IL XX CIRCOLO DI NAPOLI PRESENTA A.S.2011-12 Officina ri-creativa di fiabe e favole del mondo Docenti coinvolte nel progetto: Imma Picone, Ombretta D’Avino, Maria Rosaria Galeota, Raffaela Lomasto, Carmina Esposito, Giulia Amendola, Elena Gison Dirigente scolastico: Dott.ssa Anna Maria Silvestro Edito da: www.libelluscollection.com IL NOSTRO FAVOLABORATORIO Il progetto:dalla narrazione in poi… La narrazione è, come sottolinea Bruner, il primo dispositivo interpretativo e conoscitivo di cui l'uomo - in quanto soggetto socio-culturalmente situato - fa uso nella sua esperienza di vita (Bruner, 1988, 1992). Attraverso la narrazione l'uomo conferisce senso e significato al proprio esperire e delinea coordinate interpretative e prefigurative di eventi, azioni, situazioni e su queste basi costruisce forme di conoscenza che lo orientano nel suo agire. La narrazione ha quindi una funzione epistemica: quella di innescare processi di elaborazione, interpretazione, comprensione, rievocazione di esperienze, accadimenti, fatti; dando ad essi una forma che renda possibile: a) descriverli e raccontarli ad altri; b) tentare di spiegarli alla luce delle circostanze, delle intenzioni, delle aspettative di chi ne è protagonista; c) conferire loro senso e significato, collocandoli nel contesto di copioni, routine, repertori socio-culturalmente codificati. Non bisogna dimenticare, infatti, all'interno di un contesto socio-culturale che logos e praxis risultano di fatto inseparabili (Bruner, 1992). La prassi di cui la Scuola Primaria non può proprio fare a meno e che costituisce il percorso privilegiato alla luce del quale il testo diviene contesto, diviene vissuto, esperito. Per questo motivo si è pensato ad un progetto che consentirà ai bambini di partire dal testo narrato per trasporne personaggi, luoghi ed emozioni in manufatti di vario genere. Dalla narrazione alla pittura, alla tecnica del decoupage, al patchwork senz’ago, al mosaico, alla cucina. La scelta dei testi è stata orientata alle fiabe internazionali, testimonianza di culture a volte lontane ma afferenti alle medesima esigenza, quella di comunicare e trasmettere ai bambini valori imprescindibili dell’umana natura. Saranno i testi classici e le altre forme di narrazione favolistica, patrimonio d’inestimabile valore educativo, a costruire una “cornice di senso” ad un percorso educativo e didattico in cui l’agire seguirà in modo complementare il sentire, l’immaginare, il ricreare, il narrare. Il volume Si tratta di una breve antologia di fiabe e favole del mondo selezionate e proposte ai piccoli alunni delle classi seconde della nostra scuola . La scelta ha risposto all’esigenza di intraprendere un percorso di educazione interculturale proprio attraverso il vettore narrativo, attraverso il mondo delle fiabe che non conosce falsi confini e ottuse discriminazioni. Il mondo delle emozioni e dei sentimenti è quello di tutti,è quello dei bambini prima di tutti ed è quello dove ognuno s’incontra con un vissuto condiviso e riconosciuto da tutti,quello dei sentimenti che abitano l’animo umano,da sempre e in ogni luogo della terra. Le storie raccolte sono cinque,tre più brevi e poco conosciute perché originarie di culture diverse e datate in epoche lontane, ed altre due più conosciute,già amate dai bambini e con un intreccio narrativo più articolato. Da ognuna di queste fiabe è nata la realizzazione manuale, artistica, di alcuni personaggi. Dalla narrazione, quindi, alla prassi, al laboratorio in cui l'idea segue l'immaginato e si trasforma in agito, in fatto, in oggetto e soggetto dell'esperienza di ognuno. I bambini attori indiscussi di questo percorso laboratoriale in cui essi stessi individuano il personaggio, lo immaginano con sembianze sempre diverse, lo rivisitano, lo ricreano per giungere alla realizzazione di piccole e originali opere d'arte. Grazie bambini perché ancora una volta un nostro progetto è divenuto realtà grazie al vostro entusiasmo ed alla vostra insuperabile fantasia! Hanno partecipato al laboratorio le classi seconde (tutte le sezioni)!!!!!!!!!!!!! Breve antologia di fiabe e favole del mondo Indice I tre pesci La scimmia e la tartaruga Il bambino d'oro e il bambino d'argento La sirenetta La gabbianella e il gatto che le insegnò a volare Il laboratorio extracurricolare afferisce al progetto d’Istituto “Penso e creo” mentre le fasi curricolari attraversano in modo trasversale gli obiettivi indicati del Forum delle Culture . “Favolaboratorio “è un progetto originale della docente Imma Picone. I tre pesci (Favola araba) C'erano una volta tre pesci che vivevano in uno stagno: uno era intelligente, un altro lo era a metà e il terzo era stupido. La loro vita era quella di tutti i pesci di questo mondo, finché un giorno arrivò un uomo. L'uomo portava una rete e il pesce intelligente lo vide attraverso l'acqua. Facendo appello all'esperienza, alle storie che aveva sentito e alla propria intelligenza, il pesce decise di passare all'azione. "Dato che ci sono pochi posti dove nascondersi in questo stagno, farò finta di essere morto", pensò. Raccolte tutte le sue forze, balzò fuori dall'acqua e atterrò ai piedi del pescatore, che si mostrò piuttosto sorpreso. Tuttavia, visto che il pesce tratteneva il respiro, l'uomo lo credette morto e lo ributtò nello stagno. Allora il nostro pesce si lasciò scivolare in una piccola cavità sotto la riva. Il secondo pesce, quello semintelligente, non aveva capito bene quanto era accaduto. Raggiunse quindi il pesce intelligente per chiedergli spiegazioni. "Semplice", disse il pesce intelligente, "ho fatto finta di essere morto e così mi ha ributtato in acqua". Immediatamente, il pesce semintelligente balzò fuori dall'acqua e cadde ai piedi del pescatore. "Strano", pensò il pescatore, "tutti questi pesci che saltano fuori dappertutto!". Ma il pesce semintelligente si era dimenticato di trattenere il respiro, così il pescatore si accorse che era vivo e lo mise nel suo secchio. Riprese quindi a scrutare la superficie dell'acqua, ma lo spettacolo di quei pesci che atterravano sulla riva, ai suoi piedi, lo aveva in qualche modo turbato, sicché si dimenticò di chiudere il secchio. Quando il pesce se ne accorse, riuscì faticosamente a scivolare fuori e a riguadagnare lo stagno a piccoli salti. Andò a raggiungere il primo pesce e, ansimando, si nascose accanto a lui. Ora, il terzo pesce, quello Stupido, non era naturalmente in grado di trarre vantaggio dagli eventi, neanche dopo aver ascoltato il racconto del primo e del secondo pesce. Allora riesaminarono ogni dettaglio con lui, sottolineando l'importanza di non respirare quando si finge di essere morti. "Molte grazie, adesso ho capito!"; disse il pesce stupido, e con quelle parole si lanciò fuori dall'acqua e andò ad atterrare proprio accanto al pescatore. Ora, il pescatore, che aveva già perso due pesci, lo mise subito nel secchio senza preoccuparsi di verificare se respirava o no. Poi lanciò ancora ripetutamente la sua rete nello stagno, ma i primi due pesci erano ormai al sicuro nella cavità sotto la riva. E questa volta il suo secchio era ben chiuso. Il pescatore finì per rinunciare. Aprì il secchio, si accorse che il pesce stupido non respirava, lo portò a casa e lo diede da mangiare al gatto. I TRE PESCI…… LI ABBIAMO RICREATI COSì! La tecnica che abbiamo utilizzato è quella del patchwork senz’ago. Occorrente: Pannello di polistirolo Colori a tempera Taglierino Coltellini di plastica Scampoli di stoffa colorata Pietre o perline colorate Colla vinilica Fasi della realizzazione Disegna e colora come vuoi il personaggio che hai scelto Fatti aiutare da un adulto ad incidere col taglierino tutti i bordi del disegno Con dei ritagli di stoffa rivesti ogni piccola parte del disegno aiutandoti con la punta di un coltellino di plastica o con le forbicine con le punte arrotondate. Puoi rivestire anche i bordi creando una cornice ! Infine puoi decorare il pannello con perline e pietre colorate ….e questo è il risultato! Belli, vero? La scimmia e la tartaruga ( racconto dell'India) Compare Tartaruga si annoiava da morire: i giorni passavano sempre uguali. Il mare si estendeva all'infinito, le onde succedevano alle onde. Nessuno veniva mai a rallegrare la sua vita monotona, tranne qualche volta una balena o un gruppo di delfini, che passavano in lontananza, al largo dell'isola. Un giorno, scorse una scimmia che si rimpinzava di banane. "Perché cercare un amico nel mare?" pensò la tartaruga. "Compare Scimmia sembra un compagno ideale, certamente più simpatico di un granchio!". "Buongiorno Compare Scimmia! Vorresti essere mio amico?" "Buongiorno Compare Tartaruga! Certamente!". Da quel giorno trascorsero insieme tutto il loro tempo; la tartaruga non si era mai divertita tanto. Un giorno la scimmia la invitò ad assaggiare le banane. Un altro, le disse: "Vieni, ti insegnerò ad arrampicarti sugli alberi!". La sera, Compare Scimmia raccontò alla moglie: "Ah! Come mi sono divertito! Avresti dovuto vederlo mentre si arrampicava su un albero! Compare Tartaruga è il mio migliore amico!". Anche Compare Tartaruga disse alla moglie: "Che amico meraviglioso! Come mi annoiavo prima di conoscerlo!". Ma Comare Tartaruga non condivideva la sua gioia e pensava: "Mio marito sta sempre con il suo nuovo amico. Devo sbarazzarmi di questa maledetta scimmia!" Una sera, Compare Tartaruga trovò la moglie a letto. "Sei malata?". "Sì, molto malata; il dottore ha detto che sto per morire e che l'unico modo per salvarmi è mangiare il cuore di una scimmia!". Ma dove potrò trovarlo? L'unica scimmia che conosco è il mio amico!". "Allora, non mi resta che morire!" disse Comare Tartaruga con voce fioca. Compare Tartaruga era disperato. Rifletté a lungo e infine decise che avrebbe sacrificato il suo amico. Lentamente, si diresse verso la casa di Compare Scimmia. "Buongiorno, Compare Tartaruga! Che piacere rivederti! Qual buon vento ti porta?". "Mia moglie vorrebbe invitarti a cena questa sera, verrai?". "Certo, volentieri!". La scimmia seguì allegramente il suo amico fino in riva al mare, ma non poteva continuare non sapendo nuotare. "Sali sul mio guscio! - gli disse la tartaruga - Ti porterò io!". La scimmia si aggrappò al guscio lasciandosi trasportare tra le onde. Avrebbe voluto chiacchierare ma l'altro non rispondeva: "Mi sembri molto triste e silenzioso! Cosa ti è successo? Racconta: farei qualsiasi cosa per te!". "Ah, amico mio - finì per confessare Compare Tartaruga - c'è solo un sistema per salvare mia moglie, e cioè che tu mi dia il tuo cuore!". "Ahi! - pensò la scimmia - "ho detto qualsiasi cosa, ma c'è un limite a tutto! Come faccio a risolvere la situazione? Compare Tartaruga può farmi annegare da un momento all'altro!" D'improvviso, si colpì la fronte. "E' terribile! Ti darei volentieri il mio cuore, ma dobbiamo tornare indietro a prenderlo!". "Il tuo cuore non si trova nel tuo petto?". "Come? - esclamò la scimmia - Non sai che le scimmie lasciano il cuore in una brocca, accanto alla loro casa, prima di intraprendere un viaggio?". La tartaruga si fermò e disse: "Ma come facciamo?". "È molto semplice! Riportami sull'isola e andrò a prendere il mio cuore!". La tartaruga tornò indietro, La scimmia saltò sulla riva e si arrampicò rapida su un albero. "Uff! Sono salvo! Mi hai spaventato!". "Ma - gridò la tartaruga - e il cuore che mi hai promesso?". "Il cuore? Non sei abbastanza furbo, Compare Tartaruga. Batte nel mio petto, naturalmente, e ci tengo molto! Addio!". Compare Tartaruga ritornò triste a casa: aveva perso un amico, ma ebbe almeno la consolazione di veder guarita la moglie. LA TARTARUGA DELLA FIABA L’ABBIAMO RICREATA COSì…….. OCCORRENTE PER LA REALIZZAZIONE Panetto di DAS Colori a tempera e/o acrilici Pennelli Colla trasparente Perline,strass,conchigliette FASI DELLA REALIZZAZIONE Prendi una piccola quantità di DAS e comincia a lavorarla con le mani fino a darle la forma di un guscio Ricorda che per modellarle meglio puoi aiutarti con un mattarello e puoi bagnarti un po’ le dita con l’acqua! Aggiungici le zampette, la testa e la coda e lasciale asciugare… puoi colorare le tartarughe con i colori a tempera oppure lasciarle al naturale, soprattutto se utilizzerai DAS color terracotta. Infine,decora i gusci con le perline, le conchigliette o altro passando qualche strato di colla liquida per fissarle! IL BAMBINO D'ORO E IL BAMBINO D'ARGENTO (fiaba africana) Niame, il più potente fra i maghi del cielo, viveva in una fattoria posata sopra un bellissimo tappeto di nuvole. Un giorno decise di prendere moglie e invitò a presentarsi le quattro fanciulle più belle della sua tribù. Poi domandò a ciascuna: - Che cosa faresti, per me, se io ti sposassi? La prima, che si chiamava Acoco, dichiarò:- Spazzerei la fattoria e governerei la tua casa. E la seconda: - Cucinerei ogni giorno per te le pietanze migliori. E la terza: - Filerei montagne di cotone e andrei tutti i giorni ad attingere l'acqua. E la quarta: - Io, Niame, ti darei un figlio tutto d'oro. Naturalmente Niame scelse l'ultima e ordinò di preparare la cerimonia per le nozze. Acoco fu molto contrariata per la scelta fatta da Niame; si rodeva di invidia e di gelosia. Seppe tuttavia nascondere molto bene i propri sentimenti e riuscì a rimanere presso la giovane regina come dama di compagnia. I due sposi vivevamo felicemente e avevano già preparato la culla in attesa del bambino tutto d'oro,quando Niame dovette partire, per visitare una sua grande fattoria. Proprio durante la sua assenza, alla regina nacquero due gemelli: uno tutto d'oro, l'altro tutto d'argento. La perfida Acoco, non appena li vide, prese i due bambini, li chiuse in un cestello e fuggi con essi in mezzo al bosco;poi nascose il cestello nel tronco vuoto di un albero. Nella culla al posto dei bambini, mise due orribili ranocchi. Quando Niame fu di ritorno, Acoco gli corse i ncontro: - Affrettati, Niame! - gridò. - Vieni in casa a vedere i tuoi figli! Niame si affrettò, ma quando vide nella culla le due brutte bestie, rimase male. Comandò che i ranocchi fossero uccisi e la regina esiliata proprio ai confini del regno, in una capanna solitaria. Intanto il destino volle che un cacciatore passasse vicino all'albero morto dove stava nascosto il cestello con i due bambini dentro. L'uomo scorse un luccichio e si avvicinò. - Che cosa è questo ?- si chiese. - Siamo figli di Niame - risposero i bambini. Il cacciatore raccolse il cesto, lo aprì, e restò ammirato davanti alla bellezza dei due piccoli. Era poverissimo, ma li portò a casa sua e li allevò con amore,senza rivelare a nessuno dove li avesse trovati. I due bambini crescevano buoni, obbedienti e abili in tutte le cose. Quando il cacciatore aveva bisogno di denaro, raccoglieva la polvere d'oro e d'argento che cadeva di continuo dai loro corpi e andava in città a comperare quando gli era necessario. A poco a poco divenne un uomo molto ricco, e sostituì la misera capanna con un ampia fattoria. Un giorno il cacciatore venne per caso a sapere che i due bambini erano figli del re e allora, sebbene a malincuore, decise di riportarli al padre. Giunti alla fattoria di Niame, il cacciatore chiamò il re fuori dal recinto e gli disse: - Vieni a vedere quali esercizi sa fare questo ragazzo d'argento! Niame uscì e restò ammirato dell'abilità straordinaria del giovane. Intanto il ragazzo d'oro aveva cominciato a cantare in modo meraviglioso e cantando narrava la propria storia: la promessa della mamma, la perfidia di Acoco e la bontà del cacciatore che li aveva allevati e amati come figli. Niame stupito e commosso abbracciò i figli, fece richiamare la regina dall'esilio e ordinò alle schiave di pettinarla e rivestirla di abiti regali. Poi andò da Acoco, la trasformò in una gallina e la scaraventò sulla terra. Infine lodò molto il buon cacciatore e lo rimandò a casa carico di regali. Ancora oggi i due figli di Niame vanno a fare il bagno nel grande fiume che scendeva a cascata sulla terra; allora un po' della loro polvere d'oro e argento arriva fino a noi e quelli che la trovano diventano molto ricchi. Il bambino d’oro e il bambino d’argento li abbiamo riprodotti così Tecnica utilizzata:mosaico con tessere di carta Occorrente: Pannello di compensato o polistirolo Carta colorata da collage o da riviste Colori a tempera e pennelli Colla vinilica o stick Forbicine con la punta arrotondata FASI DELLA REALIZZAZIONE Disegna sulla tela o sul pannello la scena e i personaggi da rappresentare Colora con i colori a tempera o acrilici la scena Ritaglia tante tesserine di carta colorata ! Incolla le tesserine di carta con la colla vinilica facendo attenzione a non lasciare alcuno spazio vuoto! Puoi arricchire il pannello con altre piccole decorazioni come, ad esempio, dei petali di stoffa per far“fiorire” l’albero rappresentato. Ed ecco il pannello finito! La sirenetta (C.Andersen) C'era una volta, in fondo al mare, la famiglia del re del mare, che era composta da sirene. Il re aveva sei bellissime figlie, tutte sirene: le prime cinque erano felici di vivere in mare, mentre la più giovane avrebbe voluto conoscere il mondo degli umani. Il giorno del sedicesimo compleanno di ognuna delle sorelle, la festeggiata poteva salire sulla superficie e guardare il mondo fuori. La sorella più giovane aveva ascoltato con trepidazione i racconti delle sue sorelle: la prima aveva assistito ad una festa in riva al mare, la seconda aveva visto due giovani che si sposavano su una nave, la terza era salita d'inverno in mezzo agli iceberg e a foche e pinguini, la quarta aveva visitato i Paesi dell'Oriente e la quinta le coste abitate dagli animali selvatici. Fu il turno infine della sesta: la sirenetta si diresse verso un paese abitato dagli uomini e vide una sontuosa nave che faceva vela in mare aperto. Sopra c'era il principe di quel Paese, che partiva per un viaggio di studio. La sirenetta lo vide e le sembrò il giovane più bello che avesse mai visto. Di colpo scoppiò una tempesta spaventosa, e il principe fu spinto in acqua: la sirenetta nuotò per salvarlo, riuscì ad afferarlo e lo portò in superficie, verso una vicina spiaggia. Lo lasciò lì e vide una ragazza con altre giovani che si precipitavano al suo soccorso. Si era innamorata del principe, ma sapeva che una sirenetta non poteva amare un mortale, sapeva che esistevano leggi ferree nel suo mondo. Ma i giorni passavano e la sirenetta era sempre più triste, sentiva che voleva provare a fare qualcosa per salvare il suo amore. Nelle profondità di un abisso c'era una strega, temuta da tutti, ma di cui si diceva sapesse fare prodigi eccezionali. Tutti ne avevano paura, anche la nostra Sirenetta, che però si convinse che era l'unica che poteva aiutarla. Per cui partì alla volta dell'abisso, passando in mezzo a meduse, piovre, serpenti ed altri mostri marini che proteggevano l'antro della maga. La Strega la accolse bene: Sai che noi creature del mare non possiamo amare un mortale, salvo che al prezzo di sacrifici immensi. Posso farti un filtro, ma tu dovrai in cambio darmi la tua voce. Ogni volta che camminerai sulle tue gambe avrai dei dolori tremendi, ma dovrai sopportare in silenzio. Sappi che se il tuo principe ti preferirà un'altra, tu morirai e ti trasformerai in spuma marina. Ed ora decidi tu se accettare o meno!La Sirenetta accettò: perse la sua voce subito, ed andò in superficie con in mano il filtro magico della strega. Giunta sulla spiaggia bevve dall'ampolla: subito sentì un dolore improvviso, che la fece svenire. Quando riprese conoscenza la sua coda da pesce si era trasformata in due bellissime gambe. La Sirenetta si alzò in piedi, ma ad ogni passo che faceva sentiva un dolore lancinante. La trovarono il principe e la sua corte, e il principe fu subito incantato dalla sua dolcezza. La Sirenetta non poteva più parlare e cantare, ma in compenso sapeva suonare divinamente l'arpa, e cuciva degli splendidi arazzi. Il principe la prese al suo seguito, ad allietare le sue giornate. Le parlava e provava piacere a confidarsi con lei. Sai, le disse un giorno, mio padre vuole combinarmi un matrimonio, ma io non voglio sposarmi. Io sono innamorato della fanciulla che mi ha soccorso quel giorno in cui ho avuto il naufragio, amo solo lei... Piuttosto mi sposerei con te, che sei dolce e devota, che con una persona che non conosco! La Sirenetta stava zitta ma era felice di sentire quelle parole. Venne poi il giorno che la figlia di un re vicino arrivò per fidanzarsi con il principe. Il giovane era disperato, e si confidò ancora con la Sirenetta. Ma bastò incontrarla perché riconobbe in lei la giovane che l'aveva raccolto sulla spiaggia. “I miracoli avvengono!” disse il principe alla sirenetta. Lei era disperata: sapeva che era tutto perduto. Ci furono grandi festeggiamenti per il fidanzamento dei due principi, su una splendida nave. La Sirenetta guardava il mare, sapendo che quella notte sarebbe diventata spuma. Ad un tratto vide uscire dalle onde le sue sorelle: avevano fatto tagliare i loro meravigliosi capelli lunghi. Abbiamo parlato con la strega, dissero loro, ed abbiamo sacrificato i nostri capelli per avere questo pugnale magico. Dovrai uccidere il principe e la suafidanzata, e poi buttarti in mare: ridiventerai sirena e sarai felice con noi per sempre! La Sirenetta prese il pugnale magico e fu tentata di mettere in atto cosa le sue sorelle le suggerivano: ma poi capì di non poterlo fare e si buttò in mare, sperando di avere una morte rapida. Ma non diventò spuma: vide che saliva verso il cielo, sotto forma di bollicine. Intorno a lei c'erano altre creature come lei: Benvenuta tra noi, la tua generosità ti ha salvato: veglierai sugli uomini per i prossimi secoli, e poi avrai anche tu un'anima come loro! Per cui, ricordatevi che da qualche parte c'è anche l'anima di una piccola sirena,che veglia su di voi. La Sirenetta l’abbiamo riprodotta così….. Tecnica utilizzata: pittura su tela e mosaico con riso colorato Occorrente: Tela Colori a tempera o acrilici Tamponi e pennelli Disegno (anche fotocopiato) su carta Riso Colla vinilica FASI DELLA REALIZZAZIONE Tampona una tela pulita con il colore a tempera o acrilico senza tralasciare alcuno spazio per creare uno sfondo uniforme. Lascia asciugare! Ritaglia il disegno , incollalo sulla tela e colora il riso con tutti i colori che desideri adoperare per ricoprire il disegno. Riempi tutti gli spazi del disegno del personaggio che hai scelto col riso colorato incollandolo con la colla vinilica. Fai attenzione ad accostare i colori in modo giusto ed a riempire con il riso ogni piccolo spazio! Aggiungi,oltre al disegno principale,qualche altro particolare per rendere il quadro più suggestivo. Ed ecco il risultato… bello,vero? La gabbianella e il gatto che le insegnò a volare (di Luis Sepúlveda ) Kengah, una gabbiana avvelenata da una macchia di petrolio, riesce ad affidare in punto di morte il proprio uovo al gatto Zorba, strappandogli tre promesse: quella di non mangiare l'uovo, di averne cura finché non si schiuderà e di insegnare a volare al nascituro. Zorba chiede consiglio ai suoi amici Colonnello, Segretario, Pallino e Diderot, e grazie al loro indispensabile aiuto, la piccola creatura riesce a nascere senza problemi. La gabbianella orfana viene battezzata Fortunata (Fifì) dalla comunità dei gatti, e coinvolta da Zorba nel compito difficile di allevare questa inattesa 'figlia'. La piccola Fifì si trova di fronte uno strano compito: quello di imparare a conoscersi e capire di non essere un gatto, prima di imparare a volare. E intanto, al fianco degli amici felini, si trova a dovere fronteggiare il pericolo rappresentato dai ratti che aspettano l'occasione per uscire dalle fogne, prendere il potere e proclamare l'avvento del Grande Topo. Un giorno Fortunata, giocando con Pallino litiga con lui che per dispetto le dice che Zorba e gli altri gatti la vogliono mangiare. Allora lei scappa disperata e viene rapita dai topi che vogliono papparsela. I gatti organizzano un'operazione di salvataggio e la liberano. La gabbianella, ormai diventata adolescente, continua a pensare a ciò che le ha detto Pallino, ma Zorba la rassicura, confessandole che non le faranno niente. Dopo qualche giorno i gatti decidono di insegnarle a volare. Provano ogni tipo di espediante e mille esercizi ma lei non ci riesce. Allora Zorba chiede aiuto a Bubulina e alla sua padroncina Nina, per portarla in cima al campanile di San Michele, da dove potersi lanciare e, finalmente, volare. Arrivati in cima, Nina e Zorba aiutano la gabbianella a superare ogni paura. Fifì si butta in picchiata rischiando di schiantarsi al suolo, ma ecco che finalmente apre le ali e riesce a levarsi in volo. Fortunata saluta Zorba e i suoi amici e va verso il mare dove, incontrando uno stormo di gabbiani, trova il suo futuro. Zorba e Fifì li abbiamo trasformati in ottimi biscotti Guardate come…. Ingredienti 300 gr di farina 150 gr di zucchero semolato 150 gr di burro 1 uovo 2 tuorli scorza grattugiata di ½ limone da agricoltura biologica o almeno non trattato 1 pizzico di sale .Preparazione 1. Versate la farina sulla spianatoia facendo la fontana. Versate al centro lo zucchero, la scorza di limone grattugiata e il sale. 2. Prendete il burro freddo e tagliatelo a cubetti, poi deponetelo sulla farina. 3. Usando solo la punta delle dita lavorate il tutto cercando di ottenere un insieme di briciole. 4. Unite i tuorli e le uova, e sempre usando la punta delle dita amalgamate il tutto velocemente. 5. Formate una palla con la pasta, avvolgetela con la pellicola alimentare e lasciatela riposare in frigorifero per minimo 30 minuti. Come abbiamo realizzato i nostri biscotti Ricorda che dovrai procurarti delle formine per biscotti ,in questo caso quella di un gattino e di un uccellino Abbiamo unito gli ingredienti come ci suggeriva la ricetta e li abbiamo impastati fino ad attenere una pasta soffice e profumata! Stendi delle porzioni di pasta col mattarello e con le formine del gatto e del gabbiano ritaglia i biscotti Inforna i biscotti a 150° gradi (stai attento!!!) e aspetta che diventino dorati e friabili ...come questi! Puoi anche arricchirli con una glassa al cioccolato,visto che Zorba il gatto è nero! ALCUNI DEGLI ALTRI LAVORI REALIZZATI DAI BAMBINI DEL FAVOLABORATORIO CLASSE SECONDA A Sara Ambrosino, Emanuele Amodio, Lucia Borriello, Sabrina Ciliberti, Marisa Criscitiello, Angelo D’Aniello, Mario Giangrande, Francesca Leardi, Federica Marotta, Carmela Montagna, Martina Montagna, Miriam Montagna, Denise Montuosi, Dirozzi Tonia, Pasquale Rolanto, Annunziata Ruller, Mariarosaria Russo, Carmine Sacco, Martina Terriero CLASSE SECONDA B Arianna Addattilo, Mattia Borriello, Emmanuel Buonaurio, Vincenzo Cancello, Danilo Cimmino, Giusy Casentino, Emanuela Criscuolo, Andrea De Giorgio, Noemi De Maio, Ilenia De Michele, Alessio Dilillo, Bruna Esposito, Luca Isaia, Francesca Pia Puggillo, Giovanni Puggillo, Gabriele Russo, Vincenzo Sacco, Francesco Pio Strazzullo, Maria Tufano Enrico Ambra Francesco Conte Sabrina Coppola Lorenzo Cozzolino Morena De Stefano Ferdinando Errico Dario Fucito Mattia Fusco Rossella Marano Ilaria Marrazzo Roberta Nunnari Salvatore Orefice Lorena Pagano Antonio Palombo Salvatore Perretti Martina Petta Francesca Riccio Carmine Sammartino Mattia Sibillo Francesco Visone Federica Abate Francesca Bianco Gabriela Ciccardi Franc. Pia Costanzo Alessio De Rosa SalvatorePio Esposito Emanuele Ferrigno Simona Fiorentino Nunzia Gargiulo Andrea Giuditta Martina Iodice Fabiana Lipardi Mattia Lobello Fabiana Morra Salvatore Puggillo Antonio Raia GennaroGabriele Rega Luca Sorianiello Giuseppe Verdicchio Alessandra Vestoso. CLASSE SECONDA D CLASSE SECONDA E Emmanuel Acanfora, Franc. Pio Acanfora Simona Albanese Edoardo De Luca Ilaria Marano Gennaro Moccardi Ciro Monaco Antonio Mormile Fabio Murolo Christian Pacifico Antonio Palmieri Thomas Ruggiero Salvatore Schisano Anna Spagnolo Enrico Variale Franc Lucia Veneziano Giuseppe Vestoso Simone Viola.