Ricordi e testimonianze I ricordi di queste persone, alcune delle quali ormai defunte, riassumono bene la storia della Filarmonica di Stabio. Artildo Castelletti (1947) Ho iniziato a suonare nella la Scuola allievi a San Pietro nel 1962 con altri coscritti: Vittorio Robbiani, Gianfelice Crivelli, Mario Guanziroli, Peo Maspoli. Non c’erano altre attività e allora tutti a suonare. Inoltre, mio papà e tutti i miei zii già suonavano nella filarmonica di San Pietro: era una tradizione. Io sono sanpietrino DOC e nella frazione eravamo quasi tutti imparentati. Maestro era Mario Cairoli. Lui era clarinettista e poi ci faceva la teoria e la pratica. C’è da dire che oggi ogni strumento è insegnato da uno specialista. Una volta non era così e il “mestiere” bisognava un po’ “rubarlo”. Durante la scuola di musica si faceva un po’ di teoria e di solfeggio; dopo si sceglieva uno strumento (io la tromba) e si iniziava a suonare. L’esordio in banda lo feci durante una processione. Si può dire che eravamo tutti in gran parte autodidatti: ci mettevano nella banda, si ascoltava, si imparava e poi si iniziava a suonare. Poi i miei nonni vendettero la casa che si trovava al Monticello e ne acquistarono una in Arca dove si trasferirono. Deceduta la nonna e per non lasciare il nonno solo, tutta la famiglia si trasferì nella nuova abitazione. Feci nuove amicizie che mi stimolarono a suonare anche nella filarmonica di Stabio. Mi sono detto: perché no? e allora ho iniziato a collaborare anche con Stabio. Devo dire che San Pietro e Stabio a quei tempi erano proprio divise e il Ponte di Mezzo separava le due entità. Lì capitava che i ragazzi di Stabio e quelli di San Pietro si incontrassero per “regolare i conti”. All’inizio fu proprio dura. Gli amici di San Pietro mi dicevano che non potevo suonare a Stabio e anche durante qualche assemblea fui rimproverato. Io suonavo la tromba che mi era stata messa a disposizione dalla musica di San Pietro e alla fine, per non sentire più “tiritere”, l’ho consegnata e me ne sono comprata una. Dopo diversi anni vi furono altre persone che suonavano sia nella musica di San Pietro che in quella di Stabio. Ho vissuto tutta l’evoluzione delle due filarmoniche, conosciuto svariati maestri e presenziato alle diverse collaborazioni che ci sono state in occasione dei vari festeggiamenti. Ho dovuto e devo riuscire ad ottimizzare il tempo per poter partecipare alle prove e i concerti in programma. Se succede che vi sia un concerto in contemporanea, opto per San Pietro in quanto è la banda nella quale sono iscritto. Tra gli episodi curiosi, uno in particolare: mi è capitato di suonare per la filarmonica di Stabio con la divisa …sanpietrina. Eravamo a Vacallo per il Corpus Domini: quando sono arrivato mi sono accorto che avevo la divisa di San Pietro. L’ho detto al maestro; ormai, visto che non si poteva far niente, ha lasciato che suonassi! Tomaso Brianza (1912 - 1995) Quando arrivava in casa il presidente Castioni per noi era una grande festa perché portava sempre qualcosa da bere e questa era la cosa principale. Poi, tutti gli anni, per il carnevale a Salorino o di Tremona ci pagava il risotto e dava sempre 100 franchi alla musica che valgono 1’000 franchi di adesso. Anna Albisetti- Meshale (1957) Fummo in tre ragazze ad iniziare la scuola allievi della filarmonica: Silvana Angelini, Marinella Rusca ed io. Eravamo nel 1970. In me il desiderio di suonare uno strumento è nato dal fatto che mio papà e prima ancora mio nonno suonavano nella banda. Erano gli anni in cui le società bandistiche iniziavano ad “aprire” le porte anche al gentil sesso. Abbiamo iniziato la scuola allievi e dopo qualche mese di solfeggio abbiamo subito dovuto scegliere lo strumento. Marinella e Silvana il clarinetto ed io il flauto traverso, su proposta del maestro Ceppi, visto che in banda non lo suonava nessuno. La scuola allievi era frequentata anche dai ragazzi coetanei - compagni di scuola con cui frequentavamo gli scout, l’oratorio, la chiesa … - e noi ragazze non ci siamo mai poste il problema di essere donne in un mondo di soli uomini. Il debutto in banda non ricordo esattamente quando avvenne: comunque abbastanza presto rispetto alle nostre effettive capacità. Sarà stato in occasione di qualche processione o al concerto estivo durante le feste nel parco dell’ex asilo. In quanto donna non ho ricordi di particolari difficoltà che dovetti affrontare. Mi ricordo di serate di scuola di musica con vari litigi e alzate di voce e poi che gli uomini si ricomponevano nel linguaggio in quanto presenti delle ragazze: un po’ di rispetto per favore, ci sono delle innocenti donzelle!! Quando la filarmonica decise di avere una divisa, mi ricordo che noi ragazze “fummo costrette” a comperare la gonna perché più femminile ??!! Penso che l’abbiamo indossata solo per una circostanza e poi ci siamo subito fatte confezionare anche noi i pantaloni (meno femminili, ma molto più consoni al nostro stile di vita). Mi sono accorta che nel libretto di socio figura la dicitura Herr, Monsieur, Signor quindi il mondo delle donne nelle varie filarmoniche della Svizzera è iniziato proprio in quegli anni. Luigi Albisetti (1923 - 1998) Un aneddoto che mi è rimasto nella mente. A Bellinzona suonammo gli Uriazi e Curiazi; subito dopo doveva salire sul palco una banda della quale non mi ricordo più il paese di provenienza. Quando ci sentirono suonare gli Urazi e Curiazi tutti era disperati, anche il maestro perché pure loro volevano suonare questa musica. Ul Michelin con il basso, ul Tumas con il bombardino, il Tranquillo e il Nino con il clarino, e ul Michee con la tromba andarono a suonare con loro. Ma risultò una pasticciata perché noi lo suonavamo nel tempo col quale era scritta la partitura, mentre gli altri l’avevano imparata a tempo di tango. Si può immaginare cosa ne è risultato! Michele Ceppi (1906 - 1999) Ad un concorso che si tenne a Riva San Vitale la musica di Stabio risultò prima. Alla fine tutte Le filarmoniche suonano la marcia d`assieme. In quell’occasione il giudice esperto decise di far suonare come percussione solo la batteria di Iacum Tambur di Stabio (Giacomo Mombelli ) talmente era bravo e ottimo lettore . Giancarlo Ceppi (1941) La mia passione per la musica bandistica l’ho ereditata da mio padre. Lui ha imparato a suonare il basso a Cabbio nella musica liberale. Nel 1949 ha traslocato da Cabbio ed è arrivato a Stabio. A quei tempi il maestro era Angelo Pozzi di Cantello. Una persona molto gioviale che amava la buona tavola e il buon vino. A Stabio Angelo Pozzi ha trovato un terreno fertile: un gruppo di giovani che amava suonare che ha formato. Ci ha istruito con la Vergine degli Angeli della Forza del destino di Verdi suonata la notte di Natale del 1954 in piazza Stabio dal nostro gruppo di 10 ragazzi. E la cosa strana è che questo uomo è arrivato in bicicletta da Cantello per vederci suonare. Il maestro Angelo Pozzi e morto giovane. È subentrato Igino Fiorucci che veniva da Como. Una personalità completamente diversa. Lui veniva dagli ambienti militari ed era un uomo abbastanza serio. La caratteristica del Fiorucci era che concertava tutti i pezzi con la partitura davanti e il giorno del concerto lasciava perdere la partitura e, cosa molto bella da vedere, dirigeva a braccio, liberamente. Nel frattempo io non suonavo più il genis, ma il flicorno baritono. Avendo già in mente di fare il militare nella fanfara, sono andato un anno a suonare nella filarmonica di Mendrisio con il maestro Cairoli. Partito per Losanna per entrare nella fanfara militare, in 4 mesi di esercitazioni ho capito che con la banda si possono fare cose molto belle. Finito il militare sono tornato a Stabio e, senza chiedere niente a nessuno, mi sono messo a insegnare musica ai giovani. Per diversi anni i musicanti eran quasi tutti formati da me. Allora è maturata l’idea di essere maestro. Con grande sforzo sono diventato il maestro della banda di Stabio. La cosa è durata dal 1976 al 1980 e ho avuto delle belle soddisfazioni, specialmente nel 1978 con il convegno di Lugano. Natale Cremonini (1948) Un giovedì del Corpus Domini stava per partire la processione e mancava l’alfiere, allora il vicepresidente mi ha chiesto se per un favore potevo portare la bandiera per quella funzione. Il primo servizio importante che ho fatto fu a Balerna per il convegno delle musiche cantonali, poi seguì l’inaugurazione del campo di foot-ball di Stabio, quella del nuovo Oratorio e tante altre belle manifestazioni che mi sono rimaste come ricordo. A proposito delle bandiere che sono state fatte, la prima venne inaugurata nel 1896. Il padrino era il prof. Mola, ispettore scolastico, e la signora Maria Martignoni, come madrina, pure di Stabio. Nel 1954, in occasione del 65° della fondazione fu la volta della IIa bandiera, padrino Ceppi Giuseppe e madrina la Maria Rapelli. In occasione del 90° di fondazione della Società filarmonica di Stabio venne inaugurata la terza bandiera. In quel momento ero vice-alfiere della società e ho avuto la fortuna di consegnarla al padrino e alla madrina che erano il signor Carlo Garzoni e la Signora Eloisa Croci Torti. Poi l’ho consegnata a Felice Croci Torti, detto Ica: lui con la nuova bandiera, io con la vecchia ci siamo recati in corteo al parco della fondazione Meotti, ex-Asilo, dove è continuata la festa con il pranzo e i concerti pomeridiani. Anche la terza bandiera è segnata dal logorio dei tempi e sarebbe bello poter finire l’anno del 125esimo di fondazione inaugurandone una nuova. Attualmente vice-alfiere è il Signor Luigi Sassi di Riva San Vitale. Sponsor principali Michele Pellegrini (1917) Sono entrato a far parte della musica di Stabio nel 1935, avevo 18 anni, assieme a Pin Funtana. Non c’era la scuola allievi e dopo pochi mesi ho iniziato a suonare in banda e come maestro avevamo Michee barbee. Dapprima ho fatto il solfeggio, poi come strumento ho scelto la tromba. Ho acquistato la mia “curneta” per 40 franchi. Ho suonato per 60 anni e ho ricevuto le medaglie dei 25, 35, 50, 60 anni di appartenenza, l’ultima è quella europea. Oltre a suonare mi prestavo assieme ad altri musicanti per diversi lavori; con Tumas e altri abbiamo costruito i tavoli per le feste e il palco per suonare in pubblico. La la filarmonica (dall’alto): 1969, a Sagno. Anni ‘60, sotto la direzione del maestro Fiorucci. 2013, partecipazione al Flicorno d’oro. 1989, in occasione del centenario. 1966, Convegno bandistico a Giubiasco. Elio Vaghi (1928) Per parlare di Stabio e della sua filarmonica avrei bisogno di una giornata perché per me significa fare un revival di 60 anni. La prima persona che ho conosciuto a Stabio fu un certo Romeo Bernasconi che nel 1946 suonava la fisarmonica con me in un’orchestra da ballo, come si usava a quei tempi. La prima volta che ho sentito suonare la banda di Stabio fu nel 1949 in occasione del concerto tenuto durante il convegno della Federazione Bandistica Ticinese a Chiasso. In quell’occasione incontrai il Danieli, un fabbricante e riparatore di strumenti di Como, che mi disse che ogni tanto andava ad aiutare a Stabio. La banda di Stabio, come tutte quelle dei paesi della Campagnadorna, era formata da bravi musicanti però quasi tutti stagionali. Provai subito sentimenti di amicizia che aumentarono il giorno che, dopo aver partecipato al convegno con la banda di Balerna, il maestro Fiorucci mi disse: “Vaghi: la banda di Stabio ha bisogno di te!”. Capii che la filarmonica aveva bisogno di qualcuno che si occupasse dell’archivio, delle partiture, degli strumenti, della iscrizione dei soci attivi alla Febati, dell’insegnamento agli allievi, … Senza molte pretese, con tutta tranquillità organizzai prima di tutto l’iscrizione alla FEBATI, perché nell’immediato dopoguerra tutte le bande si trovavano in uno stato di crisi. Stavano meglio quelle di paese che quelle di città. Alla base c’era un grande volontariato e una grande amicizia. A Stabio hanno capito che l’arte dei suoni che è la musica è formata da amicizia e accordo. Di politica non dovrebbe essercene. Inoltre, rappresentava per il paese la cultura e la tradizione: allora c’era l’usanza di andare il 1° gennaio a fare gli auguri e al 1° agosto a suonare per la festa nazionale; però trovare i musicanti era difficile. Ho sistemato l’archivio della musica di Stabio secondo criteri stabiliti da Vessella, musicista italiano vissuta a cavallo tra Ottocento e Novecento che tanto fece per la musica bandistica. Ora la filarmonica di Stabio dispone di uno dei migliori archivi del cantone, molto dettagliato, strutturato per strumenti e completo negli arrangiamenti. Disponiamo di partiture storiche, dall’inizio dell’attività. COMUNE DI STABIO Comune di Stabio Una tradizione all’insegna della sicurezza. Direzione regionale di Lugano Tel. +41 91 910 91 00 www.securitas.ch Tranquillo Luisoni (1913 - 1998) Stabio è sempre stato un paese dalla grande passione e tradizione musicale. Basti pensare pensare che ancora oggi esistono due bande ben distinte. Prima della fondazione di queste filarmoniche suonavano delle piccole bandelle che come in molti altri paesi del Cantone erano piuttosto formazioni di colore politico. E fu appunto nel 1889 che un gruppo di volonterosi - fra cui mio padre ed io - fondò questa musica con la denominazione Società Filarmonica di Stabio. Per circa un cinquantennio l’attività della banda si svolgeva nel periodo invernale, perché a Stabio durante ogni primavera più di un centinaio di uomini emigravano nella Svizzera interna o all’estero a lavorare, per poi ritornare alle soglie dell’inverno. E con il ritorno degli emigranti riprendeva l’attività anche la banda. Poi negli anni della II. guerra mondiale l’emigrazione a poco a poco cessò e anche fra le nuove leve dei musicanti non c’erano più emigranti, cosicché la banda poté svolgere la sua attività durante tutto l’anno. E fu così che sempre rinforzandosi e migliorando si arrivò ai festeggiamenti del 1954 per l’inaugurazione del II° vessillo sociale, il quale adesso ha 25 anni e anche lui è ormai logoro per le innumerevoli prestazioni e lascia il posto a uno nuovo simbolo della continuità perenne della nostra amata società filarmonica di Stabio. Giovanni Luisoni (1944) Di aneddoti a proposito di mio padre ce ne sono tanti. Egli ha dedicato alla musica, la sua grande passione, assieme ai suoi amici Tomaso, il Prada e il Lino di Cantello, Manghera e altri. Personaggi così non si dimenticano più. Una cosa che mi è rimasta impressa, oltre a quello che riguarda le sue avventure fatte con la banda e la bandella, è il fatto di essere anche menomato dal lato uditivo. Penso che dedicare una vita, senza udire, e, specialmente anche negli ultimi tempi, sentire niente, non sia stato facile, però portava avanti questo handicap con serenità, perchè lui la musica la sentiva, più dal di dentro che dal di fuori. Mi accorgevo che lui nella banda faceva tutto con impegno, in modo particolare negli ultimi anni che ha suonato, lui era molto bravo perché era un lettore al quale non sfuggiva niente. Per forza di cose doveva leggere la musica e seguire il maestro. Di fatti seguendo il maestro a volte si trovava che tutto il resto della banda non era in sintonia ed era solo; naturalmente la colpa non era di nessuno, però succedeva che più di una volta si trova con il maestro che suonava e i musicanti erano fuori. Luigi Manghera (1931) La mia è una famiglia di musicanti: lo furono mio nonno e mio padre; anche a me piaceva suonare e sono pure io entrato a far parte della banda di Stabio, così come ha poi fatto mio figlio. Io ho suonato per 54 anni, ora è arrivato mio nipote e speriamo che continui con la dinastia di musicanti della famiglia. Io ho imparato a suonare il bombardino; andavamo ad imparare da Michee barbee. Quando lui era libero dallo sbarbare ci faceva un segnale: picchiava le bacchette del tamburello sul tavolino che aveva in un angolo assieme al secchiello della colazione. Noi capivamo ed andavamo. Poi fu il Tranquillo Luisoni ad insegnarci al San Giovanni Bosco. Eravamo io e Luis Arrigoni a suonare il bombardino; anche il Tumas, figlioccio di mio padre, mi insegnò qualcosa. Ho suonato il bombardino fin quando mio papà, essendo anziano, smise di suonare il basso e io presi il suo posto. A militare credevo mi facessero suonare il basso, invece mi hanno fatto suonare il bombardino. Però quando sono ritornato a casa ho ripreso a suonare il basso. Io sono entrato nella musica nel 1942. Come ho detto non c’era l’istruzione che c’è adesso. Nel 1943 eravamo un bel gruppo di 13 giovani e mi hanno messo in banda. La prima volta che abbiamo fatto un’uscita era poi il Venerdì Santo e quasi buttavamo in “aria” la musica. Un conto è suonare da fermo e un conto è suonare marciando. Gerardo Bernasconi (1940) Mio nonno Gigi ritornò da Torino nel 1906 con la laurea di farmacista. Luigi Pestoni è diventato quasi subito cassiere della musica. Era una persona eccezionale. Mi ricordo quando ero bambino, dopo il 1940, presidente era il Sig. Mario Garzoni e papà parlava sempre con entusiasmo della banda. Da vecchio mi diceva: Mi raccomando non lasciare la musica Gerardo perché ci tengo troppo. Era affezionatissimo alla musica. Mi ricordo che tante volte non aveva i soldi per pagare il maestro e allora toglieva i soldi dalla cassa della farmacia e lo pagava lui. Mi ricordo si trovavano qui in farmacia a fare i comitati. Quando ero bambino io c’era Teodoro Camponovo che faceva da factotum, faceva un po’ di tutto. La musica di Stabio non aveva né la divisa né la sala per le prove e per i concerti. Ci fu una votazione e per un voto scelsero di fare la divisa e non la sala, e questo fu un errore grave. A Malnate in un concorso arrivammo secondi con il Maestro Pozzi di Cantello. Eravamo tutti una banda in rigenerazione, eravamo al 90% giovanissimi, a parte gli anziani come ul papà dal Manghera, Michelin da Vinel; c’era Tranquillo Luisoni che era vice-maestro e suonava il clarino. Quando siamo arrivati ci hanno chiamato la banda dei poppanti, però quando abbiamo finito di suonare ci hanno battuto le mani e siamo arrivati secondi. L’attività attuale della Società Filarmonica Stabio vede impegnati il Maestro e tutti i musicanti su tutto l’arco dell’anno. Vi sono appuntamenti e manifestazioni fisse, quali il tradizionale Concerto di Gala che si tiene alla fine del mese di novembre di ogni anno ed il Concerto Estivo che solitamente ha luogo ad inizio giugno. Inoltre la banda partecipa alle diverse funzioni religiose di Stabio e dei paesi limitrofi, alle Processioni Storiche di Mendrisio, al 1. agosto ed ad altre manifestazoni alle quali siamo invitati. Non mancano le trasferte all’estero, sia in Italia che in altri Paesi. Negli ultimi anni inotre la nostra società ha partecipatato in più di un’occasione a trasmissioni radiofoniche in diretta. Sponsor principali Sponsor Principali: Sponsor Principali: ARLO Enrico Pellegrini (1945) Sono entrato nella musica di Stabio nel 1985, avevo 40 anni, in qualità di presidente del comitato e sono rimasto in carica per 16 anni svolgendo questo compito con piacere. Ho sempre trovato collaborazione nel comitato e ho avuto la fortuna di collaborare con tre bravi maestri: Giamberto Perucchi, che dopo aver suonato nella banda di San Pietro è diventato maestro di quella di Stabio, purtroppo prematuramente scomparso nel 1988; Giorgio Cereghetti dal 1988 al 1998, bacchetta capace e distinto nello stile e Pietro Rezzonico dal 1998, tanto competente nella direzione quanto fantasioso nelle proposte che riscuotono grande apprezzamento nel pubblico. Per la comunità la banda riveste un ruolo importante; con piacere ricordo che Stabio ha il privilegio di avere due musiche: la società Filarmonica di Stabio e la Filarmonica Unione di San Pietro, presenti in alternanza alle feste civili e religiose in paese, alla processione del Venerdì Santo a Mendrisio e anche fuori paese per feste e ricorrenze particolari. SA AUTOCENTRO COMUNE DI STABIO Comune di Stabio GENESTRERIO-MENDRISIO della Campagnadorna STABIO NOVAZZANO GENESTRERIO COLDRERIO della Campagnadorna STABIO NOVAZZANO GENESTRERIO COLDRERIO