GESU’ E’ IL SUO NOME
Dio ha scelto di abitare in mezzo a noi.
E’ venuto per tutti e Gesù è il suo nome.
Siamo capaci di ripartire per altre strade,
siamo felici di gridare la gioiosa notizia:
Gesù è venuto, Gesù è nato!
E’ con coloro che non si aspettano più nulla,
con i delusi dalla vita,
con i soli, con i senza voce,
con gli indifferenti.
Infonde in loro speranza nuova,
apre uno spiraglio di luce e di pace,
rivela la grandezza della vita
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Filippo Lippi Natività (1450-1475 circa)
Chiostro di San Domenico - Prato
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Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
13,11-14
Fratelli, questo voi farete, consapevoli del momento: è
ormai tempo di svegliarvi dal sonno, perché adesso la
nostra salvezza è più vicina di quando diventammo credenti.
La notte è avanzata, il giorno è vicino. Perciò gettiamo
via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce.
Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno:
non in mezzo a orge e ubriachezze, non fra lussurie e
impurità, non in litigi e gelosie. Rivestitevi invece del
Signore Gesù Cristo.
RIFLESSIONE
Da quando Dio si è rivelato definitivamente in Gesù siamo più coinvolti, giorno dopo giorno, nella fede ed è la
Parola a ricordarcelo: “ La nostra salvezza è più vicina”.
Sollecitati dalle parole di Paolo siamo consapevoli della
brevità dell’esistenza e della necessità di essere tempestivi nella fede e nell’amore di Cristo e per Cristo.
Siamo invitati a svegliarci, rivestirci di luce per superare
ciò che non è opera della fede.
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Dal
Vangelo
secondo
Matteo
1,
18-24
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo
promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo.
Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Però, mentre stava considerando queste cose, ecco,
gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse:
«Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con
te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in
lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e
tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai
suoi peccati». Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio:
a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa “Dio
con noi”. Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé
la sua sposa.
RIFLESSIONE
Giuseppe è un uomo giusto, non giudica secondo le apparenze, lascia prevalere la misericordia e l’amore sulla vendetta.
Dio lo chiama, ha bisogno della sua forza, della sua mitezza. Ascolta la sua voce, ha un’immensa fiducia in Lui, crede
nelle sue promesse, accetta di entrare a far parte di un
progetto molto più grande di lui, che per realizzarsi, ha
bisogno anche del suo sì.
Ha scelto di seguire la via del Signore, silenziosamente.
Senza recriminazioni, rinunciando a tutti i suoi sogni
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Dal Vangelo secondo Matteo 24, 37-44
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio
dell’uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, e
non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse
tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell’uomo. Allora
due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e
l’altro lasciato. Due donne macineranno alla mola: una
verrà portata via e l’altra lasciata.
Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone
di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo”
RIFLESSIONE :
Gesù, pur usando parole conosciute dal popolo come
diluvio, giorno, Signore Nostro, invita i suoi contemporanei, e noi, ad un’attesa, ad una speranza attiva, il cui
risveglio diventa un modo nuovo di essere.
Da svegli è più facile resistere alle angosce del futuro.
Dio è discreto e umile, non impone la sua presenza: ci
chiede di attenderLo, di spalancare il cuore, di aprire gli
occhi.
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Dalla lettera ai Romani 1, 1-7
Paolo, servo di Cristo Gesù, apostolo per chiamata, scelto
per annunciare il vangelo di Dio – che egli aveva promesso
per mezzo dei suoi profeti nelle sacre Scritture e che riguarda il Figlio suo, nato dal seme di Davide secondo la carne,
costituito Figlio di Dio con potenza, secondo lo Spirito di
santità, in virtù della risurrezione dei morti, Gesù Cristo
nostro Signore; per mezzo di lui abbiamo ricevuto la grazia
di essere apostoli, per suscitare l’obbedienza della fede in
tutte le genti, a gloria del suo nome, e tra queste siete anche voi, chiamati da Gesù Cristo –, a tutti quelli che sono a
Roma, amati da Dio e santi per chiamata, grazia a voi e
pace da Dio, Padre nostro, e dal Signore Gesù Cristo!
RIFLESSIONE
Paolo si professa servo di Gesù, si definisce apostolo per
chiamata, si sente scelto per la missione di annunciatore
della Parola.
Ha dedicato tutta la sua esistenza a Dio, ha sentito la Sua
erompente chiamata, ha risposto con la massima sollecitudine, non è mai venuta meno la fiducia in Lui, non ha
avuto dubbi o incertezze sulla strada da seguire.
Paolo, folgorato dalla voce di Dio, diventa suo attento e
scrupoloso ascoltatore, dimostrando dedizione incondizionata ed amore assoluto.
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Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
15, 4-9
Fratelli, tutto ciò che è stato scritto prima di noi, è stato
scritto per nostra istruzione, perché, in virtù della perseveranza e della consolazione che provengono dalle
Scritture, teniamo viva la speranza.
E il Dio della perseveranza e della consolazione vi conceda di avere gli uni verso gli altri gli stessi sentimenti,
sull’esempio di Cristo Gesù, perché con un solo animo e
una voce sola rendiate gloria a Dio, Padre del Signore
nostro Gesù Cristo.
Accoglietevi perciò gli uni gli altri come anche Cristo
accolse voi, per la gloria di Dio. Dico infatti che Cristo è
diventato servitore dei circoncisi per mostrare la fedeltà
di Dio nel compiere le promesse dei padri; le genti invece glorificano Dio per la sua misericordia, come sta scritto:
«Per questo ti loderò fra le genti e canterò inni al tuo
nome».
RIFLESSIONE :
Paolo ci esorta a tenere viva la speranza ed ad essere più
perseveranti nella testimonianza.
Nei momenti di abbattimento, dove non ci sono prospettive, la perseveranza di Dio ci dà conforto, ci ricorda che
non siamo soli e che c’è un senso per tutto quello che avviene.
Il tema centrale della perseveranza è la dimensione della
speranza, intesa come apertura, come consapevolezza che,
al di là di tutti gli affanni e gli ostacoli, la vita ci riserva,
comunque, occasioni di felicità
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7
Dal
Vangelo
secondo
Matteo
11,2-11
In quel tempo, Giovanni, che era in carcere, avendo sentito
parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli
mandò a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo
aspettare un altro?». Gesù rispose loro: «Andate e riferite a
Giovanni ciò che udite e vedete: I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi
odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!». Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di
Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete
andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco,
quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re!
Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi
dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: “Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, davanti
a te egli preparerà la tua via”.In verità io vi dico: fra i nati
da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui».
RIFLESSIONE:
Giovanni non aveva dubbi circa la venuta del Messia, ma
solamente riguardo alla sua identità.
Egli, così radicale nella sua fede, si immaginava un Dio diverso, una venuta assordante, eclatante, sensazionale.
Gesù ci svela, al contrario, un volto di Dio colmo di tenerezza e sensibilità.
Gesù non mette in atto vendette, propone il perdono, vuole accendere il fuoco dell’amore: l’amore unisce tutti.
Guardiamoci intorno, usciamo dal nostro egoismo e cerchiamo le tracce della presenza di Dio
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Dal Vangelo secondo Matteo 3, 1-12
In quei giorni, venne Giovanni il Battista e predicava nel deserto della Giudea dicendo: «Convertitevi, perché il regno
dei cieli è vicino!». Egli infatti è colui del quale aveva parlato
il profeta Isaìa quando disse: «Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!». E lui, Giovanni, portava un vestito di peli di cammello
e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano
cavallette e miele selvatico. Allora Gerusalemme, tutta la
Giudea e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui e
si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Vedendo molti farisei e sadducei venire al
suo battesimo, disse loro: «Razza di vipere! Chi vi ha fatto
credere di poter sfuggire all’ira imminente? Fate dunque un
frutto degno della conversione, e non crediate di poter dire
dentro di voi: “Abbiamo Abramo per padre!”. Perché io vi
dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo.
Già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Io vi battezzo nell’acqua per la conversione; ma colui
che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e
fuoco. Tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà
il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un
fuoco inestinguibile».
RIFLESSIONE:
Giovanni, con la sua predicazione ci chiama alla conversione, a
prepara le vie del Signore, vincendo egoismi, menzogne,
odi. Giovanni grida il suo messaggio, proclama il primato
di Dio. Giovanni ci scuote con parole forti, ci spinge ad
uscire dall’immobilismo di un’esistenza anonima e passiva
per incontrare Dio
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Dalla lettera di san Giacomo apostolo
5,7-10
Siate costanti, fratelli miei, fino alla venuta del Signore.
Guardate l’agricoltore: egli aspetta con costanza il prezioso frutto della terra finché abbia ricevuto le prime e le ultime piogge. Siate costanti anche voi, rinfrancate i vostri
cuori, perché la venuta del Signore è vicina.
Non lamentatevi, fratelli, gli uni degli altri, per non essere
giudicati; ecco, il giudice è alle porte. Fratelli, prendete a
modello di sopportazione e di costanza i profeti che hanno parlato nel nome del Signore.
RIFLESSIONE
Giacomo ci incita ad essere costanti nell’attendere il Messia.
Come l’agricoltore aspetta pazientemente il frutto del suo
faticoso lavoro, così noi dobbiamo mostrare di saper attendere e di riconoscere i segni della prossima venuta di
Gesù.
Non lasciamoci fuorviare da lamentele futili, inutili e destabilizzanti: il mondo non cresce con persone piene di sé.
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Lo splendore della Nascita - Libretto per Avvento 2013