UNIONE S. CATERINA DA SIENA DELLE MISSIONARIE DELLA SCUOLA LA STORIA DELLA PICCOLA GINA raccontata da lei e dai fratelli Unione S. Caterina da Siena delle Missionarie della Scuola Unione S. Caterina da Siena delle Missionarie della Scuola LA STORIA DELLA PICCOLA GINA raccontata da lei e dai fratelli disegni di Pina Broggi 1 Chi è Gina? Gina è una bambina come tante. È nata a Chieti, una città dell’Abruzzo dove il papà, Carlo, è professore di latino e di greco. È l’ultima di cinque figli: Ada ritorna in Paradiso quando è ancora molto piccola, Andrea diventerà avvocato, Angiolina si farà suora e Bice l’accompagnerà nel cammino con Gesù, in mezzo ai bambini e ai giovani. La mamma fa solo la mamma ed è sempre presente in mezzo ai suoi bambini e vicino al marito. Il papà diventa provveditore agli studi e con tutta la famiglia è spostato da una città all’altra: Gina cresce a Bologna, Cuneo, Messina e Roma. La sua famiglia è allegra e sempre in movimento, in casa si raccontano le storie degli zii, e poi quelle dei fratelli più grandi e poi si parla dell’arrivo di Gina, aspettata da tutti, gioia della famiglia. Il Papà le farà conoscere i poeti come Carducci, la Mamma le insegnerà a pregare, i fratelli e gli amici a giocare, a volersi bene. Monti, fiumi, fiori, cani, acqua, neve le faranno compagnia. Ma un amico più grande di tutti sarà la sua felicità più grande: lo conoscerà al catechismo e durante la preghiera: si chiama Gesù, e la sua mamma è la Madonna. Con Gesù camminerà per tutta la vita, insieme a tante compagne, per le scuole del mondo. Lo farà conoscere a bambini e bambine, a ragazzi e ragazze, ai giovani tutti Gesù e la Madonna. La nostra Gina diventerà la professoressa Luigia Tincani, una persona importante che vivrà in mezzo a persone ancora più importanti, perfino vicino ai Papi, ma quando vorrà ricordare i momenti più felici della sua vita, ritornerà con il pensiero agli anni belli della fanciullezza. 3 Una famiglia allegra La Mamma ci raccontava che erano molti fratelli, abituati a provvedere a se stessi. Per lucidare le scarpe era stato assegnato a ognuno un gradino della scala. Il momento in cui lucidavano le scarpe era un gran tirarsi di spazzole, lucido e scarpe e un esplodere di risate. 4 5 Un cane fedele Quando gli zii erano bambini, andavano tutti insieme a Messa e il cane li seguiva. La mamma si metteva per ultima e riportava indietro il cane, ma, con grande sorpresa, se lo trovavano sempre ad aspettarli sul sagrato e se non volevano perdere la Messa dovevano farlo entrare. Lo facevano salire su una sedia e lo coprivano con i loro cappelli. Ma al suono del campanello il cane scattava e buttava per aria tutti i cappelli. 6 7 Un episodio divertente 1884. Eccoli Papà e Mamma Tincani alla stazione di Torino, in attesa del treno che li doveva portare a Milano, nuova sede della famiglia. C’era tanto da aspettare: perché non andare a vedere di corsa in quella notte Torino? Potevano portare con loro la bambina più grande, Angiolina di due anni, ma come fare con il piccolo Andrea di appena un mese? Si guardarono intorno. C’era un anziano prete che dette loro fiducia e che, con meraviglia e bontà, accolse nel grembo della tonaca quel batuffolo di bambino. Quando Papà e Mamma Tincani ritornarono appena in tempo per salire sul treno per Milano, il vecchio sacerdote, restituendo il piccolo Andrea, domandò: quanti anni avete? Ventiquattro e ventisette. Capisco! commentò bonariamente. Papà e Mamma ci raccontavano questo fatto sempre allegri. 8 9 Il Papà e la Mamma Il Papà doveva stare alzato di notte per scrivere i suoi libri di greco e latino: doveva guadagnare i soldi per mantenere una famiglia che cresceva in fretta: 5 figli in 9 anni di matrimonio! La Mamma vegliava accanto al Papà, silenziosa e serena: ora allattava un bambino, ora ne cullava un altro, ora cuciva qualcosa per loro. La prima bambina, Ada, morì a poco più di un anno, fra le braccia della nonna, e i genitori soffrirono molto. La mamma e le mele... è in arrivo Gina! Racconta Angiolina: “Voi non sapete perché la Gina è più intelligente di tutti noi Tincani: quando la Mamma la aspettava e se ne stava a lungo seduta a preparare il corredino, si teneva vicino un cesto di mele che mangiava in abbondanza e con gusto; ecco la sorgente naturale dell’intelligenza della Gina. E poi, perché in noi, Andrea, Bice ed io, i tre fratelli maggiori, ha avuto degli ottimi maestri!”. 10 11 Testimoni della nascita Alla nascita della Gina non è mancato un segno profetico! Papà, emozionato, andò a denunziare al Comune la nascita di Gina e non pensò a procurarsi i testimoni richiesti. 12 Papà era uno studioso, un uomo di scienza non un uomo pratico di vita, ed era anche distratto! Quando arrivò all’ufficio del Comune, si cercò qualcuno che conosceva la famiglia Tincani e poteva fare da testimone. Lì presenti c’erano solo due bravi uomini che, su richiesta del Segretario del Comune, accettarono di fare da testimoni: ma erano calzolai… analfabeti, e firmarono tracciando una croce, come risulta nell’atto di nascita. Così, da analfabeti, testimoniavano la nascita della futura professoressa. I quattro fratellini Tincani Con Gina ci sono Angiolina di 7 anni, Andrea di 5, Beatrice di 2. 13 La preghiera La mamma educa Gina alla preghiera con la sua fede profonda. Il babbo accompagna la famiglia alla Messa tutte le domeniche, sfidando il disprezzo, le critiche, la derisione di chi non la pensa come lui e sono in tanti in questa città di Bologna. 14 Lei, la piccola Gina, viene mandata come ambasciatrice al babbo, che spesso la domenica mattina si ritrova con il Carducci e altri intellettuali nel retro della libreria Zanichelli. Gina lo chiama per la Messa ed è sempre un atto di coraggio affrontare il burbero e barbuto poeta che ogni volta le chiede che cosa vuole. 15 16 La mamma e le sorelle hanno visto Gina fin da piccola, la sera, prendere un seggiolone, appoggiarlo ad un tavolino del salotto, salirvi sopra, mettersi in ginocchio e pregare ad alta voce davanti all’immagine della Madonna della Annunciazione. Quando pregava voleva restare sola, ma qualche volta la mamma e Angiolina hanno ascoltato dalla fessura della porta che cosa diceva alla Madonna: “Gesù oggi è stato nel prato, ha raccolto tanti fiori e li ha messi in un cestino…” Quel cestino era il suo, che si portava dietro! Una cosa straordinaria? Certo, non tutte le bambine lo fanno. Quando andavano a Messa, la mamma si poneva tra Bice e Gina e suggeriva loro varie preghiere, chinandosi ora verso l’una, ora verso l’altra. A Gina diceva sempre la frase: “Perdona il mio cuore freddo…” e la piccola Gina meravigliata esclamava: “Ma, Mamma, il mio cuore non è freddo!”. Sincerità e semplicità di una bambina abituata a dire la verità anche nella preghiera. 17 La mamma e Gina Quando la mamma mi sentiva parlare con troppa sicurezza e fiducia nel mio giudizio, mi diceva: “Bambina mia, non mi fare la professoressa”. Quando mi vedeva immersa in mille attività, tra mille progetti di studio, di gioco, di vita, si rivolgeva a me con queste parole: “Ecco il mio caporale di giornata!” A me piaceva molto. Potevi dirmelo prima! Avevo 9 o 10 anni e la mamma un giorno decise di tagliarmi i capelli. Confessai di averlo tanto desiderato e lei mi disse: ‘Bambina mia, potevi dirmelo, te li avrei tagliati prima!”. Si va a scuola A Bologna a cinque anni Gina aveva frequentato un poco le elementari in una scuola privata, ma ci andava malvolentieri, «tempestando» perché la facevano «andare a scuola». 18 La bimba più tardi frequentò con facilità e con profitto la terza elementare in una scuola comunale. 19 Il Piemonte e Cuneo Il Piemonte era conosciuto, amato e cantato da Gina: aveva 6 anni quando declamava in coro, con il papà e i fratelli, la poesia Piemonte del poeta Carducci! L’incontro con la città di Cuneo aprì l’animo suo alle bellezze: prati e boschi, le grandi montagne di roccia scura o candide di neve e l’acqua, tanta limpida acqua di ruscelli e di fiumi, e la sferzante piacevole tramontana. Gina parlava alla natura e capiva il suo mistero: la natura era opera di Dio creatore e le parlava di Dio. La sua fanciullezza era lieta, fatta di cose semplici, belle e grandi. Gina viveva in gioiosa allegria. Si sentiva capita e amata dai genitori, divideva con i fratelli studio, giochi, avventure. 20 21 Gina ebbe un amore evangelico a tutti gli animali: pecorelle, cani, uccellini, gatti. Desiderava tanto studiare musica, come la sorella Angiolina, che conosceva la musica classica, e Andrea che si appassionava alla lirica. Ma la famiglia era grande e non poteva permettersi di pagare lezioni di musica anche per Bice e per Gina. Ma lei ebbe sempre la “testa imbottita di musica”, perché a casa si suonava e si cantava sempre. 22 La storia dei cani cominciò proprio a Cuneo, al caratteristico mercato della città, in una mattina di vacanza scolastica. Mamma Tincani aveva con sé tutti e quattro i figli. Le buone contadine arrivavano dalla montagna e dalla campagna al mercato, dritte e silenziose, una accanto all’altra in una fila che si stendeva lungo il marciapiede. Esse offrivano ai clienti la loro merce da un cestino che tenevano in mano. Passando e curiosando nelle ceste che cosa scoprirono i ragazzi Tincani? Un cucciolo di 23 pastore piemontese. Sembravano impazziti, e la mamma non riuscìva a capire che cosa chiedevano di comprare. Finalmente parlò Andrea: “Mamma c’è un cucciolo... compracelo... già ci guarda e ci lecca...” “Non possiamo, senza il permesso del Papà”. “Andiamoglielo a chiedere”. La giovane Mamma Maria nel cuore era più contenta dei figli: scrisse un biglietto al marito e mandò Andrea a portarglielo. Il giovane Provveditore rispose sì. Per una lira il cucciolo piemontese passò nelle mani e nel cuore dei ragazzi e dell’intera famiglia Tincani. Si attese il ritorno del Papà Provveditore per la scelta del nome: si sarebbe chiamato Po, che nella dinastia sarà Po I. Alcuni mesi dopo, questo cane, per correre dietro a un gregge che passava sotto le finestre di casa, fece il salto troppo lungo e cadde in strada, morendo. Dopo di lui ci sarà Po II. E da allora i cani non mancarono più in casa Tincani. 24 25 Giochi Chi godette di Po più di tutti fu Gina: quella che per l’età stava più in casa, aveva meno da studiare o riusciva a studiare in meno tempo, e 26 forse anche quella che per temperamento aveva più bisogno di un amico al quale parlare, sempre disposto ad ascoltarla. Scriverà da grande: “Amo i cani perché sono fra le creature più eccezionali che la bontà di Dio ha creato e mi parlano di Lui ancora più dei fiori e più delle altre bellezze naturali. Mi interesso al mistero della loro natura proprio perché c’è in essa tanto mistero di onnipotenza divina che ci sfugge”. Gina non si fermò qui: allargò questo amore evangelico a tutti gli animali domestici specie se in difficoltà: uccellini, gatti, pecore e caprette, asinelli, colombe e persino i civettini di un vecchio campanile romano. 27 28 Nel giardino di casa capitò un uccellino speciale, straniero; forse un po’ sfinito. Provò a farlo mangiare; ciò che gli dava non era adatto. Era ormai sera, e Gina, preoccupata per l’uccellino che non poteva mangiare, lo portò al giardino zoologico. Quando gli uccellini appena nati cadevano dal nido, li portava nella sua camera, li curava fino a quando potevano riprendere il volo. Curò qualche gattino smarrito per cercargli un padrone sicuro. Da grande incontrò un cucciolo sperduto che gridava disperatamente in Piazza di Spagna a Roma: lo affidò alle universitarie del Centro “Regina Mundi” e una di loro ne divenne la fortunata padroncina. 29 La gioia della neve Gina scriveva da Cuneo a una amichetta rimasta a Bologna: “Ci siamo svegliate questa mattina a Cuneo con un bella luce bianca… ed erano le sette! Tutto è ammantato di neve! È molto bello! Anche ora, che sono le undici, la luce è tutta speciale, tutta bianca! Ce la godiamo! la neve è la nostra gioia!” 30 31 Sui bastioni Gina a Cuneo si divertiva a far salire sui bastioni i compagni che sosteneva sulle spalle: ricorderà sempre come erano duri quegli scarponi. Ai giardini pubblici giocava con i compagni e con Po, il cane amava gettarsi nell’acqua della fontana. Gioia di vivere La bellezza della natura la presenza della mamma e del papà che volevano far felici i loro figli fecero di Gina una ragazza serena, forte piena di gioia. 32 33 Balli contadini Gina era una ballerina appassionata, preferiva ballare nelle fiere di campagna, all’aperto e non nei salotti della città dove si annoiava. 34 35 Avventure emozionanti A scuola le piaceva andare anche nel pomeriggio, quando non c’era lezione, e con Angiolina e la figlia della bidella poteva salire nella soffitta, spostandosi a cavalcioni sulle travi sospese tra i muri. I loro giochi erano sempre un po’ azzardati: la mamma la vide una volta sul cornicione esterno della scuola, sospesa nel vuoto, e… tremò di paura. Ma subito pensò che l’angelo custode di Gina conosceva il suo amore per il rischio ed era preparato per difenderla da ogni pericolo. Questa audacia ed il gusto dell’avventura faranno di Gina una maestra capace di avere coraggio nel fare il bene. 36 37 I Sacramenti Dentro questa Gina allegra e spensierata, tutta presa dalla vita che la circondava, c’era un angoletto tutto per Gesù. Quando era con i compagni era tutta presa dalla vita con loro, ma quando andava al catechismo, pregava, pensava a Dio, si trasformava. L’esperienza della prima Confessione e della prima Comunione resterà viva per sempre nel suo cuore: aveva incontrato veramente Gesù! Il giorno della prima Confessione Gina era pensierosa ed emozionata. Quando il confessore le diede l’assoluzione la bambina sentì una grande pace: il sangue di Gesù aveva lavato la sua anima. Si allontanò dal confessionale con il volto radioso: aveva conosciuto la bontà del Padre celeste. Giorni prima un fatto importante: in una passeggiata in montagna la comitiva si era fermata a visitare la chiesetta di un borgo. C’era un Crocifisso di grandezza naturale grondante sangue. La piccola Gina rimase impressionata 38 e domandò: “Perché tanto sangue? Che cosa ha fatto?” Dopo un attimo di silenzio la voce della mamma le diede la spiegazione: “Gesù ha voluto morire in croce per noi perché ci voleva bene”. 39 L’amore per Gesù crocifisso e per il Sangue redentore sarà sempre vivo nella sua fede e nella sua preghiera. Angiolina e Bice le regalarono per la prima Comunione una testa di Gesù coronata di spine, un dono insolito per una bambina, ma che Gina apprezzò e che si impresse profondamente nel suo cuore. 40 San Michele Arcangelo San Michele Arcangelo sconfigge il dragone infernale! Lo vedeva ogni giorno nel Duomo di Cuneo. Era un grande amico di Gina perché la proteggeva contro ogni male. 41 Gina studiava con amore e buona volontà. Diventò maestra e poi professoressa: tanti, tanti bambini, ragazzi, giovani imparavano da lei a conoscere il mondo, a vivere con gioia e con bontà, soprattutto a conoscere Gesù e a dirgli grazie perché ci ama. 42 A Roma Gina aveva una camerina piccola piccola con una finestrina in alto, davanti al letto: da questa finestrina si vedeva solo il cielo e, stando coricata a letto vedeva un po’ dei tetti. Più alto di tutti quei tetti, un abbaino. Ogni sera sulla punta del tetto dell’abbaino si appollaiava un civettino. Quando Gina era a letto si divertiva a guardarlo. Nel cielo chiaro del primo crepuscolo il civettino sembrava guardare dentro la stanzetta, e Gina sorrideva e pensava: certo da lì, in alto, quante cose vedrà… pensava alla sua classe, pensava ai ragazzi e alle scuole di tutto il mondo, pregava il Signore per i suoi studenti. Il suo cuore era grande e la sua fede in Gesù ancora più grande, ma da sola non poteva arrivare in tutto il mondo. 43 Gina domandò alle sue amiche professoresse e maestre: “Chi vuol venire con me nelle scuole del mondo?” E si sentì rispondere: “Io sì”… “Io sì”… “Io sì”… “Io sì”… “Io sì”… Gina e le sue nuove amiche formarono una bella famiglia, si chiamarono Missionarie della Scuola e andarono in tutto il mondo a cercare e ad accogliere i bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze, tutti i giovani che avevano voglia di conoscere, di capire, di imparare, di incontrare Gesù e di essere felici. Gina sapeva tante cose ma aveva scoperto che una cosa è la più importante di tutte: volere il bene dei suoi scolari. Aveva tanta pazienza, tanta bontà. Gli alunni di Gina erano sempre attenti e pieni di gioia nell’imparare. Con lei lo studio diventava una festa e una scoperta continua … con lei era bella anche la fatica di studiare! 44 45 Quando Gina fu molto malata a Roma, in Via Appia Antica, le facevano compagnia due colombine che venivano ogni giorno a posarsi sulla finestra della sua cameretta. Le colombe portavano notizie… le raccontavano quello che le Missionarie facevano nelle scuole dell’Italia e del mondo, e lei affidava a loro il messaggio più bello: che tutti i vostri scolari che entrano con voi nella scuola, escano pronti ad andare con gioia nella scuola più grande che è la vita. 46 47 © 2011 Unione S. Caterina da Siena delle Missionarie della Scuola www.missionariedellascuola.it Disegni di Pina Broggi Progetto grafico, impaginazione e stampa a cura di Vicis srl V.le delle Provincie, 37 – 00162 Roma www.vicis.it UNIONE S. CATERINA DA SIENA DELLE MISSIONARIE DELLA SCUOLA LA STORIA DELLA PICCOLA GINA raccontata da lei e dai fratelli Unione S. Caterina da Siena delle Missionarie della Scuola