 0,75-1,00 metri quadrati di pannello solare a persona.
Domanda: Ma quanto posso risparmiare usando l’energia
dal sole?
Nella provincia di Firenze, durante l'estate si può coprire completamente il fabbisogno di acqua calda, e comunque durante
tutto l'anno il sole è in grado di fornire oltre il 60-70% dell'energia necessaria per riscaldare l'acqua e fino al 30-40% dell'energia necessaria per riscaldare gli ambienti. I risparmi economici
sono quindi facilmente calcolabili essendo della medesima percentuale.
16
Solare Termico: le applicazioni
Dimensionamento dell'impianto: Il dimensionamento dell'impianto deve partire dal
consumo di acqua calda per persona (normalmente 40-70 litri al giorno). Qualora si
decidesse di integrare anche il riscaldamento degli ambienti, questo valore andrà aumentato tenendo conto del volume degli ambienti da riscaldare e delle loro caratteristiche di isolamento termico. Inoltre se si hanno a disposizione delle lavatrici e/o lavastoviglie predisposte per accettare acqua già calda, si deve aumentare ulteriormente il
consumo di acqua calda giornaliero (in media 20 litri a lavaggio).
Nel caso di strutture ricettive (alberghi, agriturismi con molte camere, ecc.) il fabbisogno è leggermente diverso: si abbassa il consumo giornaliero e si aumenta eventualmente quello per il servizio cucina nei mesi più frequentati.
In genere si dimensiona l'impianto per avere l'autosufficienza nella stagione suddetta.
Durante i mesi con meno sole si integra con una caldaia (meglio se a condensazione)
alimentata con un altro tipo di energia (metano, legna, biomasse, ecc.).
Una volta noto il consumo di acqua, è possibile determinare la superficie di pannelli
necessaria.
Per la zona climatica di Firenze, con un corretto posizionamento del pannello, 1 m2 è
in grado di riscaldare durante la stagione estiva circa 50-60 litri di acqua al giorno.
Valutazione dei costi (i prezzi sono indicativi e quindi suscettibili di variazioni)
i parametri per valutare il costo dell'impianto sono:
la superficie installata e/o il numero dei pannelli
la capacità del serbatoio di accumulo
la potenza e il tipo della caldaia in caso di sostituzione
impianto a circolazione forzata:
collettori solari:
piani: € 400-800 (un pannello ha una superficie tipica di 2 m2 )
sottovuoto: circa il 30% in più es. € 500 (per un pannello di
superficie 1m2 )
serbatoio di accumulo:
capacità 200 litri € 700,00
capacità 500 litri € 1.300,00
impianto a circolazione naturale :
2 m2 di pannelli e capacità 145 litri
5 m2 di pannelli e capacità 300 litri
€ 1.800,00
€ 3.500,00
caldaia a condensazione:
La caldaia a condensazione permette uno sfruttamento ottimale dell'energia.
Una caldaia modulante da 25 KW di potenza si adegua automaticamente al
fabbisogno termico dell'immobile, consumando solo la quantità di energia necessaria. Il risparmio ottenibile sostituendo una vecchia caldaia con una a
condensazione si può risparmiare fino al 30-40%.
Costo: 3000,00 – 4000,00 € + iva
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altri costi: accessori, tubazioni, manodopera, opere murarie, elettriche.
caldaia a condensazione con accumulo solare “integrato”:
permette oltre allo sfruttamento ottimale dell'energia, la possibilità di usufruire dell'energia solare per produrre acqua calda sanitaria. L'utilizzo combinato
delle due tecnologie, solare e condensazione, può generare risparmi fino al
50% a seconda delle zone climatiche e della quantità di pannelli solari.
Costo serbatoio di accumulo completo di caldaia e 8mq di pannelli solari:
7.500,00 – 9.000,00 € + iva
altri costi: manodopera, opere murarie, elettriche.
Valutazione del risparmio economico:
Una superficie di 1 m2 di pannello solare è in grado di scaldare ogni giorno 80 litri di
acqua. Per ottenere lo stesso risultato sono necessari circa 0,4 m3 (metri cubi) di metano o 0,6 l (litri) di gpl o 0,4 l di gasolio.
Nella zona di Firenze il solare termico è in grado di far risparmiare, durante tutto l'anno, oltre il 60-70% del combustibile necessario per ottenere acqua calda sanitaria.
Mentre l'integrazione del riscaldamento porta ad un risparmio dal 25 al 35%.
Incentivi economici disponibili
Il contributo della Regione Toscana arriva fino al 20% del costo dell'impianto (IVA inclusa), con una spesa ammissibile massima di 5.000 € (iva inclusa) ad esclusione
dell'eventuale caldaia.
E' possibile ottenere una detrazione dall'IRPEF delle spese sostenute per la realizzazione dell'impianto, per un valore pari al 55%, da distribuire in un numero di anni da
3 a 10 (da 1/3 fino ad 1/10 all’anno). Il calcolo della detrazione si effettua sul costo
totale iva inclusa, detratto il contributo regionale: in pratica si calcola il 55% sulla cifra
che
rimane
a
carico
del
cittadino.
Per
maggiori
informazioni:
http://efficienzaenergetica.acs.enea.it
Autorizzazioni necessarie
Per l'installazione su edifici già esistenti va presentata la DIA (Dichiarazione Inizio Attività) al Comune competente. Se non si ricevono comunicazioni, si possono iniziare i
lavori dopo 20 giorni (vedi nota 3).
Per l'installazione su edifici soggetti a vincolo storico, paesaggistico, oltre alla DIA va
presentata anche la Comunicazione alla Soprintendenza ai Beni Culturali e Architettonici. Se non si ricevono comunicazioni, si possono iniziare i lavori dopo 60 giorni.
Come procedere per installare un impianto Solare Termico
1. calcolo del fabbisogno di acqua calda dal progettista
2. richiesta preventivo all’installatore (per accedere ai contributi
regionali si deve scegliere fra le liste di quelli che hanno sottoscritto l'”accordo volontario” di settore; lista reperibile presso la
locale agenzia energetica o ufficio ambiente provinciale )
3. stesura progetto da parte del progettista
4. richiesta delle autorizzazioni necessarie e deposito del progetto all'ufficio del Comune
5. richiesta contributo all’Agenzia (a cura dell’installatore)
6. installazione e collaudo
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NOTA 3: la recente legge regionale toscana in materia energetica, prevede per il
futuro il passaggio ad “attività libera” per le installazioni di pannelli solari termici fino
a 20 metri quadrati. Quindi, salvo i casi di edifici vincolati, si elimina un passaggio
burocratico.
Per impianti da 20 a 100 metri quadrati è richiesta la DIA al Comune.
Alcuni esempi pratici per impianti solari termici
A) Impianto a circolazione naturale per solo acqua calda adatto per una famiglia di 4
persone composto da: 2,5 m2 di pannelli con serbatoio da 200 litri.
investimento complessivo (parte in contributo) € 2.300,00 +IVA 10%
contributo regionale 20%*
€ 506,00
detrazione IRPEF 55% in 3 anni
€ 1.113,00 (€ 371 /anno)
B) Impianto a circolazione forzata per solo acqua calda adatto per una famiglia di 4
persone composto da: 5 m2 di pannelli, accumulo 300 litri.
investimento complessivo (parte in contributo) € 4.000,00 +IVA 10%
contributo regionale 20%*
€ 880,00
detrazione IRPEF 55% in 3 anni
€ 1.936,00 (€ 645,30 /anno)
C) Impianto circolazione forzata per acqua calda e riscaldamento adatto per una famiglia di 4 persone composto da: 10 m2 di pannelli, accumulo 550 litri.
investimento complessivo (parte in contributo) € 9.300,00 +IVA 10%
contributo regionale 20%*
€ 1.000,00
detrazione IRPEF 55% in 3 anni
€ 5.076,00 (€ 1692,00 /anno)
D) Impianto a circolazione forzata per acqua calda, adatto per un agriturismo con 24
posti letto e ristorante composto da: 24 m2 di pannelli, 1550 litri di accumulo
investimento complessivo (parte in contributo) €16.000,00 +IVA 10%
contributo regionale 20%*
€ 1.000,00
detrazione IRPEF 55% in 3 anni
€ 9.130,00 (€ 3043,00 /anno)
*nota: contributo massimo del 20%; quello effettivo potrebbe essere inferiore.
Tutti i costi sopra riportati sono indicativi e soggetti a continue variazioni in
base al mercato ed al progresso tecnologico- I contributi regionali possono
subire variazioni e/o sospensioni
19
Impianti solari fotovoltaici
Anche per questo tipo di impianti vengono utilizzati
dei pannelli, ma in questo caso la radiazione solare
è convertita in energia elettrica. Questo è reso possibile dalle proprietà fisiche del silicio (il materiale
con il quale vengono realizzati i pannelli).
Come è fatto e come funziona un impianto:
il pannello che
converte l'energia della
radiazione solare, in
una corrente elettrica
di tipo continuo, come
quella delle
batterie .
un contatore di energia in più per gli
impianti connessi in rete serve per conteggiare l’energia “in più” ceduta alla
rete (altrimenti ci sono delle batterie).
l'inverter che trasforma la corrente continua in corrente alternata, cioè come quella che si
ha normalmente all'interno delle abitazioni e che serve per far
funzionare i normali elettrodomestici: lavatrici, frigoriferi,
televisori, ecc..
La produzione di energia elettrica si arresta in mancanza di luce, quindi a questo punto si presenta il problema di avere l'energia quando non c'è luce. Le possibilità sono
due:
Impianto connesso in rete: oltre all'impianto fotovoltaico, viene mantenuta la connessione con la rete elettrica (ENEL), in questo modo finché c'è sufficiente illuminazione,
si utilizza l'energia prodotta dall'impianto, quando non ci sono più le condizioni per far
funzionare l'impianto, il sistema di gestione elettronico, utilizza l’energia elettrica proveniente dalla rete (ENEL).
Se l'energia elettrica prodotta dall'impianto fotovoltaico non viene completamente utilizzata, allora viene messa in "rete " e venduta allo stesso prezzo alla quale si acquista
dall'ENEL, permettendo un risparmio ulteriore.
Impianto a isola (stand alone): in questo secondo caso non si ha il collegamento con
l'ENEL, e sono necessarie le batterie. Durante il giorno l'energia elettrica viene immagazzinata nelle batterie, in questo modo si ha a disposizione quando c'è più bisogno.
20
Domanda: Quanto è grande un impianto fotovoltaico?
Tipicamente per avere 1kWp di potenza è necessaria una superficie da 8 a 12 m2 a seconda della tecnologia con la quale è realizzato il pannello. In commercio si trovano infatti pannelli realizzati con differenti tecnologie - monocristallino, policristallino,
amorfo - che si differenziano per grandezza e Rendimento (il
monocristallino è il migliore, poi a seguire il policristallino ed infine il silicio amorfo).
Domanda: Ma quanto posso risparmiare usando l'energia
del sole per generare corrente elettrica?
Per un impianto fotovoltaico è molto facile calcolare il risparmio
ottenibile: 1 kWp di fotovoltaico correttamente istallato e orientato, nella zona di Firenze produce ogni anno circa 1.200 kWh
che al costo medio di € 0,17 consentono un risparmio annuo di
€ 204,00. Al crescere della potenza, aumenta anche il risparmio.
Conto energia: un nuovo vantaggio per gli impianti fotovoltaici!
Il cosiddetto "conto energia" permette di ricevere per tutta l'energia prodotta con il proprio impianto FV, una cifra per ogni
kWh superiore a quella di acquisto dall'ENEL, per 20 anni (dopo
questo periodo si potrà continuare a cedere il surplus di energia
prodotta alla rete, con uno scambio “alla pari”, come già avviene oggi), oltre ad avere “gratis” l’energia che si produce!
In questo modo il rientro dei costi di investimento è molto più
veloce, garantendo un vero vantaggio economico: ad esempio
gli impianti da 1 a 3 kWp godono di un incentivo che può variare
da 0,40 €/kWh fino a 0,49 €/kWh!
Il Chilowatt di picco (kWp)
La misura della potenza di un impianto fotovoltaico si esprime
facendo riferimento ad una potenza “convenzionale”, denominata “chilowatt di picco” (kWp) che fa riferimento alle condizioni
standard di irraggiamento solare: 1.000 W/m2 e 25 °C.
Si usa questa grandezza per poter confrontare impianti diversi,
dato che la radiazione solare varia durante le ore ed i giorni
dell’anno, facendo si che la potenza effettiva dell’impianto vari
continuamente durante il corso dell’anno.
Solare Fotovoltaico: le applicazioni
Il dimensionamento dell'impianto deve partire dal consumo elettrico dell'utente durante l'anno solare sommando i kWh totali di tutte le bollette dell'ENEL.
21
Gli impianti fotovoltaici sono caratterizzati dalla potenza di picco indicata con kWp. Per
avere un'idea del valore della potenza di picco che è necessaria installare per coprire
totalmente il fabbisogno annuo, si divide il consumo annuo di energia elettrica, per
1200. Esempio: consumo annuo di 2.500 kWh -> 2.500 : 1.200 = 2,1 kWp circa.
Valutazione del costo dell'impianto (i prezzi sono indicativi e suscettibili di variazioni)
i parametri per valutare il costo dell'impianto sono la potenza nominale installata
(kWp) e/o la superficie corrispondente (m2): per 1 kWp sono necessari dagli 8 m2
(moduli più efficienti) ai 15 m2 (moduli meno efficienti). Il costo per modulo è direttamente proporzionale all'efficienza:
tipo
monocristallino
policristallino
amorfo
superficie (m2)
8
8
15
tipologie commerciali
(7 moduli da 150 Wp)
(7 moduli da 150 Wp)
(25 moduli da 40 Wp)
altri costi:
- iva: 10% (sia per aziende che per privati)
- inverter € 1.500 (per una potenza di 1 kWp) - € 3.000 (per una potenza di 3 k Wp)
- collegamenti, manodopera, lavori edili.
Valutazione del risparmio economico:
considerando la radiazione solare media annua nella provincia di Firenze, la producibilità ottenibile da un sistema di 1 kWp - orientato in condizioni ottimali - risulta essere
di 1.200 kWh circa che corrispondono a circa € 204,00 (considerando un prezzo medio del kWh di € 0,17).
Incentivi economici disponibili
L’IVA è ridotta al 10% per tutti i soggetti che realizzano impianti fotovoltaici.
Infine esiste, da febbraio 2007, il “nuovo conto-energia”: un sistema di incentivazione, aperto a tutti, che garantisce un buon incentivo per 20 anni!
L’incentivo è proporzionale all’energia prodotta, in kWh, e dipende dalla potenza e
dalla maggiore o minore integrazione architettonica dell’impianto.
Taglia di potenza
dell’impianto
Non integrato
(€/kWh)
Parzialmente integrato
(€/kWh)
Integrato
(€/kWh)
1 kW P 3 kW
0,40
0,44
0,49
3 kW < P 20 kW
0,38
0,42
0,46
P > 20 kW
0,36
0,40
0,44
Per richiederlo si deve fare domanda al Gestore del Sistema Elettrico, (ex-GRTN), dopo aver realizzato l’impianto e averlo posto in esercizio; il GSE pubblica sul proprio
sito internet (www.gsel.it) informazioni in merito e risponde entro 60 gg alle domande
di incentivazione.
Autorizzazioni necessarie
Per l'installazione su edifici già esistenti va presentata la DIA (Dichiarazione Inizio Attività) al Comune competente. Se non si ricevono comunicazioni, si possono iniziare i
lavori dopo 20 giorni (vedi nota 4).
22
Per l'installazione su edifici soggetti a vincolo storico, paesaggistico, oltre alla DIA va
presentata anche la Comunicazione alla Soprintendenza ai Beni Culturali e Architettonici. Se non si ricevono comunicazioni, si possono iniziare i lavori dopo 60 giorni.
Contratto con l'ENEL per poter connettersi alla rete ed effettuare lo scambio sul posto
(per impianti sotto i 20 kWp, secondo la delibera della Autorità per l’Energia Elettrica
ed il Gas (AEEG) n°28/06).
Come procedere per installare un impianto Solare Fotovoltaico
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
calcolo del fabbisogno energetico dalle bollette ENEL
richiesta preventivo all’installatore
stesura progetto da parte del progettista
richiesta allacciamento impianto al gestore di rete (ENEL)
richiesta delle autorizzazioni necessarie
installazione e collaudo
richiesta dell’incentivo in conto energia al GSE
NOTA 4: la recente legge regionale toscana in materia energetica, prevede per il futuro il passaggio ad “attività libera” per le installazioni di
impianti solari fotovoltaici fino a 3 kW. Quindi, salvo i casi di edifici vincolati, si elimina un passaggio burocratico.
Per impianti da 3 a 10 kW di potenza è richiesta la DIA al Comune.
Alcuni esempi pratici per impianti fotovoltaici
A) Impianto da 1 kWp adatto per consumi annui fino a 1.200 kWh
investimento complessivo
€ 7.500,00 +IVA 10%
risparmio annuo di energia*
€ 204,00
incentivo in conto-energia**
€ 588,00 (per 20 anni)
B) Impianto da 3 kWp adatto per consumi annui fino a 3.600 kWh
investimento complessivo
€ 19.500,00 +IVA 10%
risparmio annuo di energia*
€
612,00
incentivo in conto-energia**
€ 1.764,00 (per 20 anni)
C) Impianto da 9 kWp adatto per consumi annui fino a 10.800 kWh
investimento complessivo
€ 58.500,00 +IVA 10%
risparmio annuo di energia*
€ 1.836,00
incentivo in conto-energia**
€ 5.292,00 (per 20 anni)
D) Impianto da 15 kWp adatto per consumi annui fino a 18.000 kWh
investimento complessivo
€ 94.500,00 +IVA 10%
risparmio annuo di energia*
€ 3.060,00
incentivo in conto-energia**
€ 8.820,00 (per 20 anni)
*nota bene: i calcoli per il risparmio di energia sono stati effettuati con un costo medio del kWh di € 0,16.
23
** incentivo calcolato per impianto “integrato”; non è possibile applicare la detrazione
IRPEF del 36%
Tutti i costi sopra riportati sono indicativi e soggetti a continue variazioni in
base al mercato ed al progresso tecnologico
L'energia Eolica
Il vento possiede una forza che può essere utilizzata per
compiere un lavoro, per esempio far muovere un macchinario. Ne sono un esempio i vecchi mulini a vento e le pompe
"Vivarelli" utilizzate per pompare l'acqua dai pozzi.
La tecnologia odierna permette di trasformare questa energia
in energia elettrica, tramite moderni aerogeneratori.
Possono essere realizzati impianti eolici di varie dimensioni,
con uno o più aerogeneratori di altezza e potenza differente .
Qui tratteremo quello che viene denominato mini-eolico, tecnologia adatta per le piccole utenze private e pubbliche.
Generalmente si parla di mini-eolico quando le potenze elettriche degli aerogeneratori sono inferiori ai 20 kW (potenza
nominale). In commercio si trovano macchine con potenza da
1 kW a 20 kW nominali.
Come è fatto e come funziona un impianto eolico:
All'asse del rotore è collegato
il generatore elettrico, che
Gli aerogeneratori
trasforma il “movimento” del
sono formati da:
vento in energia elettrica.
un rotore - tipicamente con tre pale - che è
la parte
che viene mossa dal
vento. La lunghezza
delle pale dipende dalla potenza della macchina e varia da
1metro circa fino a 4m
circa (impianti minieolici).
Questi due elementi vengono poi
montati su di un sostegno adeguato
(un palo in acciaio, un traliccio).
L'altezza del sostegno varia a seconda
delle caratteristiche della macchina e
delle caratteristiche fisiche della zona
dove viene installata (presenza di ostacoli che potrebbero impedire lo
scorrimento ottimale del vento verso
l'aerogeneratore ).
Anche per questa tecnologia sono previste le due tipologie di installazione viste per gli
impianti fotovoltaici: in rete o a isola.
Domanda: Quanto è grande un aerogeneratore?
Le dimensioni variano a seconda della potenza. Diciamo che per
una potenza di 1 kW , il diametro del rotore risulta essere di 2m
circa mentre per una potenza di 20 kW , si arriva ad un diametro di 8m . Il rotore deve poi essere montato su un palo, la cui
altezza varia dai 10 ai 20 m.
24
Domanda: Quanto vento è necessario?
Non è necessario quanto "forte " spira il vento, ma per quanto
tempo in un anno.
I piccoli aerogeneratori sono in grado di mettersi in moto con
venti deboli – 3 m /s cioè 11 Km/h - e fermarsi per sicurezza
se il vento è troppo forte. Se un aerogeneratore rimane fermo
per lunghi periodi non si non produce energia, quindi, l'investimento iniziale verrebbe ammortizzato in tempi molto più lunghi.
Domanda: Ma quanto posso risparmiare usando l'energia
eolica?
Per sapere quanto si riesce a risparmiare si deve conoscere
quanto vento ci sarà in un anno. Questo è difficile da prevedere,
a meno che non si sia provveduto ad installare uno strumento,
anemometro, che sia in grado di misurare l'intensità e la durata
del vento in un anno. Solitamente si considera che se c'è vento
a sufficienza per fare funzionare l'aerogeneratore per almeno
2000 ore alla potenza nominale allora l'investimento ha tempi di
ritorno rapidi. (Esempio: un impianto da 1 kW con 2000 ore di
funzionamento alla potenza nominale si ripaga in 12 anni e negli
anni successivi produrrà un risparmio di € 340,00 all'anno sino a
'fine vita' dell'impianto. Questi calcoli sono fatti considerando un
costo del chilowattora di 0,17 €).
Attenzione : scambio in rete per gli impianti eolici
Il decreto legislativo 387, prevede lo scambio sul posto (netmetering) dell'energia elettrica prodotta con impianti eolici, come avviene dal 2000 per gli impianti fotovoltaici.
L’Autorità per l’Energia Elettrica ed il Gas ha pubblicato la propria delibera n°28/2006, con cui stabilisce le regole per la connessione alla rete elettrica e lo scambio “alla pari” per impianti
eolici di potenza fino a 20 kW.
Certificati Verdi (CV)
Attualmente per accedere al mercato dei Certificati Verdi (CV) si
deve raggiungere una produzione annua di almeno 1.000 kWh; i
CV forniscono un ulteriore contributo economico, dato che per 15
anni dalla installazione del generatore è possibile richiederli e
venderli sul mercato (il valore dei CV, che dipende da un proprio
mercato, è pubblicato sul sito www.gsel.it).
25
Mini Eolico: le applicazioni
Dimensionamento dell'impianto:
Il dimensionamento dell'impianto deve partire dal fabbisogno elettrico dell'utente durante l'anno (si fa una media dei kWh desumibili dalla bolletta dell'ENEL degli ultimi
anni). Ipotizzando che ci siano 1.600-2.000 ore utili di vento all'anno (al di sotto di
questo valore non è generalmente conveniente effettuare l'installazione, salvo casi
particolari), per avere un'idea di massima della potenza da installare, si divide il consumo di elettricità annua per 2.000, trovando così, la potenza in kW del generatore da
installare .
Valutazione del costo dell'impianto:
(i costi sono indicativi e suscettibili di variazione )
Il parametro per valutare il costo dell'impianto è la potenza nominale installata. Per gli
impianti di piccola taglia il costo è dell'ordine di €2.500 - 3.500 per ogni kW di potenza nominale. Alcuni esempi:
potenza
diametro rotore (m )
costo (€)
1 kW
2
6.000
1 kW
2
5.000
10 kW
4
32.000
20 kW
8
40.000
altri costi: nel caso di impianto di potenza superiore ai 50 kW, si deve prevedere una
cabina di media tensione in quanto l'ENEL per queste potenze richiede questo tipo di
collegamento. Il costo è intorno ai € 30.000.
Valutazione del risparmio economico
Nell'ipotesi di considerare 2000 ore di vento l'energia producibile è la seguente:
1 kW
2000 kWh
5 kW
10000 kWh
10 kW
20000 kWh
Se questa energia viene immediatamente utilizzata (impianti in isola), se consideriamo un prezzo medio del kWh di € 0,17 si ha un risparmio annuo rispettivamente di:
€ 340 /anno
€ 1700 /anno
€ 3400 /anno
Incentivi economici disponibili
La finanziaria 2008 prevede per questi impianti la possibilità di optare tra due possibilità: usufruire di una tariffa agevolata per la vendita dell’energia elettrica prodotta,
pari a 30 c€/kWh per 8 anni, oppure accedere ai certificati verdi (un certificato viene
rilasciato ogni 1.000 kWh all’anno di produzione di energia) per 15 anni.
Autorizzazioni necessarie
La legislazione non ha permesso ad oggi l'allacciamento alla rete elettrica di impianti
di potenza inferiore ai 20 kW, alimentati da fonti di energia rinnovabile diversa dal fotovoltaico con il meccanismo dello scambio sul posto: è però possibile dal 2006 l'allacciamento in rete di tutti i piccoli impianti (potenza fino a 20 kW) a fonti energetiche
rinnovabili, incluso il mini eolico. Per impianti superiori a 20 kW, si parla di "officine
elettriche", che devono essere denunciate all'Ufficio Tecnico di Finanza e sottoposte a
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regime fiscale. In questo caso la convenienza si può ottenere producendo almeno
51.000 kWh annui in modo da accedere agli incentivi dei Certificati Verdi del mercato
elettrico (maggiori informazioni: www.gsel.it sito del Gestore dei Servizi Elettrici).
Per impianti sotto ai 20 kW Va presentata la DIA (Denuncia Inizio Attività) al Comune
competente. Se non si ricevono comunicazioni, si possono iniziare i lavori dopo 20
giorni (vedi nota 5).
Se si tratta di zone soggette a vincolo storico, paesaggistico, oltre alla DIA va presentata anche la Comunicazione alla Soprintendenza ai Beni Culturali e Architettonici. Se
non si ricevono comunicazioni si possono iniziare i lavori dopo 60 giorni.
Per impianti sopra i 20 kW Oltre alle autorizzazioni precedenti (per impianti sotto ai 20
kW), va presentata la denuncia di apertura di officina elettrica all'Ufficio Tecnico di Finanza.
Deve inoltre essere stipulato un accordo con l'ENEL per la connessione in rete.
Va presentata la richiesta di “accreditamento” al GSE per il rilascio dei Certificati Verde nel caso si decida di avvalersi di questo incentivo (produzione annua oltre i 1.000
kWh).
Come procedere per installare un impianto eolico
1. calcolo del fabbisogno energetico dalle bollette dei consumi
elettrici (ENEL)
2. prendere più informazioni possibili sullo stato del vento de
luogo; per potenze superiori a circa 3 kW , installare un anemometro per misurare il vento per alcuni mesi (esistono anemometri da € 600 per registrare i dati su Personal Computer)
od installare un generatore di “prova” da 200-500 W.
3. richiesta preventivo all’installatore
4. stesura progetto da parte del progettista
5. richiesta delle autorizzazioni necessarie
6. installazione e collaudo
NOTA 5: la recente legge regionale toscana in materia energetica, prevede per il futuro il passaggio ad “attività libera” per le installazioni di
impianti eolici fino a 5 kW. Quindi, salvo i casi di zone soggette a vincoli,
si elimina un passaggio burocratico.
Per impianti da 5 a 50 kW di potenza sarà richiesta la DIA al Comune.
Alcuni esempi pratici per impianti mini- eolici
A) Impianto da 1 kW (diametro rotore 2 m, altezza torre 9 m)
investimento complessivo € 4.500,00 + IVA 20%
risparmio annuo di energia* € 340,00
B) Impianto da 10 kW (diametro rotore 4 m, altezza torre 18 m)
investimento complessivo
€ 32.000,00 +IVA 20%
risparmio annuo di energia* € 3.400,00
C) Impianto da 20 kW connesso in rete (diametro rotore 8 m, altezza torre 24 m)
investimento complessivo
€ 46.000,00 +IVA 20%
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risparmio annuo di energia* €
6.800,00
*N.B. il calcolo del risparmio annuo viene effettuato considerando una produzione di
2000 ore alla potenza nominale, con un costo del kWh di € 0,17.
Tutti i costi sopra riportati sono indicativi e soggetti a continue variazioni in
base al mercato ed al progresso tecnologico
L'Energia da Biomasse
La biomassa, utilizzabile ai fini energetici, consiste in tutti quei materiali organici che
possono essere utilizzati direttamente come combustibili o trasformati in altre sostanze di più facile utilizzo negli impianti. Biomassa è un termine che riunisce molti materiali eterogenei: la legna, le potature di alberi e di verde urbano, la segatura, gli scarti
di lavorazione del legno, biogas, biodiesel.
Le biomasse vengono bruciate e quindi si possono utilizzare sia per fini termici che in
macchine termiche (per esempio il biodiesel è utilizzabile in motori diesel) che per
produrre contemporaneamente energia termica ed elettrica (cogenerazione, in impianti più grandi).
Qui parleremo di piccoli impianti utilizzabili da privati:
per questa tipologia di impianti non è economicamente conveniente la cogenerazione
(produrre calore ed energia elettrica nello stesso istante), quindi parleremo di caldaie
a biomassa.
Impariamo alcuni termini delle biomasse: cippato, pellets
, briquette .
Il cippato è legno sminuzzato in schegge (chips) con dimensioni
variabili da qualche millimetro a pochi centimetri. Si ottiene con
una macchina detta cippatrice che "sminuzza" rami, pezzi di legna, tronchi ecc. (immagine in basso a sinistra).
Il pellets è segatura e polvere di legno pressata in piccoli cilindretti lunghi fino a un paio di centimetri (immagine in basso a sinistra), le briquettes (bricchetti) invece sono de i cilindri di qualche cm ottenuti pressando vari residui legnosi anche grandi (fino
a 15 cm ).
Perché utilizzare cippato,
briquettes , pellets?
Utilizzare queste forme di
combustibile è utile perché
sono facili da immagazzinare
nei silo e possono essere
facilmente caricate automaticamente nelle caldaie. Infatti per utilizzare le bio-
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masse di origine legnosa, è necessario prevedere un locale dove immagazzinare il
"combustibile ".
La cosa più importante da prendere in considerazione quando si decide di installare
una caldaia a biomassa, è quella di essere sicuri dell'approvvigionamento della biomassa: infatti il sistema è economicamente e ambientalmente sostenibile, quando il
combustibile proviene da zone limitrofe entro 20-30 Km circa. Non ha molto senso far
viaggiare dei camion per lunghi tratti consumando energia che potremo risparmiare!
Inoltre così facendo si squilibra il bilancio locale delle emissioni di anidride carbonica
(CO2), vedi il box seguente.
Domanda: Ma se bruciamo le biomasse si emette anidride
carbonica (CO2)?
Le piante per loro natura assorbono molta CO2. Se bruciamo le
biomasse liberiamo la stessa quantità di CO2 che queste avevano
assorbito prima di essere trasformate in combustibili legnosi: la
quantità di CO2 in atmosfera non viene, nel complesso, alterata.
Come è fatto e come funziona un impianto a biomassa automatico:
la caldaia è l'elemento centrale dell'impianto, può
essere una semplice caldaia a legna a carica manuale, oppure un tipo completamente automatizzata che
è totalmente "programmabile " e si carica da sè, a
seconda del fabbisogno di calore.
il silos è il locale dove
viene stivata la biomassa. Può essere interrato,
un semplice locale, una
tettoia esterna, ecc..
Una coclea, unita ad un sistema di bracci rotanti, costituisce il sistema di caricamento automatico della biomassa fra il silos verso la caldaia (per impianti di medie grandi dimensioni). Per impianti a pellets esistono anche sistemi “pneumatici”, cioè a
aria compressa, che spingono il pellets verso la caldaia.
Come per gli impianti solari termici, è bene prevedere un accumulo di acqua calda per
migliorare l'efficienza del sistema e sfruttare il calore che residuo della caldaia quando
si spegne.
Biomasse: le applicazioni
Il dimensionamento dell'impianto deve tener conto del volume dell'edificio da riscaldare, del suo grado di isolamento termico, della zona climatica (in Provincia di Firenze ce
ne sono due) e del numero di ore di funzionamento dell'impianto.
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Per avere un'idea di massima della potenza dell'impianto da installare, si può partire
dai consumi precedenti di combustibile fossile (gasolio, metano, GPL)
Per una valutazione di massima, si può supporre :
un fabbisogno annuo variabile dai 30-50 kWh/m3, con una potenza da installare variabile tra i 15 e 25 W/m3, a seconda del clima specifico della zona e della bontà dell'isolamento termico dell'edificio.
Per gli impianti che prevedono una carica automatica, si deve prevedere un silo, il volume del quale è desumibile dal consumo giornaliero di combustibile, per il numero di
giorni di rifornimento dello stesso.
Valutazione de i costi (i prezzi indicativi e suscettibili di variazione )
Il costo di una caldaia moderna a legna/cippato/pellets, si attesta sui € 100 per ogni
kW di potenza.
Per impianti di media grandezza che necessitano di un silos, il costo del silos è paragonabile a quello della caldaia.
Valutazione del risparmio economico:
Occorre innanzitutto essere sicuri della possibilità di approvvigionamento su base locale della biomassa, in quanto elevati costi di trasporto possono rendere antieconomico l'investimento. Sembra inoltre poco logico decidere di utilizzare un impianto a biomasse per ragioni di salvaguardia ambientale, se poi la biomassa viene prodotta e
trasportata da centinaia di km di distanza.
I confronti per il rientro economico si fanno rapportando i costi della biomassa al costo del gasolio, del GPL e del metano, a parità di energia consumata.
Si può comunque tener presente la seguente tabella che compara 100 m3 di metano,
100 l di gasolio e 100 l di GPL con le corrispondenti quantità di biomassa che forniscono la stessa quantità di energia.
Si è calcolato quindi il risparmio derivante dall'utilizzo di un combustibile differente:
Metano (100mc)
Gasolio (100l)
GPL (100l)
Legna
€ 29,00 (280 Kg)
€ 59,00 (280 Kg)
€ 50,00 (200 Kg)
Cippato
€ 40,00 (280 Kg)
€ 70,00 (280 Kg)
€ 58,00 (200 Kg)
Pellets
€ 16,00 (200 Kg)
€ 46,00 (200 Kg)
€ 39,00 (150 Kg)
(costi dei combustibili: metano € 0,60 al metro cubo, GPL € 0,72 al litro, gasolio €
0,90 al litro, legna € 0,11 al chilogrammo, cippato € 0,07 al chilogrammo, pellets €
0,22 al chilogrammo)
Con il Cippato si ottengono i maggiori risparmi, seguito dalla legna e per ultimo il Pellets, in ogni modo si ha sempre un notevole risparmio.
Incentivi economici disponibili:
Le Province, i Comuni delle aree rurali, le comunità Montane, i GAL spesso emanano
bandi per l’incentivazione di impianti a biomassa per il riscaldamento. La Provincia di
Firenze nel corso del 2008 farà uscire un bando in tal senso.
E' possibile ottenere, per i privati, una detrazione dall'IRPEF delle spese sostenute per
la realizzazione dell'impianto, per un valore pari al 36%, da distribuire in 10 anni.
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Il calcolo della detrazione si effettua sul costo totale iva inclusa, detratto l’eventuale
contributo regionale o provinciale: in pratica si calcola il 36% sulla cifra che rimane a
carico del cittadino.
Nel corso Ulteriori informazioni: www.firenzenergia.it/primopiano.php?id=10
Autorizzazioni necessarie :
Per la realizzazione di opere murarie (silo) su edifici già esistenti, va presentata la DIA
(Dichiarazione Inizio Attività) al Comune competente. Se non si ricevono comunicazioni, si possono iniziare i lavori dopo 20 giorni.
Per la realizzazione di opere murarie (silo) su edifici soggetti a vincolo storico, paesaggistico, oltre alla DIA va presentata anche la comunicazione alla Soprintendenza ai
Beni Culturali e Architettonici. Se non si ricevono comunicazioni, si possono iniziare i
lavori dopo 60 giorni.
Come procedere per installare una caldaia a biomassa
1. calcolo del fabbisogno termico (edificio da riscaldare) e stesura
progetto preliminare dal progettista
2. richiesta preventivo all’installatore
3. stesura progetto definitivo
4. richiesta delle autorizzazioni necessarie e deposito del progetto
in Comune
5. richiesta di eventuali contributi o predisposizione modulistica
per detrazione IRPEF
6. installazione e collaudo
Alcuni esempi pratici per impianti a biomasse
A) Caldaia a legna a caricamento manuale, potenza 18 kW, per il riscaldamento di 100
m2
investimento complessivo
€ 3.000,00 + IVA 10%
detrazione IRPEF in 10 anni
€ 1.188,00 (€ 118,80/anno)
B) Caldaia a cippato di legna/pellet a caricamento automatico, potenza modulante fino
a 30 kW, per il riscaldamento di 200 m2 e la produzione di acqua calda sanitaria
investimento complessivo
€ 5.500,00 + IVA 10%
detrazione IRPEF in 10 anni
€ 2.178,00 (€ 217,80/anno)
C) Impianto completo di riscaldamento basato su caldaia automatica a cippato di legna, potenza 75 kW, per il riscaldamento di 2800 m3 tipo azienda vivaistica composta
da uffici e un capannone
investimento complessivo
€ 23.000,00 + IVA 10%
detrazione IRPEF in 10 anni
€ 9.108,00 (€ 910,80/anno)
Tutti i costi sopra riportati sono indicativi e soggetti a continue variazioni in
base al mercato ed al progresso tecnologico
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Piazzale della Stazione 14, 50144 Firenze FI
Tel. +39 055 219641, Fax +39 055 216965
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Il presente opuscolo è stato curato da:
AGENZIA FIORENTINA PER L’ENERGIA
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