D e Bello Sardo Fronte temporalesco su Pavia: piove sul bagnato Intransigenza Editoriale di Johnny Mason Tra i suoi, ormai innumerevoli, vanti VdC ha quello di non aver mai censurato nessun articolo. E’ stata una precisa scelta fina dagli albori: liberi da tutto e da tutti, liberi di pubblicare qualsiasi articolo arrivasse in redazione, liberi di raccontare la vita universitaria dal particolare punto di vista di chi vive in Collegio. Nel tempo il giornalino si è trasformato, è diventato uno straordinario strumento di coesione e discussione collegiale. Per questo non avrebbe avuto senso censurare l’articolo che Marcello aveva inviato la settimana scorsa, a prescindere dal fatto che la redazione condividesse o meno i concetti espressi. Se un articolo arriva in redazione, è scritto in una lingua comprensibile, non è pieno di parolacce ed è originale, automaticamente ha il diritto di apparire sulle nostre pagine. Inizialmente questa scelta era dettata più dalla carenza di contributi, ma nel tempo ci siamo resi conto che dava la possibilità a tutti di esprimersi liberamente sia sulla politica (vedi le infinite querelle tra Derpini, Gamba e Cesario) sia sulla vita collegiale, sui rapporti con il Rettore, sui problemi di vita quotidiana (Montolivo ormai ha scritto un intero codice di norme per l’utilizzo delle cucine) e di coinvolgere l’intera comunità in discussioni che espresse magari solo a voce tra poche persone non venivano neanche percepite dagli altri collegiali. Fin dal primo anno ci sarebbe piaciuto che anche il Rettore sfruttasse questa possibilità e scrivesse per tutti la propria idea sul Collegio, sul suo futuro, sulle sue prospettive. Anche semplicemente sui suoi propositi di ristrutturazione, perché tutte queste cose, se raccontate ai due o tre ragazzi del comitato, sembrano più delle confidenze, mentre sono argomenti che interessano tutti e che meriterebbero di essere pubblicate. Speriamo che l’assemblea generale tenutasi giovedì sera in Aula Porro, durante la quale si è finalmente riusciti a parlare, per una volta anche con il Rettore, dei fondamenti e delle regole Io fletto, noi flettiamo Le legge e il cuore Sono ancora vivo e vi osservo dietro kg di apparente indifferenza. Ciao a tutti, soprattutto alle mqm. Posso definirmi ormai come un “ragno del 2009” (storico ragno Pliniano), poco partecipe al Collegio e, quando presente, annidato alla 52 con ArnoldSchwarzSgargia Perelli a scaldare camomille e a guardare il futuro ormai presente. Un vero e proprio pezzo da museo, unico reduce dell’allegra compagnia che diede alla luce VdC con la firma MR5. Nonostante tutto, cari ragazzi, non ci crederete, ma sto flettendo come un dannato: probabilmente l’unico momento che non ho flesso è stato il 3° anno di Collegio, quando la coscienza di essere pilastro colonnare del Sacro Tempio di Plinio il Collezionista d’Armi (chiedere ai Gemelli) inebriava il mio 21enne spirito di uomodimerda (chiedere a Mason e a Verbania). Una serata bella, inequivocabilmente. Non so da dove partire, ma sicuramente non parlerò della Brigata Sassari perché, ai miei occhi, l’altra sera ho visto qualcosa di molto più importante. Ho visto questo Collegio espresso in ogni sua forma: giusta, sbagliata, regolare, irregolare, giusta e irriverente. E’ stato un momento speciale, che, ripeto, dovrebbe ripetersi più spesso, magari in situazioni migliori. Le realtà che si sono confrontate l’altra sera sono quelle esistenti, che, nella democrazia del dialogo, si sono accostate. Inutile sperare in un punto comune, un compromesso accettabile per tutti, perché le regole sono regole e sopra quelle non si può salire. La bellezza è nel fatto che queste realtà si sono potute esprimere, in tutta la loro forma. Lascerò a queste righe le mie personalissime opinioni, da 27enne al quinto segue Rizzi a pag. 2 segue Violetto a pag. 2 Segue Mason a pag. 2 http://www.collegiofraccaro.it/vdc INTERNET PROSPETTIVE Longobeach a pag. 4 [email protected] L’APE IDRO SECONDA STAGIONE Elia a pag. 9 SATANISMO I 666 NOMI DI POLO Derpo a pag. 5 Numero 103 9 novembre 2009 Dalla Prima tecniche relative all’utilizzo delle tecnologie, In Collegio siamo fascisti, comunisti, leghima soprattutto tecniche di comunicazione, di sti, berlusconiani, dipietristi, froci e puttainterazione. Penso alle “flessioni” che ho fat- ne, credenti e atei, cannabinoidi e alcolisti, di base della convivenza comune, sia solo la to in questi mesi nelle corsie dell’ospedale e uominidimerda e pezzidipane. In Collegio premessa di un rapporto maggiormente fon- direi che ogni momento è stato, dopo uno noi tutti nella nostra unicità abbiamo acdato sulla dialettica e sul confronto, magari sclero inside/outiside con i cari, motivo utile cettato di ammettere la nostra immaturità proprio su queste pagine. per correggere le mie incompletezze/ di fronte a delle guide, ma come c’è scritto incompetenze sul campo. sulla boccetta per la grappa di me, Perelli Non riesco a comprendere (solo a biasimare) e Ricky: “Idem Velle atque idem nolle, ea le motivazioni di coloro che affrontano un demum firma amicitia est”. Il Nostro motto segue Rizzi da pag. 1 luogo nuovo, una comunità come la Nostra, viene da questa frase di Sallustio che eOgni mattina mi alzo e mi ripeto “cerca di con la presunzione di imporre la propria linea sprime al meglio la nostra unità nel rispetto della diversità. essere te stesso, nonostante tutto”. Prendo i senza dimoLa bellezza del remi e con entusiasmo alternato a “Oh my strare di poCollegio non sta nel god what a fuckin’ life, this terrible lie”, cer- tere adattarsi successo (che in co di non imbarcare acqua, ma solo compagni a quello che fondo lascia il temdi viaggio che mi indichino la via, mossi si trovano di po che trova ed è dall’intuizione che in fondo ci siano delle veri- f r o n t e talvolta patetico), se tà immutabili a farti da amico. Di questo at- (almeno ma nel potente teggiamento voglio sottolineare un aspetto: pensi che i slancio corale che sono una matricola del mondo lavorativo, del F r a c c a r o t t i crea lo streben mondo medico/chirurgico, e ho solo da impa- siano il nemiromantico. rare. Anche dalle persone che stimo di meno. co, conoscilo, Non si può crescere Massimo rispetto, anche a denti stretti. E così entra nei suoi senza fatica, non si spesso mi capita di beccare culi, meritati, ma visceri e poi può fare parte di anche immotivati, o meglio, generati dal fatto comincia ad una comunità così che probabilmente la moglie ha fatto girare le odiarlo). speciale senza pasriesco palle al “mio anziano” e così l’ultimo degli Non sare attraverso un stronzi con cui prendersela sono io; la diversi- inoltre a comEcco Rizzi lunedì mattina alle 7, la colazione del campione: caffèdegno allenamento, tà rispetto alla vita collegiale è che qui il tale prendere chi cereali-flessioni non si può non non fa questo perché vuole conoscermi, per- parla di Diritti ché vuole la mia integrazione, di me non glie- lesi: questi “divini Diritti” paiono tanto fratelli riconoscere la propria piccolezza (qui ne frega niente, anzi, probabilmente, pensa di quel disimpegnato concetto di “Libertà” = mqm) ed incarnare l’anti-umiltà se si vuoanche che sono un ignorante montanaro del fare quello che si vuole e non partecipazione le avere delle pretese sulla propria esistenza. cazzo. E così ogni giorno fletto, e imparo: sia (SignorG featuring Jesus). segue Mason dalla prima segue Violetto da pag. 1 ge, è il termine “Umano” che quindi basa la sua esistenza su pensiero ed emozione. La anno di Collegio e fedele servitore della Mari- volontà di ognuno di noi all’interno di questo na Militare Italiana (dove non mi beveva nes- Collegio, è la grandezza di quest’ultimo che si suno, anzi. Siccome ero uno dei pochi che lega inevitabilmente alla felicità delle persone parlava italiano e inglese correttamente, ero che lo abitano. Una vecchia idea sessantottitrattato come un alieno). Partirò ovviamente na, per cui non si può esser felici se non lo dalla realtà istituzionale, per capirci, quella sono anche gli altri, qui dentro prende forma. del Libretto delle Regole del Collegio di cui il Ogni Ex si assicura che il Collegio vada bene, Prof. Panella è garante e giudice unico. La mia che trionfi sugli altri collegi, che porti alto il rigida educazione di Destra mi ha insegnato vessillo delle Torri. Perché queste mura divenche leggi servono per tutelare la propria e tato qualcosa di interno, proprio, viscerale, e altrui libertà, e in quanto tali vanno accettate. con esse le persone che le abitano anche se, Siamo qui dentro, siamo dei privilegiati e sia- dopo tanti anni, non si conoscono nemmeno. mo tenuti a rispettare ogni parola di quel Esser Fraccarotto, se vivi questo Collegio, è Libretto senza troppe discussioni. Siamo an- una cosa di cui ti vanti negli anni, che racconche liberi di trasgredirle, a patto di prendersi ti ad amici, e un giorno ai figli, e un giorno la responsabilità dei propri atti e pagarne le ancora più lontano ai nipoti. Perché? Perché conseguenze: singolarmente se è un iniziativa qui dentro non si creano solo studenti, cosa personale, unitamente se è un azione decisa per cui questo posto è creato. Nemmeno semda tutti. Per questo motivo reputo (sempre plici amici, per cui qualsiasi luogo di aggregadalla mia personalissima posizione) il discor- zione è sufficiente. Volenti o nolenti, qui denso del Rettore coerente, legittimo e non discu- tro si sfornano Fraccarotti, che, se saranno tibile. Così E’ perché così DEVE essere: poche grandi professionisti laddove avranno studiastorie. Ogni suo provvedimento non sarà, to, secondo me, saranno capaci di esser uoquindi, discutibile. Passiamo alla realtà uma- mini migliori là dove avranno imparato a vena, quella che mi sta così a cuore. “A cuore” dere un totale estraneo, forse anche poco è proprio il termine esatto, perché di cuore si affine a se stessi, come un fratello. La matriparla. “L’essere umano è libero” è una bella cola è il primo e fondamentale passo di quefrase, in cui credo molto, e in cui ci sono due s t a esperienza. Attraverso la verità. La prima è quella che inneggia alla “sofferenza” (lieve o pesante, è una cosa libertà, ma la seconda, che forse un po’ sfug- personale) si ha la condivisione, attraverso la 2 condivisione si cementa la coesione, attraverso la coesione si ottiene la forza. Nella mia testa è un iter quasi ovvio. La matricola porta a passaggi, a mia opinione, indispensabili per maturare e che nella vita ci si trova spesso davanti. Elementi come la sopportazione, l’autoironia, la tolleranza alla frustrazione, l’uguaglianza tra pari e il rispetto anche per ciò che non capisce e per questo, in alcuni momenti, non si condivide, sono armi che nell’esistenza distinguono gli uomini con le palle dagli inetti. L’accettare la matricola è una sfida contro se stessi, una scelta forte e coraggiosa. Far matricola è un impegno gravoso (a volte anche utilizzato in maniera sbagliata), il cui fine ultimo è e rimane il bene dei Fraccarotti e del Collegio Fraccaro, indiscutibilmente. In questo momento, tra queste mura, ci sono 78 persone su 90 che in questo credono. E l’anno scorso altrettante, e l’anno prima ancora, e ancora… così via fino al 1963. I casi sono due: o stiamo parlando di un battaglione di oltre 1000 folli o qualcosa di quel Cuore di cui parlavo esiste… e batte ancora. Ci sono delle regole che vanno rispettate e le responsabilità vanno assunte in toto, ma credo che ci sia anche un Cuore che, se non deve per forza esser rispettato, merita altrettanto rispetto. Unica volontà. Sempre vostro. Numero 103 9 novembre 2009 Ghiandole seminali Avere le palle Durante la riunione di giovedì sera, esponendo la propria opinione, il Rettore ci ha posto una domanda: Lo sapete cosa vuol dire avere le palle? Inizialmente nessuno ha saputo o voluto rispondere. Di seguito, ha elencato una serie di valori assolutamente validi: avere le palle significa eccellenza negli studi e conseguente affermazione a livello lavorativo. Questo, a suo modo di vedere, sarebbe il vanto del Collegio, ne determinerebbe il prestigio. Premettendo che i suddetti valori siano ampiamente validi e condivisibili, vorrei svolgere alcune riflessioni ulteriori suggeritemi dalla mia personalissima esperienza collegiale. Sono arrivato a Pavia tre anni fa, come molti, senza conoscere nessuno, in facoltà e tanto meno in collegio, di conseguenza non avevo la ben che minima idea di cosa volesse dire fare matricola. La prima spiegazione fornitami è stata: “Qua siamo una comunità, con delle regole, e tu come puoi ben vedere sei l’ultimo arrivato”. Bene, niente di strano, vediamo cosa bisogna fare per inserirsi. Pian piano ho iniziato a fare matricola, anche se a modo mio, e non dico che mi facesse piacere flettere, trovarmi la stanza in corridoio o stare sveglio fino al mattino quasi ogni notte, ma quella era la regola suggeritami dalla comunità del “luogo”. Logicamente si poneva come prevaricazione nei miei confronti, ma mi sono sempre fidato del buon senso, dell’intelligenza e dell’esperienza di chi mi faceva matricola. Ad un certo punto dell’ anno è accaduto uno spiacevolissimo episodio (niente a che fare con la matricola), che, unito a problemi non indifferenti che avevo avuto a casa, mi ha portato ad un certo isolamento, da me in un certo senso cercato e voluto, che ha comportato il disinteresse del resto del collegio nei miei confronti. In parole povere questo era il messaggio: vuoi stare nel tuo brodo? Ti lasciamo lì. Sono stato lagunato diverse volte, e in alcune occasioni anche in maniera piuttosto appiccicosa, ma mai mi sono sognato di correre a piagnucolare dal Rettore o peggio ancora dalla Polizia. Panella. Il dialogo è importante. In una comunità è fondamentale. Il giornalino si è sempre impegnato perché la collegialità, in tutte le sue estensioni avesse uno spazio di dialogo che non fossero le solite voci di corridoio. Poter dialogare anche con il Rettore come durante l'assemblea non è cosa di tutti i giorni. Ci piacerebbe lo diventasse, anche per situazioni meno problematiche e d'emergenza. MODERATORE Il Collegio voleva farmi capire qualcosa, non punirmi, ma io non volevo e potevo comprendere. La peggior punizione è stata di fatto, in quei due mesi, il mio status di fantasma, il rimanere ai margini, senza partecipazione, di tutte le gioie, le vittorie, l’unione di quelle settanta persone. A ferirmi non era certo dell’ acqua sul pavimento. Mi sono allora posto una domanda, una sera che fuori faceva freddo ed io ero solo come un cane nella mia stanza: sono stronzo io oppure loro? Uno contro da una parte e settanta dall’ altra. Da quel momento ho reagito, ho recuperato i contatti, ho cercato di saldare il mio debito, e in questi anni credo di essermi scavato un posticino all’interno del Fraccaro. Ma, cosa più importante, ho vissuto tre anni che mi hanno cambiato la vita, sono maturato come persona in maniera notevole, sotto tutti i punti di vista, ho trovato nei miei collegiali una famiglia (come disse Violenza), e negli amici più stretti dei fratelli. Ho scoperto cosa vuol dire mettersi in gioco, soffrire, gioire, prendersi responsabilità per un Bene comune, per le persone che fanno altrettanto per me ogni giorno. Tornando al quesito iniziale, credo che ci siano persone, all’interno del Collegio, che meglio incarnano il concetto di avere le palle, e voglio portare due esempi: Derpo e Brizi. Derpo è, senza dubbio, una persona che a prima vista può, per atteggiamenti e per modo di fare, sembrare tendenzialmente poco socievole. Poi ho avuto la fortuna di conoscerlo meglio, grazie anche alla matricola e al collegio, e sono arrivato alla conclusione che Derpo ha le palle. Perché avere le palle non lo dimostriamo solo per la posizione sociale e professionale che guadagneremo in futuro, significa soprattutto avere il coraggio per affrontare e sconfiggere il passato e migliorare il nostro presente. Un altro che, a mio modo di vedere, ha le palle è Brizi, perché a 30 anni è riuscito, senza arroganza e senza pretese, ad inserirsi in un gruppo di ragazzi anche molto più giovani (mi da 10 anni!), riuscendo a trasformare l'esperienza universitaria/lavorativa in un’esperienza credo indimenticabile; e mai si è sognato di chiederci di dargli del Lei, perché è uno di noi, io del Lei al massimo lo do ad I maialini cairolini. Non si beccano il semaforo rosso solo perché i problemi interni, anche se causati da gente che si rifiuta di far parte della nostra comunità, sono più importanti di qualsiasi cairolino. Si vantano da mesi di aver scritto un'opera degna di Dante (non Zanetti). Ci farebbe piacere leggerla, fino ad allora non si meritano neanche le nostre risposte. Nel frattempo, per non farci annoiare, pensano bene di farsi uccellare una feluca. Un’altra. INSICURI uno sconosciuto. Ma certa gente evidentemente non ha l’ intelligenza necessaria per capirlo. Più in generale, credo che essere Fraccarotti significhi avere le palle, perché è grazie all’impegno costante e quotidiano, alla passione che mettiamo in ogni nostra attività, sia essa di carattere ludico, sportiva o culturale, che ci rende quello che siamo, ovvero il miglior collegio di Pavia (e questo, appunto, non è solo dovuto al fatto di avere ottime camere foresteria). Questo mi ha insegnato l’esperienza collegiale e la sua comunità, e non perché me l’ha imposto un anziano o un ex, ma perché probabilmente qualcuno prima di me si è profuso, anche grazie alle regole non scritte che naturalmente regolano ogni comunità, nell’impegno per creare qualcosa di unico e speciale che è in fondo il nostro Idem Velle. Il Presepe Vivente è una vittoria, perché è una festa unica a Pavia e da molti apprezzata, ed è un’ occasione per mangiare, bere e stare bene tutti assieme. Il Concerto di Natale è una vittoria, perché un Natale così è veramente speciale, il modo migliore per concludere un anno insieme. Voci di Corridoio è una vittoria, perché con 102 numeri in 4 anni ha narrato la vita collegiale anche pavese, è stato fonte di cronaca per tutti, e per di più è anche autofinanziato. Le vittorie sui diversi campi da gioco sono delle vittorie, non nel senso stretto del termine, ma perché frutto della passione che ogni giorno mettiamo negli allenamenti e nelle squadre che creiamo, perché non siamo tutti campioni, siamo semplicemente un gruppo fantastico che arriva a sputare sangue per fare il vanto e la gloria nel Nostro Beneamato Plinio Fraccaro. Codesti sono pochi ma significativi esempi di quello che la comunità Fraccarotta nel corso degli anni è riuscita a dimostrare, ma ahimè, certe persone non possono proprio capirlo. Ragazzi, noi abbiamo le palle. Più che mai Idem Velle Sacha Gli isolani. Anarchici. Alternativi. Ma anche un tantino impressionabili, sembrerebbe. Al punto che per un po’ d’acqua per terra invocano l’intervento delle Forze dell’Ordine: ragazzi, occhio che al martedì Nicolina e Federica lavano i pavimenti, non vorremmo doverle andare a riprendere in Questura. IDROFOBI Cazza. L’unico valtellinese incapace di distinguere una capra da uno stambecco. PIZZOCCHERO 3 Numero 103 9 novembre 2009 Dal Mondo Internet in Italia: La Realtà ATTENZIONE Domani, martedì 10 novembre, alle ore 18, Aula Musica, riunione generale per: - CORO DEL COLLEGIO - CONCERTO DI NATALE Tutti gli interessati sono invitati a partecipare. Presiederà Valeriano. Tutte le matricole con rudimenti ANCHE MINIMI, di voce o strumenti, sono caldamente invitate a farsi vive. Stesso testo, due modi di leggerlo. Internet può essere il male o il bene di una società, dipende da quale prospettiva si vedono le cose. Il testo tratto da un video “su youtube” fa riflettere sull'approccio verso la Rete e la sua comprensione. Ideato da Marco Montemagno e Tiziana Cera Rosco, ispirati dal video di Lost Generation. Ecco dovete sapere che io credo esattamente l’opposto di tutto questo: Questa è la realtà E’ un dato di fatto Se apriamo le porte ad internet Non potremmo mai essere un grande paese Vi mentirei se dicessi che L’Italia ha un grande futuro dinnanzi Che sarà un Paese all’avanguardia Che la nostra economia diventerà forte e solida Che i nostri figli saranno sani, avranno una giusta educazione e troveranno lavoro Prima di ogni altra cosa dovete sapere: Il nostro paese non merita queste cose E sono convinto di questo perché conosco il popolo italiano La corruzione, la staticità e la mediocrità fanno parte della nostra natura Mi rifiuto assolutamente di credere che Possiamo diventare un grande paese nel prossimo futuro Grazie a internet L’Italia ormai ha destino segnato Che ci va bene o no Questa è la realtà Questa è la realtà Che ci va bene o no L’Italia ormai ha un destino già segnato Grazie a internet Possiamo diventare un grande paese nel prossimo futuro Mi rifiuto assolutamente di credere che La corruzione, la staticità e la mediocrità fanno parte della nostra natura E sono convinto di questo perché conosco il popolo italiano Il nostro paese non merita tutto queste cose Prima di ogni altra cosa dovete sapere: Che i nostri figli saranno sani, avranno una giusta educazione e troveranno lavoro Che la nostra economia diventerà forte e solida Che sarà un Paese all’avanguardia L’Italia ha un grande futuro dinnanzi Vi mentirei se dicessi che Non potremmo mai essere un grande paese Se apriamo le porte ad internet E’ un dato di fatto Questa è la realtà Longobeach aRbitro o aLbitro?! …Tutti mi dicono che devo lasciare perdere gli arbitri per giocare nel glorioso PlinioSoccer, ma a me arbitrare piace un casino (certo, molto meno quando mi prendo una bordata di insulti), poi mi faccio dei bei soldini che non fanno mai male e mi vado a vedere le partite dell’adorato Milan pure gratis… Gotta non mi voler male… ☺ Quindi calcio nel Fraccaro niente, nella pallavolo qualcosina so fare, ma c’è Giuliano che per anzianità mi frega il posto e il “libero” solo una persona può farlo, il basket non è proprio per me, il rugby mi fa paura solo al pensiero di avere davanti a me gente come Alarico o Marcone, e così non mi rimane che il giornalino per partecipare attivamente alla vita collegiale. rubrica a cura di Foggia Ed ecco qua la mia rubrica, un semplice quiz Un calcio di punizione indiretto (nel gergo per capire quanti cazzi “punizione di seconda”) è accordato ad deve aver nella testa una squadra un arbitro; regole e all’interno della procasistiche che pochi conoscono, e che un pria area di rigore. Il direttore di gara deve calciatore calcia il sapere e appliccare in p a l l o n e e pochi instanti, altro che quest’ultimo tocca moviola. Provate voi… un compagno che si rispondete a questi trova in detta area; il strani casi del regolapallone entra nella mento del giuoco del propria porta. calcio… vedremo chi è Quale deve essere la aRbitro o aLbitro. decisione dell’ arbitro? Convalidi il gol? CHE IL SIGNORE VALGA PER TUTTI!!! (la risposta qui sotto) Se convalidi il gol, bhè mi dispiace fraccarotto sei un aLbitro! Se fai ripetere il calcio di punizione allora sei un aRbitro, infatti il pallone non è in gioco fino a che non esce dall’area di rigore verso il terreno di giuoco. 4 Numero 103 9 novembre 2009 Fraccarate I PERCHÉ DEL SOMA Perché si dice “capro espiatorio”? Ammettiamolo. Almeno una volta nella vita ce la siamo fatti tutti questa domanda: si dice capo o capro espiatorio? Ebbene, si dice capro. Ed ecco spiegato perché.. Questo modo di dire trae origine da una rito ebraico che aveva luogo durante la celebrazione dello Yom Kippur (il Giorno dell'Espiazione) a Gerusalemme e descritto della Bibbia nel libro del Levitico: due capri venivano portati, assieme ad un toro, al Tempio di Gerusalemme. Uno dei due, scelto a sorte, veniva bruciato sull'altare sacrificale insieme al toro, mentre il secondo veniva caricato simbolicamente di tutti i peccati del popolo di Israele e portato nel deserto per poi essere abbandonato e non fare più ritorno in città. Entrambi i capri servivano quindi ad espiare le colpe del popolo di Israele, ecco spiegato il perché del capro espiatorio.. Alla prossima!!! ...IL GEMELLO DISSE... Alla notizia che i sardi, dopo esser stati lagunati, hanno chiamato la Polizia... I 666 nomi di Po- “Ma i sardi, tutte la volte che si rompe un rubinetto... chiamano la Polizia?!” sorpreso. Per gli scettici e gli ignavi (anatema su di loro, che le bombe che si fumano esplodano nei loro intestini) riporFin dall’alba dei tempi l’uomo si è posto il tiamo qui l’intervista all’esorcista che ha problema dell’esistenza del male, sia quel- identificato nell’apparentemente insospettalo fisico sia quello morale. Molte culture bile Polo il Signore delle Mosche. Per ovvi hanno postulato l’esistenza di un creatore motivi l’identità di quedel lato oscuro dell’esistenza, chiamato sto prode campione della alternativamente Satana, Baal, Moloch, fede rimarrà anonima (vi Cthulhu, Blue Screen of Death o Wanna sveliamo solo le prime Marchi. Fino a questo momento, nessuno tre lettere e le ultime era riuscito a provarne l’esistenza, ma sia- due del suo nome: Gor & mo lieti di annunciare su VdC che grazie a an). un anno di tremendi sacrifici, un giovane D: Quando si è accorto ricercatore delle scienze esoteriche è riusci- di avere di fronte qualto finalmente ad identificare la vera identi- cosa di più di un semtà del Principe delle Tenebre. Tremate, plice uomo, per quanto prodi fraccarotti, perché il demonio si aggi- ineffabilmente malvara fra le vostre mura, e il suo nome vi è gio? noto: Carlo Polo. R: Il primo indizio è stata Certo, l’annuncio potrà stupire chi non ha l’incredibile quantità di assistito alle orride trasformazioni del volto bava verde nei pressi di quest’uomo alla vista delle vittime dei d e l l a stanza sacrifici umani in suo nome (note anche dell’Innominabile Oscuricome matricole),o chi non ha mai udito il tà. Certo, poteva sempre suo terrificante richiamo (fonti autorevoli trattarsi dei rifiuti di una festa di Emil e riferiscono che suoni come “Oooh, Deeer- Nadal, ma avevo i miei dubbi (mancavano pooo!”), ma chi fra voi ha potuto assistere le bottiglie vuote, i posacenere pieni e i a queste agghiaccianti epifanie non ne sarà preservativi usati). La certezza dell’essenza sovrannaturale e malvagia di Polo è stata ottenuta solo grazie a un anno di sacrificio personale, durante il quale mi sono sottoposto alle più sfrenate e indicibili fantasie sadiche del Sire del Terrore. Scoprire la collezione di anime umane pronte per l’uso, nascosta in un sacchetto di patatine, è stata solo una conferma di ciò che sapevo già essere vero. Polo è l’Anticristo, il Behemoth, come indica anche il suo nome al contrario: Olop Olrac, che in antico kushita si traduce come “L’Essere che succhierà la vostra essenza dalle palle dei vostri occhi” uno dei tradizionali attributi del demonio. L’esperto in lingue berbere e pizziche lombarde Yogi può confermarlo, se vuole. D: Ma è terrificante. Come mai, a suo parere, Satana si è incarnato proprio nel Collegio Fraccaro? R: Lo sanno tutti che il Demonio ha buon gusto, e che i Fraccarotti ne sanno una più del diavolo (e infatti l’arcidemone non è diventato nemmeno capitano della squadra di calcio), inoltre in questo luogo ha potuto trovare spazio per i suoi accoliti, da Mefistofele, il demone dell’inganno (qui chiamato Moreno Morello: la sua chioma, fortunatamente, rivela la sua natura satanica). Ma credo che il vero motivo sia assicurarsi una riserva di anime fresche da divorare al posto dei dessert della mensa. Derpo 5 Numero 103 9 novembre 2009 Schwarzy I Fraccarotti uccellano ancora... Voci di Corridoio ...e il cairoli continua a sucare Doveva essere la loro giornata di festa, quella ricca feluca in capo. Era il momento di agire, di martedì 3 novembre, e e, cogliendolo di sorpresa, con invece, come di consueto da rapido gesto gli tolsi ciò che tre anni a questa parte, i mi spettava: una sudicia ma pagliacci polli bicefali auben ornata feluca era ora tra le stroungarici del cairoli sono mie mani ed in pochi secondi stati vittima dell'ennesima già sotto le torri, dopo una uccellatio. Tutto è iniziato notevole performance atletica verso le ore 10:00 quando di mezzofondo. Pochi minuti volenteroso e impavido, caridopo ecco apparire la vittima, co di buoni propositi, vagavo ben istruita sul da farsi da tra le beneamate mura del quel coniglio del gran bastone, Plinio alla ricerca del buon che, non pago di aver abbanNadal; “Orrore” gridai, quandonato all'ombra delle torri il do seppi che quel fottuto suo sottoposto, ha addirittura colombiano si era già avviato tentato di salvare il nome di in missione senza di me. quel suo misero pollaio di taDifatti il suddetto colombiano lentuosi sfigati, affermando era ormai di ronda per Pavia che il fatto non era da lui alla ricerca delle già citate “classificabile come goliardimerde giallo-nere; capii allora co”, e quindi in accessibili che era giunto il momento di parole liquidando la faccenda organizzare un secondo batcome “cazzi dello sciagurato”, taglione per l'annuale spediesortandolo perfino a sporgere zione punitiva. Dopo un lauto denuncia per furto. Dopo espasto e sull'eco dell'impresa sermi immaginato la scena di non riuscita di Nadal, mi avuno che entra nella stazione viavo con Sir Scannacristiani dei carabinieri gridando “al verso Strada Nuova, nella ladro, mi hanno rubato la felusperanza di trovare qualche ca”, mi ritirai felice nella mia bella feluca, o meglio qual- L’uccellatore con feluca sull’uccello dimora a godermi le mie dache gran bastone, da uccellare; quand'ecco me, del buon vino e del pregiato tabacco unall'orizzonte spuntare due ridicoli omuncoli in garo, o come si suol dire: BACCO TABACCO E accappatoio, inginocchiati davanti ad Annabel- VENERE. la ad elemosinare pochi danari, accompagnati IDEM VELLE Alarico da uno sfortunato quart'anno con tanto di Direttore Ospite Giovanni Mason Vice Direttori Ospiti Elia Ferrari Giovanni Ferrari Caporedattore Carlo De Grazia Art Director Marco Rossi L’Enigmista Andrea Trameri Redazione Andrea Violetto Francesco Guida Marco Mezzadra Luca Rebecchi Ospite del Direttore Giorgio Montolivo Ecculo: primo preparative tournament di poker del Plinio Sessione di novembre Cari collegiali, è arrivato...ebbene sì...su grande richiesta è stata stabilita la data del primo preparative tournament di poker del regio collegio Fraccaro. Il torneo si terrà MERCOLEDÌ 18 NOVEMBRE e avrà inizio alle ore 21:00 in sala comune. Modalità del torneo: • buy-in di $5 • bui automatici che si alzeranno ad intervalli regolari • il numero dei tavoli dipenderà dal numero di adesione • circa 6 persone ad ogni tavolo • assegnazione casuale dei tavoli 6 • i primi/migliori secondi di ogni tavolo accederanno al tavolo finale • una parte del montepremi sarà utilizzata per l'acquisto di nuovo materiale per il gioco, come ad esempio fiches e copritavoli, la restante parte sarà utilizzata per l'acquisto dei premi • bidello non può vincere • brizi giocherà con una sola carta • morello per partecipare dovrà tagliarsi i capelli • adolfino fa cagare • violenza.............big respect • giuliano: gradita la maglia commemorativa Le iscrizioni saranno aperte da lunedì 9/11 a lunedì 16/11. Io, me e me medesimo ci occuperemo di raccogliere i soldi e fornirvi ulteriori informazioni, quindi ALARICO - CAM 16. E ricordate che “siete tutti molto forti, ma finché ci sarò io sarete i numeri due”. IDEM VELLE Alarico Numero 103 9 novembre 2009 Interni PRESÈNTATI Omar Giozzi Cobra, O Margiozzi 7 aprile 1990 Residente a Teglio (SO) Diplomato con la valutazione di 76/100 all’istituto di istruzione superiore Balilla Pinchetti Tento di studiare lingue e culture moderne Stanza n°29 figa (specialmente se pelosa), lettura, animazione giapponese, birra Ebbene sì: c’è un altro Giozzi al Fraccaro, anche se questa volta ha un nome un po’ più “arabeggiante”. Come unica matricola valtellinese di quest’anno la mia vita collegiale è costantemente segnata dalle frecciatine che mi arrivano dai miei colleghi terroni (in senso buono, ovviamente), ma io sono un tipo bonario e ci rido sopra. Come molti di voi avranno notato a me piace bere. Dopotutto è una caratteristica tipica della mia terra natia, dove l’alcool viene regolarmente somministrato persino ai bambini ancora in fasce (per far loro crescere i c.d. “peli sul petto”). In effetti è stata proprio questa mia autodistruttiva passione uno dei motivi principali che mi hanno spinto ad intraprendere la carriera universitaria. Questo e la figa. Fatto sta che qui a Pavia mi trovo bene, e mi diverto un sacco: spero proprio di rimanerci ancora per molto tempo. Davide Lorenzano Provenzano (o almeno credo…) 24 dicembre 1990 Caltanissetta Diplomato presso l’Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri “G. Galilei” con una valutazione di 82/centesimi Tento di studiare Giurisprudenza Stanza nr.35 Hobby: figa, lettura, scrittura, informatica, manga & anime, videogames, raggiungere il mio peso forma (ovvero riuscire un giorno a guardarmi i piedi) etc.. Premessa: Prego tutti coloro i quali avessero qualcosa contro di me, di non mandarmi a quel paese perché ci sono già, sono residente a Canicattì (AG). Pavia rappresenta una nuova fase della mia vita, e mettere piede tra le sacre mura rappresenta una deificazione di tale fase. Sono eccitato all’idea di permanere in un collegio dilaniato da continui bombardamenti di figa malgrado ciò mi distolga dal tentativo di studiare Giurisprudenza. La figa non è il mio unico hobby, mi piace particolarmente leggere e scrivere, inoltre sono un curioso internauta con una malsana venerazione per il Paese del Sol Levante in tutti i suoi aspetti, dunque, sappiate che sono più vulnerabile alla figa in kimono. Non so dirvi con certezza quale sia il mio nome collegiale definitivo, ma alla luce degli ultimi giorni pare sia Binno per via dell’assonanza del mio cognome con quello di Bernardo Provenzano, ovvero Binnu u tratturi. REGOLAMENTO delle CUCINE a cura di Monto Articolo II L'utilizzo degli spazi comuni di un collegio, quali sono le cucine, richiede l'osservanza di alcuni basilari principi di civiltà. In seguito a svariati richiami da parte del Rettore, per via dello stato di disordine e sporcizia in cui le cucine sono state abbandonate da utenti forse distratti (e di certo negligenti), vorrei portare la vostra attenzione sui buoni propositi più volte espressi in assemblea (e che, comunque, si presumono di buona educazione), traducendoli in regole alla portata di tutti. Oltre ai rapporti tra noi collegiali, non va dimenticato il rispetto per gli estranei, quali sono gli ospiti che pernottano in collegio e legittimamente si aspettano la disponibilità di cucine pulite ed attrezzate, dipendente non solo dal Rettore, ma anche alla nostra comunità. Il seguente regolamento è frutto di riflessione su una lunga ed appassionante esperienza di fruizione delle cucine, quale la si augura a tutti. Art.2 - I due fornelli della piastra possono essere utilizzati anche contemporaneamente. Chi cucina non deve abbandonare le piastre quando il cibo è sul fuoco né, per nessun motivo, lasciare le piastre accese a vuoto. Le piastre, una volta raffreddatesi, devono essere pulite con un panno umido da chi le ha utilizzate. E' disponibile presso il personale di servizio un apposito raschietto per le incrostazioni più tenaci. Il raschietto deve essere restituito dopo l'uso: chi lo utilizza, ha la responsabilità di conservarlo sino alla restituzione. COMMENTO Un articolo esauriente, che si commenta da solo, o quasi. Il primo comma si spiega alla luce di come funzionava la precedente attrezzatura, quando non era possibile accendere entrambi i fornelli, o non si riusciva a cuocere un uovo. Adesso (dal 2008) siamo dotati di una piastra più potente, ma anche più pericolosa e delicata. Per questo motivo, non bisogna lasciare mai le piastre accese a vuoto o dimenticare il cibo sul fuoco. Va da sé che anche la pulizia debba essere molto più accorta, non solo da parte del personale di servizio. Date sempre una bella pulita. 7 Numero 103 9 novembre 2009 Rubriche FRAMMENTI MANCANTI Rubrica poetica a cura di Eleno *** Howl for Carl Solomon I I saw the best minds of my generation destroyed by madness, starving hysterical naked, dragging themselves through the negro streets at dawn looking for an angry fix, angelheaded hipsters burning for the ancient heavenly connection to the starry dynamo in the machinery of night, who poverty and tatters and hollow-eyed and high sat up smoking in the supernatural darkness of cold-water flats floating across the tops of cities contemplating jazz, who bared their brains to Heaven under the El and saw Mohammedan angels staggering on tenement roofs illuminated, […] Urlo per Carl Solomon I Ho visto le menti migliori della mia generazione distrutte dalla pazzia, affamate nude isteriche, trascinarsi per strade di negri all’alba in cerca di droga rabbiosa, hipsters dal capo d’angelo ardenti per l’antico contatto celeste con la dinamo stellata nel macchinario della notte, che in miseria e stracci e occhi infossati stavano su partiti a fumare nel buio soprannaturale di soffitte ad acqua fredda fluttuando sulle cime della città contemplando jazz, che mostravano il cervello al Cielo sotto la Elevated e vedevano angeli maomettani illuminati barcollanti su tetti di casermette, […] *** Quest’anno mi sono posto una sfida e la pongo anche a voi: pubblicherò frammenti di poesie Beat, iniziando (e magari fermandomi) con il più eccentrico dei poeti della New Generation: Allen Ginsberg. La sfida è questa: dimostrarmi che il Beat non è superato, che deve essere ancora vissuto. Una sfida importante per me, ma anche per voi. Leggere queste poesie significa respirare l’aria di una generazione padre e tutrice degli hippy, di uno stile di vita che sopravvive in poche grotte cretesi e chissà dov’altro. Il solo leggerle pone dei problemi, non è una lettura abituale, ma sensitiva nel modo d’approccio, cioè bisogna re-imparare a leggere, cominciando dalle sensazioni confuse nelle immagini, tra i versi, lasciarsi quasi trascinare dal ritmo. Lascio le note storiche alla prossima settimana e vi lascio con una nota di chiusura sulla traduzione della compianta Pivano: al quinto verso si perde il gioco di parole (la liaison di suono e significato) tra Heaven e El (foneticamente equivalente a Hell, inferno), non solo quindi elevated indica una strada sopraelevata, ma sottintende un unione tra sacro e profano (dove deve stare l’arte, qualcuno mi disse). Alla prossima settimana PERLE D’OSTREGA a cura di Ostrega Mercoledì 14-102009 è arrivato l’annuncio ufficiale da parte del Premier Silvio Berlusconi, a dicembre inizieranno i lavori del tanto più o meno atteso “Ponte sullo stretto” . Il ponte misurerà 3,7 chilometri con pilastri alti ben 380 metri, quattro corsie,due binari della ferrovia e due corsie pedonali. Questo in sintesi il progetto per quello che potrebbe diventare il ponte sospeso più alto e lungo del mondo. Il tempo per l’attraversamento del ponte in auto dopo l’ultimazione dovrebbe richiedere solo dieci minuti. I costi per il preventivo sono stimati in circa 6,1 miliardi di euro. Oppositori del progetto richiamano tuttavia l’attenzione su diversi rischi. Pare essere problematico il fatto che la zona in cui si vuole costruire il ponte è a elevato rischio tellurico, poiché qui convergono una contro l’altra le due placche continentali. Inoltre qui le correnti marine e i venti sarebbero molto forti. Come conseguenza il ponte potrebbe rimanere chiuso fino a 100 giorni Pertanto dovrebbe restare contemporaneamente attivo il traffico 8 dei traghetti. Biologi marini e Naturalisti temono che la costruzione del ponte possa essere fonte di conseguenze negative anche per la fauna marina e per gli uccelli migratori. Tra i punti dolenti del progetto ci son o, tra l’altro, gli esorbitanti costi di realizzazione. A seguito delle disastrose inondazioni e s m ot ta m e n t i del terreno in Sicilia, a causa dei quali a inizio ottobre hanno perso la vita almeno 28 persone, le priorità del governo vengono messe in discussione. Insomma non sembrerebbe proprio un opera che abbia ragione d’esistere. Se davvero si vuole ammodernare l’Italia, non è il caso di investire in maniera più ocu- lata??? Linee ferroviarie regionali, autostrade, prevenzione del rischio idrogeologico, trasporti pubblici vi è solo l’imbarazzo della scelta … Per correttezza e trasparenza d’ora in avanti, citerò la fonte da cui è stata colta la notizia. Questa rubrica contiene notizie giudicate degne di nota da parte dell’autore. Ogni co n s id e r a zio n e personale, è volutamente contenuta. “Perle d’ Ostrega” dà spazio al fatto; per l’opinione, ho la presunzione di credere che vi sia spazio a sufficienza in ognuna delle vostre teste. Deutsche Welle - Ursula Keissel Numero 103 9 novembre 2009 Spettacoli LE AVVENTURE DELL’APE IDRO Novembre al cinema Gli appuntamenti del mese (aggiornato) Quattro rassegne allietano le fredde serate novembrine. CSV: Festival dei Diritti (FD) Rassegna motosolidale a cura di Figazzolo. Sala Corallo, ore 21 (gratuito) KOS: Libera-mente (LM) Cineforum su bioetica e libertà. Aula del '400, ore 20:30 (gratuito) mar 10 | CS | "The crowd" di King Vidor mer 11 | FD | "El cochecito" di Marco Ferreri gio 12 | LM | "Lo scafandro e la farfalla" di Julian Schnabel mer 18 | FD | "Inside I’m dancing" di Damien O'Donnell GHISLIERI MUSICA: Berliner Cafè (BC) Cineforum sul movimento berlinese anni '30. Aula Magna Ghislieri, ore 20:30 (gratuito) mar 24 | BC | "M - Il mostro di Düsseldorf" di Fritz Lang (1931) BLUESFORCE: Cinestesia (CS) Cinema muto e colonna sonora live. Spazio Musica, ore 21 Covini mer 25 | FD | Serata Corti: -"In viaggio senza valigie" di Mirko Locatelli -"Radio La Colifata” di Valentina Monti -"Un inguaribile amore" di Giovanni Covini “Tutta colpa di Guida”: la nuova star di Broadway porta sulla scena scandali e intrighi, una trama avvincente ricca di suspence e colpi di scena, una vicenda a tinte fosche di giornalismo d’assalto. Le voci della critica: Si avvisano gli abbonati che le copie “MISS KISSIN… BELLEZA DE CUERPO, MUY BUENA TOMA, MUCHAS FELICIDADES “, El Universo (Ecuador) piccole saranno distribuite (arretrati “НУ......ПОЛНЫЙ ПИПЕЦЦЦЦЦЦЦЦЦЦ.......”, Правда (Россия) dal numero 101 compresi) non ap“les françaises...que de belles courbes...”, Le Monde. pena sarà acquistato il nuovo toner “Esistono francesi che non esistono”, G. Bosurgi, Voci di Corridoio. per la stampante di VdC “ ”, O. Margiozzi, Inchiostro. 9 Numero 103 9 novembre 2009 Giochi SAPEVATELO! Il nuovo premio di Sapevatelo: succo d’Anatras. A fianco una proiezione grafica dei nuovi Squirting Toys, serie II “i tramutanti”. Dopo due terribili settimane finalmente sveliamo il mistero del Sapevatelo: il fraccarotto misterioso era MONTOLIVO: Lo chef Tony, noto idolo dei giovani, si riferisce alla sfrenata passione culinaria del nostro direttore, il giocatore di golf sta tirando la pallina fuori dal BUNKER, e il Verga, noto anziano, è autore della novella ROSSO MALPELO. Due soli individui hanno indovinato, l’estrazione a sorte ha decretato la vittoria di: Giuliano che vince l’ultimo speziale Giocattolo Spruzzante. Te pareva. C’è da dire che Franz ha spiegato tutti gli indizi, quindi, per l’impegno profuso, assegnamo come trofeo speciale un pregiato scatolo di Succo D’Anatras, in foto. Vince il suddetto. Propongo il nuovo sapevatelo, telefonate, telefonate. Trovate anche l’intruso nella foto 2. Al vincitore il primo Squirting Toy della II serie “i tramutanti”. Goliardi cairolotti allo stato brado; da notare i volti intelligenti e il buon gusto nella scelta degli accessori. Ma dov’è l’intruso? 10