Drammaturgia e regia
Franco Farina
CONSULENZA STORICA
Lorenzo Gremigni Francini
Direttore dei cori
Giovanni Del Vecchio
Gli interpreti
Francesco Agostini, Ginevra Agostini, Pietro Agostini, Valerio Battaglia, Gaia Carminati,
Petra Cilemmi, Tobia Cioce, Mattia Cordova, Lorenzo De Marinis, Dario Gasperini,
Lorenzo Gremigni Francini, Christian Lambiase, Francesco Malacarne, Pietro Palombella,
Matteo Pardini, Leonardo Vaglini, Salvatore Zappia
e, nel ruolo del popolo pisano, la partecipazione rumorosissima di tanti ragazzi e ragazze
del laboratorio teatrale del Liceo Dini.
Il Coro del Liceo Dini
Anna Flavia Abeasis, Giada Anastasi, Caterina Arrighi, Sofia Bachini, Elena Baschieri, Andrea Bellina,
Valentina Boccaccio, Chiara Bosetti, Fabio Bruno, Benedetta Carbone, Sara Cappagli, Chiara Calvetti,
Marco Ciprietti, Silvia D’Amato Avanzi, Ortensia Della Posta, Cecilia Del Vecchio, Sara De Marinis,
Gregorio De Paola, Alessandra Facci Tosatti, Chiara Fortunato, Stefania Gini, Fabio Grassini,
Sara La Corte, Laura Magherini, Michela Malattino, Shahin Manafi, Chiara Maria Marino,
Matteo Massimetti, Elena Modica, Massimo Morante, Sonia Musollino, Beatrice Nannipieri,
Enrico Pappalettere, Marco Paoletti, Martina Pappalardo, Leonardo Pucino, Paolo Rametta,
Lorenza Santoni, Andrea Scarpellini, Rosanna Striccoli, Elena Taglioni, Manuela Turini
“Io vorrei che a Metternìcche…”
Canti e voci risorgimentali
a partire da Curtatone e Montanara
Il Coro della Società Filarmonica Pisana
Magda Beltrami, Maurizio Berni, Renato Berti Lorenzi, Sandra Bertini, Maria Letizia Boilini,
Pieranna Bonaguidi, Gabriella Bonomi, Norbert Braito, Manuela Brizi, Francesca Carboni,
Maria Carboni, Ilaria Casai, Carla Casu, Alessandro Catania, Stefano Cei, Claire Chevaudret,
Mario Cioni, Laura Ciurli, Camilla Colaprete, Mauro Detotto, Paolo Di Pede, Elisabetta Donati,
Alessandra Facci Tosatti, Alice Fantasia, Lucia Fatigante, Emanuela Ferro, Rossella Festa,
Ombretta Gaffi, Eleonora Ghetti, Mattia Girardi, Enzo Gimmelli, Stefania Gini, Beatrice Iob,
Laura Magherini, Roberta Malvezzi, Patrizia Mariani, Luigina Masi, Laura Matteoli,
Andrea Mennucci, Monica Monacci, Elio Napolitano, Stefano Noferi, Enrico Pappalettere,
Francesco Pasquini, Chiara Prosperini, Tommaso Renzi, Lauretta Righi, Rolando Salvini,
Giovanna Soldi, Francesca Susini, Paola Tenconi, Lorella Toncelli, Daniele Tosi, Sandro Tropiano,
Ambra Vettori, Mirko Vettori, Elena Volterrani
Gli scenografi
Elena Barbetta, Mario Berni, Elisabetta Bettini, Chiara Caradonna, Filippo Cottone, Valentina D’Ippolito,
Marina Fontani, Martina Orsolini, Elena Stracca, Alice Taglioli, Agnese Toni, Sofia Zanotti
Per i costumi, un grande grazie va a:
Pisa, Teatro Verdi
26 gennaio 2011
Le Canzoni
V olentieri l’Associazione Amici del Liceo Dini propone stasera alla scuola e alla cit-
tadinanza pisana il suo contributo alle celebrazioni del centocinquantenario dell’Unità d’Italia con la messa in scena di questo spettacolo-concerto. Volentieri, e con emozione.
Infatti, questo anniversario, che l’Italia tutta festeggia in questi mesi, ha per noi pisani la valenza particolare di una storia privata, prima ancora che nazionale, perché le aule e il cortile
della Sapienza, i lungarni, il caffè dell’Ussero e la città intera, in quella bella primavera del
’48 risuonavano dell’entusiasmo di professori e studenti, pronti a interrompere, non si sapeva per quanto tempo, studi e carriere pur di contribuire non solo a parole alla grand’opra
della rinascita italiana. Giorni caldi di speranze, non tutte poi realizzate ed alcune anche tradite, segnati forse da ingenuità e giovanili illusioni: ma certamente fu aspra ed animosa adesione alla realtà quella che indusse a tagliare le punte dei berretti universitari nei campi
polverosi di Curtatone e Montanara.
Questa serata, che ci auguriamo di allegria e divertimento, dedichiamola ai nostri giovani e
a tutti coloro che sono disposti a impegnarsi per una causa di libertà gettando il cuore oltre
la barricata, senza cercare la propria convenienza personale. Viva l’Italia!
Alessandro Agostini
Presidente dell’Associazione Amici del Liceo Dini
N on avrei mai pensato di scrivere un testo su Curtatone e Montanara. Da pisano
ho sempre avvertito un senso di saturazione verso la storia della spedizione di quegli eroici
ragazzi universitari che andarono a farsi sparare dagli austriaci il 29 maggio del 1848. Mi è
sempre parsa piena di retorica e quindi finta, incrostata in maniera straordinaria della retorica che tradizionalmente circonda certa tradizione storiografica del nostro Risorgimento.
“Beata la terra che non ha bisogno di eroi” diceva Brecht, ed io stavo con Brecht, almeno in
questo, e non amavo né amo martiri e martirologi. Ed in effetti è così, la storia di Curtatone
e Montanara è incrostata di retorica... Ma a guardarla più da vicino quella storia lì, come
del resto tutte le storie che formano la storia del nostro Risorgimento, affondando occhi e
penna tra le carte di chi quegli eventi visse e produsse, ci si appassiona non poco. Ne viene
fuori tutto un altro Risorgimento, tutta un’altra Curtatone e Montanara e tutta un’altra Storia.
Persone vive che ancora parlano a persona vive, non attraverso lapidi, statue, busti…
Sì perché quei ragazzi universitari che se ne andarono a nord per cacciare l’austriaco erano
la futura classe dirigente della nostra Toscana. Decisero che non valeva la pena di studiare
per quel loro stato, che valeva la pena dedicarsi a ben altro progetto (quello dello stato che
ancora non c’era) e che occorreva impegnarsi per far diventare quel progetto realtà. Non
avevano molta concretezza (vaghe ed imprecisate notizie sull’entità e la forza del nemico,
troppa fiducia nella sollevazione di tutta la penisola ‘contra al Tedesco’ – così chiamavano
gli Austriaci), ma avevano una nitida consapevolezza di quale fosse il loro ruolo in tutta
quella faccenda.
Le parole che i ragazzi reciteranno sono all’80% autentiche, tratte dai tanti epistolari che ho
letto. Non avrei saputo inventare credibilmente quelle parole, quelle vite caratterizzate da
passioni propulsive così forti e piene di contraddizioni.
Avere sogni alti, altissimi, avere la capacità e la gioia di progettare un futuro oltre se stessi,
avere un’idea etica di futuro, questo sì che ho trovato in quella storia insospettabilmente
interessante e questo è il motivo per cui mi sono divertito a scrivere e a dirigere per voi
questo spettacolo.
Franco Farina
P.S. E poi una ragazza di diciotto anni di cui ho stima e che lavora con me e con i miei colleghi in uno
dei laboratori che teniamo da anni in teatro, alla mia domanda “conoscete la storia di Curtatone e
Montanara?”, mi ha risposto che sì, che erano due signori che avevano forse a che fare con il nostro
Risorgimento. E allora ho sentito che forse era proprio il caso di scrivere.
E poi infine, ma la cosa dovrebbe stare in cima, la bellezza di condividere il progetto con così tante
persone, con Giovanni, Lia, Lorenzo, Alessandro, Barbara… e tutti quelli che si divertono a cantare i
canti che avrete udito o ancora dovrete udire.
Or che innalzato è l’albero
canto giacobino italiano
testo e musica di Anonimo
Addio mia bella addio (Addio del volontario) melodia popolare
testo di Carlo Alberto Bosi, musica di Anonimo
L’innamorata al volontario
testo di Carlo Alberto Bosi, musica di Anonimo
Gott erhalte Franz, der Kaiser
inno austriaco (oggi inno tedesco)
musica di F. J. Haydn
Il Canto degli Italiani
inno italiano
musica di M. Novaro, testo di G. Mameli
Inno degli studenti
canto popolare
Io vorrei che a Metternìcche
canto del battaglione pisano a Curtatone e Montanara
Chi per la patria muor
coro dall’opera Caritea
musica di S. Mercadante, libretto di P. Pola
E i tedeschi co’ su baffi
canto popolare
(sull’aria de La bandiera dei tre colori)
Preghiam pei vegliardi
coro dall’opera I Lituani
musica di A. Ponchielli, libretto di A. Ghislanzoni
La bella Gigogìn
canto popolare
testo e musica di Paolo Giorza
Quanto vaglian gl’Italiani
coro e Rondò dall’opera L’Italiana in Algeri
musica di G. Rossini, libretto di A. Anelli
(mezzosoprano: Anna Maria Guarducci)
Patria oppressa
coro dall’opera Macbeth
musica di G. Verdi, libretto di F.M. Piave
O Signore, dal tetto natìo
coro dall’opera I Lombardi alla prima Crociata
musica di G. Verdi, libretto di T. Solera
A lcune delle musiche che ascolterete sono quelle che tutti si aspetterebbero parlando di
Risorgimento: l’Inno di Mameli, Addio mia bella addio, La bella Gigogìn, ed anche i cori verdiani. Mi piace tuttavia sottolineare i numerosi tratti di originalità del corposo contributo
musicale allo spettacolo, e credo basti scorrerne l'elenco per afferrarne diversi. Come credo
che sia anche altrettanto interessante sapere, ad esempio, che il paroliere dell’Addio del
volontario ha scritto anche la canzone dell’innamorata che prima non vorrebbe la partenza
dell’amato, ma poi decide di seguirlo (ho fuso insieme i due testi variando la melodia e creando un unico canto); o scoprire che, oltre alla canzone che dà il titolo allo spettacolo, esiste
anche una versione de La bandiera dei tre colori che deride gli austriaci (e cita pure i Gesuiti....), o anche sapere che il Coro di Mercadante è la melodia che i fratelli Bandiera intonavano mentre venivano portati davanti al plotone che li avrebbe fucilati. Oppure scoprire
cori come quello di Ponchielli, che possono appieno fregiarsi del titolo di ‘cori patriottici’ e
che per bellezza e potenza espressiva possono ben stare accanto ai più famosi cori verdiani.
Giovanni Del Vecchio
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“Io vorrei che a Metternìcche…”