Il narratario, nella moderna critica letteraria indica il lettore, non quello reale, che ha letto o che leggerà, ma l’implicito, quello cui si rivolge l’autore. Come scriveva Manzoni nel primo capitolo del suo capolavoro: “Pensino i miei venticinque lettori che impressione dovesse fare sull’animo del poveretto, quello che s’è raccontato”. il anno undicesimo numero tre . Iperboli? [1 febbraio] Nel numero due il narratario ha offerto una riflessione sull’artificio di separare il ‘sapere del libro’ dal ‘potere della tecnologia’. Per l’analisi s’è presa la stampa che riferisce sull’intervento fatto sul David di Michelangelo, per proteggerlo con getti d’aria dallo sporco dei visitatori. Chi proteggerà mai il David da strumentalizzazioni, banalizzazioni e ignoranza? Stefano Benni, irridendo alle pratiche devozionali dei cattolici, mischia superstizione e politica col mestolo delle iperboli più usuali ad un consumato scrittore culturalmente nato nel clima del ’77 a Bologna, quando uccidere un cattolico non era reato, per analogia a quanto da qualche anno si era cominciato a pensare dei fascisti. Ma l’iperbole [?] più esibita e irraggiungibile di Benni rimane quella riservata al David di Michelangelo, e non per l’oscenità (in clima di dissacrazione perché risparmiare qualcosa?), ma per l’ignoranza della paternità: «Ma davvero straordinario è ciò che è successo a Firenze in Piazza della Signoria. Il David di Donatello ... ...». — [in Stefano Benni, “Le risate della Madonnina”, La Repubblica, 1.2.05, 1a pag. con seguito in 14a]. . Radicali [15 febbraio] Da un ampio articolo in prima pagina su La Repubblica del 2 febbraio, parrebbe che il grande giornalista, già del Corriere della sera, Francesco Merlo, abbia molto a cuore l’accasamento dei radicali. Costruisce pure una bella metafora, del gamberetto Alpheus e del pesciolino Cryptocentrus. Pur conflittuali, si ritrovano insieme a costruire e difendere una tana nella sabbia: mentre il gamberetto cieco costruisce, il pesciolino dalla vista acuta avverte. Quando sono in tana i due nemici vivono insieme e bene. Merlo disserta anche sull’ospitalità, fuggevolmente toccando l’ambiguità, la pietà, la poesia maledetta, la politica. Mentre non si fatica a sapere che a Merlo piacerebbero i radicali nello schieramento di Prodi, si fatica molto a sapere da che parte a Pannella piacerebbe stare. Per noi bisognerebbe nominarlo presidente della Rai: si capirebbe che è incapace di scegliere non tra due schieramenti, ma tra due sue stesse parole: contemporaneamente e contro la stessa persona è capace di usare con devozione la parolaccia e con scherno una parola di preghiera. . Rotary [15 febbraio] Da un ampio articolo a pagina 25 de La Repubblica a firma Laura Laurenzi, si potrebbe trarre l’idea che la grande stampa si sia riconciliata con un grande sodalizio vivente in quasi tutti i paesi del mondo, tranne quelli retti da una dittatura. Questo sodalizio è il Rotary. Fu fondato a Chicago nel 1903 da un giovane avvocato, Paul P. Harris, che ne organizzò la struttura per Club. Conta oggi un milione e duecentomila Soci. La struttura appare gerarchica e formale, ma la sovranità spetta al singolo Club che si radica su un territorio con il compito di ricercare e diffondere uno spirito d’amicizia non solo tra i Soci, ma nella società, capendone i bisogni e tentando di risolverli. I Club si riuniscono settimanalmente e convivialmente. Nei loro consigli decidono le iniziative di sostegno alle loro strutture centrali e ai bisogni di cui vengono a conoscenza. Un giorno un rotariano scoprì un vaccino contro una malattia diffusissima e terrificante. Poteva diventare ricchissimo. Scelse di diffonderlo gratuitamente, senza brevetti, nel mondo, contro la poliomielite. Era Sabin e interpretava così il significato del Rotary. narratario Protocollo di Kyoto [Logo, particolare] laboratorio di testi: racconti analisi rapsodie epopee giornale in foglio con editoria elettronica da tavolo direttore responsabile Fabio Trazza www.ilnarratario.info - Premio Nazionale “Verba Volant” 1999 con patrocinio Ministero Pubblica Istruzione - [email protected] redazione organizzazione fotocomposizione e stampa in proprio Periodico Quindicinale - Aut. Tribunale Milano 34/95 28.1.1995 - tel/fax 02/6123586 - via Arbe 29 - 20125 Milano L Tra cronaca legittima e pubblicità illecita a celebre opera di Leotografa, invece, il sotto del nardo Da Vinci, L’ultitavolo è un’artificiosa legnama cena, dipinta nel Refettorio dei Frati domenicani di Santa Maria meria di gambe: tanta è l’assenza di plasticità e la rigidità di arti, scarpe e delle Grazie a Milano è stata presa da Brigitte Neidermair come spunto tacchi. Delle figure non parliamo: per carità di foto. Parliamo invece del per foto e cartelloni al femminile per la pubblicità di una casa di moda fiorire sulla stampa di un modo singolare di fare cronaca. Senza che se ne francese. L’Istituto di autodisciplina pubblicitaria invocato dal Comune avveda e dopo uno sguardo fugace all’immagine, il lettore è costretto a di Milano boccia l’immagine. Se ne dà notizia il 4 febbraio 2005 e immepercepire il rovesciamento dei piani della realtà della cronaca. La vittima diatamente, e anche dopo, la stampa la riproduce in grande evidenza, non è l’opera d’arte dissacrata gratuitamente, ma la fotografia che è stata dimostrando di non gradire molto nè la decisione dell’Istituto di autodi“bocciata”. “Bocciata”, naturalmente viene scritto a lettere cubitali, altrisciplina pubblicitaria, nè quella conseguente presa dal Comune di Milano menti come si farebbe a percepire l’entità della censura e la crudeltà di non permettere al grande cartellone di campeggiare in Porta Venezia. La dell’inquisizione? Proseguendo su questa linea di ribaltamento della veriscena ritratta è quella dell'Ultima Cena. L’atmosfera pittorica no. Anzi, tà, non mi stupirei che ad affermarsi non fosse semplicemente la falsità, opposta. I movimenti di Leonardo diventano pose ma questa sposata al paradosso. Per chiarezza: da manichino, ma per il Corriere della Sera “le non mi stupirei della falsità, se si dovesse dire che pose sono quasi identiche”. Cristo è prestato alla ad essere stati offesi non sono Leonardo e la sua Leonardo Da Vinci campagna pubblicitaria di una casa di moda franopera, ma la fotografa e il suo cartellone. Ma non L’ultima cena cese nei panni di una donna. Tutte donne e ben mi stupirei neppure del paradosso, se venisse vestite, e tutte alla moda, gli undici discepoli. qualche illuminato giornalista a raccontarmi, per Refettorio dei Frati domenicani Solo un uomo a torso nudo, seduto sul tavolo. La dovere ed onestà di cronaca, che è stato Leonardo Santa Maria delle Grazie poesia che circola sulla mensa, ricca di movimen[con più o meno dolo] a corrompere la grazia Milano to per la diversa collocazione dei piatti, del pane della fotografa e non questa quello. Questi i piani e del vino, è distrutta. E non pensiamo al valore rovesciati dalla stampa. Se li si volesse raddrizzasimbolico di tali sostanze, ma a quello pittorico re, si scoprirebbe semplicemente che quella stamSpunto per foto e cartelloni al femminile di tanti gruppi organizzati in nature morte, vero e pa è colpevole di pubblicità occulta. Non si può di Brigitte Neidermair per la pubblicità di proprio genere, che Leonardo porta a compimento far finta di far cronaca, che finirebbe presto con la nell’ignoranza generale. Forse è stata questa ignonotizia del giudizio che l’Istituto di autodiscipliuna casa di moda francese ranza a suggerire alla fotografa la distruzione del na pubblicitaria emette, per imbastire una celeL’Istituto di autodisciplina pubblicitaria tavolo leonardesco. Non c’è la riproposizione, in brazione dell’accaduto e una glorificazione della invocato dal Comune di Milano chiave a noi contemporanea di un elemento fonfotografa, della casa di moda e dell’agenzia che boccia l’immagine damentale di un’opera rinascimentale. Non c’è promuove casa di moda e fotografa. Il trucco è rilettura estetica di un’opera, né contaminatio. C’è semplice: si può intervenire su un’opera d’arte La grande stampa la riproduce distruzione di un elemento. Così com’è rapprecome l’Ultima Cena, perché in effetti non fu ultisentato, il piano d’appoggio delle figure, se fosse ma, fu seguita e preceduta da illustri esempi: Giotisolato, in nulla sarebbe capace di evocare il piano to nella Cappella degli Scrovegni, Jörg Ratgeb a del tavolo leonardesco. Non parliamo di ciò che Stoccarda, Holbein il Giovane a Basilea, Jacopo avviene sopra e sotto quel piano. In Leonardo si Bassano nella Galleria Borghese di Roma, Pieter distende la scioltezza fresca, pulita, di una tovaPourbus nel Groeninge Museum di Bruges, Tinglia bianca, appena spiegata e adagiata con la pietoretto nella chiesa di San Giorgio Maggiore a tà di chi intende sia ultima quella cena e debba Venezia, per non dire di Renato Guttuso, di Aligi essere perciò, adagiata, lenta sul tavolo e leggera Sassu, di Salvador Dalì, di Warhol... Come dire: lungo i lati a copertura totale delle figure, quasi a “nell’arte della cartellonistica la nostra fotografa simulacro di sudario. Sulla terra uno scandito ragnon teme eguali neppure nei pittori di ogni tempo grupparsi di calzari, quasi a simmetria della parca e di ogni tendenza”. Ma, questa fotografa, quanto distribuzione delle nature morte sopra. Per la foavete guadagnato per farla diventare vostra? Riccardo Muti e la povertà culturale [4 febbraio] In una lezione su Cherubini agli stu- Ancora oggi, al Teatro degli Arcimboldi a Milano, denti dell’Università di Firenze, Riccardo Muti, si rappresenta il Tannhäuser, musica e libretto di dopo aver spiegato di aver scelto la Messa di Richard Wagner, con la direzione di Jeffrey Tate. Cherubini, per presentare una grandissima catteIo mi riconosco in questa Milano colta e che contidrale musicale pervasa da un suono neoclassico nua per l’esperienza di alcuni ad essere definitivama aperta a fervori fortemente romantici, quasi mente immersa nella cultura europea. Ma non ‘un fuoco dentro il marmo’, ha ammonito: «Chi sempre i riconoscimenti sono univoci. Capita così viene a sentire la Messa Solenne in re minore per il che all’emozionante rappresentazione del Tanprincipe Esterhazy di Cherubini, deve essere connhäuser a Milano, i più sensibili cultori dell’opesapevole di ascoltare una musica dal significara wagneriana, abbiano avuto un moto di rivolta to molto profondo. Questa è musica. Il brindisi per il modo di rappresentare il Venusberg, con della Traviata che è un brindisi di morte, di un’anil’irruzione sulla scena di ballerini a simulare crudi ma che sa di morire e cerca oblio attraverso il amori carnali del novecento e di donne statuarie a piacere e il vino, spesso buttato lì in tv con bicreggere al guinzaglio animaleschi maschi striscianti. chieri e un allegro “libiamo, libiamo”, non è l'Italia Evocare l’eros, insieme, come fascino dell’adein cui ci vogliamo riconoscere. Io mi riconosco in scamento e come abbandono fisico ad ogni sottoquesta Italia colta e che rischia per l’inesperienza missione, è stata la scelta del corpo di ballo. Didi alcuni di essere definitivamente sommersa. Non scutibile e discussa. In sè. Immaginarsi quando si sono tornato a dirigere a Firenze una sinfonia consuma sullo sfondo del ricco cromatismo wa“pompier”, ma una Messa che mostra la grangneriano cadenzato dagli struggenti e ripetuti ridezza di un grande fiorentino, Cherubini». Muti chiami degli archi sempre sulle stesse corde e semha voluto rappresentare ai giovani la potenza di pre ad accarezzarti il cuore. Pure, la critica all’inTannhäuser un grande musicista «caduto in semioblio», ma che novativa e invadente presenza di corpi in scena miniatura nel Codice Manesse è stato, per lui personalmente, di grande arricchipotrebbe essere contenuta e, anzi, trasformarsi in (Heidelberg, Biblioteca Universitaria) mento spirituale e di grande consapevolezza delcomprensione per la scelta coraggiosa. Perché coSostrato l’immensa cultura italiana. Immergersi nella granraggiosa? Perché nella nostra epoca di ingombranti dezza del passato può, a volte in modo molto ‘residui organici dell’acculturazione di massa’, si per musica e libretto salutare, farci scoprire la pochezza del presente. è spenta la tensione che aveva spinto i popoli di Richard Wagner E così al grande direttore è parso opportuno cond’Europa a sostituire Venere con Maria. Chi è in fessare: «Stiamo vivendo in un Paese dove gragrado oggi di capire il senso di quella scelta e il vissimi tagli al Fondo per lo spettacolo mettono in dubbio l’esistenza suo apporto alla civiltà? Chi oggi interpreta, sentendole in sé, le forze del della cultura e di noi stessi musicisti». L’Italia colta se ne va? L’inesperienmito? Nella nostra epoca dominata da una folla di personaggi, in ogni za di alcuni la sommerge definitivamente? Una poetessa direbbe: «Bisoambito e in tutti i mondi in cui si esprime l’attività umana, che formicolagna pensare che tutto questo è fisiologico, è il residuo organico dell’acculno intorno ai potenti di turno e che le cronache qualificano come suoi turazione di massa». Cherubini rimane grande oltre l’oblio. Ha preparato amici, o suoi nemici, o prima suoi nemici diventati poi suoi amici, oppure il romanticismo in musica, pur dentro gli schemi formali classici. E chi prima suoi amici diventati poi suoi nemici, sembra spegnersi la voce della nell’Ottocento conservava intatta la purezza armonica e il rispetto delle coscienza, come fatto unico di esperienza, soffocata dal peso delle moneregole classiche veniva odiato. Capitò a Cherubini. Lo stesso Massimo te. Scuotere quindi, in apertura, il pubblico, non è stato un tributo alla Mila [ancora nel 1960], pur riconoscendogli la statura di «artista pur insensibilità contemporanea dell’esibizione vuota, ma una presa d’atto degno di sommo rispetto, autore di musica sacra e strumentale straordidell’impossibilità per la cultura di massa di percepire il nesso ‘eros— nariamente ben fatta, e nella cui correttezza formale e lessicale non manca morte—speranza’ attraverso la mediazione del sacro. Profanare la vita è un soffio di robusta vita interiore», non esita a rimproverargli, quasi fosse possibile. Sempre. Per l’uomo e la donna. Impossibile divenirne coscienti un torto, che «ebbe il solo torto di sopravvivere troppo a lungo alla fuori dalla bellezza e dalla sacralità. I due percorsi che il cantore Tanpropria età migliore, in una posizione che troppo si prestava a farlo nhäuser, dal medioevo, ci propone e che, con le forme, le voci e i suoni apparire come il tiranno della vita musicale francese (fu direttore del wagneriani, ci suggestionano. [dall’Atto Io, Scena Ia] Conservatorio di Parigi dal 1822 al 1842». Forse, ricordando non solo Venere: «Oh! Ma che cosa intendo? Che lamento insensato! / Così presto l’avventura, ma anche la disavventura, di Cherubini, più che dire ‘mi ti stancano le vaghe meraviglie / che il mio amar ti prepara? O forse tanto riconosco in questa Italia colta e che rischia per l’inesperienza di alcuni di / sei pentito di essere un dio? Così presto / hai tu dimenticato le tue pene di essere definitivamente sommersa’, meglio si direbbe ‘mi riconosco in questa un tempo, / mentre ora godi? Su, mio cantore! / Prendi la tua arpa! Celebra Europa colta e che rischia per l’inesperienza di alcuni di essere definitival’amore che hai saputo cantar così splendidamente, tanto da conquistare a mente sommersa’. Luigi Cherubini non è l’Italia, più di quanto non sia te la dea d’amore! Esalta l'amore, che fu per te il più alto premio! Tannhauser: Lode a te suoni! A quei prodigi onore / che il tuo poter creò l’Europa. Fiorentino, Cherubini [1760–1842] nelle sue opere parigine [Démophoon, 1788; Lodoïska, 1791; Médée, 1797; Les deux journées, 1800; il balletto Anacréon, 1803; Les Abencérages, 1813] costruì quell’ampiezza d’architettura paragonata da Muti alla cattedrale, lasciò sei Quartetti, Cantate, quattro grandi Messe e una Sinfonia, incidendo sullo stile beethoveniano. Dall’opera di Cherubini, Ludwig Spohr preparò il dramma lirico tedesco, dominato poi da Weber. E l’influenza di Weber fu incalcolabile su tutti gli operisti tedeschi fino allo stesso Wagner del Tannhäuser. per me felice! / Dolci gioie, che devo al tuo favore, / giubilante io canto, ad alta voce! / Gioie, delizie splendide, in eccesso, / bramò il mio cuore e i miei sensi assetati: / ciò che già ai soli dèi tu hai concesso / a me mortale la tua grazia ha dato. / — Ma, ahimè, mortale son rimasto io, / e troppo grande per me è il tuo amore; / se sempre può goder le gioie un dio, / al mutamento io mi sento inferiore. / Non voluttà soltanto è nel mio cuore, / per troppa gioia ho ora nostalgia del dolore: / io dal tuo regno ora vorrei fuggire, / — regina, dea! Oh, lasciami partire! martedì 15 febbraio 2005 . Il manicomio dei manicomi [14 febbraio] Rinchiudere dei minori in un ospedale psichiatrico giudiziario è vietato dalla legge. A Castiglione delle Stiviere, in un nostro celebre manicomio giudiziario, istituito nel 1939 e attualmente gestito dalla Regione Lombardia, sono stati trasferiti dei minori. Poste le interrogazioni da qualche politico, sono arrivate le risposte da qualche politico: — si tratta di un reparto sperimentale operativo da luglio 2004 e attiguo a uno femminile; — i minori per tutto il periodo terapeutico non entrano in contatto con gli adulti dello stesso edificio; — possono essere ospitati dieci pazienti, ma sinora sono stati al massimo sei e attualmente quattro; — opererebbe all’interno uno staff autonomo sperimentale composto da uno psichiatra, uno psicologo, due educatori, un infermiere professionale, undici assistenti. Ma andrebbero poste altre domande, per ottenere risposte non politiche. Chi sceglie su chi sperimentare? E con quale idea di persona? Chi sperimenta? E su quale ipotesi scientifica? Uno psichiatra? E se si rovesciasse il team: undici psichiatri e un assistente? E poi, chi valuta? Borgna? . Cambio di pagella [15 febbraio] C’è un regolamen- to [275/1999] che abroga l’art.144 del T.U. sull’istruzione. Quindi, nella scuola elementare, niente più scheda personale e attestato finale. E questo sin dal 2000. Ma il Ministero solo nel 2004 [con la legge 59] perfeziona l’operazione, definendo gli obiettivi specifici di apprendimento. Intanto, in forza di tale regolamento, venivano trasferite alle scuole, ormai autonome, i compiti «per la definizione delle modalità e dei criteri per la valutazione», prima di competenza ministeriale. Tante scuole non hanno saputo attivare proprie modalità e criteri di valutazione degli studenti. Sono piovute a dirotto le critiche, da genitori e opinione pubblica. Enzo Martinelli, ex–Provveditore di Milano, commenta: «Le novità creano sempre crisi, ma quelle introdotte dalle leggi di riforma negli ultimi cinque–sei anni fanno oscillare il pendolo fra la valorizzazione dell’autonomia delle istituzioni scolastiche ed il consolidamento della loro anarchica gestione». [Q.N., 3.2.05, p.2]. E se per un cambio di pagella piove così, figurarsi quando a cambiare sarà tutta la scuola. . “I libri dei morti” [29 gennaio, 3 febbraio, La Repubblica–Milano] Patrizia Valduga è a disagio. E per un poeta il disagio è così cocente da indurre al sarcasmo. Sarcasmo per la vacuità di chi esibisce autostima appresa dalla pubblicità; per il vieto discorrere di inclinazioni sessuali; per un disordine sociale che si riflette nella cultura. «È come se il niente promuovesse il niente [...] aborti metaforici [...] e sonniloqui sibillini [...] guadagnano un posto in prima pagina. [...] No no, basta, bisogna pensare che tutto questo è fisiologico, è il residuo organico dell’acculturazione di massa, bisogna pensare che tutto passa, tutto cambia e niente dura; anche questa moda del trionfo delle pari opportunità, dell’egualitarismo, della democrazia assoluta nel campo delle arti e delle lettere, passerà. [...] bisognerebbe forse dire a direttori di giornali, di settimanali, di inserti culturali: ridate dignità e funzione alla critica, ridate alla critica la possibilità di svolgere il suo compito culturale e sociale, il suo dovere verso i lettori. Bisognerebbe dire a chi organizza le presentazioni dei libri: mortificate questo meschino amore di sé e privi1egiate i morti, i bei libri sempre vivi dei morti». n arratario . il Gibuti. [4 febbraio] Si è aperta il 2 febbraio 2005 a Gibuti la conferenza sub-regionale sulle Mutilazioni Genitali Femminili [FGM] dal titolo: “Per un consenso politico e religioso contro le FGM”. Frutto della campagna internazionale «Stop FGM!», che aveva avuto due momenti significativi nella Conferenza del Cairo (giugno 2003) e nella Conferenza di Nairobi (settembre 2004), l’iniziativa è stata condotta in cooperazione tra UNICEF, ‘Non c'è Pace Senza Giustizia’ e AIDOS (Associazione Italiana Donne per lo Sviluppo). I lavori sono stati aperti dalla First Lady del Gibuti, Kadra Mahamoud Haid, Presidente dell’Unione Nazionale delle Donne del paese, e da Emma Bonino, fondatrice di ‘Non c'è Pace Senza Giustizia’ e deputata europea radicale. Alla Conferenza hanno partecipano le massime autorità religiose islamiche, i rappresentanti dei governi della regione e gli esponenti della società civile di 11 paesi: Gibuti (dove la prevalenza delle MGF è di 98%), Somalia (98%), Etiopia (80 %), Kenya (da 43 a 89 %), Eritrea (44 %), Egitto, Senegal, Somaliland, Sudan, Mali, Yemen. Obiettivo della conferenza: rendere operativo il Protocollo di Maputo sui Diritti della Donna Africana che, all’articolo 5, proibisce esplicitamente tale pratica. Hanno ratificato 8 paesi: Libia, Comores, Gibuti, Ruanda, Namibia, Lesotho, Sud Africa, Senegal, Nigeria. Come ogni legge, anche il Protocollo di Maputo, per divenire operativo presuppone la trasformazione delle coscienze, anche di quelle delle autorità governative civili o religiose, che più influenzano le rispettive opinioni pubbliche. A Gibuti quegli imam e sheikh contrari hanno dovuto sostenere un pubblico dibattito con le donne. Già questo è un trionfo. pagina 2 S Referendum M Banche pesso, quando si legge un telivello di tensione che la pubblica sto, si pensa di aver capito opinione è in grado di raggiungere, tutto il significato di quel tevorrebbero che si agitasse lo scontro sto stesso. Mettiamo da parte la o che si assopisse il clamore. Prenconsiderazione che nessun testo esaurisce il proprio significato per il dendo in esame tutte le posizioni della stampa più strutturata, ci sarebfatto che un lettore attento pensi di aver capito tutto. Infatti ogni altra bero le condizioni per orientarsi, se non sui testi referendari, almeno sul volta che un lettore si accosterà a quel testo, nuovi significati si aprirancontesto attuale. Da Piero Ostellino [Corriere, editoriale del 13 gennaio] no. Fatta questa considerazione, soffermiamoci su una circostanza esa Gian Antonio Stella [Corriere, editoriale del 20 gennaio] si è detto con senziale per cogliere il significato di un testo. Esistono almeno due circochiarezza da che parte stare: per un clima civile, perché vinca il sì. Gli stanze. La prima è quella in cui un testo vien prodotto; la seconda quella autori sono così raffinati che solo indirettamente e inconsciamente renin cui quel testo viene conosciuto. Se chiamiamo queste due circostanze dono avvertiti i lettori che se per caso fossero tentati di votare no, “contesto”, allora ogni testo, per essere compreso almeno in uno dei sarebbero loro malgrado per un clima poco civile. Non che abbiano tutti suoi aspetti essenziali, deve essere analizzato alla luce di due contesti i torti: basterebbe osservare qualche manifesto politico e i vari proclami diversi: il contesto in cui il testo è stadelle fonti politiche per capire che si è to prodotto e il contesto in cui il testo sull’orlo della degenerazione polemiChi l’ha detto che è un problema di coscienza ? viene recepito. Oggi l’intera società ca. Non per niente Miriam Mafai ha E se fosse un problema di soldi ? italiana è spinta a prendere coscienza evocato il Far West e le Crociate [La di un insieme di testi sui quali sarà Repubblica, 1 a pag. del 14 gennaio]. presto chiamata ad esprimere un voto, sì o no. È la regola di un referenDiverso invece il caso di magisteri accademici o religiosi, per i quali le dum. Ma, quanti conoscono il testo da approvare o respingere? Forse, argomentazioni sembrano doversi offrire con la massima ponderazione. ma non bisogna esserne certi, solo gli addetti ai lavori. E c’è qualcuno che Di un testo, tuttavia, è impossibile scoprire il significato senza far ricorè in grado di spiegare il contesto in cui quei testi da sottoporre a referenso al suo relativo contesto. Ed è l’intervista del 2 febbraio rilasciata da dum sono maturati? Come fare allora a costruire una pubblica opinione don Verzé (fondatore del S. Raffaele) al Corriere: «È lecito utilizzare cosciente della necessità di scoprire il significato di ciò che le si propone l’embrione per trovare nuove cure purché non lo si uccida o lo si ferisca». e il significato di ciò che lei si appresta a decidere? Impresa ardua. Gli Ecco il contesto: Corriere, 1 febbraio, di spalla a pag. 11 «Ieri a Roma opinion makers, i facitori, i responsabili del livello di competenza della Angelo Vescovi, Condirettore dell’Istituto S. Raffaele di Milano, ha annunpubblica opinione, vorrebbero che su questa materia regnasse la calma ciato come prossima una “cura italiana” con cellule fetali [...] La speridel ragionamento. Gli opinion leaders, i trascinatori, i responsabili del mentazione [N.d.R.: finanziata] costerà 2 milioni e mezzo di euro» guardano le persone, ma le scelte da ario Monti, ne Il risparfare. Come dire: non si tratta di dimio e il ruolo di Bankitascutere sui soldi, ma di mettersi una lia, Corriere della Sera, mano sulla coscienza e far girare a.44, n.7, lasciato l’incarico di Commeglio l’economia italiana. E le scelte urgono: —togliere alla banca cenmissario europeo, torna a occuparsi di questioni italiane, scrivendo di trale la competenza sulla vigilanza del sistema creditizio; —impedire al Banca d’Italia. Lo fa con una rievocazione sinistra: nel 1979 era stato governatore di fungere da avallo ora all’una ora all’altra parte del sistema incriminato l’allora governatore Paolo Baffi e arrestato il vicedirettore politico bipolare italiano, già di per sé litigioso e patologicamente dispegenerale Mario Sarcinelli. Da allora Monti chiedeva un’indipendenza rato; —limitarsi ad orientare lo sviluppo del sistema creditizio italiano; della Banca, sancita per legge, e l’attribuzione alla stessa degli strumenti —favorire l’avvento di una moderna economia di mercato anche in quedi governo della moneta, a cominciare dal tasso di sconto. Monti, a sto settore. Bisogna in sostanza separare i compiti tra regolatore e regofatica, convinse tutti, affermando in Italia i presupposti per una moderlato. Le banche studino e decidano da sole le aggregazioni più convenienna economia di mercato, in sintonia con le trasformazioni europee e ti in base ai criteri fissati dalla legge. Chi sbaglia paga, sul mercato o in l’introduzione della moneta unica. Oggi Monti analizza la situazione giudizio. Le scelte non devono essere pilotate in modo discrezionale dal bancaria italiana e con non poca amarezza ne traccia un profilo impietoso. governatore. Né la Banca d’Italia può «Oggi, riavvicinandomi ai dibattiti itaessere vista come «regista» di una qualliani sulla banca centrale, devo conChi l’ha detto che è un problema di soldi ? siasi operazione, magari facendo crefessare una certa malinconia e un saE se fosse un problema di coscienza ? dere che così si salva l’italianità delpore stantio di provincia. Lo si deve in l’economia. Monti su questo è cateparte alla Banca d’Italia, ma sopratgorico: «Per i consumatori italiani, per i lavoratori italiani può essere tutto ad una folla di personaggi del mondo politico, bancario, immobiliare meglio una maggiore presenza di capitali stranieri nelle imprese e banche e in qualche caso industriale, che formicolano intorno al governatore italiane, che l’indebolirsi delle une e delle altre». Ma quella folla di persoAntonio Fazio e che le cronache quàlificano come suoi amici, o suoi neminaggi, che formicolano intorno al governatore, riusciranno mai a concepici, o prima suoi nemici diventati poi suoi amici, oppure prima suoi amici re l’interesse dei consumatori e dei lavoratori? Pensa Monti che a rendiventati poi suoi nemici». Il quadro è da sottobosco e non sorprenderebderli così formicolanti sia l’elevato tasso di laboriosità o l’infimo livello be se, tra tanta fauna, fosse di nuovo incriminato un governatore e arredi moralità? Le norme antitrust e sulle concentrazioni possono svolgere stato qualche vicedirettore. Monti precisa subito che l’onore dell’attuaun ruolo. Ma un’opera di disinfestazione non sarebbe da escludere. le governatore, Fazio, è fuori discussione. Piuttosto i problemi non ri- n laboratorio di testi racconti analisi rapsodie epopee il arratario periodico quindicinale anno undicesimo numero tre 2005 martedì quindici febbraio affidato per la consegna alle poste italiane . martedì 15 febbraio 2005 laboratorio di testi: racconti analisi rapsodie epopee il Riyadh. [15 febbraio] Tutti sono contro il terrorismo. Tutti gli organi di stampa lo dichiarano. Ma dinanzi all’ultima campagna di stampa che coinvolge Riyad, bisogna dire che essere pagati per essere contro il terrorismo piace di più. A noi piace di meno. Il principe ereditario, Abdullah bin Abdulaziz, partecipando alla Conferenza contro il terrorismo a Riyadh, ha detto: «Il terrorismo non si origina da nessuna cultura, religione o sistema politico. Si tratta di un crimine globale, perpetrato da menti malvagie che hanno in odio l’intera umanità. Questa Conferenza è conferma eloquente della volontà da parte della comunità internazionale di opporsi a questi criminali e a tutte le loro diverse attività, combattendo il male con la giustizia, il pensiero deviante con idee sagge e nobili e sfidando gli estremismi usando come arma la moderazione e la tolleranza». Toccante la conclusione della «Dichiarazione di Riyadh» con la rievocazione della tragedia dei 1000 bambini e delle loro mamme a Beslam e del sacrificio supremo richiesto a queste: abbandonare i più piccoli nelle mani di terroristi e terroriste o rimanere ostaggi con tutti i figli. Per costruire questa notizia e per pubblicarla, il narratario non è stato pagato da nessuno, come per ognuno degli articoli apparsi nelle sue edizioni. L’assenza di pubblicità ne è una riprova. Si figurino i miei venticinque lettori l’impressione che può aver suscitato la prova che La Repubblica, come altri, si siano fatti pagare per pubblicizzare la posizione di Riyadh contro il terrorismo. Un’impressione che si traduce in un’utopistica proposta: ogni notizia costruita dovrebbe essere corredata dalla cifra percepita per pubblicarla. Altro che Garanti e Garanzie per i lettori. narratario autorizzazione tribunale di Milano 34/95 - 28.1.1995 [email protected] Esemplare unico in edizione elettronica formato 29,7 x 42 conforme all’edizione cartacea della tiratura della presente edizione: in seicento copie distintamente contrassegnate e raggruppate in quattro serie A B C D serie « », « », « », « » di centocinquanta esemplari La copia cartacea viene distribuita in edizione filatelica dal «Laboratorio Altiero Spinelli» alla cortese attenzione dei Visitatori del Sito www.ilnarratario.info Premio Nazionale “Verba Volant” 1999 con patrocinio del Ministero della Pubblica Istruzione Edizione fuori commercio - Vietata la vendita - Proprietà letteraria e artistica ® Distribuzione a cura del «Laboratorio Altiero Spinelli» . Hillary Clinton: timori e speranza. [1 febbraio] Hillary sviene a Buffalo, durante una manifestazione pubblica, appena iniziato il proprio intervento sulla previdenza. Senatrice di New York, ha 57 anni, ed è la speranza del partito democratico. Prima donna alla guida degli States nelle presidenziali del 2008 è più di una speranza, ma il partito repubblicano non lesina la formazione della propria prima donna per la scena elettorale: Condoleeza Rice, donna e nera. [14 febbraio] Hillary propone la riforma delle Nazioni Unite. L’Onu è indispensabile per tutti. Fu fondata a S. Francisco nel 1945 da 50 stati membri, oggi sono 191 e molti agiscono contro l’Onu. Lo scandalo delle decisioni contro Israele è opera di questi Stati e non dell’Onu. Un’Onu più forte è indispensabile per tutti e, soprattutto, un’Onu più fedele agli ideali del ’45. . Kobe: conferenza mondiale sui disastri ambientali. [1 febbraio] Per ridurre i disastri ambientali entro il 2015, gli uomini rischiano di creare un disastro di divisioni al loro interno. Dopo la recente tragedia dello tsunami nel sud–est asiatico i governi e le organizzazioni internazionali o della società civile hanno chiesto la conclusione di un processo partito nel 1994 con la Strategia di Yokohama, che prevedeva un piano decennale per fornire linee guida pratiche per affrontare e ridurre i rischi ambientali. È stato così approvato lo Hyogo Framework for Action: 2005–2015, il piano decennale per la Prevenzione dei Disastri Ambientali. A Kobe, in Giappone, si è svolta questa Conferenza Mondiale per la Prevenzione dei Disastri Ambientali (WCDR) dal 18 al 22 gennaio, con 4000 rappresentanti di 168 paesi e 30 organizzazioni non governative. Obiettivi della Conferenza: — promozione delle politiche di riduzione dei disastri nel contesto dello sviluppo sostenibile; — condivisione dei sistemi creati per limitare l'impatto di catastrofi future; — identificazione di rischi e lacune da diffondere con l’informazione pubblica sulle calamità naturali. Kobe era vista come un’occasione storica. Ma Christian Aid e Action Aid, organizzazioni presenti alla Conferenza hanno denunciato la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale, come forze contrarie alla realizzazione di tale svolta storica per la sicurezza. Esempi: centrali idroelettriche e autostrade in Sri-Lanka, sovvenzionate dalle istituzioni finanziarie internazionali, spingono migliaia di persone lungo le coste, soggette a rischio di inondazioni, maremoti e tsunami. Idem in India e in Africa. Non parliamo poi, verrebbe da dire, se si puntasse l’attenzione sull’industria del turismo. Anche per Kobe vale l’idea che, oltre la tecnologia, è necessaria una lunga opera di educazione e formazione che solo la cultura del libro può offrire, contro ogni scorciatoia allo sviluppo e alla sicurezza. . giornale in foglio con editoria elettronica da tavolo 20125 Milano via Arbe 29 tel./fax 02/6123586 direttore responsabile Fabio Trazza Protocollo di Kyoto. Toccasana o fantasma. [15 febbraio] Bill Clinton, prima della fine del suo mandato presidenziale, decise di apporre la firma ad un trattato, il Protocollo di Kyoto. Il suo successore, George Bush, pensò trattarsi di manovra elettorale e ritirò quella firma, spiegandolo ai propri elettori. L’America gli ha dato ragione per due volte. Il Protocollo di Kyoto, per l’America è un dead man walking, un condannato a morte che cammina. Per l’Europa, patria del bando alle condanne a morte, è un vero toccasana. Si tratta di abbattere del 5,2% sei gas serra nel 2008-2012: Anidride carbonica (CO2), Metano (CH4), Protossido di azoto (N2O), Idrofluorocarburi (HFCs), Perflourocarburi (PFCs), Esafluoruro di zolfo (SF6). Alcuni esempi di impegni dei paesi industrializzati: UE -8%, Italia –6,5%, Giappone -6%, Australia +8%. Il Protocollo di Kyoto trova la sua legittimità nella Convenzione Quadro sul Cambiamento Climatico delle Nazioni Unite (UNFCCC) e richiede che i paesi industrializzati —esclusi pochissimi paesi fra cui gli Stati Uniti, che non partecipano— riducano le proprie emissioni di gas serra. Diversi sono gli obiettivi tra i vari paesi. Sarà permesso ridurre le proprie emissioni a livello nazionale e/o di avvalersi dei cosiddetti “meccanismi flessibili”, Commercio delle Emissioni (Emission Trading – ET), Meccanismi di Sviluppo Pulito (Clean Development Mechanism- CDM) e Attuazione Congiunta (Join Implementation – JM), e conteggiare per il proprio obiettivo anche il carbonio assorbito nei cosiddetti “serbatoi” (sinks), come le foreste e le coltivazioni agricole. I paesi che non soddisfano i propri obiettivi verranno multati. Con la ratifica da parte della Russia il Protocollo di Kyoto entra in vigore dal 16 febbraio 2005 come trattato internazionale e ne sarà obbligatorio il rispetto. I paesi che attueranno le misure più rapide potrebbero soddisfare i loro obiettivi di Kyoto ad un costo minimo o nullo. Al contrario, i paesi che restano indietro avranno poco controllo sullo sviluppo tecnologico e scarso accesso ai nuovi mercati. Infine i paesi più lenti saranno solo costretti a introdurre costose misure dell’ultimo minuto, piuttosto inutili contro l’inquinamento globale da gas serra. Si vedrà presto se il Protocollo è un toccasana o un fantasma. . Mondo povero. [5 febbraio] Mandela ha chiesto aiuto per l’Africa. Il G7 (vertice di 7 Grandi paesi molto ricchi) ha studiato a lungo. Mandela ha chiesto di non perdere tempo. È arrivato il Piano del ministro inglese Gordon Brown: annullamento del debito estero dei Paesi poveri e raddoppio degli aiuti allo sviluppo (da 50 a 100 miliardi all’anno da ora al 2015) con uno strumento nuovo, ‘Facilità finanziaria internazionale’, una garanzia emessa dai paesi ricchi a fronte di prestiti dei Paesi in via di sviluppo. Il meccanismo è stato criticato dagli Usa, perché privo di solide basi giuridiche, e povero di progetti. Dove c’è fame, c’è bisogno di aiuto, ma l’aiuto senza progetto è elemosina. Gordon Brown deve rifare i compiti e il collega francese ha promesso di aiutarlo. Spesso capita che i ricchi si aiutino solo tra di loro.