Cover Story. Travis Millard
Stavolta ci addentriamo nel sottobosco underground per parlare di Travis Millard e dei suoi lavori
per Uncluded, Dinosaur Jr., Primus e Get Up Kids. Un vero stakanovista del disegno, Millard è
famoso per le sue vignette affollate di omini paffuti col naso a patata (come il suo): grottesche,
splatter, politicamente scorrette e divertentissime.
Per capirci, tra i suoi lavori ci sono un manuale di peti (Farts) e uno che insegna a parlare con gli
zombie (How to Speak Zombie), entrambi dotati di un congegno a pile che ne riproduce suoni e voci.
Millard è un disegnatore finissimo – come la fidanzata Mel Kadel, che fa il suo stesso mestiere – e la
sua fonte d’ispirazione è la cultura punk e skate, che ovviamente lo adora e spesso e volentieri capita
che una band o un’azienda lo chiami a disegnare la copertina di un disco o il dorso di una tavola.
The
Uncluded, Hokey Fright (Rhymesayers, 2013)
Tra le sue collaborazioni musicali più riuscite c’è quella con gli Uncluded, duo folk-rap composto
dalla cantautrice Kimya Dawson e dal rapper Aesop Rock, per i quali si è occupato del design di
Hokey Fright (2013). Il tema è una caccia alle rane: sulla cover, ci sono le caricature dei due
musicisti muniti di barattolo e retino; dentro la confezione, un libricino intitolato How to Catch a
Frog (“Come catturare una rana”), che è anche un cortometraggio animato; sull’etichetta del CD ci
sono ancora i due in missione e l’edizione in vinile… beh, guardatevi il filmato con Millard in persona
(si riconosce dal tatuaggio sulla mano destra) che ci mostra tutto per filo e per segno.
Dinosaur
Jr., I Bet on Sky (Jagjaguwar, 2012)
In stile fumetto sono anche la cover di I Bet On Sky (2012) dei Dinosaur Jr., glorie dell’indie rock
Made in USA (di cui Millard ha pure realizzato una versione tonda da mettere davanti alla cassa
della batteria), i poster dei concerti dei Primus e, ultimo ma non ultimo, il libretto della colonna
sonora di Vizio di forma (Inherent Vice, 2014) di Paul Thomas Anderson, da sfogliare come una
striscia.
Due
vignette dal libretto di Inherent Vice (Nonesuch, 2015)
Decisamente diverse sono invece le copertine di Something to Write Home About (1999) e On a Wire
(2002) dei Get Up Kids, per le quali Millard ha usato uno stile più pittorico.
The Get Up
Kids, Something to Write Home About (Vagrant, 1999)
Se volete vedere Millard all’opera, vi consigliamo di dare un’occhiata alla sua serie web Drawing
Stories (meno di 5 minuti a puntata) dove, seduto davanti al caminetto di casa, racconta delle strane
storielle mentre le disegna.
Stefano Ferrari
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Cover Story. Travis Millard