FONDAZIONE DEL SACRO CUORE CESENA Scuola Primaria - Secondaria di I grado Scuola dell’Infanzia QUADERNO del 2011-2012 INTRODUZIONE «In the vacant places We will build with new briks... Where the word is unspoken We will build with new speech». «In luoghi abbandonati noi costruiremo con mattoni nuovi... Dove parole non sono pronunciate costruiremo con nuovo linguaggio». (T. S. ELIOT) In questo anno scolastico, che si è dipanato in un momento di particolare crisi per il nostro paese e si è concluso nel segno di eventi dolorosi per la nostra Regione e la nostra scuola, abbiamo voluto introdurre il Quaderno di documentazione (divenuto quaderno unitario per tutto il primo ciclo) con la vivacità esplosiva dei pastelli de La creazione di Chagall e l’energia dei versi eliotiani per ribadire che, se tutto sembra “tremare” intorno a noi, più forte diventa la volontà di consolidare i fondamenti della nostra responsabilità educativa. Ci rilancia ogni giorno il percepire negli occhi e nei cuori dei nostri ragazzi l’«infinito» di un desiderio di Bene, di Bellezza e di Felicità, che palpita in ogni pagina di questo libretto, e ci chiama ad una risposta seria e creativa, che dilati la cura che la famiglia esercita nei loro confronti. Il seguire la maggior parte di loro dall’infanzia alle medie, guidandoli verso il traguardo delle scuole superiori nel Liceo della Fondazione o altrove, ci permette di seguirne gli slanci e le fatiche, le difficoltà e le conquiste, accompagnando i passi di una crescita globale delle loro persone, di cui l’acquisizione degli strumenti e dei contenuti della conoscenza rappresenta un aspetto sicuramente centrale. Per questo vi invitiamo a scorrere con simpatia queste pagine, in cui si condensa la loro risposta alle proposte attente e puntuali degli insegnanti. Proprio a questi va il nostro più grande ringraziamento, per la generosità con cui si sono prodigati, pur nella consapevolezza delle fragilità che sempre accompagnano la “sfida educativa”. A voi genitori la gratitudine per aver condiviso con noi il pezzo di strada che abbiamo fatto insieme. La preside Paola Ombretta Sternini 5 SCUOLA PRIMARIA 7 8 Classi Prime “Una strada di parole... per arrivare al cuore” La strada che abbiamo voluto insegnare e intraprendere assieme ai nostri bambini è stata quella del cuore. Ci siamo mosse spinte dal desiderio di aprirli alla realtà, così come si presenta ai loro occhi, per ri-scoprirla come tesoro di bellezza e segno della presenza di un Padre buono che ci ha donato tutto e ci accompagna sempre lungo il nostro cammino. … e così è incominciata la nostra avventura! In un fantastico regno vive un re di nome Alfabeto. Porta sempre con sé non una spada, non uno scettro, non una regina, non un medaglione ma… un grosso libro di mille colori. Un meraviglioso libro di fiabe che lui scrive e conserva nel cuore con il desiderio di poterle regalare un giorno ai bambini di tutto il mondo. Che bello volare con la fantasia! Ma… una notte re Alfabeto si dimenticò di chiudere il libro e le letterine ne approfittarono per scappare dalle pagine e dare una sbirciatina al mondo fuori. Che catastrofe! Al risveglio, le pagine del libro di re Alfabeto sono completamente bianche, senza le sue letterine non potrà più scrivere delle storie. Così è iniziata la nostra caccia alla ricerca delle letterine scomparse! Ogni mattina, dopo aver salutato il nostro angelo custode, con il nostro re alfabeto siamo andati ad aprire una finestra del suo castello. “Quale sarà la lettera che dobbiamo conoscere e recuperare?”. 11 Evviva! La prima storia di re Alfabeto è stata recuperata. La nostra caccia è proseguita anche fuori… con gli occhi spalancati, ci siamo accorti che attorno a noi si trovano tante letterine! 12 Ecco la lettera “A”, l’abbiamo osservata, l’abbiamo imparata e ci siamo divertiti a farne diverse... con le matite, con la carta, con i sassi, con il corpo e la musica. È stato veramente divertente giocare con le lettere. 13 Siamo andati a visitare il Castello di Re Alfabeto alla Rocca Malatestiana e travestiti da dame e cavalieri abbiamo scoperto tante cose interessanti: le mura, i camminamenti, le prigioni sotterranee, gli arredi di una volta e le armature dei cavalieri… Ma la scoperta più bella e straordinaria è stata il ritrovamento di uno scrigno con all’interno la nostra prima parolina: I+O = IO! Una parola vera, che dà senso alla nostra realtà. 14 Una parola molto speciale che parla di me. Poco alla volta abbiamo ritrovato tutte le letterine sparite a re Alfabeto, le abbiamo trascritte sui nostri quaderni e abbiamo risistemato dentro al suo librone le sue storie. Recuperate tutte le lettere e formate le prime paroline ci siamo addentrati nel mondo delle storie. Abbiamo scoperto che leggere è bellissimo! 15 Quante storie! Da ascoltare… … da guardare 16 … da raccontare … e da mimare Sono nati i primi pensierini attraverso i quali abbiamo incominciato a raccontare la realtà e ad esprimere noi stessi. Abbiamo scoperto che ogni parola dentro alle frasi e alle storie sta al proprio posto in maniera ordinata e svolge il proprio compito (nome, articolo, azione, qualità) e così ci siamo resi protagonisti e abbiamo realizzato il nostro primo testo. 17 PERCORSO MATEMATICA Con la collana di re Alfabeto abbiamo costruito i recinti chiamati propriamente insiemi per imparare i numeri e per contare. Quanti insiemi… Abbiamo scoperto che i numeri sono tanti e si possono raggruppare, mettere insieme, aggiungere, togliere e nascondere… e abbiamo giocato in vari modi: con le caramelle, con i maccheroni, con le macchinine, con i pupazzi. 18 Ci siamo divertiti a giocare con le nostre macchinine nella città del 10 e abbiamo così scoperto il concetto di decina. Abbiamo imparato a contare con le dita, con i regoli, con l’abaco e siamo diventati velocissimi con lo stop al 10! 19 È stato bello imparare a contare sulla linea dei numeri, poi dentro le tabelle e infine dentro le casette con le operazioni in colonna. 20 Assieme alla nuvola Olga e ai suoi amici ci siamo divertiti ad inventare delle piccole storie coi numeri da risolvere e così abbiamo scoperto che la matematica in modo creativo indaga, osserva, rappresenta e solo alla fine cerca il modo migliore per raccontarsi. PERCORSO DI SCIENZE Un albero per amico! 21 Siamo partiti dall’osservazione diretta degli alberi, siamo usciti fuori, abbiamo esplorato i luoghi vicini alla scuola e insieme abbiamo deciso quale albero volevamo adottare. Gli abbiamo dato un nome e durante l’anno lo siamo andati a trovare per esplorare con i nostri occhi i suoi cambiamenti durante le stagioni. Lo abbiamo visto carico di foglie verdi, lo abbiamo visto colorarsi di giallo e marrone, lo abbiamo trovato completamente spoglio con i rami rivestiti di brina e infine, dopo il lungo freddo inverno, rivestito nuovamente con tenere foglioline verdi… Abbiamo scoperto la bellezza e i ricami della brina sulle piante e i fili d’erba del prato e ci siamo divertiti con la coperta bianca che ha rivestito tutta la città come una bianca sposa. 22 Abbiamo seminato dei chicchi di grano e abbiamo osservato e aspettato la nascita dei primi germogli e con pazienza abbiamo atteso il più grande miracolo: lo spuntare di una spiga di grano. Sono passate poche settimane e il nostro grano è già alto circa 14 cm. 23 Abbiamo saputo attendere e il grande miracolo è avvenuto: ecco la prima spiga di grano! INGLESE Sai un segreto? Tante parole si possono dire anche in inglese. 24 CORPO IN MOVIMENTO In Palestra abbiamo conquistato lo spazio e tra corse, lanci, rotolamenti, arrampicate e salti siamo diventati più padroni… del nostro corpo. Nei giochi di squadra ci siamo sfidati. Perdere è stato duro!... ma l’importante è partecipare. LE NOSTRE USCITE Nel nostro viaggio, lo stupore e la bellezza della realtà che ci circonda sono stati stimolo nella scoperta del nostro essere protagonisti di una storia più grande e hanno maturato in noi la consapevolezza di essere persone uniche e irripetibili dentro il grande girotondo dei compagni. Campo dei fiori Alla scoperta del mondo delle api Insieme all’ape Margherita abbiamo ammirato e con grande meraviglia scoperto i segreti della società delle api: vere e proprie educatrici in organizzazione e laboriosità!... Anche un piccolo insetto può essere maestro di vita e quotidianità. È stato meraviglioso osservare le api all’opera grazie all’arnia di vetro, provare gli attrezzi dell’apicoltore e capire la vera origine del buon miele che gustiamo, imparando le giuste tecniche di un’ottima smielatura. 25 … e che GUSTO poter assaggiare il miele appena fatto dall’ape Margherita e dalle sue amiche operaie. Che natura meravigliosa… Ma la nostra avventura non si è conclusa e, per meglio comprendere le grandi novità, i panni delle api abbiamo indossato e per un giorno la loro fatica abbiamo sperimentato. Api regine, api operaie, fuchi e guardiane, in un’arnia gigante tutti al lavoro con grande armonia e collaborazione: che bello sognare e con la fantasia nel mondo delle api approdare…!!! 26 Ape regina Fuchi Api operaie E per concludere una danza cerimoniale… 27 Prima del rientro non poteva mancare il saluto agli animali della fattoria, così abbiamo passeggiato nel sentiero e incontrato cavalli, asinelli, caprette e persino nidi di rondine. 28 Gita ad Artexplora Uno scenario paradisiaco dove arte e natura si uniscono in un incanto che fa brillare gli occhi e gioire il cuore. Luogo ideale per noi piccoli esploratori alla ricerca di tutto ciò che di più bello il mondo ci può donare. È stata una grande occasione che ci ha permesso di vivere per un giorno le emozioni dei veri pittori che sanno cogliere le magie del creato e per incanto le regalano ad una tela che magicamente diviene quadro artistico ... questa volta parliamo del nostro quadro e della nostra arte. Pennellata dopo pennellata l’incantesimo si compie. Immagine dopo immagine ci prepariamo a lasciare nella memoria il nostro capolavoro. 29 Poi ci immergiamo nel fantastico mondo della fantasia volando tra fiabe classiche e immedesimandoci nei più grandi protagonisti della storia. 30 Felici, abbiamo apprezzato e sperimentato la famosissima giostra che le parole di Gianni Rodari ci hanno descritto e raccontato con una poesia. I fiori... mille modi per disegnarli ed un bellissimo domino per divertirci. 31 Che bello giocare con l’arte! Laboratorio all’aria aperta Ciao, Artexplora! Stanchi ma contenti torniamo a casa ricchi di natura, arte, fantasia e corse in libertà. Che bello imparare il mondo! 32 LABORATORIO TEATRALE (condotto da Giorgia Perini e Laura Montanari) “Tutti per uno uno per tutti” I nostri cinque sensi: finestre aperte sulla realtà … anzi sono porte, perché dalle porte si può entrare, uscire e portare dentro qualcosa, delle sensazioni che hanno toccato il cuore, perché oltre la porta c’è sempre una casa e qualcuno che ci abita! (Giampiero Pizzol) Attraverso l’esperienza del laboratorio teatrale i bambini si sono accorti che c’è un modo personale e originale di rispondere all’incontro con la realtà. La realtà non è solo una serie di stimoli o episodi, ma è una piccola e grande storia, un mondo bello, ricco di profumi, suoni, sapori… che attendono di essere guardati, scoperti e accolti. Le nostre esperte hanno creato situazioni in cui ognuno ha trovato un modo personale di rispondere: col corpo, la parola, la danza… ma soprattutto li hanno aiutati a cogliere la ricchezza dei particolari, delle parole e dei gesti con cui, pian piano, hanno riscoperto il loro cuore. LA VISTA “Se alzo gli occhi vedo cose belle, mi illuminano e mi sorprendono le nuvole, la luna e le stelle… se li abbasso vedo il mondo, facce, forme e colori, ammicco, guardo a fondo e piango i miei dolori. Castani, azzurri e neri: finestre dei miei pensieri! 33 I NOSTRI OCCHI HANNO IMPARATO AD AMMIRARE LE COSE BELLE Con la vista abbiamo scoperto le magie dell’inverno… NELL’ARTE ABBIAMO SCOPERTO LA BELLEZZA E CI SIAMO DIVERTITI AD AMMIRARE LE STATUE. UDITO Con le orecchie io sento tuoni o bisbigli fini rubo la voce al vento, ascolto gli uccellini. Se piove mi fan compagnia le gocce che picchiano sui vetri E prati e ruscelli colorano di allegria. E tra il fruscio delle foglie che volano per magia corrono le ali di farfalle E i nostri sogni si portano via. 34 Con l’udito abbiamo ascoltato meglio la natura e scoperto le sue voci: il tuono, l’acquazzone, le onde del mare, il vento, lo scrosciare dell’acqua… È stato bello accorgerci che anche le orecchie ci possono aiutare a scoprire il mondo che ci parla! ASCOLTANDO LA MUSICA HO SOGNATO… Ho sognato un cantante che cantava in un’orchestra e una persona cantava al microfono, io mi ero infilato nel sogno. Mi ero infilato in un sogno, c’ero io che cantavo e solo due signori che mi ascoltavano. Mi vergognavo. Ero in una dimensione parallela seduta con il mio cane, lo sentivo abbaiare, era giovane e aveva tutte le energie come non mai, ora è morto perché era vecchio. Mi è preso un colpo. Mi sembrava di essere dall’altra parte del mondo e non riuscivo più a sentire niente a parte quella musica. Ero a Venezia sulla gondola con dei ricchi signori, era una sera con le luci e c’erano delle maschere appese, era la festa di carnevale. Era estate. C’era un mostro che voleva mangiare tutte le cose, poi è arrivato un chitarrista che cantando ha fatto cantare il mostro e cosi si è tranquillizzato. C’erano i cacciatori che volevano sparare a un uccellino, sono arrivati dei cavalieri e hanno arrestato i cacciatori. E gli uccellini intanto li prendevano in giro. 35 OLFATTO Col naso sento odori, respiro, faccio etciù! Annuso i profumi e i fiori, tengo gli occhiali su… Gratto dov’è proibita… … l’entrata delle dita! Nel laboratorio abbiamo annusato molti strani profumi racchiusi in un sacchettino; in realtà erano profumi di fiori, sapone, rosmarino… ma anche odori sgradevoli, come: l’aglio e l’aceto… Noi abbiamo preferito i profumi… ci piacciono di più! L’ODORE CHE MI PIACE DI PIÙ L’odore che mi piace di più è quello dello zucchero filato: è molto dolce e mi fa venire in mente un cuscino. Mi piace la cioccolata perché è nella mimosa che è la mia torta preferita. L’odore del rosmarino mi piace moltissimo perché mi ricorda il giardino della mia nonna che ama le piante e i fiori. Il formaggio è buono da mangiare. Il suo odore mi fa venire in mente un libro che mi legge la nonna dove c’è un cane che si chiama Pimpa che va dalla capretta Betta a prendere il formaggio insieme al topino Lino. L’odore del formaggio mi piace tanto perché mi fa venire in mente la pasta con il formaggio. Le fragole mi fanno venire l’acquolina in bocca. Mi piace anche il ghiacciolo alla fragola. A me piace l’odore delle lasagne perché le lasagne sono il mio piatto preferito. Mi fanno venire in mente i giorni di festa. Mi piace l’odore della gomma perché è dolce. Mi ricorda la scuola. 36 TATTO Con la mia mano tocco, tengo, mi gratto, arraffo; se fai troppo il birichino può darti uno schiaffo, se invece c’è dolcezza… … la mano ti accarezza. CON LE MANI ABBIAMO… … toccato la brina sulle foglie (è fredda, bagnata, liscia) … accarezzato la corazza della tartaruga, in gita (è dura, ruvida, grossa) 37 … ma ancor più la mano ha guidato il compagno che aveva gli occhi chiusi e si è fidato. Abbiamo scoperto che il cuore vede e sente e che l’essenziale spesso è invisibile agli occhi! 38 GUSTO Con la mia bocca parlo, mangio mele e focaccia, e, quando occorre farlo, io faccio una boccaccia: buco per sorsi e morsi, la piego per il dolore, invento bei discorsi, bacio quando batte il cuore. GUSTARE... FA BENE ALL’ANIMA! E noi siamo andati alla scoperta dei buoni sapori, realizzando delle buonissime e dolcissime palline di cacao, mascarpone e cocco. E per finire… i deliziosi pop corn! Siamo tornati a casa felici e appagati! 39 IL SESTO SENSO… ALLA SCOPERTA DELL’INVISIBILE! Un giorno a scuola è arrivato un pacco… Conteneva un cuscino e una collana che hanno aiutato il nostro re Alfabeto a cambiare il cuore. A poco a poco, grazie a quei doni, ha preferito essere gentile e amico di tutti. Con lui abbiamo capito che, oltre ai cinque sensi, ce n’è uno molto più sottile che, per esistere, ha bisogno di tutti gli altri: il sesto senso. È lui che ci aiuta a sentire quelle “cose” invisibili che, se anche non si vedono, ci fanno emozionare: – L’AMICIZIA, quando diamo la mano a qualcuno… si SENTE l’amicizia – LA GENEROSITÀ quando diamo i colori o la merenda ad un compagno che non ce l’ha… – L’AMORE quando QUALCUNO, come Gesù sta sempre con noi o quando diamo un bacio a qualcuno 40 Ci sono cinque strade che vanno sempre usate: guardare e ascoltare, gustare e odorare e poi anche toccare. Son cinque i nostri sensi Ma son smarriti e persi Di fronte al gran mistero dell’universo intero. Di fronte al bene e al male, ai sogni e alle paure, di fronte alle parole, a Dio e al nostro cuore, ci vuole un sesto senso più tenero e profondo per rendersi un po’ conto di ciò che muove il mondo. Noi abbiamo scelto quella cosa che ci rende più felici: – quando la mamma ci abbraccia…: si vede che ci vuole bene!!! Ecco il nostro cuore per te! Grazie, mamma! 41 È BELLO SENTIRSI ABBRACCIATI ED AMATI! Anche i miei genitori mi abbracciano: la mattina o la sera, quando sono a letto, la mia mamma e il mio babbo arrivano e mi stringono forte forte. Io urlo: “Basta, mi soffocate!”. Ma io sono felice e rido! … quando i miei genitori mi coccolano, mi sento felice, allegra e la più amata di tutto il mondo. Quando mi baciano mi sembra di volare sopra le nuvole e mi sento una farfalla! 42 MA PIÙ DI TUTTO CI RENDE FELICI… QUEL CUORE GRANDE CHE CI UNISCE OGNI GIORNO! Caro re Alfabeto, ora che sappiamo leggere e scrivere, ora che sappiamo vedere il mondo con gli occhi e il cuore, abbiamo conquistato la torre del tuo castello e siamo diventati “Re”! Arrivederci al prossimo anno per altre nuove e grandi AVVENTURE! Le insegnanti tutor: Sara Corbelli Elena Bravaccini Emanuela Casali L’insegnante di scienze: Cecilia Cecchin ˙ L’insegnante di sostegno: Gloria Zani L’insegnante d’inglese: Alga Geminiani L’insegnante di motoria: Andrea Biondi 43 Classi Seconde “C’era una volta un falegname... che aveva le mani piene di certezza” La certezza che passa attraverso le mani di un falegname diventerà bellezza e tenerezza nella sua creatura. Da questa certezza siamo partiti, raccontandola ai bambini attraverso la narrazione di storie che ne destano il desiderio per la propria vita. 47 Abbiamo scelto tre libri: I tre alberi, Le avventure di Pinocchio, Tu sei speciale La narrazione è cominciata ai piedi dell’albero di San Francesco, a Villa Verucchio, con la lettura del primo libro. 48 I TRE ALBERI C’erano una volta tre piccoli alberi, che avevano tre grandi desideri. Riflessioni e attività proposte: – dal seme... all’albero: abbiamo scoperto la storia del desiderio di un piccolo seme, che diventa un grande albero, attraverso i disegni e racconti; – la semina: abbiamo piantato alcuni semi ed osservato le varie fasi di crescita; abbiamo imparato i nomi delle parti della pianta e le loro funzioni. 49 – l’albero delle stagioni: abbiamo realizzato l’albero, vestendolo nelle quattro stagioni; – le canzoni: abbiamo cantato “In un albero grande” e “L’albero nel prato”. 50 LE AVVENTURE DI PINOCCHIO C’era una volta un pezzo di legno che, fra le mani di un falegname, diventò un capolavoro! Pinocchio è diventato un bambino: la Fata ha fatto la grazia, Pinocchio ci ha messo il desiderio! 51 Riflessioni e attività proposte: – Gli attrezzi del falegname: immagina di essere un attrezzo del falegname che sta per costruire la culla di Gesù; racconta. * Io sono il martello. Prima di incominciare il lavoro avevo una gran paura. Quando il falegname mi ha preso fra le mani, ho sentito che mi voleva bene e mi sono fidato. * Io sono un chiodino piccolo e grigio. Prima che il falegname mi prendesse, pensavo di non servire a nulla e quando mi ha preso, tremavo dalla paura. Poi il martello ha picchiato sulla mia testolina dura e io sono andato dentro al legno. Io tenevo su le gambe della culla e mi sentivo forte e importante. Quando il bimbo si è appoggiato ero tanto felice. * Io sono la sega. Quando il falegname mi ha preso tra le mani ho iniziato a tremare, avevo paura di sbagliare, ma la gioia della sega nel tagliare il legno, le risate dei chiodi che giocavano a non farsi prendere dal martello, mi hanno subito tranquillizzata. Niente di male mi poteva accadere... con me c’erano i miei amici e mi sono fatta trasportare dal falegname, ho spianato la superficie, ho rimosso i trucioli, e tutto era più bello. 52 – Pinocchio e suo babbo Geppetto: quali sono le cose belle che fai con tuo babbo e che ti fanno sentire bene? * Io non sto molto tempo col babbo perché lavora tutto il giorno, ma quando è domenica posso stare con lui; ridiamo, scherziamo e giochiamo tanto. È fantastico. * È bello quando mio babbo mi racconta le storie, perché fa delle voci strane che mi fanno ridere un sacco! * A me piace quando vado fuori con il mio babbo perché, mentre lui fuma, io gli faccio compagnia e mi sento molto felice. – Pinocchio e la Fata: chi sono le persone che ti perdonano e ti abbracciano quando sei birichino? * Una volta è successo che al mio amico Matteo avevo rubato la “psp”, quando gliel’ho ridata lui mi ha perdonato e mi ha fatto un abbraccio. * Quando faccio il birichino o combino qualche guaio, la mamma e il babbo mi rimproverano, ma poi mi perdonano e mi abbracciano. * La nonna è la mia fata: io delle volte la faccio arrabbiare e allora lei mi sgrida e poi mi abbraccia. 53 – Pinocchio e il Grillo: chi è il “grillo” nella tua vita? * È la mia famiglia. * Sono i miei genitori, i miei nonni, la mia maestra e i miei zii. – Il desiderio di Pinocchio: quali sono i più grandi desideri del tuo cuore? * Il mio più grande desiderio è di essere immortale, perché non voglio morire. Poi vorrei essere il presidente dell’America che è molto potente, così aiuterei tutti i bambini poveri. Vorrei anche essere un cuoco perché mi piace cucinare; ho già imparato a fare la frittata! * Il mio desiderio più grande è essere felice e stare in pace col mondo e vorrei poter volare come un uccello. * Un mio desiderio è quello di non essere mai lasciata da sola, perché ho paura. 54 – La canzone “C’era una volta un pezzo di legno...” racconta la storia di quel pezzo di legno che è diventato un capolavoro... pieno di fragilità. – Le tabelline di Pinocchio: con i suoi pasticci e le sue birichinate, Pinocchio ci ha aiutato ad imparare giocosamente le tabelline. 55 La nostra avventura con Pinocchio si è conclusa con la visione del film “Pinocchio” di Benigni al teatro di San Carlo, per dar volto e immagine alla lettura del libro fatta in classe. 56 TU SEI SPECIALE C’era una volta uno scultore che, posando le mani sulla sua creatura, disse: “Io penso che tu sia davvero speciale”. Riflessioni e attività proposte: – Le stelle d’oro e i pallini grigi: sei contento che Pulcinello abbia i pallini grigi? Perché? * Non sono contento: mi viene da piangere vedendolo così pieno di pallini e così triste! Non è giusto! – E tu come vorresti essere? * Vorrei essere come Lucia, senza pallini e senza stelle! – Eli lo vide pieno di pallini e disse... * Disse: “Non mi importa niente dei pallini!”. – Che cosa vuol dire essere speciale? Tu ti senti speciale? Perché? * Io mi sento speciale per tre motivi: uno, perché ho un ditino, due, perché ho un amico fantastico: Giacomo, tre, perché tutti in fondo sono speciali. 57 IL GIARDINO DELLA GRAMMATICA Tutto quello che noi diciamo e scriviamo è fatto di parole che servono per raccontare la realtà. E allora è importante conoscere il significato esauriente di ogni parola, per usarla in modo esatto ed appropriato. Ci è piaciuto presentare le prime basi della struttura grammaticale (il nome, l’articolo, l’aggettivo, il verbo, il soggetto e il predicato) come parti di un giardino, dove ogni cosa svolge una funzione ben precisa. Così il bruco Frasillo e il gioco del “Dimmi cos’è” ci hanno aiutato a riconoscere e gustare le parole, poiché ogni singola parola merita tutta la nostra attenzione! 58 Le parole servono per “raccontare” e diventano: – i pensieri, che nascono dall’osservazione della realtà, dalle riflessioni nate in classe, dai loro vissuti: dedica un pensiero a... – La descrizione è raccontare la realtà dopo averla osservata con attenzione. 60 * Il mio babbo è un tipo magro, alto e bello. Ha un viso rotondo con occhi verdi e molto attenti, come un leone… ma non ha nessun capello, una volta li aveva ricci e neri. Ha sempre un’espressione divertente e la sua voce è leggera, ma quando si arrabbia la casa crolla... * Gli occhi della mia mamma sono delle perle e quando li guardo mi sembra di sognare. La sua espressione è sempre felice e la sua voce è dolce come una canzone... Mamma, sei la cosa più bella che mi sia capitata! – Le brevi storie, da inventare, da concludere, da cambiare, da rappresentare graficamente, che mettono in moto la fantasia, da soli o in coppia o insieme. 61 – Il riassunto, che insegna a cogliere le parti essenziali di un racconto: riscrivi con poche parole, quelle più importanti! – Le parole della matematica, quelle che servono per contare (le quattro operazioni), e quelle che servono per risolvere piccoli problemi. 62 LE BELLE PAROLE FAN BENE AL CUORE Per poter raccontare qualcosa di bello, le parole devono essere “belle”, corrette, ben scritte. Per educare i bambini al desiderio di bellezza, abbiamo proposto un lavoro sulla bella calligrafia, nato da una storia che li mette in gioco in vari esercizi di ordine e precisione. 63 I NOSTRI LABORATORI Alcuni argomenti sono “usciti” dai quaderni di italiano e matematica, per diventare piccoli fascicoli di approfondimento, in cui abbiamo raccolto storie, pensieri, esperimenti, giochi, disegni, canzoni...: – Il signor Tempo (laboratorio di storia) La storia del signor Tempo contiene in sé il tema della scansione temporale: i mesi dell’anno, le stagioni, i giorni della settimana, l’orologio... Dedica un pensiero a... 64 – un mese dell’anno: * Caro Dicembre, tu hai avuto la perla più preziosa, la venticinquesima, in quel giorno è nato Gesù; ammettilo, tu sei il più fortunato! – la stagione che ti assomiglia di più: * Io assomiglio all’Estate perché sono allegra e vivace, quando litigo con mia sorella facciamo a botte, proprio come i temporali dell’estate. – il giorno della settimana che preferisci: * È la Domenica perché vado a messa a pregare e proprio nel momento in cui mi inginocchio penso alla storia di Gesù. – Il mago Babalù (laboratorio di geometria) Un mago un po’ disordinato ci ha portato nel suo mondo fatto di segni e di colori. Ci ha fatto giocare con le linee rette, curve, aperte, chiuse... Ci ha fatto scoprire piccoli segreti che stanno dentro le figure intorno a noi: piane, solide... e con le punte. 65 – L’acqua (laboratori di scienze, geografia, arte, musica, poesia) La storia di una goccia d’acqua è “scivolata tra la realtà”, toccandone varie pagine, per farsi conoscere nei suoi molteplici aspetti e per farci gustare la sua bellezza: 1. La goccia in scienze: il ciclo dell’acqua, i suoi stati, il suo utilizzo. 2. La goccia in geografia: la goccia che sgorga dalla sorgente diventa ruscello, torrente e fiume, creando così un paesaggio ricco e caratteristico. 3. La goccia in arte: abbiamo realizzato la goccia con la tecnica del collage; abbiamo ampliato sul nostro foglio un piccolo quadro di Monet. 4. La goccia in musica: abbiamo ascoltato il brano musicale “La goccia” di Chopin, da cui sono nate riflessioni e attività. 5. La goccia in poesia: abbiamo letto e imparato poesie sull’acqua e abbiamo inventato la nostra poesia “dentro una goccia”. 66 La gita conclusiva al Monte Fumaiolo (alla sorgente del Tevere) ci ha permesso di toccare con mano il lavoro svolto in classe; poi alla baita del signor Natale, sul Montecoronaro, abbiamo potuto vedere le piccole e grandi “opere di un falegname”, circondati da un paesaggio meraviglioso. 67 IL LABORATORIO TEATRALE “UN FAZZOLETTO PER AMICO” Il laboratorio teatrale con il maestro Roberto Galvani è stata un’esperienza bella, che ha messo in gioco ciascun bambino. Le cose più belle che il maestro ci ha detto: Facciamo questo laboratorio per fare qualcosa di bello, che faccia bene al nostro cuore e al cuore di chi ci guarda e ci ascolta. Michelangelo scolpiva il marmo e realizzava delle statue che sembravano persone vere. Un giorno una donna gli ha chiesto: “Come fai a tirar fuori da un pezzo di marmo un capolavoro?”. E lui ha risposto: “È facile, basta togliere quello che non c’entra”. Proprio come ha fatto Geppetto con quel pezzo di legno. La bellezza è già nella realtà: basta guardarla per riconoscerla. Ogni volta che un adulto (la mamma, il babbo, la maestra...) mi dice qualcosa, io devo prendere la decisione di ubbidire, non per paura o per forza, ma per amore di chi sa qual è il mio bene. Ciascuno di noi è parte di una classe; allora non posso dire: “Mi faccio i fatti miei”, perché renderei quel momento brutto per tutti! Se ognuno nel cuore si porta dentro gli amici, tutti vinciamo! Grazie, Roberto. 70 Le insegnanti tutor: Vania Pederiva Cristina Piraccini Cecilia Cecchini L’insegnante di sostegno: Sara Morigi L’insegnante di inglese: Nadia Marini Gli insegnanti di educazione motoria: Elisabetta Bazzocch Andrea Biondi 71 72 Classi Terze “Sguardi curiosi, cuori accesi... rapiti da una Bellezza senza pari” Benedetto XVI Gli uomini primitivi guardavano il sole, la luna e le stelle, li temevano e li adoravano, intuivano che erano legati alla loro vita di tutti i giorni, immaginavano potessero influenzarla e desideravano entrare in relazione con loro. Da allora migliaia di uomini hanno alzato gli occhi sopra l’orizzonte e si sono sforzati di penetrare i misteri della natura, ponendosi continue domande. Anche noi ci siamo messi, insieme ai nostri bambini, sulla stessa scia: siamo fatti per incontrare il mondo attraverso i nostri occhi, le nostre mani, la nostra mente, il nostro cuore... Provocati, anzi “rapiti” dalla meravigliosa essenza della realtà abbiamo tenuto aperto il nostro sguardo per vedere “più da vicino” ciò che ci circonda: come se fosse la prima volta. Solo così i nostri cuori si sono infiammati di passione, per introdurci nella dimensione del Mistero che tutto muove e per il quale il nostro cuore è fatto. L’incontro con tutto ciò che c’è, e che genera stupore, ci ha permesso di condurre i nostri bambini a esplorare la realtà. Insieme ci siamo messi in cammino per scoprire nel nostro cuore rispecchiato l’universo pieno di stelle. “Ogni volta che provo una profonda emozione la provo perché uno spettacolo della natura mi ha fatto conoscere, insieme a una novità oggettiva, la mia novità”. 75 Mi guardo intorno e... Con i nostri occhi attenti e curiosi ci siamo guardati attorno e con grande stupore abbiamo “incontrato” la realtà, il mondo, la storia… Abbiamo iniziato il nostro percorso scolastico con la gita in Valcamonica, dove siamo rimasti per due giorni a contatto con la civiltà dei Camuni. Anche noi abbiamo vissuto alcune esperienze tipiche dell’uomo preistorico e abbiamo provato grandi emozioni. Abbiamo ascoltato un esperto del mestiere: un archeologo! Ci ha raccontato tante cose di questo popolo antico e soprattutto ha fatto nascere dentro di noi delle grandi domande. All’alba ci siamo diretti ai piedi di Pizzo Badile e abbiamo “guardato” il sole sorgere: il meraviglioso spettacolo che si è proposto ci ha fatto proprio pensare a quanto è grande Dio… 76 Abbiamo visitato i luoghi in cui l’uomo camuno viveva: le capanne, il villaggio… Abbiamo vissuto proprio come veri uomini primitivi: abbiamo preparato ciotole, macinato il grano 77 cotto il pane (lo abbiamo anche mangiato!). Con l’aiuto delle nostre guide abbiamo fuso i metalli e creato dei gioielli 78 Abbiamo scoperto che, già tanto tempo fa, erano stati costruiti strumenti molto elaborati: abbiamo usato il trapano! Ci siamo dipinti il volto… 79 Di fronte ai graffiti, ci siamo avvicinati al cuore degli uomini antichi, abbiamo intuito il loro desiderio di essere aiutati, di pregare per essere ascoltati da dio, di affidarsi a Qualcuno di più grande. Abbiamo “guardato”, stupiti ed ammirati, tutti gli strumenti, gli oggetti degli uomini antichi e abbiamo capito che sono simili a noi. Questo incontro ha mosso il nostro cuore e la nostra mente e da lì è nata la passione per lo studio verso la conoscenza delle civiltà del passato. 80 Come è bello il mondo e come è grande Dio! Il cammino è proseguito con gioia, sempre “guardandoci” attorno, e abbiamo scoperto che il mondo è proprio bello! In geografia… i paesaggi d’acqua… La montagna… 81 In scienze, la realtà con i suoi colori e le sue forme ci ha attirati e catturati… Il nostro amico albero è cambiato rispetto all’anno scorso e ci ha insegnato molte cose. 82 Guidati dalle maestre i bambini si sono lasciati condurre con fiducia verso nuove esperienze di conoscenza. È la maestra che li muove con il suo: “Guarda là!”. Poi, una volta tornati in classe, l’osservazione passa sempre attraverso modalità concrete. Il modo migliore per imparare è “fare”, così anche attraverso gli esperimenti abbiamo capito tanto. Abbiamo conosciuto l’acqua, il suo colore, il suo odore… 83 L’autunno è entrato in classe… “Ma le piante respirano?” 84 MATEMATICA In matematica l’approccio è stato graduale e progressivo, partendo sempre dall’osservazione della realtà siamo poi arrivati alla sua rappresentazione sul quaderno attraverso una progressiva astrazione. È stato necessario imparare e saper usare i termini delle operazioni (addendo, sottraendo…); saper raccontare i passaggi nei ragionamenti, nel calcolo, soprattutto grazie allo studio delle proprietà delle operazioni. Abbiamo lavorato con i problemi, cercando di comprenderne i testi, le parole chiave, le domande, lavorando con ordine e precisione. 86 Abbiamo osservato le forme della realtà e le abbiamo rappresentate. È stato necessario conoscere i termini delle prime forme di rappresentazione grafica. Ci siamo divertiti con le misure 87 ITALIANO La cura della denominazione avviene in tutte le discipline, anche se trova un suo campo privilegiato nell’ambito del linguaggio. I bambini si sono sentiti stimolati alla ricerca delle parole che più esprimono le varie situazioni. Questo lavoro li ha portati a dare un nome alle cose. La parola evoca la realtà quindi imparare a denominare significa usare le parole per descrivere un’esperienza vissuta. Dar nome è quindi una conquista. Da qui poi siamo passati a racconti sempre più precisi e articolati. Abbiamo osservato: – la realtà che ci circonda per descrivere la natura che cambia; – la “mia vita”: ciò che mi succede ogni giorno, ciò che sono, ciò che desidero per imparare a conoscermi sempre meglio; 88 – le strutture grammaticali, le regole ortografiche per raccontare in modo più corretto. Abbiamo da subito favorito e stimolato la lettura dei racconti presenti nel nostro libro, in cui le attività di comprensione e di produzione hanno permesso l’arricchimento lessicale e testuale, nonché il desiderio di leggere storie anche personalmente. La lettura del libro “Il mago di Oz” da parte della maestra ha permesso il confronto personale con i vari personaggi del libro e ha aiutato la riflessione. 89 Ha, anche, sottolineato l’importanza dell’espressività in ciò che si legge. I bambini si sono cimentati con i primi testi personali in cui raccontare e raccontarsi. La scrittura è stata favorita anche dalla proposta di tracce (i mattoncini di Dorothy), che fungono da filo conduttore del racconto: seguendole essi hanno iniziato le prime esperienze di scrittura di vari generi letterari (i miti, le leggende, il testo narrativo, il testo fantastico, le favole e le fiabe). Questi primi testi esprimono il desiderio di “parlare di sè”, di esprimere la propria opinione rispetto ai fatti e ai personaggi, di creare avventure, storie. DAI QUADERNI DEI BAMBINI… Alcune descrizioni “Guardando dalla finestra in una giornata invernale, mi sembra quasi di vedere un quadro dove il pittore ha fatto delle sfumature di bianco nell’erba e negli alberi, dal tanto ghiaccio che si è formato durante la notte. La nebbia per un po’ nasconde il paesaggio poi, per fortuna, il sole risplende nel cielo azzurro e a volte vado fuori a giocare… 90 Alla sera si torna in casa, il cielo diventa sempre più scuro fino a non fare vedere più niente, solo nelle serate più limpide appaiono la luna e i pianeti. L’inverno mi piace soprattutto quando nevica perché è bello giocare con la neve ed osservare il paesaggio imbiancato. Dell’inverno, però, mi piace poco il freddo ed il fatto che mi devo coprire molto”. “Ciao! Sono la porta di terza B e sono molto antica: abito in questa scuola da molto tempo. Sono contenta di stare con i bambini, mi piace ascoltarli e guardarli. A volte mi offendo perché mi sbattono e fanno finta che io non ci sia. Per colpa degli urti, quasi non mi chiudo più. Sono di forma rettangolare, sono alta e larga. Sono fatta di legno e sono di colore marrone chiaro. La maniglia è “all’antica” e di ottone. Sono liscia e profumo di legno…”. “Io, da piccola, ero paffuttella e amavo mangiare il riso con il latte. Avevo i capelli corti e le mani piccoline. Ero molto buona e delle volte birichina. Volevo sempre imitare mia sorella e volevo fare le cose prima del tempo. La mamma dice che piangevo poco e che volevo fare sempre tutto da sola…”. “Il mio amico Pietro è un bambino molto alto, con i capelli scuri e lisci, i suoi occhi sono azzurri. È un bambino intelligentissimo e generoso con gli amici, sempre attento alla lezione, socievole e simpatico…”. Racconti di fantasia… “Un mattino mi alzai dal letto e aprii la finestra. C’era un bruttissimo temporale e allora la richiusi e andai a fare colazione. Ad un certo punto sentii il vento che si alzava e, all’improvviso, la casetta si stava alzando: era un ciclone! Andai di sotto e mi addormentai. Dopo due ore aprii la porta e mi trovai nel regno dei dolci che era in mezzo a tutto il regno della fantasia. Allora dissi: “Sono in paradiso!”… “Se fossi con Dorothy e potessi esprimere un desiderio chiederei di essere sempre un bambino e di non morire da grande e di avere una armatura super tecnologica…”. 91 Testi di immedesimazione… “Io vivo in un villaggio vicino ad un lungo fiume: il Nilo. La mia capanna è grandina ed è fatta di paglia e di legno. Vedo attorno al fiume tanta gente che lavora: alcuni tagliano il grano e lo macinano per fare il pane; alcuni seminano per avere verdure e frutta; gli scribi scrivono sul foglio di papiro che cresce vicino al fiume Nilo; alcuni lavorano la terra … Da tanto tempo il fiume non tracima, il terreno è arido, il grano manca…”. Testi di riflessione… “Il mio primo giorno di scuola ero molto emozionata perché avevo paura di non riuscire a superare la terza ma insieme ai miei amici ho affrontato la paura e mi sono resa conto che non era così difficile, bastava studiare e imparare e tutto diventava facile. Mi sono piaciute tante cose: le gite, il teatro, i giochi, le materie... Soprattutto mi è piaciuto stare con i miei amici e l’unica cosa che non mi è piaciuta è quando i miei amici litigavano per nulla. Grazie a loro ho imparato ad affrontare le cose e ad andare avanti … Ho realizzato tanti miei desideri come avere conosciuto amici stupendi, divertirmi tutti i giorni, conoscere nuove cose. Ci sono ancora tante cose che stanno aspettando di uscire dal mio cuore, come diventare tutti amici… Ho trascorso un anno bellissimo e spero che in quarta sia lo stesso”. Si è cercato di dar spazio all’oralità in cui poter curare la capacità di espressione, nel dialogo giornaliero e nell’esposizione delle materie di studio. Questa esperienza è stata appassionante anche se a volte un po’ faticosa perché si è reso necessario capire e seguire un metodo: ascoltare la maestra che racconta, leggere insieme il testo e ritrovare le parole chiave, curare l’esposizione orale a casa, ripetendo più volte la parte consegnata, esporre l’argomento in classe, seguendo la domanda. 92 a e o n a l e a a INGLESE Apprendimento del lessico in L2 attraverso le flashcard. LABORATORIO TEATRALE Nel secondo quadrimestre abbiamo intrapreso una nuova avventura: siamo entrati nelle storie del “mare”. Insieme a Laura, la nostra “esperta teatrale”, ci siamo messi in cammino per cercare e trovare un tesoro nella nostra vita. Abbiamo capito che, anche quando ci sembra di non possedere niente, in realtà siamo noi stessi un grande tesoro per noi e per chi ci sta intorno. Il nostro cuore, la nostra mente, il nostro coraggio sono i doni che più di altri ci permettono di affrontare la vita con “un pizzico di sale”, che la sa rendere saporita, frizzante e gioiosa. 93 Il percorso è stato bello, ricco e ha regalato a ciascuno di noi una consapevolezza maggiore di chi siamo e di cosa siamo capaci di fare, spronandoci a non arrenderci di fronte alle difficoltà. Grazie Laura! 95 Al termine di questo bellissimo anno ci siamo guardati indietro e ci siamo scoperti cresciuti e uniti più che mai. Abbiamo raggiunto dei traguardi importanti, ma abbiamo soprattutto capito che la cosa più bella non è arrivare ad una mèta (anche se necessaria), ma vivere il viaggio con apertura, affetto, gioia e scoprire nel cammino tanti amici. Accompagnati e guidati dai nostri maestri abbiamo seguito la strada proposta con entusiasmo, certi di avere in loro un punto di riferimento sicuro per non perdere le tracce del Maestro. Ciascuno ha aiutato gli altri a realizzare le attese e i desideri che portava nel cuore così ci si è trovati più ricchi e più felici. È stato necessario compiere un cammino per comprendere che tutto ciò che siamo e che abbiamo è un tesoro prezioso da custodire e apprezzare. Grazie a tutti per questo stupendo anno vissuto insieme! Le insegnanti tutor: Serena Sacchetti Fabiola Orlati L’insegnante di sostegno: Cecilia Cecchini Le insegnanti di inglese: Nadia Marini Alga Geminiani L’insegnante di motoria: Elisabetta Bazzocchi L’ insegnante di informatica: Alessandro Coppari 96 Classi Quarte “Bella come la realtà che incontra la mia fantasia” In questo anno ci siamo mossi incontro alla realtà attraverso una capacità di sguardo e di ascolto sempre più attento e siamo diventati capaci di raccontare di noi e del mondo attorno: la nostra fantasia unita ai nostri occhi attenti è diventata potente e ci ha permesso di conoscere e diventare creativi, così ci siamo accorti di essere diventati grandi. Abbiamo imparato ad osservare Con la gita a Cesenatico di inizio anno sono nate le prime domande che riguardanti la storia dei popoli che sono andati per mare, l’aiuto della forza del vento, la bellezza del volo degli aquiloni, che ha affascinato Giovanni Pascoli e Mirò prima di noi, la forma e le proporzioni delle vele, il mare… 99 … perciò tornati in classe, ci siamo messi al lavoro. SCIENZE, STORIA E GEOGRAFIA Due sono i sensi che ci hanno aiutato in questo lavoro di conoscenza: la vista e l’udito. Esiste una relazione tra il mondo esterno e me che passa attraverso gli organi di senso, che sono da conoscere. Attraverso una serie di esperimenti e con l’aiuto di esperti, abbiamo capito che esiste anche quello che non si tocca, come le onde di luce e le onde sonore. Abbiamo imparato che ogni cosa ha un suo nome specifico e se vogliamo parlarne, dobbiamo conoscere le parole giuste. 100 Lo studio della civiltà greca, così importante perché ha gettato le fondamenta della nostra cultura, ci ha affascinato particolarmente, perché l’uomo greco ha amato la sua Patria, la libertà, la conoscenza, la bellezza, fino a dare la propria vita perché questi grandi valori non andassero perduti in seguito alle invasioni. Una piccola nazione come la Grecia ha saputo combattere, unire le forze e tenere per tanto tempo lontano i Persiani. “Quest’anno in quarta abbiamo studiato i Greci. Quello che mi ha colpito sono state le guerre: la guerra di Troia, quella tra Greci e Persiani, le lotte fra Atene e Sparta e le battaglie fra Greci e Macedoni che hanno rinnovato la falange”. 102 “Studiando storia mi sono piaciute molto anche le battaglie e tutte le strategie militari dei Greci, dei Persiani e dei Macedoni. Le loro tattiche mi hanno entusiasmato!”. Attraverso lo studio della civiltà greca sono stati fatti confronti e riconoscimenti con le nostre strutture sociali all’interno della classe, della scuola, della società italiana, giungendo ad affermare che la nostra cultura ha ricevuto tanto dalla storia che ci ha preceduto. Lo studio della geografia non è stato subito una nostra passione, fino a quando è venuto a scuola uno dei nostri papà che ci ha raccontato il suo lavoro, legato alla nostra terra. Nella sua azienda si fabbricano mattoni, ma abbiamo capito che non tutta l’argilla è adatta, occorre che sia molto fine e plastica, come quella che si trova lontano dalle colline. Subito dopo abbiamo iniziato a studiare la nostra regione e abbiamo capito di più l’importanza del territorio e delle sue caratteristiche nella nostra vita. 103 ITALIANO Abbiamo imparato a denominare Le maestre ci hanno letto un bellissimo libro: “Il leone, la strega e l’armadio”. Abbiamo subito capito che era una cosa importante: la prima cosa che ci ha affascinato, tanto che nessuno fiatava, è stata ascoltare la voce della maestra. Ci è venuto voglia di dedicare a questa lettura un quaderno che abbiamo chiamato “IL QUADERNO DI NARNIA”. Dopo ogni capitolo scrivevamo le parole speciali, quelle che ci colpivano di più, perché erano parole nuove, curiose, misteriose, affascinanti… 104 In questo quaderno dovevamo scrivere senza errori, con una calligrafia bella e ordinata, e piano piano tutti i nostri quaderni sono diventati belli, curati e colorati come quello di Narnia. Le cose che scrivevamo, tratte dal libro, erano così belle che a volte le abbiamo imparate a memoria e le abbiamo riconosciute, anche lette in Inglese, dalla maestra Nadia. 105 Col tempo, proseguendo nella lettura, abbiamo cominciato ad usare le belle parole imparate da Lewis anche nei nostri testi, che sono diventati sempre più belli e ricchi. Ma le Cronache di Narnia sono entrate dappertutto, anche nell’analisi dei verbi e delle frasi di grammatica che noi abbiamo chiamato “Narnianalisi”! 106 Il nostro lavoro è risultato così ricco, creativo ed originale che è stato esposto alla prima mostra di “LibrAperto”, nella cripta di San Lorenzo, a Firenze! 107 TEATRO Abbiamo educato la nostra ragione Grazie alla musica, al canto, al ritmo, al movimento espressivo del corpo, abbiamo percorso la storia di Robin Hood attraverso quella dei personaggi. Così si sono aperte nuove prospettive, nuove possibilità per crescere insieme nel lavoro. Partendo dall’essenziale siamo arrivati a giocare con i personaggi e la storia per diventare GRANDI. Seguire le indicazioni del maestro è ragionevole per individuare la strada e giungere alla meta, non seguire il maestro, genera il caos. Questa è stata un’esperienza reale vissuta durante le prove: “Robin Hood s’impegnava solo a mangiare e il suo desiderio era diventare stilista; dopo è diventato coraggioso, forte e molto simpatico: il suo coraggio è fiorito. È stata Marian che lo ha fatto cambiare. Io non parlavo quasi mai, avevo paura, ero timida: quando dovevo dire una poesia, le mie guance diventavano rosse. Ora grazie a Roberto e alle mie maestre sono diventata coraggiosa”. “Robin Hood ha rischiato la sua stessa vita per Lady Marian. Io ho imparato quanto si può voler bene a una persona: tanto da dare la pro108 pria vita per lei. Ho imparato anche che bisogna stare insieme perché da soli non si riescono a fare le cose, insieme sì”. “Robin Hood prima di diventare un eroe era un ragazzo sgangherato e cieco come una talpa: è cambiato grazie all’amore e ha capito che insieme si è più forti. Io prima dello spettacolo credevo di poter fare tutto da solo, ma poi ho capito: stare da solo non è divertente e quando hai bisogno gli amici ti aiutano”. “A far cambiare Robin è stata Lady Marian, gli ha aperto una finestra sul mondo che Robin non aveva mai aperto prima, l’ha fatto crescere. Io prima dell’esperienza passata con il maestro Robi ero sciocco e poco concentrato, è stata una crescita per me”. “L’esperienza che quest’anno mi è piaciuta di più è stata quella del teatro, perché ho imparato a vincere la timidezza e a superare le paure. Le cose che mi sono rimaste più impresse sono state la voglia di imparare e la voglia di crescere, poiché non s’impara per imparare, ma per diventare ogni giorno un po’ più grandi. Grazie alle venti favolose lezioni di teatro mi sono aperta agli altri: adesso con la maestra riesco ad esprimermi senza balbettare e a parlare senza diventare rossa, come il pesce che abbiamo visto nella gita a Ravenna”. 109 GEOMETRIA E GITA A RAVENNA Abbiamo imparato a lavorare bene: Dopo aver osservato e dato un nome agli elementi della geometria, li abbiamo riconosciuti nel cortile della scuola, riuscendo a collegare la realtà a quello che era stato studiato. 111 Partendo da esperienze concrete, dividendoci una tavoletta di cioccolata, abbiamo scoperto che esistono numeri più piccoli dell’intero: le frazioni. Abbiamo riconosciuto che le frazioni hanno a che fare con la vita quotidiana (euro, misure di peso, di lunghezza…). Durante la gita a Ravenna abbiamo osservato lo splendore dei mosaici, le storie che ancora oggi ci raccontano, storie dell’Antico e del Nuovo Testamento, storie di Imperatori e Regine, storie scritte con tessere di vetro da uomini che hanno tanto amato la bellezza. A naso all’aria abbiamo riempito i nostri occhi e scoperto che la geometria entra anche qui! “A Ravenna siamo stati pochi giorni fa: era una bella giornata, piena di sole. Delle cose che abbiamo visitato mi sono rimasti impressi il Mausoleo di Galla Placidia, la Basilica di San Vitale, il laboratorio di mosaico e la Tomba di Dante. Di Galla Placidia mi è piaciuto l’edificio piccolo e raccolto a forma di croce e, dentro, il cielo stellato con i mosaici di colori blu e oro brillante, e alcune scene come quelle del martire San Lorenzo con la graticola, dove le fiamme sembravano vere. Di San Vitale mi ha colpito la chiesa a pianta ottagonale e la parte di pavimento con i mosaici più antichi e le figure dell’Imperatrice Teodora che portava il calice col vino e dell’Imperatore Giustiniano col pane”. 112 “Una volta che si è stati re e regine di Narnia, si è re o regine per sempre!”. “Tenete gli occhi aperti! Che Dio mi benedica, ma cosa insegnano a questi ragazzi nelle scuole?”. C. S. LEWIS Le insegnanti tutor: Carla Agostini Nicoletta Tonelli Federica Zoffoli, Carla Gasperoni L’insegnante di sostegno: Simona Topi Le insegnanti specialiste: Elisabetta Bazzocchi Nadia Marini 114 Classi Quinte “Se cercavi una stella...” I bagagli sono pronti, gli orari ed i tempi sono stati consultati, la mèta è stabilita da tempo, il cuore è trepidante… Il traguardo è segnato come in un grande cartello che sembra campeggiare davanti agli occhi dei bambini delle classi quinte: “FINE DELLE ELEMENTARI, INIZIO DELLA SCUOLA MEDIA!”. È cominciato così il viaggio della classe V… e all’inizio dell’ultimo anno della scuola elementare il desiderio di noi insegnanti è che l’orizzonte per ognuno dei nostri alunni sia ancora più in là, sia l’infinito, sia un cielo vasto e senza nuvole, sia la felicità piena, sia il compiersi del destino di ognuno. In Quinta si guardano i propri alunni, immaginandoli già grandi, ci si chiede con intensità “che ne sarà di loro” e si desidera consegnare loro, in modo ancor più chiaro ed esplicito, un’ipotesi positiva e di significato sulla realtà, si desidera comunicare con certezza uno sguardo positivo sul mondo e su ognuno di loro.Il percorso didattico di quest’anno è stato il tentativo di concretizzare tali obiettivi. Il viaggio è cominciato con lo sguardo rivolto al cielo… L’uscita al planetario di Ravenna, la lettura de “Il Piccolo Principe”, lo studio del cielo dal punto di vista astronomico hanno aperto un orizzonte sconfinato davanti ai nostri occhi. Ecco alcuni dei passi significativi che abbiamo fatto nelle diverse discipline. L’OPEN DAY In occasione dell’Open Day alcuni pianeti, rappresentati in palestra da tre diverse casette dipinte di blu e unite fra loro da strade argentee, hanno visto come protagonisti i nostri alunni nell’accoglienza dei bambini più piccoli della scuola materna. È stato un appuntamento significativo, in cui gli alunni di Quinta hanno messo a frutto le loro competenze nel ruolo di “piccoli maestri” che spiegano ciò che hanno imparato. Le conoscenze dei grandi numeri hanno permesso loro di fare una sintesi delle caratteristiche del Sistema di numerazione decimale, lo studio del Sistema solare ha consentito di illustrare ai bambini piccoli i movimenti della Terra attorno al Sole; la lettura de “Il Piccolo Principe” è stata l’occasione per introdurre i nostri piccoli ospiti nel 117 mondo della narrazione fantastica attraverso un percorso sintetizzato dai bambini stessi, che hanno illustrato gli incontri più significativi del Piccolo Principe. Abbiamo fatto il nostro augurio accogliendo i nostri piccoli ospiti con la narrazione di una Fiaba i cui protagonisti stanno cercando la felicità… Infine, la maestra Lilli li ha accompagnati a superare le loro paure attraverso un percorso fantastico di psicomotricità nel “Paese del Buio”. In occasione dell’open day alcuni bambini cantano What’s The Weather like today? dopo aver tenuto una simpatica lezione in inglese sul tempo atmosferico nel Regno Unito. ITALIANO SE CERCAVI UNA STELLA... ECCOTI IL CIELO Ricominciare un cammino significa rimettere a tema il desiderio del proprio cuore. Esso, infatti, ci spinge a cercare qualcosa di grande… grande come il mondo, grande come il mare, grande come… IL CIELO. Abbiamo imparato il canto “Se cercavi una stella” di A. Mascagni e abbiamo capito che cercare una stella, una goccia, un amore significa cercare qualcosa di piccolo, che ci rimanda e ci spinge a cercare qualcosa di PIÙ GRANDE. 118 Noi cerchiamo QUALCOSA, ma desideriamo TUTTO. Che cosa c’è nella parola TUTTO? La parola TUTTO è la somma di tantissime cose o è qualcosa di più? LA BELLEZZA DELLA NATURA Lo sguardo dei poeti sulla natura ci ha fatto scoprire la bellezza della realtà, permettendoci di osservarla con più attenzione e meraviglia. Le abbondanti nevicate di quest’anno ci hanno permesso di esprimere il nostro stupore di fronte la natura, così come il manifestarsi della primavera, che abbiamo paragonato alla giovinezza, dopo aver studiato la poesia Primavera brilla nell’aria di G. Leopardi. Descrivi un luogo che conosci bene, in cui l’inverno si manifesta in tutto il suo fascino e la sua bellezza. L’inverno è arrivato; ha travolto all’improvviso ogni cosa privandola di colori. A me piace questo fenomeno perché mi fa pensare alla calma e al silenzio. Secondo me un posto meraviglioso su cui cade ogni anno l’inverno è il giardino di mia nonna. Quando entro nel cortile sento subito il buon profumino della speciale focaccia della nonna; non aspetto, entro in casa e corro in cucina. La televisione è accesa, le luci pure, la nonna mi abbraccia e mi offre subito un po’ di focaccia. Mi siedo vicino alla stufa mentre mangio quella rara prelibatezza, con il gatto sulle ginocchia, avvolta in una calda coperta color violetto. Quando ho finito, guardo i cartoni mentre gioco con Giulia, il mio fedele amico gatto! È stupido giocare mentre si guarda la TV, ma a me 119 piace e mi diverto tanto. Verso il pomeriggio mi precipito nell’armadio e mi vesto pesantemente per andare fuori, in giardino a giocare. Ai piedi porto dei moon-boot rossi. Indosso una tuta blu con delle sfumature lilla; guanti verdi, sciarpa nera e berretta bianca che mi pizzica alla nuca. Esco fuori in giardino chiudendomi la porta alle spalle. È tutto ghiacciato, non c’è alcun rumore, sento soltanto il gocciolio del ghiaccio sciolto che viene dalla grondaia. Guardo a destra e vedo tutto ghiacciato. Guardo a sinistra, lo stesso.Vado nel retro ed ecco, vedo la magia!Gli alberi sono ricoperti di brina, l’erba è di cristallo e la recinzione è tutta ingemmata... Il cielo, tutto nuvoloso e cupo, sembra minaccioso; le nuvole mutano continuamente la loro forma… è bellissimo!!! Sono stupita, incredula e felice di trovarmi in quel luogo così magico e per me speciale. Mi lascio scappare dalla bocca un risolino di gioia. Ecco che all’improvviso arriva la nebbia e poi il vento… tutti e due insieme! È proprio vero che l’inverno è imprevedibile; io paragonerei questa stagione a un’aquila bianca e solitaria che, volando silenziosa, passa e imbianca tutto. Secondo me l’inverno assomiglia anche a un vecchio che passa piano e senza fretta fa diventare ogni cosa di marmo bianco e di cristallo. Ad un certo punto sento la voce della nonna che mi chiama. Corro in casa e mi lascio cadere sul divano, soffice e bianco, proprio come la neve. La primavera è come… la giovinezza PRIMAVERA GIOVINEZZA – c’è un cambiamento evidente anche nel corpo e nei desideri – si è pieni di voglia di vivere e si – tutto attorno è gioioso desidera la felicità, la bellezza – la natura è piena di canti e di – si ha voglia di cantare e di fare tante cose rumori – le gemme sono pronte ad aprirsi – il cuore è pronto ad aprirsi a nuovi orizzonti e incontri – La natura cambia aspetto Primavera nell’aria Appena nasce il giorno La primavera esplode intorno. Il sole sorge sorridente e regala la sua luce splendentea ai colli, ai campi e alla natura colorando gli alberi di una nuova fioritura. 120 Osservo nei prati io cavalli galoppare, odo gli uccelli nel cielo cinguettare. Festeggian il loro tempo migliore, aprendo agli uomini la porta del cuore. Come un fiore esplode l’animo mio: qualcosa di grande cerco io. (Poesia composta dai bambini) Come vivi la tua giovinezza? A cosa la paragoneresti? In questo periodo nel mio cuore sento tanta gioia. Ho voglia di esplorare il mondo, di scoprire la natura e i suoi segreti. La mia giovinezza la paragonerei ad una barca che ha appena lasciato il porto e deve affrontare un lungo percorso. Sicuramente incontrerà delle tempeste e delle difficoltà, ma alla fine giungerà a destinazione con grande soddisfazione. (La risposta di un bambino di V) LA FAVOLA Leggendo e inventando alcune favole abbiamo capito che lo scopo della favola è quello di trasmettere un insegnamento: la morale. La favola è un breve racconto che ha come protagonisti gli animali, che si comportano come gli esseri umani e ne simboleggiano i vizi e le virtù. 121 Così sono nate in noi alcune domande e riflessioni: – Le favole mi aprono gli occhi sulla realtà, perché mi spingono a chiedermi: “Che cosa desidero veramente? Che cosa vale nella vita? Che cosa mi rende davvero felice? – Nella favola di Esopo sia il leone che il topolino si dimostrano bisognosi di aiuto. Io mi sento più simile al topolino, perché riconosce di avere bisogno di qualcuno. Infondo tutti gli esseri umani hanno sempre bisogno di qualcosa e di qualcuno, nelle situazioni più diverse. – Se ascoltiamo bene il nostro cuore, scopriamo che c’è sempre QUA LCOSA CHE CI MANCA… Questa è la natura del nostro essere: NOI SI AMO FATTI COSÌ: SIAMO PIENI DI UN BISOGNO INFINITO. – Dopo aver letto la favola La rana ed il bue di Fedro, ho capito che bisogna essere felici di quello che siamo, perché un Altro ci ha voluti così. – Io a volte faccio fatica ad accettare me stesso, anche se so che è Dio che mi ha voluto così. Quando mi ricordo di questo, allora sono felice e mi sento libero. Non ho bisogno di dimostrare chissà che cosa come ha tentato di fare la rana davanti al bue, che riteneva più grosso e più forte di lei. (Le risposte dei bambini) Il leone Safary Una volta, nella savana, viveva un leone che si chiamava Safary. Viveva con sua moglie Lea e i suoi due figli gemelli Kao e Oky, due giocherelloni “non stop”! Safary era molto potente, coraggioso e giusto.Viveva nella savana, un posto meraviglioso: c’erano tante erbe fresche, cascate, ma soprattutto l’orizzonte continuava sempre! Quel posto era infinito. Il leone, però, non si era accontentato di tutto quel ben di Dio e voleva scoprire, andare via, trovare un posto migliore. Allora, dopo aver annunciato alla famiglia il suo viaggio, partì. Percorse due chilometri, dopo di che, incontrò due aquile. Le due aquile lo indirizzarono in un’altra direzione: verso la terra del male. Camminò per tanto, tanto tempo, finchè arrivò davanti ad una cascata dove, invece di scendere acqua, scendeva vino. Il leone non resistette e ne bevve un sorso. Il vino lo fece addormentare e Safary dormì per tre giorni di fila. Quando si svegliò si trovò davanti un bue che gli spiego che quella era la terra del male e che doveva tornare indietro subito! Ma il leone, ostinato, volle continuare a cercare un posto migliore che potesse soddisfarlo. Riprese il suo cammino e incontrò un’ape. Il leone spaventato corse via ed entrò nella caverna della “volpe”. La volpe si innamorò di lui e volle convincerlo a restare. Safary, non sapendo cosa dire, se ne andò via. Corse per quattro giorni 122 e, alla fine, stanco, si fermò; ma prima di chiudere gli occhi vide una colomba azzurra che lo invitò a seguirla. Safary la seguì e soltanto allora vide la bellezza assoluta; un luogo con una bellissima cascata; c’erano cento ghirlande di fiori multicolore, le piante luminose e l’erba morbida sulla quale si poteva dormire serenamente. Trascorse lì cinque mesi, ma non era felice; dentro di sé sentiva un vuoto. Ad un certo punto capì: per essere pienamente felice doveva tornare dalla sua famiglia! Con il desiderio di tornare dalla sua famiglia arrivò in un giorno solo! Safary era a casa sua, con la sua famiglia e questo gli bastava! Da quel momento lì visse felice, per sempre. Il rospo e il cigno Era estate nella fattoria. Il sole brillava alto nel cielo e tutti gli animali provavano caldo e sudore. Solo gli animali nello stagno stavano freschi e beati nella loro acqua limpida. Il rospo stava sguazzando con la sua solita agilità e i suoi movimenti simmetrici. Improvvisamente si presentò, in un angolo ombroso dell’acqua, un cigno, l’animale più bello e aggraziato di tutto il mondo acquatico. Aveva piume bianche e lucenti, il collo leggermente incurvato e gli occhi lucidi e verdi. Somigliava ad un angelo, un “angelo acquatico”. Il rospo si sentì imbarazzato a presentarsi così brutto e goffo davanti a tanta maestosità ed eleganza. Volle diventare bello come l’altro animale, quindi si diresse verso un cespuglio, strappò qualche fogliolina e le depose sul terreno. Poi si attaccò le foglioline sul suo corpo verdastro e, dato che la sua pelle era viscida e umida, non fu un’azione troppo complicata per lui. Poi si diresse verso il bue, che si stava abbeverando dell’acqua dello stagno e gli chiese: “Bue, amico mio, somiglio ad un cigno con queste belle piume lucenti?”. Il bue rispose: “Mi spiace, ma somigli più a una pallina di piume che a un cigno!”. Allora il rospo prese un po’ di marmellata di albicocche e se la spalmò sulla bocca e sulle sue esili zampe. Infine chiese al bue: “Ora somiglio ad un cigno con questo becco e queste zampe arancioni?”. Il bue ridendo esclamò: “Ah! Un cigno? Sembri un brutto pulcino così conciato!”. Poi si diresse verso il rospo la tartaruga Guendalina, animale saggio e paziente, che disse al rospo:“Perché vuoi somigliare ad un cigno? Così somigli più ad un pagliaccio! Non devi cercare di “trasformarti” in qualcun’altro: tu sei e sarai sempre il rospo verdognolo di questa fattoria”. Il rospo si tolse la marmellata e le foglie, capendo che ognuno deve essere felice di ciò che è. (Favola inventata da un alunno di V) 123 LA FIABA Esploriamo F antastiche il I nimmaginabili mondo A vventure delle B ellissime E splorazioni Abbiamo scoperto che le fiabe sono racconti fantastici che vengono narrate in tutto il mondo ai bambini, per intrattenerli e coinvolgerli in avventure piene di emozioni, che si concludono con UN LIETO FINE. La fiaba è una strada che ha una forma ad U. Nella fiaba c’è un momento iniziale che possiamo rappresentare con un puntino, ed il punto segna sempre l’inizio di qualcosa. Questo punto è pieno di ATTESA, di DESIDERI GRANDI, di PAURE, di SPERANZE. Dal punto comincia a delinearsi una linea, che è la linea della vita; essa incontra delle difficoltà, delle fatiche e quindi scende, va verso il basso... Succede poi qualcosa di inaspettato, di gradito, di gratuito: è IL PUNTO GRATIS. Si tratta di un momento in cui interviene qualcosa che fa mutare direzione alla linea della vita. Succede qualcosa di bello che permette alla linea di riprendere la sua traiettoria verso l’alto, verso il LIETO FINE. Questo momento è pieno di GIOIA, di FESTA, di SODDISFAZIONE. Infatti ogni fiaba si conclude con la frase “E vissero felici e contenti”. Il Principe Felice C’era una volta la statua di un principe situata al centro della piazza di un villaggio. Quell’uomo era nobile e ricco, ma non aveva mai sorriso in tutta la sua vita. Era morto da molti anni e adesso era li immobile con il solito broncio. Si chiamava Oscar e da giovane era stato un principe sempre tri124 ste ed egoista. Il villaggio in cui viveva era famoso per la produzione di statue, ma quella del principe Oscar non era stata curata come tutte le altre, infatti era sporca e polverosa. Una mattina,quando il sole padroneggiava sulla città, una colomba bianca si posò sulla spalla di Oscar ed iniziò a danzare. Quando, però, il principe la guardò, l’uccello scappò dalla paura. Il principe ci rimase male e continuò ad avere il suo broncio. La mattina seguente pioveva e la statua del principe era bagnata dalle gocce di pioggia. All’improvviso Oscar vide una piccola civetta che si posò sul suo braccio; essa iniziò a cantare,ma quando la guardò lei scappo via velocemente. Il principe diventava sempre più triste. La gente che passava di li continuava a pensare che fosse la solita statua brutta e polverosa. Essa diventò ancora più triste. Iniziò a pensare a quando era giovane: era egoista e non rideva mai! Non era mai felice. Ad un certo punto una lacrima gli rigò il viso. Voleva qualcuno che gli cambiasse la vita. Il giorno dopo vide posarsi sulla sua mano una rondine che iniziò a fissarlo. Il principe fu colpito da quello sguardo perché si sentì abbracciato. Ad un tratto vide che la piccola rondine era ferita al petto. E il principe le disse “Tu chi sei?”. E la rondine rispose: “Sono qualcuno che ti vuole bene!”. Oscar fu colpito da quella frase e pensò: una volta ero triste ma ora sono felice! La statua disse alla rondine: “Portami con te” e la rondine rispose: “Ti porterò nel giardino della felicità, chiamato Paradiso”. La rondine portò il principe Oscar in Paradiso e la vecchia statua, dopo molti anni, divenne finalmente sorridente! (Fiaba inventata da un alunno di V) Il piccolo principe di Antoine De Saint-de Exupéry Leggendo il libro Il piccolo principe di Antoine De Saint-de Exupéry, abbiamo incontrato uno strano personaggio che abbandona il minuscolo pianeta in cui vive per sfuggire a una rosa che lo tiranneggia. Nel suo viaggio spaziale visita sei pianeti abitati da stravaganti personaggi: IL RE simboleggia il POTERE IL VANITOSO IL SUCCESSO L’UBRIACONE L’UOMO CHE DIVENTA SCHIAVO DI QUALCOSA L’UOMO CHE VUOLE DIMENTICARE LE DOMANDE CHE HA 125 L’UOMO D’AFFARI IL POSSESSO IL LAMPIONAIO IL GEOGRAFO L’UOMO CHE CONFIDA SOLO NEL PROPRIO LAVORO E NON HA TEMPO PER NIENT’ALTRO è il simbolo di una CULTURA astratta, effimera, non basata sull’esperienza Dopo questi strani incontri, finalmente il piccolo principe giunge sulla Terra, dove incontra una volpe. L’amicizia è il tema dominante dell’incontro tra il piccolo principe e la volpe. Dalla volpe, infatti, il piccolo principe verrà ad apprendere che cos’è l’amicizia, come può nascere e quali sentimenti, stati d’animo provano due veri amici quando si lasciano. – Abbiamo scoperto che l’amicizia è un’esperienza che rende lieta la vita. – Ognuno di noi ha bisogno di amicizia, ognuno di noi ha nel cuore la stessa domanda che esprime la volpe: “Per favore... addomesticami!”. – Addomesticare significa creare dei legami, avere qualcosa in comune, vivere un’esperienza speciale che fa dell’amico l’unico al mondo. È solo dentro ad un rapporto e grazie ad un legame profondo con QUALCUNO che ci ama che è possibile vivere l’avventura della conoscenza del mondo e vivere l’esperienza di una vera amicizia che ti accompagna Abbiamo percorso insieme cinque anni di cammino e abbiamo voluto riflettere sul valore che ha l’amicizia per noi.. Ci siamo interrogati sul modo con cui ci guardiamo negli occhi, su come ci trattiamo; abbiamo raccontato quali esperienze di amicizia facciamo e cosa desideriamo per il nostro futuro. 126 Ecco quali domande sono sorte in noi: – Chi è il vero amico per me?Qual è l’esigenza profonda del mio cuore? Esiste un amico che sappia colmare pienamente il mio desiderio di amicizia? Avere un amico è molto più che avere un tesoro! Abbiamo capito quanto sia importante per ciascuno avere uno sguardo pieno di amore verso di sé, proprio come lo sguardo che aveva Gesù con i suoi amici: gli apostoli. Tale sguardo è segno di una vera amicizia ed è facile riconoscerlo, perché uno se lo sente addosso. 127 RELIGIONE Seguendo alcuni brani delle “Udienze generali” del mercoledì, che il Papa Benedetto XVI ha dedicato ai dodici Apostoli, abbiamo conosciuto i primi compagni di Gesù. Abbiamo capito che ognuno di loro aveva un lavoro, una famiglia, un carattere diverso… ma c’è stato un istante preciso in cui tutta la loro vita è cambiata perché hanno incontrato uno sguardo e una presenza eccezionale che ha trasformato il loro essere e la loro esistenza. Ognuno degli apostoli ha trovato UN VERO AMICO: GESÙ. 129 MATEMATICA Aritmetica e geometria quest’anno sono state viste come strumenti attraverso cui esplorare e conoscere il mondo. Osservare ci ha messo in diretto rapporto con la realtà in modo personale e creativo, fino a giungere all’utilizzo di un linguaggio specifico della matematica. Dall’osservazione dell’ambiente circostante... ... al lavoro in classe SCIENZE Nella prima parte dell’anno il laboratorio di astronomia è iniziato seguendo lo sguardo di Leonardo Da Vinci nell’osservazione e nella scoperta dei pianeti del sistema solare in modo semplice ma affascinante. Il cielo stellato è stato un indispensabile strumento per conoscere le nostre origini, la nostra storia e per capire la natura che ci circonda. La volta celeste del Planetario di Ravenna ci ha introdotti nel fantastico viaggio tra le stelle. Il giro della Terra e di Venere intorno al Sole: L’orologio di Venere 132 133 Nella seconda parte dell’anno siamo partiti dall’osservazione della cellula per arrivare a conoscere il nostro corpo come una unità di elementi diversi che funzionano insieme. Abbiamo posto l’accento sull’alimentazione, la cura di noi stessi e la nascita di una nuova vita, avvalendoci del supporto di esperti. 134 ARTE La disciplina di arte e immagine, quest’anno in modo particolare, ha svolto una funzione trasversale permettendoci di “fermare”, attraverso le forme e il colore, tutte le nostre sensazioni. Ogni spunto, ogni riflessione, si è trasformata in esperienza artistica che ha reso ogni pagina di quaderno, un capolavoro d’autore. 135 GEOGRAFIA Dalle Alpi agli Appennini, dai monti alle pianure, dalle pianure ai mari, passando per i quattro punti cardinali, le regioni d’Italia per noi alunni delle classi quinte, non hanno più segreti! Ci siamo divertiti a conoscere le tradizioni di ogni singola regione attraverso le varie leggende. Ci siamo appassionati durante la costruzione della nostra Italia ripercorrendo ogni regione attraverso le sue bellezze artistiche. ... Abbiamo costruito l’Italia 136 STORIA Il percorso di storia quest’anno è stato bello ed emozionante perché abbiamo conosciuto e ci siamo immedesimati nei protagonisti che hanno reso Roma Caput Mundi. Attraverso la lettura delle loro vite e delle loro gesta ci siamo resi conto che ognuno di noi può FARE LA STORIA se, come Annibale e Scipione, si cammina per raggiungere un desiderio, un ideale o una passione. Dalla Fondazione, passando attraverso la Repubblica e l’Impero, per arrivare alla nascita di Gesù, che è la risposta ad ogni nostro desiderio. Anche lo studio di questa disciplina, perciò, è stato un mezzo per crescere e per andare SEMPRE UN PO’ PIÙ IN LÀ. La gita a Roma di due giorni ci ha ricondotti alle nostre origini e ha ricucito concretamente tutto quanto studiato in classe rendendolo attuale e vivo. “Racconta con le tue parole la vita straordinaria di Annibale”. Siamo nel terzo secolo a. C. Lo studio del predominio sul mar Mediterraneo impone di scoprire le grandi gesta di Annibale, valoroso comandante cartaginese. Annibale era un abile condottiero cartaginese, acclamato comandante dal suo esercito all’età di ventisei anni, dopo la morte di suo cognato Asdrubale. Era figlio di Amilcare Barca che aveva preceduto lui e suo genero nella conduzione del valoroso esercito cartaginese. Annibale era forte, robusto, era capace di sopportare ogni difficoltà, era intelligente, colto, conosceva il greco, il latino e aveva studiato a lungo la storia; era bello e affascinante, era coraggioso e in battaglia andava avanti sempre per primo; era umile perché vestiva come i suoi soldati, mangiava con loro, dormiva sulla nuda terra come loro. All’età di nove anni aveva giurato odio eterno verso i Romani davanti alla statua del dio Baal, signore della casa e del destino. Annibale era a capo di un esercito molto forte, grande e valoroso. Da sempre aveva voluto sconfiggere i Romani per dominare il mar Mediterraneo. Voleva andare a combattere i Romani “a casa loro”. Non poteva passare per il mar Mediterraneo perché in quel momento era in mano ai Romani così decise di oltrepassare il fiume Ebro, che confinava con i territori cartaginesi e quelli romani, i Pirenei che si trovano tra la Spagna e la Francia, il fiume Rodano costruendo 137 delle zattere enormi con erba, alberi e arbusti capaci di sostenere il peso di trentasette elefanti ricoperti di ferro e del suo esercito che contava migliaia di uomini armati. Voleva anche attraversare le Alpi creando piccoli incendi e versando sopra le rocce dell’acido per frantumarle. Tutti credevano che Annibale fosse pazzo, ma lui era sicuro di portare a termine il suo piano. Una notte fece uno strano sogno: gli apparve un giovane che diceva di essere un messaggero del dio Baal e gli ordinava di marciare verso l’Italia alla conquista di Roma. Il mattino seguente Annibale era pienamente sicuro di portare a termine il suo piano. Aveva però bisogno di immense quantità di cibo per sfamare tutti quelli che lo seguivano. Per compiere questa impresa aveva bisogno di un esercito costituito da trentasette elefanti, dodicimila cavalli e novantamila uomini. La difficoltà più grande che Annibale incontrò fu l’attraversata delle Alpi: molti uomini precipitarono dai dirupi, altri morirono di malattia, altri scomparvero, altri scapparono, altri si persero nei boschi, altri ancora furono uccisi dai barbari montanari. Quando Annibale arrivò in Italia, aveva con sé la metà degli uomini con cui era partito e i sopravvissuti erano messi in pessime condizioni. Quasi tutti i cavalli erano morti; gli unici animali rimasti in vita erano gli elefanti a cui era stata data un’attenzione speciale. Annibale vinse molte guerre come quelle della Trebbia, del Ticino e del Trasimeno, ma la vittoria più grande fu a Canne, in Puglia, nel 216 a. C. Fu la sconfitta più dolorosa che i Romani subirono in tutta la loro storia, fu tra le guerre più sanguinose di tutti i tempi. Scipione l’Africano, che guidava l’esercito romano, vinse a Zama, in Africa, nel 202 a. C. Annibale e il suo esercito avevano perso la seconda Guerra Punica e Cartagine dovette accettare durissime condizioni di pace: dovette consegnare la flotta ed alcuni elefanti, dovette cedere le isole del Mediterraneo e non poteva né dichiarare guerra né difendersi senza il consenso di Roma. Nel 143 a. C., Massinissa, re della Numidia e vecchio alleato di Zama, estese il suo regno a danno di Cartagine. Secondo il trattato di pace, Cartagine non poteva difendersi e tante volte chiese aiuto a Roma che non accettò. Cartagine violò il trattato di pace ed i Romani reagirono. Iniziò la terza Guerra Punica che durò tre anni. 138 In questa guerra Roma collezionò tante brutte figure ma alla fine il comando venne dato a Scipione Emiliano, nipote di Scipione l’Africano, e, nel 146 a. C., Cartagine venne distrutta definitivamente. Vennero tutti uccisi. L’unico sopravvissuto fu Annibale che, per non cadere in mano nemica, si suicidò e raggiunse nell’aldilà suo padre Amilcare, i suoi fratelli Asdrubale, Annone, Magone e tutti i suoi soldati. Trovo molto affascinante la vita di Annibale: le sue gesta sono state un po’ pazze e un po’ estreme, ma trovo il suo comportamento molto coraggioso e sicuro di sé. Ha dato sempre dimostrazione di grande sicurezza e di grande coraggio. Trovo sia stato un bell’esempio di cultura e umiltà (sapeva stare vicino ai suoi soldati), la sua voglia di vincere però non teneva conto che molti uomini morivano inutilmente. Di Annibale vorrei avere il coraggio e l’autostima con cui si mostrava agli altri, invece non vorrei avere di lui la mancanza di protezione per le persone che difendevano il proprio popolo. Annibale ha segnato la storia per il suo comportamento da un lato forte e prepotente, dall’altro umile e attento. ... In classe 139 Nel cortile della scuola... la legione romana e i combattimenti dei gladiatori LA NOSTRA GITA A ROMA 141 Ed ora, che abbiamo raggiunto il traguardo a cui puntavamo, abbiamo davanti a noi un nuovo orizzonte… L’avventura continua verso la Scuola Media e ciò che abbiamo sperimentato e abbiamo riconosciuto vero, bello e interessante per noi, continueremo a perseguirlo… SEMPRE PIÙ IN LÀ. Le insegnanti tutor: Mirella Amadori Simona Tisselli Marina Censoni L’insegnante di inglese: Nadia Marini L’insegnante di motoria: Elisabetta Bazzocchi L’insegnante di informatica: Alessandro Coppari 142 Foto di classe 1A 1B 1C 2A 2B 3A 3B 4A 4B 4C 5A 5B 5C