IL XX CIRCOLO DI NAPOLI
PRESENTA
A.S.2011-12
Officina ri-creativa di fiabe e favole del mondo
Docenti coinvolte nel progetto:
Imma Picone, Ombretta D’Avino, Maria Rosaria Galeota,
Raffaela Lomasto, Carmina Esposito, Giulia Amendola,
Elena Gison
Dirigente scolastico:
Dott.ssa Anna Maria Silvestro
Edito da:
www.libelluscollection.com
IL NOSTRO FAVOLABORATORIO
Il progetto:dalla narrazione in poi…
La narrazione è, come sottolinea Bruner, il primo dispositivo interpretativo e conoscitivo di cui l'uomo - in quanto soggetto socio-culturalmente
situato - fa uso nella sua esperienza di vita (Bruner, 1988, 1992).
Attraverso la narrazione l'uomo conferisce senso e significato al proprio
esperire e delinea coordinate interpretative e prefigurative di eventi,
azioni, situazioni e su queste basi costruisce forme di conoscenza che lo
orientano nel suo agire.
La narrazione ha quindi una funzione epistemica: quella di innescare
processi di elaborazione, interpretazione, comprensione, rievocazione di
esperienze, accadimenti, fatti; dando ad essi una forma che renda
possibile:
a) descriverli e raccontarli ad altri;
b) tentare di spiegarli alla luce delle circostanze, delle intenzioni,
delle aspettative di chi ne è protagonista;
c) conferire loro senso e significato, collocandoli nel contesto di
copioni, routine, repertori socio-culturalmente codificati.
Non bisogna dimenticare, infatti, all'interno di un contesto socio-culturale
che logos e praxis risultano di fatto inseparabili (Bruner, 1992).
La prassi di cui la Scuola Primaria non può proprio fare a meno e che
costituisce il percorso privilegiato alla luce del quale il testo diviene
contesto, diviene vissuto, esperito.
Per questo motivo si è pensato ad un progetto che consentirà ai bambini di
partire dal testo narrato per trasporne personaggi, luoghi ed emozioni in
manufatti di vario genere.
Dalla narrazione alla pittura, alla tecnica del decoupage, al patchwork
senz’ago, al mosaico, alla cucina.
La scelta dei testi è stata orientata alle fiabe internazionali, testimonianza
di culture a volte lontane ma afferenti alle medesima esigenza, quella di
comunicare e trasmettere ai bambini valori imprescindibili dell’umana
natura. Saranno i testi classici e le altre forme di narrazione favolistica,
patrimonio d’inestimabile valore educativo, a costruire una “cornice di
senso” ad un percorso educativo e didattico in cui l’agire seguirà in modo
complementare il sentire, l’immaginare, il ricreare, il narrare.
Il volume
Si tratta di una breve antologia di fiabe e favole del mondo selezionate e
proposte ai piccoli alunni delle classi seconde della nostra scuola .
La scelta ha risposto all’esigenza di intraprendere un percorso di educazione interculturale proprio attraverso il vettore narrativo, attraverso il
mondo delle fiabe che non conosce falsi confini e ottuse discriminazioni.
Il mondo delle emozioni e dei sentimenti è quello di tutti,è quello dei
bambini prima di tutti ed è quello dove ognuno s’incontra con un vissuto
condiviso e riconosciuto da tutti,quello dei sentimenti che abitano l’animo
umano,da sempre e in ogni luogo della terra.
Le storie raccolte sono cinque,tre più brevi e poco conosciute perché
originarie di culture diverse e datate in epoche lontane, ed altre due più
conosciute,già amate dai bambini e con un intreccio narrativo più
articolato.
Da ognuna di queste fiabe è nata la realizzazione manuale, artistica, di
alcuni personaggi.
Dalla narrazione, quindi, alla prassi, al laboratorio in cui l'idea segue
l'immaginato e si trasforma in agito, in fatto, in oggetto e soggetto
dell'esperienza di ognuno.
I bambini attori indiscussi di questo percorso laboratoriale in cui essi
stessi individuano il personaggio, lo immaginano con sembianze sempre
diverse, lo rivisitano, lo ricreano per giungere alla realizzazione di piccole
e originali opere d'arte.
Grazie bambini
perché ancora una volta un nostro progetto è divenuto realtà
grazie al vostro entusiasmo ed alla vostra insuperabile fantasia!
Hanno partecipato al laboratorio le classi seconde
(tutte le sezioni)!!!!!!!!!!!!!
Breve antologia di fiabe e favole del mondo
Indice
I tre pesci
La scimmia e la tartaruga
Il bambino d'oro e il bambino d'argento
La sirenetta
La gabbianella e il gatto che le insegnò a volare
Il laboratorio extracurricolare afferisce al progetto d’Istituto
“Penso e creo” mentre le fasi curricolari attraversano in modo
trasversale gli obiettivi indicati del Forum delle Culture .
“Favolaboratorio “è un progetto originale della docente Imma Picone.
I tre pesci
(Favola araba)
C'erano una volta tre pesci che vivevano in uno stagno: uno era
intelligente, un altro lo era a metà e il terzo era stupido.
La loro vita era quella di tutti i pesci
di questo mondo, finché un giorno
arrivò un uomo. L'uomo portava una
rete e il pesce intelligente lo vide
attraverso l'acqua. Facendo appello
all'esperienza, alle storie che aveva
sentito e alla propria intelligenza, il
pesce decise di passare all'azione.
"Dato che ci sono pochi posti dove nascondersi in questo stagno,
farò finta di essere morto", pensò. Raccolte tutte le sue forze,
balzò fuori dall'acqua e atterrò ai piedi del pescatore, che si
mostrò piuttosto sorpreso.
Tuttavia, visto che il pesce tratteneva il respiro, l'uomo lo credette morto e lo ributtò nello stagno. Allora il nostro pesce si
lasciò scivolare in una piccola cavità sotto la riva.
Il secondo pesce, quello semintelligente, non aveva capito bene
quanto era accaduto. Raggiunse quindi il pesce intelligente per
chiedergli spiegazioni. "Semplice", disse il pesce intelligente,
"ho fatto finta di essere morto e così mi ha ributtato in acqua".
Immediatamente, il pesce semintelligente balzò fuori dall'acqua
e cadde ai piedi del pescatore.
"Strano", pensò il pescatore, "tutti questi pesci che saltano
fuori dappertutto!".
Ma il pesce semintelligente si era dimenticato di trattenere il
respiro, così il pescatore si accorse che era vivo e lo mise nel suo
secchio. Riprese quindi a scrutare la superficie dell'acqua, ma lo
spettacolo di quei pesci che atterravano sulla riva, ai suoi piedi,
lo aveva in qualche modo turbato, sicché si dimenticò di chiudere
il secchio.
Quando il pesce se ne accorse, riuscì faticosamente a scivolare
fuori e a riguadagnare lo stagno a piccoli salti.
Andò a raggiungere il primo pesce e, ansimando, si nascose
accanto a lui.
Ora, il terzo pesce, quello Stupido, non era naturalmente in
grado di trarre vantaggio dagli eventi, neanche dopo aver
ascoltato il racconto del primo e del secondo pesce.
Allora riesaminarono ogni dettaglio con lui, sottolineando
l'importanza di non respirare quando si finge di essere morti.
"Molte grazie, adesso ho capito!"; disse il pesce stupido, e con
quelle parole si lanciò fuori dall'acqua e andò ad atterrare
proprio accanto al pescatore. Ora, il pescatore, che aveva già
perso due pesci, lo mise subito nel secchio senza preoccuparsi di
verificare se respirava o no. Poi lanciò ancora ripetutamente la
sua rete nello stagno, ma i primi due pesci erano ormai al sicuro
nella cavità sotto la riva. E questa volta il suo secchio era ben
chiuso.
Il pescatore finì per rinunciare. Aprì il secchio, si accorse che il
pesce stupido non respirava, lo portò a casa e lo diede da
mangiare al gatto.
I TRE PESCI…… LI ABBIAMO RICREATI COSì!
La tecnica che abbiamo utilizzato è quella del patchwork senz’ago.
Occorrente:
Pannello di polistirolo
Colori a tempera
Taglierino
Coltellini di plastica
Scampoli di stoffa colorata
Pietre o perline colorate
Colla vinilica
Fasi della realizzazione
Disegna e colora come vuoi il
personaggio che hai scelto
Fatti aiutare da un adulto ad incidere
col taglierino tutti i bordi del disegno
Con dei ritagli di stoffa rivesti ogni piccola parte del disegno aiutandoti con la punta
di un coltellino di plastica o con le forbicine con le punte arrotondate.
Puoi rivestire anche i bordi creando una cornice !
Infine puoi decorare il pannello con perline e pietre colorate
….e questo è il risultato! Belli, vero?
La scimmia e la tartaruga
( racconto dell'India)
Compare Tartaruga si annoiava da morire: i giorni passavano
sempre uguali. Il mare si estendeva all'infinito, le onde
succedevano alle onde. Nessuno veniva mai a rallegrare la sua
vita monotona, tranne qualche volta una balena o un gruppo di
delfini, che passavano in lontananza, al largo dell'isola.
Un giorno, scorse una scimmia che si rimpinzava di banane.
"Perché cercare un amico nel mare?" pensò la tartaruga.
"Compare Scimmia sembra un compagno ideale, certamente più
simpatico di un granchio!". "Buongiorno Compare Scimmia!
Vorresti essere mio amico?" "Buongiorno Compare Tartaruga!
Certamente!". Da quel giorno trascorsero insieme tutto il loro
tempo; la tartaruga non si era mai divertita tanto.
Un giorno la scimmia la invitò ad assaggiare le banane. Un altro,
le disse: "Vieni, ti insegnerò ad arrampicarti sugli alberi!".
La sera, Compare Scimmia raccontò alla moglie: "Ah! Come mi
sono divertito! Avresti dovuto vederlo mentre si arrampicava su
un albero! Compare Tartaruga è il mio migliore amico!".
Anche Compare Tartaruga disse alla moglie: "Che amico meraviglioso! Come mi annoiavo prima di conoscerlo!".
Ma Comare Tartaruga non condivideva la sua gioia e pensava:
"Mio marito sta sempre con il suo nuovo amico. Devo sbarazzarmi di questa maledetta scimmia!"
Una sera, Compare Tartaruga trovò la moglie a letto.
"Sei malata?". "Sì, molto malata; il dottore ha detto che sto per
morire e che l'unico modo per salvarmi è mangiare il cuore di
una scimmia!". Ma dove potrò trovarlo? L'unica scimmia che
conosco è il mio amico!". "Allora, non mi resta che morire!" disse
Comare Tartaruga con voce fioca.
Compare Tartaruga era disperato. Rifletté a lungo e infine
decise che avrebbe sacrificato il suo amico. Lentamente, si
diresse verso la casa di Compare Scimmia. "Buongiorno, Compare
Tartaruga! Che piacere rivederti! Qual buon vento ti porta?".
"Mia moglie vorrebbe invitarti a cena questa sera, verrai?".
"Certo, volentieri!". La scimmia seguì allegramente il suo amico
fino in riva al mare, ma non poteva continuare non sapendo
nuotare.
"Sali sul mio guscio! - gli disse la tartaruga - Ti porterò io!".
La scimmia si aggrappò al guscio lasciandosi trasportare tra le
onde. Avrebbe voluto chiacchierare ma l'altro non rispondeva:
"Mi sembri molto triste e silenzioso! Cosa ti è successo?
Racconta: farei qualsiasi cosa per te!".
"Ah, amico mio - finì per confessare Compare Tartaruga - c'è
solo un sistema per salvare mia moglie, e cioè che tu mi dia il tuo
cuore!".
"Ahi! - pensò la scimmia - "ho detto qualsiasi cosa, ma c'è un
limite a tutto! Come faccio a risolvere la situazione? Compare
Tartaruga può farmi annegare da un momento all'altro!"
D'improvviso, si colpì la fronte. "E' terribile! Ti darei volentieri
il mio cuore, ma dobbiamo tornare indietro a prenderlo!".
"Il tuo cuore non si trova nel tuo petto?".
"Come? - esclamò la scimmia - Non sai che le scimmie lasciano il
cuore in una brocca, accanto alla loro casa, prima di intraprendere un viaggio?".
La tartaruga si fermò e disse: "Ma come facciamo?". "È molto
semplice! Riportami sull'isola e andrò a prendere il mio cuore!".
La tartaruga tornò indietro,
La scimmia saltò sulla riva e si arrampicò rapida su un albero.
"Uff! Sono salvo! Mi hai spaventato!".
"Ma - gridò la tartaruga - e il cuore che mi hai promesso?".
"Il cuore? Non sei abbastanza furbo, Compare Tartaruga. Batte
nel mio petto, naturalmente, e ci tengo molto! Addio!".
Compare Tartaruga ritornò triste a casa: aveva perso un amico,
ma ebbe almeno la consolazione di veder guarita la moglie.
LA TARTARUGA DELLA FIABA L’ABBIAMO RICREATA COSì……..
OCCORRENTE PER LA REALIZZAZIONE
Panetto di DAS
Colori a tempera e/o acrilici
Pennelli
Colla trasparente
Perline,strass,conchigliette
FASI DELLA REALIZZAZIONE
Prendi una piccola quantità di DAS e comincia a lavorarla con le mani
fino a darle la forma di un guscio
Ricorda che per modellarle meglio puoi aiutarti con un mattarello e puoi
bagnarti un po’ le dita con l’acqua! Aggiungici le zampette, la testa e la coda
e lasciale asciugare… puoi colorare le tartarughe con i colori a tempera
oppure lasciarle al naturale, soprattutto se utilizzerai DAS color terracotta.
Infine,decora i gusci con le perline, le conchigliette o altro passando
qualche strato di colla liquida per fissarle!
IL BAMBINO D'ORO E IL BAMBINO D'ARGENTO
(fiaba africana)
Niame, il più potente fra i maghi del cielo, viveva in una fattoria
posata sopra un bellissimo tappeto di nuvole. Un giorno decise di
prendere moglie e invitò a presentarsi le quattro fanciulle più
belle della sua tribù. Poi domandò a ciascuna: - Che cosa faresti,
per me, se io ti sposassi?
La prima, che si chiamava Acoco, dichiarò:- Spazzerei la fattoria
e governerei la tua casa.
E la seconda: - Cucinerei ogni giorno per te le pietanze migliori.
E la terza: - Filerei montagne di cotone e andrei tutti i giorni ad
attingere l'acqua.
E la quarta: - Io, Niame, ti darei un figlio tutto d'oro.
Naturalmente Niame scelse l'ultima e ordinò di preparare la
cerimonia per le nozze. Acoco fu molto contrariata per la scelta
fatta da Niame; si rodeva di invidia e di gelosia. Seppe tuttavia
nascondere molto bene i propri sentimenti e riuscì a rimanere
presso la giovane regina come dama di compagnia.
I due sposi vivevamo felicemente e avevano già preparato la culla
in attesa del bambino tutto d'oro,quando Niame dovette partire,
per visitare una sua grande fattoria.
Proprio durante la sua assenza, alla regina nacquero due gemelli:
uno tutto d'oro, l'altro tutto d'argento. La perfida Acoco, non
appena li vide, prese i due bambini, li chiuse in un cestello e
fuggi con essi in mezzo al bosco;poi nascose il cestello nel tronco
vuoto di un albero. Nella culla al posto dei bambini, mise due orribili ranocchi. Quando Niame fu di ritorno, Acoco gli corse i
ncontro: - Affrettati, Niame! - gridò. - Vieni in casa a vedere i
tuoi figli!
Niame si affrettò, ma quando vide nella culla le due brutte bestie,
rimase male. Comandò che i ranocchi fossero uccisi e la regina
esiliata proprio ai confini del regno, in una capanna solitaria.
Intanto il destino volle che un cacciatore passasse vicino all'albero morto dove stava nascosto il cestello con i due bambini dentro.
L'uomo scorse un luccichio e si avvicinò. - Che cosa è questo ?- si
chiese. - Siamo figli di Niame - risposero i bambini.
Il cacciatore raccolse il cesto, lo aprì, e restò ammirato davanti
alla bellezza dei due piccoli.
Era poverissimo, ma li portò a casa sua e li allevò con amore,senza
rivelare a nessuno dove li avesse trovati. I due bambini crescevano buoni, obbedienti e abili in tutte le cose. Quando il cacciatore
aveva bisogno di denaro, raccoglieva la polvere d'oro e d'argento
che cadeva di continuo dai loro corpi e andava in città a comperare quando gli era necessario. A poco a poco divenne un uomo molto
ricco, e sostituì la misera capanna con un ampia fattoria.
Un giorno il cacciatore venne per caso a sapere che i due bambini
erano figli del re e allora, sebbene a malincuore, decise di riportarli al padre. Giunti alla fattoria di Niame, il cacciatore chiamò il
re fuori dal recinto e gli disse: - Vieni a vedere quali esercizi sa
fare questo ragazzo d'argento!
Niame uscì e restò ammirato dell'abilità straordinaria del giovane.
Intanto il ragazzo d'oro aveva cominciato a cantare in modo
meraviglioso e cantando narrava la propria storia: la promessa
della mamma, la perfidia di Acoco e la bontà del cacciatore che li
aveva allevati e amati come figli.
Niame stupito e commosso abbracciò i figli, fece richiamare la
regina dall'esilio e ordinò alle schiave di pettinarla e rivestirla di
abiti regali. Poi andò da Acoco, la trasformò in una gallina e la
scaraventò sulla terra. Infine lodò molto il buon cacciatore e lo
rimandò a casa carico di regali. Ancora oggi i due figli di Niame
vanno a fare il bagno nel grande fiume che scendeva a cascata
sulla terra; allora un po' della loro polvere d'oro e argento arriva
fino a noi e quelli che la trovano diventano molto ricchi.
Il bambino d’oro e il bambino d’argento
li abbiamo riprodotti così
Tecnica utilizzata:mosaico con tessere di carta
Occorrente:
Pannello di compensato o polistirolo
Carta colorata da collage o da riviste
Colori a tempera e pennelli
Colla vinilica o stick
Forbicine con la punta arrotondata
FASI DELLA REALIZZAZIONE
Disegna sulla tela o sul pannello la
scena e i personaggi da
rappresentare
Colora con i colori a tempera o
acrilici la scena
Ritaglia tante tesserine di carta
colorata !
Incolla le tesserine di carta con la
colla vinilica facendo attenzione a
non lasciare alcuno spazio vuoto!
Puoi arricchire il pannello con altre piccole decorazioni come, ad esempio,
dei petali di stoffa per far“fiorire” l’albero rappresentato.
Ed ecco il pannello finito!
La sirenetta
(C.Andersen)
C'era una volta, in fondo al mare, la famiglia del re del mare, che
era composta da sirene. Il re aveva sei bellissime figlie, tutte
sirene: le prime cinque erano felici di vivere in mare, mentre la
più giovane avrebbe voluto conoscere il mondo degli umani.
Il giorno del sedicesimo compleanno di ognuna delle sorelle, la
festeggiata poteva salire sulla superficie e guardare il mondo
fuori.
La sorella più giovane
aveva ascoltato con
trepidazione i racconti
delle sue sorelle:
la prima aveva
assistito ad una festa
in riva al mare, la
seconda aveva visto
due giovani che si
sposavano su una nave,
la terza era salita
d'inverno in mezzo agli
iceberg e a foche e
pinguini, la quarta
aveva visitato i Paesi
dell'Oriente e la
quinta le coste abitate dagli animali selvatici. Fu il turno infine
della sesta: la sirenetta si diresse verso un paese abitato dagli
uomini e vide una sontuosa nave che faceva vela in mare aperto.
Sopra c'era il principe di quel Paese, che partiva per un viaggio
di studio. La sirenetta lo vide e le sembrò il giovane più bello che
avesse mai visto. Di colpo scoppiò una tempesta spaventosa, e il
principe fu spinto in acqua: la sirenetta nuotò per salvarlo, riuscì
ad afferarlo e lo portò in superficie, verso una vicina spiaggia. Lo
lasciò lì e vide una ragazza con altre giovani che si precipitavano
al suo soccorso. Si era innamorata del principe, ma sapeva che
una sirenetta non poteva amare un mortale, sapeva che esistevano leggi ferree nel suo mondo.
Ma i giorni passavano e la sirenetta era sempre più triste, sentiva che voleva provare a fare qualcosa per salvare il suo amore.
Nelle profondità di un abisso c'era una strega, temuta da tutti,
ma di cui si diceva sapesse fare prodigi eccezionali. Tutti ne
avevano paura, anche la nostra Sirenetta, che però si convinse
che era l'unica che poteva aiutarla.
Per cui partì alla volta dell'abisso, passando in mezzo a meduse,
piovre, serpenti ed altri mostri marini che proteggevano l'antro
della maga. La Strega la accolse bene: Sai che noi creature del
mare non possiamo amare un mortale, salvo che al prezzo di sacrifici immensi. Posso farti un filtro, ma tu dovrai in cambio
darmi la tua voce. Ogni volta che camminerai sulle tue gambe
avrai dei dolori tremendi, ma dovrai sopportare in silenzio.
Sappi che se il tuo principe ti preferirà un'altra, tu morirai e ti
trasformerai in spuma marina. Ed ora decidi tu se accettare o
meno!La Sirenetta accettò: perse la sua voce subito, ed andò in
superficie con in mano il filtro magico della strega.
Giunta sulla spiaggia bevve dall'ampolla: subito sentì un dolore
improvviso, che la fece svenire. Quando riprese conoscenza la
sua coda da pesce si era trasformata in due bellissime gambe. La
Sirenetta si alzò in piedi, ma ad ogni passo che faceva sentiva un
dolore lancinante. La trovarono il principe e la sua corte, e il
principe fu subito incantato dalla sua dolcezza.
La Sirenetta non poteva più parlare e cantare, ma in compenso
sapeva suonare divinamente l'arpa, e cuciva degli splendidi arazzi. Il principe la prese al suo seguito, ad allietare le sue giornate.
Le parlava e provava piacere a confidarsi con lei. Sai, le disse un
giorno, mio padre vuole combinarmi un matrimonio, ma io non voglio sposarmi. Io sono innamorato della fanciulla che mi ha soccorso quel giorno in cui ho avuto il naufragio, amo solo lei...
Piuttosto mi sposerei con te, che sei dolce e devota, che con una
persona che non conosco! La Sirenetta stava zitta ma era felice
di sentire quelle parole. Venne poi il giorno che la figlia di un re
vicino arrivò per fidanzarsi con il principe.
Il giovane era disperato, e si confidò ancora con la Sirenetta. Ma
bastò incontrarla perché riconobbe in lei la giovane che l'aveva
raccolto sulla spiaggia. “I miracoli avvengono!” disse il principe
alla sirenetta. Lei era disperata: sapeva che era tutto perduto.
Ci furono grandi festeggiamenti per il fidanzamento dei due
principi, su una splendida nave. La Sirenetta guardava il mare,
sapendo che quella notte sarebbe diventata spuma. Ad un tratto
vide uscire dalle onde le sue sorelle: avevano fatto tagliare i loro
meravigliosi capelli lunghi. Abbiamo parlato con la strega, dissero
loro, ed abbiamo sacrificato i nostri capelli per avere questo
pugnale magico. Dovrai uccidere il principe e la suafidanzata, e
poi buttarti in mare: ridiventerai sirena e sarai felice con noi per
sempre! La Sirenetta prese il pugnale magico e fu tentata di
mettere in atto cosa le sue sorelle le suggerivano: ma poi capì di
non poterlo fare e si buttò in mare, sperando di avere una morte
rapida.
Ma non diventò spuma: vide che saliva verso il cielo, sotto forma
di bollicine. Intorno a lei c'erano altre creature come lei:
Benvenuta tra noi, la tua generosità ti ha salvato: veglierai sugli
uomini per i prossimi secoli, e poi avrai anche tu un'anima come
loro! Per cui, ricordatevi che da qualche parte c'è anche l'anima
di una piccola sirena,che veglia su di voi.
La Sirenetta l’abbiamo riprodotta così…..
Tecnica utilizzata:
pittura su tela e mosaico con riso colorato
Occorrente:
Tela
Colori a tempera o acrilici
Tamponi e pennelli
Disegno (anche fotocopiato) su carta
Riso
Colla vinilica
FASI DELLA REALIZZAZIONE
Tampona una tela pulita con il colore a tempera o acrilico senza tralasciare
alcuno spazio per creare uno sfondo uniforme. Lascia asciugare!
Ritaglia il disegno , incollalo sulla tela e colora il riso con tutti i colori che
desideri adoperare per ricoprire il disegno.
Riempi tutti gli spazi del disegno del personaggio che hai scelto col riso
colorato incollandolo con la colla vinilica.
Fai attenzione ad accostare i colori in modo giusto ed a riempire con il riso
ogni piccolo spazio! Aggiungi,oltre al disegno principale,qualche altro
particolare per rendere il quadro più suggestivo.
Ed ecco il risultato… bello,vero?
La gabbianella e il gatto che le insegnò a volare
(di Luis Sepúlveda )
Kengah, una gabbiana avvelenata da una macchia di petrolio, riesce ad affidare in punto di morte il proprio uovo al gatto Zorba,
strappandogli tre promesse: quella di non mangiare l'uovo, di
averne cura finché non si schiuderà e di insegnare a volare al
nascituro. Zorba chiede consiglio ai suoi amici Colonnello,
Segretario, Pallino e Diderot, e grazie al loro indispensabile
aiuto, la piccola creatura riesce a nascere senza problemi.
La gabbianella orfana viene battezzata Fortunata (Fifì) dalla
comunità dei gatti, e coinvolta da Zorba nel compito difficile di
allevare questa inattesa 'figlia'. La piccola Fifì si trova di fronte
uno strano compito: quello di imparare a conoscersi e capire di
non essere un gatto, prima di imparare a volare. E intanto, al
fianco degli amici felini, si trova a dovere fronteggiare il
pericolo rappresentato dai ratti che aspettano l'occasione per
uscire dalle fogne, prendere il potere e proclamare l'avvento del
Grande Topo. Un giorno Fortunata, giocando con Pallino litiga con
lui che per dispetto le dice che Zorba e gli altri gatti la vogliono
mangiare. Allora lei scappa disperata e viene rapita dai topi che
vogliono papparsela. I gatti organizzano un'operazione di
salvataggio e la liberano.
La gabbianella, ormai diventata adolescente, continua a pensare a
ciò che le ha detto Pallino, ma Zorba la rassicura, confessandole
che non le faranno niente. Dopo qualche giorno i gatti decidono di
insegnarle a volare. Provano ogni tipo di espediante e mille
esercizi ma lei non ci riesce. Allora Zorba chiede aiuto a Bubulina
e alla sua padroncina Nina, per portarla in cima al campanile di
San Michele, da dove potersi lanciare e, finalmente, volare.
Arrivati in cima, Nina e Zorba aiutano la gabbianella a superare
ogni paura. Fifì si butta in picchiata rischiando di schiantarsi al
suolo, ma ecco che finalmente apre le ali e riesce a levarsi in volo.
Fortunata saluta Zorba e i suoi amici e va verso il mare dove,
incontrando uno stormo di gabbiani, trova il suo futuro.
Zorba e Fifì li abbiamo trasformati in ottimi biscotti
Guardate come….
Ingredienti
300 gr di farina
150 gr di zucchero semolato
150 gr di burro
1 uovo
2 tuorli
scorza grattugiata di ½ limone da agricoltura biologica o almeno non trattato
1 pizzico di sale
.Preparazione
1. Versate la farina sulla spianatoia facendo la fontana. Versate al centro lo
zucchero, la scorza di limone grattugiata e il sale.
2. Prendete il burro freddo e tagliatelo a cubetti, poi deponetelo sulla farina.
3. Usando solo la punta delle dita lavorate il tutto cercando di ottenere un
insieme di briciole.
4. Unite i tuorli e le uova, e sempre usando la punta delle dita amalgamate il
tutto velocemente.
5. Formate una palla con la pasta, avvolgetela con la pellicola alimentare e
lasciatela riposare in frigorifero per minimo 30 minuti.
Come abbiamo realizzato i nostri biscotti
Ricorda che dovrai procurarti delle formine per biscotti ,in questo caso
quella di un gattino e di un uccellino
Abbiamo unito gli ingredienti come ci suggeriva la ricetta e li abbiamo
impastati fino ad attenere una pasta soffice e profumata!
Stendi delle porzioni di pasta col mattarello e con le formine del gatto e
del gabbiano ritaglia i biscotti
Inforna i biscotti a 150° gradi (stai attento!!!) e aspetta che diventino
dorati e friabili ...come questi! Puoi anche arricchirli con una glassa al
cioccolato,visto che Zorba il gatto è nero!
ALCUNI DEGLI ALTRI LAVORI REALIZZATI
DAI BAMBINI DEL
FAVOLABORATORIO
CLASSE SECONDA A
Sara Ambrosino, Emanuele Amodio, Lucia Borriello, Sabrina Ciliberti, Marisa Criscitiello,
Angelo D’Aniello, Mario Giangrande, Francesca Leardi, Federica Marotta, Carmela Montagna,
Martina Montagna, Miriam Montagna, Denise Montuosi, Dirozzi Tonia, Pasquale Rolanto,
Annunziata Ruller, Mariarosaria Russo, Carmine Sacco, Martina Terriero
CLASSE SECONDA B
Arianna Addattilo, Mattia Borriello, Emmanuel Buonaurio, Vincenzo Cancello, Danilo Cimmino,
Giusy Casentino, Emanuela Criscuolo, Andrea De Giorgio, Noemi De Maio, Ilenia De Michele,
Alessio Dilillo, Bruna Esposito, Luca Isaia, Francesca Pia Puggillo, Giovanni Puggillo,
Gabriele Russo, Vincenzo Sacco, Francesco Pio Strazzullo, Maria Tufano
Enrico Ambra
Francesco Conte
Sabrina Coppola
Lorenzo Cozzolino
Morena De Stefano
Ferdinando Errico
Dario Fucito
Mattia Fusco
Rossella Marano
Ilaria Marrazzo
Roberta Nunnari
Salvatore Orefice
Lorena Pagano
Antonio Palombo
Salvatore Perretti
Martina Petta
Francesca Riccio
Carmine Sammartino
Mattia Sibillo
Francesco Visone
Federica Abate
Francesca Bianco
Gabriela Ciccardi
Franc. Pia Costanzo
Alessio De Rosa
SalvatorePio Esposito
Emanuele Ferrigno
Simona Fiorentino
Nunzia Gargiulo
Andrea Giuditta
Martina Iodice
Fabiana Lipardi
Mattia Lobello
Fabiana Morra
Salvatore Puggillo
Antonio Raia
GennaroGabriele Rega
Luca Sorianiello
Giuseppe Verdicchio
Alessandra Vestoso.
CLASSE SECONDA D
CLASSE SECONDA E
Emmanuel Acanfora,
Franc. Pio Acanfora
Simona Albanese
Edoardo De Luca
Ilaria Marano
Gennaro Moccardi
Ciro Monaco
Antonio Mormile
Fabio Murolo
Christian Pacifico
Antonio Palmieri
Thomas Ruggiero
Salvatore Schisano
Anna Spagnolo
Enrico Variale
Franc Lucia Veneziano
Giuseppe Vestoso
Simone Viola.
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Il nostro libro! - XX Circolo Didattico di Napoli Via Calata