l martedì 10 agosto ore 22,15 Castello della Pieve UN PENTAGRAMMA DI STELLE: conquistare un castello con strumenti, musiche e ballate irlandesi. Ricatti Acustici Fabio Andruccioli . . . . . . voce, bodhran, spoons Enrico Ribuoli . . . . . . . . . . . . . . . . . . chitarra acustica Ilaria Mignoni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . violino Alessandro Bannini . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . basso Piero Valbruzzi . . . . . . . flauto traverso, tin whistles Raffaele Damen . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . fisarmonica Andrea Solomita . . . batteria, bodhran, barduka na divertente pausa alla serrata programmazione della stagione concertistica 2010 e una breve evasione dai luoghi consueti racchiusi entro le mura di Mercatello, è offerta dalla serata che, come già lo scorso anno, coinvolge lo splendido territorio dell’Alto Metauro ed in particolare il borgo medievale di Castel della Pieve. Il suggestivo agglomerato urbano, arroccato a dominare la valle sottostante, potrà essere raggiunto oltre che in auto anche a piedi, attraverso un percorso naturalistico che si dipana lungo le pendici dei monti che coronano i primi passi dello storico fiume, subito dopo la confluenza dei torrenti che sotto Borgo Pace lo formano: il Meta e l’Auro. La tradizionale passeggiata notturna, organizzata dall’associazione culturale Arte e Altro, si arricchisce del momento musicale finale che segue il ristoro preparato per i camminatori al loro arrivo nel borgo. Chi vorrà gustarsi tutto il paesaggio e guadagnarsi con fatica la meta musicale dovrà dunque chiamare il numero di telefono dell’associazione 3208935754 - per iscriversi e ricevere informazioni più dettagliate. U Partendo all’imbrunire dal centro di Mercatello e percorrendo questo incantevole cammino in compagnia di guide esperte e preparate, ci si potrà immergere, man mano che la luce lascerà il posto alla miriade di solchi luminosi che tracceranno il cammino, in un’atmosfera resa sempre più fatata dall’aumentare dell’oscurità e che troverà il suo culmine al traguardo. Qui, assieme a quanti avranno scelto mezzi di trasporto meno faticosi, ai piedi della torre medievale, in uno scenario portentoso che si perde nell’immensità del cielo stellato, ci si potrà far cullare e trascinare dalla musica forse più magica: quella che proviene dal lontano e leggendario passato d’Irlanda. Radici che affondano addirittura nella preistoria e nel fortissimo legame dei riti che legavano gli abitanti dell’isola agli astri ed ai loro movimenti nella volta stellata. Radici che hanno attecchito in profondità e che ancor oggi sorreggono un amore solido e palpabile per la musica; basti pensare che l’Irlanda è l’unica nazione al Mondo ad avere fin dal medioevo uno strumento musicale, l’arpa, come simbolo nazionale. 59 Assieme a queste melodie non mancheranno alcune ballate popolari italiane, sapientemente miscelate in una sequenza che rivela chiaramente l’universalità della musica e i tanti punti di contatto fra i vari ceppi di origine. Sarà un vero e proprio gemellaggio fra terre lontane; entrambe fatte di castelli. Come non ricordare i numerosissimi manieri svettanti nel territorio irlandese, pregni di leggende e misteri accattivanti, e parallelamente la moltitudine di agglomerati murati e turriti che punteggiavano le cime delle nostre alture, tanti da far guadagnare nel medioevo alla nostra zona l’appellativo di Terra dei Cento Castelli. Nella notte di San Lorenzo la musica ci aiuterà ad immaginare i fuochi che ardevano in lontananza e che parlavano fra loro, fra torre e torre. Emergenze che si stagliavano o si stagliano ancora nei profili delle catene montuose che si susseguono fino all’Alpe, quinta verso l’infinito e dominatrice di un paesaggio che è evidentemente differente da quello d’Irlanda ed allo stesso tempo a questo simile. Paesaggio che è la più grande attrazione di entrambi, pregno com’è di colori dall’intensità che sembra non essere stata ancora alterata dal passaggio dell’uomo o da altri scaturiti dalla perfetta simbiosi instauratasi nei secoli dall’incontro dell’uomo con la natura; quando vi era ancora rispetto, paura e meraviglia per quest’ultima. Quello che più ci interessa sottolineare è però l’atmosfera sognante che la musica tradizionale irlandese, nota per la sua vivacità e leggiadria, saprà destare nella mente dei presenti; assieme a confronti con la nostra misconosciuta e trascurata musica popolare. Risultati diversi di culture differenti; entrambi ottenuti con strumenti musicali sostanzialmente simili e in grado di sottolineare con maestria le scie delle stelle cadenti. Conosciamone dunque alcuni, più o meno familiari, soprattutto per il nome, e che diventeranno man mano protagonisti della serata, ben assecondando lo spirito della musica tradizionale irlandese, fatta più per solisti che per gruppi. 60 Prima attrice, soprattutto per noi marchigiani, quella che è stata l’immancabile compagna di tante feste sulle nostre aie: la Fisarmonica. Anche per la sua recente invenzione (1829), in genere è poco associata alla musica tradizionale irlandese nell’immaginario collettivo. La Fisarmonica, e la sorella minore Concertina (in genere di sezione esagonale o ottagonale), con il loro tirare e spingere per produrre note attraverso una tastiera, hanno invece in gran parte preso il posto di uno strumento di origine più artigianale come la Cornamusa, contribuendo non poco a favorire la diffusione del genere musicale nel mondo. Immancabile quello che è lo strumento più universale, versatile, economico, disponibile ed intuitivo: la Voce umana, in particolare il canto a cappella. Basato sulla metrica della poesia gaelica, questo costituisce senza alcun dubbio il fulcro stesso della musica irlandese. La ricchezza degli abbellimenti è infatti in gran parte dovuta al suo carattere melismatico, ovvero al fatto che più note vengono modulate su una singola sillaba. In particolare con il Lilting, sillabe convenzionali e prive di significato che vengono cantate in maniera molto rapida, si riesce a far danzare la gente anche senza strumenti musicali. Il Fiddle coincide con il nostro Violino, anche se possono variare di molto le tecniche di posizione e di esecuzione, molto più libere nella tradizione irlandese e che sono demandate esclusivamente all’esecutore. Questo infatti può utilizzarlo appoggiandolo contro il petto, contro o sopra la spalla, sotto il mento o in alcuni casi anche contro il fianco. Ugualmente l’archetto, fondamentale nella tecnica di suono, potrà essere tenuto vicino o lontano dall’estremità, producendo stili di esecuzione diversificati. Il Tin whistle, un virtuosistico flauto a fischietto metallico, prende il suo nome dal materiale utilizzato per la sua costruzione, la latta. Grazie alla sua economicità ha avuto una larga diffusione ed è diventato lo strumento base dei giovani irlandesi. Come da noi per il flauto dolce però questa popolarità ha prodotto una disaffezione nei confronti del tin whistle, facendogli preferire di gran lunga il Flauto traverso. Fra gli strumenti a percussione il Bodhran è un tamburo di pelle di capra percosso con una piccola bacchetta di legno. Mantenendolo dritto sulle ginocchia, il musicista tiene il bastoncino nella mano destra, come se fosse una penna, e colpisce la pelle alternativamente con le due estremità, unicamente con i movimenti del polso.Semplice in apparenza lo strumento sbalordisce per i numerosi effetti che mani maestre possono ottenere variando la tensione della pelle o il punto di battuta della bacchetta. Più simile ad un Tamburello è invece il Barduka mentre lo Spoon è, come dice la parola, un vero e proprio cucchiaio che viene utilizzato battendolo su un suo simile, alla maniera delle Nacchere, o con altri metodi per ottenere diversi effetti sonori, capaci di donare maggior suggestione alla serata. Alto Metauro nel dipinto del Ducato di Urbino delle Logge Vaticane, Roma 61