SOFFIO DI NOVITÀ ANNO 15 N. 1 – NOVEMBRE 2013 Periodico registrato presso il Tribunale di Verbania con provvedimento n. 1 del 28 gennaio 2008 Periodico ufficiale dell’Oratorio San Vittore di Verbania SOFFIO DI NOVITÀ ANNO 15 N. 1 – NOVEMBRE 2013 Periodico registrato presso il Tribunale di Verbania con provvedimento n. 1 del 28 gennaio 2008 Periodico ufficiale dell’Oratorio San Vittore di Verbania IN QUESTO NUMERO PAG. 3 L’editoriale di don Fabrizio PAG. 4 Conosciamo nuovi volti: don Costantino Manea PAG. 7 Pippo c’è PAG. 10 Un’estate tutta d’un fiato PAG. 13 El camino de Santiago PAG. 16 La ricetta del mese: i pancakes PAG. 17 Test: quanto conosci l’Oratorio? PAG. 18 La canzone del mese: l’universo tranne noi PAG. 20 Separati alla nascita? PROPRIETARIO ED EDITORE: CIRCOLO C.S.I. SAN VITTORE DIRETTORE RESPONSABILE: MASSIMILIANO MARTINI REDAZIONE: MATTEO BAFFARI, DIEGO CHEVALLARD, ROBERTA SPINELLO, CON LA COLLABORAZIONE DI PAOLO RICCI HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO: CRISTIAN TRIANGELI, LAURA ALBERGANTI, FRANCESCO PICOTTI, FEDERICA MININNI PER SCRIVERE ALLA REDAZIONE: [email protected] SITO INTERNET: www.circolosanvittore.net travolgente e sconvolgente più pensati né con l'aureola alla fine di quest’ultima e- né sui libretti, ma straordi- state! E ogni volta ci tro- nariamente e meraviglio- dalle esperienze, dalla gra- mia strada, con la grazia di zia che il Signore mette sul poter fare un po' di cammi- ormai nel 10° anno della partengono a Marte, ma al- mia presenza al Circolo san la terra e al cielo! E sono perché fatta di vite ‘spese’. uomini e donne che hanno parola ‘santità’ sia più fa- pieni di passione per Gesù e miliare di quello che si pos- per i fratelli, perché erano mi hanno insegnato (o forse nel buio, ed è luce per le avevo capito io) che i Santi nostre tenebre» (come ci ha fetti, doc, con l'aureola in- nella sua prima enciclica somma! E mi affascinavano sulla fede). Grazie Pippo, molto l'invito sei l’ultima e, forse la più vara, mons. Renato Corti, a che in questi oltre 100 anni tenersi tra gli amici qual- di Circolo san Vittore ha ri- vorare qualche libro o li- che, consapevole o no, ha bretto che parlasse di loro. beneficiato di tante vite sono diventato prete e un parato la logica del dono po' il poco tempo, un po' gratuito. Non sciupiamo, li ho messi un po' da parte straordinaria Gesù (così almeno credevo) tamente ... e la luce, forse, l'ho persa cammino !!! viamo un po’ più cresciuti nostro cammino! Scopro Vittore una storia ricca, E ti viene il dubbio che la sa immaginare. Da piccolo erano uomini e donne per- molto! Da giovane mi era DI DON FABRIZIO CORNO Novembre 2013 UN CIELO STELLATO E finalmente rieccoci qui! Come un ‘soffio’ torna Soffio di novità! E quante novità, quanti soffi in questi mesi di assenza del nostro giornalino! Soffi? Beh anche due ‘tornado’! Uno fisico nell’agosto 2012, uno piaciuto dell'allora Vescovo di No- che santo e ho iniziato a di- E il fascino cresceva! Poi con il rischio del mestiere, per andare all'essenziale, a io! Poi è arrivato questo 11 settembre e i santi non li ho 3 samente accanto a me, sulla no con loro! I santi non ap- incredibilmente vissuto senza 'normali', maschere, certi che «la fede non abita ricordato Papa Francesco allora! Grazie davvero! Tu luminosa stella, di un Cielo schiarato la nostra città ‘spese’ che qui hanno im- cara amici, tanta semplice e grazia che Dio non ci ha donato cera caso! Buon Conosciamo nuovi volti Don Costantino Manea Con l’inizio del nuovo anno in oratorio abbiamo accolto il nuovo parroco, don Costantino. Ci ha invitati cordialmente nella casa parrocchiale perché potessimo conoscerlo un po’ meglio INTERVISTA A CURA DI MATTEO BAFFARI, DIEGO CHEVALLARD, ROBERTA SPINELLO E PAOLO RICCI Roberta: Iniziamo con qualche curiosità personale, ad esempio il nome (ride) Quello lo sapete: Manea Costantino R: da dove viene, dove è nato? Eh io ho una vicenda molto lunga. Nel senso che sono nato il 15 marzo 1954 in Veneto, a Carmignano di Brenta, vicino a Cittadella. Poi all’età di 7 anni mi sono trasferito in periferia di Milano, dove ho studiato al liceo Manzoni. Finito il liceo sono andato a Novara, da dove veniva il mio professore di religione. Invece da prete ho fatto 4 anni a Borgosesia, come coadiutore, 9 anni a Granozzo con Monticello, nella Bassa novarese. Dopodiché ho trascorso 3 anni in Africa, in Burundi, come missionario. Quindi 6 anni a Druogno e poi 11 a Invorio. R: Papa preferito? Eh, ne ho visti tanti. Certo Francesco si impone per la sua spontaneità, il suo aver sfrondato parecchi atteggiamenti troppo lontani e ieratici del papato. Però ho una simpatia anche per Paolo VI, perché è stato il papa del Concilio e veramente si è trovato davanti a situazioni non facili portando l a Chiesa ad aprirsi nel dialogo. Ogni tempo dà il papa giusto, spero che anche a Intra dia il parroco giusto (ride) R: Cosa pensa di don Fabrizio? (ride) Ho un ottimo pensiero, anzi vi devo dire che quando sono venuto a vedere Intra prima di essere mandato qui avevo avuto qualche timore. Allora ho chiamato don Fabrizio che mi ha detto di essere a Prascondù con 50 ragazzi delle superiori, e questo mi ha rincuorato. Sta lavorando molto bene e mi auguro 4 che resti qui ancora un po’ a darmi una mano R: Squadra del cuore? Non sono un grande tifoso, ma simpatizzo per l’Inter Diego: come è nata la sua vocazione e come ha scelto di dedicarsi alla vita sacerdotale? Sinceramente non ricordo un inizio, addirittura viene da dire che sin dall’asilo avevo un senso religioso, una gioia anche di stare in preghiera. Poi ricordo che, allora la messa era in latino, le suore mi facevano scimmiottare il prete. La liturgia aveva più gesti allora. Poi però la cosa si è consolidata al liceo. Io non sono mai stato legato a nessun movimento, però mi ha aiutato molto Comunione e Liberazione, soprattutto per la parte spirituale. Andavo a qualche riunione e qualche incontro. Anche al liceo non tralasciavo mai la messa quotidiana e le lodi del mattino. Non ho avuto una conversione improvvisa, sono sempre stato attaccato alla rama di Dio D: lei è stato anche in India, che tipo di esperienza è stata? E’ stata una visita, tra le suore del Sacro Cuore di Novara ce ne erano alcune indiane, per cui ho accompagnato la madre superiora in un viaggio di 15 giorni dove ho avuto possibilità di incontrare queste suore e visitare Calcutta, nei luoghi di Madre Teresa e ho vissuto un’esperienza nei lebbrosari D: come diceva anche lei in precedenza, prima di arrivare qui avvertiva un senso di timore. E’ vero, anche perché non sono vecchio ma non sono più giovanissimo. Quando sono arrivato a Invorio ero convintissimo che sarebbe stata la mia ultima destinazione. E invece quando il 13 giugno mi hanno chiamato da Novara perché mi trasferissi a Intra ho detto “no no no” (ride) poi ho dato la mia disponibilità pensando che trovassero qualcun altro (ride) però una cosa è certa: ovviamente una volta che uno accetta di essere parroco, lo fa e dà tutte le sue energie dove viene assegnato senza nostalgie D: e invece adesso come si trova? E’ più a suo agio? Sì, sì. E’ una realtà molto grande. Magari fin dall’inizio vorresti che le cose girassero come vuoi tu. Colpisce davvero questa grande collaborazione. (ride) e anche molto lavoro: ero abituato a tempi e orari molto più liberi però finora la cosa mi stimola D: come ha detto anche lei durante la messa in memoria di Filippo Gagliardi celebrata dal vescovo, il suo vero ingresso qui nella parrocchia non è stato il giorno della festa, ma quello del funerale di Filippo. E’ un ingresso particolare… che tipo di emozioni ha provato? La situazione era veramente straziante, però certamente è grande come vicenda. Veramente quel giorno è stato illuminato da una speranza e da una fede grande, sia di Filippo che di Anna. Il ricordo ancora mi commuove, però veramente è un fatto che dice tante cose, che il Signore non ti abbandona nella sofferenza. Il modo in cui Filippo ha vissuto quell’ultimo mese dimostra un ragazzo che era arrivato ai gradini più grandi della spiritualità cristiana, a quello che Santa Teresa 5 d’Avila definisce la stanza segreta nel Castello dell’anima, quella dell’abbandono, in cui ti abbandoni completamente al Signore. Alla fine della messa sono uscito davvero rasserenato, l’esempio di Filippo è un modello R: il nostro vescovo Franco Giulio ha scelto come titolo per la lettera pastorale: “Come sogni la Chiesa di domani?”. Lei come la sogna? Parto dal motto di Intra: “intra duo flumina abundantia pacis”. La parola pace non è una cosa banale: va compresa e veramente indica la Chiesa di domani. E’ la ricerca dell’uomo, l’ attesa dell’uomo che si rende conto che da solo non ce la fa. Tutti vogliono la pace, ma anche senza le guerre mondiali, dentro di noi c’è sempre la gelosia, le piccole vendette… abbiamo bisogno di un intervento dall’alto. Quindi la Chiesa di domani è la Chiesa che viene a soccorrere l’uomo. Da solo l’uomo non si salva. Poi la parola pace ricorda Gesù Cristo, che risorgendo disse agli apostolo “Pace”, quindi la Chiesa guarda a lui come colui che porta la pace, at- traverso la sua passione, morte e risurrezione ci dice qual è il modo di vivere. Anche durante la messa, lo scambio della pace non è un saluto, è un dire all’altro che può contare su di noi. La Chiesa di domani la vedo quindi come la Chiesa che viene a soccorrere l’uomo e che vede in Gesù Cristo la chiave di lettura della propria vita, e che è in grado di essere un luogo di speranza R: oggi come va il mondo secondo lei? Certamente è un mondo che sta attraversando grandi crisi. Ricordo che negli anni ’70 nelle scuole c’erano questi cambiamenti, c’era un fervore anche da parte dei giovani di poter cambiare, la convinzione che si poteva cambiare. C’era una grande partecipazione alla vita sociale. Oggi generalmente vedo più apatia, più chiusura verso il mondo. Poi ci sono altre realtà, però ci vuole uno slancio per andare controcorrente, come è il motto del nostro oratorio quest’anno. Mi preoccupa un po’ la cosa perché inizio ad avere uno sguardo un po’ pessimista (ride) e non so se è un segno di chi ha più esperienza o di chi sta invecchiando. Però vera- Roberta e Diego durante l’intervista a don Costantino nell’ufficio della casa parrocchiale 6 mente trovo che ci siano anche segnali di bene, di ripresa. Paolo: è da quando sono bambino che ho questa speranza: potremo vedere i libretti a messa per poter seguire l’omelia? Io a Invorio li usavo, però ecco qui aspetto. Intendo vedere un po’ come vanno le cose. Nelle messe papali il libretto c’è (ride). Se in alto fanno così, non vedo perché noi in basso dovremmo fare diversamente. Però sto ancora valutando come vanno le cose, anche perché non essendo solo io c’è da mettersi d’accordo. Filippo Gagliardi Dopo due mesi dalla scomparsa del nostro caro amico e animatore Filippo è ancora dura per tutti riconoscere ed accettare che Pippo non ci sia più. Grazie a tutte le cose che sono state scritte su di lui chi lo conosceva bene ha potuto condividere pensieri o riconoscersi in quelli di altri, mentre a chi non ha avuto la fortuna di conoscerlo è stato permesso di scoprire che grande persona fosse. Il suo amico d’infanzia e testimone di nozze, Cristian, condivide con i lettori del nostro giornalino la loro amicizia. DI CRISTIAN TRIANGELI Pippo c'è!!! Ora più che mai sento di avere un amico speciale vicino a me. Pippo ed io ci siamo conosciuti quando eravamo ancora bambini, grazie allo sport che ha amato tanto, il karate. La nostra amicizia è cresciuta con gli anni e si è Pippo insieme all’amico Cristian e alla sorella Alice consolidata alle superiori, quando ci siamo ritrovati compagni di classe nel triennio di specializzazione. Finita la scuola, abbiamo intrapreso strade diverse, lui ha deciso di proseguire gli studi a Milano “Ingegneria Civile” mentre io ho preferito trovare lavoro. Molto spesso accade che scegliendo strade diverse a causa dei vari impegni ci si perda di vista; ma noi no! Gli impegni erano tanti, lui quasi tutta la settimana era a Milano per lo studio, io lavoravo, e quando era a Verbania, non frequentavamo gli stessi ambienti, ma nonostante tutto non c'era settimana in cui non ci si chiamasse per sentire come si stava, per raccontarci le ultime novità e ap7 pena c’era l’occasione ci si vedeva per fare una bella chiacchierata. Una grande passione che ci ha mantenuto uniti é quella per " i manga giapponesi" che entrambi amiamo leggere, una passione che mi ha trasmesso lui al tempo delle superiori e che continua tuttora. Abbiamo condiviso molte cose sia nei momenti belli sia in quelli brutti, entrambi sapevamo che per qualsiasi cosa bastava una chiamata. Lui è un amico sincero che ti dice la verità in faccia, anche quando fa male, che ti fa capire quando sbagli, ha sempre un consiglio pronto o una parola di conforto, uno come lui é raro da trovare. Lui mi é stato sempre vicino nei momenti belli ma sopratutto in quelli brutti e io per lui, queste sono le cose che rendono unica e vera un’amicizia come la nostra. Il giorno in cui lui e Anna mi hanno chiesto di fare da testimone al loro matrimonio é stata una vera e propria gioia, é qualcosa d’indescrivibile la felicità che si prova quando un Amico ti chiede di condividere in modo cosi speciale uno dei giorni più importanti della sua vita. Ricordo il giorno in cui Pippo e Anna mi hanno detto che sarebbero diventati genitori, è stato il giorno in cui ho visto coronare alla perfezione il sogno della loro vita. Non si può descrivere un'amicizia cosi importante come quella che mi lega a Pippo e sono troppi i momenti felici trascorsi insieme per raccontarli tutti. Grazie a lui, negli anni, ho avuto l’occasione di conoscere tantissime persone meravigliose che fanno parte della sua grande famiglia, quella dell’oratorio San Vittore. Il giorno della sua scomparsa e in quelli successivi ho avuto modo di vedere la moltitudine di persone che come me gli volevano bene, quello che è successo ha lasciato un segno indelebile dentro di me. Pippo sarà sempre e per sempre nel mio cuore e non smetterò mai di ringraziarlo per il grande dono della sua amicizia! Cristian Vi proponiamo inoltre alcune delle parole dette dal nostro Vescovo Franco Giulio Brambilla nell’omelia della Messa ad un mese dalla morte di Filippo. PAROLE DI MONS. FRANCO GIULIO BRAMBILLA Una morte così con questo sguardo pieno di vita con cui lo vediamo ritratto non ha una risposta al “perché”, cari ragazzi, cari giovani ma ha una risposta se noi vediamo come ci trasforma. Pensavo ai nostri legami e la nostra fiducia e speranza nel domani. Anzitutto come cambiano il nostro cuore. Noi capiamo che un evento così allo sguardo pubblico, dalla comunicazione, dalla TV, nelle normali esperienze della vita è totalmente assente e censurato ... eppure se uno pensa, ognuno di noi lo può vedere! Nell'arco di tempo di una vita di famiglia il dolore, la fatica, l'incomprensione, la solitudine si infiltrano: ecco uno capisce in quel momento lì in cui non si lascia schiacciare dal do8 lore che può schiacciarti, ma cerca di portarlo dal di sotto e avere quello che dice la prima lettura, questa fermezza nella speranza; allora comincia a lavorarti dentro, a trasformarti, non sei più come prima, non puoi essere più come prima. Se invece ci passa sopra la testa e dici: “tanto è toccato a lui e non a me”, “si, io lo conoscevo”, “sono bravi questi ragazzi, ma non faccio parte del loro giro”, esso rimane un'esperienza che non ci lavora dentro. La sofferenza, quella incomprensibile, quella che non procuriamo noi, innanzitutto rivela la verità del nostro cuore. E poi ci dice pensate al paradosso - che quando viene meno l'amico, crescono i legami di amicizia: d'ora in avanti voi sarete amici in un modo diverso! Crescono i legami anche di fronte a chi ti ha attestato, che è stato testimone per te come quel gruppo di ragazzi là: noi abbiamo avuto Filippo tra i nostri educatori! Mi raccomando di tenere nella vostra camera sempre la sua foto oppure dentro nel vostro diario. Cambia i legami, fa capire che l'amicizia non è solo un sentimento, ma qualcosa che ti lega, fa capire che l'altro è importante per sapere chi sei tu. Penso che non sia azzardato affermare che al pari di Frassati anche Filippo possa essere considerato un cristiano santo, un esempio per tanti giovani che giorno dopo giorno cercano una risposta alle loro tante domande. Filippo a loro avrebbe senza dubbio indicato Gesù come maestro ed amico. FRANCESCO ROSSI -Ieri dopo il funerale di Pippo ho chiesto a mia figlia “dimmi una parola che raccolga i tuoi sentimenti di oggi.” Mi aspettavo rabbia, sconforto e tristezza. Lei mi ha risposto “PACE” Ti ho incontrato che avevamo 7 anni, al campetto di san Giuseppe. Mi ero appena trasferito, non sapevo cosa ci fosse intorno a casa, e vedere un bambino che mi sorrideva senza sapere minimamente chi fossi io e mi dicesse le tre cose di base che andrebbero dette a chiunque mi è sembrato fantastico. - ciao - come ti chiami - giochiamo insieme. GIOBI EDUCATORI MESSA VESCOVO Un ragazzo che profumava di Vangelo. Da giovane, da fidanzato, da marito si è sempre domandato come realizzare nella sua vita la volontà di Dio. VESCOVO -‘All’inizio volevo dirgliene quattro … poi ho capito che Lui “carica” la croce su chi può sopportarla (anche se ne facevo a meno ) … quindi gli ho affidato tutto: me, il piccolo e Anna’. PIPPO 9 Un’ estate tutta d’un fiato PER RACCONTARE L’ESTATE DEL NOSTRO ORATORIO CI VORREBBE UN GIORNALINO INTERO. NOI ABBIAMO PROVATO A RACCONTARVELA IN POCHE PAGINE PER RITORNARE, INSIEME A VOI, A RIVIVERE QUEI GIORNI COME SE POTESSERO NON FINIRE MAI! DI LAURA ALBERGANTI Per raccontare per filo e per segno l’estate dell’oratorio appena passata mi servirebbe un giornalino intero, da quanto è stata ricca e densa di emozionanti esperienze. Ma andiamo con ordine: come tutti gli anni, ma con novità sempre sorprendenti, l’immancabile centro estivo è stato il protagonista principale del primo mese estivo, in cui moltissimi bambini si sono divertiti seguendo le avventure di tre originali personag- gi, alcuni segni di punteggiatura, che li hanno accompagnati nel mondo delle favole per salvarle dal malvagio Groviglio. Sotto l’occhio vigile di numerosi animatori che si sono resi disponibili a mettersi in gioco per loro, i bambini delle elementari e i ragazzi delle medie si sono divertiti ogni giorno, spassandosela in oratorio o in piscina, mentre il venerdì è stato come sempre il giorno delle gite, dedicate quest’anno alla visita di alcuni santuari e al- 10 cuni parchi a tema, come Antares World e l’immancabile Ondaland. Ma il centro estivo non era ancora finito, era solo terminata la prima parte: per il resto dell’estate, fino all’ultima settimana di vacanza, un secondo centro estivo ha resistito ai mesi più caldi dell’anno, sbizzarrendosi in mirabolanti ricette dolci e salate immedesimandosi nei concorrenti del talent show Master chef. Nel frattempo, senza un attimo di respiro, è cominciato il Campo medie: una banda di ragazzi euforici ha invaso per prima il posto più magico del mondo, Prascondù. L’amico che li ha guidati nel cammino di crescita durante una settimana molto intensa tra giochi brillanti e attività che hanno fatto riflettere molto, è stato il coraggioso Abramo. E prima ancora che questi ragazzi si preparassero a tornare a casa ecco che a Prascondù giungono le grida e le risate dei bambini delle elementari, che davano il cambio al Campo medie per vivere un’intensa avventura di cinque giorni; questa volta i personaggi protagonisti dell’ambientazione del Campo elementari sono stati il grande re Davide e suo figlio Salomone, che hanno mescolato il racconto della loro storia a tantissimi giochi divertenti, proposti da quattro famosi supereroi: Hulk, Iron man, Captain America e Superman. E alla conclusione del Campo elementari si collega immediatamente il Campo superiori, un campo denso di esperienze significative e riflessioni forti, gio- chi innovativi e nuove amicizie; anche questa volta ad accompagnare i ragazzi delle superiori durante la settimana è stata la straordinario storia di Abramo. L’estate però non era ancora finita, l’oratorio doveva ancora vivere l’esperienza del Gruppo Famiglie a Prascondù affiancato dall’equipe dell’Ekklavorio, e il viaggio dei ragazzi di quinta superiore a Santiago. Se penso a un’immagine che all’oratorio mi viene in mente la ricetta di una buona torta: una torta che 11 si rispetti è fatta con farina, uova, zucchero, lievito e altro ingredienti speciali che la rendono appetitosa, e così è stata l’estate 2013, solo che gli ingredienti sono stati ancora più speciali. Al posto della farina infatti la ricetta dell’estate ha avuto come ingrediente principale la voglia di stare insieme, che ha permesso di organizzare e vivere insieme un’esperienza gioiosa come il centro estivo e i diversi campi di Prascondù, dove il desiderio di passare del tempo insieme ha permesso settimane di divertimenti e spensieratezza. Se la farina di questa ricetta è stata la voglia di stare insieme, lo zucchero invece è stato so- stituito dalla dolcezza e dall’affetto: senza questo ingrediente le giornate dei bambini al centro estivo non sarebbero state riempite dai sorrisi dei tanti animatori che si sono resi disponibili a passare del tempo con loro organizzando attività e giochi coinvolgenti, e non sarebbe stato possibile creare nuovi rapporti di amicizia durante i campi estivi e rafforzare quelli già esistenti. Un altro ingrediente importante è l’uovo, che in questa ricetta ha rappresentato il legame forte che è nato dallo stare insieme condividendo un pezzetto d’estate. Ma l’ingrediente fondamentale, senza il quale non si può fa- 12 re una torta soffice e buona, è il lievito, che nella ricetta dell’estate rappresenta proprio la crescita di ognuno di noi, imparando cose nuove da ogni esperienza diversa, accompagnati sempre da Gesù. Oltre agli ingredienti, per fare una torta bisogna anche mescolare il tutto, infornare e cuocere l’impasto, con divertimento, pazienza e costanza, le stesse qualità che hanno reso possibile questa estate. E così è nata un’esperienza che rimarrà per sempre nel ricordo di tutti, proprio come il sapore e il profumo di una buona torta. “Il cammino è la metafora della vita” 152 chilometri a piedi percorrendo l’antico sentiero verso San Giacomo. I nostri ragazzi di “HOPE” si sono messi in cammino per il classico viaggio di V superiore. Un viaggio intenso fatto di fatiche ma anche di tante gioie che solo un cammino è in grado di donarti. Di Francesco Picotti Venerdì 2 agosto, ore 4 di mattina. Comincia la seconda trasferta del Circolo con il viaggio di 5° superiore. Le luci del circolo sono già accese, gli zaini già nei bauli, il pieno alle macchine è stato fatto. La cappellina ci aspetta per iniziare al meglio questo viaggio, poi le ultime raccomandazioni da parte delle mamme: “Hai preso tutto? Spazzolino, dentifricio?” che finiscono sempre con la solita frase: “Comportati bene, mi raccomando. Fatti sentire qualche volta eh!”. Ultimi saluti e via si parte!!! I chilometri da fare per arrivare alla prima tappa sono tanti, così dopo il primo (ed estenuante) giorno di viaggio in macchina ci fermiamo a Lourdes, luogo direi molto carico di significato. Dormiamo li, poi risaliamo sui mezzi destinazione O’Cebreiro, prima tappa del nostro cammino, a circa 152 km da Santiago. Domenica 4 agosto, ore 6 di mattina. Dopo aver dormito nel nostro primo ostello, con la compagnia di una coppia cinese, ci alziamo, mettiamo a posto i sacchi a pelo, ultimi lavaggi, colazione e poi parte il nostro cammino. Dopo un momento iniziale di ambientamento, entriamo subito nel “clima” del cammino: un “clima” diverso da quello che si vive nella vita di tutti i giorni, si è più disposti a parlare, a confrontarsi, ad ascoltare le 13 storie degli altri; i problemi che si possono avere a casa sembrano solamente un lontano ricordo. Insomma il cammino è proprio uno di quei posti in cui potersi sentire liberi di essere veramente se stessi. Molte cose hanno colpito me e i miei compagni di viaggio durante il percorso: le lunghe chiacchierate di due, tre, quattro ore (soprattutto con persone che non conoscevamo!) senza neanche accorgersi del tempo passato e dei chilometri fatti, con discorsi che potevano passare dalla battutina fino a confidenze particolari; rendersi conto che i motivi che spingono a intraprendere questo cammino possono essere diversi (ma sempre validi), c’è chi lo fa per motivi religiosi, chi vuole fare una bella passeggiata per tenersi in forma, chi in effetti non sa il motivo per cui è partito, ma sa solo di essere felice della sua scelta. Altro aspetto che non voglio di certo trascurare è il gruppo: siamo partiti in 14 e ci conosciamo ormai quasi tutti dai tempi delle medie (pensate già otto anni fa!) e aver condiviso un’esperienza 14 edificante come il cammino di Santiago è stata un’occasione per poter consolidare i nostri rapporti; la presenza poi dei nostri animatori e di mamme sprint, ha contribuito eccome alla bellezza di questo cammino! Con un gruppo del genere può succedere di tutto: tante “marachellate”, l’Oceano Atlantico; è il luogo adatto per lasciare un ricordo speciale, per dimenticarsi di un problema, per ripartire con una marcia in più. Al ritorno facciamo tappa a Saint-Palais, sui Pirenei, in Francia, località in cui siamo stati accolti ed ospitati durante la Giornata Mondiale della Gioventù del 2011, altra esperienza molto significativa. prese in giro, battute a tutto spiano, infinte cantate sul pulmino, ma anche bei momenti di riflessione, che hanno portato, ad esempio, alle belle chiacchierate di cui ho parlato poco fa. Durante il cammino abbiamo avuto degli accompagnatori un pò “speciali”: ogni giorno ci veniva consegnato un libretto che descriveva la vita di un santo, e, anche se in alcuni casi la stanchezza ha preso il sopravvento e non si è riusciti a leggerli proprio bene, il loro esempio ha dato una marcia in più lungo il cammino. L’arrivo alla meta è molto particolare: una parte di te è contenta perché viene raggiunta la meta tanto desiderata, mentre l’altra parte vuole che il cammino continui, che non finisca li.Il nostro viaggio non è finito a Santiago: con le macchine ci siamo diretti al Finisterre (che letteralmente significa “luogo dove finisce la terra”), e il paesaggio è a dir poco spettacolare: una vasta e infinita distesa d’acqua, 15 Vorrei concludere solamente elencando i nomi di chi ha partecipato: i ragazzi Simone, Pierpaolo, Filippo, Francesca, Eugenio, Pietro, Flavio e Francesco; gli animatori Paolo, Sara, Diego, don Fabrizio (con tutti i suoi acciacchi); ultime ma non per importanza le ragazze un po’ più grandi Angela e Sabrina. Bè allora… Buèn camino, peregrinos!!! DI ROBERTA SPINELLO: VELOCI E FACILI DA FARE, QUESTE TRADIZIONALI FRITTELLE AMERICANE, SONO PERFETTE PER IL “BRUNCH” DELLA DOMENICA MATTINA. PER QUANDO SI E’ A CASA DA SCUOLA E DA LAVORO E CI SI SVEGLIA TROPPO TARDI PER FARE COLAZIONE MA FORSE ANCORA TROPPO PRESTO PER PRANZARE. INGREDIENTI: Difficoltà: molto bassa 125 g di farina 25 g di burro 200 ml di latte 2 uova 15 g di zucchero 6 g di lievito chimico in polvere un pizzico di sale Tempo di preparazione: poco più di 30 minuti Dosi per: 4 persone PREPARAZIONE: Iniziamo la preparazione dei pancakes dividendo gli albumi dai tuorli. Versate i tuorli in un recipiente, dove, miscelando con una forchetta, aggiungerete il latte e il burro fuso. Mescolate per bene tutti gli ingredienti e poi aggiungete il lievito e la farina preventivamente mischiati e setacciati. Montate i bianchi d’uovo insieme al pizzico di sale e lo zucchero a neve piuttosto morbida e uniteli al composto di latte uova e burro e farina, molto delicatamente con un movimento che va dal basso verso l'alto. Mettete a scaldare su fuoco medio (non alto altrimenti non darete il tempo all'impasto di lievitare bene durante la cottura e i pancakes saranno troppo scuri) un pentolino antiaderente (meglio se a fondo spesso) e spennellatelo con un filo di burro. Versate al centro del pentolino un mestolino di preparato, e lasciate che si espanda da solo: quando il pancake sarà dorato, giratelo sull’altro lato con una spatolina, come se fosse una crepe o una frittata, quindi fate dorare a sua volta anche l'altro lato e dopodichè saranno pronti. Appena tolti i pancakes dalla padella, poggiateli su di un piatto, impilateli uno sopra l'altro (in tutto dovrebbero formarsene all'incirca 12, quindi 3 a testa) e serviteli caldi e cosparsi di zucchero a velo, sciroppo d’acero oppure di nutella. Potete accompagnare i pancakes con della frutta fresca o sciroppata di vostro gusto. 16 IL TEST: QUANTO CONOSCI L’ORATORIO? Verifica la tua conoscenza sull’Oratorio San Vittore con questo test 1 – In che anno è stato fondato l’Oratorio? A – 753 A.C. B – 1905 C – 1908 D – 2010 4 – Di chi è la frase “Andate controcorrente, abbiate il coraggio di essere felici” slogan di quest’anno dell’Oratorio? A – San Paolo B – Papa Francesco C – Giorgio Napolitano D – Peppa Pig 2 – Da quanti anni don Fabrizio Corno è coadiutore del nostro Oratorio? A – Da 8 anni B – Da 9 anni C – Da 10 anni D – Da parecchio 5 – I gruppi delle superiori prendono un proprio nome che mantengono durante il proprio percorso. Quale di questi non è mai stato utilizzato? A – gruppo Icaro B – gruppo Free Spirit C – gruppo Adamo D – gruppo Next Level 3 – Tutti sapete che il Presidente dell’Oratorio è Paolo Ricci, ma chi è in l’attuale Vice Presidente? A – Ettore Perelli Cippo B – Alex Aromando C – Marco Rolla D – Luca Di Stefano 6 – Come si chiama la rassegna di incontri mensili del sabato sera per approfondire temi scottanti della fede? A – Dolce incontro B – Cafè teologico C – Amaro pastorale D – Antipasto biblico SOLUZIONI TEST 1) C - 2) B, ma è accettabile anche la D che è un dato oggettivo - 3) Non ci crederete ma è la B - 4) B - 5) C - 6) B RISULTATI Tutte giuste: Bravo, le sai tutte. Coadiutore dell’Oratorio 5 giuste: Sei quasi al top però non lo sei. Presidente del Circolo 3- 4 giuste: Hai ancora da lavorare. Vice Presidente del Circolo 1 o 2 giuste: Ne hai di strada da fare. Consigliere del Circolo Nessuna giusta: Lasciamo stare… 17 Eravamo quel che tutti sognano Quell'amore che i cantanti cantano Tanto forte, potente, immenso che Sembra esagerato e impossibile Con il petto che sembra esplodere Che non serve altro in più per vivere Che potrebbe scomparire l'Universo tranne noi Tranne noi Si ricomincia con l’appuntamento alla canzone del mese, la rubrica tanto amata negli scorsi anni del nostro giornalino. A rompere il ghiaccio ci pensa FEDERICA MININNI che ci presenta la canzone di Max Pezzali “ L’universo tranne noi”. I ricordi che... sembrano lame Fanno male ma... forse li cerco io Per rivivere... per ricordare Ogni istante accanto a te Una vita accanto a te L’UNIVERSO TRANNE NOI AUTORE: MAX PEZZALI ALBUM: MAX 20 ANNO: 2013 E il cervello sa... che è complicato Ciò che è rotto ormai... non si riparerà Però il cuore sai... me l'ha giurato Sa che un giorno tornerai... sì Dice presto tornerai IL COMMENTO DI FEDERICA MININNI Quando mi è stato chiesto di dire una canzone che doveva essere votata come canzone del mese, ho subito pensato a "l'universo tranne noi" di Max Pezzali. Partendo dal fatto che a me Max piace molto come cantante, ho scelto questa brano perché ha legato a se dei ricordi davvero bellissimi! Impressi lì, dentro di me, che non se ne andranno mai! E saremo quel che tutti sognano Quell'amore che i cantanti cantano Tanto forte, potente, immenso che Sembra esagerato ed impossibile Con il petto che sembra esplodere Che non serve altro in più per vivere Che non c'è parola per descrivere Che ti sceglie e che non si fa scegliere L’UNIVERSO TRANNE NOI MAX PEZZALI E saremo quel che tutti cercano Quell'amore che i cantanti cantano Tanto forte, potente, immenso che Sembra esagerato e irrealizzabile E che il petto fa quasi esplodere Senza il quale non si può più vivere Che potrebbe scomparire l'Universo tranne noi Oh-o oh tranne noi Ti ho incontrata ma... tu non mi hai visto Eri in macchina... è stato un attimo Ma il mio cuore si è... come bloccato O era fermo prima e... ha ripreso a battere Tante volte io... l'ho immaginato Rivedere te... che effetto mi farà Però adesso che... è capitato Non importa più se sia... stata colpa tua o mia 18 Infatti è stata uno dei "tormentoni" del campo superiori a Prasco... Molti penseranno “…mi raffiorano che sia banale o semplice, ma quando sento questa canzone mi si stampa in volto un sor- alla mente riso immenso, mi riaffiorano alla mente quelle giornate meravigliose e non nego che qual- quelle giornate che volta ci scappa anche una lacrimuccia... Eh già... Quest'anno il campo superiori è sta- meravigliose…” to davvero davvero bello, e il fatto che una canzone lo possa "rappresentare" boh, ci sta. Ecco cosa dovrebbe farti passare per la testa la canzone del mese! 19 SEPARATI ALLA NASCITA ? DAMIANO COLOMBO – MASSIMILIANO BRUNO (NANDO MARTELLONE) A SINISTRA DAMIANO COLOMBO, ANIMATORE DEL GRUPPO DI V SUPERIORE ED EDUCATORE DELL’ORATORIO, ALLA SUA DESTRA L’ATTORE MASSIMILIANO BRUNO, NOTO AL PUBBLICO PER LA SUA PARTECIPAZIONE ALLA SERIE TV BORIS, CON IL PERSONAGGIO DI NANDO MARTELLONE Hai altre somiglianze da proporre? Scrivi a [email protected] Hai voglia di dare una mano alla nostra redazione? Vuoi raccontare una realtà del nostro oratorio? 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