Presentazione La Scuola media è orientativa. Essa può aiutare il ragazzo a conoscere se stesso e il mondo che lo circonda. E' compito della scuola, infatti, fornire strumenti adeguati per la lettura di una realtà complessa, in modo che ciascuno possa compire compire "scelte realistiche nell'immediato e nel futuro, pur senza rinunciare a un proprio progetto di vita". Questo Quaderno dell'Orientamento è stato realizzato per sollecitare i ragazzi a riflettere su se stessi e sulla realtà del mondo esterno. La nostra Scuola Scuola media è impegnata da vari anni su un Progetto di Orientamento - che viene svolto in collaborazione con il Servizio regionale per l'Orientamento di Cervignano del Friuli - che si prefigge lo scopo di porre lo studente in grado di prendere coscienza di sé, imparando a scegliere e a considerare le proprie risorse e le proprie caratteristiche psicologiche. Esso si esplica in un insieme di attività che coinvolgono tutto il Consiglio di classe e che prevedono anche la collaborazione con soggetti esterni alla alla scuola. Nel triennio il Progetto si articola nel modo seguente, con questi obiettivi generali: CLASSE PRIMA La conoscenza di sé del soggetto: la storia personale, gli amici, la famiglia, il senso di appartenenza ad un luogo. La costruzione di un "io minimo" minimo" contrapposto all' "io sovrano" dell'infanzia. Educare alla ricerca delle radici mediante esperienze di valorizzazione della memoria collettiva, di conoscenza del contesto sociale, civile e produttivo della realtà locale. CLASSE SECONDA La conoscenza conoscenza di sé intesa come capacità di rilevare le proprie caratteristiche personali, i propri interessi e le proprie attitudini. Creazione di laboratori volti al riconoscimento e alla cura delle intelligenze di ciascuno, all'acquisizione di capacità, abilità e competenze competenze inerenti ad attitudini specifiche ed al rafforzamento dei rapporti interpersonali. Iniziative a favore dei genitori. CLASSE TERZA Il potenziamento delle capacità di operare delle scelte e di assumere responsabilità, la promozione dello spirito di iniziativa. Attività integrate con le risorse del territorio e che prevedano una migliore conoscenza dei suoi beni storici, culturali ed ambientali. Esposizione di esperienze scolastiche da parte di studenti di Scuola superiore; informazioni sugli indirizzi indirizzi post scuola media; visita agli istituti superiori del territorio; consulenza da parte del Servizio regionale per l'Orientamento. Incontri con i genitori. Questo libretto offre diversi spunti e indicazioni di lavoro, che sono il frutto di quanto gli insegnanti sono venuti proponendo in questi anni ai loro alunni sul tema dell'Orientamento. A tutti, dunque, un augurio di buon lavoro nello spirito di quanto ha raccomandato il Congresso dell'Unesco svoltosi a Bratislava: "Orientare significa porre l'individuo l'individuo in grado di prendere coscienza di sé e di progredire, con i suoi studi e la professione, in relazione alle mutevoli esigenze della vita, con il duplice scopo di contribuire al progresso della società e di raggiungere il pieno sviluppo della persona umana". IL DIRIGENTE SCOLASTICO Ester Zaina 2 Caro studente, sei entrato nella Scuola Media, una Scuola in cui oltre a imparare tante cose nuove, imparerai a conoscere e a migliorare te stesso, a stare con gli altri, a fare esperienze importanti per la tua crescita e il tuo futuro. Questo libretto, che utilizzerai insieme a un quaderno per svolgere gli esercizi, ti accompagnerà nel tuo percorso aiutandoti a far emergere le tue caratteristiche con proposte di lavoro, esercizi, suggerimenti e consigli. Capirai meglio che tipo sei, com'è il tuo modo di ragionare, quali sono le tue attitudini, come si sono sviluppati e trasformati i tuoi interessi. Ti sarà chiesto di analizzare il tuo modo di studiare e di considerare il tuo atteggiamento nei confronti delle varie discipline scolastiche, di pensare con serietà al tuo futuro e alla tua realizzazione personale. A ogni tappa del tuo percorso potrai riflettere sui tuoi punti di forza e sui punti deboli e, quindi, decidere di trovare le giuste strategie per modificarti migliorando la tua personalità, i tuoi rapporti con gli altri, il tuo rendimento scolastico. Al termine del triennio sarai in grado di scegliere con più sicurezza la strada giusta e adatta a te, avrai sviluppato quelle capacità decisionali che ti serviranno nella vita quando dovrai fare delle scelte importanti. I tuoi insegnanti ti faranno da guida in questo cammino, loro saranno in ogni momento i tuoi consulenti personali ed è a loro che ti dovrai rivolgere per avere spiegazioni e chiarimenti. Ma la cosa fondamentale sarà il tuo sentirti protagonista, l'impegno con cui affronterai questa avventura, la tua convinzione che si tratta di un lavoro diretto esclusivamente a te e di cui tu solo, alla fine, valuterai i risultati. Buon lavoro! I tuoi insegnanti Laboratorio dei ricordi: il tuo nome 3 CLASSE PRIMA Per iniziare questo laboratorio ti proponiamo un brano scritto da una famosa autrice francese che ci ha lasciato in più libri la sua autobiografia. La piccola ricevette i nomi di Marguerite, Marguerite, in onore dell'amata governante tedesca che si era chiamata Margareta prima di diventare per tutti Mademoiselle Frãulein; di Antoinette, uno dei nomi, insieme ad Adrienne, della odiosa Noémi, poiché quest'ultimo sembrava decisamente fuori moda e un po' po' grottesco; di Jeanne, in onore di Jeanne l'Inferma ed anche di un'amica di Fernande che portava quel nome fra gli altri, e che era destinata ad aver una parte molto importante nella mia vita; di Marie, in onore di Colei che prega per noi, poveri peccatori peccatori in ogni momento e nell'ora della nostra morte; insieme a Ghislaine, nome assai diffuso nel nord della Francia e nel Belgio, dove San Ghislaine ha fama di proteggere dalle malattie dell'infanzia. M.Yourcenar (1974), Care memorie, Torino, Einaudi Il tuo nome è____________________________________________________ Perché, secondo te, i tuoi genitori ti hanno dato questo nome? Ci sono state alternative al nome che ti è stato dato? Quali? Per costruire la storia del tuo nome fai prima un'intervista ai tuoi genitori e ai parenti che, secondo te, possono conoscere i fatti. Ti conviene costruire con i tuoi compagni una traccia dell'intervista. Gli argomenti dell'intervista potrebbero essere: Come si è arrivati alla scelta? Perché? C'era accordo? Quali alternative sono state scartate? Sulla base delle informazioni raccolte ti sarai accorto che la scelta del nome non è solo "nominare un soggetto", ma è un'operazione complessa che finirà per contribuire alla storia della persona. 4 In qualche modo i genitori ci hanno consegnato un "impegno augurale" come si può leggere in questa testimonianza. Mi chiamo Oliver, un nome straniero, inusuale all'epoca in cui sono nato. Il papà si arrabbiava quando si ricordava le grane che aveva dovuto affrontare allo stato civile per non avermi chiamato semplicemente Oliviero. Diventava rosso come un pomodoro perché perché Oliviero era un nome, a suo parere, detestabile, in quanto gli ricordava il capomastro, una vera carogna… Ma Oliver lo mandava in visibilio. Perché aveva letto "Oliver Twist" e gli era piaciuto così tanto il nome di quel ragazzo generoso, coraggioso, avventuroso. avventuroso. Oliver, 10 anni Da questa narrazione emerge l'idea che con l'attribuzione del nome il padre di Oliver volesse anche assegnargli delle caratteristiche di carattere e di personalità. Ti piace il tuo nome? Perché? Ti piacerebbe essere chiamato in un altro modo? Come? Perché? Spesso capita di essere chiamati con nomignoli, soprannomi che talvolta sentiamo più vicini a noi del nostro stesso nome. Come ti chiamano in casa? Anche tra gli amici spesso si utilizzano soprannomi, molte volte scelti dai ragazzi stessi. È capitato anche a te? Sicuramente ti può essere successo che persone che non ti conoscevano ti chiedessero il nome e dopo averlo sentito ti dicessero qualcosa che ti è rimasto impresso. Racconta. Utilizza il tuo nome come un acrostico delle qualità che ti attribuisci o che vorresti avere. 5 Presso i popoli pellerossa l'attribuzione del nome era ed è un progetto, come puoi capire dalla lettura di questo brano. Mio nonno, che mi aveva imposto il nome, aveva detto a mia madre che avrei contato molti coup * nella vita e che sarei arrivato alla vecchiaia. Il suo sogno gli aveva altresì rivelato che sarei diventato un capo. - Lo chiamo Alik Aliklik-chichi-ahsuh (Molti Trofei) - disse a mia madre - perché nel sogno l'ho visto contare molti coup -. Naturalmente tutti sapevano di questa visione, e anche da piccolo mi sentii di eccellere sui miei coetanei, a diventare il loro capo. Dovevo vivere il mio nome, comprendi? E cominciavo a pensare che per me era il momento dei sogni. ----------------* coup: accreditarsi un punto di merito, compiere un'impresa valorosa. Molti Trofei/AlikTrofei/Alik-chichi-ahsuh, Una vita sul sentiero di guerra. Autobiografia di un capo Crow, Crow, a cura di F.B.Linderman, Milano, Bompiani. Quale nome ti sarebbe piaciuto avere se fossi nato pellerossa? Racconta un episodio della tua storia che possa farci capire le ragioni del nome pellerossa che ti sei scelto. Ora prova a scrivere una pagina autobiografica sul tuo nome, aiutandoti, se lo ritieni opportuno, con il modello seguente. RICORDI DI EPISODI Una testimonianza sulla motivazione del tuo nome ESEMPIO "Perché non ho il nome del nonno?" Mi ricordo di aver fatto questa domanda alla mamma. Lei Lei mi rispose che il papà non aveva voluto che i suoi figli prendessero il nome dei nonni. Per me aveva scelto il nome del comandante partigiano "Maurizio", che gli sembrava un eroe. 6 Un ricordo di come ti chiamavano i tuoi genitori ESEMPIO Quando ero piccolo, piccolo, i miei non mi chiamavano con il mio nome ma con un nomignolo. Non mi piaceva e ogni volta mi guardavo attorno per vedere se qualche estraneo aveva sentito, perché mi vergognavo un po'. Un ricordo di come i tuoi compagni ti chiamavano alla scuola dell’infanzia ESEMPIO Alla scuola materna c'erano dei bambini che non riuscivano a dire bene il mio nome, allora mi arrabbiavo ma poiché anch'io non pronunciavo bene alcuni suoni, allora ne approfittavano per prendermi in giro. Così non parlavo più e non giocavo con con loro. Un ricordo di come è cambiato il rapporto con il tuo nome ESEMPIO Insomma, con il mio nome ho un conto aperto, lo sento impegnativo per cui mi infastidisce storpiarlo, per renderlo più mio, mi dispiace se lo fanno altri, però mi sono sentito sollevato sollevato quando in 5^ elementare ho scoperto che il papà di un mio compagno che si chiamava Alberto Leopardi aveva come nome Giacomo. Pensavo a come si doveva sentire imbarazzato, in fondo io non avevo un nome così impegnativo, era solo il fatto di sapere perché mi era stato imposto che lo rendeva speciale. Ricordo di un nome che non ti piace ESEMPIO Una cosa che mi faceva rabbia, quando il discorso andava sul nome proprio, era il fatto che la mamma diceva sempre che avrebbe voluto chiamarmi Gabriele: … come odio quel quel nome. Mi sentivo come uno a cui non si è stati capaci di dare un nome, il suo nome. 7 ORA TOCCA A TE! Continua con: Il ricordo di aver desiderato un altro nome. Il ricordo di come ti senti quando altri hanno il tuo nome; Un ricordo di altri nomi riferiti a te. E infine…fai una ricerca sull'origine del tuo nome; traducilo in più lingue che puoi… Laboratorio dei ricordi: il corpo In questo laboratorio affronteremo un argomento molto importante per la storia di ogni persona: il corpo. Per aiutarti ad entrare nell'atmosfera e per incoraggiarti ad affrontare il lavoro, guidato dal desiderio di conoscerti un po' di più, ti invitiamo a selezionare da giornali e riviste alcune foto di persone che hanno più o meno la tua età. Incolla sul tuo quaderno le due che ti hanno più colpito dal punto di vista fisico e prova a spiegarne il perché. A questo punto prova a scrivere un'autopresentazione del tuo aspetto fisico e delle capacità del tuo corpo. Devi immaginare di presentarti a una persona che non ti conosce, ma che ti vuole bene. Incolla sul quaderno una tua foto recente. In quale occasione è stata scattata? Racconta. Le persone che vivono con te ti hanno mai detto a chi somigli dal punto di vista del corpo? Chi è? Probabilmente non hai preso tutte le caratteristiche da un'unica persona della tua famiglia, ma sei il risultato di un mosaico interessante. Prova, consultando i tuoi genitori, a completare la seguente tabella. Aspetto del corpo Occhi Capelli Bocca Naso Altezza Corporatura Comportamento A chi somiglio? Persone a cui assomiglio 8 Raccogli, dal tuo archivio fotografico, alcune immagini che ti sembrano adatte a testimoniare la tua crescita fisica. Che cosa sai di quando sei nato riguardo al tuo corpo? Che cosa ti hanno detto i tuoi genitori? Se è necessario prova a chiedere alcune informazioni a chi ti ha visto neonato. Come eri appena nato? Racconta. Leggi questo breve brano che racconta la storia di un bambino di dieci anni di nome Paddy Clarke. Correvamo lungo la banchina, giù al molo, e saltavamo in acqua gridando:" Buon viaggio in fondo al mare!". mare!". Vinceva chi riusciva a dire più parole prima di toccare l'acqua. A pronunciarle tutte non ci riuscì mai nessuno; una volta, però, io arrivai fino a "al"; Kevin, che faceva l'arbitro, disse che mi ero bagnato le chiappe prima di dire "mare". A chi sbagliava sbagliava gli tiravano i sassi, ma senza prenderlo. R. Doyle, Paddy Clarke ah ah ah!, Parma, Guanda. Ora racconta anche tu. Ricordi un episodio in cui il tuo corpo è stato fonte di soddisfazione particolarmente importante perché ti ha reso consapevole delle tue capacità? Nel tempo sarai sicuramente diventato bravo in qualche attività motoria nella quale il tuo corpo diventa molto importante. Quale sport preferisci? Quali attività motorie ti piacciono maggiormente? Racconta un episodio che ti è rimasto impresso di un'attività fisica che ti ha particolarmente gratificato perché è riuscita molto bene. Il corpo non permette solo un'attività fisica, ma è dotato di sensi che gli consentono di percepire la realtà. Chissà quante volte ti è capitato di sorprenderti per la piacevolezza delle sensazioni che hai provato! La vista di un bel paesaggio, il sapore di una torta, una musica, il soffice pelo di un cucciolo, l'odore di una cantina, sono probabilmente esperienze percettive che hai già provato. Racconta un episodio in cui la piacevolezza o il fastidio di una sensazione che hai avuto ti è rimasto impresso. In realtà non sempre il nostro corpo ci piace e ci soddisfa. E' anche possibile che le persone che ci stanno accanto abbiano detto cose non gradevoli a questo 9 riguardo. E' sicuramente importante, comunque, arrivare ad accettare le piccole imperfezioni che ci appartengono e che, in fondo, ci rendono unici di fronte agli altri. E' possibile che qualcosa di simile sia capitato anche a te: Prova a raccontare un episodio, magari sostituendo i personaggi reali con altri di tua invenzione, come se fosse una storia. Scegli anche il titolo. Il tuo corpo ha delle cicatrici? Leggi il seguente brano. Sulla mano sinistra ho una serie di piccole cicatrici che mi ricordano un incidente che mi è successo quando avevo sette anni. Ero dai nonni che abitavano in collina collina con due miei amici, Giovanni di dieci anni e Lucia, sua sorella di sei anni. Con loro giravo in paese in bicicletta e, di fronte a una discesa molto ripida, per divertirci di più, io e Giovanni siamo saliti su una sola bicicletta, lui al volante e io io seduto sullo sgabellino dietro. Lucia dall'alto stava a guardare. Dopo pochi metri abbiamo subito preso velocità ed era molto emozionante. Improvvisamente Giovanni ha perso il controllo del manubrio e la bicicletta ha iniziato a zigzagare pericolosamente. pericolosamente. Poi la ruota anteriore ha incontrato una buca piuttosto profonda. Io sono volato in aria e poi ho strisciato sull'asfalto e sulle pietre il lato sinistro del mio corpo. Tutto è avvenuto così improvvisamente che stavo ancora ridendo quando mi sono accorto che la pelle mi bruciava: il braccio e la mano sinistra erano pieni di sangue. Giovanni poco distante si era fermato nel fosso e la bicicletta gli stava addosso. Jacopo, 10 anni Dopo aver fatto una piccola indagine per verificare l'esistenza di segni importanti sul tuo corpo, prova a raccontare la storia di uno di essi come ha fatto Jacopo. 10 Come sarà il tuo corpo nel futuro? Come te lo immagini? Cerca nelle pagine dei giornali alcune raffigurazioni che si avvicinano alle tue aspettative riguardo al corpo ed incollale sul quaderno. A questo punto prova ad elencare le caratteristiche che vorresti possedere da adulto rispetto al tuo corpo. Quali sono gli aspetti a cui ci tieni di più? Ora prova a scrivere una pagina autobiografica sul tuo corpo, aiutandoti, se lo ritieni opportuno, con il modello seguente. RICORDI DI EPISODI Una testimonianza molto remota sul tuo corpo ESEMPIO Se quando sono nato ero magro, con le mani trasparenti - come dicono i miei genitori, mia sorella e mia cugina - dopo sono diventato robusto. La mia mamma per rendere il mio corpo più robusto mi faceva bere un ricostituente che che si chiamava Proton. Un ricordo di come sentivi il tuo corpo nei confronti dei tuoi compagni ESEMPIO Alla scuola materna capii che il mio corpo era forte: Nessuno dei miei compagni mi eguagliava nella lotta e nella corsa, anche quelli più grandi di un anno non riuscivano a battermi. Pensavo di essere invincibile e allora facevo il prepotente. Il ricordo di avere scoperto che il tuo corpo è diverso da come l'immaginavi ESEMPIO bambino". o". Mi ricordo che mi piacevo da bambino. Tutti mi guardavano e dicevano." Che bel bambin Poi crescendo le cose cambiarono. E' stato terribile quando l'anno scorso mi sono visto di profilo in un negozio di abiti. Mi sembrava incredibile che quel bel naso diritto che credevo di avere si fosse trasformato in un promontorio ricurvo. Non osavo credere ai miei occhi, ma dovetti rassegnarmi, anche se non capivo quando poteva essere successa una cosa tanto disgustosa. Le preoccupazioni degli altri per come usi il tuo corpo ESEMPIO 11 Sono sempre stato molto contento del mio corpo perché mi permetteva di fare fare cose che gli altri non riuscivano a fare altrettanto bene. Per questo ero un po' spericolato. La mamma quando parliamo di quando ero "tremendo" ricorda sempre che una volta rischiò di morire di spavento vendendo che un camion stava per investirmi mentre mentre gli andavo incontro in bicicletta senza guardare. Poi, come per miracolo dice di aver visto che sterzavo bruscamente, evitando il camion per un soffio. Laboratorio dei ricordi: le tue emozioni Leggi il brano che segue. Cos'è stato? stato? si domandò Trisha girandosi da quella parte. Il suo cuore accelerò dal passo al piccolo trotto al trotto. Ancora qualche secondo e si sarebbe messo a galoppare e allora avrebbe galoppato anche lei, di nuovo vittima del panico, via come un cervo inseguito inseguito da un incendio nella foresta. (…) "Niente, non era niente", disse. La sua voce era bassa e rapida molto simile alla voce di sua madre, anche se lei non lo sapeva. Ora la sentiva arrivare, la sentiva uscire dai pini e farsi sotto una volta per tutte: la cosa speciale del truce trottolino, il Dio dei Perduti del sacerdotesacerdote-vespa. La si poteva chiamare come si voleva, il signore dei luoghi tenebrosi, l'imperatore del sottoscala, il peggiore incubo di tutti i bambini del mondo. Qualunque cosa fosse, aveva finito finito di giocare con lei, l'aveva smessa di stuzzicare, in pepsiese. Avrebbe semplicemente gettato via i rami sotto i quali si era infilata e l'avrebbe divorata viva. viva S. King, La bambina che amava Tom Gordon, Milano, Sperling & Kupfer. 12 Il brano che ti abbiamo appena proposto è stato scritto da un autore contemporaneo chiamato Stephen King e ha lo scopo di introdurre l'argomento delle emozioni. Secondo te, di quali emozioni si parla nel brano? Tu hai mai provato emozioni simili a quelle della piccola Trisha? Prova a raccontare un episodio. Ti è capitato di riflettere sulla paura che hai provato? Come percepivi le mani, il cuore, il respiro? Ora sei pronto per mettere in scena le paure. Immagina di dover drammatizzare questa emozione in una scenetta. In collaborazione con un tuo compagno inventa una situazione. Aiutati con la traccia seguente. Chi (i personaggi) - Dove (il luogo) - Quando (i tempi) - Perché (quali sono le cause) Che cosa succede - Le reazioni fisiche - Il comportamento dei personaggi (che cosa hanno fatto). Con l'aiuto dei tuoi genitori e familiari prova a completare, sul quaderno, la scheda seguente. Età Situazione che faceva paura Rimedio Fino a 2 anni 2 anni 4 anni 5 anni …………… Possiamo concludere che la capacità di emozionarsi può restare nel tempo, ma probabilmente cambiano i motivi che la provocano. Magari tu sei uno di quelli che oggi non provano più paura o si vergognano di provarla. Noi sosteniamo che è meglio continuare a provare emozioni, anche quelle poco gradevoli, perché rendono la vita piena di colori. Quello che è più importante è saperle riconoscere e saperle incanalare nel modo più vantaggioso per noi. I rimedi non sono tutti uguali. Alcuni possono ridurre la "libertà" di una persona, altri permettono di non rinunciare ai propri interessi. La paura è un'emozione molto forte, ma ce ne sono altre ancora che magari non sono intense come lei, ma che permettono alle persone di godere di esperienze significative. Incolla sul tuo quaderno delle vignette in cui i personaggi manifestano qualcuna delle seguenti compiacimento. emozioni: stupore, 13 vergogna, senso di colpa, fastidio, Prova a raccontare un episodio in cui tu hai provato una delle emozioni individuate nelle immagini. Quali emozioni ti piacerebbe continuare a provare così come le hai già provate? Perché? Quando ti immagini grande quali emozioni non vorresti più provare? Perché? Ora prova a scrivere una pagine autobiografica sulle emozioni che hai provato, aiutandoti, se lo ritieni opportuno con il modello seguente. La testimonianza più remota ESEMPIO Appena nata la mamma aveva molto latte e tutti pensavano che fosse nutriente. Ma io piangevo spesso e sembravo molto arrabbiata. Chiedevo di attaccarmi al seno più di quanto fosse necessario. necessario. Scoprirono dopo che avevo ancora fame perché il latte non era sufficientemente ricco. Un ricordo di chi stava con te quando eri piccolo ESEMPIO ESEMPIO La nonna spesso doveva recarsi dai suoi parenti e io era combattuta se seguirla o rimanere a giocare con mia sorella. sorella. Mi coglieva una profonda ansia perché avrei voluto fare entrambe le cose. Così finivo per piangere disperata e nessuno riusciva a consolarmi. Un ricordo di un'emozione positiva riguardo alla scuola e una testimonianza di chi era presente ESEMPIO Mi piaceva piaceva la scuola prima ancora di frequentarla. La mia amica Anna che aveva un po' di anni più di me, un giorno venne a prendermi e mi portò con lei. Mentre ci avviavamo a piedi verso scuola uola e la maestra mi fece l'edificio scolastico ero al settimo cielo. Anna racconta che arrivai a sc sedere accanto a lei. Io ero così attenta a quello che succedeva che non disturbai per nulla la lezione. 14 ORA TOCCA A TE! Continua con: Un ricordo di quando avevi pochi mesi (osservando una tua foto) e una testimonianza di chi era presente; Un ricordo di emozioni provate in famiglia; Un ricordo dell'infanzia relativo alla paura; un ricordo relativo a emozioni con compagni di scuola. (da P. Farello, F. Bianchi, LABORATORIO DELL'AUTOBIOGRAFIA, Trento, Erickson) CLASSE SECONDA Descriviti seguendo questa traccia: Nome e soprannomi - età - segni particolari - segno zodiacale e sue caratteristiche hobby - piatto preferito - squadra del cuore - animale preferito - colore preferito se ho un po' di soldi - quando mi arrabbio - la più grande soddisfazione - un dolore - il peggior difetto - la più bella qualità - il sogno nel cassetto - gli amici dicono di me… COME STO CON GLI ALTRI Quando sei con gli altri sei disinvolto o sei timido? Verificalo rispondendo alle domande di questo test. Per le risposte vai a pagina 17. sì no 1. Temo spesso che gli altri mi disapprovino 2. Ho spesso la sgradevole sensazione di avere fatto delle gaffes o di avere offeso qualcuno 3. Mi accade spesso di temere che gli altri mi considerino poco intelligente o ignorante (anche se io sono convinto di non esserlo) 4. In classe partecipo poco alle discussioni di gruppo e se parlo mi sento nervoso 5. Sono spesso imbarazzato quando devo parlare con una persona di sesso opposto 15 6. Nel gruppo, se c'è qualcuno che non conosco, mi risulta difficile prendere la parola 7. Se parlo con una persona sconosciuta, o autorevole mi sento quasi sempre in imbarazzo 8. Mi riesce difficile guardare gli altri dritto negli occhi 9. Ho difficoltà a chiedere aiuto quando ne ho bisogno 10. Ho spesso difficoltà a dire "no" o a far valere i miei diritti 11. Odio essere al centro dell'attenzione VINCERE LA TIMIDEZZA… Alla tua età, anche se non sembra, spesso si è timidi perché si avvertono in sé dei cambiamenti e si teme il giudizio degli altri. Si teme il futuro che si sente spesso come minaccioso e si vorrebbe essere presenti dappertutto ma nello stesso tempo rendersi invisibili. In quale occasione hai provato anche tu il desiderio di mimetizzarti, di renderti invisibile? Se sei un tipo timido non preoccuparti, la timidezza può essere affrontata e vissuta serenamente se le impedisci di diventare un ostacolo fra te e gli altri. Una psicologa, Anna Oliveiro Ferraris, ti aiuta a riconoscere i segni della timidezza, a capirne le cause e, per quanto possibile, ad affrontarla, mettendo in atto le giuste strategie. 16 Gli effetti. effetti. Per averli sperimentati direttamente o averli osservati negli altri, tutti conoscono i segni della timidezza: senso di paralisi, impossibilità di esprimersi, esprimersi, panico, rossori, imbarazzo. La timidezza cronica è la paura di comportarsi in modo sbagliato e deriva da un triplice sentimento d'incapacità, di inferiorità e di colpa. Non tutti però sono intimiditi dalle stesse situazioni. C'è chi è timido soltanto soltanto con le persone sconosciute; chi lo è con le persone dell'altro sesso; chi è timido in presenza di persone autorevoli e chi non riesce a parlare in pubblico o in un gruppo di amici. Le cause. cause. Anche le cause che sono alla radice delle diverse forme di timidezza timidezza non sono sempre le stesse: a volte è il temperamento ad avere il ruolo principale; altre volte c'è lo stile di vita: un'infanzia iperprotetta oppure l'essere stati abituati a vergognarsi delle proprie azioni, dei sentimenti. Che cosa fare per combattere combattere la timidezza? L'autoterapia. Una prima indicazione, che viene fornita da coloro che si occupano di questo problema, è quella di concentrarsi meno su di sé e più sugli altri. C'è spesso nelle persone timide un eccesso di autocoscienza che blocca la spontaneità. spontaneità. Il timido si sente "diverso" dagli altri. Deve invece considerare che molte persone provano lo stesso tipo di emozioni o sentimenti. In una certa misura le reazioni della timidezza sono universali e la vera differenza tra il timido e il non timido timido è il modo in cui ci si valuta. Il timido reagisce più intensamente a quel genere di situazioni di fronte a cui tutti provano un certo timore. Invece di ascoltarsi troppo, è bene che ascolti e osservi gli altri e che impari a intervenire. Il rilassamento. rilassamento. Altre tecniche d'autoterapia sono il rilassamento, che è uno dei diretti antidoti dell'ansia; la respirazione; l'imporsi di esprimere le proprie opinioni ed emozioni, siano positive o negative; impegnarsi a interagire procedendo a piccoli passi e iniziando iniziando dalle situazioni più semplici, come chiedere indicazioni, offrire aiuto, fare qualche osservazione sul tempo, per passare poi a situazioni più "difficili" come accettare i complimenti, sorridere, guardare negli occhi, iniziare a sostenere una conversazione.. conversazione.. Il controllo. Esercitandosi si può imparare a controllare i propri pensieri che sono la prima causa delle difficoltà provate dalla persona timida.(…) D'altro canto non c'è nessuno di più esasperante di una persona troppo sicura di sé. Soluzioni del questionario di pagina 15. Tre livelli di difficoltà; risposte: da 1 a 4 "sì" hai qualche insicurezza"; da 5 a 7 "sì" non sei una persona molto disinvolta; da 8 a 11 "sì", può darsi che gli altri ti considerino un tipo chiuso, in realtà sei un vero timido. 17 AUTOSTIMA 1. 2. 3. 4. 5. Quando Quando Quando Quando Quando faccio un errore, penso… i miei amici si arrabbiano con me, mi dico… non riesco a fare qualche cosa che i miei compagni fanno, penso… mi guardo allo specchio, penso… nel gruppo mi snobbano, mi dico… STILE DI ATTRIBUZIONE ??? Quando non riesco in qualche cosa: chiedo aiuto agli adulti chiedo aiuto a un compagno lascio stare il problema mi metto di impegno per risolverlo GRATIFICAZIONE IMPLICITA ESPLICITA ??? Quando prendi un bel voto ti senti soddisfatto e non lo racconti a nessuno lo racconti a casa per essere lodato lo racconti agli amici per sentirti importante pretendi un premio in contraccambio 18 O RELAZIONI ??? Quanto sei disposto a collaborare ed aiutare gli altri a casa, a scuola, gli amici di gioco? Fino a che punto sei disposto ad aiutarli? cerchi di venire coinvolto il meno possibile consoli a parole presti aiuto concreto Ognuno di noi è spontaneamente portato, nelle cose che gli succedono, ad attribuire il risultato positivo o negativo a cause differenti: ad esempio, se arrivi in ritardo a scuola, quali sono le cause che spontaneamente ti vengono in mente? Tu potresti dire che è colpa del traffico o della sveglia che non è suonata. L'insegnante, invece, potrebbe pensare che dovevi svegliarti prima. Come vedi, indipendentemente dai motivi reali, attribuiamo sempre delle cause a ciò che succede intorno a noi. Nel seguente questionario ti saranno presentate delle situazioni scolastiche in cui potresti esserti trovato. Prova a scegliere, tra quelle proposte, le cause che, secondo te, potrebbero aver determinato quel risultato. Cerchia ogni volta la lettera indicante la causa che tu ritieni più importante. 1. In un compito di matematica hai eseguito tutti gli esercizi correttamente. Perché è successo questo? a) Sono stato fortunato. b) Ce l'ho messa tutta. c) Sono bravo. d) Era facile. Sono stato aiutato. 2. a) b) c) d) e) Nei compiti svolti a casa hai fatto molti errori. Come mai? Non mi sono impegnato. Non sono stato aiutato. Erano difficili. Sono sfortunato. Non sono bravo. 19 3. Devi presentare la relazione su un libro che hai letto. Lo fai in modo chiaro e preciso e tutti ti seguono con interesse. Perché? a) Era facile. b) Sono bravo. c) Sono stato aiutato. d) Per caso. e) Mi sono impegnato. 4. Ti viene chiesto di risolvere un esercizio alla lavagna, ma tu fai scena muta. Perché? a) Non sono stato capace. b) Non sono stato aiutato. c) Non mi sono impegnato. d) Era difficile. e) Sono sfortunato. 5. a) b) c) d) L'interrogazione di storia è andata molto bene. Come mai? Per caso. Mi sono impegnato. Sono bravo. Era facile. 6. a) b) c) d) e) Ti assegnano un esercizio di lingua straniera e commetti molti errori. Come mai? Non sono stato aiutato. Non sono portato per le lingue. Non mi sono impegnato. Era difficile. Per caso. 7. a) b) c) d) e) In una discussione in classe il tuo intervento è molto apprezzato. Perché? Mi sono impegnato. Per caso. Sono bravo. Sono stato aiutato. Era facile. 8. Per casa dovevi rispondere ad alcune domande di geografia, ma ne hai sbagliate parecchie. Perché? a) Erano troppo difficili. b) Non mi sono impegnato. c) Non sono stato aiutato. d) Sono stato sfortunato. 20 e) Non sono stato capace. Valuta ora le tue risposte. Come è ora il tuo stile di attribuzione? Ci sono stati dei cambiamenti? Secondo te a che cosa sono dovuti? Discutine in classe confrontando le tue idee con quelle dei compagni. NUMERO DELLA DOMANDA 1 2 3 4 5 6 7 8 RISPOSTE RELATIVE A FATTORI INTERNI b c a e b e a c b d b c a c b e LE MIE RISPOSTE TOTALE RISPOSTE N.__________ Se 6, 7 o 8 risposte coincidono con quelle indicate relative a fattori interni significa che attribuisci solitamente la causa dei tuoi risultati scolastici a fattori interni che dipendono da te, come l'impegno personale e le tue capacità. Questo è un atteggiamento positivo che ti aiuterà a utilizzare le strategie di studio imparate finora e a cercarne di nuove. Se coincidono soltanto 1, 2 o 3 risposte significa che hai la tendenza ad attribuire la causa dei tuoi risultati scolastici a fattori esterni che non dipendono da te, come la fortuna, la difficoltà del compito, l'aiuto degli altri. In questo caso sei in una posizione di svantaggio perché potresti essere poco motivato ad applicare le strategie di studio che ti sono state insegnate. Infatti l'uso di strategie di studio richiede un lavoro personale e la fiducia nelle proprie capacità. Devi credere in questo se vuoi ottenere una buona preparazione. Ricordati che le cosiddette "doti personali" si sviluppano attraverso l'esercizio di esperienze appropriate. Nessuno studente, nemmeno il tuo compagno di classe classe più bravo, è nato con questa abilità ma l'ha sviluppata nel tempo, attraverso il lavoro personale. Trova ora tu altre situazioni della tua vita - a casa, con gli amici, nello sport, nel gioco - in cui mettere alla prova il tuo stile di attribuzione. Procedi, ad esempio, così: 21 Il mio stile di attribuzione nello sport 1. La mia squadra sta perdendo un mach importante. Perché? a) Siamo sfortunati. b) Gli avversari sono molto più forti di noi. c) Non mi sto impegnando al massimo. d) L'allenatore ha sbagliato la formazione e la strategia del gioco. 2. a) b) c) d) La mia squadra sta vincendo. Ho dato tutto me stesso. I nostri avversari sono delle schiappe. L'arbitro era dalla nostra parte e ci ha favoriti. Abbiamo avuto un sacco di fortuna. … … … prova a continuare tu… … … Nei rapporti con gli altri io sono così Ti proponiamo un test, che è quasi un gioco, che ti aiuta a capire come ti comporti con gli altri. 1. Quando sei in un gruppetto di amici: a) Tendo a punzecchiarli, a prenderli in giro. b) Cerco di dire battute spiritose anche se sono un po' forti. c) Preferisco rapporti seri e sereni. 2. Quando vai a trovare persone che non conosci, quando arrivi in una classe nuova: a) Me ne sto sulle mie ad aspettare che qualcuno mi rivolga la parola. b) Sono timido ed anche un po' diffidente. c) Entro facilmente in contatto con i ragazzi e le ragazze della mia età. 3. Quando discuti con gli altri: a) Critico spesso e interrompo. b) Ogni tanto intervengo ma mi interessa poco quello che dicono gli altri. c) So ascoltare e lascio parlare gli altri. 4. Quando un compagno ti confida qualcosa: a) Ne parlo alla prima occasione. b) Se la cosa è particolarmente stuzzicante non resisto e la racconto. 22 c) La tengo per me. 5. Se ti viene chiesto un favore che puoi fare: a) Rifiuto, di solito, perché non mi piacciono gli scrocconi. b) Esaudisco la richiesta solo se la persona mi è simpatica. c) Cerco di esaudire la richiesta della persona. 6. Durante il gioco: a) Faccio di tutto per vincere senza guardare in faccia nessuno. b) Se perdo tengo il broncio. c) Sono sempre leale, apprezzo il bel gioco e non faccio drammi se perdo. 7. Se la tua classe è divisa in gruppi contrapposti: a) Sto con il gruppo più forte e peggio per gli altri. b) Penso che le divisioni siano inevitabili. c) Cerco di costruire unione ogni volta che mi è possibile. 9. a) b) c) Durante una gita in compagnia: Preferisco starmene per conto mio ascoltando musica con le cuffie. Mi annoio. Porto giochi e invento storielle per tenere allegra la compagnia. 10. Quando un compagno fa qualcosa: a) Rilevo subito gli sbagli ed i difetti, anche quelli più piccoli. b) Minimizzo i meriti del mio compagno. c) Metto in risalto gli aspetti positivi del suo lavoro e mi congratulo senza imbarazzo con lui. ORA TOCCA A TE: Scrivi un testo su ciò che hai ricavato dalle tue risposte. Ti aiuteremo ora a conoscere alcune caratteristiche del tuo stile di vita, ovvero del modo in cui pensi a te stesso - che chiameremo PERCEZIONE DI SE' - del modo in cui pensi al mondo che ti circonda e stabilisci relazioni con gli altri - che chiameremo SENSIBILITA' SOCIALE - del modo in cui affronti le situazioni - che chiameremo STILE COGNITIVO. 23 ❤ Ti diamo alcune frasi in modo disordinato: scegli quelle che meglio ti rappresentano e poi scrivi un testo. Gli altri ti appaiono sempre migliori e più fortunati di te - ti senti spesso preda di un diffuso senso di inferiorità che può spingerti verso inutili rinunce o esagerate lotte per superarti - sei spesso in difficoltà con gli altri e cerci di superare questo problema sentendoti migliore o diverso da tutti gli altri: insomma un tipo un po' speciale - valorizzi la tua sensibilità e capacità - ti occupi degli altri ma senza dimenticare te stesso - sei sempre fin troppo disponibile verso i tuoi amici - se hai delle difficoltà non ne fai parola con nessuno - quando incontri qualcuno diverso da te lo ignori - ascolti volentieri gli altri e cerchi di imparare in ogni occasione - se incontri una persona sconosciuta ti comporti amichevolmente - se devi affrontare una situazione difficile preferisci farlo subito senza rinviare - pensi che nella vita si può sempre migliorare - sai calarti nei panni degli altri e capire le motivazioni dei loro comportamenti - sei sempre pronto a giustificare chi sbaglia - non perdoni facilmente un torto subito - se hai un problema ne parli con qualcuno e chiedi aiuto per risolverlo - se qualcosa ti va storto pensi che tanto per te non c'è speranza - se un tuo amico ti ignora lo affronti e gli chiedi il motivo del suo atteggiamento - se prendi un voto negativo in un compito o in una interrogazione, che credevi di avere fatto bene, decidi che non vale più la pena di studiare quella materia - se i tuoi genitori ti danno un ordine che non condividi lo esegui lo stesso senza lamentarti - se vedi qualcuno in difficoltà sei pronto a dargli una mano anche se non è della tua cerchia di amici - non ti piacciono i "criticoni" - hai spesso l'impressione di essere fragile e di non farcela eviti di confrontarti con gli altri perché temi le brutte figure . Ti basi sulle prime impressioni o sulle emozioni che provi? In qualsiasi situazioni cerchi di avere un quadro complessivo, tenendo contemporaneamente presenti più elementi ed aspetti? Trovi subito un modo per arrivare alla conclusione senza dover passare per tutti gli stadi intermedi? SE TI RICONOSCI IN QUESTI ASPETTI VUOL DIRE CHE HAI UNO STILE DI PENSIERO IMPULSIVO - GLOBALE - INTUITIVO. E' uno stile che può risultare utile quando è bene raggiungere presto gli obiettivi, è però poco adatto quando è necessario compiere passi che richiedono riflessione, riflessione, in cui occorre avere "sangue freddo" o in cui le prime impressioni possono ingannare. Fai pure affidamento inizialmente sul tuo "fiuto", ma dovresti, prima di passare all'azione, pensarci su ancora un poco per verificare di non essere fuori strada. Dedichi tempo a pensare prima di agire? 24 Prendi in esame tutti gli elementi di una situazione o di un problema uno alla volta? Procedi preferibilmente secondo un piano, anziché affidarti all'ispirazione del momento? SE TI RITROVI IN QUESTI ASPETTI VUOL DIRE CHE HAI UNO STILE DI PENSIERO RIFLESSIVO - ANALITICO - SISTEMATICO. E' uno stile che in genere permette di evitare di correre grossi rischi o di cadere in gravi errori, che abitua ad avere una mente ordinata. Se questo è il tuo stile di pensiero pensiero sappi sfruttarne i pregi ma vedi di non diventarne vittima: in qualche occasione è opportuno anche rischiare o affidarsi a ciò che ci sembra bene, se non ci si vuole paralizzare nell'attesa o nell'indecisione. Il diventare troppo meticoloso e preciso preciso può portare a un impoverimento e a perdere di vista l'essenziale. ORA SEI IN GRADO DI TRACCIARE UN PROFILO DI TE STESSO AIUTANDOTI CON QUESTA TRACCIA: LE RISORSE EMOTIVO-RELAZIONALI Nell'apprendimento: ❏ dimostro volontà ? Quando, in che circostanze? ❏ dimostro determinazione e costanza? Quando, in quali circostanze? ❏ so riconoscere i motivi dei miei successi/insuccessi? ❏ sono consapevole delle mie competenze? Nei rapporti interpersonali: ❏ sono aperto e comunicativo con gli altri, compresi gli adulti e le persone sconosciute? ❏ collaboro con i compagni, anche con quelli non tanto simpatici? ❏ ho un atteggiamento amichevole con tutti? ❏ rispetto i ruoli? ❏ mi lascio condizionare facilmente? Sul piano dell'emancipazione personale ❏ sono sicuro di me stesso? ❏ sono autonomo? ❏ ho fiducia nelle mie capacità? ❏ sono coerente con me stesso? ❏ so prendere decisioni? 25 LE QUANTITA'/QUALITA' DI CONOSCENZE E LA LORO APPLICAZIONE possiedo contenuti in: _______________________________________________________________ ho imparato ad applicare le seguenti operazioni disciplinari: _______________________________________________________________ so usare gli strumenti disciplinari: _______________________________________________________________ LA PADRONANZA DI STRATEGIE E PROCESSI COGNITIVI ❏ so pormi problemi? ❏ so organizzare le conoscenze, pianificarle per uno scopo, ordinarle in un mio sistema? ❏ so elaborare le conoscenze (trasferire gli apprendimenti, generalizzare i concetti, definire proprietà e principi, elaborare un linguaggio interiore); e proporre dei ragionamenti (spiegare, esemplificare, interpretare, operare) su dati, informazioni, fatti, procedimenti? ❏ so trovare dei collegamenti tra le conoscenze? ❏ ho un metodo di studio adeguato alle mie capacità ? ❏ so controllare e valutare il mio lavoro (verificare adeguatezza, selezionare procedure, ricercare esiti migliori)? ❏ so utilizzare strumenti diversi per affrontare un argomento di studio? ❏ comunico quanto appreso in modo chiaro ed efficace? Ora prova tu a cercare su libri e riviste dei questionari che ti servano a conoscerti meglio e allegali al tuo Quaderno di di lavoro. Scopri, con l'aiuto dei tuoi genitori , dei tuoi amici e dei tuoi insegnanti, quali sono i tuoi punti di forza e scrivi un elenco di buoni propositi per rafforzarli! 26 CLASSE TERZA Per quanto riguarda l'Orientamento (e non solo!) questo sarà per te un anno molto impegnativo. Ti elenchiamo una serie di obiettivi ai quali dovrai mirare. Attenzione: alcuni dovrai solo perfezionarli, altri dovrai conquistarli un po' alla volta! Sottolinea, dunque, in blu i primi, in rosso i secondi. Ti consigliamo di andarli ogni tanto a rivedere nel corso dell'anno scolastico. ❤ riflettere sulle motivazioni allo studio ❤ migliorare la partecipazione in classe ❤ imparare a organizzare il proprio tempo ❤ imparare a organizzare lo studio ❤ imparare a organizzare le idee ❤ imparare a studiare con metodo ❤ imparare ad autovalutarti, cioè a riconoscere i tuoi interessi e le tue attitudini, a diventare consapevole della tua identità ❤ imparare a fare progetti ❤ imparare a raccogliere informazioni ❤ imparare a scegliere Inizia facendo il punto su te stesso come hai imparato negli anni scorsi QUESTIONARIO DI AUTOVALUTAZIONE Penso di avere le seguenti qualità: 1. Fiducia in me stesso, intraprendenza e indipendenza Quante cose so fare da me senza attendere che qualcuno mi insegni o mi aiuti? 2. Spirito di iniziativa Sono disponibile a prendere iniziative e a pensare alle cose da fare? 3.Responsabilità e affidabilità Inizio un lavoro o un compito e lo svolgo meglio che sia possibile senza bisogno di essere controllato? 4.Perseveranza e determinazione Persevero nel condurre a termine ciò che ho iniziato anche se è difficile? 5.Accuratezza Faccio le cose in modo accurato invece che malamente e in fretta? 27 6.Originalità e creatività Penso le cose da me senza copiarle da altri? 7. Adattabilità e flessibilità Fino a che punto sono disposto a cambiare opinione e attitudini, quando le circostanze cambiano? 8.Energia ed entusiasmo Quanta energia ed entusiasmo dimostro quando intraprendo qualcosa da fare? 9.Relazioni con adulti Come mi trovo con le persone adulte nelle diverse circostanze? 10.Relazione con compagni Come mi trovo con i compagni nelle diverse circostanze? 11.Collaborazione Quanto sono disposto a collaborare e ad adattarmi agli altri? 12.Coscienza degli altri Fino a che punto sono capace di ascoltare, comprendere e simpatizzare con le persone che hanno qualche problema? 13.Apparenza Come appaio alla gente per il mio aspetto esteriore? e ora vediamo che tipo di studente sei…… SEI UNO STUDENTE CHE PARTECIPA? Negli ultimi tempi, a scuola, hai partecipato attivamente al lavoro? Rispondi alle seguenti domande. (a) Negli ultimi tempi hai chiesto spiegazione agli insegnanti tutte le volte che non hai capito qualcosa? (b) Nelle ultime settimane sei intervenuto nelle conversazioni? (c) Che cosa hai detto nell'ultima conversazione in classe? (d) In questi mesi, hai proposto almeno un'iniziativa (esempio: cambiare l'orario di una materia, andare a vedere uno spettacolo, fare un lavoro di gruppo…) ? Quale? (e) Ultimamente ti sei proposto per un incarico o per fare una commissione? Quale? (f) Negli ultimi giorni, hai fatto qualcosa perché l'aula risultasse più ordinata o più pulita, anche se nessuno te l'ha chiesto? Che cosa hai fatto? (g) Nelle ultime settimane hai telefonato ad un compagno assente per avere sue notizie? 28 (h) Nei giorni scorsi hai espresso ai professori le tue opinioni sulle attività che stavi svolgendo, con franchezza ma anche con garbo? Hai detto, almeno una volta, per esempio:" Professore/Professoressa, come è interessante questo argomento!" oppure:"… questo lavoro è un po' noioso!"? (i) Fai un esempio. (j) Negli ultimi mesi, hai collaborato alle attività portando a scuola del materiale? LE RAGIONI DELL'IMPEGNO Perché studi? Studi molto, poco o pochissimo? In ogni caso, prova a chiederti perché, almeno qualche volta, studi: indica con una crocetta le risposte in cui ti riconosci. IO STUDIO ❏ perché non voglio essere sgridato ❏ perché amo la competizione con i compagni ❏ perché voglio mettere alla prova le mie capacità ❏ perché non ho successo in altre cose ❏ perché sento che studiando diventerò una persona migliore ❏ perché voglio dimostrare a tutti che sono intelligente ❏ perché voglio avere stima di me ❏ perché voglio avere un buon rapporto con gli insegnanti ❏ perché da adulto voglio fare carriera ❏ perché voglio avere dei buoni giudizi ❏ perché mi piace sentirmi lodare ❏ perché mi adatto alla realtà: oggi è indispensabile studiare ❏ perché voglio costruirmi un avvenire sicuro ❏ perché se non studio i miei genitori mi castigano ❏ perché sento il bisogno di essere sempre fra i primi ❏ perché studiando spero di capire il mondo ❏ perché studiando conquisto la simpatia e l'affetto dei miei genitori ❏ perché voglio diventare un adulto simile a quelli che io stimo tanto ❏ perché ho degli interessi culturali ❏ perché nella mia famiglia tutti studiano ❏ perché mi piace fare bella figura nelle conversazioni con la gente ❏ perché desidero capire meglio me stesso ❏ perché in futuro non voglio svolgere un lavoro manuale "pesante" ❏ perché mi obbligano a studiare ❏ perché sento il piacere di utilizzare la mia intelligenza ❏ …………………………………………………………………………………………….. ❏ …………………………………………………………………………………………….. 29 L'UTILIZZAZIONE DEL TEMPO Calcola quante ore all'incirca durante una settimana dedichi alle seguenti attività: IN UNA SETTIMANA HO DEDICATO ______________ore allo STUDIO in casa, in biblioteca, da solo, con un compagno ______________ore di LETTURA libera di libri o giornali (non conteggiare le ore impiegate nelle letture assegnate dagli insegnanti) ______________ore alla TV ______________ore allo SPORT o alle ATTIVITA' FISICHE di qualsiasi genere ______________ore agli AMICI per chiacchierare o per divertirmi con loro ______________ore al SONNO ______________ore ai miei FAMILIARI RIFLETTI SULL'USO CHE FAI DEL TEMPO Nella settimana presa in esame, ti pare di avere utilizzato bene il tuo tempo o di averne sprecato un po'? Confronta il tuo bilancio con quello di un compagno che possibilmente abbia abitudini diverse dalle tue. Quali differenze puoi osservare? Mostra il tuo bilancio ai tuoi genitori: poi riporta sul tuo quaderno i loro giudizi o i loro commenti. Mostra il tuo bilancio a un tuo professore: poi riporta il suo giudizio o il suo commento. PROGRAMMA LE TUE ATTIVITA' Impara a programmare le tue attività: non vivere alla giornata, non decidere all'ultimo momento ciò che devi devi fare! Prepara delle tabelle settimanali, oppure prendi l'abitudine di usare un'agenda. Scrivi, giorno per giorno, che cosa ti riprometti di fare. Scrivi anche quanto tempo probabilmente ti costerà ogni impegno. SAI STUDIARE CON UN COMPAGNO? Studiare con un compagno può offrire molti vantaggi, a patto, però, che lo si faccia nel modo giusto. Qualche volta, a casa, studi con un tuo compagno? Lo sai fare nel modo più produttivo? Rispondi alle seguenti domande. Preferisci studiare da solo o con un compagno? Perché? Con quali compagni sei finora riuscito a studiare bene? Da che cosa capisci che lo studio con un compagno è produttivo? Non confondere l'amicizia con la capacità di lavorare bene insieme. 30 Sai scegliere il compagno giusto con cui studiare? sai come si fa per studiare bene insieme? a - Indica con una crocetta i comportamenti che tieni abitualmente con il tuo compagno di studio. b - Poi osserva: se hai fatto poche crocette c'è qualcosa che non va; forse non hai ancora imparato a studiare in compagnia oppure non hai scelto il compagno giusto. ❏ ❏ ❏ ❏ ❏ ❏ ❏ ❏ ❏ ❏ ❏ ❏ tu e il tuo compagno avete un posto per studiare in cui nessuno vi disturba programmi con il tuo compagno il tempo che deve essere dedicato allo studio tu e il tuo compagno sapete fare delle pause di giusta durata e al momento giusto riesci a vincere la stanchezza perché il tuo compagno ti incoraggia riesci a vincere la noia perché insieme al tuo compagno anche le cose noiose possono diventare divertenti; infatti alleggerite la fatica con qualche battuta e con un atteggiamento allegro durante lo studio, tu e il tuo compagno vi controllate a vicenda perché nessuno dei due incominci a parlare d'altro o a fare altro prima studiate le lezioni, poi fate i compiti scritti tu e il tuo compagno confrontate gli appunti presi a scuola: li commentate, ve li spiegate a vicenda; se è il caso li ricopiate per sistemarli bene prima di incominciare a studiare una lezione, tu e il tuo compagno ne fate una prelettura silenziosa, ciascuno per conto proprio fate a turno una lettura della lezione ad alta voce, fermandovi nei punti più difficili; vi aiutate a capire e cercate insieme sul vocabolario le parole che non conoscete a turno esponete ad alta voce la lezione; vi fate delle domande, vi correggete l'un l'altro, vi ricordate le cose che state dimenticando; fate una vera e propria prova di interrogazione svolgendo gli esercizi lavorate a turno: uno fa l'analisi grammaticale di una parola e l'altro controlla se è giusta, uno esegue il passaggio di un'espressione e l'altro controlla…non accade che uno faccia tutto e l'altro si limiti a scrivere sotto dettatura; oppure svolgete individualmente gli esercizi e poi confrontate i risultati QUESTIONARIO SULLO STUDIO Istruzioni: Per ognuna delle affermazioni indicate nel questionario segna nell'apposito spazio: M = molto adatta a me P = a volte adatta a me N = per niente adatta a me 31 ❏ ❏ ❏ ❏ ❏ ❏ ❏ ❏ ❏ ❏ ❏ ❏ ❏ Spesso durante lo studio mi trovo a pensare a cose che non c'entrano Lavoro bene quando intorno a me c'è silenzio e tranquillità Mi capita di trovarmi con i compiti da fare dopo cena Quando studio mi accorgo di tutto quello che mi succede intorno All'inizio del pomeriggio passo in rassegna le cose che devo fare e mi do dei tempi Mi piace studiare ascoltando musica Mi piace studiare guardando la televisione Sono pronto in anticipo per una verifica Quando studio allontano le cose che potrebbero distrarmi Prima faccio le cose che mi piacciono e poi i compiti Fatico a rispettare i tempi che mi do So completare il lavoro prefissato senza interruzioni Quando studio, inizio con le materie che mi serviranno di più il giorno dopo Sai valutarti nelle diverse discipline? Ti presentiamo un questionario di autovalutazione in ITALIANO; su questa base puoi costruire degli altri per le altre materie. QUESTIONARIO DI AUTOVALUTAZIONE IN ITALIANO ❏ ❏ ❏ ❏ ❏ ❏ ❏ ❏ ❏ ❏ ❏ Cosa del programma svolto ti è piaciuto di più? Quale parte ti pare di aver studiato meglio? Quale parte ti pare di aver studiato peggio? Ci sono degli argomenti che non hai studiato affatto? Dove pensi di aver bisogno di aiuti e consigli? lettura composizione scritta e in particolare__________________________ ortografia sintassi (costruzione della frase e del periodo) punteggiatura prendere appunti intervenire nelle discussioni comprensione dei seguenti testi: _______________ lettura dei libri della biblioteca studio della grammatica altro……………………………………………………………………………………………… Quale delle voci su indicate pensi di dover migliorare per prima? Come pensi di poter migliorare i tuoi risultati? 32 LO STILE DI APPRENDIMENTO Ciascuno impara in modo diverso Ciascuno di noi ha un'intelligenza con caratteristiche diverse: quindi ha un modo diverso di imparare. Chi vuole studiare con qualche risultato, deve allora tener conto del proprio tipo di intelligenza. Solo conoscendo le proprie doti e i propri limiti, si possono adottare le tecniche giuste per studiare con profitto. Anche i ragazzi più intelligenti corrono il rischio di impegnarsi senza successo se non lavorano con un metodo adatto alla loro intelligenza. Indica con una crocetta le caratteristiche in cui, almeno in parte, ti riconosci. Poi rifletti sui vantaggi e sugli svantaggi corrispondenti alle tue caratteristiche. CARATTERISTICHE Qual è il tuo modo di capire? VANTAGGI(+) E SVANTAGGI (-) Capisci le cose al volo. Certe volte, in classe, intuisci un esempio, un ragionamento…prima che lo faccia l'insegnante. (+) Puoi imparare a studiare e a svolgere i compiti in fretta. (+) Puoi fare buona impressione sugli insegnanti. (-) Rischi di annoiarti o di distrarti quando gli insegnanti spiegano. (-) Rischi di imparare le cose in modo superficiale e quindi di dimenticarle presto. Spesso hai l'impressione di non aver capito fino in fondo le spiegazioni; hai bisogno che gli insegnanti ti rassicurino dandoti dei chiarimenti. Qualche volta ti ostini a dire che non hai capito solo perché ti sfugge il significato di un particolare. (+) Puoi ricordare a lungo ciò che capisci in modo così riflessivo. (+) Puoi diventare capace di approfondire gli argomenti. (-) Rischi di dedicare troppo impegno (e tempo!) a particolari che non lo meritano. (-) Corri il rischio di essere troppo ansioso. Capisci un argomento quando ne parli con qualcuno, quando "ragioni ad alta voce". Parlando ti si chiariscono delle idee e te ne vengono delle nuove. (+) Puoi ricevere aiuto dagli insegnanti che ti ascoltano. (+) Esprimendo ad alta voce gli argomenti, aiuti la memoria a ricordarli. (+) Puoi diventare un bravo parlatore. (-) Corri il rischio di parlare troppo, senza riflettere abbastanza. (+) Puoi diventare un ragazzo equilibrato, Per capire un argomento nuovo hai bisogno riflessivo, responsabile. di riflettere in silenzio; se ti chiedono (-) Forse non aiuti gli insegnanti a capire subito di parlarne ti si confondono le idee. se hai capito. 33 Impari soprattutto "facendo". Capisci una regola non quando la spiegano gli insegnanti, ma quando la applichi in un esercizio, capisci come funziona una macchina solo quando ne costruisci un modellino o ne fai un disegno. (+) Puoi diventare una persona interessante e attiva, che non si annoia mai. (-) Forse hai ancora troppa difficoltà nell'ascoltare le spiegazioni. (-) Forse non sai ancora lavorare con concetti astratti. Impari soprattutto "osservando"; osservando gli esempi e le illustrazioni del libro, gli esempi dell'insegnante, i compiti svolti dai compagni. (+) Puoi imparare tante cose anche senza l'aiuto degli insegnanti. (+) Puoi utilizzare bene i libri di testo. (-) Rischi di trascurare il testo scritto per osservare solo le parti illustrate dei libri. (-) Rischi di imitare troppo i tuoi compagni invece di cercare soluzioni personali ai problemi. Qual è il tuo modo di fissare l'attenzione? Quando studi o quando ascolti una spiegazione, ti concentri sui concetti-chiave e tralasci tanti particolari che sono, o ti sembrano, inutili. (+) Puoi imparare bene e cogliere il significato generale delle questioni. (+) Puoi imparare in fretta a costruire schemi, scalette e mappe concettuali. (-) Esponendo una lezione rischi di dimenticare molte notizie interessanti. (-) Probabilmente rischi di non curare abbastanza nei particolari i tuoi lavori. Quando studi una lezione quasi tutte le informazioni ti sembrano importanti da ricordare; quando ascolti una spiegazione e prendi appunti vorresti scrivere tutto ciò che dice l'insegnante. (+) Puoi sviluppare una buona capacità di analisi: i particolari non ti sfuggono! (+) Puoi diventare bravo in tutte le attività che esigono una grande attenzione. (-) Esponendo una lezione vuoi raccontare tutto, col rischio di non mettere in evidenza le cose più importanti. (-) Forse perdi molto tempo per curare dei particolari anche inutili dei tuoi compiti. Qual è il tuo modo di comunicare? Sei un tipo di poche parole, quando (+) Non corri il rischio di annoiare la gente con le tue chiacchiere. racconti qualcosa dici solo l'essenziale (-) Corri il rischio di deludere chi ti ascolta se non riferisci particolari interessanti 34 Parli volentieri; quando racconti qualcosa (+)Se conosci bene un argomento ne fai ti dilunghi nei particolari, nelle un'esposizione completa ed efficace. (+) Sei un comunicatore: puoi stare bene in descrizioni, nei commenti… ogni ambiente. (-) Qualche volta annoi chi ti ascolta. (-) Parlando, talvolta dai troppa importanza a particolari irrilevanti. Come preferisci lavorare? (+) Hai una dote importantissima per tutti Lavori volentieri solo quando ti spiegano in gli studenti: sai chiedere aiuto! modo preciso che cosa devi fare; quando (+) Puoi diventare bravissimo nel seguire le lavori fai molte domande all'insegnante. istruzioni. (-) Rischi di essere troppo dipendente dagli adulti, di non diventare autonomo. (-) Rischi di diventare solo un buon esecutore; di saper ubbidire ma di sviluppare poco spirito critico. Ti piace fare un po' a modo tuo gli esercizi, interpretando le consegne; quando lavori non senti il bisogno di fare tante domande agli insegnanti. (+) Non corri il rischio di farti influenzare troppo dagli altri. (+) Puoi diventare un creativo. (-) Rischi di imparare poco perché ascolti poco i consigli di chi sa. (-) Rischi un cattivo rapporto con gli insegnanti. Dai il meglio di te solo se l'insegnante ti è (+) Presti attenzione agli altri, puoi simpatico, se in classe non ti senti solo o diventare molto responsabile. Con la tua sensibilità puoi cogliere delle sfumature che incompreso. agli altri sfuggono. (-) Corri il rischio di non maturare dei veri interessi culturali. (-) Rischi di perdere la tua personalità per dare troppa importanza agli altri. Ciò che ti l'interesse: interessano, impegnarti l'insegnante compagni. fa lavorare è soprattutto per le materie che ti infatti, sei capace di anche se non ti piace e se non ti trovi bene con i (+) Hai le carte per diventare una persona autonoma. (-) Rischi di non impegnarti a migliorare il rapporto con gli altri. 35 QUESTIONARIO DI AUTOVALUTAZIONE RISPETTO ALLE SCUOLE SUPERIORI PRESCELTE Se sei già arrivato a una decisione su quale scuola frequentare dopo la terza media, leggi il seguente esercizio. Dopo aver messo a confronto l'analisi sulle tue caratteristiche (esaminate attraverso le schede che hai compilato) con l'analisi che hai effettuato sulla scuola superiore che hai scelto, poniti i seguenti quesiti: Le aree disciplinari fondamentali sono congruenti con le discipline in cui finora sono meglio riuscito e che comunque più mi attraggono? Su quali discipline mi viene qualche dubbio? La preparazione di base che viene richiesta corrisponde al livello che prevedo di raggiungere a fine III media? A questo proposito, quale risultato emerge dalle varie schede di autovalutazione che ho compilato? Gli insegnanti cosa mi dicono a questo proposito? Mi attraggono le attività di laboratorio? Mi attrae lo studio teorico approfondito? Il grado e il genere di impegno previsto (monte-ore; studio a casa; prevalenza di laboratori; approfondimenti) rispondono alle mie attitudini? Nutro simpatia e attrazione per questa scuola superiore? Perché? Ora, riepilogando le risposte che ho dato, voglio classificare i miei principali timori_______________________________________ speranze_____________________________________ attese/certezze_______________________________ Prevalgono i timori o le speranze o le attese, certezze? Ma soprattutto: quale effettivo peso hanno gli argomenti a favore degli uni e delle altre? Bibliografia R. BISSACA, M. PAOLELLA, Biblioteca, Schede per gli insegnanti, Lattes Aa.Vv., L'arte di leggere, La Nuova Italia PROGETTO ORIENTAMENTO, CD del Ministero della Pubblica Istruzione, Direzione Generale dell'Istruzione secondaria di I grado, 1999 P. COMALINI, G. MUSCHIALLI, Il colore dei testi, Materiali per l'insegnante e per la classe, Archimede edizioni 36 RELAZIONE FINALE DEL PROGETTO ORIENTAMENTO Caro/a__________________________ questa è la relazione di Orientamento che è stata elaborata sulla base delle risposte che hai fornito agli esercizi che ti sono stati proposti durante questi anni scolastici. Le tue risposte hanno consentito la costruzione di un profilo generale di orientamento articolato nelle seguenti parti: 1. le mie capacità, le mie difficoltà; 2. la mia personalità; 3. profilo della motivazione scolastica, delle strategie e del metodo di studio; 4. profilo degli interessi professionali. Come avrai notato, in ogni parte, sono emersi dei "punti di forza" e "di debolezza". I "punti di forza" corrispondono ai tuoi interessi e alle tue abilità. In futuro ciò ti sarà utile per aiutarti nella scelta del percorso scolastico successivo alla scuola media. Ti invito a riflettere su queste quattro parti tutte ugualmente importanti ai fini delle tue scelte future: A. I miei interessi professionali e culturali (e cioè: "Di che cosa mi piacerebbe occuparmi per lavoro e di che cosa nel tempo libero?"). B. Il mio profilo psicoattitudinale (e cioè:" Quale tipo di studio mi è più congeniale?"). C. La motivazione scolastica, le strategie e il metodo di studio (e cioè: "Quale importanza attribuisco allo studio e quanto è efficace il mio modo di studiare?"). D. Le abilità di problem solving (e cioè: "Quanto sono capace di far fronte alle difficoltà ed ai problemi?"). Ti ricordo che questo lavoro di Orientamento si concluderà con un consiglio orientativo formulato dai tuoi insegnanti. L'insegnante referente per l'Orien l'Orientamento tamento della classe III Prof. _________________ 37 LA COMPILAZIONE DI QUESTA PARTE TOCCA A TE! (per ognuna delle voci esprimi un tuo giudizio o un tuo commento) LE MIE CAPACITA' - LE MIE DIFFICOLTA' ❏ Capacità metacognitive (=conoscenza e controllo del mio modo di pensare e ragionare) :_____________________________________________________ ________________________________________________________________ ❏ Iniziativa - Responsabilità:_________________________________________ ________________________________________________________________ ❏ Livello di motivazione intrinseca (=spinta interna a fare le cose):______________ ________________________________________________________________ ❏ Capacità (logiche, espressive, motorie, pratiche,… …):______________________ ________________________________________________________________ LA MIA PERSONALITA' Percezione di sé; percezione degli altri; controllo emotivo; tolleranza alla frustrazione; persistenza; autonomia; responsabilità:________________________ ________________________________________________________________ Sensibilità sociale; solidarietà verso gli altri; capacità di ascolto; cooperazione; rispetto dei ruoli; partecipazione:_______________________________________ ________________________________________________________________ PROFILO DELLA MOTIVAZIONE SCOLASTICA E DEL METODO DI STUDIO Riporta i giudizi del questionario "Imparare a studiare" relativamente alle seguenti voci: gestione del tempo di studio (saper programmare):__________________________ ________________________________________________________________ controllo dell'ansia e della paura delle verifiche:____________________________ ________________________________________________________________ motivazione nei confronti dello studio:___________________________________ ________________________________________________________________ analisi ed elaborazione delle informazioni (saper collegare le conoscenze nuove con le vecchie):_________________________________________________________ ________________________________________________________________ strategie di studio (sottolineare, utilizzare grafici e mappe personali, ecc.):________ ________________________________________________________________ procedure di autocontrollo dell'efficacia dello studio (rivedere e riesaminare ciò che si studia):________________________________________________________ ________________________________________________________________ modalità di prendere appunti:__________________________________________ ________________________________________________________________ 38 selezione delle idee principali durante la lezione:____________________________ ________________________________________________________________ atteggiamento verso la scuola:_________________________________________ ________________________________________________________________ concentrazione:____________________________________________________ ________________________________________________________________ PROFILO DEGLI INTERESSI PROFESSIONALI Asse dell'operatività (= livello di coinvolgimento diretto nella realtà):_____________ ________________________________________________________________ Asse della socialità (=livello di interesse a stare con gli altri):__________________ ________________________________________________________________ Asse dell'attrazione (=livello di attrazione verso attività che danno facili guadagni ma scarsa soddisfazione personale):________________________________________ ________________________________________________________________ Asse del rischio (=livello di accettazione della non sicurezza):__________________ ________________________________________________________________ PROFILO DI INTERESSI Ho raggiunto un livello di interessi più elevato nelle seguenti AREE:______________ ________________________________________________________________ Rispetto a queste aree di interesse ho selezionato i seguenti percorsi scolastici: ________________________________________________________________ Lo/a Studente/essa ____________________ Il genitore ____________________ L'insegnante _________________ 39 PROFILO DI ORIENTAMENTO DELL'ALUNNO____________________________________ La valutazione delle attività che ______________________ha svolto nel corso del triennio, nell'ambito del PROGETTO ORIENTAMENTO programmato dal Consiglio di classe e teso a individuare : 1. le sue motivazioni; 2. i suoi interessi; 3. le sue attitudini; 4. la quantità e qualità delle sue conoscenze; 5. le sue risorse emotivo-relazionali; 6. il suo stile cognitivo; ha consentito di elaborare il seguente profilo relativo ai punti suddetti: 1. 2. 3. 4. 5. MOTIVAZIONE INTERESSI ATTITUDINI CONOSCENZE RISORSE EMOTIVO RELAZIONALI 6. STILE COGNITIVO 40 Consiglio Orientativo formulato dagli insegnanti del Consiglio della classe 3^ Ai genitori dell’alunno/a__________________________________________________della classe______ Il Consiglio di classe nella seduta del _______________ ,dopo aver preso in esame le attività inerenti l'Orientamento, considerati: gli interessi manifestati a scuola da parte dell’alunno/a; le sue attitudini personali; la sua motivazione allo studio; il rendimento scolastico accertato nel corso degli studi da lui/lei fin qui seguiti; le attività proposte sull’Orientamento dall’Istituto comprensivo e dal Consiglio di classe; suggerisce l’iscrizione per l’anno scolastico ________ a un: Corso di Formazione Professionale Istituto Professionale Istituto Tecnico Liceo Altro___________________________________________________________________________ Per il Consiglio di classe Il Coordinatore Prof. 41 CEDOLINO DA RESTITUIRE FIRMATO AL COORDINATORE DELLA CLASSE Il sottoscritto genitore____________________________________________________________________ Dell’alunno/a______________________________________________________della classe___________ DICHIARA di aver preso visione del CONSIGLIO ORIENTATIVO, di essere d’accordo con quanto suggerito e di optare, pertanto, per l’iscrizione del/la figlio/a alla seguente scuola: Denominazione Istituto Sede di di aver preso visione del CONSIGLIO ORIENTATIVO, di NON essere d’accordo con quanto suggerito e di optare per l’iscrizione del/la figlio/a alla seguente scuola: Denominazione Istituto Sede di Firma di uno dei genitori o di chi ne fa le veci Data, ……………………….. Nel caso di genitori separati/divorziati è prevista la firma di entrambi i genitori (cfr. articolo 155 del codice civile, modificato dalla legge 8 febbraio 2006, n. 54). 42