Indice
pag.
ULTRASUONOTERAPIA
1.0 La natura degli ultrasuoni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2
2.0 Propagazione degli ultrasuoni nel mezzo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2
3.0 Effetti e proprietà specifiche degli ultrasuoni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4
4.0 Interazione degli ultrasuoni sui tessuti corporei. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5
6.0 Modalità terapeutiche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14
7.0 Indicazioni pratiche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17
8.0 Controindicazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19
INDICE
5.0 Specificità e vantaggi dell’ultrasuono 3-BAND . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6
1
E L E T T R O N I C A
P A G A N I
Impiego degli ultrasuoni
in terapia fisica
1.0 LA NATURA DEGLI
ULTRASUONI
2
Gli ultrasuoni sono il risultato della trasmissione di vibrazioni meccaniche attraverso il
mezzo. Queste vibrazioni non sono casuali,
come quelle termiche, ma sono delle vibrazioni oscillatorie ordinate e generate da una
sorgente esterna.
La sorgente tipica per generare gli ultrasuoni è un cristallo (quarzo o ceramica) pilotato elettricamente a vibrare (effetto piezoelettrico) e posto in contatto con la superficie
esterna del mezzo, che nel nostro caso è
rappresentata dal corpo umano. Ciò che
accade è l’interazione tra la sorgente generante il fascio ultrasonico e le particelle poste sulla superficie del mezzo che vengono
così poste in vibrazione. Queste particelle,
a loro volta, fanno vibrare le particelle vicine
e quindi le vibrazioni meccaniche vengono
velocemente trasmesse entro il materiale. Il
movimento di una particella è simile a quello di un pendolo, sebbene le distanze in
gioco siano microscopiche.
La frequenza è il numero delle oscillazioni
complete che una particella esegue in un
secondo. La frequenza dell’ultrasuono utilizzata ha una grossa importanza sull’effetto
provocato e rappresenta una delle grandezze che devono essere scelte prima di
utilizzare uno strumento a generazione di
ultrasuoni. Le frequenze ultrasoniche generalmente usate in medicina appartengono
alla banda delle alte frequenze: 800.000 Hz
- 3.000.000 Hz.
2.0 PROPAGAZIONE DEGLI
ULTRASUONI NEL MEZZO
Gli ultrasuoni necessitano sempre di un
mezzo elastico per propagarsi, sia esso
gassoso, liquido o solido contro il quale il
generatore di ultrasuoni viene posto in vibrazione, producendo pressioni e dilatazioni che si propagano con una velocità che è
in funzione delle caratteristiche di compressione della materia irradiata e che è molto
diversa a secondo che il mezzo sia liquido,
gassoso, o solido.
Per esempio, nell’aria la velocità è di circa
330 metri per secondo mentre nei liquidi è
già quattro o cinque volte più alta. D’altra
parte interviene anche la densità della materia, diminuendo la velocità con l’aumento
della densità stessa. Così risulta per esempio che due corpi così diversi come il ferro
ed il cristallo hanno la stessa velocità per gli
ultrasuoni.
Molta importanza rivestono le condizioni
che si incontrano quando un’onda ultrasonora passa nella sua direzione di propagazione da un mezzo all’altro con diverse caratteristiche acustiche. Ciò infatti si verifica
spesso in terapia. Quando nella direzione
dell’asse di emissione delle onde ultrasonore si pone un ostacolo con una caratteristica acustica minore della longitudine dell’onda, le onde si raddoppiano ai bordi. Se
l’ostacolo è grande in relazione alle onde ul-
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P A G A N I
V1 1 – V2 2
V1 1 – V2 2
Tra l’aria ed i liquidi per esempio o l’aria ed
i corpi solidi, la riflessione è praticamente
totale. Per questo, nella pratica terapeutica
dell’ultrasuonoterapia, è sempre fondamenTABELLA 1
Sostanza
Velocità di propagazione
(cm/sec)
Impedenza acustica
specifica (gr/cmq/sec)
Aria 0°
331
42,8
Aria 18°
342
41,5
Idrogeno
1261
11,3
Anidride carbonica
260
51,5
Acqua dist.
1461
146.100
Ferro
5000
3.900.000
Rame
3900
3.500.000
Vetro
Ghiaccio
5400
2100
1.350.000
190.000
tale che tra il trasduttore ad ultrasuoni (applicatore/generatore) e la cute del paziente
sia interposto un mezzo di conduzione (gel,
acqua, o olio). La trasmissione in aria dell’ultrasuono diretta ad un corpo è praticamente inesistente e quindi renderebbe di
fatto inefficace il trattamento di ultrasuonoterapia.
È noto che gli ultrasuoni si propagano in un
mezzo omogeneo in direzione rettilinea e
che, a regime costante di emissione ultrasonora, si hanno interferenze di onda. Le
onde acustiche riflesse da un ostacolo
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P A G A N I
piezza, tuttavia ognuno di essi si comporta come un emittente sferico, emanando
treni d’onda in direzioni divergenti. Dal
punto di vista pratico, durante l’esecuzione di un trattamento ad ultrasuoni, si
avranno delle zone di massimi e di minimi
di intensità che si alterneranno continuamente, per lo meno nel trattamento a massaggio. Mentre, nel trattamento statico
(con testa fissa), vi saranno per tutta la durata del trattamento zone colpite da massimi di intensità ed altre zone sempre colpite da minimi di intensità.
1,2
E
3MH Z
R=
quindi danno luogo alla formazione di nodi
presso cui la variazione della pressione è
massima e di ventri d’onda in cui la pressione è minima.
La determinazione fisico-matermatica dell’intensità ultrasonica, calcolata sulla base
dello spessore della parte piezoelettrica
del generatore di ultrasuoni (quarzo o ceramica), alla frequenza ed alla tensione,
esprime soltanto il valore medio dell’intensità del fascio ultrasonico non considerando la sua distribuzione al di là della testa
emittente. È evidente infatti che nessuna
lamina di quarzo o ceramica può effettuare vibrazioni del tutto uniformi, per cui il
campo ultrasonico non ne risulta uniforme
ed omogeneo. Infatti, pur vibrando tutti gli
elementi della superficie della componente piezoelettrica (sia essa quarzo o ceramica) sincronicamente per fase e per am-
U LT R A S U O N O T E R A P I A A
trasonore emesse, ha origine una vera e
propria capsula che limita la trasmissione
all’altro mezzo, dando origine ad un fenomeno di riflessione parziale o totale. In questo fenomeno gioca un ruolo importante la
nozione di resistenza alle onde, che è il prodotto della velocità acustica per la densità
del mezzo. Quanto maggiore è la differenza
tra la resistenza alle onde nei due corpi,
tanto maggiore sarà la riflessione che si
produrrà in questa capsula limitante, in accordo con la seguente formula
3
3MH Z
E
1,2
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65°
Diametro
di irradiazione
Ø 20 mm
4°
Ø 36 mm
4
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
15
20
25 cm
3.0 EFFETTI E PROPRIETÀ SPECIFICHE
DEGLI ULTRASUONI
La terapia ad ultrasuoni si esplica mediante
un massaggio di alta frequenza nella sua
forma più intensa, che ben direzionato penetra profondamente nei tessuti corporei.
Le proprietà biologiche degli ultrasuoni sono quasi interamente dovute a vibrazioni
meccaniche di rapidissima oscillazione e
brevissima lunghezza d’onda.
Queste vibrazioni meccaniche danno origine al cosiddetto fenomeno piezoelettrico.
Per effetto piezoelettrico si intende la proprietà che possiedono alcuni materiali di
presentare cariche elettriche in determinate
superfici dello stesso prodotte per trazione
o compressione meccanica esercitata perpendicolarmente sopra il suo asse principale. L’intensità delle cariche elettriche che
hanno così origine sulla superficie sono, secondo la legge di P. Curie, direttamente proporzionali alla compressione esercitata.
Al passaggio di queste oscillazioni rapidissime il tessuto vibra in sintonia con la loro
frequenza e ne riceve gli effetti sotto forma
di pressione, di riscaldamento, di modificazione del comportamento fisico-chimico e
di vibrazioni profonde nel protoplasma cellulare. Si ha come conseguenza un aumento considerevole del ricambio intracellulare
ed una produzione di effetti diatermici, elettrici e chimici dai quali derivano variazioni
nello stato di rigonfiamento delle cellule,
uno stimolo sulle terminazioni nervose e formazioni di sostanze chimico ad effetto tonificante ed antitossico.
Gli effetti principali delle onde ultrasonore sono dovuti all’aumento della temperatura ed
all’effetto meccanico e sono rappresentati
dall’analgesia, dal rilasciamento muscolare,
dall’effetto fibrolitico e trofico, stimolazione
del tessuto connettivo. Su di essi si basano
essenzialmente le indicazioni terapeutiche.
La trasmissione dell’energia ultrasonica ai
vari tessuti biologici è indolore e determina
variazioni di pressione che comportano, a
seconda della modalità di emissione (continuo o pulsato), del dosaggio, della durata
dell’applicazione, effetti meccanici, termici,
fisico-chimici ed antalgici. L’utilizzo dell’ultrasuonoterapia può avere un notevole valore
terapeutico in quanto accelera il processo di
guarigione negli eventi traumatici ed allevia
le problematiche croniche.
I principali effetti del trattamento ultrasonico
sono:
● un intenso effetto di pulsazione del tessuto cellulare connettivo e gli effetti ad esso
conseguenti;
● l’effetto diatermico.
La superiorità, in certi campi, della terapia
ultrasonica rispetto all’energia elettromagnetica, deriva dall’azione cumulativa dei
due fattori di pulsazione e di produzione del
calore.
È infatti noto che all’energia elettromagnetica manca l’effetto pulsante; si tratta infatti di
un semplice passaggio nel corpo di onde
elettriche ad alta frequenza grazie alla interposizione del corpo fra gli elettrodi per la
diatermia e marconiterapia o per irradiazione di microonde nella radar terapia o sotto
forma di radiazioni elettromagnetiche luminose e non (ultravioletti, infrarossi, fototerapia, laser terapia). In questi casi, però, il
mezzo irradiato rimane del tutto inerte dal
punto di vista meccanico; l’azione attiva
che è esclusivamente termica dipende dalle perdite elettriche del mezzo e dalla sua
resistenza al passaggio dell’elettricità o da
azione elettrochimica. Mediante gli ultrasuoni, invece, vibrazioni meccaniche attraversano il mezzo con una velocità che di-
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4.0 INTERAZIONE DEGLI ULTRASUONI
SUI TESSUTI CORPOREI
In associazione all’effetto termico, che varia
in relazione alle caratteristiche del tessuto
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E
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cosa di notevole importanza nel trattamento di patologie infiammatorie dei tessuti muscolari e tendinei;
● Il modo indiretto è basato principalmente
sull’effetto ossidante prodotto dalla cavitazione che si estrinseca nella formazione di radicali liberi che possiedono una
grande attività chimica.
Tutta una serie di patologie si caratterizza,
dal punto di vista biofisico, per una modificazione dei potenziali di membrana cellulare.
In virtù della loro capacità di penetrazione,
gli ultrasuoni determinano uno spostamento
degli ioni presenti nelle cellule e nella sostanza intracellulare, in sincronismo con il ritmo
delle pulsazioni. Si produce in tal modo anche una quota di energia elettrica, la cui diretta conseguenza consiste nell’aumento, e
successivo ritorno alla norma, della differenza dei potenziali elettrici a livello della membrana cellulare; effetto che si traduce, in ultima analisi, in un miglioramento degli scambi
ionici e della utilizzazione di O2.
L’acqua dei tessuti trattati con gli ultrasuoni
si arricchisce di ossido di idrogeno; sotto
l’azione ultrasonica, lo iodio si libera per ossidazione da una soluzione acquosa di Ioduro di Potassio. Molti altri processi chimici
sono stati accertati nel campo degli ultrasuoni, quali scissioni delle intime strutture
cellulari, demolizione delle macromolecole
e formazione di nuove sostanze biologicamente attive.
Recentemente hanno assunto grande importanza ricerche sul meccanismo d’azione degli ultrasuoni a livello delle terminazioni nervose; esse hanno confermato un effetto positivo delle vibrazioni meccaniche sul sistema
neuro-vegetativo. Per quanto riguarda il sistema neurovegetativo, si ritiene che le proprietà medico-terapeutiche degli ultrasuoni
possano individuarsi proprio in un meccanismo neurale riflesso che contribuisce in modo rilevante all’influenza curativa degli ultrasuoni sui diversi organi e sulle loro funzioni.
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pende dalla densità del mezzo.
L’effetto terapeutico è un massaggio più intenso ed efficace di quello che usualmente
si pratica in modo manuale, perché le vibrazioni ad alta frequenza e i fenomeni correlati di contrazione e dilatazione avvengono
nell’intima compagine dei tessuti e sono separati da intervalli brevissimi, mentre nel
massaggio ordinario è il tessuto nella sua
globalità che viene spostato.
Il fascio ultrasonoro non può essere trasmesso attraverso l’aria, necessitando di un
mezzo conduttore in cui propagarsi; a tal fine nei trattamenti a diretto contatto con
l’epidermide si usa interporre fra il trasduttore e l’epidermide del gel, il cui compito è
quello di eliminare il velo d’aria che impedirebbe una buona trasmissione.
È provato che alcuni effetti terapeutici sono
di natura termica come l’iperemia che si presenta sempre dopo una irradiazione ultrasonica o come le reazioni del periostio. La generazione di una diatermia locale nel trattamento ultrasonico non è però immediata; la
comparsa del fenomeno termico e soprattutto la percezione da parte del paziente non
essendo immediati assumono grande importanza nella regolazione della dose da somministrare durante il trattamento.
L’effetto termico, a dose corretta, deve manifestarsi come una leggera e piacevole
sensazione di calore percepibile chiaramente dopo alcuni minuti di trattamento. La
mancanza o l’eccessivo ritardo nel manifestarsi di questo fenomeno denota una insufficienza nel dosaggio o una errata dislocazione del fascio ultrasonoro. Una sensazione di calore immediata, eccessiva e fastidiosa indica eccesso di dosaggio ed il dolore in tali casi deve essere interpretato come sinonimo di calore eccessivo. L’eccessivo calore puramente cutaneo denota invece la presenza di bollicine d’aria fra la pelle
e il trasduttore.
Gli ultrasuoni presentano anche un’azione
chimica che si esplica in modo diretto ed indiretto:
● il modo diretto è rappresentato dall’azione di favore nei confronti dei meccanismi
osmotici che favoriscono la penetrazione
dei medicamenti nei tessuti (Fonoforesi),
5
3MH Z
E
1,2
U LT R A S U O N O T E R A P I A A
6
irradiato e in relazione alle sue condizioni
patologiche; l’ultrasuono provoca anche un
intenso effetto di cavitazione.
La cavitazione costituisce uno dei fenomeni
più singolari e specifici dell’azione degli ultrasuoni specialmente sui liquidi. Essa si
manifesta sotto forma di bollicine gassose
che si formano nei liquidi attraversati da onde ultrasoniche stazionarie e progressive
Questo fenomeno consiste nella formazione
di bolle di gas disciolte in un fluido, bolle
che subiscono variazioni di diametro in sintonia con le variazioni di pressione generate dal trattamento ultrasonico.
Effetti della cavitazione possono essere, ad
esempio, lesioni cellulari irreversibili dipendenti da dosi per unità di misura e di tempo
assai elevate. Nell’ambito di strutture anatomiche organizzate, gli effetti terapeutici degli ultrasuoni possono essere correlati ad
un aumento della temperatura locale, un
aumento della velocità del microcircolo tessutale, variazioni della permeabilità della
parete cellulare (sono ipotizzati effetti positivi a livello intracellulare, a livello mitocondriale e sui processi enzimatici).
5.0 SPECIFICITÀ E VANTAGGI
DELL’ULTRASUONO 3-BAND
Decidendo di acquistare 3-BAND avete sicuramente individuato le peculiarità di cui
dispone questo innovativo e sofisticato strumento. In particolare, oltre alle elevate caratteristiche tecnologiche e funzionali che
ne fanno uno dei nuovi punti di riferimento
del settore, il carattere di unicità dell’ultrasuono 3-BAND è rappresentato dalle seguenti peculiarità:
● 3 diverse frequenze di oscillazione (1, 2 e
3 Mhz) a profondità controllata;
● testine multifrequenze;
● calcolo automatico della densità di energia sui vari tessuti;
● possibilità di somministrare la fonoforesi.
5.1 TRE
DIVERSE FREQUENZE DI EMISSIONE A PROFONDITÀ CONTROLLATA
Gli ultrasuoni utilizzati in terapia fisica si
propagano in modo longitudinale; quando
incontrano un mezzo diverso da quello che
stanno attraversando, possono venire as-
sorbiti, trasmessi, riflessi. Quando vengono
assorbiti, generano effetti biologici più intensi sull’interfaccia dei tessuti.
Questo fenomeno è chiamato “effetto dello
strato limite” e si verifica perché, quando
gli ultrasuoni incontrano un’interfaccia,
una parte di essi viene riflessa e una parte
rifratta.
A causa della riflessione, i raggi incidenti e
quelli riflessi vengono a trovarsi assai vicini
nel primo mezzo e sommandosi determinano maggiori effetti biologici locali.
A causa della rifrazione, una parte degli ultrasuoni viene convertita da onde longitudinali in onde trasversali, le quali hanno nei
tessuti biologici un coefficiente di assorbimento più alto di quello delle onde longitudinali e pertanto determinano nell’immediata vicinanza dell’interfaccia maggiori effetti
biologici. L’effetto terapeutico dell’ultrasuono è legato all’assorbimento della sua energia. I tessuti biologici, in relazione alla loro
differente composizione sono in grado di
assorbire tale energia in quantità differenti;
ad esempio i tessuti che possiedono un alto contenuto proteico e basso contenuto di
acqua presentano una grande capacità di
assorbimento, perciò tendini e tessuti cartilaginei (ricchi di proteine), essendo capaci
di assorbire grandi quantità di energia ultrasonica, sono soggetti a un notevole effetto
termico. Questa potrebbe essere la ragione
per cui si ottengono dei risultati molto buoni
nel trattamento di questi tessuti. Notevoli effetti termici vengono osservati, oltre che nei
tessuti tendinei e cartilaginei, anche nelle
ossa, legamenti, capsula e periostio, tanto
da poter affermare che gli effetti biologici
degli ultrasuoni sono particolarmente intensi a livello dello strato limite muscolo-osso.
Parlando di assorbimento, abbiamo introdotto il concetto forse più importante dell’ultrasuonoterapia. L’assorbimento è infatti il primo fattore discriminante della determinazione dell’energia ultrasonora ai vari
strati cellulari che, in ragione della localizzazione delle patologie praticabili con l’ultrasuonoterapia, possiamo idealmente
suddividere in:
● Tessuto superficiale (cute, strato grasso)
● Tessuto intermedio (muscolo-tendineo)
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1,2
E
3MH Z
In pratica, è dimostrato che l’energia ultrasonora diminuisce costantemente in relazione alla profondità attraversata, e ad una
profondità determinata corrisponde sempre
la stessa frazione energetica persa.
Sono sostanzialmente tre i fattori che influenzano l’assorbimento e pertanto la profondità di emissione ed il coinvolgimento
/raggiungimento di uno o più dei tre strati
sopra citati:
1. L’intensità irradiata. L’energia assorbita
da ciascuno dei tre strati cellulari è direttamente proporzionale all’intensità erogata:
più alta è l’intensità e più alta è l’energia che
ciascuno dei tre strati riesce ad assorbire.
2. La consistenza e la struttura del mezzo
irradiato. In questo caso invece, più è consistente il mezzo, minore sarà la capacità di
assorbimento e quindi di penetrazione.
3. La frequenza d’emissione. Il più importante dei tre fattori e che costituisce il primo
fattore discriminante del livello di trasmissione dell’energia a ciascuno dei tre strati
cellulari sopra citati, è senza dubbio la frequenza di emissione dell’ultrasuono. È
comprovato che la profondità di azione degli ultrasuoni nel corpo umano è inversamente proporzionale alla frequenza a cui
essi vengono emessi. Quindi, le profondità
maggiori vengono raggiunte dagli ultrasuoni con minore frequenza. Così, mentre gli ul-
trasuoni emessi alla frequenza di 1 MHz,
sono in grado di raggiungere lo strato profondo (osseo), dove raggiungono profondità di azione di circa 7 mm, gli ultrasuoni di
3 Mhz interessano con energie terapeuticamente efficaci solo ed esclusivamente gli strati superficiali e lo
strato immediatamente sottocutaneo formato dal grasso che in
misura diversa a seconda della
parte anatomica ed a seconda
del soggetto preso in considerazione, ricopre quello che schematicamente abbiamo definito
come lo strato cellulare intermedio, quello cioè costituito dal tessuto muscolare e dal tessuto tendineo che, a sua volta, unisce i
muscoli al sistema scheletrico
(tessuto profondo).
Così, su questo strato cellulare intermedio
dove sono localizzate moltissime delle patologie (di carattere infiammatorio e non)
sulle quali gli ultrasuoni esplicano una positiva azione, se da un lato la frequenza di 1
MHz è sin troppo profonda e dall’altro lato la
frequenza di 3 MHz non è in grado di sprigionare energie sufficienti per essere terapeuticamente efficace, la frequenza ottimale per ragioni fisiche risulta quella intermedia di 2 MHz.
I laboratori di ricerca di Elettronica Pagani
hanno messo a punto un generatore di ultrasuoni in grado di erogare, oltre alle classiche frequenze di 1 e di 3 MHz, anche la
frequenza di 2 MHz che, sulla base di oggettive conoscenze delle leggi fisiche che
regolano la trasmissione degli ultrasuoni
nel corpo umano, è obiettivamente corretto pensare che sia la frequenza più idonea
per poter coinvolgere, con una energia terapeuticamente efficace lo strato mio-tendineo, preservando il tessuto osseo. Compatibilmente con la consistenza del tessuto attraversato e con la struttura della stessa parte anatomica interessata al trattamento, gli ultrasuoni erogati alla frequenza
di 2 MHz, colpendo precipuamente il tessuto muscolare ed il tessuto tendineo, potrebbero rivelarsi proprio quelli maggiormente utilizzati in terapia fisica, dove le
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● Tessuto profondo (osso).
Per assorbimento si intende la capacità di
ciascuno dei sopra citati strati di trattenere
l’energia acustica, la quale si trasforma in
effetto biologico.
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3MH Z
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1,2
E
dell’energia e per colpire i quali esistono tre
appropriate frequenze di emissione.
Il coefficiente di assorbimento dell’energia
ultrasonica sopra esposto, introduce un’ulteriore ed importante variante nel determinare l’efficacia del trattamento.
A parità di condizioni, quando usiamo un
apparecchio per ultrasuonoterapia sul corpo umano, sappiamo che se la intensità è
alta, la profondità di semivalore è altrettanto
alta. Ogni mezzo fisico ha un coefficiente di
assorbimento. Questo coefficiente di assorbimento ci consente di calcolare l’intensità
a qualsiasi profondità in accordo con la formula I=Io e-`x, dove: Io = intensità irradiata
`= al coefficiente di assorbimento e x = alla profondità del tessuto sul quale ci interessa conoscere l’intensità assorbita. Nel caso
in cui si conosca la profondità del semivalo-
8
TABELLA 2
Frequenza in KHz
}
Zona glutea
in vivo
800
1500
2400
H
` cm
H
` cm
H
Muscolo
0,10
7,2
0,19
3,6
_
_
Grasso
0,05 13,6
0,10
6,8
–
–
Cuore
0,14
4,8
0,29
2,4
0,60
Polmone
0,10
7,0
0,20
3,5
Rene
0,09
7,8
0,18
3,9
Fegato
0,06 11,6
0,12
Muscolo
0,16
4,2
Grasso
0,10
6,6
}
Zona glutea
in vitro
400
` cm
` cm
4500
H
0,47
1,5
1,1
0,86
0,42
1,6
0,35
0,2
5,8
0,25
0,33
2,1
0,21
3,3
patologie a carico di questi tessuti sono le
più numerose. Per tale motivo, 3-BAND si
profila come una straordinaria novità nel
campo della Terapia Fisica professionale
ed è destinato a rappresentare un ausilio
estremamente interessante per gli operatori (medici, terapisti).
L’efficacia dei trattamenti è per la prima volta
garantita da tre specifiche frequenze di emissione, che si correlano specificatamente ai
tre strati cellulari, ciascuno dei quali è dotato
di un proprio coefficiente di assorbimento
` cm
H
_
_
–
–
0,8
1,58
0,4
0,62
1,1
1,28
0,5
0,52
1,3
1,05
0,7
2,8
0,35
2,0
0,80
0,9
–
–
–
–
–
–
–
–
–
–
–
–
re, che è il dato più ricorrente del quale dispone il medico/terapista, si può utilizzare
la seguente formula (Pohlman):
I = Io2 – x/H
Dove H = spessore della resistenza di emiriduzione. La tabella pone in evidenza i diversi
coefficienti di assorbimento, sia nel tessuto
vivo che nel tessuto in vitro. Si evince che gli
assorbimenti sono maggiori nel tessuto vivo
(a beneficio dell’efficacia dei trattamenti), ma
soprattutto si evince il diverso coefficiente di
assorbimento alle tre frequenze principali.
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E
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DEI TRATTAMENTI
I due concetti sopra esposti circa la profondità di azione delle varie frequenze dell’ultrasuono e circa la capacità di assorbimento dell’energia ultrasonica del corpo umano,
ci fanno comprendere quanto la conoscenza ed il monitoraggio della quantità di energia trasmessa su ciascuno dei tessuti colpiti sia importante per la buona riuscita del
trattamento, che costituisce insieme premessa ed obiettivo per la corretta esecuzione dell’ultrasuonoiterapia.
Roland 2 3-BAND risponde esaurientemente a questa fondamentale esigenza e consente a ciascun operatore di conoscere in
tempo reale, anche già in fase di impostazione, quanta energia ultrasonica viene trasmessa su ciascuno dei tessuti sottoposti al
trattamento, per impostare la frequenza e la
dose più opportuna per raggiungere la profondità adeguata con la giusta dose.
1,2
5.2 SPECIFICITÀ
9
5.3 INTERACTIVE ULTRASOUND TRANSMISSION
Interactive Ultrasound Transmission è l’innovativo dispositivo messo a punto da Elettronica Pagani per consentire all’operatore, una
volta definita la tipologia del tessuto da trattare (cute/grasso, muscolo, tendine, osso),
di disporre in modo automatico delle impostazioni idonee a garantire la corretta trasmissione di ultrasuonoterapia. Di fatto, il dispositivo IUT è in grado di calcolare la frequenza idonea e soprattutto l’energia minima
idonea ad eseguire il trattamento. Così, IUT
consentirà all’operatore di conoscere, monitorare, definire l’energia ultrasonora in ragione della profondità di azione desiderata.
Il sistema IUT può essere attivato dopo aver
trasmesso a 3-BAND le seguenti informazioni di base:
● tipologia e profondità del tessuto da raggiungere;
● spessore del tessuto grasso da superare.
Questo dato è soggettivo ed è in funzione
della massa corporea di ciascun paziente.
È un dato calcolabile e verificabile in modo
semplice, con l’ausilio di un plicometro.
Il plicometro è sostanzialmente una pinza
che aderisce alla plica di grasso sottocutaneo e, attraverso una ghiera graduata, indica un numero di riferimento, esattamente
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come un calibro. Con indice e pollice della
mano si raccoglie la pelle contenente il
grasso sottocutaneo e si sostituiscono le dita con il plicometro aperto, previamente impugnato con l’altra mano.
Così, una volta adeguatamente rilevati i
valori ed i parametri di cui sopra, li si inserisce negli appositi spazi della maschera
del vostro 3-BAND che procederà al calcolo automatico, impostandosi sulla frequenza ottimale e proponendovi il valore di
densità di energia minimo per svolgere il
vostro trattamento.
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10
5.3.1 TRATTAMENTO
DEI TESSUTI SUPERFICIALI
Trattare lo strato superficiale del corpo
umano (quello che abbiamo identificato come composto da cute, sottocute e massa
grassa), significa erogare un’energia ultrasonica dotata di una profondità d’azione limitata a questi tessuti e quindi dotata di una
capacità di penetrazione contenuta entro
questo primo strato e non in grado di colpire in modo inopportuno gli strati cellulari
sottostanti (intermedio e profondo).
Pertanto, sulla base delle leggi fisiche e dei
concetti sopra esposti, la frequenza di base
selezionata nel trattamento dello strato superficiale è quella di 3 MHz. La proprietà di
semicvalore dello strato superficiale garantisce l’operatore circa la possibilità di coinvolgere con precisione lo strato cellulare di
suo interesse, evitando qualsiasi trasferimento di energia significativo ai tessuti sottostanti. In questo caso, l’effetto termico e
l’iperemia locale sono spesso gli effetti principali dei trattamenti che si realizzano sui
tessuti superficiali; si ottiene un aumento
della vascolarizzazione, aumento della circolazione ed aumento della quantità di ossigeno. L’iperemia locale nella zona capillare e precapillare per vasodilatazione arteriale si può attribuire in parte all’eccitazione
dei plessi nervosi vascolari ed in parte all’aumento del metabolismo
L’ultrasuono a 3 MHz è quindi particolarmente indicato per le ulcere varicose, sia
nel caso di tecnica a massaggio nelle zone
affette, sia mediante trattamento in acqua.
Anche gli edemi e gli edemi cronici di tipo
iatrogeno in seguito asportazione delle
mammella beneficiano del trattamento con
ultrasuoni.
La sindrome di Dupuytren viene trattata con
buoni risultati; le applicazioni devono essere eseguite anche a livello della colonna
cervicale.
L’idroadenite dell’ascella è una possibile indicazione per la terapia ultrasonica.
I disordini ginecologici possono essere trattati con buoni risultati mediante la terapia a
3 MHz: annessiti croniche, metriti, dismenorrea, cistalgie, e spasmi vescicali, ascessi mammari.
L’inizio precoce della terapia può portare alla scomparsa completa dell’ascesso; se la
terapia viene iniziata tardivamente riduce
comunque l’entità dell’ascesso.
Nelle mastiti iperfollicolari, il trattamento dei
noduli dolorosi alleva il dolore del paziente diminuendo il turgore mammario, la sensazione
di pesantezza addominale e la cefalea.
Anche in pediatria la terapia può essere di
grande aiuto per il trattamento di alcune patologie, sempre con le dovute cautele. In
pediatria è necessario usare trasduttori di
piccole dimensioni. Tra le patologie, in campo pediatrico, che possono essere trattate
favorevolmente e ottengono buoni risultati si
annoverano: enuresi trattata in regione sacrale e perineale, fistola da osteomelite.
Inoltre, la terapia a 3 MHz è particolarmente indicata nel trattamento della cellulite.
La panniculopatia costituisce oggi una vera
e propria malattia sociale se si tiene conto
che circa il 15% delle donne di età compresa fra i 18 e i 40 anni dice di seguire o di
aver seguito una dieta appositamente realizzata per farvi fronte e circa il 60% di coloro che seguono la dieta ha consultato un
medico per il controllo della cellulite.
Da parte della medicina in generale, almeno su questo specifico argomento, è stato
dedicato scarso spazio a tutta una serie di
interventi alternativi che, alla luce della letteratura, sembrano mostrare una efficacia
vicina a quella offerta dagli interventi chirurgici (liposuzione) e/o mesoterapici.
Alcuni lavori eseguiti da Elettronica Pagani
insieme a Sanafarm International Pharmaceutics Industry dimostrano l’utilità di tecni-
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DEI TESSUTI INTERMEDI
Come abbiamo visto, perché si produca l’effetto ultrasonico nei tessuti è necessario che
questi ultimi siano in grado di assorbire l’energia ultrasonica, la quale dipende dall’eterogeneità del mezzo. Come naturale, il tessuto del
corpo umano non è omogeneo, perciò si ha
parecchia riflessione incontrollata prodotta
dalla cute, dai muscoli e dai tendini.
Sulla base dei concetti esposti nei precedenti paragrafi per quanto concerne le profondità di penetrazione di ciascuna delle tre
frequenze disponibili ed in rapporto al coefficiente di assorbimento di ciascuno dei vari tessuti cellulari all’energia ultrasonica, a
parità di condizioni, il tessuto muscolare e
quello mio-tendineo possono essere interessati e colpiti da un’intensità terapeuticamente adeguata, solo grazie alle frequenze
di 2 MHz e di 1 MHz. In particolare, nella
stragrande maggioranza dei casi, ovvero
quando gli aspetti anatomo-morfologici
rientrano nella norma, la frequenza ottimale
per il trattamento del tessuto intermedio è
proprio quella di 2 MHz, la quale consente
all’operatore di oltrepassare il primo strato
cellulare e trasmettere l’energia ultrasonora
terapeuticamente necessaria a livello del
tessuto muscolare e tendineo, evitando al
contempo inutili ed incontrollate trasmissioni al tessuto osseo sottostante lo strato intermedio. Il sistema 3-Band visualizza in
tempo reale, in relazione ai parametri impostati, ogni cambiamento circa la densità di
energia trasmessa a ciascuna dei tre livelli
cellulari, garantendo di fatto al terapista il
pieno controllo della situazione. Altro fattore
da non sottovalutare, grazie al sistema IUT
è possibile garantire l’esatta ripetitibilità delle medesime condizioni di trattamento anche a distanza di tempo.
5.3.3 TRATTAMENTO
DEL TESSUTO PROFONDO
Si tenga conto che l’osso per sua natura è
in grado di riflettere circa i due terzi del-
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5.3.2 TRATTAMENTO
l’energia ultrasonica irradiata ed assorbe il
resto. Per questo motivo, l’unica frequenza
terapeuticamente utile nel trasmettere significative e terapeutiche energie a livello del
tessuto osseo è quella di 1 MHz, salvo in
quei casi in cui per ragioni anatomo-morfologiche il tessuto osseo si trova in prossimità del tessuto superficiale (es. falangi, epicondilo), per i quali è possibile utilizzare anche la frequenza di 2 MHz.
L’azione meccanica è alla base del trattamento delle patologie del tessuto osseo sui
quale l’ultrasuono produce trazioni e pressioni continue, in tempi molto brevi, che si
stima in modo approssimativo tra i 2,5 e le
3,0 atmosfere di iper-pressione di pressione
negativa cambiando 2000000 di volte tra
questi picchi massimi di pressione positiva
e negativa nel caso si utilizzi una frequenza
di 1 MHz e un’intensità di 3/Wcmq. Perché
si produca l’effetto ultrasonico terapeuticamente efficace nel tessuto osseo più che su
ogni altro tessuto, è opportuno tenere in
considerazione l’eterogeneità dei tessuti attraversati, avendo chiaro il fatto che l’assorbimento si manifesta anche in calore dovuto alla frizione tra i mezzi. Il calore provocato dalla trasmissione dell’ultrasuono nel tessuto, a parità di condizioni, si riduce grazie
al movimento cinetico rotatorio. Le proprietà fisiche dell’ultrasuono insieme agli effetti
biologici correlati alla sua trasmissione nel
tessuto osseo, hanno dato adito ad una
nuova tecnica nel trattamento delle fratture,
dei ritardi di consolidazione e delle pseudoartrosi. Uno studio americano ha coinvolto
un campione di 10.000 persone con una tipologia di fratture molto diversa, sottoposte
nell’arco di tre anni (dal 1997 al 2000) a regolari cicli di applicazione con ultrasuoni e
nel 40% dei casi la nuova terapia ha introdotto significative riduzione dei tempi di riparazione ossea, mentre nei casi di consolidamento osseo il tempo si è ridotto significativamente di ben 1/3 in 9 casi su dieci.
Si è così giunti ad affermare che la tecnica
degli ultrasuoni è particolarmente indicata
nelle fratture composte o ridotte chirurgicamente e per i ritardi di consolidamento e
nelle pseudoartrosi.
U LT R A S U O N O T E R A P I A A
che non invasive quali: l’esercizio fisico, l’ultrasuono-terapia, laser-terapia, massaggio
linfodrenaggio. Oltre a queste tecniche è
utile associare controlli psicoterapici e una
dieta appropriata.
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Come sopra esposto, è opportuno usare dosi efficaci, per un tempo di esposizione sufficientemente lungo ma, nel contempo, questi
due parametri devono essere contenuti entro
limiti in grado di evitare effetti termici particolarmente elevati che di fatto renderebbero
non praticabile il trattamento o tali da procurare effetti collaterali al paziente.
12
Per quanto concerne il meccanismo d’azione degli ultrasuoni sul tessuto osseo, esso si
bassa su di una serie di elementi di cui uno
dei più importanti è, come già accennato in
precedenza, l’effetto piezoelettrico. L’effetto
piezoelettrico è proprio delle strutture anisotropocristalline e si basa sulla reciproca causalità delle vibrazioni ed oscillazioni elastiche
ed elettriche. Nell’osseo è il collagene a fungere da piezogeneratore per i potenziali di
deformazione-pressione, trazione e incisione. Il collagene può essere polarizzato spontaneamente a causa della sua struttura cristallina asimmetrica; trattasi, in una parola, di
un corpo a caratteristiche piezoelettriche. Si
riconoscono nella piezoelettricità delle ossa
una possibilità di produrre, mediante l’elettrodinamica artificiale, vibrazioni elastiche
per rafforzare o sostituire funzioni naturali
perturbate o assenti, e lo stesso concetto è
applicabile alla parete dei vasi sanguigni. Le
zone di pressione si polarizzano negativamente; le zone sottoposte a trazione, positivamente. Nelle regioni polarizzate negativamente si può osservare l’inizio della formazione del callo osseo. Il processo di formazione del callo osseo ha inizio con la una vivace produzione e successiva deposizione
di fibre collagene.
5.4 LA
FONOFORESI
Consiste nella somministrazione localizzata
di sostanze medicamentose applicate sotto
forma di gel.
La più nota delle somministrazioni locali
eseguite tramite uno strumento fisioterapico
è la ionoforesi, ma la fonoforesi, pur non essendo così conosciuta e soprattutto “sperimentata” come la ionoforesi, possiede alcuni vantaggi da non sottovalutare, quali:
● la diretta somministrazione da parte di un
operatore e quindi un maggior controllo
sull’andamento della terapia;
● minori effetti collaterali (es. bruciature,
escare che, seppur raramente, capitano
invece con l’impiego della ionoforesi).
La trasmissione di un medicamento in forma gelatinosa avviene grazie all’aumentata
permeabilità della membrana ed anche
grazie allo stesso effetto distruttivo delle onde ultrasoniche nei confronti del medicamento, che sotto l’azione dell’ultrasuono
viene scomposto, miniaturizzato a tal punto
da essere meglio veicolabile nell’intima
compagine dei tessuti sottostanti. Impiegando l’energia ultrasonica sulla cute, sulle
membrane cellulari per effetto del fenomeno piezoelettrico vengono procurate delle
microlesioni temporanee che consentono
una maggiore permeabilità delle membrane
alla sostanza, che nel contempo per effetto
delle stesse onde ultrasonore vengono ridotte in particelle ancora più piccole per
essere veicolate all’interno dei tessuti. Il risultato della trasmissione ultrasonora è rappresentato da una micro lesione attraverso
la quale si esplica una iper-pressione alternante che in una fase di semiperiodo vibratorio si caratterizza alla destra della membrana, si stacca una molecola “a” al lato opposto e nell’altra fase di semiperiodo inverso migra una molecola “b” alla sinistra, aumentando perciò l’interscambio metabolico.
Questo scambio continua fino a che in ambo i lati c’è la stessa quantità di molecole a
e b. Così, l’ultrasuono agisce come catalizzatore fisico che accelera l’interscambio
cellulare. Il successo della terapia si basa
nella maggior parte dei casi sull’attivazione
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b
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b
a
b
a
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o riattivazione di questi equilibri funzionali
che sono perturbati durante la patologia.
Generalmente la fonoforesi è praticabile mediante l’impiego di potenze generalmente
comprese tra l’1,2 W/cmq e i 3 W/cmq e, per
superfici dell’ordine dei 40/50 cmq, durate
tra i 10 ed i 15 min al massimo. L’applicazione ottimale della fonoforesi si esplica attraverso una frequenza di oscillazione in grado
di trasmettere la sostanza medicamentosa
ed in particolare il principio attivo del farmaco nella sede della patologia da trattare. Nella maggior parte dei casi si tratta di patologie
infiammatorie con o senza componente algica localizzate a livello di muscoli e/o tendini.
Perciò, sulla base delle conoscenze che si
hanno in materia di ultrasuoniterapia e sulla
base di quanto sopra addotto, si ritiene che
la frequenza ottimale sia quella di 2 MHz,
che è in grado di superare il primo strato cel-
TABELLA 3 - I PRINCIPALI PRINCIPI ATTIVI DISPONIBILI
IN FARMACI SOTTO FORMA GELATINOSA
Principio attivo
Indicazioni terapeutiche principali
Ketoprofene o sale di lisina
Tendiniti, Contusioni, forme artrosiche
Benzidamina
Ematomi, contusioni
Tiocolchicoside
Contratture, Contusioni, Strappi muscolari
Diclofenac
Sintomatologia dolorosa ed infiammatoria
Naprossene
Sintomatologia dolorosa, tendiniti, Contusioni
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1,2
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b
lulare formato da cute e grasso per trasmettere energie ultrasoniche terapeuticamente
efficaci a colpire ed introdurre un medicamento a livello dello strato intermedio formato da muscoli e tendini. Qualora le condizioni anatomo-morfologiche del paziente lo
consentano (zone corporee prive per natura e per condizioni morfologiche del paziente di copioso tessuto cutaneo e grasso), è anche possibile utilizzare la frequenza di 3 MHz. Oppure, al contrario, quando
per natura anatomica e/o per condizioni
morfologiche soggettive del paziente, lo
strato grasso è particolarmente denso, è
possibile usare la frequenza di 1 MHz. È il
terapista od il medico che si occupa di valutare le condizioni soggettive del paziente,
valutando anche le varianti rappresentate
dalla struttura anatomica al fine di scegliere
la frequenza e gli altri parametri necessari
all’esecuzione del trattamento. Si consiglia
di praticare la fonoforesi con la frequenza di
3 MHz quando il tessuto sovrastante il tessuto interessato al trattamento è di limitata
densità (es.: falangi, epicondilo, oppure nel
caso in cui la somministrazione di un medicamento in forma gelatinosa sia limitata al
tessuto cutaneo e/o grasso); mentre, quando la densità del tessuto sovrastante non
supera la densità di 1,5 cm circa, si consiglia la frequenza di 2 MHz; infine, quando,
nel trattamento di tendini ed ossa, la massa
grassa o nel suo complesso la massa muscolo e grasso supera una densità di 1,5
cm circa, si preferirà la frequenza di 1 MHz.
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6.0 MODALITÀ TERAPEUTICHE
Oggi il terapista ha a disposizione diverse
metodiche per l’applicazione degli ultrasuoni a scopo terapeutico. Affinché si possa ottenere il miglior rendimento possibile nell’utilizzo dell’energia ultrasonora applicata
al corpo umano a scopi terapeutici, è necessario conoscere le basi fisiche, biologiche del meccanismo di azione degli ultrasuoni. Un’applicazione inadeguata in termini di tempo, frequenza, intensità potrebbero
rivelarsi un trattamento inefficace.
Prima di affrontare la descrizione delle varie
modalità terapeutiche, si ritiene opportuno
spendere nuovamente solo alcune parole
circa le modalità di trasmissione dell’ultrasuono. È infatti risaputo che anche la più
piccola zona d’aria rende impraticabile la
corretta trasmissione e penetrazione dell’energia ultrasonica nel corpo umano, in
quanto le onde ultrasonore emesse non trovano un mezzo in grado di determinare
continuità nella trasmissione per via del fatto che incontrano un mezzo talmente elastico (l’aria) all’interno del quale il movimento
si perde.
Affinché siano evitate zone d’aria tali da impedire di fatto la trasmissione dell’energia
ultrasonica tra il trasduttore ed il corpo umano, è opportuno realizzare un buon accoppiamento. L’accoppiamento di solito è diretto o a distanza. L’applicazione per accoppiamento diretto è la più utilizzata e si realizza mediante il contatto tra il trasduttore ed
il tessuto corporeo grazie all’interposizione
di una sostanza conduttiva (gel, olio). Si
sconsiglia l’uso di pomate e/o altre sostanze che assorbono l’energia ultrasonica per
via della loro elevata resistenza acustica.
Ovviamente è opportuno utilizzare come
mezzo di trasmissione sostanze non dannose per la cute.
L’applicazione a distanza si verifica solitamente nel trattamento subacqueo, nel corso del quale il trasduttore viene posto all’interno i una bacinella dove è immersa anche
la parte del corpo del paziente soggetto al
trattamento.
Nel contesto della trasmissione degli ultrasuoni al corpo umano e delle modalità tera-
peutiche, riteniamo importante affrontare,
seppur brevemente, l’aspetto relativo all’efficienza dello strumento. Prima di dare inizio
a qualsiasi trattamento, è opportuno che
l’operatore ne verifichi l’efficienza e la funzionalità. In particolare, è opportuno verificare l’ultrasuono emetta correttamente.
Visto che gli ultrasuoni non possono essere
percepiti dal nostro orecchio umano, è necessario che gli operatori che utilizzano le
apparecchiature per ultrasuoniterapia conoscano alcuni metodi per verificare la presenza di emissione.
Questa verifica può esser principalmente
effettuata in tre modi: meccanico, elettrico e
ottica.
Tra queste, la prova meccanica è quella più
semplice ed immediata per l’operatore. In
pratica, l’operatore ponendo un po’ di acqua sulla testina è in grado di verificare che
le onde ultrasonore vibrando portano in nebulizzazione l’acqua.
Gli altri metodi di verifica sono prettamente
eseguiti e realizzabili da personale tecnico,
in un laboratorio appositamente attrezzato
e, pur essendo le prove più veritiere ed attendibili, non è interesse dell’operatore conoscerle.
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più denso subiscono fenomeni di eccessiva
rifrazione e riflessione i quali possono determinare l’irritazione del periostio. In tal caso
conviene abbassare la potenza e variare
l’incidenza del fascio; nel caso il trattamento sia eseguito in emissione continua è opportuno passare ad una modalità pulsata.
L’emissione pulsata, infatti, è particolarmen-
1,2
Dopo aver individuato la zona da trattare e
avere cosparso la sua superficie con uno
strato di gel, la distribuzione dell’energia si
effettua per mezzo del massaggio a contatto diretto, spostando il trasduttore sulla parte, in modo da eseguire una distribuzione
omogenea di energia nell’area considerata.
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6.1 IL MASSAGGIO
15
Con l’applicatore ultrasonico ben aderente
in tutti i suoi punti, il massaggio va eseguito
lentamente iniziando da un estremo della
zona e portandosi avanti verso l’altro estremo, dopo aver interessato tutti i punti intermedi. La tecnica migliore è quella per mezzo della quale si giunge a descrivere con la
testa emittente una rotazione sul piano, formando dei cerchi concentrici quasi sovrapposti l’un l’altro, coinvolgendo in tal modo
ogni volta una zona ristretta, saturandola di
energia per poi abbandonarla passando alla zona circostante. Questo metodo è conosciuto col nome di micromassaggio e va
eseguito lentamente alla velocità di una rotazione al secondo per un cerchio più ampio del diametro della testa emittente. Dopo
qualche minuto di movimento circolare, il
paziente avverte, a dose idonea, una leggera sensazione di calore nella zona trattata, che rappresenta l’indice sicuro di aver
dato in quella zona l’optimum del prodotto
intensità-tempo. Quando il paziente si avvia
verso il processo di guarigione il tempo occorrente per il verificarsi della reazione termica diminuisce ed il medico dovrebbe
perciò osservare questi particolari, durante
la cura, per meglio orientarsi.
Ogni sensazione di dolore immediato deve
essere evitata poiché essa è indice che le
vibrazioni passando da un mezzo meno
denso ma eccessivamente sottile ad uno
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te adatta nel caso di infiammazioni caratterizzate da calore, rossore, gonfiore e perdita di funzionalità; infatti in questi casi un eccessivo aumento di temperatura può essere dannoso, perciò è consigliabile non usare l’emissione continua.
6.2 IL
TRATTAMENTO AD IMMERSIONE
Quando la superficie del corpo da trattare si
presenta molto irregolare, al punto che risulta difficile ottenere un buon contatto tra il
trasduttore ultrasonico ed il tessuto, si consiglia di utilizzare il trattamento subacqueo.
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Questa tecnica è particolarmente adatta
quando non si desidera il contatto diretto fra
trasduttore e pelle. La parte del corpo da
trattare e il trasduttore ultrasonico debbono
essere immersi in un contenitore pieno
d’acqua. Il trattamento deve essere somministrato in acqua tiepida circa 37°C e non
contenente bolle; il trasduttore va tenuto distante 2 cm dalla pelle. Si consiglia l’uso di
un supporto fisso per evitare che la mano
dell’operatore venga investita dall’ultrasuono riflesso. Questa tecnica è raccomandata
nel trattamento di parti molto doloranti o
aventi forme irregolari quali: piedi, ginocchia, ecc. A parità di condizioni, l’intensità è
maggiore rispetto ai trattamenti a massaggio per via della distanza del trasduttore alla parte del corpo del paziente sottoposto al
trattamento e per via della dispersione che
in acqua subiscono le onde ultrasonore.
6.3 TRATTAMENTI
A TESTINA FISSA
Per quanto riguarda il trattamento con la testa ultrasonica fissa, la potenza deve essere ridotta per evitare che, in conseguenza al
gioranza dei casi effettuati con l’obiettivo di
evitare di tenere impegnato il terapista, ma
molto spesso l’efficacia terapeutica di questa modalità di trattamento è inferiore a quella che normalmente, a parità di condizioni, si
pratica con il massaggio manuale.
Vi sono però casi e patologie, tipo il trattamento delle pseudoartrosi ed i ritardi di
consolidamento, delle fratture, in cui l’esatta localizzazione della patologia, i tempi di
applicazione e l’obiettivo terapeutico suggeriscono il trattamento statico.
6.4 DOSAGGIO
Potenze basse sotto i 0.3 W/cm2 sono raramente utilizzate e solo in casi di trattamento
diretto. Potenze di medio livello, fra 0.3 e 1.5
W/cm2 sono utilizzate per malattie superficiali in cui la distanza fra tessuto e trasduttore sia meno di 3 cm e in caso di patologie
in stadio acuto. Alti valori di potenza compresi fra 1.6 e 3.0 W/cm2 sono impiegati nel
trattamento di zone corporee poste in profondità in cui la distanza dal trasduttore sia
superiore a 3 cm. In caso di emissione continua è consigliabile utilizzare una potenza
inferiore a 1.5 W/cm2. Le patologie in stadi
subacuti vengono trattate di solito con potenze comprese fra 1.2 e 2.0 W/cm2, mentre
quelle croniche e non acute con potenze
comprese fra 2.0 e 3.0 W/cm2.
6.5 TEMPI
prodursi del fenomeno di cavitazione, il
passaggio delle onde ultrasonore provochi
sensazioni di dolore. Tale fenomeno può essere evitato usando appunto il trattamento
in emissione pulsata che consente di irradiare la stessa area con la stessa potenza
senza dare origine ad un eccessivo aumento del calore nella zona trattata.
Nei primi trattamenti, si dovrebbe utilizzare
una potenza bassa e aumentare la potenza
molto lentamente. Nelle successive sedute,
ci si dovrà comportare opportunamente, in
relazione alla presenza o meno di reazione
da parte del paziente.
I trattamenti fissi sono nella stragrande mag-
DI TRATTAMENTO
Il tempo del trattamento è strettamente correlato alla superficie corporea da trattare e
all’area del trasduttore ultrasonico utilizzato.
Più ampia è l’area da trattare, più lungo sarà il tempo di trattamento. Di solito è consigliabile trattare aree corporee comprese tra
i 30 ed 50 cmq. Nelle articolazioni e/o nella
parti particolarmente voluminose come l’anca e la spalla i campi di trattamento dovrebbero suddivisi, anche per via dell’interposizione dell’osso che limita il trattamento su
tutta la struttura in una sola volta.
6.6 PREPARAZIONE
DEL PAZIENTE
Allo scopo di ottenere dei buoni risultati, è
importante che la temperatura della stanza
dove si esegue il trattamento sia gradevole
in modo da non causare tremori muscolari
nel paziente; inoltre quest’ultimo dovrebbe
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Articolazioni
Colonna
Dermatologia
Sistema nervoso
Stomatologia
Addominali
Ginecologia
Otorinolaringoiatria
Pediatria
essere posto nella posizione per lui più comoda in modo che i suoi muscoli siano rilassati. È buona norma che il medico e/o
l’operatore sanitario informi il paziente circa
le sensazioni che presumibilmente avvertirà
durante il trattamento e farsi riferire dal paziente stesso eventuali cambiamenti nelle
sensazioni provate durante la terapia.
7.0 INDICAZIONI PRATICHE
Il trattamento ultrasonico si è dimostrato efficiente in molte patologie quali quelle di seguito elencate.
7.1 AFFEZIONI
TORACICHE
La terapia ultrasonica si è dimostrata vantaggiosa sia nel trattamento delle bronchiti
con dispnea, sia in quello delle bronchiettasie. Soprattutto queste ultime affezioni trovano notevole giovamento dall’azione vibrante del fascio ultrasonico: l’espettorazione viene notevolmente accresciuta ed il miglioramento soggettivo appare in molti casi
assai rilevante. Anche l’asma bronchiale
può essere beneficamente influenzata dalla
terapia ultrasonica.
7.2 SISTEMA
NERVOSO
Le nevralgie costituiscono, senza dubbio,
un’indicazione preminente della terapia ultrasonica. Le cervicobrachialgie rispondono favorevolmente al trattamento eseguito
E L E T T R O N I C A
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1,2
PATOLOGIE TRATTATE CON
ULTRASUONOTERAPIA
P A G A N I
in corrispondenza della colonna cervicale e
delle zone di iperestesia. Un blando trattamento ultrasonico eseguito in corrispondenza della colonna dorsale e zona sternoombelicale si dimostra spesso utile nelle
nevralgie del plesso solare. La nevralgia
sciatica rappresenta un quadro morboso
suscettibile di grandi miglioramenti per effetto del trattamento ultrasonico. Anche le
nevralgie del trigemino possono ottenere risultati efficaci.
7.3 AFFEZIONI
DELLA COLONNA
In molte affezioni della colonna il ricorso al
trattamento ultrasonico si rivela particolarmente efficace. Il trattamento ultrasonico
delle affezioni della colonna richiede generalmente un buon numero di applicazioni.
Spesso il trattamento ultrasonico praticato
sulla colonna vertebrale nelle prime sedute
determina una riacutizzazione della sintomatologia dolorosa. La possibilità di tale riacutizzazione rende consigliabile iniziare
con dosi non troppo elevate. Il trattamento
ultrasonico della spondilite anchilosante arreca tanto più evidenti benefici quanto più
precoce è il suo inizio. L’ultrasuonoterapia,
oltre ad esplicare un buon effetto antalgico,
può considerarsi tra i trattamenti elettivi di
questa affezione a causa della sua azione
antiflogistica, fibrolitica, decontratturante e
stimolante dei processi metabolici e circola-
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E
1,2
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18
tori. La spondilite deformante, nelle sue varie localizzazioni, è responsabile di manifestazioni varie: radicologie, parestesie, ipotrofie, limitazioni funzionali articolari. Il trattamento ultrasonico di queste forme trova
giustificazione ed indicazione per l’azione
antalgica ed antispastica del mezzo fisico
utilizzato, senza possibili effetti dannosi.
Anche le cifosi, le scoliosi e le cifoscoliosi
trovano beneficio dalla terapia ultrasonica
insieme con la pratica fisiokineterapica.
7.4 AFFEZIONI
DELLE ARTICOLAZIONI
L’ultrasuono-terapia si dimostra particolarmente efficace nel trattamento della coxoartrosi. La coxoartrosi anchilosante viene
efficacemente trattata grazie all’azione decontratturante della terapia ultrasonica. Così come la gonoartrosi per il cui trattamento
conviene spesso affiancare all’azione antiflogistica ed antispastica delle vibrazioni ultrasoniche la sicura azione endotermica
delle onde corte e quella biostimolante dei
raggi ultravioletti; il trattamento deve essere
praticato congiuntamente sull’articolazione
interessata e sulle radici nervose. Nel morbo di Duplay il trattamento consiste nell’applicazione di U.S. in corrispondenza delle
radici nervose. Conviene anche praticare
trattamenti a piccole dosi in corrispondenza
dei territori del sovraspinato, infraspinato e
deltoide. Talvolta si può anche osservare
dopo il trattamento la scomparsa delle calcificazioni periarticolari scapolo-omerali. La
terapia ultrasonica dell’epicondilite viene
anch’essa trattata con benefici insieme con
infiltrazioni locali cortisoniche.
7.5 TERAPIA DEI RITARDI DI CONSOLIDAZIONE E
PSEUDOARTROSI
La possibilità di stimolare e accelerare artificialmente la guarigione di una frattura ha
sempre rappresentato l’aspirazione di ogni
traumatologo. Il primo passo importante fu
la dimostrazione da parte di ricercatori
giapponesi e statunitensi del fenomeno piezoelettrico dell’osso, secondo cui quando
un segmento scheletrico è sottoposto a carico o a deformazione, si assiste ad una ridistribuzione delle cariche elettriche tale
che le cariche positive si dispongono lungo
la superficie convessa e quelle negative
lungo la concava.
Studi recenti attribuiscono la generazione
della differenza di potenziale tra le due superfici alla deformazione delle macromacolecole organiche di collagene ed al movimento di ioni normalmente presenti nei liquidi intesrtiziali. Si è inoltre notato che le aree
elettropositive sono sede di processi di riassorbimento osseo e quelle elettronegative di
deposizione. Noti sono gli usi e l’efficacia
dei campi magnetici pulsanti nella stimolazione del callo osseo nei casi di fratture e soprattutto di pseudoartrosi e ritardi di consolidamento, nel ridurre significativamente i tempi di guarigione. Da qualche anno a questa
parte, grazie in particolare ad un attento e significativo studio svoltosi in America, nel corso del quale in tre anni sono stati trattati ben
10.000 pazienti affetti da fratture, pseudoartrosi e ritardi di consolidamento osseo, si
usano efficacemente gli ultrasuoni della frequenza di 1 MHz, con potenze contenute e
tempi di esposizione dell’ordine dei 20-30
min. La trasmissione di ultrasuoni sul tessuto
osseo (sulla parte del tessuto osseo affetta
dalla patologia) provoca una tensione indotta responsabile a sua volta di azione diretta
sulla membrana cellulare e sul sistema vasale; lo stimolo alla consolidazione avviene mediante accelerazione e/o ripresa di tutte le fasi del processo di calcificazione (invasione
vascolare, mineralizzazione, rimodellamento). I risultati dello studio sono molto confortati e mettono in evidenza che in 9 casi su
dieci si è avuta una diminuzione dei tempi di
guarigione normalmente ottenuti senza l’ausilio di ultrasuoni dell’ordine di 1/3 (da 176
gg a 120 gg).
7.6 GINECOLOGIA
Varie affezioni vengono beneficamente trattate mediante terapia ultrasonica: annessiti
croniche, metriti, dismenorree, cistalgie e
spasmi vescicali che assai spesso si accompagnano alle affezioni ginecologiche,
ascessi mammari. Nelle mastiti iperfollicoliniche la terapia ultrasonica portata sui noduli dolorosi reca sollievo alla paziente riducendo il turgore mammario ed alleviando il
senso di peso addominale e la cefalea.
E L E T T R O N I C A
P A G A N I
Le ulcere varicose costituiscono una sicura
indicazione della terapia ultrasonica sia praticata a massaggio diretto sia perifericamente alla lesione, sia mediante applicazione subacquea. Il trattamento dei foruncoli ed antraci può portare a completa guarigione se
iniziato tempestivamente. L’ultrasuono è una
cura efficace anche per il trattamento del
morbo di Dupuytren. Anche le idroadeniti
dell’ascella costituiscono una possibile indicazione della terapia ultrasonica.
7.9 STOMATOLOGIA
L’ultrasuonoterapia presenta favorevoli effetti sulle seguenti patologie: trisma doloroso da disodontiasi, processi paradentici
specialmente in fase acuta, gengiviti, stomatiti, piorrea alveolare. Il micromassaggio
prodotto dalle onde ultrasonore genera un
costante rassodamento del paradenzio con
iperemia attiva delle zone gengivali con riduzione e scomparsa delle tasche purulente e restringimento dell’alveolo dentario. Le
dosi più frequentemente indicate si aggirano intorno agli 1.5 - 2 W/cm2, sedute di 6-10
minuti, massaggiando la guancia a bocca
piena di una leggera soluzione medicamentosa antisettica nella zona corrispondente
alla gengiva malata.
7.10 OTORINOLARINGOIATRIA
Il trattamento delle sinusiti mascellari e frontali si pratica con il metodo diretto, a massaggio, usando apposite sostanze che facciano da mezzo veicolante. L’applicazione
deve essere praticata con piccole dosi in
corrispondenza del seno mascellare e con
dosi ancor più ridotte in corrispondenza del
seno frontale. nei casi acuti si provoca rapidamente la decongestione della mucosa
E L E T T R O N I C A
P A G A N I
8.0 CONTROINDICAZIONI
Per ragioni di sicurezza, trattamenti su aree
del corpo limitrofe a gli occhi, cuore, pacemaker, utero in stato di gravidanza o durante le mestruazioni, ovaie, dischi epifisari e
testicoli devono essere evitati. Sono inoltre
controindicati trattamneti locali di zone caratterizzate da tumori, tromboflebiti, varici
ed infiammazioni settiche.
Fenomeni post-traumatici possono essere
trattati solo 24-36 ore dal trauma.
E
3MH Z
7.8 DERMATOLOGIA
nasale, consentendo un drenaggio spontaneo. Nei casi cronici si osserva un progressivo scarico nasale seguito da una costante attenuazione dei sintomi.
1,2
In questo campo, è necessario l’impiego di
trasduttori di dimensioni più piccole rispetto
a quelli normalmente usati per gli adulti. Tra
le affezioni che trovano favorevoli effetti grazie al trattamento U.S. si annoverano: l’enuresi, che viene trattata con applicazioni in
sede sacrale e perineale e le fistole da
osteomielite di cui l’ultrasuonoterapia influenza favorevolmente il decorso.
U LT R A S U O N O T E R A P I A A
7.7 PEDIATRIA
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Manuale di Ultrasuonoterapia