“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 1
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
L’APPRENDISTA
(The Signalman’s Apprentice)
Dramma in due atti
di
BRIAN PHELAN
TRADUZIONE ITALIANA
JESSICA CENCIARELLI
***
ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore.
Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo.
Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto.
***
“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 2
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
Personaggi
 ALBERT
 ALFRED
 EDWARD
Ambientazione
Postazione di segnalazione dello snodo ferroviario di Fulham. INGHILTERRA
19691.
1
N.d.T.: La collocazione temporale non è rilevante se non al fine del valore della sterlina che andrebbe
appunto “rivalutata” secondo il suo valore corrente.
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Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo.
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“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
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Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
ATTO I
SCENA 1
La scena rappresenta l’interno di una vecchia cabina di
segnalazione allo scalo merci di Fulham. Per vecchia
intendo che non contenga nessuna delle moderne
attrezzature computerizzate.
C’è una piattaforma soprelevata che corre dalla destra del
palco in fondo fino alla destra del proscenio su cui sono
sistemate le leve manuali della segnaletica, in ottone.
Sopra le leve c’è una lunga sbarra di acciaio con vari
strumenti attaccati sopra. Questi registrano il movimento
e le posizioni dei treni. Sono degli esempi di magnifici
strumenti rifiniti in ottone forgiati alla fine del XIX
secolo. Il blocco contiene anche quattro campanelle di
ottone del telegrafo per spedire e ricevere messaggi in
codice dalle cabine di controllo lungo tutta la linea
ferroviaria.
I colori sono i consueti marrone, verde e rosso. C’è un
quadrato di linoleum industriale marrone logoro
contornato da 45 centimetri di assi di legno dipinte di
rosso. Anche la piattaforma delle leve è dipinta di rosso
come i muri per un’altezza di un metro e venti circa. In
alto le pareti sono dipinte di verde. I colori sono sbiaditi
come l’aspetto generale della cabina.
Al contrario il linoleum è ben lucidato e gli ottoni sono
splendenti. I vetri delle finestre sono stati resi opachi
dagli anni e solo mettendo il naso contro i vetri è possibile
vedere qualcosa all’esterno.
In fondo al palco c’è un modellino funzionante dello scalo
ferroviario costruito alla perfezione, completo di
locomotive e vagoni.
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Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
Quando il sipario si apre è mattina presto.
Da fuori proviene un debole rumore sordo come di una
catena che tintinni contro qualcosa di legno, poi un lungo
silenzio.
Sentiamo che qualcuno sale lentamente e pesantemente le
scale per arrivare alla cabina e prende la catena e apre la
porta.
Entra ALBERT BLOOMFIELD. È pesantemente imbacuccato
in un vecchio cappotto e in una sciarpa, ha in testa il
berretto da segnalatore. Appende il lucchetto e la catena
su un chiodo vicino alla porta. Regola il suo orologio con
quello al muro e firma il registro. Si toglie il cappotto e lo
appende. Mette i suoi panini sul tavolo. Mette qualche
pezzo di carbone sul fuoco e lo attizza.
ALFRED HARPER entra non appena Albert ha finito con il
fuoco.)
ALBERT
- ‘Giorno Alfred.
ALFRED
- ‘Giorno Albert. (Alfred si toglie il cappotto) C'è un po’ di
nebbia sul fiume.
ALBERT
- Sì.
ALFRED
- Tuttavia dovrebbe dileguarsi verso le undici.
ALBERT
- Sì.
ALFRED
- Di solito lo fa, intendo di dileguarsi verso le undici.
ALBERT
- Farà rallentare la navigazione sul fiume.
ALFRED
- Tuttavia recupereranno verso le undici.
(Alfred entra nell’altra stanza. Dopo un momento squilla
il telefono. È uno di quei lunghi squilli tipici di chiamate
tra interni.)
ALBERT
- Stazione di Fulham… Salve, Charley… Ventotto vagoni di
carbone… Sei stato un tantino negligente, sono rimasti fermi qui
per otto giorni, è uno spreco Charley, uno spreco!... A che ora?
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“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
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Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
Tra circa otto minuti. Va bene, Charley. (Chiama verso f.c.)
Alfred…
ALFRED
- Sì? (Fa capolino dalla porta)
ALBERT
- Segnala l’arrivo di quei vagoni di carbone.
ALFRED
- Quelli sul binario 28? A che ora?
ALBERT
- Charley diceva tra circa otto minuti. Lavora allo snodo
ferroviario di Clapham da quarant'anni e da quel telefono non gli
ho ancora mai sentito pronunciare un orario preciso. Circa otto
minuti, ha detto.
ALFRED
- Beh, io dico che Charley è fatto così, non è vero? Non puoi
davvero biasimarlo per questo, non è nella sua natura.
ALBERT
- Con tutti gli scambi liberi, si deve dare ad una locomotiva
passeggeri dallo scambio ventitrè dello snodo ferroviario di
Clapham il segnale "sette minuti e mezzo" esatti perché arrivi
allo scambio della nostra postazione.
ALFRED
- Vedi, io lo so: per questo lavoro con te, lo so, ma a Charley
non interessa. Cioè, a lui interessa di più starsene sugli allori.
ALBERT
- È un ferroviere, giusto?
ALFRED
- Giusto.
ALBERT
- È stato un ferroviere per quanto tempo?
ALFRED
- Ma non è nella sua natura.
ALBERT
- Per quanto? Per quanto tempo ha lavorato allo snodo di
Clapham?
ALFRED
- Quasi quarant’anni.
ALBERT
- Adesso siamo sinceri. Credi che io pretenda troppo da Charley,
chiedendogli, dopo quarant'anni, di essere consapevole del
tempo che occorre ad una singola locomotiva che parte da
Clapham ad arrivare fino qui?
ALFRED
- Ma è come ti dico io, tu sei troppo interessato a quel genere di
cose.
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Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
ALBERT
- Ma come puoi passare quarant’anni della tua vita facendo un
lavoro che non ti interessa? Questo è uno spreco, spreco del
tempo che ti è stato dato.
ALFRED
- Forse Charley non ha avuto altra scelta.
ALBERT
- Ma avrebbe potuto coltivare un po’ di interesse in
quarant’anni.
(C’è una pausa mentre Alfred prende uno straccio e un
detergente e inizia a pulire le maniglie di ottone.)
ALBERT
- Cioè, guarda te stesso. Eri un ferroviere poco promettente con
cui iniziare, ma guarda che cosa hai fatto alla fine?
ALFRED
- (Lucida gli ottoni) L’assistente segnalatore?
ALBERT
- No. Il modellino lì. Non eri desideroso di cominciarlo, non è
vero? Avrei detto che non ti interessava affatto, ma ti ci sei
appassionato e hai costruito il più bel modellino di tutto il
paese.
ALFRED
- Era solo qualcosa da fare quando la postazione diventava un
po’ noiosa.
ALBERT
- Non venirmi a raccontare certe panzane, ne sei diventato
ossessionato. Hai costruito un modellino in scala della
postazione di Fulham: siamo stati la prima postazione
automatizzata rispetto a tutte le altre, grazie a quel modellino.
Saremmo in grado di spostare gli scambi nella nebbia o sotto il
sole splendente.
ALFRED
- Tutto ciò, Albert, dimostra che mi piace fare i modellini.
ALBERT
- Ma modellini di cosa? Se fossi stato interessato ai modellini di
automobili avresti fatto i modellini di automobili, ma non l’hai
fatto. E sai perché? Perché è la ferrovia ciò che ti interessa, e
perché? Perché sotto sotto sei un ferroviere.
ALFRED
- Forse anche Charley è un ferroviere sotto sotto.
ALBERT
- Assolutamente no.
ALFRED
- Mi chiede sempre come stia procedendo il modellino.
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Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
ALBERT
- Perché sa che questa cosa ti interessa; Charley mostrerebbe
interesse anche se tu stessi costruendo il modellino del Porto di
Londra. Forse gli interessa che quando una locomotiva entra a
Fulham, contemporaneamente una locomotiva in scala ridotta
parte qui sul modello e con un’esatta velocità di proporzione,
arriva di fronte alla postazione in miniatura proprio mentre
quella vera passa davanti alla nostra finestra?
ALFRED
- Allora perché mi chiede sempre di fargli vedere il modellino?
ALBERT
- È tanto per dire qualcosa.
ALFRED
- Ogni anno cerca di farmelo mettere in mostra al Westminster
Hall.
ALBERT
- Per lui quella mostra è uno scherzo.
ALFRED
- Beh, non sono d’accordo. Ecco, quanti vagoni hai detto che
c’erano sul quel binario di deposito?
ALBERT
- Ventotto.
ALFRED
- C’è stato un errore da qualche parte.
ALBERT
- Che cosa vuoi dire?
ALFRED
- Stai parlando di quei vagoni di carbone?
ALBERT
- I vagoni di carbone. Giusto.
ALFRED
- Sono solo ventisette.
ALBERT
- Non essere sciocco.
ALFRED
- Da’ un’occhiata tu stesso. Il modellino non mente.
ALBERT
- Sono andato a quei binari stamattina. Li ho contati, ventotto
vagoni di carbone modello D.
ALFRED
- Stavi giusto dicendo che potresti dirigere la postazione da quel
modellino. Non so perché non ti vuoi fidare di me.
ALBERT
- Forse hai dimenticato di mettere un vagone nel modellino.
ALFRED
- Io? Mai.
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Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
ALBERT
- La disposizione del meccanismo. Sarà la disposizione del
meccanismo. (Inizia a cercare attraverso le pile di carta sulla
panca.) Oh, adesso, aspetta un minuto, aspetta un minuto.
Lavoro con un comico, non è vero? È l’ora degli scherzi. Che c’è,
il giorno della paga o roba simile?
ALFRED
- Non so di che cosa stai parlando.
ALBERT
- Non sai di che cosa sto parlando. Allora me l’avevi quasi fatta.
Tira fuori quel vagone di carbone modello D.
(Alfred tira fuori dalla tasca un modellino di vagone di
carbone.)
ALFRED
- Ti ci avevo quasi fatto cascare, vero? Te l’avevo quasi fatta.
ALBERT
- Devo ammettere che per un attimo ci sei riuscito. Va bene, ti
sei divertito. Adesso che ne dici di una tazza di thè?
ALFRED
- Allora te l’avevo quasi fatta.
(Una locomotiva inizia a muoversi sul modellino.)
ALBERT
- Sì, sì, ecco che arriva.
(Albert inizia a tirare le leve.)
ALFRED
- (Ascolta per un attimo) È strano nella nebbia. Non riesco a
sentirlo.
(Guarda il modellino, ha qualcosa di autentico, ad
esempio i veri segnali, anche un bagliore. Albert tira un
paio di leve.)
ALBERT
- Allora, che ne è stato di quel thè?
(Alfred mette
campanello)
ALBERT
il
bollitore
sulla
stufa.
Suona
un
- Sì, sì, non è nei paraggi. Occupati tu di quel treno. È l’ora della
mia lettura mattutina.
(Tira fuori un quotidiano dalla tasca del soprabito e va
nell’altra stanza.)
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Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
(Alfred guida il treno sul modellino in modo poco
efficiente. Mentre guarda il passaggio del treno, il
telefono inizia a squillare. Cosa che lo agita; lascia
squillare il telefono per un po’, poi si precipita a
rispondere.)
ALFRED
- Attenda un attimo. (Torna alle leve. Quando il treno ha
oltrepassato l’ultimo scambio fa risuonare “binario libero” sullo
sbarramento e torna a rispondere al telefono). Salve scambio di
Fulham. …No, sta facendo le sue abluzioni. Posso esserle d'aiuto
io?... Sì, signor Hargreaves, sì, immediatamente… glielo dirò
immediatamente. …Oh, va bene grazie… No, signore, non lo
considero un gioco da bambini. Quel modellino aiuta l’efficienza
di questa postazione. Non interferisce in alcun modo con i miei
doveri…. Questa è un’accusa ingiusta.... Non è mia intenzione
mancare di rispetto, signore. Ci provi soltanto e lo dirò al
sindacato. (Attacca) Maledetto signor Hargreaves, Capo
Controllore del traffico dello stramaledetto più grande snodo
ferroviario del mondo.
(Vede che la teiera sta bollendo e inizia a preparare il thè
con rabbia: ogni cosa che solleva la sbatte a terra.)
ALFRED
- Un gioco da bambini, signor Hargreaves? Mi piacerebbe vedere
lei costruire un modellino, in scala, con lo snodo di Clapham. Ci
sono centotrenta linee di scambio lungo quel modellino. È
difficile, ecco, ed è delicato ecco, è un lavoro delicato e
difficile, un lavoro da fare con le pinzette. Albert, il thè è
pronto. Ti racconterò di quanto mi piaccia il signor Hargreaves,
capo controllore o anzi stramaledetto capo controllore. Aspetta
solo, aspetta solo fino a luglio, non appena vedranno arrivare le
carte del pensionamento. Uscirò da quella porta… come prima
cosa, come prima cosa ho intenzione di uscire da quella porta e
andare diretto allo snodo di Clapham, nel tuo dannato maledetto
ufficio e pisciarti addosso, ecco che cosa farò… ti piscerò
addosso. Maledetto signor capo controllore del più grande
stramaledetto snodo del mondo.
ALBERT
- Sai, non sono sordo, non c’è bisogno che gridi con me.
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Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
ALFRED
- Ho un messaggio per te.
ALBERT
- Da Charley?
ALFRED
- Non da Charley. Dal maledetto signor Hargreaves.
ALBERT
- Via, via, Alfred. Qual è il messaggio?
ALFRED
- Non riesco a ricordarmelo.
ALBERT
- Perché non l’hai scritto?
ALFRED
- È così complicato che non riesco a ricordarmelo. Adesso che
diavolo era? Aspetta un attimo. Ci sono. No, no, non erano le
parole che ha usato. Erano più difficile di così. Mi dispiace
Albert. (Poi si ricorda) Sì, lo so. Ecco, non ci sarà niente in
arrivo fino all’una.
ALBERT
- Non ci sarà niente in arrivo fino all’una?
ALFRED
- Non ci sarà niente in arrivo fino all’una.
ALBERT
- E che cosa c’era di tanto complicato nel messaggio del signor
Hargreaves?
ALFRED
- Mi sta sulle scatole.
ALBERT
- Da quanto tempo ci conosciamo, Alfred?
ALFRED
- Che cosa c’entra?
ALBERT
- Ciò che voglio dire è che essendo anche colleghi, siamo amici.
Adesso potrei dire, tanto per cominciare, che anche il signor
Hargreaves è un mio amico, cosa che mi mette in una difficile
posizione.
ALFRED
- Vuoi il tuo thè?
ALBERT
- Per chi altro hai preparato il thè, Alfred? Per i ragazzi della
postazione? Certo che voglio il mio thè. Come dico io, adesso
tanto per cominciare ho due amici che sembrano sempre in
disaccordo, che potrebbero anche dire di non piacersi.
ALFRED
- Non è che non mi piace, cioè non l’ho mai incontrato. È solo
una voce per telefono.
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Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
ALBERT
- E questo mi porta ad una seconda difficoltà. Voi due pur
essendo miei amici, occupate entrambi delle posizioni nella
società ferroviaria. Adesso possiamo risolvere il problema
"amicizia" cercando semplicemente di evitare di farvi incontrare,
ma non posso controllare queste persone quando ricoprono il
loro ruolo ufficiale.
ALFRED
- Non ti preoccupare per lui e per me. Per i prossimi sei mesi la
situazione sarà tranquilla: lui ha la sua posizione e io la mia. Ma
dopo l’undici luglio, io avrò qualcosa da dire.
ALBERT
- Ma io sono preoccupato. Io sono, come diresti tu, il giunto tra
il vagone e la locomotiva.
ALFRED
- È lui che la mette sul personale. Io ce la metto tutta per
passare le comunicazioni di servizio da lui a te.. ma lui la butta
sempre sul personale.
ALBERT
- Tu sei l'unico che dovrebbe essere comprensivo, Alfred.
ALFRED
- Io comprendo benissimo. Lui è maledettamente geloso.
ALBERT
- Di cosa?
ALFRED
- Di quel modellino.
ALBERT
- Oh, dai, Alfred. Gestisce il più grande snodo del mondo.
ALFRED
- Ma non l’ha costruito lui.
ALBERT
- Lo dirige. Ed è una grandissima responsabilità. Non ti conosce.
Per lui tu sei solo un altro assistente segnalatore, lui ne ha a
dozzine su a Clapham. Ecco uno degli svantaggi di una posizione
come quella. Non consideri l’elemento umano, il personale che
va e viene. Ho pietà di lui, davvero, ho pietà di lui. E lo pagherà
a caro prezzo.
ALFRED
- Quale prezzo?
ALBERT
- Lascia che te la metta in questo modo. C’è una grandiosa corsa
di cavalli, va bene…?
ALFRED
- Va bene.
ALBERT
- Lui è così bravo che niente può raggiungerlo. Giusto?
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“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 12
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
ALFRED
- Giusto.
ALBERT
- Corre sempre. Ed è in testa. Da solo. Giusto?…
ALFRED
- Giusto.
ALBERT
- Adesso quando quel cavallo è lì fuori, da solo, a venti
lunghezze, che cosa credi che senta?
ALFRED
- La dannata frusta del fantino?
ALBERT
- Intendo dentro di sé. Sente la solitudine. Sa che è da solo.
Potrebbe piacergli un altro cavallo che gli arrivi accanto e
chiacchieri con lui, ma non osa correre il rischio perché è
guidato.
ALFRED
- Dal fantino.
ALBERT
- Da se stesso.
ALFRED
- Va bene, va bene. Ma se un altro cavallo gli arriva accanto, per
caso, questo gli dà il diritto di buttarla sul personale?
ALBERT
- Certo che no. Ma tu puoi capire la sua costernazione. Ecco, lui
è il favorito e va bene… improvvisamente si dà un’occhiata
intorno e c’è per esempio un cavallino della sua stessa scuderia.
Beh, la cosa è un po’ difficile non è vero? Non può
semplicemente allontanarsi da lui, ma allo stesso tempo deve
vincere la gara.
ALFRED
- Ma lui è il favorito.
ALBERT
- Certo che lo è, è anche il cavallo migliore. Allora quando
ritorna nella stalla quella notte, gli altri cavalli non gli
parleranno.
ALFRED
- Fanno maledettamente bene se ha vinto.
ALBERT
- Non capirai mai le sottigliezze, Alfred, ma prepari un buon thè.
(Pausa) Non ci sarà niente in arrivo fino all’una, dici.
ALFRED
- No, niente in arrivo fino all’una.
ALBERT
- Ti ha detto che cosa arriverà all’una?
ALFRED
- No.
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“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 13
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
ALBERT
- Avresti potuto chiederglielo.
ALFRED
- Avrebbe potuto dirmi che cosa sarebbe arrivato senza che io
glielo chiedessi.
ALBERT
- E l'altra faccia della medaglia è che tu avresti potuto
chiederglielo senza aspettare che te lo dicesse lui.
ALFRED
- Pensi che io sia abbastanza stupido da mettergli in mano la
frusta con cui farmi colpire?
ALBERT
- È una semplice richiesta di informazione e il signor Hargreaves
l’avrebbe considerata come tale.
ALFRED
- Vada all’inferno. Quella sì che sarebbe una data memorabile.
Immagino che cosa mi avrebbe detto: “Quando l’informazione
rilevante sarà inoltrata a questo ufficio, io stesso, nel modo
giusto
e
attraverso
i
canali
appropriati
passerò
quell’informazione al Capo Segnalatore della sua postazione.”
Riesco già a sentirlo sottolineare pesantemente la parola
“Capo”. Ciò che non sa, è che se non fossi stato nominato per
stare con te perché eri stato un mio collega, avrei avuto una
postazione tutta mia.
ALBERT
- Certo che sì, Alfred. Saresti stato il Padrone della Stazione
Victoria.
ALFRED
- Va bene, va bene.
ALBERT
- Dai, devi ammettere che è una cosa spassosa.
ALFRED
- È uno spasso, va bene, è uno spasso. Vuoi un’altra tazza di thè?
ALBERT
- Per stare in piedi su quel dannato binario con addosso un
cappello a cilindro e marsina.
ALFRED
- Ti sei divertito, adesso piantala.
ALBERT
- A stare lì, a salutare i dignitari in visita. Va bene dammi
un'altra tazza di thè.
ALFRED
- È finito.
ALBERT
- Mi hai appena chiesto se ne volevo un’altra tazza.
ALFRED
- Non hai risposto, così ho svuotato la teiera.
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“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 14
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
ALBERT
- Cosa hai fatto?
ALFRED
- Ho svuotato la teiera nel lavandino.
ALBERT
- Ti stai prendendo delle libertà, sai?
ALFRED
- Te l’ho chiesto, e non ti sei scomodato di rispondere.
ALBERT
- Adesso guarda, uno scherzo è uno scherzo, ma non oltrepassare
il limite.
ALFRED
- Va bene, adesso fai pesare la tua autorità. Ecco che cosa fai
sempre quando ottieni certe risposte.
ALBERT
- Non tirare troppo la corda, Alfred, non tirarla.
ALFRED
- Altrimenti ? Andrai a farmi rapporto alla sede centrale?
ALBERT
- Occupati solo del tuo lavoro.
ALFRED
- Di quale dannato lavoro? Non c’è niente in arrivo fino all’una.
ALBERT
- Allora trovati qualcosa da fare, che ne dici di quelle finestre?
Qualche volta dovrebbero venir pulite.
ALFRED
- Sono state pulite in passato. Adesso avrebbero bisogno di un
lavoro di manutenzione, non è una cosa di mia competenza.
ALBERT
- Questa postazione è in uno stato terribile.
ALFRED
- Questo è un lavoro di manutenzione. È stato un lavoro di
manutenzione per diversi anni, ecco che cosa.
ALBERT
- Lo so che è un lavoro di manutenzione. Sono stato a metterlo
nelle richieste per nuovi vetri per anni, ogni tre mesi ho spedito
una nota al Dipartimento Manutenzione.
ALFRED
- Potevi protestare con il tuo amico il signor Haitch.
ALBERT
- Non posso disturbarlo con faccende simili. Per loro le finestre
sono un lavoro di manutenzione.
ALFRED
- Al dipartimento Manutenzione non gliene importa un fico
secco.
ALBERT
- Come puoi essere orgoglioso della tua stazione con vetri del
genere?
***
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“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 15
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
ALFRED
- Non puoi, solo non puoi. È una perdita di tempo lavare i vetri.
ALBERT
- Tutto ciò di cui hanno biosogno è portare giù alcune lastre di
vetro.
ALFRED
- Con un vetro decente qui dentro potrei mettere vetri
tutt’intorno alla postazione. Sarebbe dannatamente bello.
Potremmo anche entrare nella competizione dei giardini della
stazione.
ALBERT
- E potremmo anche vincerla. Quale altra postazione ha una tale
posizione, il fiume vicino, il potere sovrastante della stazione.
ALFRED
- Potremmo prendere i ragazzi della postazione per far piantare
roba nelle linee cadute in disuso. Scommetto che da quei due
giamaicani potremmo farci piantare qualcosa di esotico. Come
l’erba delle pampas o roba simile.
ALBERT
- Adesso, un pezzo decente di vetro è troppo da chiedere? Quel
vetro è stato lì per ventinove anni!
ALFRED
- Non certo ventinove, credo che siano circa ventisette.
ALBERT
- In che anno abbiamo passato quell’estate meravigliosa?
ALFRED
- Che cosa c’entra?
ALBERT
- È stato l’anno in cui l’hanno fatto. Hanno messo i vetri.
ALFRED
- È stata una bomba che fece venire giù tutte le vecchie
finestre, una bomba Jerry.
ALBERT
- Non credo che fosse una delle nostre. Quella bomba cadde di
notte, giusto?
ALFRED
- Giusto.
ALBERT
- Giù, al limite sud delle postazioni. Giusto?
ALFRED
- Giusto.
ALBERT
- Adesso il nuovo vetro non venne messo per… oh più di una
settimana, più probabilmente due settimane, giusto?
ALFRED
- Giusto.
***
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“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 16
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
ALBERT
- Adesso torna indietro con la memoria, cerca di vedere questa
postazione com’era quel giorno… tutte le finestre erano andate,
giusto? Erano rimasti solo i frammenti. Tu hai raccolto tutti i
vetri rotti, giusto?
ALFRED
- Sì, esatto. Ho pulito da tutti i vetri.
ALBERT
- La postazione era piuttosto impegnata quel giorno. Per lo
sforzo della guerra ricordi?
ALFRED
- Sì. Abbiamo lavorato giorno e notte.
ALBERT
- Giusto. Non importava da che parte uno guardasse, c’erano
locomotive, di ogni tipo, ogni modello, ogni genere di roba in
arrivo e in partenza, il fiume bloccato con le chiatte. Adesso
riesci a vedere. Tu ed io qui, tutta la frenetica attività lì fuori.
Ci sei?
ALFRED
- Ci sono. Ma io non ero qui su, Albert. Tu eri qui su.
ALBERT
- Non essere pignolo. Adesso, avevi freddo o no?
ALFRED
- Cercavo di riscaldarmi discretamente.
ALBERT
- Ma non avevi freddo?
ALFRED
- No, decisamente non avevo freddo.
ALBERT
- Ma c’era il vento. Giusto?
ALFRED
- Giusto. Mi ricordo
svolazzavano nel vento.
ALBERT
- Non avevi freddo, eppure c’era il vento che soffiava qui dentro
direttamente dal fiume.
ALFRED
- Sì sì infatti.
ALBERT
- Eri in piedi proprio lì, in maniche di camicia con il vento che
soffiava di colpo dal fiume eppure non avevi freddo. Adesso che
cosa ti suggerisce?
ALFRED
- Mi ero messo un maglione.
ALBERT
- No, nient’affatto. Eri in maniche di camicia.
ALFRED
- Va bene, ero in maniche di camicia.
distintamente
che
i
miei
capelli
***
ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore.
Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo.
Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto.
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“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 17
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
ALBERT
- Eri bagnato?
ALFRED
- No, del tutto asciutto.
ALBERT
- Non c’era alcuna protezione qui intorno, tu eri in maniche di
camicia, eppure non eri bagnato e non avevi freddo. Adesso
perché pensi che fosse così?
ALFRED
- Perché era un giorno di sole.
ALBERT
- E per diciotto giorni mentre non c’erano le finestre tu non hai
sentito freddo una volta sola. Ora che cosa significa?
ALFRED
- C’è stato il sole per tutto il tempo.
ALBERT
- Giusto. Diciotto giorni di sole di fila. Niente vento freddo o
pioggia. Allora che cosa significa.
ALFRED
- Era quella dannata bella estate che avemmo nel 1940.
ALBERT
- Esatto. Era quella dannata bella estate che avemmo nel 1940.
Allora che cosa significa?
ALFRED
- Non lo so.
ALBERT
- Quelle finestre sono state messe nell’estate del 1940. Allora
che cosa significa? Significa che quelle finestre sono state qui
per 29 anni e non ventisette come dici tu, zuccone.
(C’è una lunga pausa).
ALFRED
- Albert, devo concedertelo. Questa è la prova più intricata in
cui mi sia mai imbattuto.
(C’è un’altra lunga pausa).
ALBERT
- Ventinove anni. Quello fu il momento più bello per Fulham.
Tutto dopo quello è stato in disceso.
ALFRED
- Non siamo più stati così impegnati.
ALBERT
- Non era solo che eravamo impegnati, era il perché eravamo
impegnati. Non era solo una questione di spostare un mucchio di
vagoni, era il motivo per cui noi facevamo quel che facevamo.
Eravamo parte della Grande Impresa, la mano che agganciava
quei vagoni alla motrice a Edimburgo era la stessa mano che li
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“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 18
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
sganciava qui a Fulham. Uniti nella causa comune, mandare in
rovina il Dittatore Fascista che aveva fatto progetti sulle nostre
case. Ogni volta che tiravo una di quelle leve ci pensavo, un
altro vagone che passava per la disfatta dei fascisti. Eravamo
tutti insieme, i ragazzi in aria, gli uomini alle Fiandre, i ragazzi
in mare e i gruppi allo Scalo di Fulham.
ALFRED
- Non ho mai saputo che tu la pensassi così, Albert.
ALBERT
- Ogni volta che ho tirato una di quelle leve Alfred, ogni volta,
avevo in testa Hitler. Puoi aver notato, oppure no, quanto
spesso durante quel periodo quelle leve dovettero essere
rimpiazzate. Sapevo che ero io a farlo, sapevo di essere stato
troppo barbaro con loro, ma non riuscivo a farne a meno. E
quando i ragazzi della manutenzione arrivarono con l’ennesimo
rimpiazzo, ho detto, “Mi dispiace ragazzi, cercate di considerare
ogni leva rotta come un’altra freccia nel culo di Hitler.” E loro
sapevano esattamente che cosa volessi dire, esattamente come
lo sentivo io perché anche loro ne facevano parte.
ALFRED
- È strano che cosa ci si perda quando si è impegnati.
ALBERT
- Non c’è quello spirito oggi nelle Ferrovie Britanniche. Come
potrebbe esserci? Tutti quei neri nel personale, che cosa
vogliono? Non è davvero colpa loro, come potrebbero capire che
cosa fu tutto quel confrontarsi con Hitler?
ALFRED
- Questo perché hanno un’intelligenza limitata, Albert.
ALBERT
- Esatto Alfred. Alcuni sono stati destinati ad essere sulla linea
principale dell’evoluzione e altri sono condannati a trascorrere
sui binari secondari. Questo è il modo in cui venne interpretato,
noi siamo solo stati fortunati ad essere tra le linee principali.
(Albert colpisce la stufa. Solleva il secchiello vuoto del
carbone. Lo guarda per un momento.)
ALBERT
- C’è un buonissimo esempio di negligenza. Ai bei tempi, il mio
secchiello del carbone non sarebbe mai stato vuoto. Ma
suppongo che faccia tutto parte del sistema. Da dove vengono
loro non hanno bisogno di fuoco, il sole splende per tutto il
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“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 19
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
tempo e loro raccolgono il cibo dagli alberi. Le cose sono in una
bella condizione quando il Capo Segnalatore deve lasciare la sua
postazione per riempire il suo secchiello di carbone.
(Lui esce e noi lo sentiamo scendere. Alfred solleva il
telefono, cambia posto)
ALFRED
- Pronto. Con chi parlo?… Lo stesso uomo con cui voglio parlare
io. È una faccenda di rifornimento di carbone alla postazione di
segnalazione. Negli ultimi tempi c’è stato un grado di negligenza
nell’approvvigionamento. Per dirla tutta, in un inverno inglese si
ha bisogno di tenere il fuoco acceso. Questo certo potrebbe
essere il suo primo inverno nel nostro bel paese, nel qual caso è
comprensibile la sua mancanza di effecienza in tale questione.
Sto parlando a nome del Capo Segnalatore. Se questo accade di
nuovo sarò costretto a spedire una segnalazione di licenziamento
alla Sede Centrale…. Sono certo che debbano esserci delle
circostanze estenuanti ma è successo molto frequentemente
durante quest’inverno, ed è così dal momento che la faccenda
del rifornimento di carbone è di sua competenza. Non credo che
sia chiedere troppo che arrivino due secchi pieni di carbone ogni
mattina alla postazione di segnalazione. Un’altra cosa che lei
farebbe meglio ad imparare è che l’ultima cosa che piace ad un
inglese è una lumaca leccaculo che non sa essere autonoma. Il
mio consiglio è che si dovrebbe arrivare a quel punto e cercare
di affrontare la sua punizione da uomo…. (Sbatte giù il
ricevitore)
(Albert entra, in silenzio e preoccupato.)
ALBERT
- Sto diventando troppo vecchio per quelle scale.
ALFRED
- Ho fatto un reclamo.
(Albert va alla finestra e sbircia fuori verso i binari.)
ALFRED
- Ho fatto un reclamo a proposito del carbone… a quel nero giù
al deposito.
ALBERT
- Non è un po’ eccessivo, vero?
ALFRED
- Beh, dico… sembrava la cosa giusta da fare.
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“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 20
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
ALBERT
- Pensavo anch’io. C’è qualcuno in piedi al cancello.
ALFRED
- Cosa?
ALBERT
- Sembra un ferroviere.
(Alfred si precipita alla finestra.)
ALFRED
- Infatti. È davvero un ferroviere. Forse sta solo dando
un’occhiata.
ALBERT
- Viene qui. Potrebbe essere un ispettore.
ALFRED
- Forse sta solo passando.
ALBERT
- Il fumo, vedrà il fumo dal fuoco.
ALFRED
- Viene davvero. Che cosa facciamo?
ALBERT
- Ce l’hai il pettine?
ALFRED
- Sì, ce l’ho qui da qualche parte.
ALBERT
- Dammelo. Dammelo.
(Si precipita ad un pezzo di specchio rotto sul lavandino,
si pettina i capelli e si riannoda la cravatta.)
ALBERT
- Spazzolami di dietro.
ALFRED
- Non abbiamo una spazzola.
ALBERT
- Con le mani, fallo con le mani.
(Alfred gli spazzola la schiena.)
ALBERT
- Dov’è?
(Alfred va alla finestra.)
ALFRED
- Viene lungo i binari.
ALBERT
- Dov’è il mio berretto? Dov’è quel dannato berretto? Mi hai
pulito dietro la schiena?
(Alfred gli dà il berretto e in modo frenetico gli spazzola
dietro la schiena. Albert si siede al suo tavolo e fa un
disperato sforzo di ricomporsi e di apparire ufficiale e
impegnato.)
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“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 21
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
ALBERT
- Adesso fammi parlare. Fa qualcosa, cerca di sembrare
impegnato.
(Alfred afferra uno straccio e inizia a lucidare gli ottoni.)
VOCE
- (f.c.) Salve. C’è nessuno lì dentro?
ALBERT
- Digli di venire su.
(Alfred esce sul ballatoio)
ALFRED
- Quissù.
(Rientra e furiosamente lucida le leve. Albert scrive nel
suo libro. Edward entra.)
EDWARD
- Signor Bloomfield?
ALBERT
- Sì.
EDWARD
- Sono Edward Smith.
ALBERT
- Oh sì.
EDWARD
- Da Birmingham.
ALBERT
- Da Birmingham? Edward Smith, ecco un nome insolito.
(Edward ride per la battuta.)
EDWARD
- Sì, sì, infatti.
ALBERT
- Che cosa posso fare per lei, signor Smith?
EDWARD
- Sono il suo nuovo apprendista.
ALBERT
- Il mio nuovo apprendista. Lui è il mio nuovo apprendista,
Alfred.
ALFRED
- Giusto, Albert.
ALBERT
- Il mio nuovo apprendista. Sì. Tirocinante, credo che sia la
parola che si usi oggi.
(Edward ride di nuovo)
EDWARD
- Molto appropriato signore.
ALBERT
- Deve scusare la mia incertezza signor Smith, ma il fatto è che
non ho ricevuto nessuna notifica ufficiale del suo collocamento.
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“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 22
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
ALFRED
- La grande negligenza della Direzione.
ALBERT
- Sì, una grande negligenza, infatti, Alfred. Lui è Alfred, il mio
assistente, e io sono il signor Bloomfield, il suo capo, come lei
sa. Non sono molte le cose che noi non conosciamo a proposito
del movimento dei treni.
EDWARD
- Ne sono sicuro signore.
ALBERT
- Questa non è la sua prima assegnazione, vero?
EDWARD
- No, sono stato due anni fuori Birmingham, ma adesso hanno
chiuso.
ALBERT
- Allora lei è stato traferito da Birmingham?
EDWARD
- Sì.
ALBERT
- Questo potrebbe spiegare la mancanza di comunicazione sulla
faccenda del suo trasferimento. Potrebbe essere rimasto
intrappolato negli uffici, per così dire.
EDWARD
- Più che probabile, signore. Credo di doverle consegnare
queste.
(Consegna ad Albert le carte del trasferimento.)
ALBERT
- Sì, beh, queste sembrano essere in ordine. Comunque qui dice
che lei doveva riprendere servizio alle 8 in punto.
EDWARD
- Mi dispiace signore, ma ho preso il primo treno da Brum, e lei
si renderà conto che non è un posto facilissimo da trovare.
ALBERT
- Lei è venuto direttamente da Birmingham vero?
EDWARD
- Questa mattina.
ALBERT
- Perciò non è stato in direzione?
EDWARD
- Non mi era stato detto di andarci. Mi è stato detto di
presentarmi qui.
ALBERT
- Sì, è tutto a posto.
EDWARD
- Mi dispiace signore, intendo, per essere arrivato in ritardo.
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“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 23
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
ALBERT
- La puntualità è il primo requisito di un segnalatore. Per ragioni
troppo ovvie da dire. Comunque, ci passeremo sopra, per
stavolta.
EDWARD
- Grazie, signore.
ALBERT
- Sì, beh. Due anni con le Ferrovie Britanniche a Birmingham.
EDWARD
- Ho fatto per un anno il facchino alla stazione Victoria prima di
quello.
ALBERT
- Tre anni nelle Ferrovie Britanniche.
EDWARD
- Esatto.
ALBERT
- Che cosa l’attrae in una postazione di segnalazione?
EDWARD
- Beh, non volevo fare il facchino per tutta la vita, no?
ALBERT
- Allora lei è un tipo ambizioso?
EDWARD
- Sì, si direbbe di sì.
ALBERT
- Facendosi strada con la gavetta, per così dire.
EDWARD
- Qualcosa del genere.
ALBERT
- Suppongo che lei aspiri ad una posizione da dirigente?
EDWARD
- Non ci avevo ancora neanche pensato.
ALBERT
- È arrivato il momento che si prefigga questo obiettivo. Noi
possiamo darle una base solida, come dico io non sono molte le
cose che non conosciamo, Alfred ed io.
ALFRED
- Albert è il miglior segnalatore su questa linea.
ALBERT
- L’unica cosa è che noi non siamo esattamente impegnati in
questa postazione.
EDWARD
- Sì, l’ho notato mentre arrivavo.
ALBERT
- Questo succede con la modernizzazione. Sì. Noi siamo
programmati per la modernizzazione, il passaggio di Container
verso il continente.
EDWARD
- Questa è la nuova tendenza, credo.
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“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 24
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
ALBERT
- Sì porteranno i container sul fiume sopre le chiatte, li
trasferiranno a questo scalo e le manderanno a tutte le parti del
paese. Comunque, non è così alcune volte e un giovane ragazzo
ambizioso come te potrebbe preferire essere dove c’è un po’ più
di agitazione. Come Clapham o posti simili.
EDWARD
- È ciò che impari, non dove lo impari.
ALBERT
- Questo è abbastanza vero. Adesso vediamo, queste sono le leve
ovviamente. E lì dentro i servizi.
EDWARD
- Molto ordinato.
ALBERT
- Questi sono varie luci e campanelli d’allarme. E questo è il
modellino di Alfred.
EDWARD
- Lo hai costruito tu?
ALFRED
- Sì, con un piccolo aiuto da parte di Albert.
ALBERT
- Non molto. Non ho tempo per quel genere di cose.
EDWARD
- È ingengnoso, molto ingegnoso.
ALFRED
- È in scala, sai.
EDWARD
- Scommetto che ti ha preso parecchio lavoro?
ALBERT
- Oh era solo qualcosa per tenerlo occupato quando lo scambio
diventava noioso.
ALFRED
- È un esatto modellino in scala dello scambio, ed è operativo.
EDWARD
- Intendi dire che funziona?
ALFRED
- Un treno su questo modellino lavora nell’esatto proporzione di
quello vero là fuori. Nella nebbia si potrebbe gestire lo scambio
da questo modellino. Aspetta fino a quando arriverà un treno, e
vedrai.
EDWARD
- Sì, sarà interessante, veramente.
(Pausa.)
ALBERT
- Adesso, da dove iniziamo? Non c’è molto da fare oggi.
ALFRED
- C’è quella locomotiva in arrivo da Clapham all’una.
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“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 25
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
EDWARD
- Da Clapham?
ALFRED
- Una locomotiva da manovra, una Billy Bunter, per quel
carbone…
(Pausa)
EDWARD
- Qual è la procedura, signor Bloomfield? Intendo dovrei
prendere familiarità con la procedura.
ALBERT
- Sì, beh, è il solito metodo come è prescritto nel Libro Verde
delle regole dei Segnalatori.
ALFRED
- Sì, Clapham ce lo comunica, per telefono, e chiede che il treno
entri.
EDWARD
- Un po’ démodé ma è veramente così un po’ dappertutto.
ALFRED
- Sì, la normale procedura.
ALBERT
- Perché non ti togli il cappotto?
ALFRED
- Ecco, lascia che lo appenda per te.
(Edward solleva il telefono)
EDWARD
- Perché semplicemente non telefoniamo noi a Clapham? Forse
loro hanno notificato il mio traferimento.
ALBERT
- Non ce n’è bisogno. Sono certo, a tempo debito, verrò
informato.
(Edward avvicina il telefono all’orecchio.)
EDWARD
- Clapham sembra non essere in linea.
ALBERT
- Era tutto a posto stamattina.
EDWARD
- Ascolta.
(Porge il telefono all’orecchio di Albert)
ALBERT
- Alfred, il telefono è isolato.
ALFRED
- Davvero strano, era tutto a posto stamattina.
EDWARD
- Dovremo fargli rapporto allora, non è vero?
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“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 26
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
(Silenzio. Li guarda ancora tenendo il telefono, poi
lentamente compone un numero. C’è un debole squillo
nella stanza accanto.)
ALBERT
- C’è un vecchio apparecchio, un interno, nell’altra stanza.
EDWARD
- Nel caso tu sia al bagno quando squilla il telefono.
ALBERT
- Alfred che ne dici di una tazza di thè per il nostro nuovo
apprendista.
ALFRED
- Ti andrebbe un panino, Edward?
(I due osservano Edward mentre cammina e apre la porta
dell’altra stanza. Pausa.)
EDWARD
- Molto carina, non avevamo i letti nella postazione di Brum.
ALBERT
- È solo da quando lo scambio è diventato poco attivo… intendo
noi non siamo più così giovani, un pisolino nel pomeriggio.
EDWARD
- Perché no. Anche a me piace fare un po’ il lavativo.
(Entra e chiude la porta dietro di lui. I due recitano la
scena sussurrando.)
ALFRED
- Che cosa facciamo, Albert?
ALBERT
- Hai guardato nella buca delle lettere vicino al cancello quando
sei arrivato stamattina?
ALFRED
- Ho guardato nella buca delle lettere vicino al cancello
stamattina?
ALBERT
- No, vero?
ALFRED
- No, ah… mi è sfuggito di mente.
ALBERT
- E ieri?
ALFRED
- Sì, beh, ieri.
ALBERT
- Non hai molti incarichi. Non c’è un granchè da fare in questo
scambio ora. È una cosa semplice controllare quella cassetta
ogni mattina.
ALFRED
- L’ho dimenticato.
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“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 27
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
ALBERT
- È dannatamente e del tutto ovvio che tu l’abbia dimenticato.
Scommeterei che la lattera di notifica è stata nella cassetta
della posta per la maggior parte della settimana.
ALFRED
- Comunque non avresti potuto impedirgli di venire.
ALBERT
- Mi avrebbe dato tempo di pensare, di elaborare un piano.
ALFRED
- Perché l’hanno spedito qui?
ALBERT
- La procedura. Ha bisogno di preparazione, hanno guardato il
libro del personale, due intelligentoni a Fulham lo hanno gettato
qui.
ALFRED
- Non c’è abbastanza lavoro qui per tre persone.
ALBERT
- Ci sarà qualcuno in esubero allora, non è vero? E non sarà il
Capo ad andarsene te lo dico io. Voi due siete la metà del suo
stipendio.
ALFRED
- Andrò al sindacato. Ho sei mesi per la pensione. Non possono
farmi questo, quarant’anni di servizio.
ALBERT
- Dici sempre che non hai mai abbastanza responsabilità. Non
posso neanche fidarmi di te per fare una cosa semplice come
controllare quella dannata cassetta della posta.
(Squilla il telefono. Albert, arrabbiato, automaticamente
solleva il ricevitore e sbraita al telefono)
ALBERT
- Salve, qui è Fulham.
(Pausa. Poi un acuto scoppio di risa dall’altra stanza.
Rimangono atterriti mentre Edward rientra.)
EDWARD
- Che maledetto gioco è questo. Che succede qui?
(Silenzio)
EDWARD
- Che succede signor Capo Segnalatore, signore? Dove ha preso il
maledetto coraggio di sgridarmi per essere arrivato in ritardo?
Un dannato barbone come lei che non ha neanche il diritto di
stare qui. Il passaggio di cointainer con il continente. Lei è
proprio come quell’altro tipo che conoscevo una volta, un viso
astuto che cercava di comandarmi a bacchetta.
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“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 28
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
ALBERT
- La mia era una posizione difficile.
EDWARD
- Adesso la prospettiva è dannatamente più difficile. Devo
stroncarla per quello, amico. Lei ha avuto un maledetto
coraggio. Prendere oridini da un paio di schifosi barboni.
ALBERT
- Non siamo barboni. Siamo da quasi quarant’anni in servizio con
le Ferrovie Britanniche Meridionali e tutto è successo a questo
scambio.
EDWARD
- Il tuo tempo adesso è scaduto amico. Il domicilio regolare che
avevi qui, la camera da letto, il bagno e suppongo questo sia il
soggiorno. Aspetta solo che la Direzione lo sappia.
ALFRED
- Albert non puoi lasciarglielo fare.
EDWARD
- Lui non può fermarmi.
ALFRED
- Albert devi fare qualcosa.
ALBERT
- Non c’è niente che io possa fare Alfred, non c’è speranza.
ALFRED
- Ma ci mancavano da fare solo sei mesi. Perderemo tutta la
nostra pensione.
EDWARD
- Io non mi preoccuperei di quello. Certamente vi manderanno
via in un bel posto sicuro.
ALFRED
- Non possono farlo. Devi spiegarglielo Albert.
ALBERT
- Lui non è il tipo che capirebbe.
EDWARD
- Io capisco benissimo. Voi due avete trovato una branda a
portata di mano, niente affitto da pagare. Le ferrovie vi
facevano anche il favore di lasciarvi un maledetto bel mucchio
di carbone.
ALBERT
- Tu vuoi imparare ad essere un segnalatore. Qui puoi davvero
farlo.
EDWARD
- Venire qui ogni giorno a giocare con i treni su quel dannato
modellino? Devi pensare che sono matto come te.
ALFRED
- No. È collegato a tutte quelle leve. Tiri le leve e funzionano
anche sul modellino.
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“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 29
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
EDWARD
- Da quanto tempo questa postazione è stata chiusa?
ALFRED
- Quattro anni. Guarda Edward lascia che ti spieghi che cosa è
successo.
EDWARD
- È ovvio che cosa è successo. Hanno chiuso lo scambio, vi hanno
licenziato e in qualche modo dopo che tutti se ne sono andati
siete tornati qui.
ALBERT
- Io non sono mai stato licenziato. Io sono un autentico Capo
Segnalatore e su mia esortazione tu potresti essere licenziato.
EDWARD
- Non siete mai stati licenziati?
ALFRED
- Vedi ecco che cosa stavo cercando di spiegarti.
EDWARD
- Intendi dire che voi due stati seduti qui percependo uno
stipendio?
ALFRED
- Esatto.
EDWARD
- E questo scambio è stata chiuso da quattro anni. Voi due non
siete pazzi quanto sembrate. Come avete costruito questa
truffa?
ALBERT
- Non è una questione di truffa.
EDWARD
- Che cos’altro è allora?
ALFRED
- Albert la chiama confusione burocratica.
EDWARD
- Beh, io la chiamo truffa, ma devo concedeverlo, è brillante.
Avanti allora, come avete fatto?
ALFRED
- Beh, quando hanno chiuso lo scambio, non avevano nuove
posizioni per noi e lo stesso per altri ragazzi dello scambio. Poco
a poco tutti sono andati in altri scambi.
EDWARD
- E voi due siete rimasti qui.
ALFRED
- Beh, abbiamo chiesto all’ispettore che cosa fare, lui ha detto
aspettate qui per un po’, finchè non vi troviamo una postazione.
Aveva stabilito per me in Direzione che pagassero i nostri
stipendi, come misura temporanea. Poi venne trasferito o è
morto o chissà che, comunque loro non si sono più preoccupati
di noi e questo perché c’è una confusione burocratica.
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“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 30
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
EDWARD
- E che mi dici dei tuoi viaggi del venerdì?
ALFRED
- Oh li faccio ancora.
EDWARD
- È fantastico.
ALFRED
- E vedi, il punto è che noi due andremo in pensione a Luglio.
EDWARD
- Non ho dubbi che verranno qui e vi regaleranno ad entambi
degli orologi da tasca.
ALBERT
- E perché no, abbiamo prestato servizio in maniera fedele.
ALFRED
- Vedi, prima che noi lo sapessimo, passò un anno da quando lo
scambio aveva chiuso e poi ho iniziato a costruire il modellino,
per fare qualcosa. E il punto è, se tu potessi considerare di
restare qui fino a luglio non ci rimetteresti, nella tua carriera
intendo. Albert può istruiriti proprio su questo modellino, è
proprio come il vero scambio.
EDWARD
- Non mi importa molto di essere preparato, ma dopo che voi
due sarete andati in pensione che cosa farò io? Eh? Torno in
Direzione e gli dico che sono stato a giocare con un modellino
per sei mesi?
ALBERT
- Se non volevi essere preparato, perché sei venuto qui?
EDWARD
- Mi hanno spedito qui, o no?
ALBERT
- Ma vuoi fare il segnalatore?
EDWARD
- No, io no. Io voglio i soldi da segnalatore, ecco tutto. Ecco, voi
due ricevete lo stipendio da segnalatore e nessun affitto da
pagare? Deve essere tutto a posto.
ALBERT
- Abbiamo le nostre spese.
ALFRED
- Allora capisci che devi far parte anche tu della confusione
burocratica. Perciò se non gli dirai niente si dimenticheranno di
nuovo di noi.
EDWARD
- Per voi va tutto bene, ma che cosa ha a che fare con me?
ALBERT
- Adesso faresti meglio a lasciare che me ne occupi io, Alfred.
EDWARD
- Tu sei il tesoriere, vero?
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“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 31
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
ALBERT
- Si fa per dire.
EDWARD
- Va bene, signor Tesoriere, che cosa hai da offrire?
ALBERT
- Sarò sincero con te giovanotto, dal tuo rimprovero proprio ora
è ovvio che tu non hai alcun interesse per questo lavoro, ma solo
per i soldi. È evidentemente chiaro dal tuo comportamento che
non arriverai mai alla posizione che merita lo stipendio. Non ne
hai la stoffa. Ora, quanto guadagni nella tua attuale posizione?
EDWARD
- 210 pidocchiosi scellini.
ALBERT
- La mia offerta è questa, ogni settimana da adesso fino a
giugno, Alfred ed io contribuiremo al tuo stipendio.
EDWARD
- Quanto?
ALBERT
- Stavo pensando all’incirca una sterlina a testa.
EDWARD
- Faresti meglio a ripensarci signor capo segnalatore dei miei
stivali.
ALFRED
- Non c’è bisogno di essere offensivo.
ALBERT
- Non credi che la mia offerta sia generosa?
EDWARD
- Credo che sia maledettamente spilorcia. Se i tuoi commenti di
adesso fossero corretti, e potrebbero essere così, [sappi che non
sarò un segnalatore] non perché non ne abbia la capacità ma
perché non mi interessa. Ma se non avrò il lavoro, comunque
posso avere lo stipendio per i prossimi sei mesi.
ALBERT
- Lo stipendio da Capo segnalatore! Devi guadagnartelo quello
stipendio caro mio.
EDWARD
- Come hai fatto tu negli ultimi quattro anni.
ALFRED
- Ecco, quattro sterline a settimana.
EDWARD
- E una piccola somma dalla tua pensione da te a me come
apprezzamento dei servigi resi.
ALBERT
- È troppo.
EDWARD
- Prendere o lasciare. Non sto dicendo neanche se accetterò
queste condizioni, sto solo dicendo che ci penserò.
***
ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore.
Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo.
Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto.
***
“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 32
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
ALFRED
- Non abbiamo altra scelta Albert, ed è solo per sei mesi.
Possiamo fare dei tagli, tutto considerato potrei rinunciare
all’acquavite.
EDWARD
- Beh, che ne dice Capo?
ALBERT
- Dovrai guadagnartelo.
EDWARD
- Guadagnarmelo?
ALBERT
- Sei un apprendista, dovrai essere istruito.
EDWARD
- Dal momento che venerdì avrò la paga da Capo Segnalatore, mi
sembra del tutto ragionevole che io sia già istruito, non è vero? E
se prenderò la paga da Capo Segnalatore questo mi rende il
capo, no? E non si possono avere due capi in una postazione sola,
no? Sì, sì, considererò la tua offerta per un po’. Prenderò una
decisione dopo aver visto come vanno le cose. Alfred sei stato un
po’ negligente vero?
ALFRED
- A che proposito?
EDWARD
- È l’una, Alfred, l’una.
ALFRED
- Sì, infatti.
EDWARD
- Beh, e che mi dici di quella locomotiva in arrivo da Clapham?
(Edward sorrdi e si siede nella sedia. I due lo guardano
ancora. Lui chiude gli occhi. Le luci si spengono
lentamente e cambiano come se fosse il tramonto, è quasi
buio. Restiamo per alcuni momenti. I personaggi restano
in silhouette. Poi le luci si accendono un po’.)
***
ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore.
Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo.
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“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 33
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
ATTO I
SCENA 2
(Albert e Alfred sono in piedi e guardano ancora Edward
che sonnecchia sulla sedia).
ALBERT
- (Sottovoce) Faresti meglio ad accendere le lampade, Alfred.
(Alfred prende due lampade ad olio dall’armadio e inizia a
pulirle. Nessuno dei due stacca gli occhi da Edward. Albert
porta il necessario ad Alfred e silenziosamente riempiono
le lampade.
Edward si stiracchia. I due lo guardano, lasciando
fuoriuscire l’olio.)
EDWARD
- Questo sì che è stato un bel pisolino. Qualcosa mi dice che è
l’ora del pub. Attento all’olio, attento all’olio Albert.
(Abbassano il necessario, guardandolo ancora.)
EDWARD
- Asciuga tutto Alfred, non vuoi una postazione lurida, vero?
(Alfred inizia a pulire.)
EDWARD
- L’unica cosa è che potrei aver bisogno di un anticipo se volessi
andare al pub. Che ne dice signor Tesoriere?
ALBERT
- Non ho denaro. Io stesso sono in ristrettezze.
EDWARD
- Che disdetta. Sa a che stavo pensando, che quella stanzetta là
dietro, è proprio quello che stavo cercando. Non mi piace
parlare da solo, sa. (Pausa) Solo di lavoro, andrebbe proprio
bene come camera oscura. Ci metto il lavandino per
l’ingranditore. Si deve avere acqua corrente, sa. Ho sempre
voluto fare il fotografo, è lì che si fanno i veri soldi. Ed è anche
una bella vita. Intendo, guarda quel tipo Bailay, guadagna
centomila bigliettoni l’anno ed è sempre circondato di belle
passere. E il tuo uomo è sposato alla Famiglia reale, vero? Non
devi fare niente, sai, devi solo darci dentro con la vecchia
***
ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore.
Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo.
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“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 34
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
macchina fotografica, intendo, se fai abbastanza foto
necessariamente una dovrà essere buona, no? Sì, potrei farlo
adesso, no? Intendo, il grosso ostacolo è l’equipaggiamento,
adesso il posto ce l’ho, tutto ciò di cui ho bisogno è
l’equipaggiamento. Ed è costoso. Ma se voi due state per darmi
il vostro premio per la pensione un po’ in anticipo, come si dice,
allora potrei organizzarlo, no? Allora che ne pensate ragazzi?
ALBERT
- Non siamo davvero interessati ai tuoi cervellotici piani per fare
fortuna senza lavorare.
EDWARD
- Suppongo che riteniate che passare quarant’anni in questa
postazione sia un buon modo per trascorrere la vita.
ALBERT
- È un solido lavoro di responsabilità con delle buone prospettive
che è più di quanto possa dirsi di uno dei tuoi piani. La
fotografia appunto.
EDWARD
- Sei.. è incredibile. Sei il fantasmia di mio padre morto.
ALBERT
- Sono maledettamente felice di non essere tuo padre.
EDWARD
- E lui era maledettamente dispiaciuto di esserlo.
ALBERT
- Mi sembra un uomo sensibile.
EDWARD
- Ha fatto il facchino, per tutta la vita, uno stramaledetto
facchino a Waterloo.
ALFRED
- È un lavoro sicuro, quello del facchino, e tiri su anche un bel
gruzzoletto, con le mance e il resto.
EDWARD
- Tiri su un bel gruzzole se sei bravo a elemosinare… E lui era
dannatamente bravo.
ALBERT
- Le mance sono ciò che spetta a un facchino. È una tradizione.
EDWARD
- Sono sceso a Waterloo una volta quando avevo quindicianni.
Volevo parlargli. Lui stava portando le valigie di qualche
americano, le ha messe in un taxi ed è semplicemente rimasto
lì. Un maledetto piccolo bastardo rispetto a questo grosso
americano mentre quello si frugava nelle tasche. L’americano
non voleva dargli niente ma lui l’ha costretto. Il mio caro
vecchio padre restò semplicemente lì in piedi finché l’americano
***
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“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 35
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
non si sentì costretto a dargli qualcosa. Poi il piccolo farabutto
guardò quanto l’americano gli aveva dato e fece una faccia, gli
fece l’espressione giusta, cercando di far sentire l’americano il
bastardo che era. Mi ha fatto stare così male che mi sono andato
via.
ALBERT
- Era un suo diritto avendo portato le valigie.
EDWARD
- Lo stipendio della settimana è un suo diritto. Ed è questo
quello che ha fatto di me. Uno stramaledetto facchino
leccaculo. Diceva di avere delle prospettive, puoi crearti la tua
via, piena di opportunità per la promozione.
ALFRED
- Beh, lo hai fatto, ti sei spianato la strada per la postazione, no?
EDWARD
- Solo dopo che ha tirato le cuoia. Mi opprimeva, ci sono un
mucchio di cosa da imparare, diceva lui, un sacco di cose,
quando hai portato in spalla una valigia, le hai portate tutte.
Diceva di essere interessato ai sindacati. Era un buon socialista.
ALBERT
- Molti ferrovieri lo sono.
EDWARD
- Maledetto rosso. Sai qual è stato il suo momento di maggior
orgoglio? Una volta ha portate le valigie al principe di Galles. Era
così felice che ne aveva portate cinque da solo, non voleva che
nessuno le toccasse. Barcollò sul quel dannato binario. Misero
una foto sul giornale, si poteva vedere perfettamente Sua
Altezza, ma tutti potevano vedere dietro di lui un maledetto set
di valigie che camminava. Non volle neanche usare il carrello.
Tenne la foto sulla parete, e quando lo raccontava al pub
stendeva le mani e diceva “Queste mani hanno portato le valigie
del re.” Maledettamente tipico dell’inglese socialista. Ora che
mi dite di quel anticipo?
ALBERT
- Forse Alfred ha qualche scellino.
EDWARD
- Hai dei soldi Alfred?
ALFRED
- Ho solo un paio di scellini, ecco tutto.
ALBERT
- Daglieli.
ALFRED
- È tutto quello che ho.
***
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“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 36
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
ALBERT
- Ha bisogno di un anticipo, giusto? Allora dagli ciò che hai.
ALFRED
- Tutto quanto?
ALBERT
- È solo qualche scellino, allora daglieli tutti.
(Alfred lentamente prende un borsellino dalla tasca e
tasta accuratamente l’interno. Albert impazientemente lo
affera.)
ALFRED
- Solo un momento.
ALBERT
- Che cos’hai lì dentro, i gioielli della Corona?
(Svuota il portamonete sul tavolo, circa sei scellini in
moneta e una banconota piegata da cinque sterline.
Edward afferra la banconota.)
EDWARD
- È molto generoso da parte tua Alfred.
ALBERT
- Cinque sterline? Dove hai preso cinque sterline?
ALFRED
- Sono per i nuovi vagoni, per l’intelaiatura di alcuni carrelli
ferroviari, ecco.
EDWARD
- Dal momento che sei stato così generoso ti dirò una cosa. Non
berrò al pub, ne riporterò un po’ qui. Potremo bere tutti quanti
e voi due non resterete da soli. Non ci vorrà che un attimo. È
stato un piccolo shock quel bigliettone, non è vero Albie?
(Esce)
ALBERT
- Dove hai preso q
uella banconota?
ALFRED
- È mia. Non avevi il diritto di farmelo fare.
ALBERT
- Gli hai dato un dannato bigliettone.
ALFRED
- Gliel’ho dato io?
ALBERT
- Dai un’occhiata a dov’è.
ALFRED
- È andato al pub.
ALBERT
- Intendo tienilo d’occhio e dimmi dov’è in questo momento.
(Alfred va alla porta)
***
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“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 37
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
ALFRED
- È a circa metà strada lungo lo scambio. (Ritorna da Albert)
Perché me lo hai fatto fare?
ALBERT
- Torna alla porta e dimmi dove si trova.
ALFRED
- Non era giusto.
ALBERT
- Torna lì e dimmi dov’è.
ALFRED
- Era per l’intelaiatura dei carrelli ferroviari.
ALBERT
- Dov’è adesso?
ALFRED
- È quasi vicino al cancello.
ALBERT
- Giusto.
ALFRED
- Mi ci sono voluti mesi per metterli da parte. Serviva per
l’intelaiatura dei carrelli ferroviari.
ALBERT
- Non si presupponeva che tu avessi dei risparmi, nessun soldo in
eccesso nella cassa comune. Come sei riuscito ad avere un
biglietto da cinque sterline?
ALFRED
- Te l’ho detto, l’ho risparmiato.
ALBERT
- Tuttavia da che cosa l’hai risparmiato? Ecco, non hai avuto
alcun genere di aumento, vero?
ALFRED
- No.
ALBERT
- Non hai ricevuto un bonus, o roba simile che hai omesso di
menzionare?
ALFRED
- Te l’ho detto, l’ho risparmiato.
ALBERT
- Da che cosa? Da che cosa? Da che cosa l’hai risparmiato?
ALFRED
- Dalle spese settimanali.
ALBERT
- Dalle spese settimanali? Come hai fatto? Risparmiando sugli
alimenti?
ALFRED
- No, ho comprato le stesse cose come sempre.
ALBERT
- Allora come hai fatto a risparmiare cinque sterline?
ALFRED
- Andando a quel negozio a prezzi ribassatti a Battersea.
***
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“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 38
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
ALBERT
- È così che si risparmia? Sei andato a prendere un dannato
autobus per arrivare a Battersea.
ALFRED
- Io cammino, mi alzo preso e cammino. Ci sta un lungo cammino
in quelle cinque sterline. E mi hai costretto a darle a quello lì.
ALBERT
- Non sapevo che avresti tirato fuori cinque sterline dalla tasca,
no?
ALFRED
- Hai detto tu di dargli quello che avevo.
ALBERT
- Io non sapevo che avevi cinque sterline, pensavo che gli avresti
dato dieci o undici scellini o giù di lì.
ALFRED
- Perché non glieli hai semplicemente rifiutati?
ALBERT
- Strategia, strategia.
ALFRED
- Che cosa significa, strategia?
ALBERT
- Come pianificare, sai, pianificare. Avevo bisogno che stesse via
per un po’.
ALFRED
- Perché?
ALBERT
- Ho intenzione di spostare la cassa comune.
ALFRED
- Hai intenzione di spostare la cassa comune.
ALBERT
- Ho intenzione di spostare la cassa comune.
ALFRED
- Perché?
ALBERT
- È più sicuro, più sicuro. Quel posto non è molto sicuro. Ora, ha
già lasciato lo scambio?
ALFRED
- Se n’è andato.
ALBERT
- Adesso come faccio a sapere dov’è andato?
ALFRED
- È andato al pub.
ALBERT
- Come fai a sapere che non abbia fatto dietro front per spiarci?
ALFRED
- Ha detto che andava al pub.
ALBERT
- Come facciamo a sapere che non era tutto un trucco. Per
prenderci alla sprovvista? Lo vedi, lo riesci a vedere da qualche
parte?
***
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“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 39
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
(Tutti e due guardano pieni di paura)
ALFRED
- No, se n’è andato al pub.
ALBERT
- Ho perso tempo. Non so quanto me ne rimane.
ALFRED
- Potrebbe prendere qualcosa da bere mentre è lì.
ALBERT
- Non lui, non perderà quest’occasione. Adesso tieni gli occhi
aperti per lui. Sta’ certo che non ritornerà qui a nostra insaputa.
ALFRED
- Dove hai intenzione di nascondere la cassetta?
ALBERT
- Non ho intenzione di dirtelo.
ALFRED
- Che cosa significa che non hai intenzione di dirmelo? Tre ottavi
di ciò che c’è lì dentro sono miei.
ALBERT
- Non voglio che tu lo sappia, Alfred. Nel caso che quello
iniziasse a starti addosso.
ALFRED
- Non sa neanche che ne abbiamo una.
ALBERT
- Potrebbe scoprirlo, è un astuto piccolo farabutto. Ha capito al
volo la tua situazione abbastanza in fretta.
(Albert muove un pezzo di mobilio, solleva una trappola
nel pavimento e tira fuori una piccola scatola di ferro
nera con un lucchetto inserito.)
ALBERT
- Mettiti le dita nelle orecchie.
ALFRED
- Cosa?
ALBERT
- Mettiti le dita nelle orecchie.
ALFRED
- Perché?
ALBERT
- Perché? Così che tu non senta dove la metterò.
ALFRED
- La cosa non sta andando un po’ oltre, vero?
ALBERT
- Mettiti le dita nelle orecchie e tieni d’occhio quel cancello.
Mettiti gli occhiali.
ALFRED
- Perché?
ALBERT
- Per vederlo meglio, caro mio, perché se no?
***
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“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 40
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
(Alfred rovista alla ricerca degli occhiali, se li mette.)
ALBERT
- Girati. Dita.
(Alfred sta rivolto con la schiena al pubblico. Albert
solleva la scatola e in punta di piedi va nell’altra stanza.
Lo sentiamo spostare delle cose.)
ALFRED
- Albert.
ALBERT
- Sì.
ALFRED
- Albert.
ALBERT
- Che c’è?
ALFRED
- Non riesco a sentirti.
ALBERT
- Che c’è?
ALFRED
- Non riesco a sentirti e se mi tolgo le dita dalle orecchie, saprò
dove la stai mettendo.
ALBERT
- Aspetta. Aspetta un attimo.
(Albert esce velocemente dall’altra stanza e toglie le dita
di Alfred dalle orecchie, parlando allo stesso tempo.)
ALBERT
- Che c’è?
ALFRED
- Mi hai fatto spaventare.
ALBERT
- Che c’è?
ALFRED
- Ha appena passato il cancello.
ALBERT
- Ho bisogno di un altro paio di secondi. Continua a dirmi dove si
trova. Dita!
(Alfred riassume la posizione precedente.)
ALFRED
- Sta oltrepassando quei vecchi vagoni. Adesso sta oltrepassando
il binario principale. È vicino al vecchio scambio. Svelto Albert,
è quasi arrivato. È vicino al mucchio di carbone. Albert!
(Albert entra e si siede alla scrivania)
ALFRED
- È proprio in fondo alle scale Albert. Sta salendo. È qui vicino.
***
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“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 41
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
(Alfred sta in piedi pietrificato. Edward entra portando
una bottiglia di whisky e una stecca di sigarette. Si ferma
quando vede Alfred.)
EDWARD
- Salve, salve. Che succede? Un altro dei vostri giochi?
(Alfred si gira e vede Albert, ed è furioso)
ALFRED
- Perché lo hai fatto Albert?
EDWARD
- Che succede, non volete che giochi con voi? Ah, che vergogna,
spiegatemi solo il gioco e giocherò con voi perché mi piacete.
Ah, avanti, fatemi giocare.
ALBERT
- Non è un gioco, Alfred soffre di muco nella testa. Lo fa per
pulirsi.
EDWARD
- Oh che peccato, Alfred.
ALFRED
- È solo una cosa occasionale.
EDWARD
- Non mi piace pensare che tu soffra. Sei un amico. Non vuoi
sapere perché sei un amico? Per la tua generosità, ho appena
soddisfatto due delle mie ambizioni preferite. Vedi, Albert,
avevi ragione, io ho delle ambizioni.
ALFRED
- Non c’è il resto?
EDWARD
- Non fare così Alfred. Sono entrato nel pub e gli ho detto:
“Dammi una birra e un whisky grande…”
ALFRED
- Hai preso una birra e un whisky grande?
EDWARD
- Certo che sì.
ALFRED
- Albert.
ALBERT
- Sì?
ALFRED
- Si è preso una birra e un whisky grande.
ALBERT
- Ho sentito, ho sentito.
EDWARD
- Infatti e quando mi ha fatto il conto gli ho detto: “E delle
sigarette.” E lui ha detto: “Che marca?” ed io ho detto “Che
marca avete?” e sapere quante marche di sigarette ci sono, sono
rimasto lì e lui ha dovuto spulciarle tutte. Poi quando ha finito
***
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“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 42
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
ho detto: “Prenderò quelle dorate.” Mi ha guardato e sapevo che
cosa stava pensando, stava pensando: “Per lui un pacchetto da
dieci.” L’ho lasciato camminare fino in fondo al bancone del bar
dove erano le sigarette, ritornare con un pacchetto da dieci, poi
l’ho guardato. L’ho solo guardato, allora è stato costretto a dire:
“Ne voleva venti?” Allora, io freddo come non mai, ho detto:
“Pensavo piuttosto ad una stecca.” “Una stecca” ha detto lui.
“Sì” ho detto. “Una stecca.” Solo questo. Sono stato proprio
come un dannato americano. Avreste dovuto vedere la sua
faccia. Poi quand’è tornato con la stecca, ho detto: “Questo è
davvero un buon whisky, che cos’è?” “Haig” ha detto. “Giusto”
ho detto io, “Prenderò una bottiglia di Teachers” Proprio così,
“Prenderò una bottiglia di Teachers.” Ho sempre voluto farlo.
Sempre.
ALFRED
- Quindi non c’è il resto!
EDWARD
- Ho dovuto aggiungere dieci scellini dei miei.
ALBERT
- Quelle cinque sterline verranno detratte dal tuo salario.
EDWARD
- Non essere scortese, Albert.
ALFRED
- Erano per l’intelaiatura dei vagoni, erano.
EDWARD
- Non ti preoccupare, farò in modo che tu abbia le intelaiature
dei tuoi vagoni. Ecco, fammi vedere come funziona.
ALBERT
- Sì. Beh, iniziamo con i principi della segnaletica.
EDWARD
- Io voglio che lui mi mostri il modellino.
ALBERT
- Sei qui per essere istruito come segnalatore ed è ciò che farai.
EDWARD
- Va bene, va bene, signor Acuto Segnalatore, che ore sono?
ALBERT
- Che c’entra?
EDWARD
- Che ore sono? In questo momento, che ore sono?
ALBERT
- Sono le17.45.
EDWARD
- Vedo che siete all’avanguardia. Qui l’orologio segna anche le
ventiquattro.
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“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 43
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
ALBERT
- Se non riesci a capire che cosa significa, sono le sei meno un
quarto.
EDWARD
- Sta’ solo attento vecchio mio.
ALFRED
- Sono le sei meno un quarto Edward, e allora?
EDWARD
- E allora? E allora a che ora normalmente chiudete?
ALBERT
- Alle sette e mezza.
EDWARD
- Allora io impiego il mio tempo, o no? Allora io voglio giocare
con il modellino di Alfred, è tutto a posto, vero?
ALFRED
- Non ha tutti i torti, Albert.
EDWARD
- Certo che non ho torto.
ALBERT
- Hai perfettamente ragione, è ora che te ne vada a casa. Ci
vediamo domani mattina.
EDWARD
- Ah adesso, c’è un'altra cosa a cui ho pensato. (Pausa) Ti va del
whisky Alfred?
ALFRED
- No, no, grazie lo stesso.
EDWARD
- Albert?
ALBERT
- Non bevo mai mentre sono…
EDWARD
- No, no, una saggia precauzione. Intendo qui c’è un mucchio di
spazio, non è vero?
ALFRED
- Cioè, la tua famiglia non si chiederà che cosa è ti successo?
EDWARD
- Non ho una famiglia, Alfred, non ho una famiglia.
ALBERT
- Sì, sì, è una buona idea Edward.
EDWARD
- Credi che sia una buona idea, davvero?
ALBERT
- Rende le cose meno complicate.
EDWARD
- Stai architettando qualcosa Albie, vero? Posso capire che dovrò
tenerti gli occhi addosso. Metterò qui vicino alla stufa uno dei
letti lì dentro. Oh, quella pinta mi ha sfondato. Monta i tuoi
vagoni lì sopra, Alfred. Adesso vediamo, una pinta di amaro, un
whisky grande, sii pronto tra due minuti e dieci secondi, Alfred.
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“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 44
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
(Edward va nell’altra stanza. Sentiamo la porta del bagno
che si chiude.)
ALFRED
- Ti ha dato di volta il cervello Albert.
ALBERT
- L’avevamo quasi preso adesso.
ALFRED
- Ci sono due letti. Lui ne metterà uno vicino alla stufa. Il letto
di chi ha intenzione di predere, è questo quello che mi chiedo?
ALBERT
- Ci si infilerà direttamente. Non è dannatamente furbo come
crede lui.
ALFRED
- È stato qui solo un giorno. Si è preso metà del mio stipendio,
cinque biglietti in contanti e un letto vicino alla stufa. La cosa
non lo rende esattamente uno stupido. Come faremo a tollerarlo
per sei mesi a queste condizioni?
ALBERT
- Non lo faremo.
ALFRED
- Che altro possiamo fare? Ci ha messo alle strette.
ALBERT
- Tra due settimane, lo avremo [in pugno].
ALFRED
- Come?
ALBERT
- Che cosa avremmo fatto tra due settimane?
ALFRED
- Avremmo rilevato l’intera baracca. Perché continui darti per
vinto con lui? Perché non sei inflessibile?
ALBERT
- Se possiamo resistere due settimane, se riusciamo a essere
offesi e insultati solo per quindici giorni. Quel piccolo ignorante
bastardo privo di rispetto, sarò io a metterlo alle strette.
ALFRED
- A che cosa pensi, Albert?
ALBERT
- Penso che a quel punto lui sarà coinvolto, sarà nella nostra
stessa posizione. Ed allora avrò incassato lo stipendio di due
settimane.
ALFRED
- Sì. E non sarà in grado di tornare in direzione, vero?
ALBERT
- Dovrà fare quello che gli dico io.
ALFRED
- Riprenderai le mie cinque sterline, vero?
***
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“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 45
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
ALBERT
- Farò anche di più, Alfred, farò anche di più. Tienilo sulla corda
per un po’.
(Si sente tirare lo sciacquone.)
ALFRED
- Sapevo che ci avresti tirato fuori da questa cosa, lo sapevo e
basta.
(Va al modellino con un grande gioia. Edward entra. C’è
una pausa mentre lui li guarda.)
EDWARD
- Siete stati a confabulare vero? Albert ha pensato ad un piccolo
piano vero?
ALFRED
- No, stavamo solo parando di quale letto portare qui per te.
EDWARD
- Stavate solo decidendo sulla sistemazione per la notte?
ALFRED
- Intendo dire, doveva essere decisa, no?
EDWARD
- E lasciatemi indovinare che letto prenderò.
ALFRED
- Pensavamo che il mio letto fosse il più semplice da spostare.
EDWARD
- Qual è il tuo letto?
ALFRED
- Quello vicino alla finesta.
EDWARD
- Prenderò l’altro.
ALFRED
- Quello è il letto di Albert.
EDWARD
- Ci avrei scommesso, tutto così riparato in un angolo.
ALFRED
- Non so se sia giusto.
EDWARD
- Hai perso cinque sterline, lui ha perso il letto, è abbastanza
giusto? Lui non sapeva che tu avevi cinque sterline, vero? Tu li
avresti tenuti da parte, non è vero Albert?
ALBERT
- I suoi soldi sono affari suoi.
EDWARD
- Pensavo che tu fossi il tesoriere. Adesso, chi è per un goccetto?
(Si versa del whisky in una tazza.) Alfred?
ALFRED
- Io bevo solo birra alla spina.
EDWARD
- No stanotte, no. (Costringe Alfred a prendere da bere.) Bevi.
Bevi! (Alfred beve e tossisce violentemente) Quante tazze avete?
***
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“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 46
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
ALFRED
- Solo due.
EDWARD
- Allora devi finirlo così che anche Albert possa bere. Adesso,
bevilo tutto Alfred.
ALFRED
- Gli darò metà del mio.
EDWARD
- Qui ce n’è abbastanza per tutti. (Pausa) Bevi!
(Alfred svuota la tazza. Edward la riempie per Albert.)
EDWARD
- Adesso sei fuori servizio Albert, quindi va bene, no?
ALBERT
- Io non bevo alcolici in servizio o meno.
EDWARD
- Beh, farai un’eccezione per stavolta, non è vero, piccolo Albie?
(Pausa)
ALBERT
- No.
EDWARD
- No?
ALBERT
- Il mio nome è Albert, è passato molto tempo da quando ero
piccolo [e mi chiamavano Albie] e non berrò il tuo whisky.
(Pausa)
EDWARD
- Ne rimane solo di più per Alfred e me.
ALBERT
- Neanche Alfred ne berrà dell’altro.
EDWARD
- Sai, mi ricordi mio padre. Ed io l’ho sistemato.
(Pausa. Poi Alfred tira una delle leve di segnalazione.
Edward salta, quindi vede il treno spostarsi sul
modellino.)
EDWARD
- È grandioso, Alfred, grandioso.
(Edward svuota il whisky e si versa un altro sorso.)
EDWARD
- Sì, mi ricordi il mio squallido vecchio.
ALFRED
- È entrata.
EDWARD
- Chi?
ALFRED
- La mia locomotiva.
EDWARD
- È ingegnoso, sì, è ingegnoso.
***
ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore.
Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo.
Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto.
***
“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 47
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
(Straccia l’involucro della stecca di sigaretta e apre un
pacchetto.)
EDWARD
- Ecco, Alfred, prendi una sigaretta seria.
ALFRED
- Grazie.
(Alfred prende la sigaretta, poi quando Edward non
guarda spezza il filtro…)
EDWARD
- Queste sono il formato grande, lo sai Alfred? Hai mai preso il
formato grande, prima, Alfred?
ALFRED
- Non posso dire di sì.
EDWARD
- Ci avrei scommesso. Ti insegnerò io come vivere, Alfred.
Fuoco?
(Alfred alza la sigaretta.)
EDWARD
- Che cosa hai fatto Alfred?
ALFRED
- Che intendi?
EDWARD
- Hai spezzato il filtro?
ALFRED
- Infatti.
EDWARD
- Non dovevi farlo.
ALFRED
- Non mi piacciono con il bocchino.
EDWARD
- Tutte le migliori persone le fumano con il bocchino, non lo sai?
Posso vedere che hai molto da imparare. Gettala.
ALFRED
- È uno spreco.
(Alfred mette la sigaretta attentamente sul ripiano.)
ALFRED
- Potrei averne voglia più tardi.
EDWARD
- Lui è uno che prende e mette via, eh?
ALFRED
- Sì infatti, esatto. È così.
(Edward prende la sigaretta, la lascia cadere e la spegne
sul pavimento.)
***
ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore.
Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo.
Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto.
***
“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 48
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
EDWARD
- Quei giorni sono finiti Alfred. Ecco qui, fumati questa con il
bocchino.
(Alfred la prende ed Edward l’accende)
EDWARD
- Beh, com’è, Alfred?
ALFRED
- È ah… non è male, sai. È un po’ leggera.
EDWARD
- Quello è il requisito del gusto, Alfred.
(Albert si muove verso la porta prendendo il secchiello del
carbone.)
EDWARD
- Dove vai? Non mi hai sentito? Ho detto dove vai?
(Albert lo guarda soltanto.)
ALBERT
- È l’ora del thè Alfred. (Esce.)
EDWARD
- “È l’ora del thè Alfred.” Ma lui non fa niente?
ALFRED
- Beh, va a prendere il carbone, no?
EDWARD
- Fai tutto tu da mangiare?
ALFRED
- Albert fa qualcosa qualche volta. (Inizia a preparare il thè)
EDWARD
- Perché non dividete le cose equamente?
ALFRED
- Albert ha un sacco di cose da fare. E legge parecchio. Gli piace
restare al passo con tutto.
EDWARD
- Tipo cosa?
ALFRED
- Beh, gli piace essere aggiornato sulle cose. Cioè puoi scherzare
sull’orologio di 24 ore, ma noi siamo stati i primi ad usarlo.
Albert ha ripristinato i numeri dell’orologio.
EDWARD
- Non è proprio una maratona di scoperte.
ALFRED
- All’inizio è stato molto complicato. Non riuscivo a capirlo per
niente. Intendo, ero solito dire le cinque e mezza. Era più
un’abitudine. Delle volte Albert faceva in modo di gridarmelo.
Ore 17.30, Alfred, dodici più cinque! Cioè non mi ci è voluto
molto per capire che la prime dodici erano la metà del giorno,
ma Albert se n’era subito impratichito.
***
ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore.
Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo.
Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto.
***
“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 49
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
EDWARD
- Pensi che il lui cachi zecchini2, vero?
ALFRED
- Non c’è bisogno di essere così volgari. È ingegnoso, ecco
perché è il Capo. Intendo era il solo che doveva sempre lavorare
durante le vacanze, cioè, ecco come puoi dire chi è importante,
ecco come li scelgono, sono gli uomini importanti che devono
sempre lavorare a Natale.
EDWARD
- E che mi dici di questo allora?
ALFRED
- Il modellino?
EDWARD
- Sì, il modellino. Chi lo ha costruito?
ALFRED
- Beh, sono stato io. Ti va un uovo?
EDWARD
- Andrò ad un Caffè più tardi. Intendo, è un’impresa, una cosa
come quella.
ALFRED
- Sono d’accordo che è un bel po’ di lavoro.
EDWARD
- Albert ha fatto qualcosa del genere?
ALFRED
- Albert ha cose più importanti a cui pensare.
EDWARD
- Ad esempio che cosa?
ALFRED
- I libri, i comandi per il movimento dei treni, roba del genere.
EDWARD
- Quello cos’è, il progetto del modellino?
ALFRED
- No, quello è lo scambio ferroviario di Clapham.
EDWARD
- Grande, non è vero? Suppongo che tu sappia tutto di quella
roba.
ALFRED
- No, non so niente a proposito di libri e via dicendo. E Clapham
è troppo complicato per me. Quello è il lavoro di Albert, lui sa
tutto a quel proposito.
EDWARD
- Allora non te lo ha mai insegnato?
ALFRED
- Fino ad un certo punto. Intendo un assistente semplicemente
non conosce tanto quanto un capo, no?
2
N.d.T. Libera interpretazione. Vedi pag.43 “you think the sun shines out of his arse, don’t you?”
***
ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore.
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“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 50
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
EDWARD
- Ti opprime non è vero? Ci sta mettendo un sacco di tempo per
prendere del carbone.
ALFRED
- È uscito per la sua passeggiata igienica.
EDWARD
- Per la sua che?
ALFRED
- Ogni notte fa una passeggiata per la stazione.
EDWARD
- Per farsi venire fame?
ALFRED
- Sì, esatto.
EDWARD
- Si ferma al pub per una birra prima del thè?
ALFRED
- No, non Albert.
EDWARD
- Solo per assicurarsi che tutto nella stazione abbia le coperte
rimboccate per la notte?
ALFRED
- Sì, è solo una abitudine.
EDWARD
- A che ora prende la cioccolata?
ALFRED
- Alle nove e mezza. (Edward ride) Che cosa c’è di così
divertente.
EDWARD
- Ciò che ancora voglio sapere è chi di voi due entra lì dentro?
ALFRED
- Sì, beh, stavo per spiegarti il modellino.
EDWARD
- Intendo chi di voi finge di essere Clapham?
ALFRED
- Oh quello. Beh, è solo per così dire.
EDWARD
- Lo so. Ma come lavorate? Intendo, lui parla a te o tu parli a lui?
ALFRED
- Non fa niente, non importa.
(La casseruola inizia a bruciare sulla stufa.)
ALFRED
- Adesso guarda, guarda qui. È tutta colpa tua.
(Si precupora a togliere il tegame dalla stufa.)
ALFRED
- Tutto bruciato, bruciato.
(Edward ride e si versa un altro whisky.)
EDWARD
- Perché non ti prendi un altro whisky e lasci che si prepari da
solo il suo thè?
***
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***
“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 51
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
ALFRED
- Si sarà attaccato tutto. Rovinate, le uova si saranno rovinate.
(Inizia ad asciugare la casseruola con il “Daily Mirror” di
Albert. Mentre Alfred asciuga la casseruola, Edward molto
silenziosamente si muove verso l’altra stanza.)
ALFRED
- Impazzirà, lo sai. Se c’è una cosa che odia, è una frittura
bruciata. Tutto avrà questo sapore, tutto. Anche il pane fritto.
(Il bollitore inizia a fischiare. Getta la carta sporca sul
pavimento, si precipita sul bollitore e spegne il fischio.)
ALFRED
- Va bene, va bene. Sta’ zitto. Non risci a vedere che il mio
tegame va a fuoco.
(Squilla il telefono. Alfred automaticamente risponde.)
ALFRED
- Stazione di Fulham.
EDWARD
- (Ad alta voce dall’altra stanza) Qui Waterloo.
(Il telefono viene sbattuto con forza ed Edward ritorna
ridendo a crepapelle.)
EDWARD
- Che maledetto scehrzo.
ALFRED
- Non è stato molto carino, Edward, lo sai. Non è stato molto
carino.
EDWARD
- È Albert quello che va lì dentro, non è vero?
ALFRED
- No, intendo…
EDWARD
- Lui finge di essere Clapham, non è vero, dannazione finge di
essere il capo di Clapham.
ALFRED
- Vado lì dentro anch’io. Intendo, facciamo a turno.
EDWARD
- Come lavorate, il telefono e il modellino intendo?
ALFRED
- Batterie, batterie, è tutto collegato a delle batterie.
EDWARD
- Quando Albert ritorna, faremo una piccola dimostrazione.
(Albert sale le scale.)
ALFRED
- Diventerà matto, non c’è il thé. Non dirgli che l’hai scoperto.
Guarda, ti ho dato cinque sterline, no?
***
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***
“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 52
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
EDWARD
- Esatto, Alfie, me l’hai date tu.
ALFRED
- E tu hai detto che ero un amico. Perciò non dirglielo, va bene?
EDWARD
- Va bene, amico mio, non glielo dirò. Sarà un segreto solo tra
noi due.
ALFRED
- Questo è gentile da parte tua, molto gentile da parte tua
Edward.
(Albert entra con il secchiello del carbone. Lo mette
vicino alla stufa e si siede al tavolo.)
ALFRED
- È stata una bella passeggiata, Albert?
ALBERT
- Un po’ freddo, un po’ freddo.
EDWARD
- Ti sei preso una bella birra, Albert?
ALBERT
- Il thè è pronto, Alfred?
ALFRED
- Quasi.
ALBERT
- Hai bruciato la casseruola, vero?
EDWARD
- Tu sei il tipo d’uomo che si prenderebbe una birra alla fine di
una giornata di lavoro.
ALBERT
- Ti ho detto un mucchio di volte che devi controllare quel
tegame.
EDWARD
- Io direi che tu sei un uomo mite e sgradevole.
ALBERT
- Vedo che hai pulito.
EDWARD
- L’uomo del whisky del Natale e degli anniversari.
ALBERT
- Hai visto il mio giornale, Alfred?
ALFRED
- Il tuo giornale?
ALBERT
- Il mio giornale Alfred?
EDWARD
- Ma più sicuramente quel tipo d’uomo che si fa una birra dopo il
lavoro.
ALFRED
- Che giornale compro Alfred?
ALBERT
- Il tegame è pulito. Intendo le uova non avranno quel sapore.
***
ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore.
Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo.
Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto.
***
“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 53
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
ALBERT
- Quale giornale?
ALFRED
- Il “Daily Mirror”.
ALBERT
- Di solito sono sbadato con il giornale che compro?
ALFRED
- No, non sei mai sbadato, intendo, non sei un uomo sbadato.
ALBERT
- Stamattina ho letto la pagina dello sport. Giusto?
ALFRED
- Giusto.
ALBERT
- Poi ho piegato il giornale e l’ho lasciato su quel ripiano. Giusto?
ALFRED
- Giusto.
ALBERT
- E la sera che cosa faccio?
EDWARD
- Esci per la tua passeggiata igienica e ti fai una birra.
ALBERT
- (Con grande rabbia) Voi tenere la tua maledetta boccaccia
fuori da questa cosa? Di sera che cosa faccio, Alfred?
ALFRED
- Leggi la pagina politica.
ALBERT
- Sul “Daily Mirror”. Quando prendo il thè.
ALFRED
- Con le tue uova e pancetta, esatto.
ALBERT
- E stasera? Che cosa farò stasera?
EDWARD
- Ti perderai la tua pagina politica.
ALFRED
- C’è quella di ieri, non ho ancora buttato quella di ieri.
ALBERT
- Perciò mentre prenderò il mio thé, leggerò il Daily Mirror di
ieri?
EDWARD
- No, niente affatto.
ALFRED
- Deve esserci qualcosa che ti sei perso ieri.
ALBERT
- E perché Alfred?
EDWARD
- Tu non ti leggerai il giornale di ieri perché non prenderai il thé.
ALFRED
- Perché ho rovinato il giornale di oggi.
ALBERT
- E perché hai rovinato il mio Daily Mirror?
EDWARD
- Perchè ha bruciato il tegame.
***
ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore.
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“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 54
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
ALFRED
- Ci ho pulito il tegame.
ALBERT
- E perché il tegame ha avuto bisogno di essere pulito?
EDWARD
- Perché l’ha bruciato.
ALFRED
- Perché l’ho bruciato.
ALBERT
- E perché l’hai bruciato?
EDWARD
- Perché è squillato il telefono. Drin Drin. E lui si è precipitato a
rispondere.
ALBERT
- È squillato il telefono?
ALFRED
- Stavo parlando con lui e il tegame si è bruciato, ho preso il tuo
pidocchioso Daily Mirror e ci ho pulito il tegame.
ALBERT
- Hai usato il mio Daily Mirror per pulire il tegame.
ALFRED
- Ero spaventato che le tue uova avessero quel sapore, perciò ho
afferrato la cosa più vicina. Ma che succede se ti perdi la pagina
politica per un giorno.
ALBERT
- Eri spaventato.
ALFRED
- Le tue uova avrebbero saputo di bruciato.
ALBERT
- Lo hai fatto spesso e non mi sono mai arrabbiato. Ti ho mai
rimproverato?
ALFRED
- Dovevo pulire il tegame con qualcosa.
ALBERT
- Non ti ho mai rimproverato. Ho sempre preso il giornale senza
dire una sola parola, lo prendo, e non dico una parola. Questo
posto puzza di brucaito, ma io prendo il mio Daily Mirror, lo
leggo e non dico una parola.
ALFRED
- Dovevo usare qualcosa.
ALBERT
- Ti ho mai accusato?
ALFRED
- Ho bruciato quel dannato tegame, ho usato il tuo maledetto
Daily Mirror per pulirlo, non avrai nessun dannato thè e non avrai
nessun maledetto Daily Mirror con cui goderti il tuo
stramaledetto thè…
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“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 55
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
(Edward è sgattaiolato fuori e il telefono squilla. Alfred
che ha il tegame in mano, lo sbatte sul telefono.)
ALFRED
- Zitto, maledetto signor Hargraves. Zitto, zitto. Non mi importa
se perdo la mia dannata pensione. Me ne fotto della pensione,
pensione del mio cazzo. Me ne fotto della stazione di Clapham.
Ho bruciato un fottuto tegame e ho pulito con il tuo maledetto
fottuto Daily Mirror.
(Il viso di Alfred è vicino a quello di Albert.)
ALFRED
- Hai bevuto una birra. Posso sentire l’odore. Ti sei bevuto una
dannata fottuta birra.
(Edward entra. Una lunga pausa.)
ALBERT
- Mi prenderò solo un thè.
ALFRED
- Dannazione puoi fartelo bene da solo.
(Si siede in un angolo, del tutto infelice. Dopo una pausa
Albert inizia a fare il thè da solo in modo lento.)
(Dopo un momento si chiude il sipario)
FINE ATTO I
***
ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore.
Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo.
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***
“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 56
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
ATTO II
SCENA 1
(Albert dà la sua tazza ad Alfred. Questo è il segnale per i
lavoretti della sera. Alfred prende la tazza e qualsiasi
altra cosa abbia bisogno di essere lavata, e la porta al
lavandino. Mentre Alfred lava i piatti, Albert
vigorosamente rastrella la cenere nella stufa, ci mette del
carbone fresco, e pulisce la superficie della stufa. Albert
come sempre finisce prima di Alfred. Va al suo tavolo,
sceglie un libro [Libro Verde – Regole per la segnalazione
ferroviaria e Istruzioni Generali per i Segnalatori]. Si gira
per sedersi vicino alla sua poltrona, ma ci si siede Edward.
Edward gli sorride. Prende la sedia di bambù dal suo
tavolo la mette dall’altra parte della stufa, si siede a
apre il libro.
Alfred finisce di mettere via i piatti. Va in fondo vicino al
modellino, toglie una locomotiva, solleva una lattina di
olio. Prende un vecchio giornale, aperto sul tavolo di
Albert, colloca con attenzione la locomotiva sul giornale,
si allunga per sedersi ma scopre che la sedia non c’è. Tutti
questi movimenti sono rituali. Alfred non sa che cosa
fare.)
ALFRED
- Sei seduto nella poltrona di Albert.
EDWARD
- E Albert è seduto nella tua sedia.
ALFRED
- Perché tu ti sei seduto nella sua poltrona.
EDWARD
- Allora dovremo contattare la direzione perché ci consegnino
un'altra sedia, vero?
ALFRED
- La direzione?
EDWARD
- Che ne dici Albert? Come si fa un ordine in Direzione per
un'altra sedia? Questo è il tuo settore, credo.
***
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***
“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 57
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
ALFRED
- Non è in Direzione che tu mandi richieste di questa natura.
EDWARD
- Beh, ovunque sia, vedi di mandargliela, altrimenti ad Alfred
verranno le vene varicose, come il muco in testa.
ALBERT
- Dov’è il Daily Mirror di ieri?
(Alfred si guarda intorno poi realizza che l’ha steso sul
tavolo. Questo lo confonde di nuovo e lo rattrista.)
ALBERT
- Non ti preoccupare. Leggerò “Il libro verde”.
ALFRED
- (Afferra un giornale dalla cima della pila) Qui c’è quello di
martedì.
ALBERT
- Ok, andrà bene.
EDWARD
- Non è la tua giornata, eh? Niente thè, niente poltrona e adesso
devi leggere la pagina polita dell’altro ieri.
ALBERT
- Siediti Alfred e riposati. Se hai intenzione di vivere qui Edward
faresti meglio ad iniziare a fare la tua parte.
EDWARD
- Giusto, Albert.
(Albert va nell’altra stanza. Sentiamo che chiude la porta
del bagno.)
ALFRED
- È proprio sconvolto, non va mai a letto così presto.
EDWARD
- Certo che è maledettamente sconvolto, non è mai stato
contestato prima d’ora. Dovresti tenergli testa, Alfie.
ALFRED
- Lui è il capo. Faremmo meglio a portare qui fuori il tuo letto.
EDWARD
- C’è un mucchio di tempo per quello.
ALFRED
- Albert vorrà andare a letto quando avrà finito di lavarsi.
EDWARD
- Potrebbe dover restare sveglio stanotte. Dammi i boccali. È ora
di un'altra bevuta.
ALFRED
- Non credo di voler bere, grazie lo stesso.
(Edward si alza e prende i boccali.)
EDWARD
- Quand’è stata l’ultima volta che ti sei ubriacato, Alfie?
***
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***
“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 58
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
ALFRED
- Un paio di natali fa, comprammo del vino DOC, ne comprammo
due bottiglie. Passammo davvero un bel natale quell’anno,
avevamo il pollo e due bottiglie di vino. Vedi, fu proprio una
celebrazione.
EDWARD
- Che cosa celebravate? Il Natale? (Ride per la sua battuta)
ALFRED
- No, Albert non ci crede, dice che sono tutti proprietari terrieri.
No, era per festeggiare i suoi 40 anni a Fulham.
EDWARD
- Bevi questo allora, festeggiare un'altra occasione.
ALFRED
- Quale?
EDWARD
- Il mio primo giorno a Fulham. Adesso quello che devi fare è
bere il primo tutto d’un fiato, mettitelo solo in testa, non
pensarci, direttamente giù in gola. Pronto, uno, due, via!
(Alfred lo manda giù, tossisce, gli lacrimano gli occhi.)
ALFRED
- Questa roba è terribile.
EDWARD
- (Beve un altro sorso.) Devi berne un altro molto velocemente.
ALFRED
- No. Per me basta, ti uccide maledettamente bene.
EDWARD
- Te lo dico io, devi prenderne un altro, non pensarci, buttalo
giù come hai fatto con l’altro.
(Alfred prende la tazza e beve, senza tossire.)
(Pausa)
EDWARD
- Come ti senti adesso?
ALFRED
- Riscalda, non è vero?
EDWARD
- Un po’ diverso da quel vino DOC vero?
ALFRED
- Non riesco a sentirmi i piedi.
EDWARD
- Ti mostrerò io che cosa ti sei perso. Ecco, siediti in una
comoda poltrona.
(Fa sedere Alfred nella poltrona di Albert.)
EDWARD
- Ora te ne mescolerò uno con l’acqua.
***
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***
“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 59
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
ALFRED
- Non credo che dovrei prenderne un altro, davvero Edward. Mi
sentirò proprio male, so che sarà così.
EDWARD
- No, per niente, lo berrai nel modo giusto. Dovremmo prendere
un frigo, sai che, con un frigo potremmo mettere il ghiaccio nei
bicchieri. Mi è sempre piaciuto così.
ALFRED
- Posso capire che sei nato per vivere alla grande.
EDWARD
- Hai proprio ragione Alfie. So come fare una truffa in un negozio
di oggetti a noleggio, devi solo prendere una stanza per un paio
di giorni, prendere qualcuno che firmi le carte, poi scompari con
i beni. Potresti fingerti mio padre. (Ride a crepapelle) Ti
piacerebbe essere il mio vecchio Alfred?
ALFRED
- Dovrei parlarti di una o due cosette se fossi tuo padre.
EDWARD
- Ecco potrei farlo con il mio equipaggiamento da fotografo.
Potrei prendere tutto con un pagamento rateale poi svignarmela
qui giù con la roba.
ALFRED
- Hai una vena disonesta Edward.
EDWARD
- Loro ci fanno milioni. Quelli tengono conto che le persone
scappino con la roba. Ne tengono conto per i loro guadagni.
Prendi un’altra sigaretta, Alfred. Lo faresti per me, vero?
Intendo, tu hai un lungo stato di servizio, quelli ti crederanno.
Ed io ti lascerei entrare nell’affare. È assolutamente semplice,
prendi qualche piccola pollastra e fai con loro come fa Svengali,
li ipnotizi e gli dai un nome tipo Twiggy o Shrimp o Humpledinck
o qualcosa del genere, la pollastra non è importante, lo è il
nome, capisci.
ALFRED
- Ho visto quella Twiggy, nel giornale di Albert, l’ho vista.
EDWARD
- Ho visto un film su uno di questi tizi. Noioso a morte, pieno
solo di vecchie fesserie, ma lui che vita faceva. Tutte queste
pollastre lo volevano solo perché lui le rendesse famose, capisci.
Perciò facevano qualsiasi cosa per lui, qualsiasi. Una strepitosa
pollasta nera e tutte quelle che lui aveva. Lui stava solo sdraiato
sul pavimento e scopava come un riccio. Lei faceva tutto il
lavoro.
***
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***
“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 60
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
ALFRED
- È complicata, l’arte della fotografia, è complicata.
EDWARD
- Non crederci, non è niente. Tutto ciò di cui hai bisogno è
l’attrezzatura, potrei dipingere questo posto di bianco. Ecco
tutto quello che fanno. Potremmo farlo tra di noi, tutto ciò che
dovremmo fare è firmare il modulo. E io mi prenderei cura che
quando tu vada in pensione non ti debba preoccupare di nessun
dannato dormitorio pubblico. Mi prenderei cura io della tua
vecchiaia.
ALFRED
- Non preoccuparti della mia vecchiaia, Edward. È carino da
parte tua, ma noi abbiamo già risolto tutto.
EDWARD
- Non puoi continuare a vivere qui dopo la pensione. Servirà ai
miei affari, d’altronde.
ALFRED
- Abbiamo sistemato tutto, non ti preoccupare.
EDWARD
- E con me alle tue spalle, puoi dire al vecchio Albert dove
metterselo il suo Daily Mirror.
ALFRED
- Albert è un mio amico e noi abbiamo un piano, non
preoccuparti.
EDWARD
- Un altro dei progetti di Albert, suppongo. Un’altra delle sue
idee per tenerti sottomesso e far fare a te tutto il lavoro.
ALFRED
- Qui ti sbagli. Questa era una mia idea. Ci ho pensato io. E
Albert è stato d’accordo, “Questa è proprio una buona idea
Alfred” mi ha detto. “Questa è proprio una buona idea”.
EDWARD
- Che avete intenzione di fare? Prenderti una lurida stanzetta da
qualche parte e dividerla con Albert che ti respira sul collo per
tutto il tempo?
ALFRED
- No, avremo una camera ciascuno e avremo un giardino…
EDWARD
- Non hanno più i giardini a Londra.
ALFRED
- Chi sta parlando di Londra?
EDWARD
- Oh capisco, vi ritirerete in campagna. Avete una casa in
campagna.
ALFRED
- No, non esattamente una casa, molto meglio.
***
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Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto.
***
“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 61
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
EDWARD
- Che cosa allora?
ALFRED
- Questa è una cosa tra Albert e me.
EDWARD
- Non ti fidi di me Alfred? Via, ti offro di renderti partecipe del
mio affare e tu non ti fidi di me. Questa è la dannata influenza
di Albert.
ALFRED
- Non è vero. È un piano tra Albert e me.
EDWARD
- Che cosa succederebbe al vostro piano se io andassi in
Direzione domani mattina?
ALFRED
- Non lo faresti.
EDWARD
- Perché no? Ho diviso con te il mio whisky e le mie sigarette, mi
interesso al tuo modellino e tu neanche mi dici dove hai
intenzione di andare a vivere quando andrai in pensione.
ALFRED
- Tu non sei veramente interessato al modellino?
EDWARD
- Certo che sì. Ti ho chiesto io di mostrarmi come funzionava,
no?
ALFRED
- Beh lo apprezzo Edward, ma è una cosa tra Albert e me.
EDWARD
- Non gli direi che me lo hai detto, ti giuro che non lo farei.
ALFRED
- Gli hai detto del telefono e avevi detto che non lo avresti
fatto.
EDWARD
- È solo perchè mi ha fatto arrabbiare. Ha fatto arrabbiare anche
te, vero? Perché è stato disonesto per tutti questi anni, si è
andato a bere la birra e tu non ne sapevi niente.
ALFRED
- Sono affari suoi.
EDWARD
- E ciò che mi racconti sono affari tuoi. (Pausa) Avanti Alfred.
ALFRED
- Non gli dirai che te l’ho detto?
EDWARD
- Lo giuro sul mio caro padre.
ALFRED
- A te non piaceva tuo padre.
EDWARD
- Allora sulla mia cara madre.
(Pausa mentre Alfred ci riflette.)
***
ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore.
Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo.
Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto.
***
“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 62
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
ALFRED
- Va bene allora. (Abbassa la voce) Conosci tutte quelle
diramazioni ferroviarie che corrono lungo il paese, e che sono
state chiuse?
EDWARD
- Sì.
ALFRED
- Beh, tutte avevano delle stazioni, no?
EDWARD
- Certo.
ALFRED
- Belle stazioncine di campagna circondate dal verde.
EDWARD
- E allora?
ALFRED
- Allora ce ne prenderemo una.
EDWARD
- Voi cosa?
ALFRED
- Andremo a prenderci una di quelle piccole stazioni di
campagna, la rimetteremo a posto e ci vivremo. Ecco che cosa
abbiamo intenzione di fare quando andremo in pensione.
EDWARD
- È così allora?
ALFRED
- Esatto. È ciò che faremo. Compreremo una di quelle stazioni.
EDWARD
- Cristo.
ALFRED
- Allora non mi credi?
EDWARD
- Ti credo, davvero. E Albert.
ALFRED
- Non glielo dirai?
EDWARD
- Dirgli che cosa?
ALFRED
- Ciò che ti ho appena detto.
EDWARD
- Comprare una maledetta stazione. Non ho dubbi che quando
morirete vi seppelliranno nella sala grande di Euston. Tu ed
Albert. Proprio un bel paio di pazzi isterici.
ALFRED
- È tutto organizzato. Abbiamo preparato tutto.
EDWARD
- Avete preparato tutto? I soldi in banca? Albert ha un libretto
degli assegni vero?
ALFRED
- Non sono in banca, mio brillante facchino.
***
ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore.
Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo.
Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto.
***
“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 63
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
EDWARD
- Li tenete nella calza, vero? Camminate con un duemila sterline
in un calzino e ehy, io me ne prenderei una con binari e resto.
ALFRED
- Non sono così tanti. Albert ha fatto delle indagini. Puoi
ottenerne una carina per circa mille e trecento sterline.
EDWARD
- Mille e trecento sterline non sono un problema per due tipi
come voi. Li tenete sotto il pavimento, vero? Sotto il pavimento
vero, Alfie?
ALFRED
- Intendo, stavo solo scherzando un po’. Lo faccio spesso con
Albert.
EDWARD
- Non mi dire. E Albert? Siete andati in malora o cosa? Perché
non compri la mia vecchia postazione fuori Brum, eh, Alfred?
ALFRED
- Ti stavo solo prendendo in giro. Lo faccio con Albert per tutto
il tempo.
EDWARD
- Non farlo con me, piccolo Alfie. Non mi piace che il mio
dannato tempo venga sprecato.
ALFRED
- Non avevo intenzione di fare alcun male.
(Si sente tirare lo sciacquone. Alfred si precipita alla
scrivania e inizia a lavorare sulla sua locomotiva. Le sue
mani tremano. Albert entra.)
EDWARD
- Hai mai registrato gli straordinari, Albert?
ALBERT
- Se avessimo avuto bisogno di fare degli straordinari, li
avremmo annotati.
EDWARD
- Intendo dire, tecnicamente Alfred sta ancora lavorando,
oliando la sua locomotiva in quel modo, questa è manutenzione,
tecnicamente lo è. Bada che sta contravvenendo ogni regola nel
libro dei sindacati.
ALBERT
- Se vuoi spostare quel letto faresti meglio a farlo ora.
EDWARD
- Il fatto è che con un po’ di straordinari potrei iniziare a
dedicarmi alla fotografia, come lavoro part-time.
ALBERT
- Tu verserai la quota dell’appartamento e questo è quanto.
***
ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore.
Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo.
Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto.
***
“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 64
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
EDWARD
- L’alternativa sarebbe una piccola truffa ad un negozio di
vendita a noleggio di cui Alfred ed io stavamo giusto parlando.
Ma per farlo, avremmo bisogno della firma di un rispettabile
cittadino come te.
ALBERT
- Non avrai il mio nome per metterlo in una delle tue truffe. Né
quello di Alfred.
EDWARD
- Sei troppo onesto, vero?
ALBERT
- Sai, il guaio con un truffatore e un ladro come te è che ti senti
solo se non riesci a coinvolgere qualcun altro nell’imbroglio.
EDWARD
- Chi è un ladro, vecchio mio?
ALBERT
- Tu. Oh, beh, non hai il coraggio per essere un vero e proprio
ladro, sei più il tipo che dà una botta in testa ad una vecchietta
per prenderle la pensione della sua vecchiaia.
EDWARD
- E che mi dici di te Dannato Signor Onestà? Che mi dici del
secchio di carbone che tu arraffi ogni giorno?
ALFRED
- Il carbone è fornito dalle ferrovie, è in regola.
EDWARD
- E che mi dici dello stipendio che avete ritirato per quattro anni
sotto false pretese?
ALBERT
- Quello stipendio è un nostro diritto.
EDWARD
- Se voi lavoraste sarebbe un vostro diritto, ma voi due siete in
esubero. Voi prendete quei soldi con delle false pretese.
Potreste essere messi in prigione per truffa ai danni dello Stato.
ALBERT
- Alfred, portiamo fuori di qui il letto di sua signoria.
(I due si muovono verso la porta. Edward va di fronte a
loro sbarrandogli la porta.)
EDWARD
- Non ti piace sentirtelo dire vero, perché è la maledetta verità
e tu lo sai. Tu sei un ladro molto più grande di noi.
ALBERT
- Noi divideremo l’altro letto Alfred. Uno dormirà sul materasso
e l’altro sulla rete.
***
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“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 65
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
EDWARD
- E che mi dici del fatto che vivi in una proprietà delle ferrovie
senza pagare l’affitto? Che mi dici di questi fatti maledetto
Albert dei miei stivali?
ALBERT
- Faresti meglio ad andare a dormire, ci alziamo alle sei e mezza
da queste parti. Avanti Alfred.
EDWARD
- Nessuno va da nessuna parte finchè non lo dico io.
ALBERT
- Ne ho abbastanza dei tuoi insulti insolenti per un solo giorno.
Ti ringrazio infinite.
ALFRED
- Avanti, Albert, ti preparerò la tua cioccolata.
EDWARD
- Resterà qui e berrà la sua cioccolata. Sarà socievole e parlerà
con me dell’affare delle mie foto.
ALBERT
- I tuoi stupidi piani non hanno niente a che vedere con i miei.
EDWARD
- I miei stupidi piani? Che mi dici dei tuoi maledetti stupidi
piani?
ALFRED
- Me lo hai promesso Edward.
ALBERT
- Lui ti ha promesso che cosa?
EDWARD
- Dove prendi il coraggio? Dove prendi il tuo fottuto coraggio, è
questo che io voglio sapere!
ALBERT
- Ma di che diavolo stai parlando?
EDWARD
- Sto parlando della campagna. Sto parlando di quella dannata
campagna con le mucche e i cavalli e quelle piccole maledette
stazioni ferroviarie.
ALFRED
- Lo avevi giurato su tua madre morta.
(Afferra Edward che improvvisamente e selvaggiamente lo
getta contro le leve.)
EDWARD
- Non mi piaceva neanche mia madre, Alfred.
(Albert fa un passo verso di lui. Quello afferra la bottiglia
di whisky.)
EDWARD
- Avanti, fa solo un passo avanti, vecchio.
***
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“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 66
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
ALFRED
- Sto bene, Albert. Mi dispiace, mi ha ingannato.
EDWARD
- Adesso siediti Albert e niente più commenti ostili sulla
faccenda delle mie foto. La cioccolata è pronta?
ALFRED
- Ancora non bolle
EDWARD
- Falla e dagliela.
(Edward beve. Alfred dà a Albert la sua cioccolata.)
EDWARD
- È dura non è vero Albert? Come il mio vecchio, un giorno ha
provato a picchiarmi, come aveva sempre fatto ma era un po’
invecchiato. Per ogni cinghiata che mi aveva dato nella mia vita,
io gliene diedi due quel giorno. Perciò non fare il furbo con me a
proposito dell’attrezzatura, eh?
ALBERT
- Pensi di sapere tutto, non è vero?
EDWARD
- So che avete avuto pochissime spese perché avete diversi
bigliettoni da qualche parte.
ALBERT
- Come avresti potuto capire? In tutti questi anni, non abbiamo
avuto in mano niente, niente.
EDWARD
- Adesso non fare il furbo.
ALBERT
- Il furbo? Noi non abbiano due soldi per una lapide. Lui! Lui
spende ogni centesimo che guadagnamo.
ALFRED
- Non è vero. Sono molto prudente con il denaro.
ALBERT
- Quando dormo, mi sgraffigna i soldi. Come quella banconota da
cinque sterline. E sai dove vanno tutti i soldi? In quel dannato
fottuto modellino.
ALFRED
- È una bugia Albert, è una dannata bugia.
EDWARD
- Adesso stai facendo il biricchino.
ALBERT
- Biricchino? Non ti è mai passato per la testa il motivo per cui
sto in questo posto, a giocare con i treni su un modellino? Potevo
andarmene e lasciare il mio vecchio compagno in quello stato?
EDWARD
- Quale stato?
ALBERT
- È matto. E questo costa denaro, è un pazzo furioso.
***
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“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 67
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
ALFRED
- Non è vero. Ogni settimana prendi il mio stipendio e lo metti
da parte in previsione di quella stazione.
ALBERT
- Quale dannata stazione?
ALFRED
- Quella in cui ci ritireremo in pensione.
ALBERT
- Comprare una dannata stazione. Siediti, Alfred. Non ti sembra
una cosa da matti?
EDWARD
- Che mi dici dei miei soldi allora?
ALBERT
- Se sto attento, se lo controllo in maniera costante, finchè non
andremo in pensione, non ti preoccupare, gestirò il bonus di cui
abbiamo parlato.
ALFRED
- Non spendo i soldi sul modellino e avevo risparmiato quelle
cinque sterline andando da “L’Onesto Jack” a Battersea.
ALBERT
- Un dannato spreco, ecco che cos’è stato quel modellino.
ALFRED
- Hai detto che potevamo dirigere lo scambio grazie a quel
modellino.
ALBERT
- Capisci. Non c’è uno scambio, Alfred. Vedi. L’ho detto per
assecondarlo e lui ci crede.
EDWARD
- E che mi dici del mio equipaggiamento?
ALBERT
- Te l’ho detto, ci penserò io.
ALFRED
- Io non sono pazzo.
ALBERT
- Certo che no, Alfred. Edward qui solo non capisce. Sì, credo
che sia ora che ce ne andiamo tutti a nanna. Avanti Alfred, è ora
di andare a letto.
EDWARD
- Un maldetto pazzo.
ALFRED
- Sono tutte bugie Edward.
ALBERT
- Avanti, adesso, Alfred. Domani mattina sarà tutto a posto.
ALFRED
- I soldi sono qui, sono in una scatola nera e sono nascosti qui.
EDWARD
- Una scatola nera con un teschio e le tibie crociate.
***
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“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 68
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
ALFRED
- No, una di quelle scatole di latta delle vecchie locomotive a
vapore, le usavamo per tenerci dentro i panini. L’ha spostata
mentre eri al pub. Ecco perché avevo le dita nelle orecchie, in
modo che non sentissi dove la stava mettendo.
ALBERT
- Adesso non agitarti Alfred.
EDWARD
- È matto veramente, eh?
ALBERT
- Sta bene, è inoffensivo.
ALFRED
- L’ha spostata, davvero maledizione l’ha spostata.
(Albert afferra Alfred)
ALBERT
- (In modo molto deciso.) Adesso è ora di andare a letto.
(Alfred si libera e si precipita sul proscenio)
ALFRED
- Era qui, l’ha spostata. È stata qui per anni, è stata qui. Mille e
trecento sterline e spiccioli.
(Alfred ha aperto la trappola nel pavimento dov’era la
scatola.)
EDWARD
- Tu bastardo burlone.
ALFRED
- Adesso chi è il matto?
ALBERT
- Non riuscivi a capirlo vero? Proprio non riuscivi a capirlo.
EDWARD
- Stava dicendo la dannata verità. Avete intenzione di comprare
una maledetta stazione e i soldi sono qui. Stava dicendo la
dannata verità.
ALFRED
- Non avevi il diritto di fingere che fossi matto.
ALBERT
- Dannazione ovviamente ce l’avevo fatta, ma non sei riuscito a
capirlo.
EDWARD
- Allora è qui, non è vero? Tutta nascosta da qualche parte.
Alfred, tu mi dirai dov’è, vero?
ALFRED
- È all’Ufficio Postale.
EDWARD
- Non mi piace quando mi menti.
ALFRED
- Io non sto mentendo.
***
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“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 69
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
EDWARD
- Allora dov’è il libro?
ALFRED
- Quale libro?
EDWARD
- Il libretto di risparmio delle Poste.
ALBERT
- Lascialo in pace. I nostri affari non ti riguardano.
EDWARD
- Sei orgoglioso del tuo modellino, non è vero Alfred?
ALBERT
- È ora di andare a letto Alfred!
EDWARD
- Che cosa faresti se io te lo mandassi in pezzi?
ALFRED
- Non lo faresti.
EDWARD
- Lo farò in mille pezzi.
ALFRED
- È un lavoro ingnegnoso. Sarebbe solo dannoso farlo in pezzi.
EDWARD
- Allora dimmi dove sono i soldi.
ALFRED
- Non lo so. Sono alla Posta.
EDWARD
- Credo che inizierò dalla postazione di segnalazione.
ALBERT
- Va bene, allora. Quanto vuoi?
EDWARD
- Non mi piace essere trattato da matto. Quella piccola folle
scappatella ti costerà.
ALBERT
- Non puoi biasimarmi per aver tentato.
EDWARD
- Quanto avete?
ALBERT
- Non lo so. Ma andrò alla posta domani mattina e prenderò il
saldo.
EDWARD
- Mi stai di nuovo imbrogliando. Posso capire che mi aiuterà il
mio amico Alfred.
ALFRED
- Vorrei Edward, se potessi, lo farei.
(Edward solleva una vecchia leva di metallo
segnalazione e fa per scagliarla sul modellino.)
ALFRED
di
- Non c’è bisogno di quello.
(Edward prende un sorso dalla bottoglia che ha nella mano
sinistra, poi con cura seleziona un edificio di balsa dal
***
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***
“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 70
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
modellino, solleva la leva, apre la mano e lascia che il
peso della leva faccia il danno.)
ALFRED
- Era qui in quel buco. Poi l’ha spostata quando eri al pub. Non
so dove l’abbia messa.
EDWARD
- Sei uno stupido, Alfred, ti meriti tutto quello che hai.
ALFRED
- Puoi avere la mia parte, solo non fare altri danni. Mi ci
vorranno anni per costruirne un altro.
EDWARD
- Quant’è la tua parte?
ALFRED
- I tre ottavi, i tre ottavi di qualcosa.
EDWARD
- E quanto c’è lì dentro?
ALFRED
- Mille e trecento sterline e spiccioli, ecco… sono un mucchio di
soldi, puoi calcolartelo da solo. Tre ottavi di mille e
quattrocento sterline circa.
EDWARD
- Ok Alfie. Hai appena stipulato un patto.
(Alfred si precipita al modellino e inizia a sollevare i
pezzi.)
EDWARD
- Solo, aspetta un attimo. Dove sono i soldi?
ALFRED
- Chiedilo ad Albert. Guarda, la postazione e la cisterna, cocci.
Ecco che cosa hai fatto, cocci.
EDWARD
- Allora Albert, dagli i suoi soldi.
ALBERT
- Non sono qui, sono all’Ufficio Postale.
(Edward alza la sbarra e selvaggiamente colpisce il
modellino, mancando Alfred per un pelo.)
EDWARD
- (Grida) Dagli i soldi.
ALFRED
- Dammi la mia parte, Albert.
ALBERT
- Non ci sono soldi qui. Sono all’Ufficio Postale, ti dico.
EDWARD
- Dov’è il libretto? Dov’è il libretto?
ALFRED
- Fracasserà tutto, dagli i soldi.
***
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“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 71
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
ALBERT
- Si prenderà tutto. Non vorrà prendersi solo la tua parte, si
prenderà tutto.
EDWARD
- Vedi che razza di stupido sei Alfred, prima dice che sei pazzo,
adesso permette che il tuo modellino venga fatto in mille pezzi.
I soldi sono tuoi, ma tu neache sai dove siano.
ALFRED
- Sono in quella scatola, da qualche parte.
EDWARD
- Ma dove Alfred, dove?
ALFRED
- Non lo so, ti dico.
ALBERT
- Lascia stare il suo modellino. Lui non sa dove siano.
EDWARD
- Ma tu sì, non è vero?
ALBERT
- Sì, io sì. Ma non ho intenzione di dirtelo e Fulham è una
stazione maledettamente grande.
EDWARD
- Vedi, te lo meriti che questo ingegnoso modellino vada in
pezzi, perché sei un cretino Alfred, perché sei stato imbrogliato
per tutta la vita.
ALFRED
- No Edward no.
EDWARD
- Sì, Alfred, sì, perché te lo meriti.
(Edward colpisce il modellino con una furia assoluta.
Fracassa tutto fino a non farci rimanere niente, poi getta
la sbarra sul pavimento.)
EDWARD
- Adesso maledetto signor capo segnalatore, è il tuo turno.
ALBERT
- Non caverai fuori niente da me.
EDWARD
- No? Per Giove se non ci riuscirò?
(Colpisce Albert nella sua poltrona, poi lo colpisce
ancora.)
EDWARD
- Dove sono?
ALBERT
- Non farai delle foto pornografiche con i miei soldi.
(Edward prende le due estremità della sciarpa di Albert,
le incrocia e inizia a strozzarlo.)
***
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“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 72
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
EDWARD
- Se non mi dici dove sono, ti seppellirò sotto il mucchio di
carbone vecchio mio.
ALBERT
- Mi sta strozzando, Alfred, mi sta strozzando.
EDWARD
- Certo che ti sto strozzando vecchio mio, e ti strozzerò finchè
non morirai se non mi dici dove sono i soldi.
ALBERT
- Alfred, mi ucciderà, ha intenzione di uccidermi.
EDWARD
- Dove sono, vecchio stupido bastardo?
ALBERT
- Alfred aiutami, toglimelo di dosso.
(Alfred solleva l’asta di metallo e sta in piedi dietro a
Edward.)
EDWARD
- Morirai vecchio, a che ti serviranno circa mille e quattrocento
sterline?
(Albert ha il viso paonazzo e gli occhi sporgenti.)
ALBERT
- Per amor di Dio, Alfred aiutami.
(Alfred alza la sbarra sulla sua testa.)
ALFRED
- Avevo intenzione di esporlo al Westminster Hall, prima di
andare in pensione.
(La voce di Alfred porta Edward a girare la testa, vede
Alfred con la sbarra, rabbrividisce nonostante stia ancora
strangolando Albert)
EDWARD
- No Alfred, pazzo bastardo, no.
ALFRED
- Adesso, non lo potrò portarlo mai più al Westminster Hall.
(Albert lascia cadere la sbarra sulla testa di Edward con
un ampio arco. La forza del movimento gli fa perdere
l’equilibrio e lo fa avanzare per la stanza. Edward è
caracollato vicino alla stufa. C’è un lungo silenzio, rotto
dalla lotta che fa Albert sul pavimento per rispirare.)
ALFRED
- Tu piccolo sporco bastardo predatore.
(Albert riprende a respirare, poi guarda Edward.)
***
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“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 73
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
ALBERT
- Guarda se sta bene, Alfred.
ALFRED
- Non ho intenzione di avvicinarmi a quel bastardo.
(Albert cammina a carponi verso Edward)
ALBERT
- Edward, Edward! È svenuto, Alfred, lo hai colpito troppo forte,
dannazione.
ALFRED
- Non l’ho colpito neanche abbastanza forte, dannazione.
ALBERT
- Edward! Lo sapevi, l’hai colpito troppo forte dannazione.
ALFRED
- Non l’avevo mai fatto.
ALBERT
- Sì, dannazione, lo sai.
ALFRED
- Che cosa fai, Albert?
ALBERT
- Hai vibrato quell’asta troppo forte dannazione.
ALFRED
- L’ho solo colpito per togliertelo di dosso.
ALBERT
- Tu hai vibrato quell’asta, giusto?
ALFRED
- Giusto.
ALBERT
- Sulla tua testa, giusto?
ALFRED
- Giusto.
ALBERT
- E lui è caduto, giusto?
ALFRED
- Giusto.
ALBERT
- (Debolmente) È stato troppo forte, dannazione Alfred, è stato
troppo forte, giusto?
ALFRED
- Perché Albert, perché?
ALBERT
- È morto ecco perché. Sei riuscito ad uccidere il bastardo
dannazione.
ALFRED
- Volevo solo togliertelo di dosso.
ALBERT
- Lo hai ammazzato, ecco che cosa. Gli hai fracassato la testa,
dannazione.
(C’è una lunga pausa…)
ALFRED
- È stata autodifesa, lo sai. Possiamo dirlo, è stata autodifesa.
***
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“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 74
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
ALBERT
- Dirlo a chi?
ALFRED
- Ai poliziotti, gli dirai che è stata autodifesa.
(C’è una lunga pausa…)
(Poi Albert si mette in piedi.)
ALBERT
- Dovremo risolvere questa storia.
ALFRED
- Era perché ti avrebbe ucciso. Possiamo dirglielo.
(Albert rimette a posto le due sedie, lontane dal corpo.
Poi aiuta Alfred gentilmente ad alzarsi e lo fa mettere
seduto.)
ALBERT
- Qui non siamo in una buona posizione, Alfred.
ALFRED
- Potresti dirgli che ero impazzito, come hai detto prima.
ALBERT
- Non possiamo andare alla polizia Alfred. Dobbiamo trovare una
soluzione per questo dilemma, tra di noi.
ALFRED
- Potremmo gettarlo nel fiume.
ALBERT
- No Alfred. Abbiamo bisogno di tempo per pensare.
ALFRED
- Se lo avessero mandato tra alcuni mesi, noi non saremmo stati
qui, saremmo stati in campagna.
ALBERT
- Dobbiamo risolvere questa cosa.
ALFRED
- Non avevo intenzione di ammazzare quello sporco bastardo,
giusto Albert?
ALBERT
- Giusto.
(Entrambi si siedono. Le luci si spengono quasi
completamente in modo che possiamo appena vedere le
loro sagome. Poi le luci si cambiano in mattina presto.)
***
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“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 75
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
ATTO II
SCENA 2
(Tutto è come alla fine dell’ultima scena, tranne che
siamo alle sei e mezza della mattina successiva. Alfred è
mezzo assopito sulla sua sedia. Albert tira fuori il suo
orologio, lo studia a lungo, poi ovviamente prende una
decisione.)
ALBERT
- Alfred, Alfred, svegliati.
(Si piega in avanti e scuote Alfred per una gamba. C’è una
curiosa familiarità e gentilezza in quest’azione.)
ALFRED
- Sono un pezzo di marmo, ma fa dannatamente freddo.
ALBERT
- La stufa si è spenta.
ALFRED
- Non ho mai avuto così freddo in tutti questi anni dannazione.
ALBERT
- Ho risolto che cosa dobbiamo fare.
ALFRED
- Vuoi la colazione allora, vero?
ALBERT
- Svegliati Alfred, dobbiamo parlare.
ALFRED
- Di che?
(Muove la sedia che porta Edward sotto i suoi occhi.
Pausa…)
ALFRED
- È diventato tutto blu.
ALBERT
- Qual è la cosa più importante che dobbiamo fare?
ALFRED
- Ed è diventato tutto rigido.
ALBERT
- Prestami attenzione Alfred.
ALFRED
- Adesso non sembra così cattivo dannazione, vero? Vuoi fare
colazione?
ALBERT
- Non ti preoccupare di quella maledetta colazione.
ALFRED
- Che cosa faremo, Albert?
***
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“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 76
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
ALBERT
- Sto cercando di dirtelo.
ALFRED
- Non impiccano più le persone, vero?
ALBERT
- No.
ALFRED
- Non eri così entusiasta quando cambiarono la legge. Dicevi che
le persone che avevano fatto roba simile, sarebbero dovute
andare sulla forca.
ALBERT
- Qual è la cosa più importante che dobbiamo fare?
ALFRED
- Dobbiamo fare qualcosa per lui.
ALBERT
- Giusto. Allora cosa?
ALFRED
- Dovremmo pulire questo maledetto posto. Riaccendere la stufa
o moriremo di freddo, dannazione.
ALBERT
- Giusto, è così. Esatto. Dobbiamo solo far passare alcuni mesi,
giusto?
ALFRED
- Giusto.
ALBERT
- Quindi potremo comprare quella stazione su cui abbiamo messo
gli occhi. Giusto?
ALFRED
- Giusto.
ALBERT
- Perciò la cosa importante è continuare a lavorare, giusto?
ALFRED
- Giusto Albert. Giusto.
ALBERT
- E come farlo? Tornando a lavorare come abbiamo fatto prima.
Giusto?
ALFRED
- Non possiamo.
ALBERT
- Sì che possiamo. Sono solo le sei e mezza, è proprio come al
solito, è appena passata mezzora. Faremo le stesse cose di
sempre.
ALFRED
- E lui?
ALBERT
- Lo sposteremo.
ALFRED
- Dove?
***
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“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 77
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
ALBERT
- Lo metteremo lì per il tempo restante. Poi quando avrò avuto
tempo per pensare e farà buio o roba simile, ci sbarazzeremo di
lui.
ALFRED
- Lo gettiamo nel fiume?
ALBERT
- No, riaffiorerebbe con la marea. Dovrò pensare a qualcos’altro.
ALFRED
- Che mi dici della Direzione? Potrebbero indagare.
ALBERT
- Perché dovrebbero? Venerdì andrai lì come al solito e ritirerai
anche i suoi soldi. Adesso, avanti, dobbiamo spostarlo.
ALFRED
- Non posso toccarlo, davvero, non posso.
ALBERT
- Gli metterò addosso un lenzuolo.
(Albert fa un tremendo sforzo per controllarsi. Anche lui è
spaventato dal cadavere. Solleva uno dei lenzuoli e lo
getta sul corpo.)
ALBERT
- Tu prendigli le gambe.
(Lui solleva Edward dalle spalle)
ALFRED
- Sono piegate.
ALBERT
- Prendi quelle dannate gambe quando te le dico io.
(Alfred solleva le gambe. Barcollano per alcuni passi, poi
Alfred perde la sua presa e lascua cadere il corpo.)
ALFRED
- Oh Cristo.
ALBERT
- Tiralo su.
ALFRED
- È troppo pesante.
ALBERT
- È un peso morto, ecco perché.
ALFRED
- (Ridacchia) Una delle tue battute, sì.
ALBERT
- Cosa?
ALFRED
- Peso morto. Questa è buona.
ALBERT
- (Ridacchia) Prendigli le gambe, dai.
(Borbottando e ridacchiando, si spostano verso la porta.)
***
ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore.
Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo.
Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto.
***
“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 78
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
ALFRED
- “Peso morto”, questa sì che è buona!
(Alfred sale sul margine posteriore del lenzuolo e mentre
procedono, il lenzuolo cade. Edward sta fissando
direttamente Alfred che si ferma bruscamente. Albert
guarda dietro di sé per vedere dove sta andando. Fa un
altro passo all’indietro, ma Alfred è saldamente ancorato
sui suoi piedi. Albert lascia cadere le spalle e barcolla
indietro, cade sul pavimento. Alfred sta guardando,
impietrito, il volto di Edward, mentre ancora lo tiene per
i piedi. Albert è costretto a guardare la testa.)
ALBERT
- Mio Dio, certamente lo hai ucciso.
ALFRED
- Albert, non sembra morto.
ALBERT
- È morto davvero, morto stecchito.
ALFRED
- Mi sta guardando, coprigli la faccia, Albert.
(Albert a gattoni recupera il lenzuolo. Il piede di Alfred è
ancora sopra. Albert tira il lenzuolo.)
ALBERT
- Alza il piede. Alza il piede, dannazione.
(Alfred solleva il piede come se fosse paralizzato.)
ALBERT
- L’altro, l’altro piede, dannazione.
(Dà uno strappo netto al lenzuolo da sotto il piede di
Alfred, cosa che fa cadere Alfred, il quale ancora tiene
Edward per le gambe. Albert ancora carponi, getta il
lenzuolo su Edward quindi lo prende per le braccia.)
ALBERT
- Adesso, avanti, solleviamolo.
ALFRED
- Non posso.
(Le mani di Alfred sono talmente paralizzate, che continia
a far cadere i piedi.)
ALBERT
- Metti i suoi piedi sotto le tue braccia. Va bene.
(Spingono tirano e mezzo sollevano il corpo nell’altra
stanza. Borbottano e respirano pesantemente.)
***
ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore.
Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo.
Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto.
***
“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 79
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
ALBERT
- (f.c.) Qui, mettilo qui, dov’era il letto.
(Barcollano contro qualcosa che si rompe.)
ALBERT
- (f.c.) Lascia andare i suoi piedi, lasciagli i piedi, dannazione.
(C’è un altro pezzo in frantumi mentre Alfred lascia i
piedi. Ritornano nell’altra stanza. Albert chiude la porta,
rimangono per un attimo a riprendere fiato. Alfred guarda
le rovine del modellino.)
ALFRED
- Veramente ha fatto fuori il mio modellino.
ALBERT
- Potrai sistemarlo di nuovo.
ALFRED
- Mai, mi ci sono voluti anni per farlo, anni di un ingegnoso
lavoro.
ALBERT
- (Guarda il suo orologio). È meno un quarto, siamo in ritardo
solo di alcuni minuti.
ALFRED
- Ha rotto tutto ciò che aveva davanti. Avresti dovuto fermarlo.
ALBERT
- Giusto, fai i panini.
ALFRED
- Cosa?
ALBERT
- Preparai quei dannati panini come fai sempre. Dobbiamo fare
come al solito.
ALFRED
- Giusto i panini. Come li vuoi?
ALBERT
- Come ti pare, non importa.
ALFRED
- Formaggio, ho del formaggio.
(Prende un pacchetto di sottilette.)
ALBERT
- Andrà benone.
(Alfred inizia ad aprire la confezione.)
ALBERT
- Le mani, dannazione lavati le mani. Non essere così
maledettamente antigienico. E sbrigati, sbrigati.
(Alfred si lava senza sapone, solo con uno schizzo d’acqua,
poi si alliscia i capelli con le mani umude, Alfred ha
appena messo la sottiletta nel pane secco.)
***
ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore.
Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo.
Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto.
***
“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 80
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
ALFRED
- Ce n’è solo una ciascuno.
ALBERT
- Andrà bene. Andrà bene. Incartalo.
(Alfred strappa a metà la confezione del pane, incarta un
panino per fetta. Prima che abbia finito, Albert ne afferra
uno e se lo mette nella tasca del cappotto.)
ALBERT
- Avanti, avanti, siamo in ritardo.
(Spinge Alfred nel suo cappotto, ficca l’altro panino nella
tasca e praticamente lo spinge fuori della porta, togliendo
il lucchetto e la catena dal suo chiodo. Sentiamo lo stesso
rumore che abbiamo sentito all’inizio dell’ATTO 1, in cui
Albert chiudeva la porta con la catena.
C’è un lungo silenzio…
Poi il rumore di qualcuno che sale le scale e apre la
serratura della porta. Albert entra. In modo ben riuscito
ripete i gesti che abbiamo visto all’inizio dell’ATTO 1,
finchè arriva alla stufa con il secchiello del carbone.
Riempie la stufa in modo più rumoroso e molto più
velocemente del solito e raggiunge la porta con evidente
sollievo. Fin dall’inizio, entrambi evitano di guardare
verso la porta dell’altra stanza. Albert sta in piedi, il
secchiello del carbone in mano, accanto alla stufa.)
ALBERT
- ‘Giorno Alfred.
ALFRED
- ‘Giorno Albert.
ALBERT
- La stufa si è spenta.
ALFRED
- Eh?
ALBERT
- Hai degli sterpi per accenderla?
(Alfred ancora con addosso il cappotto afferra alcuni
sterpi dalla scatola e si precipita alla stufa. Albert si
sforza, e soprattutto riesce a fare ogni cosa nel suo solito
modo lento.)
***
ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore.
Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo.
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***
“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 81
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
ALBERT
- Non c’è motivo di andare di corsa, sei in ritardo solo di un paio
di minuti. Hai firmato?
ALFRED
- Non ancora.
ALBERT
- Allora firma.
(Alfred va al libro.)
ALBERT
- Firma per tempo, per una volta chiuderemo un occhio.
(Albert inizia a rastrellare nella stufa.)
ALFRED
- Fa dannatamente freddo stamattina.
ALBERT
- Sì.
ALFRED
- La mattina più fredda che abbiamo avuto da parecchio tempo.
ALBERT
- Sì.
ALFRED
- La mattina più fredda che abbiamo mai avuto, direi. Non mi
sorprenderebbe se il fiume ghiacciasse.
ALBERT
- Da quanto tempo siamo qui, Alfred?
ALFRED
- Dove?
ALBERT
- Qui a Fulham.
ALFRED
- Oh parecchio.
ALBERT
- Più di quarant’anni, giusto?
ALFRED
- Giusto.
ALBERT
- E quante volte hai visto il fiume ghiacciato?
ALFRED
- Beh, non esattamente ghiacciato.
ALBERT
- È il flusso, il riflusso e il flusso del fiume che lo previene.
L’acqua si muove troppo velocemente perchè il ghiaccio si
solidifichi.
ALFRED
- Beh, non mi sorprenderebbe se oggi ghiacciasse.
(Albert mette un fiammifero nella stufa. Alfred si
muove.)
ALFRED
- È una possibilità, una dannata possibilità, ecco.
***
ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore.
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***
“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 82
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
ALBERT
- Non hai nessun lavoro da fare?
ALFRED
- Sì, Albert, mi sto solo riscaldando un pochino.
(Automaticamente si muove verso la porta.)
ALBERT
- E togliti quel dannato cappotto.
(Alfred si ferma costernato di fronte alla porta. Albert si
riscalda le mani al fuoco, anche lui si è dimenticato e sta
aspettando che il telefono suoni.)
ALFRED
- Non va bene, Albert.
ALBERT
- Che cosa?
ALFRED
- Non entrerò lì dentro.
ALBERT
- Avremmo dovuto portare fuori il telefono.
ALFRED
- Non va bene, senza il telefono non possiamo lavorare. Come
facciamo a sapere che cosa c’è in arrivo?
ALBERT
- Dovremo pensare a qualcosa.
ALFRED
- Sarà tutto a posto, quando ti sarai sbarazzato di lui, sarà tutto
a posto. Ma adesso non va bene. Che cosa faremo Albert?
ALBERT
- Penseremo a qualcosa, come abbiamo fatto prima.
ALFRED
- Non possiamo, non funzionerà.
ALBERT
- Dannazione dovremo fare un buon lavoro, ci sono un mucchio
di cose da fare. Guarda solo questa postazione, dannazione mi
fa vergognare il solo guardarla, va bene per un dannato porco,
ecco tutto.
(Alfred si toglie il cappotto e lo appende.)
ALFRED
- Tutto ciò che intendo io è, a che pro? Se non abbiamo i treni a
che serve?
ALBERT
- Avremo i treni.
ALFRED
- Come?
ALBERT
- Dovremo fare tutto da qui, ecco tutto. Dovremo usare la nostra
immaginazione ecco che cosa.
***
ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore.
Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo.
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***
“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 83
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
(Si siede al suo tavolo con le spalle ad Alfred.)
ALFRED
- Fare tutto da qui?
ALBERT
- Sì. Quell’angolo dove sei tu, quello è Clapham.
ALBERT
- Che cosa faccio?
ALFRED
- Lo stesso come al solito, chiedi di far entrare il treno.
ALBERT
- Intendo come faccio a telefonarti, come fai a sapere che sono
in linea?
ALFRED
- Usa la tua immaginazione.
(Pausa…)
ALFRED
- Drin, drin. (In modo molto esitante)
(Pausa…)
ALFRED
- Drin, Drin. (Più coraggiosamente)
ALBERT
- Qui Fulham.
ALFRED
- Qui Clapham.
(Pausa…)
ALBERT
- Sì, beh, che c’è? Sei tu Charley?
ALFRED
- Sì, sì. Intendo sono Charley.
ALBERT
- Che cosa hai per noi oggi Charley?
ALFRED
- Oh, quei vagoni vuoti di carbone.
ALBERT
- Sono usciti ieri.
ALFRED
- Beh, oggi li riavrete indietro.
ALBERT
- Avanti, Charley torna in te.
ALFRED
- Il modellino è tutto in pezzi, quel dannato modellino è in
pezzi.
ALBERT
- Abbiamo avuto un piccolo incidente.
ALFRED
- È stata una distruzione deliberata.
***
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***
“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 84
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
ALBERT
- Avanti Alfred, dannazione chiedi il permesso di far entrare il
treno.
ALFRED
- (Abbandona la posa e viene avanti) Non ci riesco Albert, è
tutto diverso quando posso vederti.
ALBERT
- Deve essere fatto, Albert, dobbiamo continuare.
ALFRED
- Non ci riesco.
ALBERT
- Hai bisogno di una scossa. Siediti. Adesso scrivi ciò che ti dico
nel libro dell’accettazione. Giusto?
ALFRED
- Giusto.
(Alfred si siede, Albert va dove era Alfred, finge la
“telefonata” con grande convinzione.)
ALBERT
- (molto secco e brusco) Drin, drin, drin drin.
ALFRED
- (Solleva il telefono.) Pronto?
ALBERT
- Qui Hargreaves. Chi parla?
ALFRED
- Alfred.
ALBERT
- Quante volte le ho detto che deve rispondere con il nome dello
scambio o della stazione?
ALFRED
- Qui Fulham.
ALBERT
- Mi passi il suo capo.
ALFRED
- Ah, non è qui, si sta lava… non è qui.
ALBERT
- Giornata impegnata
dell’accettazione?
ALFRED
- Sì, signor Hargreaves.
ALBERT
- Ha pronta la penna?
ALFRED
- No, ma ho il dito pronto sull’inchiostro. (Ridacchia)
ALBERT
- Un’altra cosa simile e le farò rapporto. Ho quindici treni per
voi, stamattina.
ALFRED
- Quindici, sono parecchi.
per
voi
altri,
è
pronto
il
libro
***
ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore.
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***
“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 85
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
ALBERT
- Di più oggi pomeriggio.
ALFRED
- Non abbiamo avuto quindici treni in una mattina per anni.
ALBERT
- Fulham ridiventerà pienamente operativa. La direzione ha
realizzato quale errore sia stato lasciarla cadere in rovina,
quello scambio dovrebbe essere il fulcro del paese, sarà due
volte più trafficata di Clapham.
ALFRED
- Tieni giù le zampe.
ALBERT
- Che cosa?
ALFRED
- Ho detto tieni giù le zampe signor Hargraves.
(Albert abbandona la farsa ed avanza.)
ALBERT
- No, no. Non puoi parlargli in quel modo, ti licenzierebbe.
ALFRED
- Non mi importa. Perché non prendiamo i soldi e ce ne andiamo
adesso?
ALBERT
- Non possiamo. Se inizi a non farti vivo il venerdì, quelli
inizieranno a farsi domande e verranno qui per investigare.
ALFRED
- Non mi sento bene con quello di là, ecco tutto.
ALBERT
- È solo per oggi. Lo sposteremo stanotte e lo seppelliremo sotto
il carbone o da qualche altra parte.
ALFRED
- Comunque, come potremo chiedere di far entrare un treno, il
modellino è tutto distrutto.
ALBERT
- Dovrai sistemarlo.
ALFRED
- Come se nulla fosse, tu non hai idea di quanto sia complicato.
Tu ci ridi, ma mi piacerebbe vedere te costruirne uno.
ALBERT
- Lo so che è difficile, lo so, ma dobbiamo tentare.
ALFRED
- Non può essere fatto.
(Pausa…)
ALBERT
- I codici di segnalazione acustica.
ALFRED
- Cosa?
(Albert eccitato va al blocco)
***
ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore.
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***
“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 86
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
ALBERT
- Possiamo usare i codici di segnalazione acustica.
(Trasmette un segnale.)
ALFRED
- Non so come si fa.
ALBERT
- Certo che sì, è facilissimo.
ALFRED
- Non me lo hai mai fatto vedere. Avevi sempre intenzione di
farlo, ma non lo hai mai fatto.
ALBERT
- È semplicissimo, te lo farò vedere adesso.
(Trasmette un segnale.)
ALBERT
- Un treno esce nella direzione giusta.
(Un altro segnale.)
ALBERT
- Un treno esce nella direzione sbagliata.
(Un altro segnale.)
ALBERT
- Ostruzione, pericolo.
immediatamente.
Vedi,
lo
si
impara
a
memoria
ALFRED
- È troppo tardi, sono troppo vecchio. Non hai voluto dirmelo
prima e adesso sono io a non volerlo sapere.
ALBERT
- Va bene, comunque è ora della pausa per il thé.
ALFRED
- Non mi hai mai neanche spiegato la piantina di Clapham.
ALBERT
- Non ce n’era bisogno. È esattamente la stessa di Fulham, solo
più grande.
ALFRED
- Ci sono un mucchio di cose che non mi hai mai mostrato.
ALBERT
- Prenderemo il thè e poi cominceremo con i codici.
ALFRED
- Non voglio alcun thè.
(Pausa…)
ALBERT
- Via, guarda Alfred, lo so che sei sconvolto. È stata una cosa
orribile quella che è successa ed è inevitabile che ti renda triste,
ma non ti preoccupare, penserò a qualcosa.
ALFRED
- Non sei tu quello che gli ha fracassato la testa.
***
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***
“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 87
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
ALBERT
- Lo so, ma è stata legittima difesa, come hai detto tu.
ALFRED
- Te lo avrebbe fatto lui se non gli avessi fracassato la testa.
ALBERT
- È questo il punto, no? È proprio questo il punto.
ALFRED
- Il punto è che l’ho fatto io a lui.
ALBERT
- Guardala in questo modo, Alfred, quando eravamo in trincea,
abbiamo dovuto uccidere degli uomini, no? Giusto?
(Pausa… nessuna risposta.)
ALBERT
- Intendo, se uno di quei tedeschi fosse stato sul punto di
uccidermi tu avresti ucciso lui e viceversa. Giusto?
ALFRED
- Non ho mai ucciso nessun tedesco.
ALBERT
- Certo che sì, siamo stati cinque mesi in trincea, combattendo
notte e giorno.
ALFRED
- Non ho mai ucciso un solo dannato tedesco.
ALBERT
- Che mi dici di tutte quelle volte che ne abbiamo combinate
delle grosse. Tutte quelle cariche nella “terra di nessuno”? Mi
ricordo che tu gridavi e sparavi.
ALFRED
- Di solito sparavo in aria.
ALBERT
- Cosa?
ALFRED
- Di solito puntavo quel dannato fucile per aria dannazione prima
di tirare il grilletto.
ALBERT
- E che mi dici di quel giorno quando ci trovammo in quella
straordinaria battaglia corpo a corpo? Sei stato così duro da
essere l’ultimo a tornare.
ALFRED
- Sono stato l’ultimo a tornare perché mi ero steso in uno di quei
crateri delle granate e non sapevo che la battaglia fosse finita.
ALBERT
- Tu cosa?
ALFRED
- Mi sono steso in uno di quei crateri con tutti cadaveri e ho finto
di essere stato ammazzato.
***
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“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 88
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
ALBERT
- Ma durante la seconda guerra mondiale di solito dicevi ai
giovani apprendisti tutto su come combattere corpo a corpo con
quei dannati tedeschi.
ALFRED
- Non era vero.
ALBERT
- Ma eri solito dirglielo in continuazione.
ALFRED
- Tutte dannate bugie, dovevo dirgli qualcosa. Tu gli dicevi
sempre di quel grosso tedesco che avevi colpito. “Dritto nello
stomaco, dritto nello stomaco” dicevi. “Grosso come una casa di
mattoni di merda.” Dicevi.
ALBERT
- Beh, lui era così.
ALFRED
- Perciò io dovevo dirgli qualcosa. Non potevo dire loro che
puntavo il fucile in aria, no?
ALBERT
- Perciò non hai mai ucciso nessuno?
ALFRED
- No.
ALBERT
- Ti sei steso in una dannata buca delle granate?
ALFRED
- (Con un sorriso ed una leggera soddisfazione) Ma l’ho fatto
adesso.
ALBERT
- Hai fatto che cosa?
ALFRED
- Ho fatto fuori qualcuno. E non è così male vero?
ALBERT
- Adesso aspetta un attimo Alfred.
ALFRED
- Ti avrebbe strozzato fino a farti morire con la tua stessa
maledetta sciarpa se non gli avessi spaccato la testa.
ALBERT
- Tu sei sconvolto, Alfred.
ALFRED
- Ti avrebbe fatto fuori dannazione se non fosse stato per me.
ALBERT
- Hai dovuto fare una cosa orribile, e ti ha scioccato ecco tutto,
sei un uno stato di shock a scoppio ritardato.
ALFRED
- Ha fracassato il mio dannato modellino, perciò io ho fracassato
lui.
***
ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore.
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***
“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 89
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
ALBERT
- È una brutta cosa Alfred, non devi parlarne in quel modo, al di
fuori di me, non ne devi parlare.
ALFRED
- Dì a quel dannato signor Hargraves di fare attenzione, o
spaccherò la testa anche a lui.
ALBERT
- Questo è abbastanza, Alfred. Ti sporcherai la fedina penale
una volta di troppo.
ALFRED
- È lui che ha cominciato.
ALBERT
- La questione è chiusa.
(Silenzio)
ALFRED
- Allora che cosa si fa?
ALBERT
- Non hai ancora fatto gli ottoni.
ALFRED
- Avevo intenzione di farli tra un minuto.
ALBERT
- Falli e subito. Seconda cosa: li farai ogni altro giorno. Ecco
come inizia la negligenza.
ALFRED
- E che cosa hai intenzione di fare tu?
(Albert lo guarda appena. Si domina)
ALFRED
- Scusa Albert.
(Prende la scatola di ottone e inizia a pulire gli ottoni e le
manopole delle leve. Albert si siede al suo tavolo.)
ALBERT
- Ci sono parecchie carte da rimettere in pari, lo sai.
ALFRED
- Non so come fai a non perdere il filo, Albert. Tutti quei
duplicati e triplicati. Quello, la postazione e il resto.
ALBERT
- È solo una questione di fare le cose quando devono essere
fatte, nel loro ordine, per così dire. Non permettersi mai di
restare indietro.
ALFRED
- Di te non l’ho mai saputo. Rimanere indietro, dico.
ALBERT
- Può succedere anche ai migliori. Intendo prendi un giorno
come ieri. Giusto?
ALFRED
- Giusto.
***
ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore.
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***
“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 90
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
ALBERT
- Non ho registrato una sola solitaria entrata nei libri. Giusto?
ALFRED
- Giusto.
ALBERT
- Ora, se oggi fossi particolarmente impegnato sarei in un mare
di guai.
ALFRED
- Giusto.
ALBERT
- Tutto per un giorno di negligenza. Ecco come ti sale poco a
poco.
ALFRED
- Ora, ieri non è stata colpa tua, Albert.
ALBERT
- Io sono al comando, giusto?
ALFRED
- Giusto.
ALBERT
- Perciò ciò che succede nella postazione è sotto la mia
responsabilità. Giusto? Intendo fa parte della responsabilità che
viene dalla posizione. È proprio come ti dicevo solo ieri, fa parte
del dilemma del signor Hargraves.
ALFRED
- Ma non potevi sapere che stavano mandando Ed…. lui, qui.
(Leggera pausa.)
ALBERT
- Mi sarei dovuto premunire. Devo accettare di aver sbagliato.
ALFRED
- Un uomo che non ha mai sbagliato non ha fatto niente.
ALBERT
- C’è parecchia verità in quello che dici Alfred, parecchia
saggezza. Beh, è ora per la mia lettura mattut…
(Si alza in piedi, fa per dirigersi alla porta, si ricorda e si
ferma.)
(Pausa.)
ALFRED
- Credi che si sia già irrigidito?
ALBERT
- Il corso della natura, Alfred.
ALFRED
- Intendo se si sia irrigidito in quella posizione, sarà difficile da
seppellire. Dovremo portarlo fuori in un modo o nell’altro.
ALBERT
- Hai già finito gli ottoni?
***
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***
“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 91
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
ALFRED
- Dovremo scavare dannazione una grande buca per quello,
seduto in quel modo. E dannazione nel buio e il resto. Il terreno
sarà ghiacciato, duro come il ferro.
ALBERT
- Potrebbe esserci un disgelo, fare un po’ più caldo.
ALFRED
- Una volta ho sentito che rompevano braccia e gambe per
metterli nelle casse delle volte. Non mi picerebbe doverlo fare.
ALBERT
- Non entrerà in nessun dannata cassa.
ALFRED
- Non c’è bisogno di gridare.
ALBERT
- Chi sta gridando?
ALFRED
- Tu, abbastanza forte da svegliare un morto.
(Ascoltano per un momento.)
ALBERT
- È solo un modo di dire.
(Pausa)
ALBERT
- Se solo avessi guardato in quella dannata buca delle lettere.
ALFRED
- Cosa che non gli avrebbe impedito di venire.
ALBERT
- Avremmo avuto qualche giorno per pensarci. Questo è il punto.
Giusto. Te ne vai sempre in giro come se non ti dessi abbastanza
responsabilità.
ALFRED
- Non mi hai mai insegnato i codici di segnalazione acustica.
Quarant’anni e non mi hai mai insegnato i codici di segnalazione
acustica.
ALBERT
- Un solo lavoro con un po’ di responsabilità, guardare solo nella
buca delle lettere. Ma non sei riuscito a gestire neanche quello.
ALFRED
- Ci saresti tu lì dentro ad irrigidirti se non fosse stato per me.
ALBERT
- Non saresti riuscito a imparare i codici di segnalazione acustica
[neanche] se ne avessi avuto voglia.
ALFRED
- Morto e sepolto sotto il mucchio di carbone.
ALBERT
- Un mucchio di cose avresti potuto imparare ma hai lasciato
tutto a me.
***
ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore.
Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo.
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***
“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 92
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
ALFRED
- “Ti strangolerò fino alla morte e ti seppellirò sotto il cumulo di
carbone” ecco che cosa diceva. “Ti seppellirò sotto il cumulo di
carbone.”
ALBERT
- Ho sempre portato io il carico del lavoro in questa postazione.
ALFRED
- Ed io sarei potuto restare lì e non fare niente, solo restare lì.
Dove saresti tu allora?
ALBERT
- E chi gli ha detto che avevamo del denaro? Chi non è riuscito a
tenere la bocca chiusa?
ALFRED
- Chi gli ha permesso di fracassare il mio modellino, chi è
rimasto semplicemente lì e non ha fatto niente?
ALBERT
- Aveva la sbarra, non è vero? Aveva la sbarra?
ALFRED
- Ti avevo detto di dargli i soldi.
ALBERT
- Ancora non capisci, vero? Si sarebbe preso tutto.
ALFRED
- Quando è arrivato la prima volta, tu volevi lasciarlo tornare in
Direzione ma sono stato io quello che lo ha fermato.
ALBERT
- Lo avevamo quasi in pugno ma tu non sei riuscito ad capirmi al
volo, no? Solo non sei riuscito capirmi al volo.
ALFRED
- Tu gli hai lasciato fracassare il modellino poi hai finto che io
fossi pazzo.
ALBERT
- Era uno stratagemma. Giusto?
ALFRED
- Un che?
ALBERT
- Uno stratagemma, un trucco. Giusto?
ALFRED
- Giusto.
ALBERT
- In modo che non sapesse che avevamo dei soldi. Giusto?
ALFRED
- Giusto.
ALBERT
- Ma tu non sei riuscito a capirmi al volo. Giusto?
ALFRED
- Giusto.
ALBERT
- Se tu mi avessi capito al volo, lui non avrebbe fracassato il
modellino. Giusto?
***
ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore.
Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo.
Non è consentita alcuna messa in scena senza il consenso scritto (autorizzazione) da parte degli aventi diritto.
***
“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 93
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
ALFRED
- Giusto.
ALBERT
- E tu non avresti dovuto fracassargli la testa. Giusto?
ALFRED
- Lui lo avrebbe fatto a te.
ALBERT
- La particolare circostanza e la situazione non ti ha fatto
sorgere niente, vero, innanzitutto non ti ha aperto uno spiraglio
in quel grosso ciambellone [che hai al posto del cervello].
ALFRED
- Non è giusto, Albert.
ALBERT
- Pensaci solo, Alfred, pensaci soltanto.
(Si siede al suo tavolo e fa finta di smistare della carte.
Alfred sta in piedi pensando alle implicazioni per alcuni
momenti, poi in un grandioso scoppio di indignazione grida
contro Albert.)
ALFRED
- Non è dannatamente giusto. Dannazione gli ho fracassato la
testa perché dannazione ti avrebbe strangolato a morte.
(Pausa mentre Albert fruga tra le sue carte.)
ALBERT
- Meditaci soltanto. Mentre fai il thè.
(Alfred lentamente inizia a preparare il thè.)
ALBERT
- Sì, sì, sono stato negligente.
(Silenzio)
ALBERT
- Dico che sono stato negligente.
ALFRED
- In che modo?
ALBERT
- Il memorandum tra i dipartimenti. Probabilmente è stato qui
per settimane.
ALFRED
- Da Clapham?
ALBERT
- Manutenzione e riparazioni. “Con la presente si informa il Capo
Segnalatore di Fulham che la linea verrà chiusa per
manutenzione e riparazioni sulla linea principale. Ci si potrebbe
aspettare di causare una cessazione di traffico da adesso per
cinque giorni, o fino a nuova notifica.” Firmato W.S. Hargraves,
Capo Controllore del Traffico di Clapham.
***
ATTENZIONE: Quest’opera è sottoposta al diritto d’autore.
Non è autorizzata alcuna modifica al testo o riproduzione anche parziale in qualunque forma o modo.
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“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 94
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
(Pausa)
ALBERT
- Beh, questo spiega la calma, giusto?
(Pausa)
ALBERT
- Ci dà l’occasione di rimettere le cose a posto, giusto?
(Pausa)
ALFRED
- Un mucchio di fandonie.
ALBERT
- Cosa?
ALFRED
- Manutenzione e riparazione del binario. Fandonie.
ALBERT
- Stai dubitando della parola del tuo Capo?
ALFRED
- Sai dannatamente bene che non c’è nessuno che lavora su quel
binario.
ALBERT
- Va bene allora, non importa, lasciamo che tutto vada in pezzi,
non andare in Direzione venerdì. Ma quando verranno qui per
investigare non sono io quello che si troverà dannazione sul
banco degli imputati. Non sono io quello che gli ha fracassato la
testa.
ALFRED
- Hai dannatamente ragione non sei stato tu. Eri impotente,
dannazione eri impotente.
ALBERT
- E quando il magistrato dirà, “Ci dica a parole sue che cosa è
successo?”. Dovrò dirgli che sei stato tu quello che l’ha
ammazzato, no?
ALFRED
- Saresti morto adesso se non fosse stato per me.
ALBERT
- Ma sappiamo per certo? Farò adesso l’avvocato del diavolo. Ma
sappiamo per certo che non si sarebbe fermato quando avesse
visto che non avevo intenzione di cedere?
ALFRED
- Lui è stato uno sporco lavoro e io l’ho ammazzato.
ALBERT
- Ecco il punto, non è vero, ecco il punto.
ALFRED
- E che mi dici di quello che hai detto prima?
ALBERT
- Che cosa ho detto prima.
***
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“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 95
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
ALFRED
- Tu sei il capo. Giusto?
ALBERT
- Giusto.
ALFRED
- La postazione è sotto la tua responsabilità. Giusto?
ALBERT
- Giusto, giusto.
ALFRED
- E ciò che succede nella postazione è di tua competenza.
Giusto.
ALBERT
- Giusto, sì, giusto.
ALFRED
- Perciò se un tizio viene ammazzato nella tua postazione tu sei
responsabile. Giusto?
ALBERT
- Adesso aspetta un minuto.
ALFRED
- Giusto. Lo hai detto tu stesso, è di tua competenza. GIUSTO?
ALBERT
- Ero indifeso, indifeso in quella dannata sedia.
ALFRED
- Hai dannatamente ragione, eri indifeso. Come la vedranno?
Dannato Capo segnalatore indifeso nella sua dannata postazione
di cui è responsabile?
ALBERT
- E che mi dici del tuo curriculum di guerra? Come lo vedranno?
Sdraiato in una dannata buca di granata e che spara il fucile in
aria. Tutte le bugie a proposito di uccidere tedeschi quando non
avevi mai ucciso nessuno.
ALFRED
- Ma l’ho fatto adesso, è questo il punto, no?
ALBERT
- Ma non si eliminano tutte quelle bugie, vero? Crederà la giuria
a un tizio che è stato un famoso biguardo per quasi
quarant’anni?
ALFRED
- E che mi dici di un capo che è stato a manovrare un imbroglio
per tutti questi anni? Che spiegazione troveranno?
ALBERT
- A questo punto non è rilevante per la questione.
ALFRED
- Che cosa succede se chiedo il trasferimento la prossima volta
che vado in Direzione?
ALBERT
- Con quale motivazione? Con quale motivazione?
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“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 96
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
ALFRED
- Con la motivazione che è ora che abbia una postazione tutta
mia.
ALBERT
- E a chi lo chiederebbero? A chi chiederebbero a proposito della
tua appropriatezza per una tale posizione eh? Chi ti dovrebbe
raccomandare? Credi che io ti raccomanderei per una posizione
di tale responsabilità? Con tutte le preoccupazioni che vengono
ad un custode.
ALFRED
- Potrei condurre q
uesta postazione, non ti preoccupare. So
tutto quello che c’è da sapere su questa postazione.
ALBERT
- Ma se non conosci neanche i codici di segnalazione acustica.
ALFRED
- Di chi è la colpa? Tu non mi hai mai preparato, e se ci fosse
stata un’emergenza? E se tu fossi svenuto o roba simile? E se ci
fosse stato un treno di traverso sui binari, e arrivasse trasversale
a sessanta miglia all’ora. Come la si vedrebbe in una indagine? Il
responsabile capo segnalatore non ha preparato per una cosa
simile. Il treno passeggeri e il resto, non c’è la merce, tutte le
persone sono morte.
ALBERT
- Non avevi la stoffa, solo non avevi la stoffa.
ALFRED
- Lo vedremo. Iniziamo solo con i codici di segnalazione.
Mezz’ora ecco tutto. Solo mezzora in tutto.
ALBERT
- Hai avuto la tua possibilità. Te l’ho offerta ma tu non eri
interessato.
ALFRED
- Ho appreso un po’, senti solo questo.
(Va al blocco)
ALFRED
- “Treno in uscita” Giusto?
(Fa risuonare un confuso segnale inadeguato.)
ALFRED
- Nient’altro.
ALBERT
- Sbagliato, niente di simile, è tutto sbagliato.
(Alfred in modo frenetico suona un altro segnale.)
ALFRED
- Ecco. Va dannatamente bene.
***
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“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 97
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
(Albert si siede nella sua sedia)
ALBERT
- Vedi senza una mano che guida c’è una totale confusione.
Forse adesso capisci il fardello di responsabilità che ho portato
per tutti questi anni. Sapevo che eri dell’idea che non ci volesse
niente per essere un Capo. Questo è l’erroere che tutti voi fate
sempre.
ALFRED
- Il manuale. Deve esserci un manuale sui codici di segnalazione.
ALBERT
- Oh c’è, c’è veramente un manuale. Una “Guida per il sistema
codificato di segnalazione.”
(Alfred lo cerca tra i libri e le carte.)
ALFRED
- Dove diavolo è?
(Albert inconsapevolmente assume la voce del suo signor
Hargraves e la sua personalità.)
ALBERT
- È tipico, tipico. L’informazione rilevante e pertinente è stata
sotto il loro naso per quarant’anni. Quando arriva il momento
dove una procedura appropriata è necessariamente doverosa per
una qualche imprevedibile circostanza, sono al meglio di una
cattiva preparazione per una eventualità come quella che può
sorgere. E sono schernitori e dileggiatori.
ALFRED
- Hai nascosto quel dannato coso, per questo non sono mai
riuscito a trovarlo.
ALBERT
- (Ancora come Hargraves) Potrei ricordarti Alfred che mentre io
permetto una certa negligenza tra noi come vecchi compagni
d’armi anche se, per tua stessa ammissione, tu non hai mai
sparato un colpo per la difesa del tuo paese…
(Alfred si muove verso la sedia di Albert.)
ALFRED
- E dove hai nascosto quel dannato gruzzolo?
ALBERT
- Mentre permetto una certa negligenza come colleghi devo
ricordarti vis-à-vis le nostre pertinenti posizioni nella
compagnia. A proposito del manuale di segnalazione…
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“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 98
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
(Alfred improvvisamente afferra le estremità della sciarpa
di Albert ed inizia a strangolarlo come aveva fatto
Edward.)
ALFRED
- Zitto, zitto, dannato signor capo controllore del dannato più
grande scambio del mondo.
(Stringe stretta la sciarpa intorno alla gola di Albert.
Albert è rigido per la paura e lo shock).
ALBERT
- Alfred, sono io Albert.
(Alfred continua a stringere la sciarpa)
ALFRED
- Adesso non sei così maledettamente brillante signor W.S.
Hargraves.
ALBERT
- Sono io Alfred, sono io. Alfred, io sono un personaggio
immaginario, sono un dannato furfante un personaggio
inventato.
(Albert improvvisamente si accascia; Alfred è ghiacciato
nella sua posizione. Non stringe né lascia la sciarpa.
Rimane impalato per parecchio. Alla fine lascia andare e
si alza in piedi. Si guarda in giro.)
ALFRED
- Giusto. Allora non nuocerà.
(Cammina per la postazione finendo dietro il tavolo.
Quando parla assume il tono e i modi di Albert.)
ALFRED
- Tutto sommato questa postazione è un gran casino. Adesso,
che cosa facciamo? Sei stato negligente Albert, nessun ordine di
movimento per oggi, in effetti. E la stufa è ancora spenta. Deve
essere accesa, niente da fare.
(Ascolta per un momento.)
ALFRED
- Sembra una locomotiva da manovra, una Billy Bunter sullo
scambio. Dagli strada Alfred, avanti, dagli strada.
(Va alle leve e ne tira una, non succede niente. Tira una
seconda e una terza, niente. Rimane in piedi per un
attimo, confuso.)
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“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p. 99
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
ALFRED
- Manutenzione, ecco che cos’è. Manutenzione e riparazioni.
(Va alla finestra, strofina il vetro con la mano e sbircia
all’esterno.)
ALFRED
- Non si riesce a vedere niente. Adesso, un vetro decente è
troppo da chiedere?
(Va al blocco, guarda e poi emette un segnale disordinato)
ALFRED
- “Non posso darvi la strada”.
(Oltrepassa Albert,
personificazione.)
ALFRED
lasciando
la
sua
inconsapevole
- Albert non abbiamo da mangiare. Farei meglio ad andare a
Battersea e fare provviste. Il punto è Albert che lui mi ha preso i
soldi, ecco qual è il punto. Giusto? Intendo io avevo i soldi per
comprare il cibo. Giusto? Allora dove hai messo il gruzzolo? Non
posso andare a Battersea chiedendo l’elemosina. Giusto? Devo
mandare avanti la baracca.
(Vaga verso il modellino)
ALFRED
- Fare il primo passo, questa è la cosa importante. Giusto?
(Solleva una locomotiva e la postazione di segnalazione in
pezzi. Va al tavolo, lo sgombera, apre un giornale sopra e
vi mette la locomotiva e la postazione. Prende un mucchio
di piccoli attrezzi incartati in uno straccio e li posa sul
tavolo. Si siede ed esamina la postazione di segnalazione
in pezzi.)
ALFRED
- Questo è un complicato lavoro di riparazione, un lavoro da fare
con le pinzette, direi.
(Posa la postazione e solleva la locomotiva)
ALFRED
- Adesso che cosa si fa? Non c’è motivo di sistemare la
locomotiva se la postazione è in disordine. L’altra faccia della
medaglia è, qual è lo scopo di sistemare la postazione se la
locomotiva non è in ordine?
(Posa la locomotiva)
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“The signalman's apprentice” di Brian Phelan
p.
100
Traduzione italiana di Jessica Cenciarelli
ALFRED
- C’è la questione del confine di competenza da prendere nella
dovuta considerazione, come era stato indicato. Sto
contravvenendo alle regole facendo il lavoro di riparazione su
una locomotiva? Giusto? E mettere nuove finestre è un lavoro di
manutenzione, fuori della mia competenza. Potremmo essere la
causa di un conflitto di competenze che potrebbe azionare
l’arresto della Compagnia Ferroviaria. E causare onde di
ripercussione attraverso il paese.
(Pausa)
ALFRED
- È un intricato dilemma. Giusto?
(Una lunga pausa)
SIPARIO
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