-GAS 29 gennaio 2016-
“io sto con LO STILE …
DEL PROTAGONISTA’”
Canto finale: Padre Maestro e Amico
Padre di molte genti padre,
il nostro grido ascolta è il canto della vita.
Quella perenne giovinezza
che tu portavi in cuore perché non doni a noi.
Padre maestro ed amico
noi giovani del mondo guardiamo
ancora a te.
Apri il nostro cuore a Cristo
sostieni il nostro impegno in questa
società. Oh, oh, oh...
Festa con te la vita è festa,
con te la vita è canto è fremito di gioia.
Oggi tra noi è ancora vivo
l’amore che nutrivi per tutti i figli tuoi.
Canto: Mio Tutto
Soffia su di me Signor una brezza lieve che
tocchi ben profondo dentro me dentro me...
Vieni Spirito di Dio cura il mio cuore
e fammi un uomo nuovo
col tuo poter col tuo poter. (2v.)
TI ADORERÒ CANTERÒ LODI A TE
TU SEI IL MIO SIGNORE,
IL MIO TUTTO MI PROSTRERÒ A TE
TI ADORERÒ CANTERÒ LODI A TE
TU SEI IL MIO SIGNORE, IL MOTIVO,
RAGIONE DI VITA PER ME (2v.)
S
T
S
T
S
T
S
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen!
Il Signore sia con voi.
E con il tuo spirito!
Dio Padre ha donato a Don Bosco il suo stesso Spirito: gli ha dato
molta sapienza e una grande saggezza per educare ragazzi e
giovani con amorevole fortezza.
Gli ha donato un cuore grande, pieno di bontà, per condurci sulla
via del bene e guidarci alla salvezza.
Rendiamo grazie al Signore perché ci ha donato Don Bosco.
Dal Vangelo secondo Giovanni
10, 11-18
Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore. Il mercenario
invece, che non è pastore e al quale le pecore non appartengono, vede venire il
lupo, abbandona le pecore e fugge e il lupo le rapisce e le disperde; egli è un
mercenario e non gli importa delle pecore. Io sono il buon pastore, conosco le mie
pecore e le mie pecore conoscono me, come il Padre conosce me e io conosco il
Padre; e offro la vita per le pecore. E ho altre pecore che non sono di quest'ovile;
anche queste io devo condurre; ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo
gregge e un solo pastore. Per questo il Padre mi ama: perché io offro la mia vita,
per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie, ma la offro da me stesso,
poiché ho il potere di offrirla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo comando
ho ricevuto dal Padre mio».
Per riflettere…
L: In questa veglia incontriamo tre ragazzi diversi che hanno avuto in comune un
incontro con una persona: san Giovanni Bosco.
Don Bosco li ha proprio conosciuti di persona e ha pensato che la loro storia potesse
aiutare anche altri ragazzi. Perché a volte per capire la nostra vita abbiamo bisogno di
sbirciare nelle storie degli altri, per vedere come risponde il nostro cuore. Perché
ognuno deve trovare la propria strada per la felicità.
PREGHIAMO insieme
San Giovanni Bosco,
Padre e maestro di noi giovani,
tu che desideri la nostra vera felicità,
fa che non ci accontentiamo delle cose che passano,
ma cerchiamo con te la fonte della vera gioia
che è Gesù e il suo Amore per ciascuno di noi.
Così io sto con te, don Bosco, dentro un sogno che mai finirà,
e con cento, mille ragazzi ti grido: “Rimani accanto a noi”,
e se vorrai nel mio domani don Bosco,
don Bosco rimani!
Io sto con te, don Bosco perchè ho visto il fuoco che diventa coraggio,
stai con me, don Bosco, padre e maestro
che parli d’amore con cuore sincero e porti la luce di Dio!
I MOMENTO:
IDENTIKIT DI MICHELE MAGONE
Nato a: Carmagnola Il: 19 settembre 1845
Simbolo per capirlo : Fischietto
Caratteristiche: Vivace, impulsivo, passionale. condottiero, fedele,
sensibile.
Sogno nel Cassetto: Avere un’altra possibilità per realizzarsi
Cambiare vita.
UN INCONTRO CURIOSO - dalle memorie di don Bosco
Una sera d’autunno, ritornando da Sommariva Bosco, giunsi verso
le sette a Carmagnola dove attesi oltre un’ora il treno per Torino.
Nella fitta nebbia e con le nuvole minacciose di pioggia sulla testa,
stavo in piedi in un buio che avvolgeva ogni cosa. Ecco perché il tenue lume della
stazione non bastava a farmi veder bene quel gruppetto di ragazzi che poco più in là
stava ridendo, urlando e anche disturbando la quiete degli altri viaggiatori. Tra tante voci
schiamazzanti, una in particolare colpì la mia attenzione: era più alta e più autorevole
delle altre. Volevo conoscere quel ragazzo! Così mi avvicinai al gruppo, che subito
interruppe i giochi e mi fissò con sguardo un po’ spaventato e un po’ curioso. Solo uno
di loro si fece subito avanti spavaldo e mi chiese:
“E lei chi è? Cosa vuole da noi?”
“Sono un tuo amico e vorrei unirmi al vostro gioco” risposi.
“Ma noi non ti conosciamo” ribatté lui.
E io: “Ti ripeto che sono un tuo amico e vorrei divertirmi con te e con i tuoi compagni.
Tu, piuttosto, chi sei?”
La voce del ragazzo si fece impostata e sonora nel rispondermi: “Io sono Michele
Magone, il Generale della Ricreazione”.
PROMESSA EDUCATORI
Chiamato ad annunciare la tua Parola, aiutami, Signore, a vivere di Te,
aiutami a parlare di te con gli occhi limpididi chi si vuole stupire ancora.
Fa' che nei miei comportamenti risplenda la Tua Luce
per illuminare la via della vita a coloro che oggi Tu metterai sul mio cammino.
Donami la sapienza e l'umiltà della preghiera
per vivere sempre in comunione con Te come il tralcio con la vite,
affinché l'apostolato non sia esibizione di me,
ma irradiazione del Tuo Amore, che esiste e palpita in me.
Ho paura, Signore, della mia povertà.
Regalami, perciò, il conforto di veder crescere i ragazzi
nella conoscenza e nel servizio di Te.
Fammi silenzio per udirli. Fammi ombra per seguirli.
Fammi sosta per attenderli. Fammi vento per scuoterli.
Fammi soglia per accoglierli.
Infondi in me una grande passione per la Verità,
e impediscimi di parlare in tuo nome
se prima non ti ho consultato.
Salvami dalla presunzione di sapere tutto,
dall'arroganza di chi non ammette dubbi;
Vergine Maria, madre e sorella della mia fede,
metto nel tuo cuore il sì della mia missione di educatore.
Accompagnami con ferma dolcezza,
come soltanto una madre sa fare,
per cantare il servizio come vera libertà,
per vivere la generosità,
per invitare tutti alla vera festa della vita
affinché io possa realizzare, con Te,
il grande sogno che hai per ciascuno di loro.
Amen
L: Da povero fanciullo don Bosco è diventato un “grande” prete dei giovani, e invita tutti noi ad
aver fiducia nel disegno che il Signore ha da tempo in mente per ciascuno di noi. Ci indica che,
dopo un primo periodo di preparazione, ognuno deve seguire la propria vocazione. Anche noi
educatori siamo in ascolto per comprendere il nostro cammino. Siamo tutti partiti come allievi
animatori e passo dopo passo, crescendo lentamente ci siamo affidati. E quando abbiamo avuto
paura dei sogni, dei giorni, del mondo, abbiamo trovato la forza e la gioia nel Signore.
Preghiamo insieme
Concedici, Signore Padre buono,
di accorgerci della presenza di Don Bosco in mezzo a noi, e di essere, come lui,
fedeli a Dio e attenti alle necessità degli uomini, nostri fratelli, nel servizio disinteressato
specie ai ragazzi e ai giovani, o nel nostro impegno di giovani dell’Oratorio.
Impegno e servizio che vogliamo concretizzare,
nella diversità dei ruoli e dei compiti, con fedeltà e con passione,
con competenza e con la sensibilità di una presenza, che assume i tratti del cuore del Padre.
S: Signore, tu ci scruti e ci conosci, ti fidi di noi e ci doni la tua grazia. Tu ci chiami ad
essere sempre più partecipi della tua azione misericordiosa, ci inviti ad essere testimoni
fedeli e gioiosi annunciatori della Tua Parola. Rendici capaci di essere degni testimoni del
tuo Vangelo nel nostro cammino, per Cristo nostro Signore.
T. Amen
PREGHIAMO insieme:
Caro Gesù, grazie perché ci doni l’esempio buono
di tanti ragazzi come noi
che vogliono dare a te il loro talento,
perché anche le cose più piccole
tu le fai diventare grandi.
E ci dimostri che anche noi,
con il tuo amore, siamo capaci di cose grandi.
Aiutaci a portare questa gioia che ci dai
alle persone accanto a noi :
ai nostri genitori,ai nostri fratelli, ai nostri amici.
Con te non possiamo mai diventar tristi,
con te possiamo solo essere allegri!
E con la nostra gioia possiamo contagiare tutti!
IV MOMENTO:
Fare tutto a metà con Don Bosco
Michele all’età di 8 anni incontra Don Bosco.
Lo incontra spesso, andando o tornando
dalla scuola con gioia gli corre incontro, si
scopre il capo e baciandogli la mano gli
chiede una immagine o una medaglia.
Don Bosco sorridendo gli ripone il berretto in
testa, gli presenta la palma della mano
sinistra e con la destra fa il gesto di
tagliargliela, mentre gli dice scherzosamente:
«Prendi, Michelino, prendi!» Michele non
capisce, ma quando andrà ad abitare a
Valdocco, chiede:
– Che cosa voleva dirmi, Don Bosco?
– Volevo dirti che nella vita noi due faremo sempre a metà. Dolori, cure, responsabilità,
gioie e tutto il resto saranno per noi in comune».
Michele rimase in silenzio, pieno di silenziosa felicità:
Don Bosco, con parole semplici, l’aveva fatto suo erede universale.
Intanto gli altri ragazzi presero più coraggio e si avvicinarono: così parlai anche un po’
con molti di loro,alternando i vari discorsi con delle domande rivolte espressamente al
loro “Generale”.
“Quanti anni hai, Michele?” gli chiesi.
“Tredici anni” rispose fiero.
“Ti sei mai confessato?”. E lui, sorridendo sornione, rispose di sì, ma poi se la rise coi
compagni.
“E vai a catechismo, per poi fare la Prima Comunione?”
“Certo che ci vado! E sono pure bravo”. Anche questa risposta, seppur fiera, era
accompagnata da risatine che ne rivelavano la falsità.
“Sei bravo a scuola, o preferiresti imparare un mestiere?” lo interrogai ancora.
E lui: “Sono andato a scuola e ho fatto la terza elementare” ma poi soggiunse subito:
“Poi ho imparato la professione del far niente!”
Avevo già capito che il ragazzo doveva avere problemi in famiglia, oltreché essere un
birbantello perditempo. Infatti mi spiegò anche che era orfano di padre e che la madre a
malapena procurava l’indispensabile per i figli. Mi disse anche che lui la faceva
disperare troppo.
Allora incalzai: “Cosa vuoi fare da grande?”
“Bisogna che faccia qualche cosa” disse “ma non so che cosa”.
Era quello che volevo sentire. E gli chiesi: “Ti andrebbe di smetterla con questa vita da
monello e di metterti a fare le cose sul serio?”
“La volontà c’è” e un pizzico si commosse, ma poi riprese: “questa vita non mi piace, ho
anche alcuni compagni già in prigione... però che ci posso fare, ormai...??”
Allora, mettendogli una medaglietta in mano, gli dissi: “Questa sera recita un Padre
Nostro, vedrai che ti aiuterà! E poi fammi contattare dal tuo don”.
Michele tentò di capirne di più, ma intanto il treno era arrivato e io salii velocemente,
prima che ripartisse. Tanto ci saremmo rivisti...
L: Don Bosco non si ferma all’apparenza e così Michele da “Generale della
Ricreazione” diventa capitano di chi vuole cambiare la propria vita in meglio. Michele è
in gamba a fidarsi e a dire la verità. Nessuno ce la fa a crescere da solo. Abbiamo tutti
bisogno di qualcuno, ma questo qualcuno ha bisogno anche della nostra parte...
Spesso, i sogni che portiamo dentro rivelano i progetti della nostra vita. Per don Bosco
non è importante che Michele diventi prete o no, ma che faccia bene il proprio dovere di
ogni giorno, perché così facendo il resto verrà da sé. Don Bosco gli mette accanto
anche un amico vero che lo aiuta quando sbaglia.
PROMESSA ALLIEVI ANIMATORI
Grazie Signore,
per avermi fatto incontrare il gruppo, le suore, i sacerdoti, l’oratorio.
Grazie per avermi dato la possibilità di conoscere la famiglia salesiana
e di essere un allievo animatore.
Oggi, davanti a Te Signore, e con l’aiuto Tuo e di don Bosco
PROMETTO di camminare con Te, di essere Tuo amico
e amico di tutti con allegria e semplicità,
e di impegnarmi nei miei doveri quotidiani per diventare un buon cristiano.
Amen
II MOMENTO:
IDENTIKIT DI
III MOMENTO
FRANCESCO BESUCCO
Nato a: Argentera Il:1 marzo 1850
Simbolo per capirlo: Un po’ di terra
Caratteristiche: Semplice, onesto, ostinato. Incosciente, gentile,
studioso.
Sogno nel Cassetto: Restituire quanto ricevuto.
Francesco Besucco è un ragazzo di montagna, ma dell’Ottocento.
Non ha sci e snowboard, ma solo rozzi vestiti che in una città
come Torino lo fanno subito riconoscere, suscitando qualche
risata. Francesco è il ragazzo “da prendere in giro”. E la sua
passione per Gesù non fa altro che aumentare questa possibilità. Certo erano altri tempi
e la fede e la religione erano tenute in maggior considerazione, ma anche allora
qualcuno lo derideva per la sua fede.
I TRE SEGRETI DELLO STUDIO dalle memorie di don Bosco
Un giorno Francesco lesse questo cartello in camera mia: “Ogni momento di tempo è un
tesoro” Mi chiese di spiegargli quella frase. “In ogni istante possiamo imparare qualcosa
di nuovo e di utile, qualcosa di scientifico, o di religioso o su come vivere...”, gli risposi.
Lui rimase qualche istante in silenzio. Poi trascrisse quelle parole su un pezzo di carta e
uscì dicendo: “Ho capito”.
Gli insegnanti mi riferirono che svolgeva bene i suoi doveri e studiava con impegno,
riportando ottimi voti, soprattutto in condotta. Pregava molto. In classe e fuori si
comportava bene, senza rinunciare alla sua esuberanza nel giocare. Aveva imparato a
gestirsi in tutto, facendo buon uso del tempo. Sollecitato dalle domande di un suo amico
pensò di raccogliere la sua esperienza di alunno in tre segreti per riuscire nello studio:
1. Non perdere mai neppure un briciolo di tempo quando devo studiare.
2. In vacanza o nelle ricreazioni, non lasciar passare troppo tempo senza studiare.
Oppure sfruttare quei momenti di svago per parlare di cose di scuola con i compagni più
bravi.
3. Prima di uscire, ogni mattina, pregare un Padre Nostro e un Ave Maria.
L’impegno che metteva nello studio non gli impediva di essere generoso anche nelle
faccende di casa: puliva il dormitorio con una gioia che contagiava tutti.
L: Ci possiamo domandare perché Francesco ha messo le preghiere proprio qui, nei
segreti per lo studio.
“Perché -direbbe don Bosco -quando si prega da due grani nascono quattro spighe, se
invece non si prega da quattro grani nascono due spighe”.
PROMESSA ANIMATORI JUNIOR
Grazie Signore,
perché mi hai cercato e tenuto con Te
avvicinandomi alla famiglia salesiana
e ora mi chiami ad essere un animatore junior.
Oggi VOGLIO farti la mia promessa
e con il Tuo aiuto e quello di don Bosco
mi impegno a crescere
nell’amicizia con Te, Signore,
ad essere umile e sincero con tutti,
ad essere un esempio cristiano
in mezzo ai miei compagni,
ad aver fiducia nei miei genitori e negli educatori.
Aiutami ad essere fedele ogni giorno
a questa promessa
nell’umiltà e semplicità della Tua parola.
Amen
IDENTIKIT DI DOMENICO SAVIO
Nato a: San Giovanni di Riva presso Chieri Il: 2 aprile 1842
Simbolo per capirlo: Un pezzo di stoffa
Caratteristiche: Coraggioso, allegro, altruista. Intelligente, santo.
Sogno nel Cassetto: Realizzarsi pienamente. Essere santi.
CI VUOLE STOFFA E UN SARTO dalle memorie di don Bosco
Ricordo ancora il giorno: era il primo lunedì di ottobre e di buon
mattino arrivò Domenico accompagnato da suo padre.
“Chi sei? Da dove vieni?”
Si presentò e mi parlò di lui, della sua provenienza e delle sue origini.
Lo chiamai in disparte e gli chiesi se avesse intenzione di studiare. Entrammo
immediatamente in una grande confidenza reciproca. Rimasi affascinato dalla sua
capacità di ragionamento e di dialogo.
Dopo un lungo discorso, mi domandò: “Allora, che gliene pare? Mi porterà a studiare a
Torino?”
“Beh, direi che sei una buona stoffa”, gli risposi.
E lui: “A che può servire questa stoffa?”.
“A fare un bell’abito da regalare al Signore”, spiegai.
“Allora io sono la stoffa e lei sarà il sarto: mi prenda con sé e mi faccia diventare un
bell’abito per il Signore!”
PROMESSA ANIMATORI
Grazie Signore,
che mi hai voluto con Te fin dal battesimo,
e che mi hai posto sotto la guida di don Bosco
perché diventi un “buon cristiano e un onesto cittadino”.
Per questo oggi io SCELGO
di impegnarmi a diventare un onesto e umile animatore
di seguirti e di incontrarti nelle mie preghiere,
di farmi guidare dal tuo Spirito Santo
affinché io possa animare nella purezza e gioia autentica,
testimone allegro e coraggioso tra i bambini e ragazzi,
disponibile e generoso nel servizio,
e fedele nel compimento del mio dovere quotidiano.
Ho bisogno del Tuo aiuto e dei Tuoi consigli,
perché assieme a don Bosco e Maria Ausiliatrice
mi sosteniate ogni giorno per vivere secondo il vostro esempio.
Aiutatemi ad avere sempre un’energia esplosiva e propositiva
in armonia con gli educatori nel servizio verso il prossimo.
Amen
L: Le storie di questi ragazzi che sono vissuti al tempo di don Bosco, ma hanno
qualcosa da dire anche a noi, sono cioè attuali. Le loro esperienze non sono poi così
lontane da quelle che viviamo noi. Avevano delle abitudini diverse, ma l’amicizia, i
desideri e i sogni, sono cose che durano per sempre.
Don Bosco ricorda a Domenico che la santità consiste nello stare molto allegri. Ci dice
che la santità o ci fa allegri o non è santità. La santità o coinvolge gli altri o non è santità.
Chi pensa alla santità come a qualcosa che riguarda persone isolate e musone, non ha
capito nulla. Dio vuole persone felici che aiutino altri a diventare felici. Certo, poi i santi
lavorano spesso con le persone più difficili, più svantaggiate, più povere. Ma ci lavorano
attingendo alla felicità e portandole verso la felicità.
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