Anteprima Estratta dall' Appunto di Propedeutica filosofica Università : Facoltà : LettereFilosofia Indice di questo documento L' Appunto Le Domande d'esame ABCtribe.com e' un sito di knowledge sharing per facilitare lo scambio di materiali ed informazioni per lo studio e la formazione.Centinaia di migliaia di studenti usano ABCtribe quotidianamente per scambiare materiali, consigli e opportunità Più gli utenti ne diffondono l'utilizzo maggiore e' il vantaggio che ne si può trarre : 1. Migliora i tuoi voti ed il tempo di studio gestendo tutti i materiali e le risorse condivise 2. Costruisci un network che ti aiuti nei tuoi studi e nella tua professione 3. Ottimizza con il tuo libretto elettronico il percorso di studi facendo in anticipo le scelte migliori per ogni esame 4. 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La lettura di altri testi può aiutare a chiarire ed approfondire. Le dispense sono quanto basta (e avanza) per poter sostenere le domande dell’esame scritto per il primo modulo di Propedeutica filosofica. L’idea che sorregge queste dispense è la seguente: 1-2 presentare il concetto di conoscenza, le fonti della conoscenza, la varietà dei modi di usare il termine “conoscenza”, dare la definizione “classica” di conoscenza, presentare i dubbi sulla pretesa di conoscere (lo scetticismo), e alcune risposte allo scetticismo (specie nella sua versione humeana). 3-6 soffermarsi su una delle fonti della conoscenza - la ragione o il ragionamento - e fornire gli strumenti con cui si cerca di giustificare la conoscenza razionale, cioé i criteri della logica. Introdurre quindi il quadrato delle opposizioni aristotelico, e i principi della logica stoica, cercando di mostrare come oggi le due logiche siano state unificate. Presentare le tavole di verità (che assieme ai diagrammi di Venn per il sillogismo, costituiscono criteri per valutare la verità e validità dei nostri ragionamenti). Introdurre il concetto di forma logica. 7-10 mostrare come la fonte di conoscenza data dal ragionamento non è sempre affidabile; mostrare quindi, i tipi fondamentali di ragionamento (deduttivo e induttivo) e le varie forme di fallacie in cui possiamo incorrere, sia nelle nostre argomentazioni deduttive, sia in quelle induttive; mostrare alcuni tipi di fallacie che possono usare sia errori nella forma logica, sia falsità delle premesse, sia altri modi (richiamo alle emozioni, ecc.) per farci “credere” qualcosa che è falso o non giustificato a sufficienza. 11-15 presentare l’idea di conoscenza scientifica, che è il prototipo di conoscenza della nostra epoca storica. Spiegare cosa caratterizza le leggi scientifiche. Discutere la distinzione tra scienza e non scienza, presentare l’idea di teoria scientifica e di rivoluzione scientifica. AB SPIEGAZIONE DELLA BIBLIOGRAFIA SUGGERITA: Per l’esame finale PER IL PRIMO MODULO bastano le dispense che verranno messe on line. La bibliografia presentata è per chi volesse approfondire alcuni degli aspetti presentati a lezione. Qui alcune spiegazioni sintetiche del contenuto dei libri suggeriti: C. CASADIO, Psicologia del pensiero, Carocci, Milano, 2006. Breve presentazione di elementi di logica, più analisi del rapporto tra logica e processi cognitivi. Una buona analisi del gioco della 4 carte e altri problemi dei limiti del ragionamento effettivo. A. COLIVA E. LALUMERA, Pensare, Leggi ed errori del ragionamento, Carocci, Roma 2006. Una ottima introduzione al critical thinking, alle basi elementari della logica. Libretto agile e breve, con esempi divertenti, di facile lettura. A. MUSGRAVE, Senso comune, scienza e scetticismo, Cortina, Milano, 1999. Ottima presentazione del problema dello scetticismo attraverso i ssecoli; una specie di storia della filosofia vista sotto la lente delle sfide scettiche alla conoscenza e i tentativi di risposta alle sfide scettivhe. P. ODIFREDDI, Il diavolo in cattedra, Einaudi, Torino, 2004. Una presentazione della logica nei suoi sviluppi, con presentazione di aspetti della logica antica e moderna. Esposizione chiara e divulgativa, molto ricca, con polemiche a volte irrilevanti, che comunque alleggeriscono la lettura. N. VASSALLO, Conoscenza e natura, De Ferrari, Genova, 2002. Una serie di brevi articoli sulla conoscenza, sui fondamenti, sul contestualismo, sul naturalismo, ecc. – di facile lettura. A me pare una ottima introduzione ai problemi dell’epistemologia, capace di far toccare anche problemi profondi in modo semplice e chiaro. N. VASSALLO, Teoria della conoscenza, Laterza, Roma, 2003. Libro più sistematico sui temi dellìepistemologia. Testi base per l’esame di Teoria della conoscenza. 1 ABCtribe.com - [Pagina 3] Propedeutica filosofica - teoria della conoscenza/1 Il problema della conoscenza Carlo Penco - appunti da lezione Obiettivi: inquadrare sommariamente i diversi campi della filosofia collegare i settori filosofici alle domande cui cogliono rispondere presentare la definizione classica di conoscenza ragionare su esempi sulle condizioni necessarie per la conoscenza introdurre ad alcuni elementi di terminologia filosofica INQUADRAMENTO co m Al liceo classico si studia storia della filosofia occidentale, suddivisa di massima nel modo seguente: - la filosofia antica, dai presocratici, alle grandi figure di Platone e Aristotele, alla filosofia medievale almeno fino a Tommaso. -la filosofia moderna, a partire dalla rivoluzione scientifica di Galileo e i grandi filosofi razionalisti come Cartesio e Leibniz, fino all'empirismo inglese di Hobbes, Locke e Hume e le figure centrali della filosofia tedesca classica, Kant e Hegel. - la filosofia contemporanea, dalla filosofia posthegeliana (Marx e Kiekgaard) a Nietszche, Husserl, Heidegger, Wittgenstein (raramente ci si spinge a parlare degli autori a noi contemporanei). Ct rib e. In queste lezioni non si farà storia della filosofia, ma si cercheranno di chiarire alcuni dei concetti chiave del metodo filosofico. Una prima distinzione, che è sempre stata presente sotto forme diverse in quasi tutti i filosofi, è la distinzione fondamentale tra filosofia pratica e filosofia teorica. In sintesi: AB - la filosofia"pratica" comprende l'etica, la filosofia politica, le varie applicazioni … - la filosofia "teorica" comprende l'epistemologia, l'ontologia, la metafisica e le varie "filosofie di" (filosofia della scienza, del linguaggio, della religione, ecc.) La divisione non è così netta. Ad esempio l'estetica a volte viene collocata nella filosofia "pratica", perché riguarda i giudizi di gusto, e a volte nella filosofia teoretica perché studia teoricamente i problemi della percezione; e così per altri settori. In queste lezioni di "propedeutica filosofica" ci si concentrerà soprattutto sulle idee centrali di epistemologia, metafisica ed etica, che sono tre discipline che nascono da tre diverse domande: (1) come conosciamo? (epistemologia) (2) cosa conosciamo? (metafisica) (3) come dobbiamo agire? (etica) In questa prima parte delle lezioni ci concentriamo sulla prima questione. Mentre la metafisica e l'ontologia si concentrano sul chiarire ciò che conosciamo, e sulla definizione di cosa è la realtà, la epistemologia si concerta sul soggetto conoscente, o meglio sulle fonti e i limiti della conoscenza. Per questo, in modo sbrigativo, si può dire che la metafisica si occupa del cosa conosciamo e l'epistemologia del come conosciamo. 2 ABCtribe.com - [Pagina 4] LA NASCITA DEL PROBLEMA DELLA CONOSCENZA rib e. co m Conoscenza diretta, sapere come e sapere che Prima di tutto chiariamo un possibile equivoco; si usano i termini "conoscenza" e "sapere" in molti modi differenti, e in particolare si distingue tra conoscenza come capacità di riconoscere, come abilità pratica e come capacità di descrivere. Certo Venus Williams conosce bene sua sorella Serena, sa giocare bene a tennis, nel senso che è capace di vincere gare ed è migliore di altre, ma forse non sa gran che della teoria fisica che permette alla sua racchetta di mandare la palla da tennis a una velocità superiore, pur con la stessa forza, di una racchetta da tennis di 100 anni fa. Venus conosce sua sorella, sa come giocare, nel senso che è capace di giocare, ma non è detto che sappia tutto della storia del tennis; magari non sa che le sue schiacciate sono migliori di altre perché hanno una certa inclinanzione; non lo sa, lo fa. I tre modi di usare i termini "sapere" e "conoscere" vengono classificati come riguardanti diversi genere di conoscenza chiamati rispettivamente 1) conoscenza diretta (conoscenza "by acquaintance" diceva Russell) 2) conoscenza pratica ("know how") 3) conoscenza proposizionale ("knowing that") Molti sono bravi a fare una cosa senza saperla descrivere. Il loro è un sapere pratico, una padronanza di certe abilità. In quanto segue ci interesseremo non di questo tipo di sapere, ma di quella conoscenza che si esprime a parole, e di cui si usa parlare dicendo "x sa che …..", dove, dopo il "che", segue una qualsiasi proposizione. Per questo si suole parlare di "conoscenza proposizionale". D'ora in poi parlerò semplicemente di "conoscenza". AB Ct Conoscenza e credenza Il termine "epistemologia" deriva dal greco "epistéme", che vuol dire "conoscenza" e viene contrapposto tipicamente a "dòxa" o credenza. La distinzione risale almeno a Platone, che distingue - la mera credenza intrattenuta senza alcuna giustifiazione, - la conoscenza, che richiede di essere solidamente fondata: La distinzione tra credenza e conoscenza è il primo passo della filosofia; non basta credere che un fatto sia così è così affinché quel fatto sia davvero così. Credere qualcosa non comporta necessariamente la verità di questo qualcosa. La maggior parte delle cosiddette "persone comuni" (magari quelle un po' arroganti) sono così convinte delle loro idee che pensano che tutto ciò che credono sia vero, e non si rendono conto che non basta credere qualcosa affinché questo sia vero. Se credo che la luna è fatta di formaggio, non per questo la luna è fatta di formaggio; allo stesso modo se credo che il sole gira attorno alla terra, non per questo è vero che sia così. Ci sono voluti secoli di discussioni scientifiche per capirlo. Spesso ci rendiamo conto di non conoscere la verità, e questa consapevolezza aiuta a distinguere tra credenza e conoscenza. Il bisogno di conoscenza è l'esigenza di raggiungere qualcosa di più della credenza, e nasce dalla consapevolezza che altre persone hanno credenze diverse dalle nostre. Se due persone credono cose diverse, come fare? O entrambi si chiudono nella propria convinzione e rifiutano le idee altrui, o cercano di giustificare quello che credono per dimostrare che è vero. 3 ABCtribe.com - [Pagina 5] Lasciamo per ora il problema della credenza religiosa, della fede che spesso è der definizione "cieca" ("credo quia absurdum"). Occupiamoci della dimensione più terrrena del credere, quando usiamo normalmente espressioni come "credo che domani pioverà", "credo che Pia non sia in casa", "credo che il treno sia già partito", ecc. Possiamo dire che ci interessa l'uso "proposizionale" del credere, nel senso che una qualsiasi proposizione p puo' seguire l'espressione "credo che ….". Facciamo normalmente una netta distinzione tra chi dice "credo che il treno sia già partito" e chi ci dice "so che il treno è già partito". Solo nel secondo caso siamo autorizzati a domandare: "e come lo sai?". In molti casi infatti non possiamo sapere a priori che qualcosa sia vero, ma abbiamo bisogno di una giustificazione, o di una prova o verifica nei fatti. E' infatti possibile che si creda qualcosa, ma quello che si crede sia falso. E anche se si crede casualmente qualcosa di vero, non basta crederlo per dire di saperlo. L'idea - che deriva per la prima volta da Platone - è che una credenza, anche se vera, non è sufficientemente solida per potersi dire conoscenza; infatti - dice Socrate in un famoso dialogo platonico, Il Menone, co m "le opinioni vere, finché restano, sono cose belle, capaci di realizzare tutto il bene possibile; solo che non acconsentono a rimanere per lungo tempo,e fuggono via dall'anima umana, per cui non hanno un gran significato, a meno che non si incatenino con un ragionamento fondato sulla causalità […] Ecco perché la conoscenza vale più della retta opinione: la differenza tra conoscenza e retta opinione sta, appunto, nel collegamento." e. Ai giorni nostri si usa considerare la tesi di Platone alla stregua di una definizione "classica" di conoscenza come credenza vera giustificata. (1) (2) (3) AB Ct rib La teoria "standard" della conoscenza come credenza vera giustificata In altre parole, se una persona dice che sa che p, allora ci aspettiamo che questa persona abbia una giustificazione per quello che dice, e inoltre assumiamo che p sia vero. Per essere più precisi, una condizione necessaria e sufficiente per dire che un soggetto sa che p è che p sia vera e che vi sia una giustificazione (che per lo più ci aspettiamo che ci venga data da chi ha pronunciato p). Schematizzando: S crede che p p è vera p è giustificata (o S ha una giustificazione per p) Questa definizionie di conoscenza va sotto il nome di teoria della conoscenza come credenza vera giustificata (in inglese JTB: justified true belief). Cosa comporta questa definizione? Che condizione necessaria e sufficiente per avere conoscenza sia (1) credere qualcosa (2) che questo qualcosa sia vero (3) che si abbia una giustificazione per ciò. Tutte e tre le condizioni devono essere soddisfatte affinché si dia conoscenza; due sole non bastano. Vediamo due casi: Non basta avere (1) e (2) per avere conoscenza; se io credo che piova solo perché me lo immagino e di fatto piove, non posso sensatamente dire di "sapere" che piove (posso dire di sentirlo in cuor mio, o di averci "azzeccato", ma sentire in cuor proprio non è sapere, almeno in questo senso di conoscenza). [provate a fare altri esempi del genere] Non basta avere (1) e (3) per avere conoscenza: se io credo che il sole giri intorno alla terra e ho giustificazioni (dalle teorie astronomiche e dall'osservazione) ma è falso che il sole giri intorno alla terra, allora non so che il sole gira intorno alla terra (e di fatto diciamo degli antichi che credevano che il sole girasse intorno alla terra, non che lo sapevano (anche se credevano di saperlo). [provate a fare altri esempi del genere] 4 ABCtribe.com - [Pagina 6] AB Ct rib e. co m Problemi della teoria standard della conoscenza A partire dalla seconda metà del secolo scorso sono iniziate diverse critiche a questa visione della conoscena; molti filosofi (a partire da E. Gettier) hanno sostenuto che le 3 condizioni della visione JTB della conoscenza sono necessarie, ma non sufficienti. Ci possono cioé essere casi in cui valgono tutte e tre le condizioni, eppure siamo portati a dire che non c'è una vera e propria conoscenza. Prendiamo un esempio: ho un orologio che credo funzionante, e - guardandolo noto che sono le 11. Sono le 11. Ma non so che questo accade per puro caso, dato che il mio orologio si era rotto alle 11 di qualche giorno fa. Per puro caso accade che lo guardi nel momento in cui la lancetta è sull'ora giusta. Le condizioni sembrano rispettate: (1) credo che siano le 11 (2) sono le 11 (3) sono giustificato nel credere che siano le 11 perché ritengo (erroneamente) che il mio orologio funzioni benissimo. Eppure viene il dubbio se posso dire di sapere che sono le 11. Più che altro ci ho azzeccato per puro caso! Altro esempio: metto due birre in frigo, esco; entra Maria che se le beve; poi entra Giorgio che ne compra altre due; io ritorno a casa e dico a Giorgio: "so che ci sono due birre in frigo"; in effeti, dato p = "ci sono due birre in frigo", vale che (1) credo che p, (2) p è vera (3) io sono giustificato a credere che p perché ho messo due birre in frigo. Ma qualcosa ci dice che il mio sapere che ci sono due birre in frigo non è una piena conoscenza, ma dipende dal caso - dal fatto che Giorgio ha messo - a mia insaputa due birre in frigo, perché le mie - che credevo vi fossero - non ci sono più. Questo tipo di problemi sono al centro della discussione contemporanea sulla definizione di conoscenza. Molti filosofi ritengono che alle tre condizioni della definizione standard vadano aggiunte altre caratteristiche. Ad esempio si potrebbe sostenere che occorre anche (4) un nesso causale tra la mia giustificazione e lo stato di cose (Platone parlava di legame causale, come potete vedere dalla citazione) oppure anche che (4bis) che la conoscenza sia realizzata attraverso un processo affidabile. La discussione di queste teorie vanno oltre a una presentazione elementare e saranno oggetto di studio nei corsi di "teoria della conoscenza" e di "epistemologia". 5 ABCtribe.com - [Pagina 7] Questo documento e' un frammento dell'intero appunto utile come anteprima. Se desideri l'appunto completo clicca questo link. ABCtribe.com - [Pagina 8] Preparati con le domande di ABCtribe su Propedeutica filosofica. 1. Cos'è la fisica speculativa per Shelling e in Risposta: La fisica speculativa Shellinghiana studia la natura quale [Clicca qui >> per continuare a leggere]. * Carica Appunti,Domande,Suggerimenti su : Propedeutica filosofica e guadagna punti >> * Lezioni Private per Propedeutica filosofica >> Avvertenze: La maggior parte del materiale di ABCtribe.com è offerto/prodotto direttamente dagli studenti (appunti, riassunti, dispense, esercitazioni, domande ecc.) ed è quindi da intendersi ad integrazione dei tradizionali metodi di studio e non vuole sostituire o prevaricare le indicazioni istituzionali fornite dai docenti. Il presente file può essere utilizzato in base alle tue necessità ma non deve essere modificato in alcuna sua parte, conservando in particolare tutti i riferimenti all’autore ed a ABCtribe.com; non potrà essere in alcun modo pubblicato tramite alcun mezzo, senza diverso accordo scritto con l’autore ed i responsabili del progetto ABCtribe.com. 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