“The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 1 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli L’APPRENDISTA (The Signalman’s Apprentice) Dramma in due atti di BRIAN PHELAN TRADUZIONE ITALIANA JESSICA CENCIARELLI *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 2 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli Personaggi ALBERT ALFRED EDWARD Ambientazione Postazione di segnalazione dello snodo ferroviario di Fulham. INGHILTERRA 19691. 1 N.d.T.: La collocazione temporale non è rilevante se non al fine del valore della sterlina che andrebbe appunto “rivalutata” secondo il suo valore corrente. *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 3 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli ATTO I SCENA 1 La scena rappresenta l’interno di una vecchia cabina di segnalazione allo scalo merci di Fulham. Per vecchia intendo che non contenga nessuna delle moderne attrezzature computerizzate. C’è una piattaforma soprelevata che corre dalla destra del palco in fondo fino alla destra del proscenio su cui sono sistemate le leve manuali della segnaletica, in ottone. Sopra le leve c’è una lunga sbarra di acciaio con vari strumenti attaccati sopra. Questi registrano il movimento e le posizioni dei treni. Sono degli esempi di magnifici strumenti rifiniti in ottone forgiati alla fine del XIX secolo. Il blocco contiene anche quattro campanelle di ottone del telegrafo per spedire e ricevere messaggi in codice dalle cabine di controllo lungo tutta la linea ferroviaria. I colori sono i consueti marrone, verde e rosso. C’è un quadrato di linoleum industriale marrone logoro contornato da 45 centimetri di assi di legno dipinte di rosso. Anche la piattaforma delle leve è dipinta di rosso come i muri per un’altezza di un metro e venti circa. In alto le pareti sono dipinte di verde. I colori sono sbiaditi come l’aspetto generale della cabina. Al contrario il linoleum è ben lucidato e gli ottoni sono splendenti. I vetri delle finestre sono stati resi opachi dagli anni e solo mettendo il naso contro i vetri è possibile vedere qualcosa all’esterno. In fondo al palco c’è un modellino funzionante dello scalo ferroviario costruito alla perfezione, completo di locomotive e vagoni. *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 4 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli Quando il sipario si apre è mattina presto. Da fuori proviene un debole rumore sordo come di una catena che tintinni contro qualcosa di legno, poi un lungo silenzio. Sentiamo che qualcuno sale lentamente e pesantemente le scale per arrivare alla cabina e prende la catena e apre la porta. Entra ALBERT BLOOMFIELD. È pesantemente imbacuccato in un vecchio cappotto e in una sciarpa, ha in testa il berretto da segnalatore. Appende il lucchetto e la catena su un chiodo vicino alla porta. Regola il suo orologio con quello al muro e firma il registro. Si toglie il cappotto e lo appende. Mette i suoi panini sul tavolo. Mette qualche pezzo di carbone sul fuoco e lo attizza. ALFRED HARPER entra non appena Albert ha finito con il fuoco.) ALBERT - ‘Giorno Alfred. ALFRED - ‘Giorno Albert. (Alfred si toglie il cappotto) C'è un po’ di nebbia sul fiume. ALBERT - Sì. ALFRED - Tuttavia dovrebbe dileguarsi verso le undici. ALBERT - Sì. ALFRED - Di solito lo fa, intendo di dileguarsi verso le undici. ALBERT - Farà rallentare la navigazione sul fiume. ALFRED - Tuttavia recupereranno verso le undici. (Alfred entra nell’altra stanza. Dopo un momento squilla il telefono. È uno di quei lunghi squilli tipici di chiamate tra interni.) ALBERT - Stazione di Fulham… Salve, Charley… Ventotto vagoni di carbone… Sei stato un tantino negligente, sono rimasti fermi qui per otto giorni, è uno spreco Charley, uno spreco!... A che ora? *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 5 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli Tra circa otto minuti. Va bene, Charley. (Chiama verso f.c.) Alfred… ALFRED - Sì? (Fa capolino dalla porta) ALBERT - Segnala l’arrivo di quei vagoni di carbone. ALFRED - Quelli sul binario 28? A che ora? ALBERT - Charley diceva tra circa otto minuti. Lavora allo snodo ferroviario di Clapham da quarant'anni e da quel telefono non gli ho ancora mai sentito pronunciare un orario preciso. Circa otto minuti, ha detto. ALFRED - Beh, io dico che Charley è fatto così, non è vero? Non puoi davvero biasimarlo per questo, non è nella sua natura. ALBERT - Con tutti gli scambi liberi, si deve dare ad una locomotiva passeggeri dallo scambio ventitrè dello snodo ferroviario di Clapham il segnale "sette minuti e mezzo" esatti perché arrivi allo scambio della nostra postazione. ALFRED - Vedi, io lo so: per questo lavoro con te, lo so, ma a Charley non interessa. Cioè, a lui interessa di più starsene sugli allori. ALBERT - È un ferroviere, giusto? ALFRED - Giusto. ALBERT - È stato un ferroviere per quanto tempo? ALFRED - Ma non è nella sua natura. ALBERT - Per quanto? Per quanto tempo ha lavorato allo snodo di Clapham? ALFRED - Quasi quarant’anni. ALBERT - Adesso siamo sinceri. Credi che io pretenda troppo da Charley, chiedendogli, dopo quarant'anni, di essere consapevole del tempo che occorre ad una singola locomotiva che parte da Clapham ad arrivare fino qui? ALFRED - Ma è come ti dico io, tu sei troppo interessato a quel genere di cose. *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 6 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli ALBERT - Ma come puoi passare quarant’anni della tua vita facendo un lavoro che non ti interessa? Questo è uno spreco, spreco del tempo che ti è stato dato. ALFRED - Forse Charley non ha avuto altra scelta. ALBERT - Ma avrebbe potuto coltivare un po’ di interesse in quarant’anni. (C’è una pausa mentre Alfred prende uno straccio e un detergente e inizia a pulire le maniglie di ottone.) ALBERT - Cioè, guarda te stesso. Eri un ferroviere poco promettente con cui iniziare, ma guarda che cosa hai fatto alla fine? ALFRED - (Lucida gli ottoni) L’assistente segnalatore? ALBERT - No. Il modellino lì. Non eri desideroso di cominciarlo, non è vero? Avrei detto che non ti interessava affatto, ma ti ci sei appassionato e hai costruito il più bel modellino di tutto il paese. ALFRED - Era solo qualcosa da fare quando la postazione diventava un po’ noiosa. ALBERT - Non venirmi a raccontare certe panzane, ne sei diventato ossessionato. Hai costruito un modellino in scala della postazione di Fulham: siamo stati la prima postazione automatizzata rispetto a tutte le altre, grazie a quel modellino. Saremmo in grado di spostare gli scambi nella nebbia o sotto il sole splendente. ALFRED - Tutto ciò, Albert, dimostra che mi piace fare i modellini. ALBERT - Ma modellini di cosa? Se fossi stato interessato ai modellini di automobili avresti fatto i modellini di automobili, ma non l’hai fatto. E sai perché? Perché è la ferrovia ciò che ti interessa, e perché? Perché sotto sotto sei un ferroviere. ALFRED - Forse anche Charley è un ferroviere sotto sotto. ALBERT - Assolutamente no. ALFRED - Mi chiede sempre come stia procedendo il modellino. *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 7 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli ALBERT - Perché sa che questa cosa ti interessa; Charley mostrerebbe interesse anche se tu stessi costruendo il modellino del Porto di Londra. Forse gli interessa che quando una locomotiva entra a Fulham, contemporaneamente una locomotiva in scala ridotta parte qui sul modello e con un’esatta velocità di proporzione, arriva di fronte alla postazione in miniatura proprio mentre quella vera passa davanti alla nostra finestra? ALFRED - Allora perché mi chiede sempre di fargli vedere il modellino? ALBERT - È tanto per dire qualcosa. ALFRED - Ogni anno cerca di farmelo mettere in mostra al Westminster Hall. ALBERT - Per lui quella mostra è uno scherzo. ALFRED - Beh, non sono d’accordo. Ecco, quanti vagoni hai detto che c’erano sul quel binario di deposito? ALBERT - Ventotto. ALFRED - C’è stato un errore da qualche parte. ALBERT - Che cosa vuoi dire? ALFRED - Stai parlando di quei vagoni di carbone? ALBERT - I vagoni di carbone. Giusto. ALFRED - Sono solo ventisette. ALBERT - Non essere sciocco. ALFRED - Da’ un’occhiata tu stesso. Il modellino non mente. ALBERT - Sono andato a quei binari stamattina. Li ho contati, ventotto vagoni di carbone modello D. ALFRED - Stavi giusto dicendo che potresti dirigere la postazione da quel modellino. Non so perché non ti vuoi fidare di me. ALBERT - Forse hai dimenticato di mettere un vagone nel modellino. ALFRED - Io? Mai. *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 8 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli ALBERT - La disposizione del meccanismo. Sarà la disposizione del meccanismo. (Inizia a cercare attraverso le pile di carta sulla panca.) Oh, adesso, aspetta un minuto, aspetta un minuto. Lavoro con un comico, non è vero? È l’ora degli scherzi. Che c’è, il giorno della paga o roba simile? ALFRED - Non so di che cosa stai parlando. ALBERT - Non sai di che cosa sto parlando. Allora me l’avevi quasi fatta. Tira fuori quel vagone di carbone modello D. (Alfred tira fuori dalla tasca un modellino di vagone di carbone.) ALFRED - Ti ci avevo quasi fatto cascare, vero? Te l’avevo quasi fatta. ALBERT - Devo ammettere che per un attimo ci sei riuscito. Va bene, ti sei divertito. Adesso che ne dici di una tazza di thè? ALFRED - Allora te l’avevo quasi fatta. (Una locomotiva inizia a muoversi sul modellino.) ALBERT - Sì, sì, ecco che arriva. (Albert inizia a tirare le leve.) ALFRED - (Ascolta per un attimo) È strano nella nebbia. Non riesco a sentirlo. (Guarda il modellino, ha qualcosa di autentico, ad esempio i veri segnali, anche un bagliore. Albert tira un paio di leve.) ALBERT - Allora, che ne è stato di quel thè? (Alfred mette campanello) ALBERT il bollitore sulla stufa. Suona un - Sì, sì, non è nei paraggi. Occupati tu di quel treno. È l’ora della mia lettura mattutina. (Tira fuori un quotidiano dalla tasca del soprabito e va nell’altra stanza.) *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 9 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli (Alfred guida il treno sul modellino in modo poco efficiente. Mentre guarda il passaggio del treno, il telefono inizia a squillare. Cosa che lo agita; lascia squillare il telefono per un po’, poi si precipita a rispondere.) ALFRED - Attenda un attimo. (Torna alle leve. Quando il treno ha oltrepassato l’ultimo scambio fa risuonare “binario libero” sullo sbarramento e torna a rispondere al telefono). Salve scambio di Fulham. …No, sta facendo le sue abluzioni. Posso esserle d'aiuto io?... Sì, signor Hargreaves, sì, immediatamente… glielo dirò immediatamente. …Oh, va bene grazie… No, signore, non lo considero un gioco da bambini. Quel modellino aiuta l’efficienza di questa postazione. Non interferisce in alcun modo con i miei doveri…. Questa è un’accusa ingiusta.... Non è mia intenzione mancare di rispetto, signore. Ci provi soltanto e lo dirò al sindacato. (Attacca) Maledetto signor Hargreaves, Capo Controllore del traffico dello stramaledetto più grande snodo ferroviario del mondo. (Vede che la teiera sta bollendo e inizia a preparare il thè con rabbia: ogni cosa che solleva la sbatte a terra.) ALFRED - Un gioco da bambini, signor Hargreaves? Mi piacerebbe vedere lei costruire un modellino, in scala, con lo snodo di Clapham. Ci sono centotrenta linee di scambio lungo quel modellino. È difficile, ecco, ed è delicato ecco, è un lavoro delicato e difficile, un lavoro da fare con le pinzette. Albert, il thè è pronto. Ti racconterò di quanto mi piaccia il signor Hargreaves, capo controllore o anzi stramaledetto capo controllore. Aspetta solo, aspetta solo fino a luglio, non appena vedranno arrivare le carte del pensionamento. Uscirò da quella porta… come prima cosa, come prima cosa ho intenzione di uscire da quella porta e andare diretto allo snodo di Clapham, nel tuo dannato maledetto ufficio e pisciarti addosso, ecco che cosa farò… ti piscerò addosso. Maledetto signor capo controllore del più grande stramaledetto snodo del mondo. ALBERT - Sai, non sono sordo, non c’è bisogno che gridi con me. *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 10 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli ALFRED - Ho un messaggio per te. ALBERT - Da Charley? ALFRED - Non da Charley. Dal maledetto signor Hargreaves. ALBERT - Via, via, Alfred. Qual è il messaggio? ALFRED - Non riesco a ricordarmelo. ALBERT - Perché non l’hai scritto? ALFRED - È così complicato che non riesco a ricordarmelo. Adesso che diavolo era? Aspetta un attimo. Ci sono. No, no, non erano le parole che ha usato. Erano più difficile di così. Mi dispiace Albert. (Poi si ricorda) Sì, lo so. Ecco, non ci sarà niente in arrivo fino all’una. ALBERT - Non ci sarà niente in arrivo fino all’una? ALFRED - Non ci sarà niente in arrivo fino all’una. ALBERT - E che cosa c’era di tanto complicato nel messaggio del signor Hargreaves? ALFRED - Mi sta sulle scatole. ALBERT - Da quanto tempo ci conosciamo, Alfred? ALFRED - Che cosa c’entra? ALBERT - Ciò che voglio dire è che essendo anche colleghi, siamo amici. Adesso potrei dire, tanto per cominciare, che anche il signor Hargreaves è un mio amico, cosa che mi mette in una difficile posizione. ALFRED - Vuoi il tuo thè? ALBERT - Per chi altro hai preparato il thè, Alfred? Per i ragazzi della postazione? Certo che voglio il mio thè. Come dico io, adesso tanto per cominciare ho due amici che sembrano sempre in disaccordo, che potrebbero anche dire di non piacersi. ALFRED - Non è che non mi piace, cioè non l’ho mai incontrato. È solo una voce per telefono. *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 11 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli ALBERT - E questo mi porta ad una seconda difficoltà. Voi due pur essendo miei amici, occupate entrambi delle posizioni nella società ferroviaria. Adesso possiamo risolvere il problema "amicizia" cercando semplicemente di evitare di farvi incontrare, ma non posso controllare queste persone quando ricoprono il loro ruolo ufficiale. ALFRED - Non ti preoccupare per lui e per me. Per i prossimi sei mesi la situazione sarà tranquilla: lui ha la sua posizione e io la mia. Ma dopo l’undici luglio, io avrò qualcosa da dire. ALBERT - Ma io sono preoccupato. Io sono, come diresti tu, il giunto tra il vagone e la locomotiva. ALFRED - È lui che la mette sul personale. Io ce la metto tutta per passare le comunicazioni di servizio da lui a te.. ma lui la butta sempre sul personale. ALBERT - Tu sei l'unico che dovrebbe essere comprensivo, Alfred. ALFRED - Io comprendo benissimo. Lui è maledettamente geloso. ALBERT - Di cosa? ALFRED - Di quel modellino. ALBERT - Oh, dai, Alfred. Gestisce il più grande snodo del mondo. ALFRED - Ma non l’ha costruito lui. ALBERT - Lo dirige. Ed è una grandissima responsabilità. Non ti conosce. Per lui tu sei solo un altro assistente segnalatore, lui ne ha a dozzine su a Clapham. Ecco uno degli svantaggi di una posizione come quella. Non consideri l’elemento umano, il personale che va e viene. Ho pietà di lui, davvero, ho pietà di lui. E lo pagherà a caro prezzo. ALFRED - Quale prezzo? ALBERT - Lascia che te la metta in questo modo. C’è una grandiosa corsa di cavalli, va bene…? ALFRED - Va bene. ALBERT - Lui è così bravo che niente può raggiungerlo. Giusto? *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 12 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli ALFRED - Giusto. ALBERT - Corre sempre. Ed è in testa. Da solo. Giusto?… ALFRED - Giusto. ALBERT - Adesso quando quel cavallo è lì fuori, da solo, a venti lunghezze, che cosa credi che senta? ALFRED - La dannata frusta del fantino? ALBERT - Intendo dentro di sé. Sente la solitudine. Sa che è da solo. Potrebbe piacergli un altro cavallo che gli arrivi accanto e chiacchieri con lui, ma non osa correre il rischio perché è guidato. ALFRED - Dal fantino. ALBERT - Da se stesso. ALFRED - Va bene, va bene. Ma se un altro cavallo gli arriva accanto, per caso, questo gli dà il diritto di buttarla sul personale? ALBERT - Certo che no. Ma tu puoi capire la sua costernazione. Ecco, lui è il favorito e va bene… improvvisamente si dà un’occhiata intorno e c’è per esempio un cavallino della sua stessa scuderia. Beh, la cosa è un po’ difficile non è vero? Non può semplicemente allontanarsi da lui, ma allo stesso tempo deve vincere la gara. ALFRED - Ma lui è il favorito. ALBERT - Certo che lo è, è anche il cavallo migliore. Allora quando ritorna nella stalla quella notte, gli altri cavalli non gli parleranno. ALFRED - Fanno maledettamente bene se ha vinto. ALBERT - Non capirai mai le sottigliezze, Alfred, ma prepari un buon thè. (Pausa) Non ci sarà niente in arrivo fino all’una, dici. ALFRED - No, niente in arrivo fino all’una. ALBERT - Ti ha detto che cosa arriverà all’una? ALFRED - No. *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 13 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli ALBERT - Avresti potuto chiederglielo. ALFRED - Avrebbe potuto dirmi che cosa sarebbe arrivato senza che io glielo chiedessi. ALBERT - E l'altra faccia della medaglia è che tu avresti potuto chiederglielo senza aspettare che te lo dicesse lui. ALFRED - Pensi che io sia abbastanza stupido da mettergli in mano la frusta con cui farmi colpire? ALBERT - È una semplice richiesta di informazione e il signor Hargreaves l’avrebbe considerata come tale. ALFRED - Vada all’inferno. Quella sì che sarebbe una data memorabile. Immagino che cosa mi avrebbe detto: “Quando l’informazione rilevante sarà inoltrata a questo ufficio, io stesso, nel modo giusto e attraverso i canali appropriati passerò quell’informazione al Capo Segnalatore della sua postazione.” Riesco già a sentirlo sottolineare pesantemente la parola “Capo”. Ciò che non sa, è che se non fossi stato nominato per stare con te perché eri stato un mio collega, avrei avuto una postazione tutta mia. ALBERT - Certo che sì, Alfred. Saresti stato il Padrone della Stazione Victoria. ALFRED - Va bene, va bene. ALBERT - Dai, devi ammettere che è una cosa spassosa. ALFRED - È uno spasso, va bene, è uno spasso. Vuoi un’altra tazza di thè? ALBERT - Per stare in piedi su quel dannato binario con addosso un cappello a cilindro e marsina. ALFRED - Ti sei divertito, adesso piantala. ALBERT - A stare lì, a salutare i dignitari in visita. Va bene dammi un'altra tazza di thè. ALFRED - È finito. ALBERT - Mi hai appena chiesto se ne volevo un’altra tazza. ALFRED - Non hai risposto, così ho svuotato la teiera. *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 14 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli ALBERT - Cosa hai fatto? ALFRED - Ho svuotato la teiera nel lavandino. ALBERT - Ti stai prendendo delle libertà, sai? ALFRED - Te l’ho chiesto, e non ti sei scomodato di rispondere. ALBERT - Adesso guarda, uno scherzo è uno scherzo, ma non oltrepassare il limite. ALFRED - Va bene, adesso fai pesare la tua autorità. Ecco che cosa fai sempre quando ottieni certe risposte. ALBERT - Non tirare troppo la corda, Alfred, non tirarla. ALFRED - Altrimenti ? Andrai a farmi rapporto alla sede centrale? ALBERT - Occupati solo del tuo lavoro. ALFRED - Di quale dannato lavoro? Non c’è niente in arrivo fino all’una. ALBERT - Allora trovati qualcosa da fare, che ne dici di quelle finestre? Qualche volta dovrebbero venir pulite. ALFRED - Sono state pulite in passato. Adesso avrebbero bisogno di un lavoro di manutenzione, non è una cosa di mia competenza. ALBERT - Questa postazione è in uno stato terribile. ALFRED - Questo è un lavoro di manutenzione. È stato un lavoro di manutenzione per diversi anni, ecco che cosa. ALBERT - Lo so che è un lavoro di manutenzione. Sono stato a metterlo nelle richieste per nuovi vetri per anni, ogni tre mesi ho spedito una nota al Dipartimento Manutenzione. ALFRED - Potevi protestare con il tuo amico il signor Haitch. ALBERT - Non posso disturbarlo con faccende simili. Per loro le finestre sono un lavoro di manutenzione. ALFRED - Al dipartimento Manutenzione non gliene importa un fico secco. ALBERT - Come puoi essere orgoglioso della tua stazione con vetri del genere? *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. 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Come l’erba delle pampas o roba simile. ALBERT - Adesso, un pezzo decente di vetro è troppo da chiedere? Quel vetro è stato lì per ventinove anni! ALFRED - Non certo ventinove, credo che siano circa ventisette. ALBERT - In che anno abbiamo passato quell’estate meravigliosa? ALFRED - Che cosa c’entra? ALBERT - È stato l’anno in cui l’hanno fatto. Hanno messo i vetri. ALFRED - È stata una bomba che fece venire giù tutte le vecchie finestre, una bomba Jerry. ALBERT - Non credo che fosse una delle nostre. Quella bomba cadde di notte, giusto? ALFRED - Giusto. ALBERT - Giù, al limite sud delle postazioni. Giusto? ALFRED - Giusto. ALBERT - Adesso il nuovo vetro non venne messo per… oh più di una settimana, più probabilmente due settimane, giusto? ALFRED - Giusto. *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 16 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli ALBERT - Adesso torna indietro con la memoria, cerca di vedere questa postazione com’era quel giorno… tutte le finestre erano andate, giusto? Erano rimasti solo i frammenti. Tu hai raccolto tutti i vetri rotti, giusto? ALFRED - Sì, esatto. Ho pulito da tutti i vetri. ALBERT - La postazione era piuttosto impegnata quel giorno. Per lo sforzo della guerra ricordi? ALFRED - Sì. Abbiamo lavorato giorno e notte. ALBERT - Giusto. Non importava da che parte uno guardasse, c’erano locomotive, di ogni tipo, ogni modello, ogni genere di roba in arrivo e in partenza, il fiume bloccato con le chiatte. Adesso riesci a vedere. Tu ed io qui, tutta la frenetica attività lì fuori. Ci sei? ALFRED - Ci sono. Ma io non ero qui su, Albert. Tu eri qui su. ALBERT - Non essere pignolo. Adesso, avevi freddo o no? ALFRED - Cercavo di riscaldarmi discretamente. ALBERT - Ma non avevi freddo? ALFRED - No, decisamente non avevo freddo. ALBERT - Ma c’era il vento. Giusto? ALFRED - Giusto. Mi ricordo svolazzavano nel vento. ALBERT - Non avevi freddo, eppure c’era il vento che soffiava qui dentro direttamente dal fiume. ALFRED - Sì sì infatti. ALBERT - Eri in piedi proprio lì, in maniche di camicia con il vento che soffiava di colpo dal fiume eppure non avevi freddo. Adesso che cosa ti suggerisce? ALFRED - Mi ero messo un maglione. ALBERT - No, nient’affatto. Eri in maniche di camicia. ALFRED - Va bene, ero in maniche di camicia. distintamente che i miei capelli *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 17 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli ALBERT - Eri bagnato? ALFRED - No, del tutto asciutto. ALBERT - Non c’era alcuna protezione qui intorno, tu eri in maniche di camicia, eppure non eri bagnato e non avevi freddo. Adesso perché pensi che fosse così? ALFRED - Perché era un giorno di sole. ALBERT - E per diciotto giorni mentre non c’erano le finestre tu non hai sentito freddo una volta sola. Ora che cosa significa? ALFRED - C’è stato il sole per tutto il tempo. ALBERT - Giusto. Diciotto giorni di sole di fila. Niente vento freddo o pioggia. Allora che cosa significa. ALFRED - Era quella dannata bella estate che avemmo nel 1940. ALBERT - Esatto. Era quella dannata bella estate che avemmo nel 1940. Allora che cosa significa? ALFRED - Non lo so. ALBERT - Quelle finestre sono state messe nell’estate del 1940. Allora che cosa significa? Significa che quelle finestre sono state qui per 29 anni e non ventisette come dici tu, zuccone. (C’è una lunga pausa). ALFRED - Albert, devo concedertelo. Questa è la prova più intricata in cui mi sia mai imbattuto. (C’è un’altra lunga pausa). ALBERT - Ventinove anni. Quello fu il momento più bello per Fulham. Tutto dopo quello è stato in disceso. ALFRED - Non siamo più stati così impegnati. ALBERT - Non era solo che eravamo impegnati, era il perché eravamo impegnati. Non era solo una questione di spostare un mucchio di vagoni, era il motivo per cui noi facevamo quel che facevamo. Eravamo parte della Grande Impresa, la mano che agganciava quei vagoni alla motrice a Edimburgo era la stessa mano che li *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 18 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli sganciava qui a Fulham. Uniti nella causa comune, mandare in rovina il Dittatore Fascista che aveva fatto progetti sulle nostre case. Ogni volta che tiravo una di quelle leve ci pensavo, un altro vagone che passava per la disfatta dei fascisti. Eravamo tutti insieme, i ragazzi in aria, gli uomini alle Fiandre, i ragazzi in mare e i gruppi allo Scalo di Fulham. ALFRED - Non ho mai saputo che tu la pensassi così, Albert. ALBERT - Ogni volta che ho tirato una di quelle leve Alfred, ogni volta, avevo in testa Hitler. Puoi aver notato, oppure no, quanto spesso durante quel periodo quelle leve dovettero essere rimpiazzate. Sapevo che ero io a farlo, sapevo di essere stato troppo barbaro con loro, ma non riuscivo a farne a meno. E quando i ragazzi della manutenzione arrivarono con l’ennesimo rimpiazzo, ho detto, “Mi dispiace ragazzi, cercate di considerare ogni leva rotta come un’altra freccia nel culo di Hitler.” E loro sapevano esattamente che cosa volessi dire, esattamente come lo sentivo io perché anche loro ne facevano parte. ALFRED - È strano che cosa ci si perda quando si è impegnati. ALBERT - Non c’è quello spirito oggi nelle Ferrovie Britanniche. Come potrebbe esserci? Tutti quei neri nel personale, che cosa vogliono? Non è davvero colpa loro, come potrebbero capire che cosa fu tutto quel confrontarsi con Hitler? ALFRED - Questo perché hanno un’intelligenza limitata, Albert. ALBERT - Esatto Alfred. Alcuni sono stati destinati ad essere sulla linea principale dell’evoluzione e altri sono condannati a trascorrere sui binari secondari. Questo è il modo in cui venne interpretato, noi siamo solo stati fortunati ad essere tra le linee principali. (Albert colpisce la stufa. Solleva il secchiello vuoto del carbone. Lo guarda per un momento.) ALBERT - C’è un buonissimo esempio di negligenza. Ai bei tempi, il mio secchiello del carbone non sarebbe mai stato vuoto. Ma suppongo che faccia tutto parte del sistema. Da dove vengono loro non hanno bisogno di fuoco, il sole splende per tutto il *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 19 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli tempo e loro raccolgono il cibo dagli alberi. Le cose sono in una bella condizione quando il Capo Segnalatore deve lasciare la sua postazione per riempire il suo secchiello di carbone. (Lui esce e noi lo sentiamo scendere. Alfred solleva il telefono, cambia posto) ALFRED - Pronto. Con chi parlo?… Lo stesso uomo con cui voglio parlare io. È una faccenda di rifornimento di carbone alla postazione di segnalazione. Negli ultimi tempi c’è stato un grado di negligenza nell’approvvigionamento. Per dirla tutta, in un inverno inglese si ha bisogno di tenere il fuoco acceso. Questo certo potrebbe essere il suo primo inverno nel nostro bel paese, nel qual caso è comprensibile la sua mancanza di effecienza in tale questione. Sto parlando a nome del Capo Segnalatore. Se questo accade di nuovo sarò costretto a spedire una segnalazione di licenziamento alla Sede Centrale…. Sono certo che debbano esserci delle circostanze estenuanti ma è successo molto frequentemente durante quest’inverno, ed è così dal momento che la faccenda del rifornimento di carbone è di sua competenza. Non credo che sia chiedere troppo che arrivino due secchi pieni di carbone ogni mattina alla postazione di segnalazione. Un’altra cosa che lei farebbe meglio ad imparare è che l’ultima cosa che piace ad un inglese è una lumaca leccaculo che non sa essere autonoma. Il mio consiglio è che si dovrebbe arrivare a quel punto e cercare di affrontare la sua punizione da uomo…. (Sbatte giù il ricevitore) (Albert entra, in silenzio e preoccupato.) ALBERT - Sto diventando troppo vecchio per quelle scale. ALFRED - Ho fatto un reclamo. (Albert va alla finestra e sbircia fuori verso i binari.) ALFRED - Ho fatto un reclamo a proposito del carbone… a quel nero giù al deposito. ALBERT - Non è un po’ eccessivo, vero? ALFRED - Beh, dico… sembrava la cosa giusta da fare. *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 20 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli ALBERT - Pensavo anch’io. C’è qualcuno in piedi al cancello. ALFRED - Cosa? ALBERT - Sembra un ferroviere. (Alfred si precipita alla finestra.) ALFRED - Infatti. È davvero un ferroviere. Forse sta solo dando un’occhiata. ALBERT - Viene qui. Potrebbe essere un ispettore. ALFRED - Forse sta solo passando. ALBERT - Il fumo, vedrà il fumo dal fuoco. ALFRED - Viene davvero. Che cosa facciamo? ALBERT - Ce l’hai il pettine? ALFRED - Sì, ce l’ho qui da qualche parte. ALBERT - Dammelo. Dammelo. (Si precipita ad un pezzo di specchio rotto sul lavandino, si pettina i capelli e si riannoda la cravatta.) ALBERT - Spazzolami di dietro. ALFRED - Non abbiamo una spazzola. ALBERT - Con le mani, fallo con le mani. (Alfred gli spazzola la schiena.) ALBERT - Dov’è? (Alfred va alla finestra.) ALFRED - Viene lungo i binari. ALBERT - Dov’è il mio berretto? Dov’è quel dannato berretto? Mi hai pulito dietro la schiena? (Alfred gli dà il berretto e in modo frenetico gli spazzola dietro la schiena. Albert si siede al suo tavolo e fa un disperato sforzo di ricomporsi e di apparire ufficiale e impegnato.) *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 21 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli ALBERT - Adesso fammi parlare. Fa qualcosa, cerca di sembrare impegnato. (Alfred afferra uno straccio e inizia a lucidare gli ottoni.) VOCE - (f.c.) Salve. C’è nessuno lì dentro? ALBERT - Digli di venire su. (Alfred esce sul ballatoio) ALFRED - Quissù. (Rientra e furiosamente lucida le leve. Albert scrive nel suo libro. Edward entra.) EDWARD - Signor Bloomfield? ALBERT - Sì. EDWARD - Sono Edward Smith. ALBERT - Oh sì. EDWARD - Da Birmingham. ALBERT - Da Birmingham? Edward Smith, ecco un nome insolito. (Edward ride per la battuta.) EDWARD - Sì, sì, infatti. ALBERT - Che cosa posso fare per lei, signor Smith? EDWARD - Sono il suo nuovo apprendista. ALBERT - Il mio nuovo apprendista. Lui è il mio nuovo apprendista, Alfred. ALFRED - Giusto, Albert. ALBERT - Il mio nuovo apprendista. Sì. Tirocinante, credo che sia la parola che si usi oggi. (Edward ride di nuovo) EDWARD - Molto appropriato signore. ALBERT - Deve scusare la mia incertezza signor Smith, ma il fatto è che non ho ricevuto nessuna notifica ufficiale del suo collocamento. *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 22 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli ALFRED - La grande negligenza della Direzione. ALBERT - Sì, una grande negligenza, infatti, Alfred. Lui è Alfred, il mio assistente, e io sono il signor Bloomfield, il suo capo, come lei sa. Non sono molte le cose che noi non conosciamo a proposito del movimento dei treni. EDWARD - Ne sono sicuro signore. ALBERT - Questa non è la sua prima assegnazione, vero? EDWARD - No, sono stato due anni fuori Birmingham, ma adesso hanno chiuso. ALBERT - Allora lei è stato traferito da Birmingham? EDWARD - Sì. ALBERT - Questo potrebbe spiegare la mancanza di comunicazione sulla faccenda del suo trasferimento. Potrebbe essere rimasto intrappolato negli uffici, per così dire. EDWARD - Più che probabile, signore. Credo di doverle consegnare queste. (Consegna ad Albert le carte del trasferimento.) ALBERT - Sì, beh, queste sembrano essere in ordine. Comunque qui dice che lei doveva riprendere servizio alle 8 in punto. EDWARD - Mi dispiace signore, ma ho preso il primo treno da Brum, e lei si renderà conto che non è un posto facilissimo da trovare. ALBERT - Lei è venuto direttamente da Birmingham vero? EDWARD - Questa mattina. ALBERT - Perciò non è stato in direzione? EDWARD - Non mi era stato detto di andarci. Mi è stato detto di presentarmi qui. ALBERT - Sì, è tutto a posto. EDWARD - Mi dispiace signore, intendo, per essere arrivato in ritardo. *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 23 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli ALBERT - La puntualità è il primo requisito di un segnalatore. Per ragioni troppo ovvie da dire. Comunque, ci passeremo sopra, per stavolta. EDWARD - Grazie, signore. ALBERT - Sì, beh. Due anni con le Ferrovie Britanniche a Birmingham. EDWARD - Ho fatto per un anno il facchino alla stazione Victoria prima di quello. ALBERT - Tre anni nelle Ferrovie Britanniche. EDWARD - Esatto. ALBERT - Che cosa l’attrae in una postazione di segnalazione? EDWARD - Beh, non volevo fare il facchino per tutta la vita, no? ALBERT - Allora lei è un tipo ambizioso? EDWARD - Sì, si direbbe di sì. ALBERT - Facendosi strada con la gavetta, per così dire. EDWARD - Qualcosa del genere. ALBERT - Suppongo che lei aspiri ad una posizione da dirigente? EDWARD - Non ci avevo ancora neanche pensato. ALBERT - È arrivato il momento che si prefigga questo obiettivo. Noi possiamo darle una base solida, come dico io non sono molte le cose che non conosciamo, Alfred ed io. ALFRED - Albert è il miglior segnalatore su questa linea. ALBERT - L’unica cosa è che noi non siamo esattamente impegnati in questa postazione. EDWARD - Sì, l’ho notato mentre arrivavo. ALBERT - Questo succede con la modernizzazione. Sì. Noi siamo programmati per la modernizzazione, il passaggio di Container verso il continente. EDWARD - Questa è la nuova tendenza, credo. *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 24 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli ALBERT - Sì porteranno i container sul fiume sopre le chiatte, li trasferiranno a questo scalo e le manderanno a tutte le parti del paese. Comunque, non è così alcune volte e un giovane ragazzo ambizioso come te potrebbe preferire essere dove c’è un po’ più di agitazione. Come Clapham o posti simili. EDWARD - È ciò che impari, non dove lo impari. ALBERT - Questo è abbastanza vero. Adesso vediamo, queste sono le leve ovviamente. E lì dentro i servizi. EDWARD - Molto ordinato. ALBERT - Questi sono varie luci e campanelli d’allarme. E questo è il modellino di Alfred. EDWARD - Lo hai costruito tu? ALFRED - Sì, con un piccolo aiuto da parte di Albert. ALBERT - Non molto. Non ho tempo per quel genere di cose. EDWARD - È ingengnoso, molto ingegnoso. ALFRED - È in scala, sai. EDWARD - Scommetto che ti ha preso parecchio lavoro? ALBERT - Oh era solo qualcosa per tenerlo occupato quando lo scambio diventava noioso. ALFRED - È un esatto modellino in scala dello scambio, ed è operativo. EDWARD - Intendi dire che funziona? ALFRED - Un treno su questo modellino lavora nell’esatto proporzione di quello vero là fuori. Nella nebbia si potrebbe gestire lo scambio da questo modellino. Aspetta fino a quando arriverà un treno, e vedrai. EDWARD - Sì, sarà interessante, veramente. (Pausa.) ALBERT - Adesso, da dove iniziamo? Non c’è molto da fare oggi. ALFRED - C’è quella locomotiva in arrivo da Clapham all’una. *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 25 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli EDWARD - Da Clapham? ALFRED - Una locomotiva da manovra, una Billy Bunter, per quel carbone… (Pausa) EDWARD - Qual è la procedura, signor Bloomfield? Intendo dovrei prendere familiarità con la procedura. ALBERT - Sì, beh, è il solito metodo come è prescritto nel Libro Verde delle regole dei Segnalatori. ALFRED - Sì, Clapham ce lo comunica, per telefono, e chiede che il treno entri. EDWARD - Un po’ démodé ma è veramente così un po’ dappertutto. ALFRED - Sì, la normale procedura. ALBERT - Perché non ti togli il cappotto? ALFRED - Ecco, lascia che lo appenda per te. (Edward solleva il telefono) EDWARD - Perché semplicemente non telefoniamo noi a Clapham? Forse loro hanno notificato il mio traferimento. ALBERT - Non ce n’è bisogno. Sono certo, a tempo debito, verrò informato. (Edward avvicina il telefono all’orecchio.) EDWARD - Clapham sembra non essere in linea. ALBERT - Era tutto a posto stamattina. EDWARD - Ascolta. (Porge il telefono all’orecchio di Albert) ALBERT - Alfred, il telefono è isolato. ALFRED - Davvero strano, era tutto a posto stamattina. EDWARD - Dovremo fargli rapporto allora, non è vero? *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 26 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli (Silenzio. Li guarda ancora tenendo il telefono, poi lentamente compone un numero. C’è un debole squillo nella stanza accanto.) ALBERT - C’è un vecchio apparecchio, un interno, nell’altra stanza. EDWARD - Nel caso tu sia al bagno quando squilla il telefono. ALBERT - Alfred che ne dici di una tazza di thè per il nostro nuovo apprendista. ALFRED - Ti andrebbe un panino, Edward? (I due osservano Edward mentre cammina e apre la porta dell’altra stanza. Pausa.) EDWARD - Molto carina, non avevamo i letti nella postazione di Brum. ALBERT - È solo da quando lo scambio è diventato poco attivo… intendo noi non siamo più così giovani, un pisolino nel pomeriggio. EDWARD - Perché no. Anche a me piace fare un po’ il lavativo. (Entra e chiude la porta dietro di lui. I due recitano la scena sussurrando.) ALFRED - Che cosa facciamo, Albert? ALBERT - Hai guardato nella buca delle lettere vicino al cancello quando sei arrivato stamattina? ALFRED - Ho guardato nella buca delle lettere vicino al cancello stamattina? ALBERT - No, vero? ALFRED - No, ah… mi è sfuggito di mente. ALBERT - E ieri? ALFRED - Sì, beh, ieri. ALBERT - Non hai molti incarichi. Non c’è un granchè da fare in questo scambio ora. È una cosa semplice controllare quella cassetta ogni mattina. ALFRED - L’ho dimenticato. *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 27 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli ALBERT - È dannatamente e del tutto ovvio che tu l’abbia dimenticato. Scommeterei che la lattera di notifica è stata nella cassetta della posta per la maggior parte della settimana. ALFRED - Comunque non avresti potuto impedirgli di venire. ALBERT - Mi avrebbe dato tempo di pensare, di elaborare un piano. ALFRED - Perché l’hanno spedito qui? ALBERT - La procedura. Ha bisogno di preparazione, hanno guardato il libro del personale, due intelligentoni a Fulham lo hanno gettato qui. ALFRED - Non c’è abbastanza lavoro qui per tre persone. ALBERT - Ci sarà qualcuno in esubero allora, non è vero? E non sarà il Capo ad andarsene te lo dico io. Voi due siete la metà del suo stipendio. ALFRED - Andrò al sindacato. Ho sei mesi per la pensione. Non possono farmi questo, quarant’anni di servizio. ALBERT - Dici sempre che non hai mai abbastanza responsabilità. Non posso neanche fidarmi di te per fare una cosa semplice come controllare quella dannata cassetta della posta. (Squilla il telefono. Albert, arrabbiato, automaticamente solleva il ricevitore e sbraita al telefono) ALBERT - Salve, qui è Fulham. (Pausa. Poi un acuto scoppio di risa dall’altra stanza. Rimangono atterriti mentre Edward rientra.) EDWARD - Che maledetto gioco è questo. Che succede qui? (Silenzio) EDWARD - Che succede signor Capo Segnalatore, signore? Dove ha preso il maledetto coraggio di sgridarmi per essere arrivato in ritardo? Un dannato barbone come lei che non ha neanche il diritto di stare qui. Il passaggio di cointainer con il continente. Lei è proprio come quell’altro tipo che conoscevo una volta, un viso astuto che cercava di comandarmi a bacchetta. *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 28 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli ALBERT - La mia era una posizione difficile. EDWARD - Adesso la prospettiva è dannatamente più difficile. Devo stroncarla per quello, amico. Lei ha avuto un maledetto coraggio. Prendere oridini da un paio di schifosi barboni. ALBERT - Non siamo barboni. Siamo da quasi quarant’anni in servizio con le Ferrovie Britanniche Meridionali e tutto è successo a questo scambio. EDWARD - Il tuo tempo adesso è scaduto amico. Il domicilio regolare che avevi qui, la camera da letto, il bagno e suppongo questo sia il soggiorno. Aspetta solo che la Direzione lo sappia. ALFRED - Albert non puoi lasciarglielo fare. EDWARD - Lui non può fermarmi. ALFRED - Albert devi fare qualcosa. ALBERT - Non c’è niente che io possa fare Alfred, non c’è speranza. ALFRED - Ma ci mancavano da fare solo sei mesi. Perderemo tutta la nostra pensione. EDWARD - Io non mi preoccuperei di quello. Certamente vi manderanno via in un bel posto sicuro. ALFRED - Non possono farlo. Devi spiegarglielo Albert. ALBERT - Lui non è il tipo che capirebbe. EDWARD - Io capisco benissimo. Voi due avete trovato una branda a portata di mano, niente affitto da pagare. Le ferrovie vi facevano anche il favore di lasciarvi un maledetto bel mucchio di carbone. ALBERT - Tu vuoi imparare ad essere un segnalatore. Qui puoi davvero farlo. EDWARD - Venire qui ogni giorno a giocare con i treni su quel dannato modellino? Devi pensare che sono matto come te. ALFRED - No. È collegato a tutte quelle leve. Tiri le leve e funzionano anche sul modellino. *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 29 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli EDWARD - Da quanto tempo questa postazione è stata chiusa? ALFRED - Quattro anni. Guarda Edward lascia che ti spieghi che cosa è successo. EDWARD - È ovvio che cosa è successo. Hanno chiuso lo scambio, vi hanno licenziato e in qualche modo dopo che tutti se ne sono andati siete tornati qui. ALBERT - Io non sono mai stato licenziato. Io sono un autentico Capo Segnalatore e su mia esortazione tu potresti essere licenziato. EDWARD - Non siete mai stati licenziati? ALFRED - Vedi ecco che cosa stavo cercando di spiegarti. EDWARD - Intendi dire che voi due stati seduti qui percependo uno stipendio? ALFRED - Esatto. EDWARD - E questo scambio è stata chiuso da quattro anni. Voi due non siete pazzi quanto sembrate. Come avete costruito questa truffa? ALBERT - Non è una questione di truffa. EDWARD - Che cos’altro è allora? ALFRED - Albert la chiama confusione burocratica. EDWARD - Beh, io la chiamo truffa, ma devo concedeverlo, è brillante. Avanti allora, come avete fatto? ALFRED - Beh, quando hanno chiuso lo scambio, non avevano nuove posizioni per noi e lo stesso per altri ragazzi dello scambio. Poco a poco tutti sono andati in altri scambi. EDWARD - E voi due siete rimasti qui. ALFRED - Beh, abbiamo chiesto all’ispettore che cosa fare, lui ha detto aspettate qui per un po’, finchè non vi troviamo una postazione. Aveva stabilito per me in Direzione che pagassero i nostri stipendi, come misura temporanea. Poi venne trasferito o è morto o chissà che, comunque loro non si sono più preoccupati di noi e questo perché c’è una confusione burocratica. *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 30 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli EDWARD - E che mi dici dei tuoi viaggi del venerdì? ALFRED - Oh li faccio ancora. EDWARD - È fantastico. ALFRED - E vedi, il punto è che noi due andremo in pensione a Luglio. EDWARD - Non ho dubbi che verranno qui e vi regaleranno ad entambi degli orologi da tasca. ALBERT - E perché no, abbiamo prestato servizio in maniera fedele. ALFRED - Vedi, prima che noi lo sapessimo, passò un anno da quando lo scambio aveva chiuso e poi ho iniziato a costruire il modellino, per fare qualcosa. E il punto è, se tu potessi considerare di restare qui fino a luglio non ci rimetteresti, nella tua carriera intendo. Albert può istruiriti proprio su questo modellino, è proprio come il vero scambio. EDWARD - Non mi importa molto di essere preparato, ma dopo che voi due sarete andati in pensione che cosa farò io? Eh? Torno in Direzione e gli dico che sono stato a giocare con un modellino per sei mesi? ALBERT - Se non volevi essere preparato, perché sei venuto qui? EDWARD - Mi hanno spedito qui, o no? ALBERT - Ma vuoi fare il segnalatore? EDWARD - No, io no. Io voglio i soldi da segnalatore, ecco tutto. Ecco, voi due ricevete lo stipendio da segnalatore e nessun affitto da pagare? Deve essere tutto a posto. ALBERT - Abbiamo le nostre spese. ALFRED - Allora capisci che devi far parte anche tu della confusione burocratica. Perciò se non gli dirai niente si dimenticheranno di nuovo di noi. EDWARD - Per voi va tutto bene, ma che cosa ha a che fare con me? ALBERT - Adesso faresti meglio a lasciare che me ne occupi io, Alfred. EDWARD - Tu sei il tesoriere, vero? *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 31 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli ALBERT - Si fa per dire. EDWARD - Va bene, signor Tesoriere, che cosa hai da offrire? ALBERT - Sarò sincero con te giovanotto, dal tuo rimprovero proprio ora è ovvio che tu non hai alcun interesse per questo lavoro, ma solo per i soldi. È evidentemente chiaro dal tuo comportamento che non arriverai mai alla posizione che merita lo stipendio. Non ne hai la stoffa. Ora, quanto guadagni nella tua attuale posizione? EDWARD - 210 pidocchiosi scellini. ALBERT - La mia offerta è questa, ogni settimana da adesso fino a giugno, Alfred ed io contribuiremo al tuo stipendio. EDWARD - Quanto? ALBERT - Stavo pensando all’incirca una sterlina a testa. EDWARD - Faresti meglio a ripensarci signor capo segnalatore dei miei stivali. ALFRED - Non c’è bisogno di essere offensivo. ALBERT - Non credi che la mia offerta sia generosa? EDWARD - Credo che sia maledettamente spilorcia. Se i tuoi commenti di adesso fossero corretti, e potrebbero essere così, [sappi che non sarò un segnalatore] non perché non ne abbia la capacità ma perché non mi interessa. Ma se non avrò il lavoro, comunque posso avere lo stipendio per i prossimi sei mesi. ALBERT - Lo stipendio da Capo segnalatore! Devi guadagnartelo quello stipendio caro mio. EDWARD - Come hai fatto tu negli ultimi quattro anni. ALFRED - Ecco, quattro sterline a settimana. EDWARD - E una piccola somma dalla tua pensione da te a me come apprezzamento dei servigi resi. ALBERT - È troppo. EDWARD - Prendere o lasciare. Non sto dicendo neanche se accetterò queste condizioni, sto solo dicendo che ci penserò. *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 32 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli ALFRED - Non abbiamo altra scelta Albert, ed è solo per sei mesi. Possiamo fare dei tagli, tutto considerato potrei rinunciare all’acquavite. EDWARD - Beh, che ne dice Capo? ALBERT - Dovrai guadagnartelo. EDWARD - Guadagnarmelo? ALBERT - Sei un apprendista, dovrai essere istruito. EDWARD - Dal momento che venerdì avrò la paga da Capo Segnalatore, mi sembra del tutto ragionevole che io sia già istruito, non è vero? E se prenderò la paga da Capo Segnalatore questo mi rende il capo, no? E non si possono avere due capi in una postazione sola, no? Sì, sì, considererò la tua offerta per un po’. Prenderò una decisione dopo aver visto come vanno le cose. Alfred sei stato un po’ negligente vero? ALFRED - A che proposito? EDWARD - È l’una, Alfred, l’una. ALFRED - Sì, infatti. EDWARD - Beh, e che mi dici di quella locomotiva in arrivo da Clapham? (Edward sorrdi e si siede nella sedia. I due lo guardano ancora. Lui chiude gli occhi. Le luci si spengono lentamente e cambiano come se fosse il tramonto, è quasi buio. Restiamo per alcuni momenti. I personaggi restano in silhouette. Poi le luci si accendono un po’.) *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 33 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli ATTO I SCENA 2 (Albert e Alfred sono in piedi e guardano ancora Edward che sonnecchia sulla sedia). ALBERT - (Sottovoce) Faresti meglio ad accendere le lampade, Alfred. (Alfred prende due lampade ad olio dall’armadio e inizia a pulirle. Nessuno dei due stacca gli occhi da Edward. Albert porta il necessario ad Alfred e silenziosamente riempiono le lampade. Edward si stiracchia. I due lo guardano, lasciando fuoriuscire l’olio.) EDWARD - Questo sì che è stato un bel pisolino. Qualcosa mi dice che è l’ora del pub. Attento all’olio, attento all’olio Albert. (Abbassano il necessario, guardandolo ancora.) EDWARD - Asciuga tutto Alfred, non vuoi una postazione lurida, vero? (Alfred inizia a pulire.) EDWARD - L’unica cosa è che potrei aver bisogno di un anticipo se volessi andare al pub. Che ne dice signor Tesoriere? ALBERT - Non ho denaro. Io stesso sono in ristrettezze. EDWARD - Che disdetta. Sa a che stavo pensando, che quella stanzetta là dietro, è proprio quello che stavo cercando. Non mi piace parlare da solo, sa. (Pausa) Solo di lavoro, andrebbe proprio bene come camera oscura. Ci metto il lavandino per l’ingranditore. Si deve avere acqua corrente, sa. Ho sempre voluto fare il fotografo, è lì che si fanno i veri soldi. Ed è anche una bella vita. Intendo, guarda quel tipo Bailay, guadagna centomila bigliettoni l’anno ed è sempre circondato di belle passere. E il tuo uomo è sposato alla Famiglia reale, vero? Non devi fare niente, sai, devi solo darci dentro con la vecchia *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 34 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli macchina fotografica, intendo, se fai abbastanza foto necessariamente una dovrà essere buona, no? Sì, potrei farlo adesso, no? Intendo, il grosso ostacolo è l’equipaggiamento, adesso il posto ce l’ho, tutto ciò di cui ho bisogno è l’equipaggiamento. Ed è costoso. Ma se voi due state per darmi il vostro premio per la pensione un po’ in anticipo, come si dice, allora potrei organizzarlo, no? Allora che ne pensate ragazzi? ALBERT - Non siamo davvero interessati ai tuoi cervellotici piani per fare fortuna senza lavorare. EDWARD - Suppongo che riteniate che passare quarant’anni in questa postazione sia un buon modo per trascorrere la vita. ALBERT - È un solido lavoro di responsabilità con delle buone prospettive che è più di quanto possa dirsi di uno dei tuoi piani. La fotografia appunto. EDWARD - Sei.. è incredibile. Sei il fantasmia di mio padre morto. ALBERT - Sono maledettamente felice di non essere tuo padre. EDWARD - E lui era maledettamente dispiaciuto di esserlo. ALBERT - Mi sembra un uomo sensibile. EDWARD - Ha fatto il facchino, per tutta la vita, uno stramaledetto facchino a Waterloo. ALFRED - È un lavoro sicuro, quello del facchino, e tiri su anche un bel gruzzoletto, con le mance e il resto. EDWARD - Tiri su un bel gruzzole se sei bravo a elemosinare… E lui era dannatamente bravo. ALBERT - Le mance sono ciò che spetta a un facchino. È una tradizione. EDWARD - Sono sceso a Waterloo una volta quando avevo quindicianni. Volevo parlargli. Lui stava portando le valigie di qualche americano, le ha messe in un taxi ed è semplicemente rimasto lì. Un maledetto piccolo bastardo rispetto a questo grosso americano mentre quello si frugava nelle tasche. L’americano non voleva dargli niente ma lui l’ha costretto. Il mio caro vecchio padre restò semplicemente lì in piedi finché l’americano *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 35 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli non si sentì costretto a dargli qualcosa. Poi il piccolo farabutto guardò quanto l’americano gli aveva dato e fece una faccia, gli fece l’espressione giusta, cercando di far sentire l’americano il bastardo che era. Mi ha fatto stare così male che mi sono andato via. ALBERT - Era un suo diritto avendo portato le valigie. EDWARD - Lo stipendio della settimana è un suo diritto. Ed è questo quello che ha fatto di me. Uno stramaledetto facchino leccaculo. Diceva di avere delle prospettive, puoi crearti la tua via, piena di opportunità per la promozione. ALFRED - Beh, lo hai fatto, ti sei spianato la strada per la postazione, no? EDWARD - Solo dopo che ha tirato le cuoia. Mi opprimeva, ci sono un mucchio di cosa da imparare, diceva lui, un sacco di cose, quando hai portato in spalla una valigia, le hai portate tutte. Diceva di essere interessato ai sindacati. Era un buon socialista. ALBERT - Molti ferrovieri lo sono. EDWARD - Maledetto rosso. Sai qual è stato il suo momento di maggior orgoglio? Una volta ha portate le valigie al principe di Galles. Era così felice che ne aveva portate cinque da solo, non voleva che nessuno le toccasse. Barcollò sul quel dannato binario. Misero una foto sul giornale, si poteva vedere perfettamente Sua Altezza, ma tutti potevano vedere dietro di lui un maledetto set di valigie che camminava. Non volle neanche usare il carrello. Tenne la foto sulla parete, e quando lo raccontava al pub stendeva le mani e diceva “Queste mani hanno portato le valigie del re.” Maledettamente tipico dell’inglese socialista. Ora che mi dite di quel anticipo? ALBERT - Forse Alfred ha qualche scellino. EDWARD - Hai dei soldi Alfred? ALFRED - Ho solo un paio di scellini, ecco tutto. ALBERT - Daglieli. ALFRED - È tutto quello che ho. *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 36 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli ALBERT - Ha bisogno di un anticipo, giusto? Allora dagli ciò che hai. ALFRED - Tutto quanto? ALBERT - È solo qualche scellino, allora daglieli tutti. (Alfred lentamente prende un borsellino dalla tasca e tasta accuratamente l’interno. Albert impazientemente lo affera.) ALFRED - Solo un momento. ALBERT - Che cos’hai lì dentro, i gioielli della Corona? (Svuota il portamonete sul tavolo, circa sei scellini in moneta e una banconota piegata da cinque sterline. Edward afferra la banconota.) EDWARD - È molto generoso da parte tua Alfred. ALBERT - Cinque sterline? Dove hai preso cinque sterline? ALFRED - Sono per i nuovi vagoni, per l’intelaiatura di alcuni carrelli ferroviari, ecco. EDWARD - Dal momento che sei stato così generoso ti dirò una cosa. Non berrò al pub, ne riporterò un po’ qui. Potremo bere tutti quanti e voi due non resterete da soli. Non ci vorrà che un attimo. È stato un piccolo shock quel bigliettone, non è vero Albie? (Esce) ALBERT - Dove hai preso q uella banconota? ALFRED - È mia. Non avevi il diritto di farmelo fare. ALBERT - Gli hai dato un dannato bigliettone. ALFRED - Gliel’ho dato io? ALBERT - Dai un’occhiata a dov’è. ALFRED - È andato al pub. ALBERT - Intendo tienilo d’occhio e dimmi dov’è in questo momento. (Alfred va alla porta) *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 37 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli ALFRED - È a circa metà strada lungo lo scambio. (Ritorna da Albert) Perché me lo hai fatto fare? ALBERT - Torna alla porta e dimmi dove si trova. ALFRED - Non era giusto. ALBERT - Torna lì e dimmi dov’è. ALFRED - Era per l’intelaiatura dei carrelli ferroviari. ALBERT - Dov’è adesso? ALFRED - È quasi vicino al cancello. ALBERT - Giusto. ALFRED - Mi ci sono voluti mesi per metterli da parte. Serviva per l’intelaiatura dei carrelli ferroviari. ALBERT - Non si presupponeva che tu avessi dei risparmi, nessun soldo in eccesso nella cassa comune. Come sei riuscito ad avere un biglietto da cinque sterline? ALFRED - Te l’ho detto, l’ho risparmiato. ALBERT - Tuttavia da che cosa l’hai risparmiato? Ecco, non hai avuto alcun genere di aumento, vero? ALFRED - No. ALBERT - Non hai ricevuto un bonus, o roba simile che hai omesso di menzionare? ALFRED - Te l’ho detto, l’ho risparmiato. ALBERT - Da che cosa? Da che cosa? Da che cosa l’hai risparmiato? ALFRED - Dalle spese settimanali. ALBERT - Dalle spese settimanali? Come hai fatto? Risparmiando sugli alimenti? ALFRED - No, ho comprato le stesse cose come sempre. ALBERT - Allora come hai fatto a risparmiare cinque sterline? ALFRED - Andando a quel negozio a prezzi ribassatti a Battersea. *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 38 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli ALBERT - È così che si risparmia? Sei andato a prendere un dannato autobus per arrivare a Battersea. ALFRED - Io cammino, mi alzo preso e cammino. Ci sta un lungo cammino in quelle cinque sterline. E mi hai costretto a darle a quello lì. ALBERT - Non sapevo che avresti tirato fuori cinque sterline dalla tasca, no? ALFRED - Hai detto tu di dargli quello che avevo. ALBERT - Io non sapevo che avevi cinque sterline, pensavo che gli avresti dato dieci o undici scellini o giù di lì. ALFRED - Perché non glieli hai semplicemente rifiutati? ALBERT - Strategia, strategia. ALFRED - Che cosa significa, strategia? ALBERT - Come pianificare, sai, pianificare. Avevo bisogno che stesse via per un po’. ALFRED - Perché? ALBERT - Ho intenzione di spostare la cassa comune. ALFRED - Hai intenzione di spostare la cassa comune. ALBERT - Ho intenzione di spostare la cassa comune. ALFRED - Perché? ALBERT - È più sicuro, più sicuro. Quel posto non è molto sicuro. Ora, ha già lasciato lo scambio? ALFRED - Se n’è andato. ALBERT - Adesso come faccio a sapere dov’è andato? ALFRED - È andato al pub. ALBERT - Come fai a sapere che non abbia fatto dietro front per spiarci? ALFRED - Ha detto che andava al pub. ALBERT - Come facciamo a sapere che non era tutto un trucco. Per prenderci alla sprovvista? Lo vedi, lo riesci a vedere da qualche parte? *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 39 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli (Tutti e due guardano pieni di paura) ALFRED - No, se n’è andato al pub. ALBERT - Ho perso tempo. Non so quanto me ne rimane. ALFRED - Potrebbe prendere qualcosa da bere mentre è lì. ALBERT - Non lui, non perderà quest’occasione. Adesso tieni gli occhi aperti per lui. Sta’ certo che non ritornerà qui a nostra insaputa. ALFRED - Dove hai intenzione di nascondere la cassetta? ALBERT - Non ho intenzione di dirtelo. ALFRED - Che cosa significa che non hai intenzione di dirmelo? Tre ottavi di ciò che c’è lì dentro sono miei. ALBERT - Non voglio che tu lo sappia, Alfred. Nel caso che quello iniziasse a starti addosso. ALFRED - Non sa neanche che ne abbiamo una. ALBERT - Potrebbe scoprirlo, è un astuto piccolo farabutto. Ha capito al volo la tua situazione abbastanza in fretta. (Albert muove un pezzo di mobilio, solleva una trappola nel pavimento e tira fuori una piccola scatola di ferro nera con un lucchetto inserito.) ALBERT - Mettiti le dita nelle orecchie. ALFRED - Cosa? ALBERT - Mettiti le dita nelle orecchie. ALFRED - Perché? ALBERT - Perché? Così che tu non senta dove la metterò. ALFRED - La cosa non sta andando un po’ oltre, vero? ALBERT - Mettiti le dita nelle orecchie e tieni d’occhio quel cancello. Mettiti gli occhiali. ALFRED - Perché? ALBERT - Per vederlo meglio, caro mio, perché se no? *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 40 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli (Alfred rovista alla ricerca degli occhiali, se li mette.) ALBERT - Girati. Dita. (Alfred sta rivolto con la schiena al pubblico. Albert solleva la scatola e in punta di piedi va nell’altra stanza. Lo sentiamo spostare delle cose.) ALFRED - Albert. ALBERT - Sì. ALFRED - Albert. ALBERT - Che c’è? ALFRED - Non riesco a sentirti. ALBERT - Che c’è? ALFRED - Non riesco a sentirti e se mi tolgo le dita dalle orecchie, saprò dove la stai mettendo. ALBERT - Aspetta. Aspetta un attimo. (Albert esce velocemente dall’altra stanza e toglie le dita di Alfred dalle orecchie, parlando allo stesso tempo.) ALBERT - Che c’è? ALFRED - Mi hai fatto spaventare. ALBERT - Che c’è? ALFRED - Ha appena passato il cancello. ALBERT - Ho bisogno di un altro paio di secondi. Continua a dirmi dove si trova. Dita! (Alfred riassume la posizione precedente.) ALFRED - Sta oltrepassando quei vecchi vagoni. Adesso sta oltrepassando il binario principale. È vicino al vecchio scambio. Svelto Albert, è quasi arrivato. È vicino al mucchio di carbone. Albert! (Albert entra e si siede alla scrivania) ALFRED - È proprio in fondo alle scale Albert. Sta salendo. È qui vicino. *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 41 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli (Alfred sta in piedi pietrificato. Edward entra portando una bottiglia di whisky e una stecca di sigarette. Si ferma quando vede Alfred.) EDWARD - Salve, salve. Che succede? Un altro dei vostri giochi? (Alfred si gira e vede Albert, ed è furioso) ALFRED - Perché lo hai fatto Albert? EDWARD - Che succede, non volete che giochi con voi? Ah, che vergogna, spiegatemi solo il gioco e giocherò con voi perché mi piacete. Ah, avanti, fatemi giocare. ALBERT - Non è un gioco, Alfred soffre di muco nella testa. Lo fa per pulirsi. EDWARD - Oh che peccato, Alfred. ALFRED - È solo una cosa occasionale. EDWARD - Non mi piace pensare che tu soffra. Sei un amico. Non vuoi sapere perché sei un amico? Per la tua generosità, ho appena soddisfatto due delle mie ambizioni preferite. Vedi, Albert, avevi ragione, io ho delle ambizioni. ALFRED - Non c’è il resto? EDWARD - Non fare così Alfred. Sono entrato nel pub e gli ho detto: “Dammi una birra e un whisky grande…” ALFRED - Hai preso una birra e un whisky grande? EDWARD - Certo che sì. ALFRED - Albert. ALBERT - Sì? ALFRED - Si è preso una birra e un whisky grande. ALBERT - Ho sentito, ho sentito. EDWARD - Infatti e quando mi ha fatto il conto gli ho detto: “E delle sigarette.” E lui ha detto: “Che marca?” ed io ho detto “Che marca avete?” e sapere quante marche di sigarette ci sono, sono rimasto lì e lui ha dovuto spulciarle tutte. Poi quando ha finito *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 42 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli ho detto: “Prenderò quelle dorate.” Mi ha guardato e sapevo che cosa stava pensando, stava pensando: “Per lui un pacchetto da dieci.” L’ho lasciato camminare fino in fondo al bancone del bar dove erano le sigarette, ritornare con un pacchetto da dieci, poi l’ho guardato. L’ho solo guardato, allora è stato costretto a dire: “Ne voleva venti?” Allora, io freddo come non mai, ho detto: “Pensavo piuttosto ad una stecca.” “Una stecca” ha detto lui. “Sì” ho detto. “Una stecca.” Solo questo. Sono stato proprio come un dannato americano. Avreste dovuto vedere la sua faccia. Poi quand’è tornato con la stecca, ho detto: “Questo è davvero un buon whisky, che cos’è?” “Haig” ha detto. “Giusto” ho detto io, “Prenderò una bottiglia di Teachers” Proprio così, “Prenderò una bottiglia di Teachers.” Ho sempre voluto farlo. Sempre. ALFRED - Quindi non c’è il resto! EDWARD - Ho dovuto aggiungere dieci scellini dei miei. ALBERT - Quelle cinque sterline verranno detratte dal tuo salario. EDWARD - Non essere scortese, Albert. ALFRED - Erano per l’intelaiatura dei vagoni, erano. EDWARD - Non ti preoccupare, farò in modo che tu abbia le intelaiature dei tuoi vagoni. Ecco, fammi vedere come funziona. ALBERT - Sì. Beh, iniziamo con i principi della segnaletica. EDWARD - Io voglio che lui mi mostri il modellino. ALBERT - Sei qui per essere istruito come segnalatore ed è ciò che farai. EDWARD - Va bene, va bene, signor Acuto Segnalatore, che ore sono? ALBERT - Che c’entra? EDWARD - Che ore sono? In questo momento, che ore sono? ALBERT - Sono le17.45. EDWARD - Vedo che siete all’avanguardia. Qui l’orologio segna anche le ventiquattro. *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 43 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli ALBERT - Se non riesci a capire che cosa significa, sono le sei meno un quarto. EDWARD - Sta’ solo attento vecchio mio. ALFRED - Sono le sei meno un quarto Edward, e allora? EDWARD - E allora? E allora a che ora normalmente chiudete? ALBERT - Alle sette e mezza. EDWARD - Allora io impiego il mio tempo, o no? Allora io voglio giocare con il modellino di Alfred, è tutto a posto, vero? ALFRED - Non ha tutti i torti, Albert. EDWARD - Certo che non ho torto. ALBERT - Hai perfettamente ragione, è ora che te ne vada a casa. Ci vediamo domani mattina. EDWARD - Ah adesso, c’è un'altra cosa a cui ho pensato. (Pausa) Ti va del whisky Alfred? ALFRED - No, no, grazie lo stesso. EDWARD - Albert? ALBERT - Non bevo mai mentre sono… EDWARD - No, no, una saggia precauzione. Intendo qui c’è un mucchio di spazio, non è vero? ALFRED - Cioè, la tua famiglia non si chiederà che cosa è ti successo? EDWARD - Non ho una famiglia, Alfred, non ho una famiglia. ALBERT - Sì, sì, è una buona idea Edward. EDWARD - Credi che sia una buona idea, davvero? ALBERT - Rende le cose meno complicate. EDWARD - Stai architettando qualcosa Albie, vero? Posso capire che dovrò tenerti gli occhi addosso. Metterò qui vicino alla stufa uno dei letti lì dentro. Oh, quella pinta mi ha sfondato. Monta i tuoi vagoni lì sopra, Alfred. Adesso vediamo, una pinta di amaro, un whisky grande, sii pronto tra due minuti e dieci secondi, Alfred. *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 44 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli (Edward va nell’altra stanza. Sentiamo la porta del bagno che si chiude.) ALFRED - Ti ha dato di volta il cervello Albert. ALBERT - L’avevamo quasi preso adesso. ALFRED - Ci sono due letti. Lui ne metterà uno vicino alla stufa. Il letto di chi ha intenzione di predere, è questo quello che mi chiedo? ALBERT - Ci si infilerà direttamente. Non è dannatamente furbo come crede lui. ALFRED - È stato qui solo un giorno. Si è preso metà del mio stipendio, cinque biglietti in contanti e un letto vicino alla stufa. La cosa non lo rende esattamente uno stupido. Come faremo a tollerarlo per sei mesi a queste condizioni? ALBERT - Non lo faremo. ALFRED - Che altro possiamo fare? Ci ha messo alle strette. ALBERT - Tra due settimane, lo avremo [in pugno]. ALFRED - Come? ALBERT - Che cosa avremmo fatto tra due settimane? ALFRED - Avremmo rilevato l’intera baracca. Perché continui darti per vinto con lui? Perché non sei inflessibile? ALBERT - Se possiamo resistere due settimane, se riusciamo a essere offesi e insultati solo per quindici giorni. Quel piccolo ignorante bastardo privo di rispetto, sarò io a metterlo alle strette. ALFRED - A che cosa pensi, Albert? ALBERT - Penso che a quel punto lui sarà coinvolto, sarà nella nostra stessa posizione. Ed allora avrò incassato lo stipendio di due settimane. ALFRED - Sì. E non sarà in grado di tornare in direzione, vero? ALBERT - Dovrà fare quello che gli dico io. ALFRED - Riprenderai le mie cinque sterline, vero? *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 45 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli ALBERT - Farò anche di più, Alfred, farò anche di più. Tienilo sulla corda per un po’. (Si sente tirare lo sciacquone.) ALFRED - Sapevo che ci avresti tirato fuori da questa cosa, lo sapevo e basta. (Va al modellino con un grande gioia. Edward entra. C’è una pausa mentre lui li guarda.) EDWARD - Siete stati a confabulare vero? Albert ha pensato ad un piccolo piano vero? ALFRED - No, stavamo solo parando di quale letto portare qui per te. EDWARD - Stavate solo decidendo sulla sistemazione per la notte? ALFRED - Intendo dire, doveva essere decisa, no? EDWARD - E lasciatemi indovinare che letto prenderò. ALFRED - Pensavamo che il mio letto fosse il più semplice da spostare. EDWARD - Qual è il tuo letto? ALFRED - Quello vicino alla finesta. EDWARD - Prenderò l’altro. ALFRED - Quello è il letto di Albert. EDWARD - Ci avrei scommesso, tutto così riparato in un angolo. ALFRED - Non so se sia giusto. EDWARD - Hai perso cinque sterline, lui ha perso il letto, è abbastanza giusto? Lui non sapeva che tu avevi cinque sterline, vero? Tu li avresti tenuti da parte, non è vero Albert? ALBERT - I suoi soldi sono affari suoi. EDWARD - Pensavo che tu fossi il tesoriere. Adesso, chi è per un goccetto? (Si versa del whisky in una tazza.) Alfred? ALFRED - Io bevo solo birra alla spina. EDWARD - No stanotte, no. (Costringe Alfred a prendere da bere.) Bevi. Bevi! (Alfred beve e tossisce violentemente) Quante tazze avete? *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 46 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli ALFRED - Solo due. EDWARD - Allora devi finirlo così che anche Albert possa bere. Adesso, bevilo tutto Alfred. ALFRED - Gli darò metà del mio. EDWARD - Qui ce n’è abbastanza per tutti. (Pausa) Bevi! (Alfred svuota la tazza. Edward la riempie per Albert.) EDWARD - Adesso sei fuori servizio Albert, quindi va bene, no? ALBERT - Io non bevo alcolici in servizio o meno. EDWARD - Beh, farai un’eccezione per stavolta, non è vero, piccolo Albie? (Pausa) ALBERT - No. EDWARD - No? ALBERT - Il mio nome è Albert, è passato molto tempo da quando ero piccolo [e mi chiamavano Albie] e non berrò il tuo whisky. (Pausa) EDWARD - Ne rimane solo di più per Alfred e me. ALBERT - Neanche Alfred ne berrà dell’altro. EDWARD - Sai, mi ricordi mio padre. Ed io l’ho sistemato. (Pausa. Poi Alfred tira una delle leve di segnalazione. Edward salta, quindi vede il treno spostarsi sul modellino.) EDWARD - È grandioso, Alfred, grandioso. (Edward svuota il whisky e si versa un altro sorso.) EDWARD - Sì, mi ricordi il mio squallido vecchio. ALFRED - È entrata. EDWARD - Chi? ALFRED - La mia locomotiva. EDWARD - È ingegnoso, sì, è ingegnoso. *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 47 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli (Straccia l’involucro della stecca di sigaretta e apre un pacchetto.) EDWARD - Ecco, Alfred, prendi una sigaretta seria. ALFRED - Grazie. (Alfred prende la sigaretta, poi quando Edward non guarda spezza il filtro…) EDWARD - Queste sono il formato grande, lo sai Alfred? Hai mai preso il formato grande, prima, Alfred? ALFRED - Non posso dire di sì. EDWARD - Ci avrei scommesso. Ti insegnerò io come vivere, Alfred. Fuoco? (Alfred alza la sigaretta.) EDWARD - Che cosa hai fatto Alfred? ALFRED - Che intendi? EDWARD - Hai spezzato il filtro? ALFRED - Infatti. EDWARD - Non dovevi farlo. ALFRED - Non mi piacciono con il bocchino. EDWARD - Tutte le migliori persone le fumano con il bocchino, non lo sai? Posso vedere che hai molto da imparare. Gettala. ALFRED - È uno spreco. (Alfred mette la sigaretta attentamente sul ripiano.) ALFRED - Potrei averne voglia più tardi. EDWARD - Lui è uno che prende e mette via, eh? ALFRED - Sì infatti, esatto. È così. (Edward prende la sigaretta, la lascia cadere e la spegne sul pavimento.) *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 48 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli EDWARD - Quei giorni sono finiti Alfred. Ecco qui, fumati questa con il bocchino. (Alfred la prende ed Edward l’accende) EDWARD - Beh, com’è, Alfred? ALFRED - È ah… non è male, sai. È un po’ leggera. EDWARD - Quello è il requisito del gusto, Alfred. (Albert si muove verso la porta prendendo il secchiello del carbone.) EDWARD - Dove vai? Non mi hai sentito? Ho detto dove vai? (Albert lo guarda soltanto.) ALBERT - È l’ora del thè Alfred. (Esce.) EDWARD - “È l’ora del thè Alfred.” Ma lui non fa niente? ALFRED - Beh, va a prendere il carbone, no? EDWARD - Fai tutto tu da mangiare? ALFRED - Albert fa qualcosa qualche volta. (Inizia a preparare il thè) EDWARD - Perché non dividete le cose equamente? ALFRED - Albert ha un sacco di cose da fare. E legge parecchio. Gli piace restare al passo con tutto. EDWARD - Tipo cosa? ALFRED - Beh, gli piace essere aggiornato sulle cose. Cioè puoi scherzare sull’orologio di 24 ore, ma noi siamo stati i primi ad usarlo. Albert ha ripristinato i numeri dell’orologio. EDWARD - Non è proprio una maratona di scoperte. ALFRED - All’inizio è stato molto complicato. Non riuscivo a capirlo per niente. Intendo, ero solito dire le cinque e mezza. Era più un’abitudine. Delle volte Albert faceva in modo di gridarmelo. Ore 17.30, Alfred, dodici più cinque! Cioè non mi ci è voluto molto per capire che la prime dodici erano la metà del giorno, ma Albert se n’era subito impratichito. *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 49 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli EDWARD - Pensi che il lui cachi zecchini2, vero? ALFRED - Non c’è bisogno di essere così volgari. È ingegnoso, ecco perché è il Capo. Intendo era il solo che doveva sempre lavorare durante le vacanze, cioè, ecco come puoi dire chi è importante, ecco come li scelgono, sono gli uomini importanti che devono sempre lavorare a Natale. EDWARD - E che mi dici di questo allora? ALFRED - Il modellino? EDWARD - Sì, il modellino. Chi lo ha costruito? ALFRED - Beh, sono stato io. Ti va un uovo? EDWARD - Andrò ad un Caffè più tardi. Intendo, è un’impresa, una cosa come quella. ALFRED - Sono d’accordo che è un bel po’ di lavoro. EDWARD - Albert ha fatto qualcosa del genere? ALFRED - Albert ha cose più importanti a cui pensare. EDWARD - Ad esempio che cosa? ALFRED - I libri, i comandi per il movimento dei treni, roba del genere. EDWARD - Quello cos’è, il progetto del modellino? ALFRED - No, quello è lo scambio ferroviario di Clapham. EDWARD - Grande, non è vero? Suppongo che tu sappia tutto di quella roba. ALFRED - No, non so niente a proposito di libri e via dicendo. E Clapham è troppo complicato per me. Quello è il lavoro di Albert, lui sa tutto a quel proposito. EDWARD - Allora non te lo ha mai insegnato? ALFRED - Fino ad un certo punto. Intendo un assistente semplicemente non conosce tanto quanto un capo, no? 2 N.d.T. Libera interpretazione. Vedi pag.43 “you think the sun shines out of his arse, don’t you?” *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 50 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli EDWARD - Ti opprime non è vero? Ci sta mettendo un sacco di tempo per prendere del carbone. ALFRED - È uscito per la sua passeggiata igienica. EDWARD - Per la sua che? ALFRED - Ogni notte fa una passeggiata per la stazione. EDWARD - Per farsi venire fame? ALFRED - Sì, esatto. EDWARD - Si ferma al pub per una birra prima del thè? ALFRED - No, non Albert. EDWARD - Solo per assicurarsi che tutto nella stazione abbia le coperte rimboccate per la notte? ALFRED - Sì, è solo una abitudine. EDWARD - A che ora prende la cioccolata? ALFRED - Alle nove e mezza. (Edward ride) Che cosa c’è di così divertente. EDWARD - Ciò che ancora voglio sapere è chi di voi due entra lì dentro? ALFRED - Sì, beh, stavo per spiegarti il modellino. EDWARD - Intendo chi di voi finge di essere Clapham? ALFRED - Oh quello. Beh, è solo per così dire. EDWARD - Lo so. Ma come lavorate? Intendo, lui parla a te o tu parli a lui? ALFRED - Non fa niente, non importa. (La casseruola inizia a bruciare sulla stufa.) ALFRED - Adesso guarda, guarda qui. È tutta colpa tua. (Si precupora a togliere il tegame dalla stufa.) ALFRED - Tutto bruciato, bruciato. (Edward ride e si versa un altro whisky.) EDWARD - Perché non ti prendi un altro whisky e lasci che si prepari da solo il suo thè? *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 51 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli ALFRED - Si sarà attaccato tutto. Rovinate, le uova si saranno rovinate. (Inizia ad asciugare la casseruola con il “Daily Mirror” di Albert. Mentre Alfred asciuga la casseruola, Edward molto silenziosamente si muove verso l’altra stanza.) ALFRED - Impazzirà, lo sai. Se c’è una cosa che odia, è una frittura bruciata. Tutto avrà questo sapore, tutto. Anche il pane fritto. (Il bollitore inizia a fischiare. Getta la carta sporca sul pavimento, si precipita sul bollitore e spegne il fischio.) ALFRED - Va bene, va bene. Sta’ zitto. Non risci a vedere che il mio tegame va a fuoco. (Squilla il telefono. Alfred automaticamente risponde.) ALFRED - Stazione di Fulham. EDWARD - (Ad alta voce dall’altra stanza) Qui Waterloo. (Il telefono viene sbattuto con forza ed Edward ritorna ridendo a crepapelle.) EDWARD - Che maledetto scehrzo. ALFRED - Non è stato molto carino, Edward, lo sai. Non è stato molto carino. EDWARD - È Albert quello che va lì dentro, non è vero? ALFRED - No, intendo… EDWARD - Lui finge di essere Clapham, non è vero, dannazione finge di essere il capo di Clapham. ALFRED - Vado lì dentro anch’io. Intendo, facciamo a turno. EDWARD - Come lavorate, il telefono e il modellino intendo? ALFRED - Batterie, batterie, è tutto collegato a delle batterie. EDWARD - Quando Albert ritorna, faremo una piccola dimostrazione. (Albert sale le scale.) ALFRED - Diventerà matto, non c’è il thé. Non dirgli che l’hai scoperto. Guarda, ti ho dato cinque sterline, no? *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 52 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli EDWARD - Esatto, Alfie, me l’hai date tu. ALFRED - E tu hai detto che ero un amico. Perciò non dirglielo, va bene? EDWARD - Va bene, amico mio, non glielo dirò. Sarà un segreto solo tra noi due. ALFRED - Questo è gentile da parte tua, molto gentile da parte tua Edward. (Albert entra con il secchiello del carbone. Lo mette vicino alla stufa e si siede al tavolo.) ALFRED - È stata una bella passeggiata, Albert? ALBERT - Un po’ freddo, un po’ freddo. EDWARD - Ti sei preso una bella birra, Albert? ALBERT - Il thè è pronto, Alfred? ALFRED - Quasi. ALBERT - Hai bruciato la casseruola, vero? EDWARD - Tu sei il tipo d’uomo che si prenderebbe una birra alla fine di una giornata di lavoro. ALBERT - Ti ho detto un mucchio di volte che devi controllare quel tegame. EDWARD - Io direi che tu sei un uomo mite e sgradevole. ALBERT - Vedo che hai pulito. EDWARD - L’uomo del whisky del Natale e degli anniversari. ALBERT - Hai visto il mio giornale, Alfred? ALFRED - Il tuo giornale? ALBERT - Il mio giornale Alfred? EDWARD - Ma più sicuramente quel tipo d’uomo che si fa una birra dopo il lavoro. ALFRED - Che giornale compro Alfred? ALBERT - Il tegame è pulito. Intendo le uova non avranno quel sapore. *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 53 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli ALBERT - Quale giornale? ALFRED - Il “Daily Mirror”. ALBERT - Di solito sono sbadato con il giornale che compro? ALFRED - No, non sei mai sbadato, intendo, non sei un uomo sbadato. ALBERT - Stamattina ho letto la pagina dello sport. Giusto? ALFRED - Giusto. ALBERT - Poi ho piegato il giornale e l’ho lasciato su quel ripiano. Giusto? ALFRED - Giusto. ALBERT - E la sera che cosa faccio? EDWARD - Esci per la tua passeggiata igienica e ti fai una birra. ALBERT - (Con grande rabbia) Voi tenere la tua maledetta boccaccia fuori da questa cosa? Di sera che cosa faccio, Alfred? ALFRED - Leggi la pagina politica. ALBERT - Sul “Daily Mirror”. Quando prendo il thè. ALFRED - Con le tue uova e pancetta, esatto. ALBERT - E stasera? Che cosa farò stasera? EDWARD - Ti perderai la tua pagina politica. ALFRED - C’è quella di ieri, non ho ancora buttato quella di ieri. ALBERT - Perciò mentre prenderò il mio thé, leggerò il Daily Mirror di ieri? EDWARD - No, niente affatto. ALFRED - Deve esserci qualcosa che ti sei perso ieri. ALBERT - E perché Alfred? EDWARD - Tu non ti leggerai il giornale di ieri perché non prenderai il thé. ALFRED - Perché ho rovinato il giornale di oggi. ALBERT - E perché hai rovinato il mio Daily Mirror? EDWARD - Perchè ha bruciato il tegame. *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 54 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli ALFRED - Ci ho pulito il tegame. ALBERT - E perché il tegame ha avuto bisogno di essere pulito? EDWARD - Perché l’ha bruciato. ALFRED - Perché l’ho bruciato. ALBERT - E perché l’hai bruciato? EDWARD - Perché è squillato il telefono. Drin Drin. E lui si è precipitato a rispondere. ALBERT - È squillato il telefono? ALFRED - Stavo parlando con lui e il tegame si è bruciato, ho preso il tuo pidocchioso Daily Mirror e ci ho pulito il tegame. ALBERT - Hai usato il mio Daily Mirror per pulire il tegame. ALFRED - Ero spaventato che le tue uova avessero quel sapore, perciò ho afferrato la cosa più vicina. Ma che succede se ti perdi la pagina politica per un giorno. ALBERT - Eri spaventato. ALFRED - Le tue uova avrebbero saputo di bruciato. ALBERT - Lo hai fatto spesso e non mi sono mai arrabbiato. Ti ho mai rimproverato? ALFRED - Dovevo pulire il tegame con qualcosa. ALBERT - Non ti ho mai rimproverato. Ho sempre preso il giornale senza dire una sola parola, lo prendo, e non dico una parola. Questo posto puzza di brucaito, ma io prendo il mio Daily Mirror, lo leggo e non dico una parola. ALFRED - Dovevo usare qualcosa. ALBERT - Ti ho mai accusato? ALFRED - Ho bruciato quel dannato tegame, ho usato il tuo maledetto Daily Mirror per pulirlo, non avrai nessun dannato thè e non avrai nessun maledetto Daily Mirror con cui goderti il tuo stramaledetto thè… *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 55 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli (Edward è sgattaiolato fuori e il telefono squilla. Alfred che ha il tegame in mano, lo sbatte sul telefono.) ALFRED - Zitto, maledetto signor Hargraves. Zitto, zitto. Non mi importa se perdo la mia dannata pensione. Me ne fotto della pensione, pensione del mio cazzo. Me ne fotto della stazione di Clapham. Ho bruciato un fottuto tegame e ho pulito con il tuo maledetto fottuto Daily Mirror. (Il viso di Alfred è vicino a quello di Albert.) ALFRED - Hai bevuto una birra. Posso sentire l’odore. Ti sei bevuto una dannata fottuta birra. (Edward entra. Una lunga pausa.) ALBERT - Mi prenderò solo un thè. ALFRED - Dannazione puoi fartelo bene da solo. (Si siede in un angolo, del tutto infelice. Dopo una pausa Albert inizia a fare il thè da solo in modo lento.) (Dopo un momento si chiude il sipario) FINE ATTO I *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 56 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli ATTO II SCENA 1 (Albert dà la sua tazza ad Alfred. Questo è il segnale per i lavoretti della sera. Alfred prende la tazza e qualsiasi altra cosa abbia bisogno di essere lavata, e la porta al lavandino. Mentre Alfred lava i piatti, Albert vigorosamente rastrella la cenere nella stufa, ci mette del carbone fresco, e pulisce la superficie della stufa. Albert come sempre finisce prima di Alfred. Va al suo tavolo, sceglie un libro [Libro Verde – Regole per la segnalazione ferroviaria e Istruzioni Generali per i Segnalatori]. Si gira per sedersi vicino alla sua poltrona, ma ci si siede Edward. Edward gli sorride. Prende la sedia di bambù dal suo tavolo la mette dall’altra parte della stufa, si siede a apre il libro. Alfred finisce di mettere via i piatti. Va in fondo vicino al modellino, toglie una locomotiva, solleva una lattina di olio. Prende un vecchio giornale, aperto sul tavolo di Albert, colloca con attenzione la locomotiva sul giornale, si allunga per sedersi ma scopre che la sedia non c’è. Tutti questi movimenti sono rituali. Alfred non sa che cosa fare.) ALFRED - Sei seduto nella poltrona di Albert. EDWARD - E Albert è seduto nella tua sedia. ALFRED - Perché tu ti sei seduto nella sua poltrona. EDWARD - Allora dovremo contattare la direzione perché ci consegnino un'altra sedia, vero? ALFRED - La direzione? EDWARD - Che ne dici Albert? Come si fa un ordine in Direzione per un'altra sedia? Questo è il tuo settore, credo. *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 57 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli ALFRED - Non è in Direzione che tu mandi richieste di questa natura. EDWARD - Beh, ovunque sia, vedi di mandargliela, altrimenti ad Alfred verranno le vene varicose, come il muco in testa. ALBERT - Dov’è il Daily Mirror di ieri? (Alfred si guarda intorno poi realizza che l’ha steso sul tavolo. Questo lo confonde di nuovo e lo rattrista.) ALBERT - Non ti preoccupare. Leggerò “Il libro verde”. ALFRED - (Afferra un giornale dalla cima della pila) Qui c’è quello di martedì. ALBERT - Ok, andrà bene. EDWARD - Non è la tua giornata, eh? Niente thè, niente poltrona e adesso devi leggere la pagina polita dell’altro ieri. ALBERT - Siediti Alfred e riposati. Se hai intenzione di vivere qui Edward faresti meglio ad iniziare a fare la tua parte. EDWARD - Giusto, Albert. (Albert va nell’altra stanza. Sentiamo che chiude la porta del bagno.) ALFRED - È proprio sconvolto, non va mai a letto così presto. EDWARD - Certo che è maledettamente sconvolto, non è mai stato contestato prima d’ora. Dovresti tenergli testa, Alfie. ALFRED - Lui è il capo. Faremmo meglio a portare qui fuori il tuo letto. EDWARD - C’è un mucchio di tempo per quello. ALFRED - Albert vorrà andare a letto quando avrà finito di lavarsi. EDWARD - Potrebbe dover restare sveglio stanotte. Dammi i boccali. È ora di un'altra bevuta. ALFRED - Non credo di voler bere, grazie lo stesso. (Edward si alza e prende i boccali.) EDWARD - Quand’è stata l’ultima volta che ti sei ubriacato, Alfie? *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 58 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli ALFRED - Un paio di natali fa, comprammo del vino DOC, ne comprammo due bottiglie. Passammo davvero un bel natale quell’anno, avevamo il pollo e due bottiglie di vino. Vedi, fu proprio una celebrazione. EDWARD - Che cosa celebravate? Il Natale? (Ride per la sua battuta) ALFRED - No, Albert non ci crede, dice che sono tutti proprietari terrieri. No, era per festeggiare i suoi 40 anni a Fulham. EDWARD - Bevi questo allora, festeggiare un'altra occasione. ALFRED - Quale? EDWARD - Il mio primo giorno a Fulham. Adesso quello che devi fare è bere il primo tutto d’un fiato, mettitelo solo in testa, non pensarci, direttamente giù in gola. Pronto, uno, due, via! (Alfred lo manda giù, tossisce, gli lacrimano gli occhi.) ALFRED - Questa roba è terribile. EDWARD - (Beve un altro sorso.) Devi berne un altro molto velocemente. ALFRED - No. Per me basta, ti uccide maledettamente bene. EDWARD - Te lo dico io, devi prenderne un altro, non pensarci, buttalo giù come hai fatto con l’altro. (Alfred prende la tazza e beve, senza tossire.) (Pausa) EDWARD - Come ti senti adesso? ALFRED - Riscalda, non è vero? EDWARD - Un po’ diverso da quel vino DOC vero? ALFRED - Non riesco a sentirmi i piedi. EDWARD - Ti mostrerò io che cosa ti sei perso. Ecco, siediti in una comoda poltrona. (Fa sedere Alfred nella poltrona di Albert.) EDWARD - Ora te ne mescolerò uno con l’acqua. *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 59 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli ALFRED - Non credo che dovrei prenderne un altro, davvero Edward. Mi sentirò proprio male, so che sarà così. EDWARD - No, per niente, lo berrai nel modo giusto. Dovremmo prendere un frigo, sai che, con un frigo potremmo mettere il ghiaccio nei bicchieri. Mi è sempre piaciuto così. ALFRED - Posso capire che sei nato per vivere alla grande. EDWARD - Hai proprio ragione Alfie. So come fare una truffa in un negozio di oggetti a noleggio, devi solo prendere una stanza per un paio di giorni, prendere qualcuno che firmi le carte, poi scompari con i beni. Potresti fingerti mio padre. (Ride a crepapelle) Ti piacerebbe essere il mio vecchio Alfred? ALFRED - Dovrei parlarti di una o due cosette se fossi tuo padre. EDWARD - Ecco potrei farlo con il mio equipaggiamento da fotografo. Potrei prendere tutto con un pagamento rateale poi svignarmela qui giù con la roba. ALFRED - Hai una vena disonesta Edward. EDWARD - Loro ci fanno milioni. Quelli tengono conto che le persone scappino con la roba. Ne tengono conto per i loro guadagni. Prendi un’altra sigaretta, Alfred. Lo faresti per me, vero? Intendo, tu hai un lungo stato di servizio, quelli ti crederanno. Ed io ti lascerei entrare nell’affare. È assolutamente semplice, prendi qualche piccola pollastra e fai con loro come fa Svengali, li ipnotizi e gli dai un nome tipo Twiggy o Shrimp o Humpledinck o qualcosa del genere, la pollastra non è importante, lo è il nome, capisci. ALFRED - Ho visto quella Twiggy, nel giornale di Albert, l’ho vista. EDWARD - Ho visto un film su uno di questi tizi. Noioso a morte, pieno solo di vecchie fesserie, ma lui che vita faceva. Tutte queste pollastre lo volevano solo perché lui le rendesse famose, capisci. Perciò facevano qualsiasi cosa per lui, qualsiasi. Una strepitosa pollasta nera e tutte quelle che lui aveva. Lui stava solo sdraiato sul pavimento e scopava come un riccio. Lei faceva tutto il lavoro. *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 60 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli ALFRED - È complicata, l’arte della fotografia, è complicata. EDWARD - Non crederci, non è niente. Tutto ciò di cui hai bisogno è l’attrezzatura, potrei dipingere questo posto di bianco. Ecco tutto quello che fanno. Potremmo farlo tra di noi, tutto ciò che dovremmo fare è firmare il modulo. E io mi prenderei cura che quando tu vada in pensione non ti debba preoccupare di nessun dannato dormitorio pubblico. Mi prenderei cura io della tua vecchiaia. ALFRED - Non preoccuparti della mia vecchiaia, Edward. È carino da parte tua, ma noi abbiamo già risolto tutto. EDWARD - Non puoi continuare a vivere qui dopo la pensione. Servirà ai miei affari, d’altronde. ALFRED - Abbiamo sistemato tutto, non ti preoccupare. EDWARD - E con me alle tue spalle, puoi dire al vecchio Albert dove metterselo il suo Daily Mirror. ALFRED - Albert è un mio amico e noi abbiamo un piano, non preoccuparti. EDWARD - Un altro dei progetti di Albert, suppongo. Un’altra delle sue idee per tenerti sottomesso e far fare a te tutto il lavoro. ALFRED - Qui ti sbagli. Questa era una mia idea. Ci ho pensato io. E Albert è stato d’accordo, “Questa è proprio una buona idea Alfred” mi ha detto. “Questa è proprio una buona idea”. EDWARD - Che avete intenzione di fare? Prenderti una lurida stanzetta da qualche parte e dividerla con Albert che ti respira sul collo per tutto il tempo? ALFRED - No, avremo una camera ciascuno e avremo un giardino… EDWARD - Non hanno più i giardini a Londra. ALFRED - Chi sta parlando di Londra? EDWARD - Oh capisco, vi ritirerete in campagna. Avete una casa in campagna. ALFRED - No, non esattamente una casa, molto meglio. *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 61 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli EDWARD - Che cosa allora? ALFRED - Questa è una cosa tra Albert e me. EDWARD - Non ti fidi di me Alfred? Via, ti offro di renderti partecipe del mio affare e tu non ti fidi di me. Questa è la dannata influenza di Albert. ALFRED - Non è vero. È un piano tra Albert e me. EDWARD - Che cosa succederebbe al vostro piano se io andassi in Direzione domani mattina? ALFRED - Non lo faresti. EDWARD - Perché no? Ho diviso con te il mio whisky e le mie sigarette, mi interesso al tuo modellino e tu neanche mi dici dove hai intenzione di andare a vivere quando andrai in pensione. ALFRED - Tu non sei veramente interessato al modellino? EDWARD - Certo che sì. Ti ho chiesto io di mostrarmi come funzionava, no? ALFRED - Beh lo apprezzo Edward, ma è una cosa tra Albert e me. EDWARD - Non gli direi che me lo hai detto, ti giuro che non lo farei. ALFRED - Gli hai detto del telefono e avevi detto che non lo avresti fatto. EDWARD - È solo perchè mi ha fatto arrabbiare. Ha fatto arrabbiare anche te, vero? Perché è stato disonesto per tutti questi anni, si è andato a bere la birra e tu non ne sapevi niente. ALFRED - Sono affari suoi. EDWARD - E ciò che mi racconti sono affari tuoi. (Pausa) Avanti Alfred. ALFRED - Non gli dirai che te l’ho detto? EDWARD - Lo giuro sul mio caro padre. ALFRED - A te non piaceva tuo padre. EDWARD - Allora sulla mia cara madre. (Pausa mentre Alfred ci riflette.) *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 62 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli ALFRED - Va bene allora. (Abbassa la voce) Conosci tutte quelle diramazioni ferroviarie che corrono lungo il paese, e che sono state chiuse? EDWARD - Sì. ALFRED - Beh, tutte avevano delle stazioni, no? EDWARD - Certo. ALFRED - Belle stazioncine di campagna circondate dal verde. EDWARD - E allora? ALFRED - Allora ce ne prenderemo una. EDWARD - Voi cosa? ALFRED - Andremo a prenderci una di quelle piccole stazioni di campagna, la rimetteremo a posto e ci vivremo. Ecco che cosa abbiamo intenzione di fare quando andremo in pensione. EDWARD - È così allora? ALFRED - Esatto. È ciò che faremo. Compreremo una di quelle stazioni. EDWARD - Cristo. ALFRED - Allora non mi credi? EDWARD - Ti credo, davvero. E Albert. ALFRED - Non glielo dirai? EDWARD - Dirgli che cosa? ALFRED - Ciò che ti ho appena detto. EDWARD - Comprare una maledetta stazione. Non ho dubbi che quando morirete vi seppelliranno nella sala grande di Euston. Tu ed Albert. Proprio un bel paio di pazzi isterici. ALFRED - È tutto organizzato. Abbiamo preparato tutto. EDWARD - Avete preparato tutto? I soldi in banca? Albert ha un libretto degli assegni vero? ALFRED - Non sono in banca, mio brillante facchino. *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 63 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli EDWARD - Li tenete nella calza, vero? Camminate con un duemila sterline in un calzino e ehy, io me ne prenderei una con binari e resto. ALFRED - Non sono così tanti. Albert ha fatto delle indagini. Puoi ottenerne una carina per circa mille e trecento sterline. EDWARD - Mille e trecento sterline non sono un problema per due tipi come voi. Li tenete sotto il pavimento, vero? Sotto il pavimento vero, Alfie? ALFRED - Intendo, stavo solo scherzando un po’. Lo faccio spesso con Albert. EDWARD - Non mi dire. E Albert? Siete andati in malora o cosa? Perché non compri la mia vecchia postazione fuori Brum, eh, Alfred? ALFRED - Ti stavo solo prendendo in giro. Lo faccio con Albert per tutto il tempo. EDWARD - Non farlo con me, piccolo Alfie. Non mi piace che il mio dannato tempo venga sprecato. ALFRED - Non avevo intenzione di fare alcun male. (Si sente tirare lo sciacquone. Alfred si precipita alla scrivania e inizia a lavorare sulla sua locomotiva. Le sue mani tremano. Albert entra.) EDWARD - Hai mai registrato gli straordinari, Albert? ALBERT - Se avessimo avuto bisogno di fare degli straordinari, li avremmo annotati. EDWARD - Intendo dire, tecnicamente Alfred sta ancora lavorando, oliando la sua locomotiva in quel modo, questa è manutenzione, tecnicamente lo è. Bada che sta contravvenendo ogni regola nel libro dei sindacati. ALBERT - Se vuoi spostare quel letto faresti meglio a farlo ora. EDWARD - Il fatto è che con un po’ di straordinari potrei iniziare a dedicarmi alla fotografia, come lavoro part-time. ALBERT - Tu verserai la quota dell’appartamento e questo è quanto. *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 64 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli EDWARD - L’alternativa sarebbe una piccola truffa ad un negozio di vendita a noleggio di cui Alfred ed io stavamo giusto parlando. Ma per farlo, avremmo bisogno della firma di un rispettabile cittadino come te. ALBERT - Non avrai il mio nome per metterlo in una delle tue truffe. Né quello di Alfred. EDWARD - Sei troppo onesto, vero? ALBERT - Sai, il guaio con un truffatore e un ladro come te è che ti senti solo se non riesci a coinvolgere qualcun altro nell’imbroglio. EDWARD - Chi è un ladro, vecchio mio? ALBERT - Tu. Oh, beh, non hai il coraggio per essere un vero e proprio ladro, sei più il tipo che dà una botta in testa ad una vecchietta per prenderle la pensione della sua vecchiaia. EDWARD - E che mi dici di te Dannato Signor Onestà? Che mi dici del secchio di carbone che tu arraffi ogni giorno? ALFRED - Il carbone è fornito dalle ferrovie, è in regola. EDWARD - E che mi dici dello stipendio che avete ritirato per quattro anni sotto false pretese? ALBERT - Quello stipendio è un nostro diritto. EDWARD - Se voi lavoraste sarebbe un vostro diritto, ma voi due siete in esubero. Voi prendete quei soldi con delle false pretese. Potreste essere messi in prigione per truffa ai danni dello Stato. ALBERT - Alfred, portiamo fuori di qui il letto di sua signoria. (I due si muovono verso la porta. Edward va di fronte a loro sbarrandogli la porta.) EDWARD - Non ti piace sentirtelo dire vero, perché è la maledetta verità e tu lo sai. Tu sei un ladro molto più grande di noi. ALBERT - Noi divideremo l’altro letto Alfred. Uno dormirà sul materasso e l’altro sulla rete. *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 65 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli EDWARD - E che mi dici del fatto che vivi in una proprietà delle ferrovie senza pagare l’affitto? Che mi dici di questi fatti maledetto Albert dei miei stivali? ALBERT - Faresti meglio ad andare a dormire, ci alziamo alle sei e mezza da queste parti. Avanti Alfred. EDWARD - Nessuno va da nessuna parte finchè non lo dico io. ALBERT - Ne ho abbastanza dei tuoi insulti insolenti per un solo giorno. Ti ringrazio infinite. ALFRED - Avanti, Albert, ti preparerò la tua cioccolata. EDWARD - Resterà qui e berrà la sua cioccolata. Sarà socievole e parlerà con me dell’affare delle mie foto. ALBERT - I tuoi stupidi piani non hanno niente a che vedere con i miei. EDWARD - I miei stupidi piani? Che mi dici dei tuoi maledetti stupidi piani? ALFRED - Me lo hai promesso Edward. ALBERT - Lui ti ha promesso che cosa? EDWARD - Dove prendi il coraggio? Dove prendi il tuo fottuto coraggio, è questo che io voglio sapere! ALBERT - Ma di che diavolo stai parlando? EDWARD - Sto parlando della campagna. Sto parlando di quella dannata campagna con le mucche e i cavalli e quelle piccole maledette stazioni ferroviarie. ALFRED - Lo avevi giurato su tua madre morta. (Afferra Edward che improvvisamente e selvaggiamente lo getta contro le leve.) EDWARD - Non mi piaceva neanche mia madre, Alfred. (Albert fa un passo verso di lui. Quello afferra la bottiglia di whisky.) EDWARD - Avanti, fa solo un passo avanti, vecchio. *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 66 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli ALFRED - Sto bene, Albert. Mi dispiace, mi ha ingannato. EDWARD - Adesso siediti Albert e niente più commenti ostili sulla faccenda delle mie foto. La cioccolata è pronta? ALFRED - Ancora non bolle EDWARD - Falla e dagliela. (Edward beve. Alfred dà a Albert la sua cioccolata.) EDWARD - È dura non è vero Albert? Come il mio vecchio, un giorno ha provato a picchiarmi, come aveva sempre fatto ma era un po’ invecchiato. Per ogni cinghiata che mi aveva dato nella mia vita, io gliene diedi due quel giorno. Perciò non fare il furbo con me a proposito dell’attrezzatura, eh? ALBERT - Pensi di sapere tutto, non è vero? EDWARD - So che avete avuto pochissime spese perché avete diversi bigliettoni da qualche parte. ALBERT - Come avresti potuto capire? In tutti questi anni, non abbiamo avuto in mano niente, niente. EDWARD - Adesso non fare il furbo. ALBERT - Il furbo? Noi non abbiano due soldi per una lapide. Lui! Lui spende ogni centesimo che guadagnamo. ALFRED - Non è vero. Sono molto prudente con il denaro. ALBERT - Quando dormo, mi sgraffigna i soldi. Come quella banconota da cinque sterline. E sai dove vanno tutti i soldi? In quel dannato fottuto modellino. ALFRED - È una bugia Albert, è una dannata bugia. EDWARD - Adesso stai facendo il biricchino. ALBERT - Biricchino? Non ti è mai passato per la testa il motivo per cui sto in questo posto, a giocare con i treni su un modellino? Potevo andarmene e lasciare il mio vecchio compagno in quello stato? EDWARD - Quale stato? ALBERT - È matto. E questo costa denaro, è un pazzo furioso. *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 67 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli ALFRED - Non è vero. Ogni settimana prendi il mio stipendio e lo metti da parte in previsione di quella stazione. ALBERT - Quale dannata stazione? ALFRED - Quella in cui ci ritireremo in pensione. ALBERT - Comprare una dannata stazione. Siediti, Alfred. Non ti sembra una cosa da matti? EDWARD - Che mi dici dei miei soldi allora? ALBERT - Se sto attento, se lo controllo in maniera costante, finchè non andremo in pensione, non ti preoccupare, gestirò il bonus di cui abbiamo parlato. ALFRED - Non spendo i soldi sul modellino e avevo risparmiato quelle cinque sterline andando da “L’Onesto Jack” a Battersea. ALBERT - Un dannato spreco, ecco che cos’è stato quel modellino. ALFRED - Hai detto che potevamo dirigere lo scambio grazie a quel modellino. ALBERT - Capisci. Non c’è uno scambio, Alfred. Vedi. L’ho detto per assecondarlo e lui ci crede. EDWARD - E che mi dici del mio equipaggiamento? ALBERT - Te l’ho detto, ci penserò io. ALFRED - Io non sono pazzo. ALBERT - Certo che no, Alfred. Edward qui solo non capisce. Sì, credo che sia ora che ce ne andiamo tutti a nanna. Avanti Alfred, è ora di andare a letto. EDWARD - Un maldetto pazzo. ALFRED - Sono tutte bugie Edward. ALBERT - Avanti, adesso, Alfred. Domani mattina sarà tutto a posto. ALFRED - I soldi sono qui, sono in una scatola nera e sono nascosti qui. EDWARD - Una scatola nera con un teschio e le tibie crociate. *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 68 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli ALFRED - No, una di quelle scatole di latta delle vecchie locomotive a vapore, le usavamo per tenerci dentro i panini. L’ha spostata mentre eri al pub. Ecco perché avevo le dita nelle orecchie, in modo che non sentissi dove la stava mettendo. ALBERT - Adesso non agitarti Alfred. EDWARD - È matto veramente, eh? ALBERT - Sta bene, è inoffensivo. ALFRED - L’ha spostata, davvero maledizione l’ha spostata. (Albert afferra Alfred) ALBERT - (In modo molto deciso.) Adesso è ora di andare a letto. (Alfred si libera e si precipita sul proscenio) ALFRED - Era qui, l’ha spostata. È stata qui per anni, è stata qui. Mille e trecento sterline e spiccioli. (Alfred ha aperto la trappola nel pavimento dov’era la scatola.) EDWARD - Tu bastardo burlone. ALFRED - Adesso chi è il matto? ALBERT - Non riuscivi a capirlo vero? Proprio non riuscivi a capirlo. EDWARD - Stava dicendo la dannata verità. Avete intenzione di comprare una maledetta stazione e i soldi sono qui. Stava dicendo la dannata verità. ALFRED - Non avevi il diritto di fingere che fossi matto. ALBERT - Dannazione ovviamente ce l’avevo fatta, ma non sei riuscito a capirlo. EDWARD - Allora è qui, non è vero? Tutta nascosta da qualche parte. Alfred, tu mi dirai dov’è, vero? ALFRED - È all’Ufficio Postale. EDWARD - Non mi piace quando mi menti. ALFRED - Io non sto mentendo. *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 69 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli EDWARD - Allora dov’è il libro? ALFRED - Quale libro? EDWARD - Il libretto di risparmio delle Poste. ALBERT - Lascialo in pace. I nostri affari non ti riguardano. EDWARD - Sei orgoglioso del tuo modellino, non è vero Alfred? ALBERT - È ora di andare a letto Alfred! EDWARD - Che cosa faresti se io te lo mandassi in pezzi? ALFRED - Non lo faresti. EDWARD - Lo farò in mille pezzi. ALFRED - È un lavoro ingnegnoso. Sarebbe solo dannoso farlo in pezzi. EDWARD - Allora dimmi dove sono i soldi. ALFRED - Non lo so. Sono alla Posta. EDWARD - Credo che inizierò dalla postazione di segnalazione. ALBERT - Va bene, allora. Quanto vuoi? EDWARD - Non mi piace essere trattato da matto. Quella piccola folle scappatella ti costerà. ALBERT - Non puoi biasimarmi per aver tentato. EDWARD - Quanto avete? ALBERT - Non lo so. Ma andrò alla posta domani mattina e prenderò il saldo. EDWARD - Mi stai di nuovo imbrogliando. Posso capire che mi aiuterà il mio amico Alfred. ALFRED - Vorrei Edward, se potessi, lo farei. (Edward solleva una vecchia leva di metallo segnalazione e fa per scagliarla sul modellino.) ALFRED di - Non c’è bisogno di quello. (Edward prende un sorso dalla bottoglia che ha nella mano sinistra, poi con cura seleziona un edificio di balsa dal *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 70 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli modellino, solleva la leva, apre la mano e lascia che il peso della leva faccia il danno.) ALFRED - Era qui in quel buco. Poi l’ha spostata quando eri al pub. Non so dove l’abbia messa. EDWARD - Sei uno stupido, Alfred, ti meriti tutto quello che hai. ALFRED - Puoi avere la mia parte, solo non fare altri danni. Mi ci vorranno anni per costruirne un altro. EDWARD - Quant’è la tua parte? ALFRED - I tre ottavi, i tre ottavi di qualcosa. EDWARD - E quanto c’è lì dentro? ALFRED - Mille e trecento sterline e spiccioli, ecco… sono un mucchio di soldi, puoi calcolartelo da solo. Tre ottavi di mille e quattrocento sterline circa. EDWARD - Ok Alfie. Hai appena stipulato un patto. (Alfred si precipita al modellino e inizia a sollevare i pezzi.) EDWARD - Solo, aspetta un attimo. Dove sono i soldi? ALFRED - Chiedilo ad Albert. Guarda, la postazione e la cisterna, cocci. Ecco che cosa hai fatto, cocci. EDWARD - Allora Albert, dagli i suoi soldi. ALBERT - Non sono qui, sono all’Ufficio Postale. (Edward alza la sbarra e selvaggiamente colpisce il modellino, mancando Alfred per un pelo.) EDWARD - (Grida) Dagli i soldi. ALFRED - Dammi la mia parte, Albert. ALBERT - Non ci sono soldi qui. Sono all’Ufficio Postale, ti dico. EDWARD - Dov’è il libretto? Dov’è il libretto? ALFRED - Fracasserà tutto, dagli i soldi. *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 71 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli ALBERT - Si prenderà tutto. Non vorrà prendersi solo la tua parte, si prenderà tutto. EDWARD - Vedi che razza di stupido sei Alfred, prima dice che sei pazzo, adesso permette che il tuo modellino venga fatto in mille pezzi. I soldi sono tuoi, ma tu neache sai dove siano. ALFRED - Sono in quella scatola, da qualche parte. EDWARD - Ma dove Alfred, dove? ALFRED - Non lo so, ti dico. ALBERT - Lascia stare il suo modellino. Lui non sa dove siano. EDWARD - Ma tu sì, non è vero? ALBERT - Sì, io sì. Ma non ho intenzione di dirtelo e Fulham è una stazione maledettamente grande. EDWARD - Vedi, te lo meriti che questo ingegnoso modellino vada in pezzi, perché sei un cretino Alfred, perché sei stato imbrogliato per tutta la vita. ALFRED - No Edward no. EDWARD - Sì, Alfred, sì, perché te lo meriti. (Edward colpisce il modellino con una furia assoluta. Fracassa tutto fino a non farci rimanere niente, poi getta la sbarra sul pavimento.) EDWARD - Adesso maledetto signor capo segnalatore, è il tuo turno. ALBERT - Non caverai fuori niente da me. EDWARD - No? Per Giove se non ci riuscirò? (Colpisce Albert nella sua poltrona, poi lo colpisce ancora.) EDWARD - Dove sono? ALBERT - Non farai delle foto pornografiche con i miei soldi. (Edward prende le due estremità della sciarpa di Albert, le incrocia e inizia a strozzarlo.) *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 72 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli EDWARD - Se non mi dici dove sono, ti seppellirò sotto il mucchio di carbone vecchio mio. ALBERT - Mi sta strozzando, Alfred, mi sta strozzando. EDWARD - Certo che ti sto strozzando vecchio mio, e ti strozzerò finchè non morirai se non mi dici dove sono i soldi. ALBERT - Alfred, mi ucciderà, ha intenzione di uccidermi. EDWARD - Dove sono, vecchio stupido bastardo? ALBERT - Alfred aiutami, toglimelo di dosso. (Alfred solleva l’asta di metallo e sta in piedi dietro a Edward.) EDWARD - Morirai vecchio, a che ti serviranno circa mille e quattrocento sterline? (Albert ha il viso paonazzo e gli occhi sporgenti.) ALBERT - Per amor di Dio, Alfred aiutami. (Alfred alza la sbarra sulla sua testa.) ALFRED - Avevo intenzione di esporlo al Westminster Hall, prima di andare in pensione. (La voce di Alfred porta Edward a girare la testa, vede Alfred con la sbarra, rabbrividisce nonostante stia ancora strangolando Albert) EDWARD - No Alfred, pazzo bastardo, no. ALFRED - Adesso, non lo potrò portarlo mai più al Westminster Hall. (Albert lascia cadere la sbarra sulla testa di Edward con un ampio arco. La forza del movimento gli fa perdere l’equilibrio e lo fa avanzare per la stanza. Edward è caracollato vicino alla stufa. C’è un lungo silenzio, rotto dalla lotta che fa Albert sul pavimento per rispirare.) ALFRED - Tu piccolo sporco bastardo predatore. (Albert riprende a respirare, poi guarda Edward.) *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 73 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli ALBERT - Guarda se sta bene, Alfred. ALFRED - Non ho intenzione di avvicinarmi a quel bastardo. (Albert cammina a carponi verso Edward) ALBERT - Edward, Edward! È svenuto, Alfred, lo hai colpito troppo forte, dannazione. ALFRED - Non l’ho colpito neanche abbastanza forte, dannazione. ALBERT - Edward! Lo sapevi, l’hai colpito troppo forte dannazione. ALFRED - Non l’avevo mai fatto. ALBERT - Sì, dannazione, lo sai. ALFRED - Che cosa fai, Albert? ALBERT - Hai vibrato quell’asta troppo forte dannazione. ALFRED - L’ho solo colpito per togliertelo di dosso. ALBERT - Tu hai vibrato quell’asta, giusto? ALFRED - Giusto. ALBERT - Sulla tua testa, giusto? ALFRED - Giusto. ALBERT - E lui è caduto, giusto? ALFRED - Giusto. ALBERT - (Debolmente) È stato troppo forte, dannazione Alfred, è stato troppo forte, giusto? ALFRED - Perché Albert, perché? ALBERT - È morto ecco perché. Sei riuscito ad uccidere il bastardo dannazione. ALFRED - Volevo solo togliertelo di dosso. ALBERT - Lo hai ammazzato, ecco che cosa. Gli hai fracassato la testa, dannazione. (C’è una lunga pausa…) ALFRED - È stata autodifesa, lo sai. Possiamo dirlo, è stata autodifesa. *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 74 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli ALBERT - Dirlo a chi? ALFRED - Ai poliziotti, gli dirai che è stata autodifesa. (C’è una lunga pausa…) (Poi Albert si mette in piedi.) ALBERT - Dovremo risolvere questa storia. ALFRED - Era perché ti avrebbe ucciso. Possiamo dirglielo. (Albert rimette a posto le due sedie, lontane dal corpo. Poi aiuta Alfred gentilmente ad alzarsi e lo fa mettere seduto.) ALBERT - Qui non siamo in una buona posizione, Alfred. ALFRED - Potresti dirgli che ero impazzito, come hai detto prima. ALBERT - Non possiamo andare alla polizia Alfred. Dobbiamo trovare una soluzione per questo dilemma, tra di noi. ALFRED - Potremmo gettarlo nel fiume. ALBERT - No Alfred. Abbiamo bisogno di tempo per pensare. ALFRED - Se lo avessero mandato tra alcuni mesi, noi non saremmo stati qui, saremmo stati in campagna. ALBERT - Dobbiamo risolvere questa cosa. ALFRED - Non avevo intenzione di ammazzare quello sporco bastardo, giusto Albert? ALBERT - Giusto. (Entrambi si siedono. Le luci si spengono quasi completamente in modo che possiamo appena vedere le loro sagome. Poi le luci si cambiano in mattina presto.) *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 75 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli ATTO II SCENA 2 (Tutto è come alla fine dell’ultima scena, tranne che siamo alle sei e mezza della mattina successiva. Alfred è mezzo assopito sulla sua sedia. Albert tira fuori il suo orologio, lo studia a lungo, poi ovviamente prende una decisione.) ALBERT - Alfred, Alfred, svegliati. (Si piega in avanti e scuote Alfred per una gamba. C’è una curiosa familiarità e gentilezza in quest’azione.) ALFRED - Sono un pezzo di marmo, ma fa dannatamente freddo. ALBERT - La stufa si è spenta. ALFRED - Non ho mai avuto così freddo in tutti questi anni dannazione. ALBERT - Ho risolto che cosa dobbiamo fare. ALFRED - Vuoi la colazione allora, vero? ALBERT - Svegliati Alfred, dobbiamo parlare. ALFRED - Di che? (Muove la sedia che porta Edward sotto i suoi occhi. Pausa…) ALFRED - È diventato tutto blu. ALBERT - Qual è la cosa più importante che dobbiamo fare? ALFRED - Ed è diventato tutto rigido. ALBERT - Prestami attenzione Alfred. ALFRED - Adesso non sembra così cattivo dannazione, vero? Vuoi fare colazione? ALBERT - Non ti preoccupare di quella maledetta colazione. ALFRED - Che cosa faremo, Albert? *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 76 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli ALBERT - Sto cercando di dirtelo. ALFRED - Non impiccano più le persone, vero? ALBERT - No. ALFRED - Non eri così entusiasta quando cambiarono la legge. Dicevi che le persone che avevano fatto roba simile, sarebbero dovute andare sulla forca. ALBERT - Qual è la cosa più importante che dobbiamo fare? ALFRED - Dobbiamo fare qualcosa per lui. ALBERT - Giusto. Allora cosa? ALFRED - Dovremmo pulire questo maledetto posto. Riaccendere la stufa o moriremo di freddo, dannazione. ALBERT - Giusto, è così. Esatto. Dobbiamo solo far passare alcuni mesi, giusto? ALFRED - Giusto. ALBERT - Quindi potremo comprare quella stazione su cui abbiamo messo gli occhi. Giusto? ALFRED - Giusto. ALBERT - Perciò la cosa importante è continuare a lavorare, giusto? ALFRED - Giusto Albert. Giusto. ALBERT - E come farlo? Tornando a lavorare come abbiamo fatto prima. Giusto? ALFRED - Non possiamo. ALBERT - Sì che possiamo. Sono solo le sei e mezza, è proprio come al solito, è appena passata mezzora. Faremo le stesse cose di sempre. ALFRED - E lui? ALBERT - Lo sposteremo. ALFRED - Dove? *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 77 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli ALBERT - Lo metteremo lì per il tempo restante. Poi quando avrò avuto tempo per pensare e farà buio o roba simile, ci sbarazzeremo di lui. ALFRED - Lo gettiamo nel fiume? ALBERT - No, riaffiorerebbe con la marea. Dovrò pensare a qualcos’altro. ALFRED - Che mi dici della Direzione? Potrebbero indagare. ALBERT - Perché dovrebbero? Venerdì andrai lì come al solito e ritirerai anche i suoi soldi. Adesso, avanti, dobbiamo spostarlo. ALFRED - Non posso toccarlo, davvero, non posso. ALBERT - Gli metterò addosso un lenzuolo. (Albert fa un tremendo sforzo per controllarsi. Anche lui è spaventato dal cadavere. Solleva uno dei lenzuoli e lo getta sul corpo.) ALBERT - Tu prendigli le gambe. (Lui solleva Edward dalle spalle) ALFRED - Sono piegate. ALBERT - Prendi quelle dannate gambe quando te le dico io. (Alfred solleva le gambe. Barcollano per alcuni passi, poi Alfred perde la sua presa e lascua cadere il corpo.) ALFRED - Oh Cristo. ALBERT - Tiralo su. ALFRED - È troppo pesante. ALBERT - È un peso morto, ecco perché. ALFRED - (Ridacchia) Una delle tue battute, sì. ALBERT - Cosa? ALFRED - Peso morto. Questa è buona. ALBERT - (Ridacchia) Prendigli le gambe, dai. (Borbottando e ridacchiando, si spostano verso la porta.) *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 78 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli ALFRED - “Peso morto”, questa sì che è buona! (Alfred sale sul margine posteriore del lenzuolo e mentre procedono, il lenzuolo cade. Edward sta fissando direttamente Alfred che si ferma bruscamente. Albert guarda dietro di sé per vedere dove sta andando. Fa un altro passo all’indietro, ma Alfred è saldamente ancorato sui suoi piedi. Albert lascia cadere le spalle e barcolla indietro, cade sul pavimento. Alfred sta guardando, impietrito, il volto di Edward, mentre ancora lo tiene per i piedi. Albert è costretto a guardare la testa.) ALBERT - Mio Dio, certamente lo hai ucciso. ALFRED - Albert, non sembra morto. ALBERT - È morto davvero, morto stecchito. ALFRED - Mi sta guardando, coprigli la faccia, Albert. (Albert a gattoni recupera il lenzuolo. Il piede di Alfred è ancora sopra. Albert tira il lenzuolo.) ALBERT - Alza il piede. Alza il piede, dannazione. (Alfred solleva il piede come se fosse paralizzato.) ALBERT - L’altro, l’altro piede, dannazione. (Dà uno strappo netto al lenzuolo da sotto il piede di Alfred, cosa che fa cadere Alfred, il quale ancora tiene Edward per le gambe. Albert ancora carponi, getta il lenzuolo su Edward quindi lo prende per le braccia.) ALBERT - Adesso, avanti, solleviamolo. ALFRED - Non posso. (Le mani di Alfred sono talmente paralizzate, che continia a far cadere i piedi.) ALBERT - Metti i suoi piedi sotto le tue braccia. Va bene. (Spingono tirano e mezzo sollevano il corpo nell’altra stanza. Borbottano e respirano pesantemente.) *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 79 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli ALBERT - (f.c.) Qui, mettilo qui, dov’era il letto. (Barcollano contro qualcosa che si rompe.) ALBERT - (f.c.) Lascia andare i suoi piedi, lasciagli i piedi, dannazione. (C’è un altro pezzo in frantumi mentre Alfred lascia i piedi. Ritornano nell’altra stanza. Albert chiude la porta, rimangono per un attimo a riprendere fiato. Alfred guarda le rovine del modellino.) ALFRED - Veramente ha fatto fuori il mio modellino. ALBERT - Potrai sistemarlo di nuovo. ALFRED - Mai, mi ci sono voluti anni per farlo, anni di un ingegnoso lavoro. ALBERT - (Guarda il suo orologio). È meno un quarto, siamo in ritardo solo di alcuni minuti. ALFRED - Ha rotto tutto ciò che aveva davanti. Avresti dovuto fermarlo. ALBERT - Giusto, fai i panini. ALFRED - Cosa? ALBERT - Preparai quei dannati panini come fai sempre. Dobbiamo fare come al solito. ALFRED - Giusto i panini. Come li vuoi? ALBERT - Come ti pare, non importa. ALFRED - Formaggio, ho del formaggio. (Prende un pacchetto di sottilette.) ALBERT - Andrà benone. (Alfred inizia ad aprire la confezione.) ALBERT - Le mani, dannazione lavati le mani. Non essere così maledettamente antigienico. E sbrigati, sbrigati. (Alfred si lava senza sapone, solo con uno schizzo d’acqua, poi si alliscia i capelli con le mani umude, Alfred ha appena messo la sottiletta nel pane secco.) *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 80 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli ALFRED - Ce n’è solo una ciascuno. ALBERT - Andrà bene. Andrà bene. Incartalo. (Alfred strappa a metà la confezione del pane, incarta un panino per fetta. Prima che abbia finito, Albert ne afferra uno e se lo mette nella tasca del cappotto.) ALBERT - Avanti, avanti, siamo in ritardo. (Spinge Alfred nel suo cappotto, ficca l’altro panino nella tasca e praticamente lo spinge fuori della porta, togliendo il lucchetto e la catena dal suo chiodo. Sentiamo lo stesso rumore che abbiamo sentito all’inizio dell’ATTO 1, in cui Albert chiudeva la porta con la catena. C’è un lungo silenzio… Poi il rumore di qualcuno che sale le scale e apre la serratura della porta. Albert entra. In modo ben riuscito ripete i gesti che abbiamo visto all’inizio dell’ATTO 1, finchè arriva alla stufa con il secchiello del carbone. Riempie la stufa in modo più rumoroso e molto più velocemente del solito e raggiunge la porta con evidente sollievo. Fin dall’inizio, entrambi evitano di guardare verso la porta dell’altra stanza. Albert sta in piedi, il secchiello del carbone in mano, accanto alla stufa.) ALBERT - ‘Giorno Alfred. ALFRED - ‘Giorno Albert. ALBERT - La stufa si è spenta. ALFRED - Eh? ALBERT - Hai degli sterpi per accenderla? (Alfred ancora con addosso il cappotto afferra alcuni sterpi dalla scatola e si precipita alla stufa. Albert si sforza, e soprattutto riesce a fare ogni cosa nel suo solito modo lento.) *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 81 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli ALBERT - Non c’è motivo di andare di corsa, sei in ritardo solo di un paio di minuti. Hai firmato? ALFRED - Non ancora. ALBERT - Allora firma. (Alfred va al libro.) ALBERT - Firma per tempo, per una volta chiuderemo un occhio. (Albert inizia a rastrellare nella stufa.) ALFRED - Fa dannatamente freddo stamattina. ALBERT - Sì. ALFRED - La mattina più fredda che abbiamo avuto da parecchio tempo. ALBERT - Sì. ALFRED - La mattina più fredda che abbiamo mai avuto, direi. Non mi sorprenderebbe se il fiume ghiacciasse. ALBERT - Da quanto tempo siamo qui, Alfred? ALFRED - Dove? ALBERT - Qui a Fulham. ALFRED - Oh parecchio. ALBERT - Più di quarant’anni, giusto? ALFRED - Giusto. ALBERT - E quante volte hai visto il fiume ghiacciato? ALFRED - Beh, non esattamente ghiacciato. ALBERT - È il flusso, il riflusso e il flusso del fiume che lo previene. L’acqua si muove troppo velocemente perchè il ghiaccio si solidifichi. ALFRED - Beh, non mi sorprenderebbe se oggi ghiacciasse. (Albert mette un fiammifero nella stufa. Alfred si muove.) ALFRED - È una possibilità, una dannata possibilità, ecco. *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 82 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli ALBERT - Non hai nessun lavoro da fare? ALFRED - Sì, Albert, mi sto solo riscaldando un pochino. (Automaticamente si muove verso la porta.) ALBERT - E togliti quel dannato cappotto. (Alfred si ferma costernato di fronte alla porta. Albert si riscalda le mani al fuoco, anche lui si è dimenticato e sta aspettando che il telefono suoni.) ALFRED - Non va bene, Albert. ALBERT - Che cosa? ALFRED - Non entrerò lì dentro. ALBERT - Avremmo dovuto portare fuori il telefono. ALFRED - Non va bene, senza il telefono non possiamo lavorare. Come facciamo a sapere che cosa c’è in arrivo? ALBERT - Dovremo pensare a qualcosa. ALFRED - Sarà tutto a posto, quando ti sarai sbarazzato di lui, sarà tutto a posto. Ma adesso non va bene. Che cosa faremo Albert? ALBERT - Penseremo a qualcosa, come abbiamo fatto prima. ALFRED - Non possiamo, non funzionerà. ALBERT - Dannazione dovremo fare un buon lavoro, ci sono un mucchio di cose da fare. Guarda solo questa postazione, dannazione mi fa vergognare il solo guardarla, va bene per un dannato porco, ecco tutto. (Alfred si toglie il cappotto e lo appende.) ALFRED - Tutto ciò che intendo io è, a che pro? Se non abbiamo i treni a che serve? ALBERT - Avremo i treni. ALFRED - Come? ALBERT - Dovremo fare tutto da qui, ecco tutto. Dovremo usare la nostra immaginazione ecco che cosa. *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 83 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli (Si siede al suo tavolo con le spalle ad Alfred.) ALFRED - Fare tutto da qui? ALBERT - Sì. Quell’angolo dove sei tu, quello è Clapham. ALBERT - Che cosa faccio? ALFRED - Lo stesso come al solito, chiedi di far entrare il treno. ALBERT - Intendo come faccio a telefonarti, come fai a sapere che sono in linea? ALFRED - Usa la tua immaginazione. (Pausa…) ALFRED - Drin, drin. (In modo molto esitante) (Pausa…) ALFRED - Drin, Drin. (Più coraggiosamente) ALBERT - Qui Fulham. ALFRED - Qui Clapham. (Pausa…) ALBERT - Sì, beh, che c’è? Sei tu Charley? ALFRED - Sì, sì. Intendo sono Charley. ALBERT - Che cosa hai per noi oggi Charley? ALFRED - Oh, quei vagoni vuoti di carbone. ALBERT - Sono usciti ieri. ALFRED - Beh, oggi li riavrete indietro. ALBERT - Avanti, Charley torna in te. ALFRED - Il modellino è tutto in pezzi, quel dannato modellino è in pezzi. ALBERT - Abbiamo avuto un piccolo incidente. ALFRED - È stata una distruzione deliberata. *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 84 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli ALBERT - Avanti Alfred, dannazione chiedi il permesso di far entrare il treno. ALFRED - (Abbandona la posa e viene avanti) Non ci riesco Albert, è tutto diverso quando posso vederti. ALBERT - Deve essere fatto, Albert, dobbiamo continuare. ALFRED - Non ci riesco. ALBERT - Hai bisogno di una scossa. Siediti. Adesso scrivi ciò che ti dico nel libro dell’accettazione. Giusto? ALFRED - Giusto. (Alfred si siede, Albert va dove era Alfred, finge la “telefonata” con grande convinzione.) ALBERT - (molto secco e brusco) Drin, drin, drin drin. ALFRED - (Solleva il telefono.) Pronto? ALBERT - Qui Hargreaves. Chi parla? ALFRED - Alfred. ALBERT - Quante volte le ho detto che deve rispondere con il nome dello scambio o della stazione? ALFRED - Qui Fulham. ALBERT - Mi passi il suo capo. ALFRED - Ah, non è qui, si sta lava… non è qui. ALBERT - Giornata impegnata dell’accettazione? ALFRED - Sì, signor Hargreaves. ALBERT - Ha pronta la penna? ALFRED - No, ma ho il dito pronto sull’inchiostro. (Ridacchia) ALBERT - Un’altra cosa simile e le farò rapporto. Ho quindici treni per voi, stamattina. ALFRED - Quindici, sono parecchi. per voi altri, è pronto il libro *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 85 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli ALBERT - Di più oggi pomeriggio. ALFRED - Non abbiamo avuto quindici treni in una mattina per anni. ALBERT - Fulham ridiventerà pienamente operativa. La direzione ha realizzato quale errore sia stato lasciarla cadere in rovina, quello scambio dovrebbe essere il fulcro del paese, sarà due volte più trafficata di Clapham. ALFRED - Tieni giù le zampe. ALBERT - Che cosa? ALFRED - Ho detto tieni giù le zampe signor Hargraves. (Albert abbandona la farsa ed avanza.) ALBERT - No, no. Non puoi parlargli in quel modo, ti licenzierebbe. ALFRED - Non mi importa. Perché non prendiamo i soldi e ce ne andiamo adesso? ALBERT - Non possiamo. Se inizi a non farti vivo il venerdì, quelli inizieranno a farsi domande e verranno qui per investigare. ALFRED - Non mi sento bene con quello di là, ecco tutto. ALBERT - È solo per oggi. Lo sposteremo stanotte e lo seppelliremo sotto il carbone o da qualche altra parte. ALFRED - Comunque, come potremo chiedere di far entrare un treno, il modellino è tutto distrutto. ALBERT - Dovrai sistemarlo. ALFRED - Come se nulla fosse, tu non hai idea di quanto sia complicato. Tu ci ridi, ma mi piacerebbe vedere te costruirne uno. ALBERT - Lo so che è difficile, lo so, ma dobbiamo tentare. ALFRED - Non può essere fatto. (Pausa…) ALBERT - I codici di segnalazione acustica. ALFRED - Cosa? (Albert eccitato va al blocco) *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 86 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli ALBERT - Possiamo usare i codici di segnalazione acustica. (Trasmette un segnale.) ALFRED - Non so come si fa. ALBERT - Certo che sì, è facilissimo. ALFRED - Non me lo hai mai fatto vedere. Avevi sempre intenzione di farlo, ma non lo hai mai fatto. ALBERT - È semplicissimo, te lo farò vedere adesso. (Trasmette un segnale.) ALBERT - Un treno esce nella direzione giusta. (Un altro segnale.) ALBERT - Un treno esce nella direzione sbagliata. (Un altro segnale.) ALBERT - Ostruzione, pericolo. immediatamente. Vedi, lo si impara a memoria ALFRED - È troppo tardi, sono troppo vecchio. Non hai voluto dirmelo prima e adesso sono io a non volerlo sapere. ALBERT - Va bene, comunque è ora della pausa per il thé. ALFRED - Non mi hai mai neanche spiegato la piantina di Clapham. ALBERT - Non ce n’era bisogno. È esattamente la stessa di Fulham, solo più grande. ALFRED - Ci sono un mucchio di cose che non mi hai mai mostrato. ALBERT - Prenderemo il thè e poi cominceremo con i codici. ALFRED - Non voglio alcun thè. (Pausa…) ALBERT - Via, guarda Alfred, lo so che sei sconvolto. È stata una cosa orribile quella che è successa ed è inevitabile che ti renda triste, ma non ti preoccupare, penserò a qualcosa. ALFRED - Non sei tu quello che gli ha fracassato la testa. *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 87 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli ALBERT - Lo so, ma è stata legittima difesa, come hai detto tu. ALFRED - Te lo avrebbe fatto lui se non gli avessi fracassato la testa. ALBERT - È questo il punto, no? È proprio questo il punto. ALFRED - Il punto è che l’ho fatto io a lui. ALBERT - Guardala in questo modo, Alfred, quando eravamo in trincea, abbiamo dovuto uccidere degli uomini, no? Giusto? (Pausa… nessuna risposta.) ALBERT - Intendo, se uno di quei tedeschi fosse stato sul punto di uccidermi tu avresti ucciso lui e viceversa. Giusto? ALFRED - Non ho mai ucciso nessun tedesco. ALBERT - Certo che sì, siamo stati cinque mesi in trincea, combattendo notte e giorno. ALFRED - Non ho mai ucciso un solo dannato tedesco. ALBERT - Che mi dici di tutte quelle volte che ne abbiamo combinate delle grosse. Tutte quelle cariche nella “terra di nessuno”? Mi ricordo che tu gridavi e sparavi. ALFRED - Di solito sparavo in aria. ALBERT - Cosa? ALFRED - Di solito puntavo quel dannato fucile per aria dannazione prima di tirare il grilletto. ALBERT - E che mi dici di quel giorno quando ci trovammo in quella straordinaria battaglia corpo a corpo? Sei stato così duro da essere l’ultimo a tornare. ALFRED - Sono stato l’ultimo a tornare perché mi ero steso in uno di quei crateri delle granate e non sapevo che la battaglia fosse finita. ALBERT - Tu cosa? ALFRED - Mi sono steso in uno di quei crateri con tutti cadaveri e ho finto di essere stato ammazzato. *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 88 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli ALBERT - Ma durante la seconda guerra mondiale di solito dicevi ai giovani apprendisti tutto su come combattere corpo a corpo con quei dannati tedeschi. ALFRED - Non era vero. ALBERT - Ma eri solito dirglielo in continuazione. ALFRED - Tutte dannate bugie, dovevo dirgli qualcosa. Tu gli dicevi sempre di quel grosso tedesco che avevi colpito. “Dritto nello stomaco, dritto nello stomaco” dicevi. “Grosso come una casa di mattoni di merda.” Dicevi. ALBERT - Beh, lui era così. ALFRED - Perciò io dovevo dirgli qualcosa. Non potevo dire loro che puntavo il fucile in aria, no? ALBERT - Perciò non hai mai ucciso nessuno? ALFRED - No. ALBERT - Ti sei steso in una dannata buca delle granate? ALFRED - (Con un sorriso ed una leggera soddisfazione) Ma l’ho fatto adesso. ALBERT - Hai fatto che cosa? ALFRED - Ho fatto fuori qualcuno. E non è così male vero? ALBERT - Adesso aspetta un attimo Alfred. ALFRED - Ti avrebbe strozzato fino a farti morire con la tua stessa maledetta sciarpa se non gli avessi spaccato la testa. ALBERT - Tu sei sconvolto, Alfred. ALFRED - Ti avrebbe fatto fuori dannazione se non fosse stato per me. ALBERT - Hai dovuto fare una cosa orribile, e ti ha scioccato ecco tutto, sei un uno stato di shock a scoppio ritardato. ALFRED - Ha fracassato il mio dannato modellino, perciò io ho fracassato lui. *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 89 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli ALBERT - È una brutta cosa Alfred, non devi parlarne in quel modo, al di fuori di me, non ne devi parlare. ALFRED - Dì a quel dannato signor Hargraves di fare attenzione, o spaccherò la testa anche a lui. ALBERT - Questo è abbastanza, Alfred. Ti sporcherai la fedina penale una volta di troppo. ALFRED - È lui che ha cominciato. ALBERT - La questione è chiusa. (Silenzio) ALFRED - Allora che cosa si fa? ALBERT - Non hai ancora fatto gli ottoni. ALFRED - Avevo intenzione di farli tra un minuto. ALBERT - Falli e subito. Seconda cosa: li farai ogni altro giorno. Ecco come inizia la negligenza. ALFRED - E che cosa hai intenzione di fare tu? (Albert lo guarda appena. Si domina) ALFRED - Scusa Albert. (Prende la scatola di ottone e inizia a pulire gli ottoni e le manopole delle leve. Albert si siede al suo tavolo.) ALBERT - Ci sono parecchie carte da rimettere in pari, lo sai. ALFRED - Non so come fai a non perdere il filo, Albert. Tutti quei duplicati e triplicati. Quello, la postazione e il resto. ALBERT - È solo una questione di fare le cose quando devono essere fatte, nel loro ordine, per così dire. Non permettersi mai di restare indietro. ALFRED - Di te non l’ho mai saputo. Rimanere indietro, dico. ALBERT - Può succedere anche ai migliori. Intendo prendi un giorno come ieri. Giusto? ALFRED - Giusto. *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 90 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli ALBERT - Non ho registrato una sola solitaria entrata nei libri. Giusto? ALFRED - Giusto. ALBERT - Ora, se oggi fossi particolarmente impegnato sarei in un mare di guai. ALFRED - Giusto. ALBERT - Tutto per un giorno di negligenza. Ecco come ti sale poco a poco. ALFRED - Ora, ieri non è stata colpa tua, Albert. ALBERT - Io sono al comando, giusto? ALFRED - Giusto. ALBERT - Perciò ciò che succede nella postazione è sotto la mia responsabilità. Giusto? Intendo fa parte della responsabilità che viene dalla posizione. È proprio come ti dicevo solo ieri, fa parte del dilemma del signor Hargraves. ALFRED - Ma non potevi sapere che stavano mandando Ed…. lui, qui. (Leggera pausa.) ALBERT - Mi sarei dovuto premunire. Devo accettare di aver sbagliato. ALFRED - Un uomo che non ha mai sbagliato non ha fatto niente. ALBERT - C’è parecchia verità in quello che dici Alfred, parecchia saggezza. Beh, è ora per la mia lettura mattut… (Si alza in piedi, fa per dirigersi alla porta, si ricorda e si ferma.) (Pausa.) ALFRED - Credi che si sia già irrigidito? ALBERT - Il corso della natura, Alfred. ALFRED - Intendo se si sia irrigidito in quella posizione, sarà difficile da seppellire. Dovremo portarlo fuori in un modo o nell’altro. ALBERT - Hai già finito gli ottoni? *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 91 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli ALFRED - Dovremo scavare dannazione una grande buca per quello, seduto in quel modo. E dannazione nel buio e il resto. Il terreno sarà ghiacciato, duro come il ferro. ALBERT - Potrebbe esserci un disgelo, fare un po’ più caldo. ALFRED - Una volta ho sentito che rompevano braccia e gambe per metterli nelle casse delle volte. Non mi picerebbe doverlo fare. ALBERT - Non entrerà in nessun dannata cassa. ALFRED - Non c’è bisogno di gridare. ALBERT - Chi sta gridando? ALFRED - Tu, abbastanza forte da svegliare un morto. (Ascoltano per un momento.) ALBERT - È solo un modo di dire. (Pausa) ALBERT - Se solo avessi guardato in quella dannata buca delle lettere. ALFRED - Cosa che non gli avrebbe impedito di venire. ALBERT - Avremmo avuto qualche giorno per pensarci. Questo è il punto. Giusto. Te ne vai sempre in giro come se non ti dessi abbastanza responsabilità. ALFRED - Non mi hai mai insegnato i codici di segnalazione acustica. Quarant’anni e non mi hai mai insegnato i codici di segnalazione acustica. ALBERT - Un solo lavoro con un po’ di responsabilità, guardare solo nella buca delle lettere. Ma non sei riuscito a gestire neanche quello. ALFRED - Ci saresti tu lì dentro ad irrigidirti se non fosse stato per me. ALBERT - Non saresti riuscito a imparare i codici di segnalazione acustica [neanche] se ne avessi avuto voglia. ALFRED - Morto e sepolto sotto il mucchio di carbone. ALBERT - Un mucchio di cose avresti potuto imparare ma hai lasciato tutto a me. *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 92 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli ALFRED - “Ti strangolerò fino alla morte e ti seppellirò sotto il cumulo di carbone” ecco che cosa diceva. “Ti seppellirò sotto il cumulo di carbone.” ALBERT - Ho sempre portato io il carico del lavoro in questa postazione. ALFRED - Ed io sarei potuto restare lì e non fare niente, solo restare lì. Dove saresti tu allora? ALBERT - E chi gli ha detto che avevamo del denaro? Chi non è riuscito a tenere la bocca chiusa? ALFRED - Chi gli ha permesso di fracassare il mio modellino, chi è rimasto semplicemente lì e non ha fatto niente? ALBERT - Aveva la sbarra, non è vero? Aveva la sbarra? ALFRED - Ti avevo detto di dargli i soldi. ALBERT - Ancora non capisci, vero? Si sarebbe preso tutto. ALFRED - Quando è arrivato la prima volta, tu volevi lasciarlo tornare in Direzione ma sono stato io quello che lo ha fermato. ALBERT - Lo avevamo quasi in pugno ma tu non sei riuscito ad capirmi al volo, no? Solo non sei riuscito capirmi al volo. ALFRED - Tu gli hai lasciato fracassare il modellino poi hai finto che io fossi pazzo. ALBERT - Era uno stratagemma. Giusto? ALFRED - Un che? ALBERT - Uno stratagemma, un trucco. Giusto? ALFRED - Giusto. ALBERT - In modo che non sapesse che avevamo dei soldi. Giusto? ALFRED - Giusto. ALBERT - Ma tu non sei riuscito a capirmi al volo. Giusto? ALFRED - Giusto. ALBERT - Se tu mi avessi capito al volo, lui non avrebbe fracassato il modellino. Giusto? *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 93 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli ALFRED - Giusto. ALBERT - E tu non avresti dovuto fracassargli la testa. Giusto? ALFRED - Lui lo avrebbe fatto a te. ALBERT - La particolare circostanza e la situazione non ti ha fatto sorgere niente, vero, innanzitutto non ti ha aperto uno spiraglio in quel grosso ciambellone [che hai al posto del cervello]. ALFRED - Non è giusto, Albert. ALBERT - Pensaci solo, Alfred, pensaci soltanto. (Si siede al suo tavolo e fa finta di smistare della carte. Alfred sta in piedi pensando alle implicazioni per alcuni momenti, poi in un grandioso scoppio di indignazione grida contro Albert.) ALFRED - Non è dannatamente giusto. Dannazione gli ho fracassato la testa perché dannazione ti avrebbe strangolato a morte. (Pausa mentre Albert fruga tra le sue carte.) ALBERT - Meditaci soltanto. Mentre fai il thè. (Alfred lentamente inizia a preparare il thè.) ALBERT - Sì, sì, sono stato negligente. (Silenzio) ALBERT - Dico che sono stato negligente. ALFRED - In che modo? ALBERT - Il memorandum tra i dipartimenti. Probabilmente è stato qui per settimane. ALFRED - Da Clapham? ALBERT - Manutenzione e riparazioni. “Con la presente si informa il Capo Segnalatore di Fulham che la linea verrà chiusa per manutenzione e riparazioni sulla linea principale. Ci si potrebbe aspettare di causare una cessazione di traffico da adesso per cinque giorni, o fino a nuova notifica.” Firmato W.S. Hargraves, Capo Controllore del Traffico di Clapham. *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 94 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli (Pausa) ALBERT - Beh, questo spiega la calma, giusto? (Pausa) ALBERT - Ci dà l’occasione di rimettere le cose a posto, giusto? (Pausa) ALFRED - Un mucchio di fandonie. ALBERT - Cosa? ALFRED - Manutenzione e riparazione del binario. Fandonie. ALBERT - Stai dubitando della parola del tuo Capo? ALFRED - Sai dannatamente bene che non c’è nessuno che lavora su quel binario. ALBERT - Va bene allora, non importa, lasciamo che tutto vada in pezzi, non andare in Direzione venerdì. Ma quando verranno qui per investigare non sono io quello che si troverà dannazione sul banco degli imputati. Non sono io quello che gli ha fracassato la testa. ALFRED - Hai dannatamente ragione non sei stato tu. Eri impotente, dannazione eri impotente. ALBERT - E quando il magistrato dirà, “Ci dica a parole sue che cosa è successo?”. Dovrò dirgli che sei stato tu quello che l’ha ammazzato, no? ALFRED - Saresti morto adesso se non fosse stato per me. ALBERT - Ma sappiamo per certo? Farò adesso l’avvocato del diavolo. Ma sappiamo per certo che non si sarebbe fermato quando avesse visto che non avevo intenzione di cedere? ALFRED - Lui è stato uno sporco lavoro e io l’ho ammazzato. ALBERT - Ecco il punto, non è vero, ecco il punto. ALFRED - E che mi dici di quello che hai detto prima? ALBERT - Che cosa ho detto prima. *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 95 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli ALFRED - Tu sei il capo. Giusto? ALBERT - Giusto. ALFRED - La postazione è sotto la tua responsabilità. Giusto? ALBERT - Giusto, giusto. ALFRED - E ciò che succede nella postazione è di tua competenza. Giusto. ALBERT - Giusto, sì, giusto. ALFRED - Perciò se un tizio viene ammazzato nella tua postazione tu sei responsabile. Giusto? ALBERT - Adesso aspetta un minuto. ALFRED - Giusto. Lo hai detto tu stesso, è di tua competenza. GIUSTO? ALBERT - Ero indifeso, indifeso in quella dannata sedia. ALFRED - Hai dannatamente ragione, eri indifeso. Come la vedranno? Dannato Capo segnalatore indifeso nella sua dannata postazione di cui è responsabile? ALBERT - E che mi dici del tuo curriculum di guerra? Come lo vedranno? Sdraiato in una dannata buca di granata e che spara il fucile in aria. Tutte le bugie a proposito di uccidere tedeschi quando non avevi mai ucciso nessuno. ALFRED - Ma l’ho fatto adesso, è questo il punto, no? ALBERT - Ma non si eliminano tutte quelle bugie, vero? Crederà la giuria a un tizio che è stato un famoso biguardo per quasi quarant’anni? ALFRED - E che mi dici di un capo che è stato a manovrare un imbroglio per tutti questi anni? Che spiegazione troveranno? ALBERT - A questo punto non è rilevante per la questione. ALFRED - Che cosa succede se chiedo il trasferimento la prossima volta che vado in Direzione? ALBERT - Con quale motivazione? Con quale motivazione? *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 96 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli ALFRED - Con la motivazione che è ora che abbia una postazione tutta mia. ALBERT - E a chi lo chiederebbero? A chi chiederebbero a proposito della tua appropriatezza per una tale posizione eh? Chi ti dovrebbe raccomandare? Credi che io ti raccomanderei per una posizione di tale responsabilità? Con tutte le preoccupazioni che vengono ad un custode. ALFRED - Potrei condurre q uesta postazione, non ti preoccupare. So tutto quello che c’è da sapere su questa postazione. ALBERT - Ma se non conosci neanche i codici di segnalazione acustica. ALFRED - Di chi è la colpa? Tu non mi hai mai preparato, e se ci fosse stata un’emergenza? E se tu fossi svenuto o roba simile? E se ci fosse stato un treno di traverso sui binari, e arrivasse trasversale a sessanta miglia all’ora. Come la si vedrebbe in una indagine? Il responsabile capo segnalatore non ha preparato per una cosa simile. Il treno passeggeri e il resto, non c’è la merce, tutte le persone sono morte. ALBERT - Non avevi la stoffa, solo non avevi la stoffa. ALFRED - Lo vedremo. Iniziamo solo con i codici di segnalazione. Mezz’ora ecco tutto. Solo mezzora in tutto. ALBERT - Hai avuto la tua possibilità. Te l’ho offerta ma tu non eri interessato. ALFRED - Ho appreso un po’, senti solo questo. (Va al blocco) ALFRED - “Treno in uscita” Giusto? (Fa risuonare un confuso segnale inadeguato.) ALFRED - Nient’altro. ALBERT - Sbagliato, niente di simile, è tutto sbagliato. (Alfred in modo frenetico suona un altro segnale.) ALFRED - Ecco. Va dannatamente bene. *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 97 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli (Albert si siede nella sua sedia) ALBERT - Vedi senza una mano che guida c’è una totale confusione. Forse adesso capisci il fardello di responsabilità che ho portato per tutti questi anni. Sapevo che eri dell’idea che non ci volesse niente per essere un Capo. Questo è l’erroere che tutti voi fate sempre. ALFRED - Il manuale. Deve esserci un manuale sui codici di segnalazione. ALBERT - Oh c’è, c’è veramente un manuale. Una “Guida per il sistema codificato di segnalazione.” (Alfred lo cerca tra i libri e le carte.) ALFRED - Dove diavolo è? (Albert inconsapevolmente assume la voce del suo signor Hargraves e la sua personalità.) ALBERT - È tipico, tipico. L’informazione rilevante e pertinente è stata sotto il loro naso per quarant’anni. Quando arriva il momento dove una procedura appropriata è necessariamente doverosa per una qualche imprevedibile circostanza, sono al meglio di una cattiva preparazione per una eventualità come quella che può sorgere. E sono schernitori e dileggiatori. ALFRED - Hai nascosto quel dannato coso, per questo non sono mai riuscito a trovarlo. ALBERT - (Ancora come Hargraves) Potrei ricordarti Alfred che mentre io permetto una certa negligenza tra noi come vecchi compagni d’armi anche se, per tua stessa ammissione, tu non hai mai sparato un colpo per la difesa del tuo paese… (Alfred si muove verso la sedia di Albert.) ALFRED - E dove hai nascosto quel dannato gruzzolo? ALBERT - Mentre permetto una certa negligenza come colleghi devo ricordarti vis-à-vis le nostre pertinenti posizioni nella compagnia. A proposito del manuale di segnalazione… *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 98 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli (Alfred improvvisamente afferra le estremità della sciarpa di Albert ed inizia a strangolarlo come aveva fatto Edward.) ALFRED - Zitto, zitto, dannato signor capo controllore del dannato più grande scambio del mondo. (Stringe stretta la sciarpa intorno alla gola di Albert. Albert è rigido per la paura e lo shock). ALBERT - Alfred, sono io Albert. (Alfred continua a stringere la sciarpa) ALFRED - Adesso non sei così maledettamente brillante signor W.S. Hargraves. ALBERT - Sono io Alfred, sono io. Alfred, io sono un personaggio immaginario, sono un dannato furfante un personaggio inventato. (Albert improvvisamente si accascia; Alfred è ghiacciato nella sua posizione. Non stringe né lascia la sciarpa. Rimane impalato per parecchio. Alla fine lascia andare e si alza in piedi. Si guarda in giro.) ALFRED - Giusto. Allora non nuocerà. (Cammina per la postazione finendo dietro il tavolo. Quando parla assume il tono e i modi di Albert.) ALFRED - Tutto sommato questa postazione è un gran casino. Adesso, che cosa facciamo? Sei stato negligente Albert, nessun ordine di movimento per oggi, in effetti. E la stufa è ancora spenta. Deve essere accesa, niente da fare. (Ascolta per un momento.) ALFRED - Sembra una locomotiva da manovra, una Billy Bunter sullo scambio. Dagli strada Alfred, avanti, dagli strada. (Va alle leve e ne tira una, non succede niente. Tira una seconda e una terza, niente. Rimane in piedi per un attimo, confuso.) *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 99 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli ALFRED - Manutenzione, ecco che cos’è. Manutenzione e riparazioni. (Va alla finestra, strofina il vetro con la mano e sbircia all’esterno.) ALFRED - Non si riesce a vedere niente. Adesso, un vetro decente è troppo da chiedere? (Va al blocco, guarda e poi emette un segnale disordinato) ALFRED - “Non posso darvi la strada”. (Oltrepassa Albert, personificazione.) ALFRED lasciando la sua inconsapevole - Albert non abbiamo da mangiare. Farei meglio ad andare a Battersea e fare provviste. Il punto è Albert che lui mi ha preso i soldi, ecco qual è il punto. Giusto? Intendo io avevo i soldi per comprare il cibo. Giusto? Allora dove hai messo il gruzzolo? Non posso andare a Battersea chiedendo l’elemosina. Giusto? Devo mandare avanti la baracca. (Vaga verso il modellino) ALFRED - Fare il primo passo, questa è la cosa importante. Giusto? (Solleva una locomotiva e la postazione di segnalazione in pezzi. Va al tavolo, lo sgombera, apre un giornale sopra e vi mette la locomotiva e la postazione. Prende un mucchio di piccoli attrezzi incartati in uno straccio e li posa sul tavolo. Si siede ed esamina la postazione di segnalazione in pezzi.) ALFRED - Questo è un complicato lavoro di riparazione, un lavoro da fare con le pinzette, direi. (Posa la postazione e solleva la locomotiva) ALFRED - Adesso che cosa si fa? Non c’è motivo di sistemare la locomotiva se la postazione è in disordine. L’altra faccia della medaglia è, qual è lo scopo di sistemare la postazione se la locomotiva non è in ordine? (Posa la locomotiva) *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. *** “The signalman's apprentice” di Brian Phelan p. 100 Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli ALFRED - C’è la questione del confine di competenza da prendere nella dovuta considerazione, come era stato indicato. Sto contravvenendo alle regole facendo il lavoro di riparazione su una locomotiva? Giusto? E mettere nuove finestre è un lavoro di manutenzione, fuori della mia competenza. Potremmo essere la causa di un conflitto di competenze che potrebbe azionare l’arresto della Compagnia Ferroviaria. E causare onde di ripercussione attraverso il paese. (Pausa) ALFRED - È un intricato dilemma. Giusto? (Una lunga pausa) SIPARIO *** ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore. Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo. Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto. ***