Gli elementi costitutivi di un sistema previdenziale La previdenza come trasferimento nel tempo • Trasferimento del reddito NEL TEMPO: “debito previdenziale” • Pagamento di contributi: aumento del debito • Pagamento delle pensioni: rimborso • Debito prev: somma dei diritti pensionistici di ogni soggetto iscritto al sistema • Contributi versati / prestazioni pagate: rendimento implicito del trasferimento • Debito previdenziale: V.A. delle prestazioni già maturate. • Sostenibilità del sistema: tasso di crescita della massa imponibile = remunerazione La previdenza come trasferimento nello spazio • Redistribuzione del reddito corrente dalla popolazione attiva a quella non attiva • Correlazione con il reddito prodotto. • Variabili macroeconomiche: • rapporto prestazioni medie e reddito pro-capite • dinamica dell’occupazione • variazione del PIL e della produttività • struttura per età della popolazione P/Y = p/ . B/R . R/O . O/A . A /E Quadro normativo, demograf., occupaz. P spesa totale per pensioni p pensione media Y prodotto interno lordo (Pil) produttività pro-capite degli occupati B numero delle pensioni in pagamento R numero dei pensionati (diretti e superstiti) O persone oltre la soglia della vecchiaia (>65 anni) A persone in età di lavoro (15anni < età < 65 anni) FL forze di lavoro E numero degli occupati Regime a capitalizzazione • Le risorse accantonate nell'arco della vita lavorativa costituiscono un capitale, di cui si beneficia dopo il ritiro dal lavoro. • Variabile che determina l’incremento delle risorse: • TASSO DI INTERESSE REALE Regime a ripartizione • Le prestazioni ai pensionati sono finanziate con i contributi pagati dai lavoratori in attività (eventualmente integrati da altre entrate fiscali) . • Variabile che determina l’incremento delle riserve: • PRODOTTO INTERNO LORDO (PIL) La sostenibilità di un sistema a ripartizione: il teorema di Aaron • Sostenibilità del sistema: tasso di crescita della massa imponibile = remunerazione • Due fasi di vita: lavoro e pensione. • Periodo 1. Monte salari: 1000; contribuzione: 40%; contributi pagati: 400 • Periodo 2. pop: 2%; W: 3%; tot: 5%. Monte salari: 1050; contributi pagati: 420. • Sostenibilità: 400x(1+r)=420 • R=5% La determinazione dell’importo della pensione • METODO CONTRIBUTIVO (in Italia dopo la riforma del 1995): la pensione è commisurata ai contributi versati e alla speranza di vita. • METODO RETRIBUTIVO (in Italia, prima della riforma Dini): la pensione è commisurata alla retribuzione conseguita durante la carriera lavorativa. Le ragioni a sostegno dell’intervento pubblico • Equilibrio di bilancio: operando su alcune variabili, lo stato può assicurare bilanci in equilibrio, come una società privata. • Destinazione delle risorse: la domanda di previdenza è indipendente dall’assetto pubblico o privato. • Garanzia di universalità: il privato persegue scopi di efficienza (selezione avversa). • Costi di gestione e dimensione ottimale: più limitati in un sistema centralizzato (problema dei controlli) • Funzione di garanzia: può essere garantita solo dallo stato con il potere impositivo. Il sistema previdenziale italiano Evoluzione storica, riforme, problemi di sostenibilità Evoluzione storica postunitaria • Mutualismo (Opere pie e Società di mutuo soccorso) • 1898: prima cassa nazionale di previdenza. • Periodo fascista. Nascita dell’INPS e dell’INAIL. • Anni ‘50 e ‘60: miglioramento delle prestazioni ed estensione della copertura. Presupposti degli squilibri finanziari. • Introduzione del criterio retributivo e di elementi assistenziali. L’estensione della pensione obbligatoria • 1957: assicurazione obbligatoria nel settore agricolo • 1959: artigiani • 1966: commercianti • Spesa previdenziale come elemento di consenso (governo e sindacati). • Fine anni ’60: introduzione del sistema retributivo • Nascita della pensione sociale • Rivalutazione automatica delle pensioni • Uso distorto dell’invalidità Anni ‘70 e ‘80 • Peggioramento dei conti previdenziali e spinte sindacali agli aumenti per i dipendenti • 1978: svolta della CGIL • Separazione assistenza previdenza e “bilancio parallelo”. • Aggravio degli squilibri finanziari e delle prospettive demografiche. • 1983: revisione dei criteri di convergenza del 1978 • 1984: revisione delle pensioni di invalidità Gli anni ’90: Amato • Provvedimenti tampone Finanziaria 1993. • Uniformazione dei criteri di calcolo al metodo del FPLD • Correzione delle tendenze di spesa allo scopo di non aggravare il rapporto spesa/PIL (innalzamento età pensionabile, blocco pensioni di anzianità, etc.). Fondo pensioni lavoratori dipendenti: aliquota contributiva di equilibrio INPS anno 1993 1995 2000 2005 2010 2020 a 42,4 46,1 48,3 50,3 53,7 Coppini b c 43,6 43,6 44,4 47,0 43,1 40,6 39,3 40,0 Ragioneria Generale a b c a 43,1 43,1 43,1 43,4 44,3 43,8 43,5 41,5 43,7 43,4 41,7 46,0 47,6 45,5 41,8 50,1 60,6 54,0 48,0 58,5 b 41,2 41,8 40,2 41,8 45,6 53,0 c 41,2 41,0 37,2 34,8 35,4 37,5 a - Pre riforma Amato b - Riforma Amato con indicizzazione anche alla dinamica salariale c- Rifoma Amato con indicizzazione solo ai prezzi Gli anni ’90: Ciampi e Berlusconi • - Limiti della riforma Amato: scarsa equità di alcuni provvedimenti - Eccessiva gradualità delle riforme - Intervento di Ciampi su pensioni di anzianità e metodi di calcolo - Obiettivi della riforma Berlusconi: 1. Rendere più veloci le riforme 2. Pensioni complementari 3. Pensioni di anzianità - Fallimento Berlusconi: incompatibilità tra obiettivi di lungo termine (sostenibilità) e di breve (riduzione deficit) La riforma del sistema previdenziale italiano Legge 8 agosto 1995, n.335 (Riforma Dini) La previdenza italiana prima della riforma Dini • Equilibri finanziari precari. • Frammentazione del sistema che impedisce le compensazioni tra gestioni. • Iniquità dei rendimenti - In ottica di contributo al riallineamento finanziario - In ottica di pari trattamento intragenerazionale. L’analisi dei tassi di rendimento impliciti Fase pensionistica: si godono dei frutti della contribuzione Fase lavorativa: pagamento di contributi ritiro • Tasso di interesse che eguaglia il valore attuale delle prestazioni attese al momento del ritiro e il montante dei contributi versati. • Rendimenti migliori per carriere “brillanti”, donne e dipendenti pubblici. Le previsioni demografiche • Tempi di esaurimento delle pensioni in essere • Diritti quesiti • Speranza di vita: da 76,2 anni fino a 81,4 anni nel 2050 (uomini); da 82,6 anni a 88,1 anni (donne). • La popolazione totale è destinata ad aumentare leggermente nel 2020 raggiungendo circa 58.042.000 unità. • Due dinamiche demografiche contrastanti: dinamica naturale, e dall’altra invece quella migratoria. I contenuti della riforma Dini • Obiettivo: risolvere le problematiche economiche e demografiche. • Le principali innovazioni: • -metodo di calcolo contributivo, correlato ai contributi accumulati e all'età anagrafica di pensionamento; • -l'abbandono graduale delle pensioni di anzianità: previsione di un intervallo di età in cui ritirarsi; • -forme di pensionamento parziale; • -armonizzazione delle regole dei diversi regimi pensionistici; • Rilancio della previdenza complementare. Il nuovo sistema pensionistico a regime (2013) • la pensione di vecchiaia sostituirà le attuali pensioni. • Per accedervi occorre: • - risoluzione del rapporto di lavoro; • - tra 57 e 65 anni di età, a scelta; • - versamento di almeno 5 anni di contribuzione effettiva; • - importo della pensione a calcolo non inferiore a 1,2 volte l'assegno sociale. L'ammontare della pensione dipende dai contributi versati durante l'intera vita lavorativa Determinazione dell’importo della pensione Importo della pensione annua = montante individuale dei contributi (M) x coefficiente di trasformazione relativo all'età dell'assicurato al momento del pensionamento. (C) M = retribuzione imponibile x aliquota di computo (33% e 20%) x tasso di capitalizzazione (media PIL quinquennale) C = legato alla speranza di vita (dir prop all’età) Il tasso di rendimento: la variazione del Pil in un modello biperiodale il fattore di capitalizzazione è Y t 1 / Y t Le retribuzioni sono in un certo momento t una quota pari a b del PIL, ossia Wt btYt . Se questo rapporto rimane costante nel tempo, ovvero se bt 1 / bt 1 si ha di conseguenza che Y t 1 / Y t W t 1 / W t per cui risulta indifferente l'uso del tasso di variazione del Pil rispetto a quello della massa retributiva. Perché l’adozione del contributivo? • due considerazioni. • rimedio stabile ai problemi dell'equilibrio finanziario del sistema previdenziale • superare l'iniquità nascosta nei diversi tassi di rendimento: i contributi previdenziali ricevono un identico rendimento,pari al tasso di crescita della base contributiva • “Capitalizzazione simulata“:le prestazioni sono determinate dalla capitalizzazione, ma la gestione dei flussi non costituisce riserve (ripartizione) Segue… • Metodo contributivo: traslazione dei rischi demogr. ed econ. dalla determinazione delle contribuzioni a quella delle prestazioni. • Compensazione: scelta discrezionale dell'assicurato circa l'età di ritiro. • Aggancio stabile con il reddito lavorativo: il sistema retributivo opera su var. della contribuzione, o della pressione fiscale. • metodo contributivo: si fissa l’aliquota e le var. econ. e demogr. si riflettono sulle prestazioni. Gli interventi successivi alla riforma Dini • Finanziaria 1998 (Prodi). Accelerazione e completamento dei processi di armonizzazione: • restrizione dei requisiti di accesso delle pensioni di anzianità; • accelerazione delle fasi transitorie per l’applicazione “a regime” dei requisiti anagrafici e contributivi previsti per gli iscritti al Fondo Volo, all’ENPALS, al personale militare; Ancora… • elevazione delle aliquote contributive per gli artigiani e commercianti, per i CDCM, per gli iscritti alla gestione separata • allineamento delle aliquote contributive delle forme pensionistiche sostitutive a quella vigente per il FPLD; • equiparazione dei lavoratori dipendenti a quelli autonomi in materia di cumulo fra pensione e redditi di lavoro Dal 1998 ad oggi. • Finanziaria 1998: misure aggiuntive sulla previdenza si sarebbero rese necessarie solo per stabilizzare il rapporto tra spesa pensionistica e Pil. • misure tendenti ad armonizzare e razionalizzare aspetti eterogenei del quadro normativo e a migliorare le condizioni di reddito dei pensionati meno abbienti. Spesa pensionistica / Pil (1989-2000) Media delle variazioni annue della spesa pensionistica 1990- 1990- 1993- 19982000 1992 1997 2000 Spesa complessiva TOTALE 7,6 Dipendenti privati 6,7 Dipendenti 9,6 pubblici Lavoratori 8,2 autonomi di cui: artigiani e 11,3 commercianti Spesa al netto dell'indicizzazione (*) TOTALE Dipendenti privati Dipendenti pubblici Lavoratori autonomi di cui: artigiani e commercianti 12,2 11,0 15,9 7,3 6,3 8,8 3,6 3,1 4,5 11,1 9,1 3,8 14,0 12,7 6,4 3,9 3,0 5,9 6,1 5,0 9,8 3,8 2,8 5,3 1,9 1,4 2,9 4,5 5,0 5,6 2,1 7,6 7,9 9,2 4,7 Guardando al futuro… Tassi di dipendenza nei Paesi dell’Unione Europea Rapporto % tra persone con oltre 65 anni e persone tra 20 e 64 anni Paesi Belgio Danimarca Germania Grecia Spagna Francia Irlanda Italia Lussemburgo Olanda Austria Portogallo Finlandia Svezia Regno Unito EU-15 2000 28,1 24,1 26,0 28,3 27,7 27,2 19,4 28,8 23,4 21,9 25,1 25,1 24,5 29,6 26,4 26,7 2010 29,4 27,2 32,9 31,6 28,9 28,1 19,1 33,8 26,2 24,6 28,8 26,7 27,5 31,4 26,9 29,8 2020 35,6 33,7 36,3 35,8 33,1 35,9 24,5 39,7 31,0 32,6 32,4 30,3 38,9 37,6 32,0 35,1 2030 45,8 39,2 46,7 41,7 41,7 44,0 30,3 49,2 39,8 41,5 43,6 35,0 46,9 42,7 40,2 43,8 2040 51,3 44,5 54,7 51,4 55,7 50,0 36,0 63,9 45,4 48,1 54,5 43,1 47,4 46,7 47,0 52,4 2050 49,7 41,9 53,3 58,7 65,7 50,8 44,2 66,8 41,8 44,9 55,0 48,7 48,1 46,1 46,1 53,4 Proiezioni della spesa pubblica per pensioni al lordo delle imposte in rapporto al PIL 2000 2005 2010 2020 2030 2040 2050 Diff. Max. Belgio 9,3 Danimarca 10,2 Germania 10,3 Spagna 9,4 Francia 12,1 Irlanda 4,6 Italia 14,2 Lussemburgo 7,4 Paesi Bassi 7,9 Austria 14,5 Portogallo 9,8 Finlandia 11,3 Svezia 9,0 Regno Unito 5,1 8,7 11,3 9,8 9,2 12,2 4,5 14,1 7,4 8,3 14,4 10,8 10,9 8,8 4,9 9,0 12,7 9,5 9,3 13,1 5,0 14,3 7,5 9,1 14,8 12,0 11,6 9,2 4,7 10,4 14,0 10,6 10,2 15,0 6,7 14,9 8,2 11,1 15,7 14,4 14,0 10,2 4,4 12,5 14,7 13,2 12,9 16,0 7,6 15,9 9,2 13,1 17,6 16,0 15,7 10,7 4,7 13,0 13,9 14,4 16,3 15,8 8,3 15,7 9,5 14,1 17,0 15,8 16,0 10,7 4,4 12,6 13,2 14,6 17,7 N,A, 9,0 13,9 9,3 13,6 15,1 14,2 16,0 10,0 3,9 3,7 4,5 4,3 8,3 3,9 4,4 1,7 2,1 6,2 3,1 6,2 4,7 1,7 0,0 Graf. D - Italia: proiezioni del rapporto tra spesa per pensioni e PIL 16 15,5 SCENARIO "CURRENT POLICY" 15 14,5 SCENARIO DI LISBONA 14 13,5 13 2000 2005 2010 2015 2020 2025 2030 2035 2040 2045 2050