Francesco Capuzzello – Romanzo: ADDAURA SILENTE Cap. intr. 6—1 ^ pag. Capitolo Sesto IL BIANCO E NERO Placido e Lea sapevano di avere poco tempo per decidere il comportamento da tenere. ▬ In verità il "Bianco e Nero", avrebbe diritto al servizio esclusivo su di te. ▬ Ti ci metti anche tu? Eppure sai che è una vostra montatura. ▬ Si e no. Ė una montatura tutto questo? — Così dicendo Lea ▬ indicò gli scaffali ed i cassetti. — Sono pieni di lettere indirizzate a te. Il mio lavoro sei tu. Per otto e più ore al giorno leggo le lettere che i lettori ti scrivono e rispondo solo ad una parte di esse. Ė una montatura? ▬ Sono confuso. Com'è cominciato tutto ciò? ▬ Nel modo più spontaneo. Avevamo, e c'è ancora, la rubrica delle Lettere al Direttore alle quali ha sempre risposto lui stesso, ma sin dal N. 1 del "Bianco e Nero" si sono accatastate le lettere indirizzate a te. Dopo poche settimane sono cominciate le lettere di protesta per la mancata risposta. Chi poteva rispondere? Si pensò di portartele a casa, ma fu subito vietato. Cominciò così, anche per noi, il mistero di Placido Orlando. Seppi per caso che la quasi totalità degli addetti alla tipografia ti conosceva, ma fino a quel momento avevo creduto che il tuo nome fosse uno pseudonimo. Un cronista locale, qualche tempo fa ti dette la caccia, ma non ottenne alcun risultato. Il tuo domicilio è sempre stato il Convento dal quale furono acquistate le Francesco Capuzzello – Romanzo: ADDAURA SILENTE Cap. intr. 6—2 ^ pag. prime macchine del settimanale. Fra' Piombo dal carcere, non ha mai... Dal carcere? 69 ▬ ▬ Ma dove sei stato? Non ne sai niente? Collaborò per pochi mesi all'istallazione e avviamento della nostra stamperia, poi fu trasferito a... ▬ Era lui dunque quello accusato di sequestro di persona, rapina ecc. ecc. ▬ Si proprio lui. Tu eri reale e vivente solo per i tuoi amici della tipografia, per tutti gli altri, intendo i colleghi giornalisti, non eri mai esistito. Ma, ti dicevo, scoprii qualcosa di te parlando con Leonardo. Non mi ha mai detto molto, ma mi ha aiutato a farti diventare più reale nelle mie risposte ai lettori. Non hai idea di quanto possa essere morbosa la curiosità della gente. Una lettrice di Boston ci spedì mille dollari, dico mille, per avere una tua fotografia. Placido rise sfrenatamente. Sapessero che Fra' Piombo –pensava- m'impose di mettere una croce sul mio basco per riconoscermi, tanto è inespressiva e scialba la mia faccia! Lea non rise, anzi parve rabbuiarsi. ▬ D'accordo. Sono una star. Che faccio? Mi sottopongo all'interrogatorio dei colleghi o no? ▬ Dipende da ciò che vorrai fare in futuro. ▬ Non voglio darmi al cinema. Su alla svelta, temo che stiano venendo, tu che conosci il mio personaggio più di me, come mi devo comportare, che cosa devo dire o non dire? ▬ Allora hai deciso, concedi le interviste? — Domandò dileggiandolo affettuosamente. ▬ Non posso farne a meno. I tre colleghi si presentarono con cordialità e senza l'atteggiamento tipico professionale che usavano nei confronti di coloro che godevano di popolarità. Francesco Capuzzello – Romanzo: ADDAURA SILENTE Cap. intr. 6—3 ^ pag. Giacomo Chiesaccogli, entrò per ultimo, come sempre districandosi fra le gambe dei presenti. Placido aveva già domandato di lui ai suoi compagni, ma era già uscito per i suoi servizi fotografici. Entrato, gli volò quasi in braccio. Non si erano più visti da quando avevano fatto il primo servizio per il Bianco e Nero. 70 Tutti i cronisti lo conoscevano e gli volevano bene. Lo chiamavano Giac, scherzosamente, perché, essendo nano, lui stesso diceva che la metà di Giacomo era un nome sufficiente per lui. ▬ Giac, — disse uno dei cronisti — ci hai traditi, lo conoscevi e non ce l' hai mai detto. ▬ Possiamo cominciare? — Domandò l'altro. Placido annuì, ed anche Giacomo cominciò il suo lavoro di fotografo. ▬ Dov'è stato durante i sei anni di attività? Dove ha abitato? — Sono sempre stato a Palermo, tranne brevi assenze per viaggi di lavoro. Ė vero che abita in Convento? Perché? – ▬ Abito in una casa che è del Convento. Sono un trovatello. fino a dodici anni sono stato a Torino. Poi qui, a Palermo. Vi furono alcuni secondi di silenzio. ▬ Lei sapeva che migliaia di lettori dei vostro settimanale le scrivevano? ▬ Che fossero tanti no. Pensavo che la rubrica intitolata a me fosse un'esigenza della Redazione. ▬ In altri termini credeva che le risposte alle lettere fossero un modo per incrementare le vendite. ▬ No. Credevo che la Redazione avesse preso lo spunto dalle lettere per una rubrica che la brava scrittrice Lea rendeva interessante, non io. ▬ Perché non si è mai fatto conoscere, perché si è tenuto nascosto e perché oggi si è rivelato? ▬ Ho fatto il mio lavoro dalla mia abitazione. Non sono abituato a girare per la città. Non mi sono tenuto Francesco Capuzzello – Romanzo: ADDAURA SILENTE Cap. intr. 6—4 ^ pag. nascosto. Non credevo che veramente mi si volesse conoscere. Questa mattina mi sono ricordato di una persona e volevo rivederla. Da più di cinque anni non abita più dove sapevo. Così, all'improvviso ho capito che per tanto tempo ho campato e non vissuto. Ho preso un tassì ed ho detto di portarmi qui. L'autista ha fatto un apprezzamento su Placido Orlando ed io l' ho ringraziato rivelando in tal modo che ero io. Ha 7 1 voluto offrirmi un caffè, mi ha nominato ad alla voce sollevando un po' di curiosità. Così è avvenuto. ▬ Un po’ di curiosità? Mi hanno detto che i Vigili Urbani hanno dovuto scortarla fin qui. ▬ Ė vero, ma non mi sono ancora spiegato perché tanti segni di benevolenza nei mie riguardi. ▬ Ė lei che ha inventato le polinovelle? ▬ Io mi sono limitato a scrivere articoli di politica, di economia, ecc., non mi sono mai curato di definirli. Credo però che per me lo abbia fatto Lea, mi sbaglio? ▬ Sì,— rispose lei. — I lettori gradivano quegli articoli per il modo in cui ogni materia, disciplina, teoria o dottrina veniva esposta e perché gli intervistati, raramente da Orlando stesso, ed ogni altra persona di cui si parlava nell'articolo, divenivano personaggi, e tutto l'argomento era un racconto, una novella. A questo punto la definizione di polinovella fu facile e spontanea; “poli” come abbreviazione di politica o dalla stessa etimologia greca e “novella” sia come racconto che nell'accezione di novità giornalistica e letteraria. Il cronista del quotidiano d'indirizzo politico di sinistra, che fino a quel momento si era limitato a prendere appunti, prese la parola. Francesco Capuzzello – Romanzo: ADDAURA SILENTE Cap. intr. 6—5 ^ pag. ▬ Il giornale nel quale scrive si definisce indipendente, lei sa che viene considerato, invece, democristiano di destra? ▬ No, non lo so, né so se tale giudizio sia derivato dagli editoriali o da tutti gli articoli di tutti i numeri del settimanale e, pur rendendomi conto che difficilmente si può stabilite l'origine esatta di un giudizio, mi permetta di limitare il suo ritenendolo una mera opinione alla cui formazione spero di non avete contribuito. ▬ Ha mai fatto scuola di diplomazia? — domandò ancora con sarcasmo. ▬ La sua stessa domanda sarcastica esclude la mia capacità di trattare diplomaticamente; se infatti possedessi tale capacità, la raffinatezza ed il tatto in essa implicita dovrebbe tendere questo nostro dialogo più cordiale e meno pungente. ▬ Come si definirebbe politicamente? 72 ▬ Un elettore attento a giudicare, pronto a mettere in evidenza gli errori politici e sociali, libero nel giudizio da inesistenti vincoli di ogni tipo. ▬ Ė cattolico? ▬ Sì, di fede cattolica, ma di pratica, atteggiamento e pensiero non clericale. ▬ Le sue risposte sono pronte. Si era preparato a queste domande? ▬ Ancora una volta sono addolorato del suo atteggiamento canzonatorio e di scherno. Vorrei conoscerla meglio per comprenderne la causa. Perché mi attacca se da me non ha nulla da temere? Se avessi risposto esitando o riflettendo non avrebbe, forse, pensato che le sue domande m'imbarazzavano? ▬ Si definisce sincero? Francesco Capuzzello – Romanzo: ADDAURA SILENTE Cap. intr. ▬ ▬ ▬ ▬ ▬ ▬ ▬ ▬ ▬ ▬ ▬ ▬ ▬ ▬ ▬ ▬ ▬ ▬ 6—6 ^ pag. Tutti coloro che mi hanno parlato della virtù della sincerità, non la praticavano. Mi sto quindi autoeducando. Quale virtù le piace maggiormente? Fra le cardinali la giustizia, perché comprende ogni altra virtù. Conosce la signora Vasco Drujo Concetta? Per la prima volta Placido esitò. Oh? Sì. Ė Donna Concettina. Col suo cognome è raro sentirla nominare. Ė la signora che mi ha fatto diventare giornalista. Che rapporti ha con lei? Di ovvia riconoscenza. La riconoscenza assoggetta? Se assoggetta cessa la riconoscenza. Ma! .... Il clientelismo politico non viene praticato per suscitare riconoscenza e quindi trarne vantaggio? Sì, ma ciò non implica la spersonalizzazione dei beneficiario. Colui che si fa assoggettare ha la predisposizione ad esserlo e può essere assoggettato con poco, spesso senza alcun beneficio. La Democrazia Cristiana si serve dei clientelismo? — Alcuni suoi esponenti sì. Il Bianco e Nero ha rapporti con questi esponenti? 73 Può darsi, ma non mi riguarda. Quando lei ha accettato di scrivere per il suo giornale ha forse esaminato i soci e la Redazione? Credo che tutto ciò basti per farla conoscere ai lettori. Spero che lo dica in modo positivo. Basta. Ora parliamo da colleghi. Forse ti ho dato un impressione errata. Mi sei simpatico e vorrei sinceramente conoscerti meglio. Ti ringrazio. Vediamoci anche questa sera. Francesco Capuzzello – Romanzo: ADDAURA SILENTE Cap. intr. 6—7 ^ pag. Erano già le tredici quando tutti insieme uscirono. Si salutarono con i colleghi, mentre Lea, invece, si trattenne accanto a Placido. ▬ Dove vai a mangiare? — Gli domandò. ▬ Non lo so. Non ho mai mangiato fuori. Credo nel primo ristorante che incontrerò. ▬ Bravo! Magari facendo riservare un tavolo a Placido Orlando. ▬ Mi prendi in giro? ▬ No. Sei così confuso, così impreparato alla popolarità che rischi di fartene travolgere. Vieni con me, andremo a mangiare nella mia pensione. In autobus Placido sembrava un bambino, non vi aveva mai viaggiato. Gli riusciva difficile rimanere in piedi e ciò lo faceva ridere. Guardava incantato dal finestrino e per tutto il percorso dimenticò la presenza di Lea, sicché sentendosi preso per mano, trasalì. La pensione di Lea era ben diversa dalla "Ragusa lbla", esteticamente più bella, adorna di quadri, tappeti e mobili pregiati, camerieri con eleganti divise, ma molto, molto più fredda anche perché presto svanì la speranza di vedere comparire da un corridoio, da un salone, da una stanza la bella Giovanna. ▬ Chi cerchi? Gli domandò Lea che aveva seguito i suoi sguardi. ▬ Te lo dico, ma non burlarti di me. Questa mattina sono uscito per andare a cercare un'amica che con la madre, sei anni fa, gestiva una pensione. Non vi sono più né loro, né la pensione. Ho scioccamente sperato di ritrovarle qui. ▬ Le hai voluto bene? 74 ▬ Soltanto questa notte mi sono accorto che mi è mancata; dopo cinque anni. Un po’ in ritardo. ▬ Da questo pomeriggio la tua vita cambierà. Il quotidiano pomeridiano uscirà con la tua fotografia. Fra poche ore ti riconosceranno tutti. Francesco Capuzzello – Romanzo: ADDAURA SILENTE Cap. intr. ▬ ▬ ▬ ▬ ▬ ▬ ▬ ▬ ▬ ▬ ▬ 6—8 ^ pag. Lea, come può essere accaduto tutto ciò? Non credo che sia dovuto alla morbosa curiosità che tu hai saputo coltivare, incrementare. Mi sento come una muffa in laboratorio, utilissima per certi fini ma deludente a vedersi. Ti sbagli. Un uomo, tranne gli attori, non vengono giudicati dall'aspetto fisico, anzi l'aspetto fisico è una cornice che mette in evidenza le qualità intellettive e caratteriali. E credimi, il tuo aspetto magnifica la personalità che hai e quella che ti ho attribuita. Parlami delle lettere alle quali hai risposto. Non ne hai lette? Una o due in tutto. Per lo più sono come tutte le lettere che i lettori indirizzano ai giornali, richieste di soluzioni di problemi personali, di farti scrivere su argomenti particolari. La Redazione infatti, accogliendo le richieste comuni, ti dava il tema della settimana che tu hai svolto magistralmente senza mai deludere i lettori. Essi ti amano perché sanno che sei quella persona che loro vogliono che tu sia. Che accadrà quando mi vedranno? Ciò che è accaduto oggi quando ti hanno visto per la prima volta. Mentre pranzavano nella sala—ristorante, Placido la guardò bene. Era molto simpatica. Ma chi era? Tutto il personale del Bianco e Nero era stato accuratamente selezionato per i fini politici che lui ben conosceva. Poteva fidarsi di lei? Chi sei? — Le domandò all'improvviso. Mi aspettavo questa domanda. So, ovvero immagino che qualche cosa sia cambiato nel rapporti fra te, Donna Concettina, l'onorevole Costanzo e Gianluigi Colombo, perciò sei guardingo. Mi chiamo Leandra Ferraro. Sono figlia illegittima dei Francesco Capuzzello – Romanzo: ADDAURA SILENTE Cap. intr. ▬ ▬ ▬ ▬ ▬ ▬ ▬ ▬ ▬ ▬ ▬ ▬ 6—9 ^ pag. Ministro 7 5 Aluia, uno di quei segreti che sanno tutti. Neolaureata in psicologia. Ma tu vorresti sapere se puoi o no fidarti di me. Evidentemente a niente può valere la mia risposta. Dovremo conoscerci Lea, io non ho terribili segreti, né segretucci, e non credo che per fidarsi bisogna conoscersi praticandosi per anni. La fiducia è una "fede" ad un essere umano, e la fede più ha bisogno di prove e meno fede è. Mi hanno sempre detto che la filosofia rovina i pasti . Non dire spropositi, né luoghi comuni tanto per distrarmi. E perché no. Se si parla sempre di cose serie, se si è sempre seri, si vive male. Ma qual è la ricetta per vivere bene? Un'altra donna mi ha detto che io campo, ma non vivo. A proposito di donne. Se vuoi ritrovare quella ti posso aiutare. Noi giornalisti amiamo fare i segugi. Come si chiama? Giovanna. Non conosco il cognome. Se la madre aveva una pensione sarà facile sapere il cognome alla Camera di Commercio, oppure se avevano il telefono, dall’elenco di quell'anno. Ė vero non sarà difficile rintracciarla. Ė strano. Ora che so che riuscirò a rintracciarla sento meno pressante il desiderio di cercarla. Ecco, vedi, ciò che è noto non stimola quanto l'arcano. Ė ciò che è accaduto a te e che ti ha reso famoso. Ma non soltanto ciò. Ho l'impressione che tu, se avessi potuto, avresti evitato l'intervista di oggi. — Asserì Placido. L'intervista no, anzi ti dà più fama, ma le fotografie sì. Non perché la tua immagine possa deludere i lettori, ma perché l’immagine visiva contrasta o Francesco Capuzzello – Romanzo: ADDAURA SILENTE Cap. intr. 6—10 ^ pag. modifica l'immagine fantastica che è sempre più bella e perfetta. ▬ Lea, alziamoci, i camerieri aspettano noi per chiudere. Mentre si allontanavano, Placido continuava a parlarle. ▬ lo sono solo. Per la prima volta sento il bisogno di confidarmi e posso farlo solo con te, che per anni sei stata la parte più nota e 76più amata di me. Il primo problema pratico che devo risolvere è l'abitazione, voglio cambiarla perché oggi è l'unica cosa che mi lega al Convento e a Donna Concettina e poi, perché è malsana, in un quartiere ancora più malsano. L'altro problema non è la conservazione di una popolarità che fino ad oggi sconoscevo, ma il mio futuro professionale ed il tuo, che non può essere legato al mio. ▬ Quando intendi cambiare l'abitazione? ▬ Questa sera; non voglio tornate dov'ero. Qui quanto si paga? ▬ Molto. Ma io non pago. Il signor Ministro mio padre ne è il maggiore azionista. ▬ Ah! ma... io... veramente... sinceramente non ho il senso del denaro... ▬ Che cosa vuoi dire? ▬ Lea, è vero ciò che diceva Donna Concettina, io ho campato. Mentre ero alla tipografia del Convento la paga non mi serviva. Non ho mai comprato nulla, né un pane, né un vestito. Da quando lavoro al Bianco e Nero ho sempre pranzato da Donna Concettina e lei stessa pensava ad ordinarmi tutto ciò che mi serviva o riteneva lei che mi servisse. ▬ Non hai denaro? lo ti posso... ▬ No, al contrario, ho soltanto denaro; so quanto, ma non so quanto valga. Dal primo giorno di lavoro, e lavoro da quando ero ragazzo, ho depositato in Francesco Capuzzello – Romanzo: ADDAURA SILENTE Cap. intr. ▬ ▬ ▬ ▬ ▬ ▬ ▬ ▬ ▬ ▬ ▬ ▬ ▬ ▬ 6—11 ^ pag. banca tutto ciò che ho guadagnato. Ecco, questo è il mio libretto. Da sei anni, Donna Concettina si è curata anche di ciò. Olé ! — Esclamò Lea leggendo la cifra — sei ricco. Solo con l'ultimo versamento puoi comprarti una casa o una villa. Placido, sbalordito, si riprese Il libretto e lesse la data e la cifra dell'ultimo versamento. Quindi Impallidì. Mi ha pagato i massaggi! Lea, comprendendo che si trattava di un pagamento non desiderato, non commentò. Allora puoi rimanere qui finché non trovi una sistemazione più duratura o definitiva. 77 Non voglio. — Disse quasi tra se Placido cui, per la prima volta nella vita, si erano inumiditi gli occhi. Vieni nel mio appartamento, per ora non sei in condizioni di... vieni. L'appartamento di Lea, arredato con mobili di stile veneziano era ubicato nell'ala estrema della pensione. Com'è bello! — Esclamò Placido che conosceva soltanto lo squallore dei dormitori, lo squallore della casa dell'ortolano e l'augusta magione di Donna Concettina. Ti faccio assegnare una stanza. Vuoi? Sì, grazie. Mi aiuterai a cercare una casa? — Senza attendere la risposta, anzi continuando il filo dei suoi pensieri, ripeté — Non voglio. Su, siediti comodo e sfogati, se vuoi, senza ritegno. Lea, forse dovrei vergognarmi di dirti che sono stato pagato per aver fatto l'amore con una donna molto più grande di me, fingendo di farle dei massaggi. Senti, l'unica cosa che non capisco è come si posa fare l'amore fingendo di fare massaggi, ma non darmi altre spiegazioni. Francesco Capuzzello – Romanzo: ADDAURA SILENTE Cap. intr. 6—12 ^ pag. ▬ Vedi... ▬ No, ti prego. Non servono chiarimenti. Tu ritieni che ti abbia pagato. Eppure, tu stesso mi hai detto che non hai il senso dei denaro e lei doveva saperlo. Secondo me non ti ha pagato. Ancora una volta ha voluto fingere. Ha voluto essere materna con te. Col denaro ha messo a tacere la sua coscienza. In tutto ciò tu non c'entri. ▬ Seduti su due poltrone vicine, Placido le raccontò tutta la sua vita da quando cominciavano i suoi ricordi. ▬ Ora è arrivato il momento in cui devi unificarti. — Concluse per lui Lea. ▬ Che cosa intendi dire? ▬ Hai vissuto una vita di pensiero ed una con un corpo quasi separato, indipendente dal pensiero. Ora unificherai le due vite e farai in modo che l'una sia coerente con l'altra. Coerenza. — Ripeté Placido. Ė una virtù? 78 ▬ ▬ Pare di sì. ▬ Ti piace la natura? — Le domandò Placido. ▬ Sì, molto, anche se come animale sociale non riesco ad essere né naturista, né naturalista. ▬ Ritieni che in natura esista la coerenza? ▬ Se ti riferisci alla finalità della natura, come la conservazione delle specie, non ho dubbi sulla coerenza della natura. ▬ Hai ragione, Lea, ma la coerenza mi ha sempre dato fastidio, forse perché la connessione tra il pensiero e l'azione è limitativa per il pensiero. ▬ Non mi pare — Osservò Lea — è l'azione, come tutto il reale, che è limitata rispetto al pensiero. ▬ Io, dicevo, che la connessione, d'obbligo per la coerenza, tra pensiero ed azione, è limitativa dei pensiero, perché questo deve essere libero di formarsi, trasformarsi, adeguarsi. Se poniamo Francesco Capuzzello – Romanzo: ADDAURA SILENTE Cap. intr. 6—13 ^ pag. l'obbligo dell'intima connessione con le azioni, per timore sociale d'incoerenza, per incapacità o impossibilità di fare susseguire ad ogni evoluzione del pensiero l'adeguata azione, impediamo od ostacoliamo la sua stessa formazione. Ecco perché l'uomo di pensiero, l'uomo libero non si cura della coerenza. Talvolta egli sembra incoerente solo perché un suo comportamento viene giudicato in connessione con un pensiero noto e non con le successive ed ignote evoluzioni. ▬ Ti stai preparando l'alibi? — Domandò scherzando Lea. — Per questa sera lasciamo i problemi filosofici ed affrontiamo ciò che ci riserva la tua popolarità. Domani ci occuperemo di cercare una casa. Erano quasi le diciassette e gli ospiti nella sala d'ingresso ingannavano l'attesa leggiucchiando il quotidiano pomeridiano e sbirciando, sollecitati dagli effluvi, le donne accompagnate o guardando con compiacimento, ammirazione, provocatoriamente quelle sole, salvo a rifugiarsi dietro il giornale al comparire dell'accompagnatore. Lea, pur simpatica e graziosa in volto, per la sua statura bassina e corporatura non scarna, non suscitava repentini e vogliosi sguardi. E lei lo sapeva. Quando sentì d'essere guardata, mentre Placido presentava il documento d'identità al bureau, non ebbe dubbi. In prima pagina, infatti, v'era la sua fotografia e quella di Placido. ▬ Placido, non possiamo prendere l'autobus, guarda.Gli disse mostrandogli il quotidiano. ▬ Prendiamolo lo stesso. Vediamo che cosa succede. Lea, malvolentieri, acconsentì. Non accade nulla di spiacevole. Coloro che li riconoscevano li salutavano cose se fossero stati amici, altri li additavano a chi non li aveva mai visti e la loro presenza diveniva Francesco Capuzzello – Romanzo: ADDAURA SILENTE Cap. intr. 6—14 ^ pag. pretesto d'improvvisate discussioni politiche, nelle quali veniva citato il parere di Placido Orlando, quasi come sfoggio di cultura. Il giorno dopo, distribuito il "Bianco e Nero" della settimana con le fotografie dell'intervista e con un ampolloso articolo di Gianluigi Colombo sul "Pensiero socio—politico di Placido Orlando", "Gli Orlando" divennero noti e popolari più di quanto credessero, ma diversamente da come, almeno Placido, sperava. Nell'articolo di Colombo era evidente la furbizia e l'abilità di Donna Concettina. Reputandosi la scopritrice di quel talento e la vera artefice del suo successo politico e popolare, aveva dato ordine a Colombo che venisse pubblicizzato al massimo il pensiero politico che emergeva, con evidenti interpretazioni di comodo, da ogni polinovella di Placido. ▬ Come vedi, sono in trappola. — Commentò Placido con Lea rientrando in pensione. ▬ E tu lasciati intrappolate, dài loro la sicurezza di non potere sfuggire e tenta la fuga soltanto quando, per eccesso di sicurezza, allenteranno la guardia. ▬ Ancora una volta sono condannato all'ipocrisia, all'incoerenza. ▬ Non sei stato tu a dirmi che spesso l'incoerenza è solo apparente? ▬ La lingua è il più efficiente scudo protettivo, ma più grande è, meno è possibile impedire di sputarci addosso. Lea gl'insegnava a vivere. In poco tempo gli fece conseguire la patente di guida, gli fece acquistare l'ultimo tipo della Lancia, due abiti interi ed uno spezzato con giacca blu e pantaloni grigi. Ma, l'acquisto che lo rese felice fu una villetta a Mondello in località Addaura. Quattro stanze, un salone, doppi servizi ed un giardinetto. Francesco Capuzzello – Romanzo: ADDAURA SILENTE Cap. intr. 6—15 ^ pag. Una reggia, per lui. Un panorama rasserenante del golfo di Mondello, un'indipendenza mai sognata, ma segno di elevazione di grado sociale, quasi un brillante al dito, che compensava le mortificazioni inconfessate di un trovatello. Trascorse giorni meravigliosi seguendo Lea negli acquisti dell’arredamento della villetta. Ma sceglieva lui, pur contrattando lei. Imparò tante differenze merceologiche: lana, lino, cotone, seta, gabardine, rasato, noce, pino, frassino, rovere, vetro, cristallo e tanti altri materiali misti e puri furono oggetto di confronto, di economia o segni distintivi, elementi di gusto e non più "cose" come era abituato a giudicarle, distinguendole soltanto per uso, funzionalità e praticità. Lea gli aveva insegnato ad essere autosufficiente. Aveva, infatti, imparato a cucinare ed a rigovernare la casa. Andava al mercato ed acquistava a prezzi di concorrenza le derrate. Lo riconoscevano tutti, avventori e commercianti. Gli uni e gli altri si lagnavano della burocrazia, dei servizi, dell'alto costo di tutto. Ogni giorno, alla stessa ora, nello stesso negozio incontrava un uomo alto e robusto. Non aveva più di cinquanta anni, parlava bene, in modo colto e signorile, ma poco. Più che per l'altezza, Placido notava la sua presenza perché sentiva subito il suo modesto "scusi" ed il suo educato "mi perdoni", di frequente, ad ogni piccolo contrasto, incontro, equivoco, errore. Aveva sempre la nota degli acquisti: ad etti o singoli pezzi. Maestro, lo chiamava chi lo conosceva, forse di musica. Un sabato, giorno di maggiore acquisti, lo vide nel negozio con l'involto del pane soltanto. Era pallido, tremante. Come va? — domandò Placido con tono allegro, ▬ quasi a volerlo confortare di ciò che non sapeva. 81 Francesco Capuzzello – Romanzo: ADDAURA SILENTE Cap. intr. ▬ 6—16 ^ pag. Molto gentile a rivolgermi la parola. lo la conosco e la stimo. Leggo i suoi articoli, sempre quelli arretrati, purtroppo. ▬ Non sta bene? — Gli domandò vedendolo vacillare. ▬ Non molto. ▬ Che cosa si sente? Posso aiutarla? ▬ Grazie, mi perdoni, un po’ di... E cadde. Fra le pozzanghere puzzolenti del pescivendolo che con le mani, con movimento periodico, spruzzava d'acqua il pesce per cacciare le mosche e lucidarlo di fresco. Aiutato dai passanti, Placido lo pose a sedere su una sedia. Con l'acqua di colonia di una signora lo fece rinvenire. Piano piano, sostenendolo, lo portò alla sua automobile. ▬ Mi dica dove abita, l'accompagno. — Glielo disse e si scusò tante volte e tante altre ripeté " mi perdoni" ▬ Di che cosa soffre? ▬ Signore, io mi vergogno, ma non posso mentirle. Di nulla. Clinicamente di nulla. Il mio, signore, è il male più comune, si dovrebbe chiamare "Mal da ventisette” ma non lo cerchi, né s'informi. Non esiste. Ė una sofferenza sottile che procura incertezza, insicurezza, paura, vergogna e rende incapaci e persino ignoranti. Non ha mai conosciuto questo male? Eppure è comunissimo. Oggi è divenuto epidemico. I giovani del sud ne sono portatoti sani. A quaranta anni, o anche prima, se ne ammalano. A cinquanta o muoiono o ne restano paralizzati con una forma di sopravvivenza che tortura. Come si manifesta? La società educa un giovane alla cultura, alla famiglia, al guadagno sicuro. Queste sono le tre culture in cui il virus del ventisette si sviluppa; la cultura media e borghese lo fa giungere allo stadio della Francesco Capuzzello – Romanzo: ADDAURA SILENTE Cap. intr. ▬ ▬ ▬ ▬ ▬ ▬ 6—17 ^ pag. famiglia, lo fa crescere e diffondere aumentando i bisogni e lo fa quindi giungere allo stadio del guadagno sicuro. Lì resta in incubazione e viene un po’ lottato dalla speranza di miglioramenti; ma col passare del tempo logora il cervello ed i nervi. Si parla di miracolo economico ed è proprio vero che è un miracolo tirare avanti. Si chiama società civile. Ma che c'è di civile nella conduzione degli ospedali, nell'abbandono degli indigenti, nel disservizIo di tutte le strutture indispensabili allo svolgimento civile della vita, degli ospedali, della scuola, della giustizia e delle norme che regolano burocraticamente ed economicamente ? E noti, i guasti, i disservizi li subiscono soprattutto le classi meno abbienti, che perciò diventano sempre più bisognose. Signore, lei è un giornalista famoso, è uno di quelli che forma l'opinione pubblica ed invece dovrebbe riportarla. Formandola falsifica la realtà, si rende connivente di coloro che hanno interesse al mantenimento dello statu quo. Come si sente? Signore, il virus del ventisette dà pause d'illusione di benessere, ma non perdona. All'arrivo di una fattura, al pensiero di una scadenza, alla richiesta di un familiare, al sorgere della prima esigenza, si manifesta con virulenza crescente. Tre fattori lo fermano: l'illusione, la speranza e l'oblio. Signore, lei è giovane, lotti questo virus. — Come lo si lotta, come si può vincerlo? Vincerlo mai, lottarlo sì. Esso si annida ovunque c'è egoismo individuale e di classe . Da dove comincerebbe lei se potesse? La libertà è un composto di norme e concessioni indispensabili al funzionamento della vita civile, ma come l'uomo per le vitamine, le nazioni Francesco Capuzzello – Romanzo: ADDAURA SILENTE Cap. intr. 6—18 ^ pag. soffrono per ipo o iperlibertà. Oggi le classi più libere sono i commercianti, i professionisti, gli artigiani ed i politici. Erano giunti all'indirizzo del Maestro . ▬ Grazie signore. Se vuole dare un buon ricordo a questo vecchio, un senso ad una vita che non ha avuto scopo, prometta di lottare l'ingiustizia. ▬ Lo farò Maestro. Lo farò. Placido si allontanò con la sua automobile nuova, andò nella sua villa, rivide tutti gli oggetti il cui acquisto in quei giorni lo aveva allietato e tutto gli sembrò vacuo. Il giorno dopo lo rivide. Sui giornali. Si era ucciso lanciandosi dal suo balcone. L'oblio eterno l'aveva guarito dal virus del ventisette. 83 ▬ Francesco Capuzzello – Romanzo: ADDAURA SILENTE Cap. intr. 19 ^ pag.