Detta in questo modo sembrerebbe un sfottò. Non c’è nulla di più difficile – ora come allora – del credere in qualcosa che non si può misurare. Ogni cosa sotto il cielo, anche l’aria che – eppure – non possiamo toccare né vedere, è misurabile purchè si disponga dei mezzi tecnici adatti. Quindi, esiste. Quindi possiamo credere che, se siamo vivi, lo dobbiamo anche al fatto che respiriamo una miscela di ossigeno, anidride carbonica e vari gas che compongono l’aria che respiriamo che però non possiamo vedere né toccare. Questo perché, ad un certo punto del nostro cammino esperienziale e scientifico, abbiamo potuto mettere a punto strumenti capaci di darci l’esatta composizione dell’aria intorno a noi. E allora… perché non spingersi oltre e provare anche a credere all’esistenza di Colui che ha generato quell’aria dalle sue stesse narici? E anche questo sembra, forse più che uno sfottò, un residuo mitologico della nostra storia. Quando mi capita di discutere con chi non crede in Dio mi scontro sempre con un muro fatto di “la scienza non ha ancora dimostrato l’esistenza di Dio”, “il mondo così come lo conosciamo è stato generato dal ‘big bang’ “, “l’uomo è l’evoluzione dei primati”, “la religione è un fatto tribale ed è nata dalla fantasia umana”, tutte affermazioni che sicuramente spiegano il “come” … ma non il “perché” ed è qui che casca l’asino. Perché l’uomo esiste? Perché un primate come lo conosciamo noi, una comune scimmia, pur avendo a disposizione materiali e tecnologie e vivendo accanto all’uomo non ha – nel corso dei secoli – affinato le sue conoscenze rimanendo allo stato animale senza fare un solo piccolo passo avanti nella sua evoluzione se non nell’uso – peraltro a volte casuale – di strumenti che l’uomo stesso gli ha insegnato ad usare? E’ indubbio, ed è un concetto alla portata di qualsiasi cultura, che in poche centinaia di anni l’essere umano, l’ “homo sapiens sapiens”, ha fatto passi da gigante in campo tecnologico. Quando ero ragazzina il fatto di poter chiamare mia sorella da uno schermo piccolo come un orologio da polso e poter parlare con lei da questo schermo era inimmaginabile se non nei romanzi di fantascienza, di cui ero appassionata. E non sono poi così vecchia. Non ho mai visto, in tanti anni, un solo primate riunirsi in team (cfr. “Il Pianeta delle Scimmie” romanzo di Pierre Boulle, portato sui grandi schermi nel 1968 da Franklin Schaffner) per studiare un modo di impadronirsi delle tecnologie, per quanto primitive fossero. A me questo basta per stabilire, senza ombra di dubbio, che l’uomo non è l’evoluzione dei primati. Il Grande Ingegnere, come a volte mi piace chiamarLo, ha sicuramente creato sia il primate che l’uomo ma – a differenza di quello – a noi ha voluto donare il Suo Spirito, il Ruach – come viene definito dalla tradizione ebraica – il soffio Divino che fa la differenza tra un essere umano ed un animale. Che poi questo Spirito di cui ci ha dotato sia stato pervertito dal Male… è un altro discorso e merita una discussione a parte. Tutta questa premessa è servita (innanzitutto a me) per introdurre la vera protagonista di questa discussione che è la Fede. Ironizzare è lecito. Dubitare è bene. Credere è meglio. Quand’ero piccola e non volevo mangiare qualcosa, facevo i capricci e frignavo fino a quando mia madre non toglieva l’ “indesiderata” dalla tavola. A volte però cercava di convincermi a mangiarla ed una delle frasi che più mi convinceva almeno ad assaggiarla era: “Ma se non assaggi non saprai mai quanto è buona!“ A quel punto avvicinavo la forchetta alla bocca serrata, annusavo prima di decidermi ad aprirla e, solo quando e se ero veramente convinta, l’assaggiavo. E veramente… il più delle volte era buonissima. Molti di noi si comportano nello stesso modo con Dio. Alcuni proprio non ne vogliono sapere, pensando che Dio abbia un sapore amaro o disgustoso, questo perché non hanno capito quanto sia delizioso il Suo Gusto. “Gustate e vedete quanto è buono il Signore” recita il Salmo 33. Molti hanno timore di assaggiare perché pensano che la loro vita ne venga sconvolta. Preferiscono un solido e sicuro “tran tran” spirituale piuttosto che la scoperta (o la ri-scoperta) della libertà. Infatti, la maggior parte dei “tiepidi”, o di coloro che dubitano dell’esistenza di Dio, credono che avvicinandosi a Lui verrebbero a conoscenza di cose di se’ stessi che li farebbero entrare in crisi, che impedirebbero loro di condurre la vita così come l’hanno condotta fino a quel momento. E’ infatti sintomatico come la conversione sia il risultato di una profonda crisi esistenziale durante la quale l’individuo sperimenta il non-essere. E’ vero. A volte avvicinarsi al Signore, cercare di fare la Sua Volontà, può risultare difficile ed amaro. Ma è sicuramente meno amaro del peccato, il quale esige un prezzo altissimo che però non viene pagato fino a quando non ci rendiamo conto di esserne schiavi. E, dato che non siamo animali, prima o poi ci rendiamo conto di vivere nel peccato ed allora ci rivolgiamo con tutte le nostre forze al Padre Celeste affinché ci ascolti: Dal profondo a te grido, o Signore; Signore, ascolta la mia voce. Siano i tuoi orecchi attenti alla voce della mia preghiera. Se consideri le colpe, Signore, Signore, chi potrà sussistere? (Salmo 129) E Lui, sempre, ci ascolta… (continua) Ti potrebbe interessare anche: Podcast: 2016-01-12 11:01:00 Direttamente da Radio Vaticana le riflessioni spirituali in audio, un appuntamento quotidiano di Lode a Te. Iscriviti alla nostra Newsletter per non perdere nessuno di questo inten... Almanacco del 13.12.2015 Felice Dio e pace a te! Alma nacco 13 12 2015! ⛪ Terza domenica di Avvento Sal.Is 12 RIT: Canta ed esulta, perché grande in mezzo a te è il Santo d'Israele. Alleluia: Lo ... Il nostro staff Elenco collaboratori Lodeate.it in rigoroso ordine alfabetico, se vuoi essere dei nostri ed essere inserito in questo elenco leggi maggiori informazioni nella pagina diventa autore... Privacy Policy Privacy Policy di www.lodeate.it Questa Applicazione raccoglie alcuni Dati Personali dei propri Utenti. 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