rivista italiana di ricerca e formazione psicopedagogica
2008 - Anno 7 n° 2 - Trimestrale - Euro 6,00
Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1 comma 2 - DCB/Gorizia - Tassa riscossa - Secondo trimestre 2008
Asili nido tappabuchi
o asili nido educativi?
Editoriale:
La clandestinità della pedagogia
nell’epoca dell’emergenza educativa
E-mail dal Kosovo:
I bambini di Shtupel:
una speranza per il futuro
Inchiesta:
Chi ha ucciso
la pedagogia all’Università?
proposte
Cosa vuoi da me papà?
Uno spettacolo interattivo rivolto all’adolescenza
sul tema della conflittualità tra padri e figli
Elena Passerini *
I
l titolo dello spettacolo è una
domanda, una domanda aperta
che non ha una risposta in
copione. La centralità della
domanda, del creare condizioni in
cui potersi interrogare, porre
problemi, confrontare emozioni e
sensazioni, prima che risposte, è
l’aspetto più caratteristico di questo
spettacolo di teatro interattivo,
ideato e proposto dal Centro
Psicopedagogico per la Pace e la
gestione dei conflitti di Piacenza.
Gli spettatori sono ragazzi e
ragazze delle scuole superiori,
adolescenti.
Sul palcoscenico Fabio Doriali, nei
panni di Stefano, figlio e giovane
padre, in un momento di evidente
stress e cambiamento nella sua
vita, è circondato da scatoloni,
obbligato a traslocare. Il padre non
è presente in carne ed ossa, in
realtà è morto da poco, ma proprio
per questo diventa la figura che
pone conflitti difficili e chiede una
decisione e una precisa ed esplicita
assunzione di responsabilità. Nel
suo video-testamento l’attore
Gianni Schicchi interpreta un padre
anziano e sereno che rivela al figlio
il cambiamento che ha vissuto da
poco negli anni della sua pensione.
Era un imprenditore edile, dedito al
lavoro assai più che alla famiglia,
ricco. Solo ultimamente si è
dedicato agli studi, all’esplorazione
del mondo, all’incontro con gli altri
fino a scoprire nel contempo il
bisogno di aiuto del mondo e
anche la possibilità di lavorare per
affrontare i problemi sociali. Ha
selezionato alcune organizzazioni
umanitarie e chiede ai figli di
devolvere loro la sua eredità. I
fratelli accettano senza problemi,
Stefano invece si sta separando
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dalla moglie, contava su quei soldi.
È in difficoltà e rievoca i conflitti
che hanno segnato negli anni la
sua relazione col padre. Infine
chiede aiuto al pubblico: “voi cosa
fareste al mio posto?”.
L’interazione col pubblico che
nasce così tra il personaggio, che
scende dal palco ma rimane
Stefano, e i ragazzi e le ragazze è
molto partecipata. Stefano non si
accontenta di risposte.
Approfondisce il problema, si fa
altre domande, utilizza gli interventi
di ciascuno per richiamare altre
sensibilità o posizioni. Il pubblico è
portato quasi inavvertitamente a
mettersi in gioco ed esprimersi in
un ruolo che non è adolescenziale:
riguarda il futuro, la responsabilità,
il senso del lavoro e dei soldi.
Stefano li guarda come
interlocutori che lo possono aiutare
a esprimere i suoi stessi dubbi, le
sue preoccupazioni ma anche il suo
risentimento, il suo orgoglio, la sua
decisione. Entrano quindi in una
prospettiva adulta, ben diversa
dalla passività infantile e
soprattutto dai tratti consumistici e
narcisistici cui gli adolescenti sono
stati abituati dai media.
Sono un pubblico che agisce, il
protagonista diventa un vero
interlocutore che
li incalza ma
anche li accoglie:
alla fine
comunica ai
fratelli la
decisione a cui
arrivano loro con
la loro
discussione.
Lo spettacolo,
ideato da
Daniele Novara,
e scritto con il
regista Francesco
Summo, si propone come uno
strumento capace di mettere in
luce il ruolo educativo del padre e
il rapporto tra ogni individuo e le
società nel suo insieme. Infatti il
ruolo del padre è proprio quello di
consentire la separazione dei figli
dalla madre permettendo così la
loro introduzione autonoma e
responsabile nella società più
ampia. Nelle discussioni del
pubblico con Stefano, emerge il
conflitto tra singolo e collettività,
tra i desideri del singolo e i bisogni
della collettività, diventano più
evidenti le responsabilità individuali
e quelle collettive.
Gli insegnanti sono invitati ad
ascoltare i ragazzi e ad
approfondire i temi emersi anche
grazie a un percorso espressivo, un
libretto che contiene oltre al
copione una scelta antologica e
alcune attività di approfondimento.
Per informazioni:
tel. CPP: 0523.498594
E-mail: [email protected]
* Filosofa, Formatrice del Centro
Psicopedagogico per la Pace e la Gestione
dei conflitti di Piacenza.
E-mail: [email protected]
Fabio Doriali
CONFLITTI
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