SOFFIO DI NOVITÀ
ANNO 15 N. 1 – NOVEMBRE 2013
Periodico registrato presso il Tribunale di Verbania con provvedimento n. 1 del 28 gennaio 2008
Periodico ufficiale dell’Oratorio San Vittore di Verbania
SOFFIO DI NOVITÀ
ANNO 15 N. 1 – NOVEMBRE 2013
Periodico registrato presso il Tribunale di Verbania con provvedimento n. 1 del 28 gennaio 2008
Periodico ufficiale dell’Oratorio San Vittore di Verbania
IN QUESTO NUMERO
PAG. 3
L’editoriale di don Fabrizio
PAG. 4
Conosciamo nuovi volti: don Costantino Manea
PAG. 7
Pippo c’è
PAG. 10
Un’estate tutta d’un fiato
PAG. 13
El camino de Santiago
PAG. 16
La ricetta del mese: i pancakes
PAG. 17
Test: quanto conosci l’Oratorio?
PAG. 18
La canzone del mese: l’universo tranne noi
PAG. 20
Separati alla nascita?
PROPRIETARIO ED EDITORE:
CIRCOLO C.S.I. SAN VITTORE
DIRETTORE RESPONSABILE:
MASSIMILIANO MARTINI
REDAZIONE:
MATTEO BAFFARI, DIEGO CHEVALLARD, ROBERTA SPINELLO, CON LA COLLABORAZIONE DI PAOLO RICCI
HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO:
CRISTIAN TRIANGELI, LAURA ALBERGANTI, FRANCESCO PICOTTI, FEDERICA MININNI
PER SCRIVERE ALLA REDAZIONE:
[email protected]
SITO INTERNET:
www.circolosanvittore.net
travolgente e sconvolgente
più pensati né con l'aureola
alla fine di quest’ultima e-
né sui libretti, ma straordi-
state! E ogni volta ci tro-
nariamente e meraviglio-
dalle esperienze, dalla gra-
mia strada, con la grazia di
zia che il Signore mette sul
poter fare un po' di cammi-
ormai nel 10° anno della
partengono a Marte, ma al-
mia presenza al Circolo san
la terra e al cielo! E sono
perché fatta di vite ‘spese’.
uomini e donne che hanno
parola ‘santità’ sia più fa-
pieni di passione per Gesù e
miliare di quello che si pos-
per i fratelli, perché erano
mi hanno insegnato (o forse
nel buio, ed è luce per le
avevo capito io) che i Santi
nostre tenebre» (come ci ha
fetti, doc, con l'aureola in-
nella sua prima enciclica
somma! E mi affascinavano
sulla fede). Grazie Pippo,
molto
l'invito
sei l’ultima e, forse la più
vara, mons. Renato Corti, a
che in questi oltre 100 anni
tenersi tra gli amici qual-
di Circolo san Vittore ha ri-
vorare qualche libro o li-
che, consapevole o no, ha
bretto che parlasse di loro.
beneficiato di tante vite
sono diventato prete e un
parato la logica del dono
po' il poco tempo, un po'
gratuito. Non sciupiamo,
li ho messi un po' da parte
straordinaria
Gesù (così almeno credevo)
tamente
... e la luce, forse, l'ho persa
cammino !!!
viamo un po’ più cresciuti
nostro cammino! Scopro
Vittore una storia ricca,
E ti viene il dubbio che la
sa immaginare. Da piccolo
erano uomini e donne per-
molto! Da giovane mi era
DI DON FABRIZIO
CORNO
Novembre 2013
UN CIELO
STELLATO
E finalmente rieccoci qui!
Come un ‘soffio’ torna Soffio di novità! E quante novità, quanti soffi in questi
mesi di assenza del nostro
giornalino! Soffi? Beh anche due ‘tornado’! Uno fisico nell’agosto 2012, uno
piaciuto
dell'allora Vescovo di No-
che santo e ho iniziato a di-
E il fascino cresceva! Poi
con il rischio del mestiere,
per andare all'essenziale, a
io! Poi è arrivato questo 11
settembre e i santi non li ho
3
samente accanto a me, sulla
no con loro! I santi non ap-
incredibilmente
vissuto
senza
'normali',
maschere,
certi che «la fede non abita
ricordato Papa Francesco
allora! Grazie davvero! Tu
luminosa stella, di un Cielo
schiarato la nostra città
‘spese’ che qui hanno im-
cara amici, tanta semplice e
grazia
che
Dio non ci ha donato cera
caso!
Buon
Conosciamo
nuovi volti
Don
Costantino Manea
Con l’inizio del nuovo anno in
oratorio abbiamo accolto il
nuovo parroco, don Costantino.
Ci ha invitati cordialmente nella
casa parrocchiale perché potessimo conoscerlo un po’ meglio
INTERVISTA A CURA DI MATTEO BAFFARI, DIEGO CHEVALLARD, ROBERTA
SPINELLO E PAOLO RICCI
Roberta: Iniziamo con
qualche curiosità personale, ad esempio il nome
(ride) Quello lo sapete:
Manea Costantino
R: da dove viene, dove è
nato?
Eh io ho una vicenda
molto lunga. Nel senso che
sono nato il 15 marzo 1954
in Veneto, a Carmignano di
Brenta, vicino a Cittadella.
Poi all’età di 7 anni mi sono
trasferito in periferia di Milano, dove ho studiato al
liceo Manzoni. Finito il liceo sono andato a Novara,
da dove veniva il mio professore di religione. Invece
da prete ho fatto 4 anni a
Borgosesia, come coadiutore, 9 anni a Granozzo con
Monticello, nella Bassa novarese. Dopodiché ho trascorso 3 anni in Africa, in
Burundi, come missionario.
Quindi 6 anni a Druogno e
poi 11 a Invorio.
R: Papa preferito?
Eh, ne ho visti tanti. Certo
Francesco si impone per la
sua spontaneità, il suo aver
sfrondato parecchi atteggiamenti troppo lontani e
ieratici del papato. Però ho
una simpatia anche per
Paolo VI, perché è stato il
papa del Concilio e veramente si è trovato davanti
a situazioni non facili portando l a Chiesa ad aprirsi
nel dialogo. Ogni tempo dà
il papa giusto, spero che
anche a Intra dia il parroco
giusto (ride)
R: Cosa pensa di don Fabrizio?
(ride) Ho un ottimo pensiero, anzi vi devo dire che
quando sono venuto a vedere Intra prima di essere
mandato qui avevo avuto
qualche timore. Allora ho
chiamato don Fabrizio che
mi ha detto di essere a
Prascondù con 50 ragazzi
delle superiori, e questo mi
ha rincuorato. Sta lavorando molto bene e mi auguro
4
che resti qui ancora un po’
a darmi una mano
R: Squadra del cuore?
Non sono un grande tifoso, ma simpatizzo per
l’Inter
Diego: come è nata la sua
vocazione e come ha scelto di dedicarsi alla vita sacerdotale?
Sinceramente non ricordo
un inizio, addirittura viene
da dire che sin dall’asilo
avevo un senso religioso,
una gioia anche di stare in
preghiera. Poi ricordo che,
allora la messa era in latino, le suore mi facevano
scimmiottare il prete. La liturgia aveva più gesti allora. Poi però la cosa si è
consolidata al liceo. Io non
sono mai stato legato a
nessun movimento, però
mi ha aiutato molto Comunione e Liberazione, soprattutto per la parte spirituale. Andavo a qualche riunione e qualche incontro.
Anche al liceo non tralasciavo mai la messa quotidiana e le lodi del mattino.
Non ho avuto una conversione improvvisa, sono
sempre stato attaccato alla
rama di Dio
D: lei è stato anche in India, che tipo di esperienza
è stata?
E’ stata una visita, tra le
suore del Sacro Cuore di
Novara ce ne erano alcune
indiane, per cui ho accompagnato la madre superiora in un viaggio di 15 giorni
dove ho avuto possibilità di
incontrare queste suore e
visitare Calcutta, nei luoghi
di Madre Teresa e ho vissuto un’esperienza nei lebbrosari
D: come diceva anche lei
in precedenza, prima di arrivare qui avvertiva un
senso di timore.
E’ vero, anche perché non
sono vecchio ma non sono
più giovanissimo. Quando
sono arrivato a Invorio ero
convintissimo che sarebbe
stata la mia ultima destinazione. E invece quando il
13 giugno mi hanno chiamato da Novara perché mi
trasferissi a Intra ho detto
“no no no” (ride) poi ho
dato la mia disponibilità
pensando che trovassero
qualcun altro (ride) però
una cosa è certa: ovviamente una volta che uno
accetta di essere parroco,
lo fa e dà tutte le sue energie dove viene assegnato
senza nostalgie
D: e invece adesso come
si trova? E’ più a suo agio?
Sì, sì. E’ una realtà molto
grande.
Magari
fin
dall’inizio vorresti che le
cose girassero come vuoi
tu. Colpisce davvero questa grande collaborazione.
(ride) e anche molto lavoro: ero abituato a tempi e
orari molto più liberi però
finora la cosa mi stimola
D: come ha detto anche
lei durante la messa in
memoria di Filippo Gagliardi celebrata dal vescovo, il suo vero ingresso
qui nella parrocchia non è
stato il giorno della festa,
ma quello del funerale di
Filippo. E’ un ingresso particolare… che tipo di emozioni ha provato?
La situazione era veramente straziante, però certamente è grande come vicenda. Veramente quel
giorno è stato illuminato
da una speranza e da una
fede grande, sia di Filippo
che di Anna. Il ricordo ancora mi commuove, però
veramente è un fatto che
dice tante cose, che il Signore non ti abbandona
nella sofferenza. Il modo in
cui Filippo ha vissuto
quell’ultimo mese dimostra
un ragazzo che era arrivato
ai gradini più grandi della
spiritualità cristiana, a
quello che Santa Teresa
5
d’Avila definisce la stanza
segreta
nel
Castello
dell’anima,
quella
dell’abbandono, in cui ti
abbandoni completamente
al Signore. Alla fine della
messa sono uscito davvero
rasserenato, l’esempio di
Filippo è un modello
R: il nostro vescovo Franco Giulio ha scelto come
titolo per la lettera pastorale: “Come sogni la Chiesa di domani?”. Lei come
la sogna?
Parto dal motto di Intra:
“intra duo flumina abundantia pacis”. La parola pace non è una cosa banale:
va compresa e veramente
indica la Chiesa di domani.
E’ la ricerca dell’uomo, l’
attesa dell’uomo che si
rende conto che da solo
non ce la fa. Tutti vogliono
la pace, ma anche senza le
guerre mondiali, dentro di
noi c’è sempre la gelosia, le
piccole vendette… abbiamo bisogno di un intervento dall’alto. Quindi la Chiesa di domani è la Chiesa
che viene a soccorrere
l’uomo. Da solo l’uomo
non si salva. Poi la parola
pace ricorda Gesù Cristo,
che risorgendo disse agli
apostolo “Pace”, quindi la
Chiesa guarda a lui come
colui che porta la pace, at-
traverso la sua passione,
morte e risurrezione ci dice
qual è il modo di vivere.
Anche durante la messa, lo
scambio della pace non è
un saluto, è un dire all’altro
che può contare su di noi.
La Chiesa di domani la vedo quindi come la Chiesa
che viene a soccorrere
l’uomo e che vede in Gesù
Cristo la chiave di lettura
della propria vita, e che è
in grado di essere un luogo
di speranza
R: oggi come va il mondo
secondo lei?
Certamente è un mondo
che sta attraversando
grandi crisi. Ricordo che
negli anni ’70 nelle scuole
c’erano questi cambiamenti, c’era un fervore anche
da parte dei giovani di poter cambiare, la convinzione che si poteva cambiare.
C’era una grande partecipazione alla vita sociale.
Oggi generalmente vedo
più apatia, più chiusura
verso il mondo. Poi ci sono
altre realtà, però ci vuole
uno slancio per andare
controcorrente, come è il
motto del nostro oratorio
quest’anno. Mi preoccupa
un po’ la cosa perché inizio
ad avere uno sguardo un
po’ pessimista (ride) e non
so se è un segno di chi ha
più esperienza o di chi sta
invecchiando. Però vera-
Roberta e Diego durante l’intervista a don
Costantino nell’ufficio della casa
parrocchiale
6
mente trovo che ci siano
anche segnali di bene, di
ripresa.
Paolo: è da quando sono
bambino che ho questa
speranza: potremo vedere
i libretti a messa per poter
seguire l’omelia?
Io a Invorio li usavo, però
ecco qui aspetto. Intendo
vedere un po’ come vanno
le cose. Nelle messe papali
il libretto c’è (ride). Se in
alto fanno così, non vedo
perché noi in basso dovremmo fare diversamente. Però sto ancora valutando come vanno le cose,
anche perché non essendo
solo io c’è da mettersi
d’accordo.
Filippo
Gagliardi
Dopo due mesi dalla scomparsa del nostro caro amico e
animatore Filippo è ancora
dura per tutti riconoscere ed
accettare che Pippo non ci sia
più. Grazie a tutte le cose che
sono state scritte su di lui chi
lo conosceva bene ha potuto
condividere pensieri o riconoscersi in quelli di altri,
mentre a chi non ha avuto la
fortuna di conoscerlo è stato
permesso di scoprire che
grande persona fosse. Il suo
amico d’infanzia e testimone
di nozze, Cristian, condivide
con i lettori del nostro giornalino la loro amicizia.
DI CRISTIAN TRIANGELI
Pippo c'è!!!
Ora più che mai sento di
avere un amico speciale vicino a me.
Pippo ed io ci siamo conosciuti quando eravamo
ancora bambini, grazie allo
sport che ha amato tanto, il
karate.
La nostra amicizia è cresciuta con gli anni e si è
Pippo insieme all’amico Cristian e alla sorella Alice
consolidata alle superiori,
quando ci siamo ritrovati
compagni di classe nel triennio di specializzazione.
Finita la scuola, abbiamo
intrapreso strade diverse,
lui ha deciso di proseguire
gli studi a Milano “Ingegneria Civile” mentre io ho preferito trovare lavoro. Molto
spesso accade che scegliendo strade diverse a
causa dei vari impegni ci si
perda di vista; ma noi no!
Gli impegni erano tanti, lui
quasi tutta la settimana era
a Milano per lo studio, io
lavoravo, e quando era a
Verbania, non frequentavamo gli stessi ambienti,
ma nonostante tutto non
c'era settimana in cui non ci
si chiamasse per sentire
come si stava, per raccontarci le ultime novità e ap7
pena c’era l’occasione ci si
vedeva per fare una bella
chiacchierata. Una grande
passione che ci ha mantenuto uniti é quella per " i
manga giapponesi" che entrambi amiamo leggere,
una passione che mi ha trasmesso lui al tempo delle
superiori e che continua
tuttora.
Abbiamo condiviso molte
cose sia nei momenti belli
sia in quelli brutti, entrambi
sapevamo che per qualsiasi
cosa bastava una chiamata.
Lui è un amico sincero che
ti dice la verità in faccia, anche quando fa male, che ti
fa capire quando sbagli, ha
sempre un consiglio pronto
o una parola di conforto,
uno come lui é raro da trovare. Lui mi é stato sempre
vicino nei momenti belli ma
sopratutto in quelli brutti e
io per lui, queste sono le
cose che rendono unica e
vera un’amicizia come la
nostra.
Il giorno in cui lui e Anna
mi hanno chiesto di fare da
testimone al loro matrimonio é stata una vera e propria gioia, é qualcosa
d’indescrivibile la felicità
che si prova quando un Amico ti chiede di condividere in modo cosi speciale
uno dei giorni più importanti della sua vita.
Ricordo il giorno in cui
Pippo e Anna mi hanno detto che sarebbero diventati
genitori, è stato il giorno in
cui ho visto coronare alla
perfezione il sogno della loro vita.
Non si può descrivere
un'amicizia cosi importante
come quella che mi lega a
Pippo e sono troppi i momenti felici trascorsi insieme per raccontarli tutti.
Grazie a lui, negli anni, ho
avuto l’occasione di conoscere tantissime persone
meravigliose che fanno parte della sua grande famiglia,
quella dell’oratorio San Vittore.
Il giorno della sua scomparsa e in quelli successivi
ho avuto modo di vedere la
moltitudine di persone che
come me gli volevano bene,
quello che è successo ha lasciato un segno indelebile
dentro di me. Pippo sarà
sempre e per sempre nel
mio cuore e non smetterò
mai di ringraziarlo per il
grande dono della sua amicizia!
Cristian
Vi proponiamo inoltre alcune
delle parole dette dal nostro
Vescovo Franco Giulio Brambilla nell’omelia della Messa
ad un mese dalla morte di Filippo.
PAROLE DI MONS. FRANCO GIULIO
BRAMBILLA
Una morte così con questo sguardo pieno di vita
con cui lo vediamo ritratto
non ha una risposta al “perché”, cari ragazzi, cari giovani ma ha una risposta se
noi vediamo come ci trasforma. Pensavo ai nostri
legami e la nostra fiducia e
speranza nel domani.
Anzitutto come cambiano
il nostro cuore.
Noi capiamo che un evento così allo sguardo pubblico, dalla comunicazione,
dalla TV, nelle normali esperienze della vita è totalmente assente e censurato ... eppure se uno pensa, ognuno di noi lo può
vedere! Nell'arco di tempo
di una vita di famiglia il dolore, la fatica, l'incomprensione, la solitudine si infiltrano: ecco uno capisce in
quel momento lì in cui non
si lascia schiacciare dal do8
lore che può schiacciarti,
ma cerca di portarlo dal di
sotto e avere quello che dice la prima lettura, questa
fermezza nella speranza;
allora comincia a lavorarti
dentro, a trasformarti, non
sei più come prima, non
puoi essere più come prima. Se invece ci passa sopra la testa e dici: “tanto è
toccato a lui e non a me”,
“si, io lo conoscevo”, “sono
bravi questi ragazzi, ma non
faccio parte del loro giro”,
esso rimane un'esperienza
che non ci lavora dentro.
La sofferenza, quella incomprensibile, quella che
non procuriamo noi, innanzitutto rivela la verità del
nostro cuore. E poi ci dice pensate al paradosso - che
quando viene meno l'amico, crescono i legami di amicizia: d'ora in avanti voi
sarete amici in un modo diverso! Crescono i legami
anche di fronte a chi ti ha
attestato, che è stato testimone per te come quel
gruppo di ragazzi là: noi abbiamo avuto Filippo tra i
nostri educatori! Mi raccomando di tenere nella vostra camera sempre la sua
foto oppure dentro nel vostro diario.
Cambia i legami, fa capire
che l'amicizia non è solo un
sentimento, ma qualcosa
che ti lega, fa capire che
l'altro è importante per sapere chi sei tu.
Penso che non sia azzardato affermare che al pari di
Frassati anche Filippo possa essere considerato un
cristiano santo, un esempio per tanti giovani che
giorno dopo giorno cercano una risposta alle loro tante domande. Filippo a loro avrebbe senza dubbio indicato Gesù come maestro ed amico.
FRANCESCO ROSSI
-Ieri dopo il funerale di Pippo ho chiesto a mia
figlia “dimmi una parola che raccolga i tuoi sentimenti di oggi.” Mi aspettavo rabbia, sconforto e
tristezza. Lei mi ha risposto “PACE”
Ti ho incontrato che avevamo 7 anni, al
campetto di san Giuseppe. Mi ero appena
trasferito, non sapevo cosa ci fosse intorno a casa, e vedere un bambino che mi
sorrideva senza sapere minimamente chi
fossi io e mi dicesse le tre cose di base
che andrebbero dette a chiunque mi è
sembrato fantastico. - ciao - come ti
chiami - giochiamo insieme. GIOBI
EDUCATORI MESSA VESCOVO
Un ragazzo che profumava di Vangelo. Da
giovane, da fidanzato, da marito si è sempre domandato come realizzare nella sua
vita la volontà di Dio.
VESCOVO
-‘All’inizio volevo dirgliene quattro … poi ho
capito che Lui “carica” la croce su chi può
sopportarla (anche se ne facevo a meno )
… quindi gli ho affidato tutto: me, il piccolo
e Anna’. PIPPO
9
Un’ estate
tutta d’un
fiato
PER RACCONTARE L’ESTATE DEL
NOSTRO ORATORIO CI VORREBBE UN GIORNALINO INTERO.
NOI ABBIAMO PROVATO A RACCONTARVELA IN POCHE PAGINE
PER RITORNARE, INSIEME A VOI,
A RIVIVERE QUEI GIORNI COME
SE POTESSERO NON FINIRE MAI!
DI LAURA ALBERGANTI
Per raccontare per filo e
per
segno
l’estate
dell’oratorio appena passata mi servirebbe un giornalino intero, da quanto
è stata ricca e densa di
emozionanti esperienze. Ma andiamo con
ordine: come tutti gli
anni, ma con novità
sempre sorprendenti,
l’immancabile centro
estivo è stato il protagonista principale del
primo mese estivo, in
cui moltissimi bambini
si sono divertiti seguendo le avventure di
tre originali personag-
gi, alcuni segni di punteggiatura, che li hanno accompagnati nel mondo delle favole per salvarle dal
malvagio Groviglio. Sotto
l’occhio vigile di numerosi
animatori che si sono resi
disponibili a mettersi in gioco per loro, i bambini delle
elementari e i ragazzi delle
medie si sono divertiti ogni
giorno, spassandosela in
oratorio o in piscina, mentre il venerdì è stato come
sempre il giorno delle gite,
dedicate quest’anno alla visita di alcuni santuari e al-
10
cuni parchi a tema, come
Antares
World
e
l’immancabile Ondaland.
Ma il centro estivo non
era ancora finito, era solo
terminata la prima parte:
per il resto dell’estate, fino
all’ultima settimana di vacanza, un secondo centro
estivo ha resistito ai mesi
più caldi dell’anno, sbizzarrendosi in mirabolanti ricette dolci e salate immedesimandosi nei concorrenti del
talent show Master chef.
Nel frattempo, senza un attimo di respiro, è cominciato il Campo medie: una
banda di ragazzi euforici ha invaso per prima il posto più magico
del mondo, Prascondù.
L’amico che li ha guidati nel cammino di
crescita durante una
settimana molto intensa tra giochi brillanti e
attività che hanno fatto riflettere molto, è
stato il coraggioso Abramo. E prima ancora
che questi ragazzi si preparassero a tornare a casa ecco che a Prascondù giungono le grida e le risate dei
bambini delle elementari,
che davano il cambio al
Campo medie per vivere
un’intensa avventura di
cinque giorni; questa volta i
personaggi
protagonisti
dell’ambientazione
del
Campo elementari sono
stati il grande re Davide e
suo figlio Salomone, che
hanno mescolato il racconto della loro storia a tantissimi giochi divertenti, proposti da quattro famosi supereroi: Hulk, Iron man,
Captain America e Superman. E alla conclusione del
Campo elementari si collega immediatamente il
Campo superiori, un campo
denso di esperienze significative e riflessioni forti, gio-
chi innovativi e nuove amicizie; anche questa volta ad
accompagnare i ragazzi delle superiori durante la settimana è stata la straordinario storia di Abramo.
L’estate però non era ancora finita, l’oratorio doveva
ancora vivere l’esperienza
del Gruppo Famiglie a Prascondù
affiancato
dall’equipe dell’Ekklavorio,
e il viaggio dei ragazzi di
quinta superiore a Santiago.
Se penso a un’immagine
che all’oratorio mi viene in
mente la ricetta di una
buona torta: una torta che
11
si rispetti è fatta con farina,
uova, zucchero, lievito e altro ingredienti speciali che
la rendono appetitosa, e
così è stata l’estate 2013,
solo che gli ingredienti sono
stati ancora più speciali. Al
posto della farina infatti la
ricetta dell’estate ha avuto
come ingrediente principale
la voglia di stare insieme,
che ha permesso di organizzare e vivere insieme
un’esperienza gioiosa come
il centro estivo e i diversi
campi di Prascondù, dove il
desiderio di passare del
tempo insieme ha permesso settimane di divertimenti e spensieratezza. Se la farina di questa ricetta è stata
la voglia di stare insieme, lo
zucchero invece è stato so-
stituito dalla dolcezza e
dall’affetto: senza questo
ingrediente le giornate dei
bambini al centro estivo
non sarebbero state riempite dai sorrisi dei tanti animatori che si sono resi disponibili a passare del tempo con loro organizzando
attività e giochi coinvolgenti, e non sarebbe stato possibile creare nuovi rapporti
di amicizia durante i campi
estivi e rafforzare quelli già
esistenti. Un altro ingrediente importante è l’uovo,
che in questa ricetta ha
rappresentato il legame
forte che è nato dallo stare
insieme condividendo un
pezzetto
d’estate. Ma
l’ingrediente fondamentale,
senza il quale non si può fa-
12
re una torta soffice e buona, è il lievito, che nella ricetta dell’estate rappresenta proprio la crescita di ognuno di noi, imparando
cose nuove da ogni esperienza diversa, accompagnati sempre da Gesù.
Oltre agli ingredienti, per
fare una torta bisogna anche mescolare il tutto, infornare
e
cuocere
l’impasto, con divertimento, pazienza e costanza, le
stesse qualità che hanno
reso possibile questa estate.
E così è nata
un’esperienza che rimarrà
per sempre nel ricordo di
tutti, proprio come il sapore e il profumo di una buona torta.
“Il cammino è la
metafora della vita”
152 chilometri a piedi
percorrendo l’antico sentiero
verso San Giacomo. I nostri
ragazzi di “HOPE” si sono messi
in cammino per il classico
viaggio di V superiore. Un
viaggio intenso fatto di fatiche
ma anche di tante gioie che solo
un cammino è in grado di
donarti.
Di Francesco Picotti
Venerdì 2 agosto, ore 4 di
mattina. Comincia la seconda
trasferta del Circolo con il
viaggio di 5° superiore. Le luci
del circolo sono già accese, gli
zaini già nei bauli, il pieno alle
macchine è stato fatto. La
cappellina ci aspetta per
iniziare al meglio questo
viaggio,
poi
le
ultime
raccomandazioni da parte
delle mamme: “Hai preso
tutto?
Spazzolino,
dentifricio?” che finiscono
sempre con la solita frase:
“Comportati
bene,
mi
raccomando. Fatti sentire
qualche volta eh!”. Ultimi
saluti e via si parte!!! I
chilometri da fare per arrivare
alla prima tappa sono tanti,
così dopo il primo (ed
estenuante) giorno di viaggio
in macchina ci fermiamo a
Lourdes, luogo direi molto
carico
di
significato.
Dormiamo li, poi risaliamo sui
mezzi
destinazione
O’Cebreiro, prima tappa del
nostro cammino, a circa 152
km da Santiago.
Domenica 4 agosto, ore 6 di
mattina. Dopo aver dormito
nel nostro primo ostello, con
la compagnia di una coppia
cinese, ci alziamo, mettiamo a
posto i sacchi a pelo, ultimi
lavaggi, colazione e poi parte il
nostro cammino. Dopo un
momento
iniziale
di
ambientamento,
entriamo
subito nel “clima” del
cammino: un “clima” diverso
da quello che si vive nella vita
di tutti i giorni, si è più
disposti
a
parlare,
a
confrontarsi, ad ascoltare le
13
storie degli altri; i problemi
che si possono avere a casa
sembrano
solamente
un
lontano ricordo. Insomma il
cammino è proprio uno di
quei posti in cui potersi
sentire liberi di essere
veramente se stessi. Molte
cose hanno colpito me e i miei
compagni di viaggio durante il
percorso:
le
lunghe
chiacchierate di due, tre,
quattro ore (soprattutto con
persone
che
non
conoscevamo!) senza neanche
accorgersi del tempo passato
e dei chilometri fatti, con
discorsi che potevano passare
dalla
battutina
fino
a
confidenze
particolari;
rendersi conto che i motivi
che spingono a intraprendere
questo cammino possono
essere diversi (ma sempre
validi), c’è chi lo fa per motivi
religiosi, chi vuole fare una
bella passeggiata per tenersi
in forma, chi in effetti non sa il
motivo per cui è partito, ma sa
solo di essere felice della sua
scelta. Altro aspetto che non
voglio di certo trascurare è il
gruppo: siamo partiti in 14 e ci
conosciamo ormai quasi tutti
dai tempi delle medie
(pensate già otto anni fa!) e
aver condiviso un’esperienza
14
edificante come il cammino di
Santiago è stata un’occasione
per poter consolidare i nostri
rapporti; la presenza poi dei
nostri animatori e di mamme
sprint, ha contribuito eccome
alla bellezza di questo
cammino! Con un gruppo del
genere può succedere di
tutto: tante “marachellate”,
l’Oceano Atlantico; è il luogo
adatto per lasciare un ricordo
speciale, per dimenticarsi di
un problema, per ripartire con
una marcia in più. Al ritorno
facciamo tappa a Saint-Palais,
sui Pirenei, in Francia, località
in cui siamo stati accolti ed
ospitati durante la Giornata
Mondiale della Gioventù del
2011, altra esperienza molto
significativa.
prese in giro, battute a tutto
spiano, infinte cantate sul
pulmino, ma anche bei
momenti di riflessione, che
hanno portato, ad esempio,
alle belle chiacchierate di cui
ho parlato poco fa. Durante il
cammino abbiamo avuto degli
accompagnatori
un
pò
“speciali”: ogni giorno ci
veniva consegnato un libretto
che descriveva la vita di un
santo, e, anche se in alcuni
casi la stanchezza ha preso il
sopravvento e non si è riusciti
a leggerli proprio bene, il loro
esempio ha dato una marcia
in più lungo il cammino.
L’arrivo alla meta è molto
particolare: una parte di te è
contenta
perché
viene
raggiunta la meta tanto
desiderata, mentre l’altra
parte vuole che il cammino
continui, che non finisca li.Il
nostro viaggio non è finito a
Santiago: con le macchine ci
siamo diretti al Finisterre (che
letteralmente significa “luogo
dove finisce la terra”), e il
paesaggio è a dir poco
spettacolare: una vasta e
infinita distesa d’acqua,
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Vorrei concludere solamente
elencando i nomi di chi ha
partecipato: i ragazzi Simone,
Pierpaolo, Filippo, Francesca,
Eugenio, Pietro, Flavio e
Francesco; gli animatori Paolo,
Sara, Diego, don Fabrizio (con
tutti i suoi acciacchi); ultime
ma non per importanza le
ragazze un po’ più grandi
Angela e Sabrina. Bè allora…
Buèn camino, peregrinos!!!
DI ROBERTA SPINELLO:
VELOCI E FACILI DA FARE, QUESTE TRADIZIONALI FRITTELLE AMERICANE,
SONO PERFETTE PER IL “BRUNCH” DELLA DOMENICA MATTINA.
PER QUANDO SI E’ A CASA DA SCUOLA E DA LAVORO E CI SI SVEGLIA
TROPPO TARDI PER FARE COLAZIONE MA FORSE ANCORA TROPPO PRESTO PER PRANZARE.
INGREDIENTI:
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Difficoltà: molto bassa
125 g di farina
25 g di burro
200 ml di latte
2 uova
15 g di zucchero
6 g di lievito chimico in polvere
un pizzico di sale
Tempo di preparazione: poco più di 30 minuti
Dosi per: 4 persone
PREPARAZIONE:
Iniziamo la preparazione dei pancakes dividendo gli albumi dai tuorli. Versate i tuorli in un recipiente,
dove, miscelando con una forchetta, aggiungerete il latte e il burro fuso. Mescolate per bene tutti gli ingredienti e poi aggiungete il lievito e la farina preventivamente mischiati e setacciati. Montate i bianchi
d’uovo insieme al pizzico di sale e lo zucchero a neve piuttosto morbida e uniteli al composto di latte
uova e burro e farina, molto delicatamente con un movimento che va dal basso verso l'alto. Mettete a
scaldare su fuoco medio (non alto altrimenti non darete il tempo all'impasto di lievitare bene durante la
cottura e i pancakes saranno troppo scuri) un pentolino antiaderente (meglio se a fondo spesso) e
spennellatelo con un filo di burro. Versate al centro del pentolino un mestolino di preparato, e lasciate
che si espanda da solo: quando il pancake sarà dorato, giratelo sull’altro lato con una spatolina, come
se fosse una crepe o una frittata,
quindi fate dorare a sua volta anche
l'altro lato e dopodichè saranno pronti.
Appena tolti i pancakes dalla padella,
poggiateli su di un piatto, impilateli
uno sopra l'altro (in tutto dovrebbero
formarsene all'incirca 12, quindi 3 a
testa) e serviteli caldi e cosparsi di
zucchero a velo, sciroppo d’acero oppure di nutella. Potete accompagnare i
pancakes con della frutta fresca o sciroppata di vostro gusto.
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IL TEST: QUANTO CONOSCI L’ORATORIO?
Verifica la tua conoscenza sull’Oratorio San Vittore con questo test
1 – In che anno è stato fondato l’Oratorio?
A – 753 A.C.
B – 1905
C – 1908
D – 2010
4 – Di chi è la frase “Andate controcorrente,
abbiate il coraggio di essere felici” slogan di
quest’anno dell’Oratorio?
A – San Paolo
B – Papa Francesco
C – Giorgio Napolitano
D – Peppa Pig
2 – Da quanti anni don Fabrizio Corno è coadiutore del nostro Oratorio?
A – Da 8 anni
B – Da 9 anni
C – Da 10 anni
D – Da parecchio
5 – I gruppi delle superiori prendono un proprio nome che mantengono durante il proprio
percorso. Quale di questi non è mai stato utilizzato?
A – gruppo Icaro
B – gruppo Free Spirit
C – gruppo Adamo
D – gruppo Next Level
3 – Tutti sapete che il Presidente dell’Oratorio
è Paolo Ricci, ma chi è in l’attuale Vice
Presidente?
A – Ettore Perelli Cippo
B – Alex Aromando
C – Marco Rolla
D – Luca Di Stefano
6 – Come si chiama la rassegna di incontri
mensili del sabato sera per approfondire temi
scottanti della fede?
A – Dolce incontro
B – Cafè teologico
C – Amaro pastorale
D – Antipasto biblico
SOLUZIONI TEST
1) C - 2) B, ma è accettabile anche la D che è un dato oggettivo - 3) Non ci crederete ma è la B - 4) B - 5) C - 6) B
RISULTATI
Tutte giuste: Bravo, le sai tutte. Coadiutore dell’Oratorio
5 giuste: Sei quasi al top però non lo sei. Presidente del Circolo
3- 4 giuste: Hai ancora da lavorare. Vice Presidente del Circolo
1 o 2 giuste: Ne hai di strada da fare. Consigliere del Circolo
Nessuna giusta: Lasciamo stare…
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Eravamo quel che tutti sognano
Quell'amore che i cantanti cantano
Tanto forte, potente, immenso che
Sembra esagerato e impossibile
Con il petto che sembra esplodere
Che non serve altro in più per vivere
Che potrebbe scomparire l'Universo tranne noi
Tranne noi
Si ricomincia con l’appuntamento alla canzone
del mese, la rubrica tanto amata negli scorsi anni del nostro giornalino. A rompere il ghiaccio ci
pensa FEDERICA MININNI che ci presenta la canzone di Max Pezzali “ L’universo tranne noi”.
I ricordi che... sembrano lame
Fanno male ma... forse li cerco io
Per rivivere... per ricordare
Ogni istante accanto a te
Una vita accanto a te
L’UNIVERSO TRANNE NOI
AUTORE: MAX PEZZALI
ALBUM: MAX 20
ANNO: 2013
E il cervello sa... che è complicato
Ciò che è rotto ormai... non si riparerà
Però il cuore sai... me l'ha giurato
Sa che un giorno tornerai... sì
Dice presto tornerai
IL COMMENTO DI FEDERICA MININNI
Quando mi è stato chiesto
di dire una canzone che doveva essere votata
come canzone del mese, ho subito pensato a
"l'universo tranne noi" di Max Pezzali. Partendo dal fatto che a me Max piace molto
come cantante, ho scelto questa brano perché ha legato a se dei ricordi davvero bellissimi! Impressi lì, dentro di me, che non se ne
andranno mai!
E saremo quel che tutti sognano
Quell'amore che i cantanti cantano
Tanto forte, potente, immenso che
Sembra esagerato ed impossibile
Con il petto che sembra esplodere
Che non serve altro in più per vivere
Che non c'è parola per descrivere
Che ti sceglie e che non si fa scegliere
L’UNIVERSO TRANNE NOI
MAX PEZZALI
E saremo quel che tutti cercano
Quell'amore che i cantanti cantano
Tanto forte, potente, immenso che
Sembra esagerato e irrealizzabile
E che il petto fa quasi esplodere
Senza il quale non si può più vivere
Che potrebbe scomparire l'Universo tranne noi
Oh-o oh tranne noi
Ti ho incontrata ma... tu non mi hai visto
Eri in macchina... è stato un attimo
Ma il mio cuore si è... come bloccato
O era fermo prima e... ha ripreso a battere
Tante volte io... l'ho immaginato
Rivedere te... che effetto mi farà
Però adesso che... è capitato
Non importa più se sia... stata colpa tua o mia
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Infatti è stata uno dei "tormentoni" del
campo superiori a Prasco... Molti penseranno
“…mi raffiorano
che sia banale o semplice, ma quando sento
questa canzone mi si stampa in volto un sor-
alla mente
riso immenso, mi riaffiorano alla mente quelle giornate meravigliose e non nego che qual-
quelle giornate
che volta ci scappa anche una lacrimuccia...
Eh già... Quest'anno il campo superiori è sta-
meravigliose…”
to davvero davvero bello, e il fatto che una
canzone lo possa "rappresentare" boh, ci sta.
Ecco cosa dovrebbe farti passare per la testa la canzone del mese!
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SEPARATI ALLA NASCITA ?
DAMIANO COLOMBO – MASSIMILIANO BRUNO (NANDO MARTELLONE)
A SINISTRA DAMIANO COLOMBO, ANIMATORE DEL GRUPPO DI V SUPERIORE ED EDUCATORE
DELL’ORATORIO, ALLA SUA DESTRA L’ATTORE MASSIMILIANO BRUNO, NOTO AL PUBBLICO PER LA SUA
PARTECIPAZIONE ALLA SERIE TV BORIS, CON IL PERSONAGGIO DI NANDO MARTELLONE
Hai altre somiglianze da proporre? Scrivi a [email protected]
Hai voglia di dare una mano alla nostra redazione? Vuoi raccontare una realtà del
nostro oratorio? Vuoi partecipare a una delle rubriche di Soffio di Novità?
Contattaci al nostro indirizzo e-mail (sempre quello di qui sopra)
Grazie, ti aspettiamo!
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