FRANCHISMO: COSA SI DEVE ANCORA SAPERE Il giorno 8 del mese di Aprile 2014, presso l’università Pompeu Fabra, in Barcellona, venticinque alunni del I e II Liceo Classico hanno ascoltato, la lezione del Prof. Aragoneses docente di storia del Diritto presso l’Università Pompeu Fabra, sul tema : “Che cos’ è il franchismo”. Incontro che rientra in uno stage .” Diritto internazionale: i diritti umani e il Franchismo”, organizzato dalla profssa Carmela D’Aronzo e dalla profssa Cristina Cianco della Facoltà i giurisprudenza di Benevento. Il professore è riuscito a coinvolgerci nella sua relazione in quanto è andato a fondo nell’analisi del problema. La sua indagine è partita eliminando alcune certezze che gli storici ci hanno tramandato. Ha chiarito se la guerra civile spagnola sia stata veramente una guerra civile e che cosa si intende per guerra civile. Fu una guerra tra fratelli? Falso. I fratelli cercavano vari alleati. Franco era alleato di Hitler e di Mussolini, i repubblicani erano aiutati dalla Russia e dagli antifascisti. Francisco Franco aiutò poi Hitler e Mussolini nella seconda guerra mondiale. Di conseguenza falsa è anche la presunzione di attribuire alla Spagna il merito di non aver partecipato alla guerra più catastrofica della storia. Inoltre, sappiamo che a un certo punto la dittatura franchista fu blanda. Era l’inizio di una cambiamento? Falso. Non cambiò la dittatura, fu la dittatura che si adattò al cambiamento. Ci fu, in effetti, un’apertura politica, un processo di nazionalizzazione. Ad esempio, nel 1942 fu emanata una legge per la quale fu stabilito nel Codice Penale il reato di adulterio. Il divorzio non rappresentava la fine del matrimonio ma una punizione: la pena prevedeva il carcere o l’esilio e non era possibile pernottare in albergo con un altro uomo o un’altra donna perché veniva chiesto il libretto familiare. Ed ancora nel 1954 fu emanata una legge per proteggere la morale del paese: il carcere per gli omosessuali. E questa è apertura politica? Sono questi i diritti? Su ciò ha voluto farci riflettere il Prof.Aragoneses. Parlare di diritti e di cosa questi siano, significa che c’è qualcuno che se lo è chiesto prima di noi (altro punto della lezione); eppure, non è sempre stato così. Infatti, ha sottolineato il professore, mentre la Costituzione italiana dice che “l’apologia del fascismo è un reato previsto dalla legge”( Legge Scelba, 20 giugno 1952, n°645), la Spagna, nonostante sia un paese democratico, manca di una coscienza antifascista; mentre l’Italia, (nonostante le atrocità) si sia riscattata dal fascismo con il movimento della Resistenza, in Spagna ci sono persone che ancora negano che cosa sia accaduto. Basti pensare che fino al 1996 si usavano ancora come monete le pesetas con il volto di Franco (capo scelto da Dio) e l’aquila reale (simbolo della volontà di espansione) per giustificare la presenza del “Caudillo”. L’assurdità è l’indifferenza della gente dinanzi a questi eventi. E’ vedere genitori che portano i propri figli sino alla tomba di Franco senza poi spiegare cosa questi abbia compiuto; è constatare come lo stesso progetto “Altamemoria” consta pochi partecipanti. Al termine della relazione è nato un acceso dibattito , abbiamo messo a confronto il modo di vivere il passato di due nazioni, che pur avendo avuto in alcuni momenti della storia simili, la reazione alle negatività e ai soprusi è stata diversa. Interessante è stata confrontare i principi della nostra costituzione italiana con quella spagnola. Abbiamo appreso quanto sia importante la condivisione di costruire memorie incrociate per riaffermare i concetti di dignità della persona, dei diritti umani e della giustizia internazionale e universale, pilastri questi necessari per la costruzione dell’Unione Europea. Diventa, allora, fondamentale l’obiettivo di smuovere le coscienze, mantenendo viva la memoria dei fatti nel dibattito sociale e cercando di sanare e recuperare, ancorché in modo immateriale, ingiustizie e ferite ancora aperte. E’ questo quello che noi alunni abbiamo vissuto: le nostre coscienze sono state trasformate, abbiamo acquisito conoscenze che ci hanno aiutato a sviluppare una più adeguata capacità critica , civile e sociale. Ben condividiamo l’espressione del professore Aragoneses: “ La speranza è un futuro migliore, imparando dagli errori dei nostri antenati”. Janira Acanfora Liceo Classico “ P. Giannone” Classe III sez. E .