ENERGIE RINNOVABILI…QUESTE SCONOSCIUTE ! LA CUCINA SOLARE Esiste una categoria di pannelli solari diversa da quella descritta la volta scorsa: è quella dei pannelli a concentrazione solare. I pannelli classici hanno lo scopo di elevare la temperatura dell’acqua sotto la soglia dell’ebollizione, quelli a concentrazione servono viceversa a far bollire l’acqua. Con quale scopo? Esistono le centrali a concentrazione solare in cui molti specchi convergono la luce solare in un serbatoio d’acqua per produrre vapore che, convogliato in pressione, fa girare una turbina collegata ad un alternatore che a sua volta come una classica centrale termoelettrica produce elettricità. Queste centrali sono presenti in Spagna e negli Stati Uniti. In Italia doveva esserne costruita una a Priolo, vicino a Siracusa, ma sembra che il progetto stia slittando. Siracusa è la città natale di uno dei più grandi scienziati mai esistiti: Archimede. Narra la storia, che nel 212 A.C. durante l’assalto alla sua città, i romani uccisero lo scienziato siracusano perché assorto nei suoi pensieri. In precedenza però Archimede era riuscito ad affondare le navi nemiche con una sua invenzione, gli specchi ustori. Ho letto da più parti che questo fatto sia leggenda; a me piace poter dire che con quella leggenda io ci cucino ogni volta che c’è il sole. La prima volta che ho sentito parlare delle cucine solari è stato circa due anni fa, su Famiglia Cristiana. Un’articolo parlava di un frate di Bergamo, Pietro Rusconi, che in Ciad, dove era in missione assemblava delle cucine solari per la popolazione locale. Lo scopo era bellissimo, in quanto far bollire l’acqua con questo oggetto permetteva alle donne di cucinare in pochi minuti; contrariamente prima dovevano passare diverse ore a recuperare legna, combustibile tra l’altro sempre più scarso in quelle regioni e sterpaglie; permetteva così alle madri di emanciparsi e di spendere anche più tempo per badare alla prole. Far bollire l’acqua è fondamentale anche per un’altra ragione: eliminare i colibatteri fecali e quindi prevenire le dissenterie, la prima causa di morte nei paesi dove l’igiene è scarsa. Incuriosito dall’oggetto in questione ho fatto delle ricerche su internet e ho scoperto che esistono migliaia di siti che parlano delle cucine solari. Dopo averci pensato un po’ me ne sono comprata una; a parer mio è uno degli oggetti più belli, utili, interessanti e versatili che abbia mai visto, ve la descrivo: la mia è a forma di parabola, (ne esistono però di molte forme e dimensioni), ha la superficie interna riflettente ed è montata su un cavalletto; nel centro di questa parabola, nel punto focale, c’è una griglia su cui si possono appoggiare le pentole per far bollire l’acqua. Siccome scalda l’acqua tranquillamente a 100 gradi, anche in pieno inverno, a Mignanego come in Tibet a 4000 metri, è anche vero che può scaldare oggetti di metallo a temperature maggiori; mi sono costruito così dei forni solari prendendo due testi da forno neri (il nero non riflette la radiazione luminosa) in cui io posso cucinare qualsiasi cosa ( tra l’altro al posto del forno elettrico che ciuccia parecchia corrente!). Su suggerimento del libretto di istruzione della cucina, facendo scaldare i ferri da stiro di mia nonna, ho stirato (immaginate uno che stira con i guanti da lavoro per non bruciarsi le mani! ). Mi piacerebbe comunque un domani costruirmi dei ferri da stiro più moderni, magari di alluminio, ricoperti di teflon e.. soprattutto con il manico isolato termicamente!! La Giulli qualche anno fa mi aveva regalato un sacchetto di sali liquidi particolare: serve per scaldarsi quando fa molto freddo. Lo si acquista nei negozi di sport e lo si usa in genere quando si va a sciare per scaldarsi le mani. Per renderlo attivo, cioè per ricaricarlo, bisogna farlo bollire per tre minuti; a questo punto analizzando l’operazione sotto l’aspetto del rendimento energetico, possiamo affermare che normalmente si consuma molta più energia di quella che successivamente possiamo ottenere dal sacchetto, ma se usiamo il sole per ricaricare i sali, che è gratis, possiamo concludere che del rendimento non ce ne frega niente!! Diverse volte mi hanno chiesto quanto tempo impiega la cucina per far bollire l’acqua: beh dipende in genere dalla limpidezza del cielo, dalla stagione, da quanto alto è il sole, ma soprattutto dipende da mia moglie se ci stende davanti facendogli ombra!! Comunque, battute a parte, in pieno inverno per far bollire un litro e mezzo di acqua, cioè quella necessaria per cucinare la pasta per quattro persone, impiega 35 – 40 minuti; in africa (c’è sul sito internet della mia cucina) un litro d’ acqua bolle in 9 minuti, e in un giorno si riesce a cucinare per 48 persone. Lo svantaggio più grande per l’uso della cucina solare nelle nostre abitazioni è comunque l’ingombro: la mia che è da 600 w ha un diametro di un metro e quaranta; d’autunno, d’inverno e in primavera riesco a metterla sul terrazzo, perché il suo orientamento, che dipende dall’altezza del sole nel cielo è abbastanza verticale; in estate però sono costretto a mettere la parabola in giardino, perché sul terrazzo non riesco più a posizionarla. Il limite di questo oggetto, nelle abitazioni condominiali, è anche quello di dover, come nel mio caso, entrare ed uscire più volte sul terrazzo aprendo la porta finestra e quindi facendo uscire il calore di casa. Questo inconveniente si risolverebbe però costruendo case che prevedano, già in fase progettuale, l’utilizzo della cucina solare. Concludo questo argomento con un po’ di utopia pura (ogni tanto sognare ad occhi aperti fa bene): ho provato a costruirmi un distillatore per la cucina solare per poter ottenere acqua potabile dall’acqua di mare. Con il mio distillatore, che fa veramente anguscia, il 3 di agosto, in una bellissima giornata di sole ho prodotto 12 litri di acqua distillata. Con il sole d’africa, con un distillatore fatto bene ( a proposito cerco un volontario che saldi l’acciaio inox) si riuscirebbe ad ottenere qualche litro in più? Il Signor Temporelli, esperto in acque, mi ha detto che per rimineralizzare l’acqua basta la banale idrolitina, a questo punto il gioco è fatto: Marocco, Mauritania, Senegal, Angola, Namibia, Sud Africa, Mozambico, Madagascar, Etiopia, Yemen, Iran: in breve tutti gli stati che si affacciano sul mare e hanno penuria di risorse idriche, potrebbero usare questo oggetto che non ha bisogno di manutenzione, è molto longevo ed è dislocabile in qualsiasi luogo. La mia cucina l’ho pagata 223 Euro ( e me la ripago sicuramente risparmiando sull’elettricità e sul metano), un prezzo troppo alto per chi ne avrebbe bisogno, però se noi ricchi ce la compriamo facciamo abbassare il suo prezzo di produzione e così forse, un domani, anche chi ne ha veramente bisogno potrà averla. Per chi vuole approfondire l’argomento consiglio di iniziare la ricerca su internet andando sul sito de “Il portale del sole”. MOLINARI EMILIO