I CONTRIBUTI VOLONTARI: NORME E REALTA’ Considerazioni e una rilevazione campionaria del Coordinamento dei Presidenti di Circolo e di Istituto di Bologna e provincia A. CONSIDERAZIONI Premessa: la scuola è un diritto e i diritti non si pagano (due volte) La scuola pubblica statale è un diritto costituzionale sostenuto dalla fiscalità generale: il che significa che la scuola dell’obbligo è gratuita e che spetta allo Stato garantirne gli adeguati sovvenzionamenti per un efficace funzionamento. La tassa di iscrizione, obbligatoria, è prevista solo per gli ultimi due anni di scuola superiore, ovvero successivamente al completamento dell’obbligo scolastico di dieci anni di studio (1). Da sempre i genitori, per i quali non esiste alcun obbligo di contribuzione (1), hanno voluto arricchire le “loro” scuole con qualcosa in più: dalla carta ai pennarelli, dai giochi ai libri fino alle videocamere e ai computer che per la prima volta sono entrati nelle aule grazie proprio al ricavato di feste, lotterie, tombole, gare di torte, ecc. generosamente allestite da mamme, papà, nonni e zii… Negli anni passati (ed in minima parte ancora oggi) erano i genitori stessi a provvedere agli acquisti utili (indicati dagli insegnanti) comprandoli direttamente e donandoli alle scuole. Almeno dal 2007 (quando il cosiddetto “Decreto “Bersani” ha previsto la detraibilità fiscale delle “erogazioni liberali”)(2), da un lato le scuole hanno preferito “incamerare” direttamente i contributi delle iniziative dei genitori nei loro bilanci, dall’altro è sempre più aumentato il numero delle Scuole che hanno richiesto alle famiglie un contributo volontario (oltre che la carta per le fotocopie, lo scottex, finanche i rotoli di carta igienica…), anche per fronteggiare il continuo e progressivo “disimpegno” dello Stato, negato dal Ministero (3) ma evidente e sotto gli occhi di tutti (basti qui ricordare un solo dato: il Fis, che serve anche per progetti, recupero e potenziamento, è stato pesantemente decurtato anno dopo anno; quest’anno e il prossimo addirittura del 35%). Il contributo: non è obbligatorio e deve essere utilizzato in modo corretto e trasparente Dunque, “il contributo è versato solo ed esclusivamente su base volontaria ed è ammesso per l’arricchimento dell’offerta culturale e formativa degli alunni “(1). Va però detto che non tutte le Istituzioni scolastiche, riguardo ai contributi volontari, hanno operato o operano correttamente (4), tanto che il Ministero è dovuto intervenire più volte (5) per ribadire che: - va specificato chiaramente che il contributo è VOLONTARIO e non può essere imposto in alcun modo - le famiglie devono essere informate della DETRAIBILITÀ fiscale del contributo - le risorse ottenute dal contributo possono essere usate ESCLUSIVAMENTE per ampliare l’offerta formativa (laboratori, attrezzature scolastiche, attività) e non per il funzionamento ordinario della scuola - le scuole DEVONO indicare preventivamente, nel momento in cui li richiedono, la finalizzazione dei contributi e a fine anno DEVONO rendicontarne chiaramente l’utilizzo Dunque correttezza e trasparenza vorrebbero che le Scuole: 1) al momento della richiesta specificassero chiaramente che il contributo non è obbligatorio, è fiscalmente detraibile e a cosa verrà destinato; 2) al termine dell’anno scolastico rendessero conto in maniera chiara a tutti i genitori, sul sito dell’Istituto, di come sono stati utilizzati loro contributi Distrarre i contributi volontari dei genitori dalle finalità per cui sono richiesti è illegittimo (ed utilizzarli come fondo cassa per anticipare spese che dovrebbe effettuare il Ministero, in attesa di rimborsi incerti sul quando e sul se, equivale a concedere da parte delle famiglie crediti commerciali a tasso d’interesse nullo e con un significativo rischio di mancato rimborso). Note: (1) il comma 622 della legge 296/2006 (finanziaria 2007), dopo aver sancito l’obbligatorietà dell’istruzione per dieci anni ha tra l’altro confermato "il regime di gratuità ai sensi degli articoli 28, comma 1, e 30, comma 2, secondo periodo, del decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 226" . Pertanto se ne desume che "In ragione dei principi di obbligatorietà e di gratuità, non è dunque consentito imporre tasse o richiedere contributi obbligatori alle famiglie di qualsiasi genere o natura per l’espletamento delle attività curriculari e di quelle connesse all’assolvimento dell’obbligo scolastico (fotocopie, materiale didattico o altro) fatti salvi i rimborsi delle spese sostenute per conto delle famiglie medesime (quali ad es: assicurazione individuale degli studenti per RC e infortuni, libretto delle assenze, gite scolastiche, ect). Eventuali contributi per l’arricchimento dell’offerta culturale e formativa degli alunni possono dunque essere versati dalle famiglie solo ed esclusivamente su base volontaria". Questo vuol dire che la fruizione del servizio scolastico è gratuita, dunque nulla è dovuto all'istituto scolastico in ragione della fruizione dell'offerta formativa, salvo l'assolvimento da parte delle famiglie di minimi oneri specificatamente indicati dalla legge, ovvero è obbligatorio solo ed esclusivamente il pagamento delle tasse scolastiche (previste dall'articolo 200 del d.lgs. 226/2005 che specifica anche i casi esenzione), in particolare: tassa di iscrizione; tassa di frequenza; tassa per esami di idoneità, integrativi, di licenza, di qualifica, di maturità e di abilitazione; tassa di rilascio dei relativi diplomi; rimborsi per spese eventualmente sostenute ed anticipate per conto delle famiglie quali ad esempio assicurazioni contro gli infortuni, gite scolastiche e via dicendo. E' bene notare che le somme versate non sono riscosse dall'istituto scolastico bensì dall'agenzia delle entrate proprio ed in ragione del fatto che si tratta di riscossione di imposte. (2) La legge 40/2007 di conversione del decreto “Bersani” ha previsto la detraibilità fiscale dei contributi volontari perché rientrano nelle “erogazioni liberali a favore degli istituti scolastici di ogni ordine e grado, statali e paritari senza scopo di lucro appartenenti al sistema nazionale di istruzione, finalizzate all'innovazione tecnologica, all'edilizia scolastica e all'ampliamento dell'offerta formativa” (3) Nel 2010, il dott. Felisetti, dirigente del Miur , assicurava: Si coglie infine l'occasione per segnalare che per il corrente anno scolastico il Ministero ha provveduto all'assegnazione delle risorse. Tali risorse sono destinate per realizzare, tra l’altro, attività didattiche aggiuntive d’insegnamento, di recupero e di potenziamento, attività di progettazione e produzione di materiali utili alla didattica, con particolare riferimento a prodotti informatici. Le attività didattiche aggiuntive (ad es. i corsi pomeridiani o per il recupero ) sono quindi gratuite per le famiglie. Nell'ambito di dette risorse tutte le scuole hanno ricevuto anche un adeguato fondo per il proprio funzionamento. Un' eventuale richiesta di risorse alle famiglie da parte delle scuole per tale titolo è ingiustificata, salvo, ovviamente, la condivisione, assolutamente volontaria, tra scuola e famiglie di progetti straordinari. Ed il Ministro Gelmini: “Sono assolutamente contraria alla richiesta di contributi alle famiglie, va evitata questa prassi un po’ lamentosa e in pochi casi giustificata. (“Il Messaggero” del 24 marzo 2010) (4) Qui uno dei tanti articoli di denuncia: http://www.unita.it/italia/scuola-se-non-paghi-ti-boccio-br-guerra-sucontributi-volontari-1.383775; qui un istruttivo filmato delle “Iene”: http://www.video.mediaset.it/video/iene/puntata/375200/toffa-quando-la-scuola-non-e-piu-gratuita.html (5) nota 312 del 20 marzo 2012: http://hubmiur.pubblica.istruzione.it/alfresco/d/d/workspace/SpacesStore/7c2e7714-c84d-45e0-b75a80a40de23d41/prot312_12.pdf nota 593 del 7 marzo 2013: http://hubmiur.pubblica.istruzione.it/alfresco/d/d/workspace/SpacesStore/86ae73e2-1ff5-44b6-a35c04d42e2fa348/prot593_13.pdf Video: Lucrezia Stellacci a Skuola.net: I contributi sono volontari! Nell'intervista la Dirigente Miur afferma chiaramente: 1. I contributi sono VOLONTARI e devono essere utilizzati x l'ampliamento dell'offerta formativa 2. Vanno distinte le voci "assicurazioni, libretto, ecc." da tutto il resto 3. Lo Stato provvede ai servizi essenziali 4. Dí segnalare agli uffici provinciali i casi scorretti 5. Che i revisori dei conti devono accertare "le modalitá di raccolta, gestione e rendicontazione dei contributi da parte dei Dirigenti scolastici" “I presidi che non danno le giuste spiegazioni possono essere sanzionati": http://www.radio24.ilsole24ore.com/notizie/salvadanaio/2013-03-14/scuola-contributi-stellacci-istruzione141759.php B. LA RILEVAZIONE del Coordinamento dei Presidenti dei Consigli d’Istituto e Circoli didattici di Bologna e provincia Il CAMPIONE (nota 1): Hanno partecipato alla rilevazione 39 Istituti scolastici: 4 Direzioni Didattiche (1 della città, 3 della provincia), 29 Istituti Comprensivi (6 della città, 23 della provincia), 6 scuole secondarie di secondo grado (4 della città, 2 della provincia). IL CONTRIBUTO VOLONTARIO a) alle “materne”: - in 8 scuole (24%) non viene chiesto alcun contributo (ma quasi sempre si raccolgono fondi con feste e altre iniziative) - in 25 scuole (76%) viene richiesto un contributo: media di 16,46 euro , da un minimo di 1,5 euro ad un massimo di 35 euro (in 2 casi c’è uno “sconto, dal secondo figlio, di 5-10 euro) in alcuni casi in aggiunta al contributo si procede all’acquisizione di fondi tramite feste ed altre iniziative dei genitori. b) alle primarie: - in 6 scuole (23%) non viene chiesto alcun contributo (ma quasi sempre si raccolgono fondi con feste e altre iniziative) - in 20 scuole (77%) viene richiesto un contributo quasi sempre uguale a quello richiesto alla materna (in 6 casi superiore, dai 3 ai 20 euro): media di 16,50 euro , da un minimo di 1,5 euro ad un massimo di 40 euro (in 2 casi c’è uno “sconto, dal secondo figlio, di 5-10 euro) in alcuni casi in aggiunta al contributo si procede all’acquisizione di fondi tramite feste ed altre iniziative dei genitori. c) alle “medie”: - in 4 scuole (14%) non viene chiesto alcun contributo (ma in due di queste si raccolgono fondi con feste e altre iniziative) - in 25 scuole (86%) viene richiesto un contributo (nella metà dei casi uguale a quello richiesto per la primaria, nell’altra metà dai 10 ai 20 euro in più): media di 20,60 euro , da un minimo di 4,80 euro ad un massimo di 40 (in 2 casi c’è uno “sconto, dal secondo figlio, di 5-10 euro) d) alle superiori: viene richiesto nel 100% dei casi, si va dagli 86,50 ai 150 euro, con una media superiore ai 100 euro (vedi nota 1) LA RICEVUTA PER DETRAZIONE FISCALE In 15 casi (47%) viene rilasciata ricevuta, in 10 (31%) “NO”, in altri 7 (22%) “solo su richiesta” (probabilmente da intendersi che le scuole non fanno sufficiente informazione sulla “detraibilità” fiscale del contributo tanto che in un IC l’anno scorso solo una famiglia si presentò in segreteria per avere la ricevuta). LE FAMIGLIE VENGONO PREVENTIVAMENTE INFORMATE SULLA DESTINAZIONE DEI CONTRIBUTI? LORO In 6 casi non viene data alcuna informazione, negli altri 26 casi “Sì”, ma, contrariamente a quanto stabilito dalle circolari ministeriali in 7 casi l’informazione è del tutto generica (“per l’ampliamento dell’offerta formativa”). AL TERMINE DELL’ANNO SCOLASTICO VIENE DATO UN RENDICONTO CHIARO ED ESAUSTIVO SULL’UTILIZZO DEI CONTRIBUTI? “SI” in 19 casi (60%), nel più svariato dei modi: in 5 casi al Consiglio d’Istituto, in 3 ai rappresentanti di classe o di interclasse, in 1 caso al Comitato genitori; solo in 3 casi (10%) l’informazione raggiunge direttamente tutti i genitori (in 1 caso per lettera, in 2 è pubblicato sul sito). In 5 casi l’informazione è “generica” e solo su richiesta dei genitori (è forse dunque possibile sostenere che si tratti sostanzialmente di un NO, rispetto a quanto previsto dalle disposizioni, ndr) In 7 casi la risposta è un “NO” secco (ma “si farà”; dunque lo scambio di informazioni tra i Presidenti comincia a dare i suoi frutti, ndr) COME VENGONO UTILIZZATI I CONTRIBUTI AMPLIAMENTO DELL’OFFERTA FORMATIVA)? (ESCLUSIVAMENTE PER INTERVENTI DI SI’ in 11 casi (31%) ; NO in 4. Nella maggioranza dei casi (20, pari al 57%) vengono utilizzati “anche” (in alcuni casi addirittura “esclusivamente”) per fotocopie, materiale di facile consumo o simili. In ben quattro dei cinque istituti superiori una parte notevole dei contributi viene direttamente attribuita alle spese di “funzionamento e amministrativo”. QUANTO DANNO I GENITORI, “IN SOLDONI”, COMPLESSIVAMENTE ALLE LORO SCUOLE? I genitori che accolgono la richiesta di offrire un contributo sono tanti, l’ 81,62% del totale (il 79% nelle scuole dell’obbligo, il 93% alle superiori) e versano complessivamente, nelle 28 scuole in cui è stato possibile raccogliere il dato, 816.411 euro (a cui vanno aggiunti i ricavati delle feste), cioè una media di circa 30.000 euro ad Istituto (con un minimo di 1.168 euro in un IC della provincia e un massimo di 185.380 euro di un istituto superiore bolognese). Assicurazione: si spendono mediamente 7,44 euro; si va da un minimo di 4,20 ad un massimo di 10 euro. CONCLUSIONI Pressocché tutte le Scuole (90%) chiedono direttamente ai genitori un contributo volontario (le altre lo ricevono indirettamente col ricavato di feste e iniziative varie). Il contributo richiesto assomma mediamente a 16,50 euro alle materne-elementari (da 1,5 a 40 euro), 21 euro alle medie (4,80-40), oltre 100 euro alle superiori (87-150). Nel 30% dei casi alle famiglie non viene indicato preventivamente e specificatamente a cosa saranno destinati i loro contributi; e neppure a fine anno, nel 40% delle scuole, viene data una rendicontazione chiara ed esaustiva sul loro utilizzo. Ben l’82% delle famiglie, pur in tempo di crisi, risponde positivamente alla richiesta di un contributo, così che ciascuna Scuola può contare mediamente su circa 30.000 euro annui, una voce sicuramente molto significativa all’interno dei loro sempre più “magri” bilanci. A tali contributi versati direttamente nelle casse scolastiche si assommano non di rado gli introiti del ricavato delle feste che i genitori organizzano per raccogliere ulteriori fondi da destinare alle loro scuole. Nella scuola di base i contributi sono destinati per la gran parte a progetti per l’ampliamento dell’offerta formativa, ma non esclusivamente come vorrebbe la legge. Per le scuole superiori il discorso è più particolare: il contributo richiesto, oltre ad essere di gran lunga più oneroso (fino a 150 euro, nei soli 6 istituti censiti), in alcuni casi viene presentato senza la specificazione di “non obbligatorietà”(2), tanto che dal 90 al 99% delle famiglie versano, più o meno volentieri, quanto richiesto; anche l’informazione preventiva e la rendicontazione successiva appaiono in generale meno corrette e in 4 casi su 5 addirittura il contributo è esplicitamente utilizzato - ed in misura notevole - per spese di “funzionamento”. L’informazione sulla detraibilità fiscale appare ancora largamente incompleta; un terzo delle scuole non rilascia ricevuta utilizzabile a tal fine, un quinto la rilascia ma solo su specifica richiesta da parte delle famiglie. Tra l’altro, con una semplice informazione sulla corretta procedura di versamento, si potrebbe assicurare a tutte le famiglie la detraibilità fiscale direttamente in sede di dichiarazione dei redditi, senza gravare ulteriormente le segreterie con un lavoro di certificazione non più necessario. Lo scambio di informazioni all’interno del Coordinamento dei Presidenti, molti dei quali alla loro prima esperienza, permette di guardare con più fiducia al futuro: grazie alla loro opera sarà possibile ottenere già da quest’anno scolastico una maggiore trasparenza su molti degli aspetti critici (la destinazione e l’effettivo utilizzo dei contributi, l’informazione alle famiglie sulla detraibilità, …). Va tuttavia rimarcato il fatto che fornire queste informazioni e applicare le corrette procedure dovrebbe essere in carico al Dirigente Scolastico, ancor prima che al Consiglio d’Istituto, spesso inesperto e molti Dirigenti scolastici in effetti ben adempiono alle loro funzioni anche in questo campo. Ma poiché non tutti lo fanno e non tutti i Consigli d’Istituto fanno parte del Coordinamento, nell’incontro avuto con la dott.ssa Martinez il 9 aprile 2013 (a proposito degli organici) si è ritenuto opportuno consegnarle i risultati della rilevazione e, alla luce dei risultati, sollecitarla affinchè svolga appieno la funzione sollecitata dalla circolare e cioè quella di “dare la più ampia diffusione alle presenti indicazioni e vigilare sulla loro corretta applicazione, intervenendo direttamente, secondo le proprie competenze, per contrastare eventuali comportamenti difformi” (Nota 20 marzo 2012, Prot. n. 312). nota 1 Il campione oggetto della nostra indagine, alla luce dei risultati della rilevazione, pare essere effettivamente “significativo”. Confrontando infatti i dati da noi raccolti con i dati del Rapporto Censis del 2010, si trovano significative convergenze. L’entità dei contributi richiesti è simile, eccetto che per un significativo aumento nelle scuole superiori (16,40 euro nella scuola materna, 22 alle medie, più di 80 alle superiori nell’indagine Censis; 16,50-21-100 euro nella nostra). L’adesione delle famiglie, nelle due rilevazioni, è quasi perfettamente sovrapponibile (82,7 Censis81,6% la nostra). Il dato che invece si discosta nettamente è quello su quante scuole richiedano il contributo: per il Censis 3 anni fa erano il 53%, secondo i nostri dati siamo arrivati oggi al 90%. Questa forte variazione, visto il continuo e progressivo depauperamento delle scuole pubbliche da parte dello Stato, appare purtroppo altamente credibile. nota 2 dalla nota 593 del 7 marzo 2013 Il Coordinamento dei Presidenti di Circolo e di Istituto di Bologna e provincia