Storia di un’infanzia in Tirolo
Sotto la Haunold
di Peter Paul Rainer*
Come St. Nikolaus è arrivato da Peterl
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«Guardate fuori dalla finestra, bambini!»
«Neve! Neve!» Scendevano fitti i fiocchi di neve
dal cielo.
«Il santo vescovo sta spolverando il suo mantello
d’oro», raccontò la Katl. «E’ tutta polvere del
cielo! E rimane poi tutto l’inverno sulla terra e
copre i fiori, così non gelano. Già, il St. Nikolaus
è un uomo caro e buono. Sta proprio in cima in
cielo, subito sotto il Signore! E sapete perchè?
Perché deve poter vedere bene i campi e la gente, perchè è il protettore dei semi nella terra, dei
fiori nei prati - e dei bambini in tutte le case del
mondo. Conosce tutti e sa di tutti. Sono tutti registrati in un libretto, tu - e anche tu! Quando siete
nati, chi sono vostri i genitori, se andate a scuola
ogni giorno, cosa imparate, come vi comportate
a tavola e cosa bevete. Tenete su dritte le mani
quando pregate! Dritte, non così curve! Pregate
a voce alta!»
«Padre nostro che sei nei cieli!»
«Che mantello polveroso che ha St. Nikolaus!»
Peterl guardava fuori dalla finestra e, invece di
pregare, pensò:
«Vorrei essere là fuori con un grande trattore e
raspare su tutto.»
La sua voce mancava e la Katl se ne accorse
subito.
«Vuoi pregare? Vedrai! Passerà St. Nikolaus e
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Le maschere antiche del
Krampus fanno parte della
collezione del Museo Civico
* Traduzione italiana di Cecilia Albertani
e Milena Cossetto
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110., 111. St. Nikolaus,
angeli e Krampus nel
corteo tradizionale del
5 dicembre.
non ti vedrà nemmeno e non ne vorrà sapere
niente di te.»
«Santa Maria, madre di Dio — » le voci si fecero subito più forti, perchè il bambino aveva
una voce forte.
«Allora, oggi si scrive la letterina», disse la Katl
dopo la preghiera.
«Ida, tu sei stata la più brava, tu puoi andare a
prendere la carta. Dì alla mamma, che serve per
il St. Nikolaus!»
Ida volò come un angioletto.
«Mamma, per favore della carta!»
«Per cosa?»
«Per St. Nikolaus.»
«Aha, per St. Nikolaus,» rise la mamma.»come
la vuoi?»
«Bianca come la neve e nuovissima», spiegò Ida
in fretta.
La mamma aprì il cassetto della scrivania, quello
misterioso, dove c’erano sempre i soldoni dell’anno nuovo. Incartò la busta e il foglio in un
pezzo di carta di giornale e disse:
«Scrivi bene, Ida! Niente macchie di inchiostro!
E salutami St. Nikolaus!»
In un baleno Ida era di sopra.
«Adesso ognuno prende il suo foglietto, sul quale
ha scritto che cosa desidera.» comandò la Katl.
Se i bambini fossero sempre così ubbidienti: si
sparsero come polvere nel vento.
Ida aveva la calligrafia più bella. Venne disteso
il foglio davanti a lei, le venne data una penna
nuova e cominciò a scrivere:
«Caro St. Padre Nikolaus!»
C’era un silenzio di tomba nella stanza; si sentivano quasi i fiocchi di neve che sbattevano contro
la finestra.
«Scrivi, Ida!»
La Katl aveva gocce di sudore sulla fronte. Dettare la lettera era il compito più difficile di tutto
l’anno e sapeva che sarebbe stata letta da occhi
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molto critici.
I bambini la guardavano con grande attesa. «Allora scrivi, Ida!»
«Sto scrivendo», rispose la bambina, «Ma tu devi
dirmi cosa.»
«Ma cosa andate a fare a scuola?» brontolò Katl,
però le venne in mente che lei c’era andata molto
più a lungo.
«Allora scrivi Ida»
«Sì, cosa?»
«Ma insomma, aspetta che io te lo
dica!» e aggiunse con più calma:
«Non si può scrivere quello che ti
salta in mente quando si scrive al
cielo.»
«Vero, Katl, gli angioletti la leggono?» chiese il bimbo.
Non aveva tempo per rispondere,
doveva pensare.
«Allora, scrivi, Ida!»
«Caro St. Padre Nikolaus!»
«Questo c’è già scritto, Katl!»
«Cosa?» urlò la bambinaia meravigliata. «Allora aspetta a scrivere finchè
non te lo dico!»
E continuò a pensare. «Allora,
113., 114., 115., 116., 117., 118.,
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scrivi Ida! Scendi dal cielo St. Nikolaus, e vieni
da noi, perchè la tua festa è di nuovo vicina. Noi
siamo dei bambini bravi, ubbidiamo e preghiamo.
E perciò vogliamo qualcosa di bello.»
Come sapeva scrivere bene Ida!
«Avanti, Katl!»
«Adesso dì cosa vuoi avere, Peterl!»
Katl era contenta della piccola pausa. Peterl tirò
fuori i suoi desideri.
«Dai, scrivi, Ida!»
«Peterl ti chiede un cavallo a dondolo con la criniera vera e con la coda che gli arriva fino in terra.
La coda è la cosa più importante, St. Nikolaus,
perchè se no non sa da niente. Ma deve essere
attaccata bene. L’ultima s’era staccata.»
«La Ida me l’ha staccata!» interruppe Peterl.
«Altrimenti la Ida gliela stacca e poi il cavallo
rimane senza coda.»
«E un’uniforme da cacciatore!»
«Adesso tocca a me.»disse Ida.
Non aspettò l’aiuto ma iniziò subito a scrivere.
«E la Ida vorrebbe una bambola con gli occhi
vivi. E deve sapere urlare. E deve avere i capelli
veri. E non dimenticarti la culla, St. Nikolaus. E
scrivo anche che Peterl non la deve avere, lui mi
rompe tutto.»
«Cosa scrivi? Ehi questo del Peterl! Volete litigare? Sarà molto contento St. Nikolaus». La letterina venne chiusa con «E saluti dalla mamma,
St. Nikolaus.»
«Hai scritto tutte le mie cose? « controllò Peterl
spingendo da parte Ida.
Ecco la macchia d’inchiostro, la terrena, terribile!
«E’ perchè Peterl mi ha spinta!» pianse Ida
«Non l’ho neanche sfiorata!»si difese il bimbo.
«Posso andare a prendere un foglio nuovo?»
«No,no!» obbiettò la Katl «che veda pure che
indisciplinati che siete.»
«Adesso mettila nella busta! Chiudi! Ecco e
adesso scrivi l’indirizzo.»
«Al caro St. Nikolaus su in cielo, proprio sotto
il Signore, sotto a destra.»
«Guardatela ancora un po’» disse la Katl e
l’alzò in alto « questa arriva fino in cielo.»
«Chi la viene a prendere?» chiese Peterl.
«Un angelo» spiegò Katl con aria misteriosa.
Aprì la finestra interna e mise la lettera tra i due
vetri. «Adesso dovete fare i bravi, altrimenti la
lettera rimane qua, si congela e sarebbe stato
tutto inutile.»
Quella sera non ci fu il minimo litigio. Anche il
vento, che aveva portato in giro i fiocchi, taceva.
Nevicava una silenziosa pace invernale e una ingenua gioia infantile.
Peterl si svegliava sempre presto. Faceva il chierichetto in chiesa. Con gli occhi pieni di sonno
chiese alla Katl:
«Ha mandato a prendere la lettera, St. Nikolaus?»
«Non lo so, la porta è chiusa.»
«Chiusa?»
Katl scosse la porta. E non si apriva davvero.
Quale mistero per i bambini!
Peterl vide volare giù un angelo, lucentissimo,
come se il sole trapassasse le nuvole. La finestra
si aprì da sé e la lettera si alzò come una foglia
spinta dal vento nelle mani dell’angelo, che la
portò lontano, fino da St. Nikolaus. «Caro, St.
Padre Nikolaus!»
Gli angeli intanto presero un cavallo a dondolo
con una lunghissima coda dal grande armadio
celeste.
Povero Peterl!
Anche durante la messa continuava a sognare e
preso dai suoi pensieri, versò troppa acqua sulle mani di padre Bernhard, dopo la comunione.
Questo gli brontolò:
«E basta con quest’acqua!»
Meglio che mamma non lo sappia!
«Chiedo scusa, padre Bernhard» supplicò il
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chierichetto dopo la S. Messa. «Non sono stato
attento. St. Nikolaus»
Le lacrime soffocarono la sua voce.
Il buon francescano accarezzò il bimbo penitente
e tirò fuori un santino dal suo grosso portafogli.
«Eccolo qua il tuo St. Nikolaus, la prossima volta
stai più attento, vero Peterl?»
C’era il santo disegnato,
proprio come se l’era immaginato Peterl, con un alto
cappello da vescovo, un lungo
mantello da prete e il bastone
in mano.
Peterl mise la figura nel taschino della giacca, proprio
sul cuore. Questo doveva
dimostrare al santo quanto
lo aspettasse.
Quando arrivò a casa era in
piedi anche Ida, che corse
incontro al fratello. «La
porta è chiusa!»
Prima di andare a scuola
Katl diede loro ancora dei
consigli. Poche volte all’anno erano così diligenti
e attenti. Mano nella mano
i due fratellini tornarono a
storiae
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casa. Ogni volta che gli altri bambini lanciavano una palla di neve, Peterl stringeva più forte
la mano di Ida, come per dire: «Tienimi! La
mamma ha vietato di lanciare palle di neve. E
su in camera c’è St. Nikolaus.»
Mai aveva avuto tanta voglia di giocare su quel
letto di neve.
La neve invitava luccicante.
Ma Peterl tenne la mano di Ida finché non furono su nella loro stanza. E guarda un po’!
La porta della stanza accanto si apriva di nuovo
«e la letterina?»
Allora era venuto l’angelo dal cielo a prenderla.
«Grazie a Dio!»
Quando la cartella di Peterl volò fin sul soffitto,
la Katl non c’era!
«Ida, Ida!»
Il bimbo era come impazzito. «La lettera non
c’è più!»
La stanza era piena di sole. I fiori di ghiaccio
alla finestra piangevano di gioia e il cielo rideva,
azzurro come l’uniforme da cacciatore.
Prima della preghiera della sera la Katl disse
seriamente ai bambini :
«Forse oggi verrà St. Nikolaus, perchè va in giro
a vedere cosa fanno i bambini. Fate i bravi, altrimenti non vi porta niente.»
«Padre nostro che sei nei cieli.»
La porta si aprì da sola, e da fuori entrò una luce
rossa come il fuoco. Si sentirono dei passi.
I bambini quasi non respiravano. La Katl disse
con fare importante:
«Adesso St. Nikolaus è davanti alla porta!»
I bambini guardavano meravigliati. Quanto
avrebbero voluto vedere il vescovo del cielo,
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ma lui non si fece vedere. Si sentirono solo dei
passi pesanti giù per le scale quando la luce si
spense.
Quello era il primo giorno in cui St. Nikolaus si
fece vivo. Ma la disciplina non doveva durare a
lungo.
Iniziò Ida o Peterl?
Litigarono con tutta la passione dei fratelli.
«Aspettate che lo veda St. Nikolaus!»
E difatti venne anche quella sera.
La luce era rossa come nell’inferno e dalle scale si
sentiva un rumore di catene, come se St. Nikolaus
avesse cacciato via il Krampus. Un lieve odore
di incenso entrò nella stanza e la porta si chiuse
misteriosamente da sé.
Finalmente arrivò il grande giorno che tutti aspettavano. Giù nell’ufficio del papà venne apparecchiata la tavola. I bambini stavano al loro posto
al muro tra il papà e la mamma.
Di fianco c’ erano le sorelle maggiori e davanti
il personale di servizio.
Bussarono alla porta.
«Chi è?» chiese la Katl come portinaia.
«Il St. Padre Nikolaus!»
«Il Nikolaus!» urlò Peterl pieno di paura e
gioia!
I bambini non vedevano come i grandi trattenevano le risate. Kaltl aprì. Poi corse veloce alla
porta della stanza e disse festosamente:
«Mamma, c’è St. Nikolaus»
La mamma si alzò.
«Niente paura, gli dirò che siete stati bravi.»
consolò i bambini tremanti.
Una nuvola d’incenso entrò nella stanza.
St. Nikolaus entrò curvo. Era enorme e uguale
al santino di padre Bernhard; una lunga barba
bianca gli scendeva sul petto.
Poi prese la parola e disse: «Salve, brava gente!
Sono il St. Nikolaus e vengo a premiare i bambini
bravi e punire quelli cattivi.»
Un fruscio nel corridoio.
«Il Krampus!» urlò Ida.
«Stai fuori Krampus, i nostri bambini sono bravi», urlò la Katl verso la porta.
Allora San Nikolaus prese la parola e disse: «Non
temete, miei cari bambini! Vi conosco e so tante
cose belle di voi. Vero Peterl, tu fai il chierichetto
ogni giorno da padre Bernhard?»
Il Nikolaus onnisciente!
«Sì» rispose il bimbo intimidito.
«E tu Ida, giochi a bambole e preghi da brava e
scrivi bene?»
Gli occhi di Ida si illuminarono di gioia.
«Vorrei sapere solo una cosa. Chi ha fatto quella
terribile macchia sulla lettera che mi avete scritto?»
Si sentì di nuovo un fruscio da fuori.
«Chiedo scusa, St. Nikolaus!» disse il bimbo.
«Stai buono, Krampus!» difese St. Nikolaus «Peterl non farà più macchie»
Ida si intromise perchè non voleva che la colpa
ricadesse solo su suo fratello.
«L’ho fatta io la macchia, St. Nikolaus!»
«Allora dovete vergognarvi tutti e due» rimproverò il vescovo, ma più che con cattiveria con
una gentile benevolenza.
«Ma visto che di solito siete bravi, lo dimenticherò. Vi ho portato tutto quello che desideravate. Però prima Peterl dovrà recitare il Padre
nostro.»
Peterl unì le mani e parlò con serietà :
«Padre nostro, che sei nei cieli»
La fede fece suonare il campanellino e dalle finestre della torre uscì una sacra fiducia.
«E cosa sa fare Ida?»
«Alzati» rimproverò la mamma e le bisbigliò
nell’orecchio: «Dì: la storia della Bibbia!»
«La storia della Bibbia» disse timidamente.
«Allora raccontami qualcosa di Giuseppe d’Egitto».
«Ida fece partire la sua parlantina ma la ruota del
mulino si inceppò.
«Piano, piano» fece la Katl dalla porta.
«So che la sai bene» disse il Nikolaus «sei una
brava bambina!»
Poi si rivolse alla mamma. «Signora mamma
potete essere contenta dei vostri bambini.»
Si voltò verso la porta e urlò «Tu, Krampus, abbandona questo posto. Vai via nel nome del Padre
del Figlio e dello Spirito Santo, Amen.»
Bum, bum, bum.
Faceva tanto rumore da sembrare che passasse
con la testa attraversa la porta.
«Fuori, Satana!» ripetè St. Nikolaus e benedisse
la stanza con il suo bastone.
I bambini sospirarono sollevati. Solamente ora
ebbero il coraggio di guardare in faccia St. Nikolaus, il quale disse alla Katl.
«Porta qua il cesto che c’è in corridoio. Gli angeli del cielo mi hanno dato dietro tante cose
belle.»
«Oh,che fortunata la Katl», lei poteva portare il
cesto celeste. Non riusciva quasi a sollevarlo.
«Rimanete seduti!»
La mamma non riusciva quasi più a trattenerli. St.
Nikolaus si piegò, tirò indietro il telo e prese fuori
un grande cavallo a dondolo col pelo marrone.
«E ha una coda lunghissima!» urlò Peterl di
gioia.
«E in più ti regalo un’uniforme da cacciatore
azzurra. Sii sempre bravo e carino!»
Peterl non sentiva né vedeva più niente.
Quando la Katl appoggiò il cavallo sul tavolo,
Peterl accarezzò la lunghissima coda come per
esaminarla. Con la coda in mano ammirava
quel grande miracolo.
Poi fu la volta di Ida.
«Per te ho scelto la più bella delle bambole del
cielo, con gli occhi vivi e capelli veri. Abbi
cura di lei e giocaci da brava. Però non dovete
più litigare!»
I bambini avrebbero promesso tutto l’oro delle
stelle e del cielo, contenti com’erano.
«E adesso bambini torno da colui che mi ha
mandato. Siate benedetti nel nome del Padre,
del figlio, dello spirito santo, Amen!»
St. Nikolaus lasciò la stanza lentamente come
era venuto.
Quando la porta si chiuse dietro di lui, l’esaltazione dei bambini scoppiò.
Peterl indossò l’uniforme e si dondolò per la
stanza tenendo con una mano le redini e con
l’altra la coda meravigliosa. Non la mollò più
per quel giorno. Katl gli dovette mettere il
cavallo su di una sedia vicino al letto. Si tirò
la coda fin sotto le lenzuola e si addormentò
così.
Ida invece aveva vicino a sé la bambola con gli
occhi vivi e i capelli veri. Se St. Nikolaus avesse
visto questo quadretto meraviglioso!
Quando il giorno dopo il Fischer Lois, che faceva
sempre i lavori pesanti in casa, fece la legna e
spalò la neve, chiese ai bambini:
«E’ venuto St. Nikolaus?»
Peterl lo fissò e bisbigliò nell’orecchio di Ida:
«Ehi, questo parla come St. Nikolaus!»
La bimba fece una risata squillante.
«Il Fischer Lois e St. Nikolaus! Ah, ah! Mamma,
Peterl ha detto che il Fischer Lois parla come St.
Nikolaus!»
E si rivolse al fratello:
«Che stupido che sei! Proprio stupido!»
Peterl però non riuscì a disfarsi di quel pensiero,
nemmeno alla sera quando dopo la preghiera della
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«Ma se ti dico che l’ho visto!»
«Stai mentendo.»
«Non sto mentendo. Questa te la faccio pagare.»
«E io dico alla mamma che prendi in giro St.
Nikolaus.»
«Non è St. Nikolaus! Se l’ho visto io, il Fischer
Lois!»
«Che stupido che sei!»
«Himmelsapperlott, volete dormire?» rimproverò
la Katl da fuori.
Peterl si nascose ridendo sotto le coperte.
Fece un ultimo sforzo e la fece pagare a Ida.
«Tu sei stupida!»
Poi il sonno mise fine al litigio.
sera chiese mille volte perdono a St. Nikolaus.
Passò un anno.
Anche quella volta St. Nikolaus arrivò. Con la
stessa festosità e con altrettanti doni preziosi.
Il destino però volle che la porta di cucina fosse
aperta quando i bambini andarono a letto.
Katl riuscì a dare alla Ida una bella spinta. Ma
a Peterl?
Inizialmente non sapeva se piangere o se ridere.
Ebbe una fitta al cuore. Poi però lo assalì una
folle gioia.
«Mamma, mamma lì è seduto St. Nikolaus, il
Fischer Lois!»
E lì c’era seduto Fischer Lois.
Il capello da vescovo era sul tavolo, la barba, che
aveva tolta era vicino a lui. Il mantello dorato era
appeso al muro vicino alle pentole. E lui aveva
addosso solo una lunga camicia bianca.
Così era seduto là.
S’era appena acceso la pipa e stava prendendo
in mano il bicchiere di vino.
La madre urlò:
«Marsch! Vedi di andare a letto!»
Quando la Katl andò via, scoppiò un grande
litigio in stanza.
«Ida, ho visto St. Nikolaus!»
«Ah così?»
«Ida, era il Fischer Lois!»
«Chi?»
«Il Fischer Lois!»
«Non ti credo.»
«Ma io l’ho visto.»
«Non può essere.»
«Era di sotto e beveva del vino.»
«Non ci credo.»
82 storiae
In cucina, attorno a “St. Nikolaus” c’erano la
mamma, la cuoca e le sorelle maggiori.
«E’ finita» disse la mamma Peterl ha scoperto
tutto!»
«E noi non dobbiamo più preoccuparci di annunciare St. Nikolaus con il fuoco del Bengala.»
Risero le sorelle maggiori.
Fischer Lois si grattò dietro all’orecchio.
«Mi son dovuto spogliare. Faceva un caldo!»
Poi fece un grande sorso, si alzò, prese le sue cose
e andò nello stanzino di servizio a cambiarsi.
Tornando a casa parlò con se stesso a bassa
voce:
«Non sono proprio un St. Nikolaus! L’ha scoperto
anche Peterl!»
«Ah, ah «rise il vento.
E l’alberello vicino al lampione si piegò dalla
gioia coprendo di neve il Fischer Lois.
Le stelle però ridevano più forte di tutti. Una
scansava l’altra per vedere il Nikolaus fasullo.
Quello sbatté forte
la porta dietro a sé
e riconobbe prima
di addormentarsi.
«Avrei dovuto essere più furbo!»
* Le maschere antiche intagliate nel legno
fanno parte della collezione del Museo Civico
di Bolzano.
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