Celebrazione
Eucaristica
Presieduta da S.Em. Cardinale Giuseppe Betori
Arcivescovo di Firenze
con l’esecuzione della
Messa in Si minore
BWV 232
di Johann Sebastian Bach
All’evento è stata conferita la
MEDAGLIA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Firenze, Insigne Basilica di San Lorenzo
Domenica 5 gennaio 2014 - Ore 10.30
Patrocinio del Ministero della Giustizia
DAP Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria
Patrocinio della Regione Toscana
Patrocinio del Comune di Firenze
Liturgia, musica e impegno civile
per chiudere le festività natalizie
e inaugurare il nuovo anno
All’evento è stata conferita la
MEDAGLIA DEL PRESIDENTE
DELLA REPUBBLICA
Partecipa un gruppo di detenuti
della Casa Circondariale di Sollicciano
Celebrazione Eucaristica
presieduta da S. Em. Rev.ma
Cardinale Giuseppe Betori
Arcivescovo di Firenze
Prima Lettura: Sergio Givone
Seconda Lettura: Un detenuto
con l’esecuzione della
Messa inSi minore
BWV 232
di Johann Sebastian Bach
Coro del Maggio Musicale Fiorentino
Maestro del Coro Lorenzo Fratini
Giulia Peri, soprano - Anastasia Boldyreva, contralto
Alfonso Zambuto, tenore - Gabriele Spina, basso
Direttore Mario Ruffini
Cappella Musicale della Cattedrale di Firenze
Maestro del Coro Michele Manganelli
Firenze, Insigne Basilica di San Lorenzo
Domenica 5 gennaio 2014 - Ore 10.30
In collaborazione con
Con il contributo di
Con la partecipazione di
REGIONE TOSCANA
COMUNE DI FIRENZE
BASILICA DI SAN LORENZO
OPERA MEDICEA LAURENZIANA
MAGGIO MUSICALE FIORENTINO
OPERA DI SANTA MARIA DEL FIORE
BANCA CR FIRENZE
ENTE CASSA DI RISPARMIO
DI FIRENZE
ISTITUTO DIOCESANO DI MUSICA SACRA
CASA CIRCONDARIALE DI SOLLICCIANO
PROVVEDITORATO DELL’AMMINISTRAZIONE PENITENZIARIA PER LA TOSCANA
TRIBUNALE DI SORVEGLIANZA
ACCADEMIA DELLE ARTI DEL DISEGNO
ACCADEMIA SAN FELICE
TOSCANA OGGI
Grafica Andrea Magagnato FST
Cameristi del Maggio Musicale Fiorentino
Celebrazione Eucaristica
Liturgia, musica e impegno civile
per chiudere le festività natalizie e inaugurare il nuovo anno
Partecipa un gruppo di detenuti della
Casa Circondariale di Sollicciano
Prima Lettura: Sergio Givone
Seconda Lettura: Un detenuto
All’evento è stata conferita la
MEDAGLIA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Patrocinio
Ministero della Giustizia
DAP-Dipartimento Amministrazione Penitenziaria
Regione Toscana
Comune di Firenze
3
SCHEMAGENERALEDELLACELEBRAZIONEEUCARISTICA
conl’esecuzionedella
MESSAINSIMINOREBWV232
diJohannSebastianBach
Ingrigiolepartieseguitenelrepertoriogregoriano
1‐RITIDIINTRODUZIONE
INTROITO
KYRIE KYRIE CHRISTE
KYRIE GLORIA
GLORIA
ETINTERRAPAX
LAUDAMUSTE GRATIASAGIMUSTIBI
DOMINEDEUS QUITOLLIS
QUISEDES
QUONIAMTUSOLUS
CUMSANCTOSPIRITU
SALMORESPONSORIALE
ALLELUIA
CREDO repertoriogregoriano
Coro Duetto(S/M)
Coro Coro Coro Aria(S)
Coro Duetto(S‐T)
Coro Aria(M)
Aria(B)
Coro salmodelgiorno
repertoriogregoriano
Coro
CONGEDO
GLORIA
4
3‐LITURGIAEUCARISTICA
repertoriogregoriano *IlCredononvieneeseguitonellaversionedellaMessainSiminorediBach ETINCARNATUSEST
2‐LITURGIADELLAPAROLA
OFFERTORIO SANCTUS//OSANNA‐BENEDICTUS SANCTUS
Coro OSANNAINEXCELSIS Coro BENEDICTUS Aria(T)
OSANNAINEXCELSIS Coro PATERNOSTER
AGNUSDEI‐DONANOBISPACEM
AGNUSDEI
Aria(M)
DONANOBISPACEM Coro COMMUNIO Coro
4‐RITIDICONCLUSIONE
Riti di Introduzione
INTROITO
Mentre un quieto silenzio avvolgeva tutte le cose,
e la notte era a metà del suo corso, la parola
onnipotente, Signore, venne dal cielo dal trono
regale. Ps. Il Signore regna, si è rivestito e si è
cinto di forza.
5
s
s
Fratres, agnoscamus peccata nostra, ut
apti simus ad sacra mysteria celebranda.
Fratelli, per celebrare degnamente i santi
misteri, riconosciamo i nostri peccati.
Confiteor Deo omnipotenti et vobis,
fratres, quia peccavi nimis
cogitatione, verbo, opere et omissione:
Confesso a Dio onnipotente e a voi,
fratelli, che ho molto peccato in pensieri,
parole, opere e omissioni,
mea culpa, mea culpa,
mea maxima culpa.
per mia colpa, mia colpa,
mia grandissima colpa.
Ideo precor beatam Mariam semper
Virginem, omnes Angelos et Sanctos,
et vos, fratres, orare pro me
ad Dominum Deum nostrum.
E supplico la beata sempre vergine Maria,
gli angeli, i santi e voi, fratelli,di pregare
per me
il Signore Dio nostro.
Misereatur nostri omnipotens Deus
et, dimissis peccatis nostris,
perducat nos ad vitam aeternam.
Amen.
Dio onnipotente abbia misericordia di noi,
perdoni i nostri peccati e ci conduca alla
vita eterna.
Amen.
JS BACH – Messa in Si minore
KYRIE
Kyrie (Coro)
Christe (Soli)
Kyrie (Coro)
6
Kyrie eleison
Christe eleison
Kyrie eleison
Signore pietà
Cristo pietà
Signore pietà
JS BACH – Messa in Si minore
GLORIA
Gloria (Coro)
Et in terra pax (Coro)
Laudamos te (Mezzosoprano)
Gratias agimus timi (Coro)
Domine Deus (Soprano-Tenore)
Qui tollis (Coro)
Qui sedes (Mezzosoprano)
Quoniam tu solus (Basso)
Cum Sanctu Spiritu (Coro)
Glòria in excèlsis Deo.
Et in terra pax homìnibus bonae voluntàtis.
Laudàmus te.
Benedìcimus te.
Adoràmus te.
Glorificàmus te.
Gràtias àgimus tibi propter magnam
glòriam tuam.
Dòmine Deus, Rex caelèstis, Deus Pater
Omnìpotens.
Dòmine Fili Unigènite, Iesu Christe.
Domine Deus, Agnus Dei, Fìlius Patris.
Qui tollis peccàta mundi, miserère nobis.
Qui tollis peccàta mundi, sùscipe deprecatiònem nostram.
Qui sedes ad dèxteram Patris, miserère nobis.
Quòniam Tu solus Sanctus.
Tu solus Dòminus.
Tu solus Altìssimus, Iesu Christe, cum
Sancto Spìritu, in glòria Dei Patris.
Amen.
Gloria a Dio nell’alto dei cieli.
E pace in terra agli uomini di buona volontà.
Noi ti lodiamo.
Ti benediciamo.
Ti adoriamo.
Ti glorifichiamo.
Ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa. Signore Dio, Re del cielo, Dio Padre
onnipotente.
Signore, Figlio unigenito, Gesù Cristo.
Signore Dio, Agnello di Dio, Figlio del Padre.
Tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà
di noi.
Tu che togli i peccati del mondo, accogli la
nostra supplica.
Tu che siedi alla destra del Padre, abbi pietà
di noi.
Perché tu solo il Santo, tu solo il Signore, tu
solo l’Altissimo, Gesù Cristo, con lo Spirito
Santo nella gloria di Dio Padre.
Amen.
Oremus.
Preghiamo.
Dio onnipotente ed eterno,
luce dei credenti,
riempi della tua gloria il mondo intero,
e rivelati a tutti i popoli nello splendore
della tua verità. Per il nostro Signore Gesù
Cristo, tuo Figlio che è Dio, e vive e regna
con te, nell’unità dello Spirito Santo. Per
tutti i secoli dei secoli.
Amen.
Omnìpotens sempiterne Deus, fidelium
splendor animarum, dignare mundum gloria
tua implere benignus, et cunctis populis
appare per tui luminis claritatem.
Per Dominum nostrum Jesum Christum
Filium tuum: qui tecum vivit e regnat in
unitate Spiritus Sancti Deus per omnia
saecula saeculorum.
Amen.
7
Liturgia della Parola
PRIMA LETTURA
Dal libro del Siracide
(24,1-4.12-16 NV [gr. 24,1-2.8-12])
La sapienza fa il proprio elogio, in Dio trova il proprio vanto, in mezzo al suo popolo proclama la
sua gloria. Nell’assemblea dell’Altissimo apre la bocca, dinanzi alle sue schiere proclama la sua
gloria, in mezzo al suo popolo viene esaltata, nella santa assemblea viene ammirata, nella moltitudine degli eletti trova la sua lode e tra i benedetti è benedetta, mentre dice: «Allora il creatore
dell’universo mi diede un ordine, colui che mi ha creato mi fece piantare la tenda e mi disse:
“Fissa la tenda in Giacobbe e prendi eredità in Israele, affonda le tue radici tra i miei eletti”. Prima
dei secoli, fin dal principio, egli mi ha creato, per tutta l’eternità non verrò meno. Nella tenda
santa davanti a lui ho officiato e così mi sono stabilita in Sion. Nella città che egli ama mi ha fatto
abitare e in Gerusalemme è il mio potere. Ho posto le radici in mezzo a un popolo glorioso, nella
porzione del Signore è la mia eredità, nell’assemblea dei santi ho preso dimora».
Parola di Dio.
Rendiamo grazie a Dio.
SALMO RESPONSORIALE
(Dal Salmo 147)
Rit.: Il Verbo si è fatto carne e ha posto la sua dimora in mezzo a noi.
Celebra il Signore, Gerusalemme,
loda il tuo Dio, Sion,
perché ha rinforzato le sbarre delle tue porte,
in mezzo a te ha benedetto i tuoi figli. Rit.
Egli mette pace nei tuoi confini,
e ti sazia con fior di frumento.
Manda sulla terra il suo messaggio:
la sua parola corre veloce. Rit.
8
Annuncia a Giacobbe la sua parola,
i suoi decreti e i suoi giudizi a Israele.
Così non ha fatto con nessun’altra nazione,
non ha fatto conoscere loro i suoi giudizi. Rit.
SECONDA LETTURA
Dalla lettera di San Paolo apostolo agli Efesini
(1,3-6.15-18)
Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale
nei cieli in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte
a lui nella carità, predestinandoci a essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo, secondo il disegno
d’amore della sua volontà, a lode dello splendore della sua grazia, di cui ci ha gratificati nel Figlio amato.
Perciò anch’io [Paolo], avendo avuto notizia della vostra fede nel Signore Gesù e dell’amore che avete
verso tutti i santi, continuamente rendo grazie per voi ricordandovi nelle mie preghiere, affinché il Dio
del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una
profonda conoscenza di lui; illumini gli occhi del vostro cuore per farvi comprendere a quale speranza vi
ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi.
Parola di Dio.
Rendiamo grazie a Dio.
ALLELUIA
ALLELUIA
Il Signore regna, si è rivestito di splendore:
il Signore si è rivestito di forza e si è cinto di
potenza.
9
VANGELO
Dal Vangelo secondo Giovanni
(1,1-18)
In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio, Egli era, in principio, presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e
la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta. Venne un
uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza
alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza
alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno
accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel
suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati
generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua
gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli dà
testimonianza e proclama: “Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era
prima di me”. Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per
mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il
Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato.
Parola del Signore.
Lode a te, o Cristo.
OMELIA
CREDO
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12
Credo in un solo Dio, Padre onnipotente,
Creatore del cielo e della terra,
di tutte le cose visibili e invisibili.
Credo in un solo Signore, Gesù Cristo,
unigenito Figlio di Dio,
nato dal Padre prima di tutti i secoli:
Dio da Dio, Luce da Luce,
Dio vero da Dio vero,
generato, non creato,
della stessa sostanza del Padre;
per mezzo di lui tutte le cose sono state create.
Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo,
e per opera dello Spirito Santo
si è incarnato nel seno della Vergine Maria
e si è fatto uomo.
Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato,
mori e fu sepolto.
Il terzo giorno è risuscitato,
secondo le Scritture, è salito al cielo,
siede alla destra del Padre.
E di nuovo verrà, nella gloria,
per giudicare i vivi e i morti,
e il suo regno non avrà fine.
Credo nello Spirito Santo,
che è Signore e dà la vita,
e procede dal Padre e dal Figlio.
Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato,
e ha parlato per mezzo dei profeti.
Credo la Chiesa,
una santa cattolica e apostolica.
Professo un solo Battesimo
per il perdono dei peccati.
Aspetto la risurrezione dei morti
e la vita del mondo che verrà.
Amen.
PREGHIERA DEI FEDELI
In Cristo Gesù, Figlio di Dio fatto uomo, possiamo accostarci al Padre con lo Spirito dei figli, per
chiedergli di riversare sulla Chiesa e sul mondo l’abbondanza delle sue benedizioni.
Preghiamo insieme e diciamo: Signore, nostra pace, ascoltaci.
Per la santa Chiesa perché imitando la povertà e lo spirito di servizio del suo Signore, annunzi a tutti
che il regno di Dio è in mezzo a noi, preghiamo.
Signore, nostra pace, ascoltaci.
Per il mondo intero, perché la pace sia anteposta a qualsiasi interesse di parte e venga costruita
ogni giorno con l’apporto instancabile dei singoli e delle comunità, preghiamo.
Signore, nostra pace, ascoltaci.
Per gli sposi cristiani, perché dal Natale di Cristo traggano ispirazione ad accogliersi e servirsi l’un
l’altro con onore e amore, preghiamo.
Signore, nostra pace, ascoltaci.
Per coloro che soffrono nel corpo e nello spirito, perché avvertano nel nostro aiuto fraterno la presenza del Signore che ha fatto sue tutte le nostre gioie e infermità, preghiamo.
Signore, nostra pace, ascoltaci.
Per noi che celebriamo questa Eucaristia, perché riscopriamo in essa la più intensa comunione con
il Signore e l’invito urgente a servirlo nella persona dei poveri, preghiamo.
Signore, nostra pace, ascoltaci.
O Padre, che nel volto umano del tuo Figlio dimostri quanto ci sei vicino e fedele, donaci occhi e
cuore nuovi perché sappiamo riconoscerlo e accoglierlo in ognuno dei nostri fratelli.
Egli vive e regna nei secoli dei secoli.
Amen.
13
Liturgia Eucaristica
Benedici, anima mia, il Signore, e non dimenticare tutti i suoi benefici; e si rinnoverà la tua
giovinezza come quella dell’aquila.
14
Orate, fratres: ut meum ac vestrum sacrificium acceptabile fiat apud Deum Patrem omnipotentem.
Suscipiat Dominus sacrificium de manibus tuis ad laudem et gloriam nominis
sui, ad utilitatem quoque nostram totiusque Ecclesiae suae sanctae.
Pregate, fratelli, perché il mio e vostro sacrificio sia gradito a Dio, Padre onnipotente.
Il Signore riceva dalle tue mani questo
sacrificio a lode e gloria del suo nome,
per il bene nostro e di tutta la sua santa
Chiesa.
Oblata, Domine, munera Unigeniti tui nativitate sanctifica, qua nobis et via ostenditur
veritatis, et regni caelestis vita promittitur.
Per Christum Dominum nostrum.
Amen.
Santifica, o Padre, questi doni con la grazia
del Natale del tuo unico Figlio, che a tutti i
credenti indica la via della verità e promette la vita eterna. Per Cristo nostro Signore.
Amen.
s
s
n
Vere dignum et iustum est, aequum et salutare, nos tibi semper et ubique gratias
agere: Domine, sancte Pater, omnipotens
aeterne Deus: per Christum Dominum nostrum. Qui, in huius venerandi festivitate
mysterii, invisibilis in suis, visibilis in nostri
apparuit, et ante tempora genitus esse coepit in tempore; ut, in se erigens cuncta
deiecta, et integrum restitueret universa,
et hominem perditum ad caelestia regna
revocaret. Unde et nos, cum omnibus Angelis te laudamus, iucunda celebratione
clamantes:
È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, lodarti e ringraziarti
sempre per i tuoi benefici, Dio onnipotente
ed eterno, per Cristo nostro Signore. Nel mistero adorabile del Natale, egli, Verbo invisibile, apparve visibilmente nella nostra carne,
per assumere in sé tutto il creato e sollevarlo
dalla sua caduta. Generato prima dei secoli,
cominciò ad esistere nel tempo, per reintegrare l’universo nel tuo disegno, o Padre, e
ricondurre a te l’umanità dispersa. Per questo dono della tua benevolenza, uniti a tutti gli
angeli, cantiamo esultanti la tua lode:
15
JS BACH – Messa in Si minore
SANCTUS // OSANNA, BENEDICTUS
Sanctus (coro)
Osanna in excelsis (Coro)
Benedictus (Solo)
Osanna in excelsis (Coro)
Sanctus, Sanctus, Sanctus Dominus Deus
Sabaoth. Pleni sunt caeli et terra gloria tua.
Hosanna in excelsis.
Benedictus qui venit in nomine Domini.
Hosanna in excelsis.
Santo, Santo, Santo il Signore Dio dell’universo.
I cieli e la terra sono pieni della tua gloria.
Osanna nell’alto dei cieli.
Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell’alto dei cieli.
Vere Sanctus es, Domine,
et merito te laudat omnis a te condita creatura,
quia per Filium tuum,
Dominum nostrum Iesum Christum,
Spiritus Sancti operante virtute,
vivificas et sanctificas universa,
et populum tibi congregare non desinis,
ut a solis ortu usque ad occasum
oblatio munda offeratur nomini tuo.
Padre veramente santo,
a te la lode da ogni creatura.
Per mezzo di Gesù Cristo,
tuo Figlio e nostro Signore,
nella potenza dello Spirito Santo
fai vivere e santifichi l’universo,
e continui a radunare intorno a te un popolo,
che da un confine all’altro della terra
offra al tuo nome il sacrificio perfetto.
Ora ti preghiamo umilmente:
manda il tuo Spirito a santificare i doni che
ti offriamo, perché diventino il corpo e il
sangue di Gesù Cristo, tuo Figlio e nostro
Signore, che ci ha comandato di celebrare
questi misteri.
Nella notte in cui fu tradito,
egli prese il pane, ti rese grazie con la preghiera di benedizione, lo spezzo, lo diede
ai suoi discepoli, e disse:
Supplices ergo te, Domine, deprecamur, ut
haec munera, quae tibi sacranda detulimus,
eodem Spiritu sanctificare digneris, ut Corpus et Sanguis fiant Filii tui Domini nostri
Iesu Christi, cuius mandato haec mysteria
celebramus.
Ipse enim in qua nocte tradebatur accepit
panem et tibi gratias agens benedixit, fregit, deditque discipulis suis, dicens:
ACCIPITE ET MANDUCATE EX HOC
OMNES: HOC EST ENIM CORPUS MEUM,
QUOD PRO VOBIS TRADETUR.
Simili modo, postquam cenatum est,
accipiens calicem,
et tibi gratias agens benedixit,
deditque discipulis suis, dicens:
16
PRENDETE, E MANGIATENE TUTTI:
QUESTO É IL MIO CORPO
OFFERTO IN SACRIFICIO PER VOI.
Dopo cena, allo stesso modo, prese il calice, ti rese grazie con la preghiera di benedizione, lo diede ai suoi discepoli, e disse:
ACCIPITE ET BIBITE EX EO OMNES:
HIC EST ENIM CALIX SANGUINIS MEI
NOVI ET AETERNI TESTAMENTI, QUI PRO
VOBIS ET PRO MULTIS EFFUNDETUR IN
REMISSIONEM PECCATORUM. HOC FACITE IN MEAM COMMEMORATIONEM.
PRENDETE E BEVETENE TUTTI:
QUESTO É IL CALICE DEL MIO SANGUE
PER LA NUOVA ED ETERNA ALLEANZA,
VERSATO PER VOI E PER TUTTI
IN REMISSIONE DEI PECCATI.
FATE QUESTO IN MEMORIA DI ME.
i
Memores igitur, Domine,
eiusdem Filii tui salutiferae passionis
necnon mirabilis resurrectionis
et ascensionis in caelum,
sed et praestolantes alterum eius adventum,
offerimus tibi, gratias referentes,
hoc sacrificium vivum et sanctum.
Respice quaesumus, in oblationem Ecclesiae tuae
et, agnoscens Hostiam,
cuius voluisti immolatione placari,
concede, ut qui Corpore et Sanguine Filii tui
reficimur,
Spiritu eius Sancto repleti,
unum corpus et unus spiritus inveniamur in
Christo.
Ipse nos tibi perficiat munus aeternum,
ut cum electis tuis hereditatem consequi
valeamus,
in primis cum beatissima Virgine, Dei Genetrice, Maria,
Celebrando il memoriale del tuo Figlio,
morto per la nostra salvezza,
gloriosamente risorto e asceso al cielo,
nell’attesa della sua venuta ti offriamo,
Padre,
in rendimento di grazie questo sacrificio
vivo e santo.
Guarda con amore
e riconosci nell’offerta della tua Chiesa,
la vittima immolata per la nostra
redenzione;
e a noi che ci nutriamo del corpo e sangue
del tuo Figlio,
dona la pienezza dello Spirito Santo
perché diventiamo, in Cristo, un solo
corpo e un solo spirito.
Egli faccia di noi un sacrificio perenne
a te gradito,
perché possiamo ottenere il regno promesso insieme con i tuoi eletti
17
cum beatis Apostolis tuis et gloriosis
Martyribus
cum Sancto Laurentio
et omnibus Sanctis,
quorum intercessione
perpetuo apud te confidimus adiuvari.
Haec Hostia nostrae reconciliationis proficiat,
quaesumus, Domine,
ad totius mundi pacem atque salutem.
Ecclesiam tuam, peregrinantem in terra,
in fide et caritate firmare digneris
cum famulo tuo Papa nostro Franciscus,
et me indigno famulo tuo,
cum episcopali ordine et universo clero
et omni populo acquisitionis tuae.
Votis huius familiae, quam tibi astare voluisti,
adesto propitius.
Omnes filios tuos ubique dispersos
tibi, clemens Pater, miseratus coniunge.
Fratres nostros defunctos
et omnes qui, tibi placentes, ex hoc saeculo
transierunt,
in regnum tuum benignus admitte,
ubi fore speramus,
ut simul gloria tua perenniter satiemur,
per Christum Dominum nostrum,
per quem mundo bona cuncta largiris.
Per ipsum, et cum ipso, et in ipso,
est tibi Deo Patri omnipotenti,
in unitate Spiritus Sancti,
omnis honor et gloria
Per omnia saecula saeculorum.
Amen.
18
con la beata Maria, Vergine e Madre di Dio,
con i tuoi santi apostoli, i gloriosi martiri,
con San Lorenzo e tutti i santi, nostri intercessori presso di te.
Per questo sacrificio di riconciliazione,
dona, Padre, pace e salvezza al mondo intero.
Conferma nella fede e nell’amore
la tua Chiesa pellegrina sulla terra:
il tuo servo e nostro Papa Francesco, con
me indegno tuo servo,
il collegio episcopale, tutto il clero e il popolo che tu hai redento.
Ascolta la preghiera di questa famiglia,
che hai convocato alla tua presenza.
Ricongiungi a te, padre misericordioso,
tutti i tuoi figli ovunque dispersi.
Accogli nel tuo regno i nostri fratelli defunti
e tutti i giusti che, in pace con te, hanno
lasciato questo mondo;
concedi anche a noi di ritrovarci insieme
a godere per sempre della tua gloria,
in Cristo, nostro Signore,
per mezzo del quale tu, o Dio, doni al mondo
ogni bene.
Per Cristo, con Cristo e in Cristo,
a te, Dio Padre onnipotente,
nell’unita dello Spirito Santo,
ogni onore e gloria per tutti i secoli dei secoli.
Amen.
Obbedienti alla parola del Salvatore e formati
al suo divino insegnamento, osiamo dire:
Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti
come noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non ci indurre in tentazione, ma liberaci
dal male.
19
Libera nos, quaesumus, Domine, ab omnibus
malis, da propitius pacem in diebus nostris, ut,
ope misericordiae tuae adiuti,
et a peccato simus semper liberi
et ab omni perturbatione securi:
expectantes beatam spem et adventum Salvatoris nostri Iesu Christi.
Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni; e con l’aiuto della tua misericordia, vivremo sempre liberi dal peccato
e sicuri da ogni turbamento,
nell’attesa che si compia la beata speranza, e venga il nostro Salvatore Gesù Cristo.
Domine Iesu Christe, qui dixisti Apostolis tuis:
Pacem relinquo vobis, pacem meam do vobis: ne
respicias peccata nostra, sed fidem Ecclesiae
tuae; eamque secundum voluntatem tuam
pacificare et coadunare digneris.
Qui vivis et regnas in saecula saeculorum.
Amen.
Signore Gesù Cristo, che hai detto ai tuoi apostoli: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace”, non
guardare ai nostri peccati, ma alla fede della tua Chiesa, e donale unità e pace secondo la tua volontà.
Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.
Amen.
JS BACH – Messa in Si minore
AGNUS DEI ET DONA NOBIS PACEM
Agnus Dei (solo)
Dona nobis pacem (Coro)
20
Agnus Dei qui tollis peccata mundi,
miserere nobis.
Agnus Dei qui tollis peccata mundi,
miserere nobis.
Agnus Dei qui tollis peccata mundi, dona
nobis pacem.
Agnello di Dio che togli i peccati del mondo,
abbi pietà di noi.
Agnello di Dio che togli i peccati del mondo,
abbi pietà di noi.
Agnello di Dio che togli i peccati del mondo,
dona a noi la pace.
Ecce Agnus Dei, ecce qui tollit peccata
mundi. Beati qui ad cenam Agni vocati sunt.
Beati gli invitati alla Cena del Signore. Ecco
l’Agnello di Dio, che toglie i peccati del mondo.
Domine, non sum dignus ut intres
sub tectum meum:
sed tantum dic verbo,
et sanabitur anima mea.
O Signore, non sono degno
di partecipare alla tua mensa:
ma di’ soltanto una parola
e io sarò salvato.
Signore, Signore nostro, quanto è ammirabile il
tuo nome in tutta la terra!
JS BACH – Messa in Si minore
ET INCARNATUS EST (Coro)
Oremus.
Preghiamo.
Domine Deus noster, suppliciter te rogamus,
ut huius operatione mysterii, vitia nostra purgentur, et iusta desideria compleantur. Per
Chistum Dominum nostrum.
Amen.
Questo sacramento agisca in noi, Signore
Dio nostro, ci purifichi dal male e compia le
nostre aspirazioni di giustizia e di pace. Per
Cristo nostro Signore.
Amen.
21
Riti di Conclusione
Dominus vobiscum.
Et cum spiritu tuo.
Il Signore sia con voi.
E con il tuo spirito.
Deus infinitae bonitatis, qui incarnatione Filii
sui mundi tenebras effugavit, et eius gloriosa
nativitate hanc diem sacratissimam irradiavit,
effuget a vobis tenebras vitiorum, et irradiet
corda vestra luce virtutum.
Amen.
Dio che nella nascita del Cristo suo Figlio ha
inondato di luce questo giorno santissimo, allontani da voi le tenebre del male e vi illumini
con la luce del bene.
Amen.
Quique eius salutiferae nativitatis gaudium
magnum pastoribus ab Angelo voluit nuntiari,
ipse mentes vestras suo gaudio impleat, et
vos Evangelii sui nuntios efficiat.
Amen.
Dio, che nel suo Figlio fatto uomo ha congiunto la terra al cielo, vi riempia della sua pace e
del suo amore.
Amen.
Et, qui per eius incarnationem terrena caelestibus sociavit, dono vos suae pacis et bonae
repleat voluntatis, et vos faciat Ecclesiae consortes esse caelestis.
Amen.
Dio che mandò gli angeli a recare ai pastori il
lieto annunzio del Natale, vi faccia messaggeri
del suo Vangelo.
Amen.
Et benedictio Dei onnipotentis, Patris, et Filii, et Spiritus Sancti, descendat super vos et
maneat semper.
Amen.
E la benedizione di Dio onnipotente, Padre e
Figlio e Spirito Santo, discenda su di voi, e con
voi rimanga sempre.
Amen.
Ite, missa est.
Deo gratias.
La Messa é finita: andate in pace.
Rendiamo grazie a Dio.
JS BACH – Messa in Si minore
GLORIA (Coro)
22
ESECUTORI
MUSICA NELLA LITURGIA
J.S. BACH, MESSA IN SI MINORE BWV 232
Kyrie, Gloria, Sanctus, Osanna, Benedictus, Agnus Dei, Dona nobis pacem
(non viene eseguito il Credo)
Giulia Peri
Anastasia Boldyreva Alfonso Zambuto
Gabriele Spina
soprano
mezzosoprano
tenore
basso
CORO DEL MAGGIO MUSICALE FIORENTINO
CAMERISTI DEL MAGGIO MUSICALE FIORENTINO
Lorenzo Fratini
Mario Ruffini
maestro del coro
direttore
*
REPERTORIO GREGORIANO
Introito, Salmo responsoriale, Alleluia, Credo, Offertorio, Pater noster, Communio, Congedo
CAPPELLA MUSICALE DI SANTA MARIA DEL FIORE
Michele Manganelli
maestro del coro
LETTURE NELLA LITURGIA
PRIMA LETTURA
Dal libro del Siracide (24,1-4.12-16 NV [gr. 24,1-2.8-12])
Sergio Givone
Professore di Estetica e parrocchiano di San Lorenzo
SECONDA LETTURA Dalla lettera di San Paolo apostolo agli Efesini (1,3-6.15-18)
Un detenuto
Casa Circondariale di Sollicciano
24
25
Ordinarium Missae
J.S. Bach, Messa in Si minore BWV 232
CORO DEL MAGGIO MUSICALE FIORENTINO
Maestro del Coro Lorenzo Fratini
Altro maestro del coro
Raffaele Puccianti
Segretario organizzativo coro
Alessandra Vestita
26
SOPRANI PRIMI
Antonella Bandelli
Silvia Capra
Giovanna Costa
Rosa Galassetti
Daniela Losi
Cristina Pagliai
Sarina Rausa
SOPRANI SECONDI
Tiziana Bellavista (II)
Maria Cristina Bisogni (II)
Elizabeth Chard (II)
Elisabetta Ermini (II)
Laura Lensi (II)
Monica Marzini (I)
Delia Palmieri (I)
MEZZOSOPRANI
Consuelo Cellai (II)
Sabrina D’Errico (II)
Nadia Sturlese (II)
Barbara Zingerle (III)
Sabina Beani (III)
Katja De Sarlo (III)
CONTRALTI
Silvia Barbieri
Cavini Elena
Teodolina De Giovanni
Maria Rosaria Rossini
Patrizia Tangolo
TENORI PRIMI
Jorge Ansorena
Fabio Bertella
Massimiliano Esposito
Saulo Garcia
Carlo Messeri
Leonardo Sgroi
Riccardo Sorelli
Mauro Virgini
TENORI SECONDI
Davide Cusumano
Fabrizio Falli
Grant Mc Geoghie
Davide Siega
Dean David Janssens
Hiroki Watanabe
BARITONI
Nicolò Ayroldi
Giovanni Mazzei
Romano Martinuzzi
Antonio Menicucci
Egidio Massimo Naccarato
Vito Luciano Roberti
Enrico Rotoli
BASSI
Diego Barretta
Nicola Lisanti
Salvatore Massei
Roberto Miniati
Antonio Montesi
Marcello Vargetto
I CAMERISTI DEL
MAGGIO MUSICALE FIORENTINO
Violini primi
Lorenzo Fuoco **
Luisa Bellitto
Simone Ferrari
Laura Mariannelli
Violini secondi
Alessandro Alinari *
Marco Zurlo
Giacomo Rafanelli
Tommaso Vannucci
Viole
Jörg Winkler *
Andrea Pani
Flavio Flaminio
Violoncello
Elida Pali *
Beatrice Guarducci
Contrabbasso
Riccardo Donati
Flauti
Gregorio Tuninetti *
Irene Lucci
Oboi
Marco Salvatori *
Alessandro Potenza
Fagotto
Gianluca Saccomani
Trombe
Donato De Sena *
Marco Crusca
Pier Giorgio Ricci
Corno da caccia
Gianfranco Dini
Timpani
Gregory Lecoeur
Clavicembalo
e Maestro sostituto
Rossella Giannetti
Organo positivo
e Maestro sostituto
Umberto Cerini
** spalla orchestra
* prima parte
27
Proprium Missae
Repertorio gregoriano e Credo
CAPPELLA MUSICALE DELLA CATTEDRALE DI FIRENZE
Maestro del coro Michele Manganelli
Segretario organizzativo coro
Stefano Marcucci
SOPRANI
Antonella Balocchini
Emma Balsamo
Cristiana Bargellini
Laura Baroni
Chiara Baronti
Maria Elisa Beraldi
Luisa Berterame
Laura Camorani
Sabrina Ciavattini
Cristina Cotrona
Chiara De Poi
Graziella Failoni
Elena Fioretti
Cinzia Fratini
Giuliana Gauni
Patrizia Groppi
Erika Ina
Cecilia Innocenti
Valeria Manzetti
Marta Mazzoni
Miluz Medeot
Anna Chiara Mugnai
Chiara Paternoster
Giulia Rosai
Serena Saccardi
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CONTRALTI
Cristina Carradori
Luciana Lapi
Cristiana Manneschi
Rosamaria Martellacci
Endo Miyuki
Donatella Nencioni
Marco Rimicci
Marta Romoli
Eleonora Ronconi
Chiara Sartini
Chiara Staderini
Adriana G. Tranchina
TENORI
Bernardo Baldini
Cristiano Benedetti
Massimo Caroli
Stefano Marcucci
Samuele Massai
Simone Mazzeschi
Francesco Zani
BARITONI
Alessandro Alfani
Gianandrea Giovannardi
Francesco Larucci
Claudio Mugnaini
Lucio Rucci
Alberto Zaccolo
BASSI
Andrea Aragosti
Alessandro Corsi
Alessandro Guerrini
ORGANO
Daniele Dori
Mario Ruffini
LA MESSA IN SI MINORE BWV 232
di Johann Sebastian Bach
NOTA STORICA
È radicata la convinzione che la “Messa” rappresenti un genere musicale legato alla confessione
cattolica; in realtà il ciclo luterano è strettamente vincolato a quello cattolico, pertanto non è corretto attribuire a Bach l’intenzione di deviazioni dello spirito della liturgia luterana. Resta comunque acquisito che, mentre le quattro Messe di Bach in Fa maggiore BWV 233, in La maggiore
BWV 234, in Sol minore BWV 235 e in Sol maggiore BWV 236 afferiscono alla cultura luterana, la
Grande Messa in Si minore BWV 2321 è riconducibile a quella cattolica.
Lo prova il Catalogo postumo del 1790 redatto dal figlio Carl Philipp Emanuel che menziona, oltre
alle quattro Messe riunite in un unico tomo (BWV 233-236), la Messa in Si minore sotto la rubrica
Die grosse catholische Messe, specificando le quattro parti che la costituiscono. Questa autorevole catalogazione elimina ogni dubbio sulle non poche querelles relative ai fondamenti teologici
dell’opera, divisa fra luteranesimo e cattolicesimo.
Al tempo di Johann Sebastian Bach, a Lipsia era consentito eseguire a più voci il Kyrie, il Gloria
e il Sanctus nel corso delle tre principali feste dell’anno liturgico (Natale, Pasqua e Pentecoste),
ma anche i soli Kyrie e Gloria configuravano la definizione di Missa, ed era consuetudine adottare
testi latini per l’Ordinarium Missae (l’insieme delle parti della Messa secondo il Rito romano della
Chiesa cattolica), consentendo pertanto la sua utilizzazione sia al servizio liturgico luterano che al
culto cattolico, come avveniva a Dresda dove le due confessioni convivevano (non così a Lipsia,
dove non vi era alcun seguito per il culto cattolico).
La città di Dresda ha rilevante importanza riguardo alla destinazione cattolica della Messa in Si minore BWV 232, dedicata al sovrano Friedrich August II del ducato di Sassonia che, essendo stato
eletto al trono di Polonia, aveva abbracciato la fede cattolica pur trovandosi nella condizione di
governare sudditi di entrambe le confessioni. Proprio a Dresda esistevano infatti due distinte cappelle di corte, una cattolica e una luterana. La dedica del Kyrie e del Gloria (composti nel 1733) ha
per Bach anche una funzione pratica: la sua nomina alla cappella di corte, che egli stesso sollecita
nell’offrirli al sovrano. Le restanti parti della Messa (Credo, Sanctus, Osanna, Benedictus, Agnus
Dei e Dona nobis pacem), composte in anni diversi, riconducono a più complesse problematiche.
Il titolo Die hohe Messe in H-moll / Grande Messa in Si minore (BWV 232) fu attribuito all’opera
da chi per primo ne propose l’edizione a stampa, nel 1845, e si tratta di una evidente evocazione
in chiave tedesca del concetto di Missa solemnis, fatto grande dall’omonimo opus 123 (18191823) di Ludwig van Beethoven. Un titolo in qualche misura ambiguo, poiché conferisce all’opera
connotati di maestosità e grandezza più adatti a un evento spettacolare che strettamente liturgico.
La Messa in Si minore BWV 232 non conobbe all’epoca di Bach un’esecuzione unitaria, ma fu
inserita nel contesto delle celebrazioni liturgiche a sezioni e in tempi diversi, accompagnando –
dal suo arrivo a Lipsia fino alla morte – l’intera esistenza del compositore. È ormai acquisito che il
corpus centrale della Messa (Kyrie e Gloria) fu composto nel 1733 e dedicato a Friedrich August
II di Sassonia. Il Sanctus è del 1724. Più spinose le questioni relative al Symbolum Nicenum: il
Credo, in un primo momento fatto risalire al 1732, sembra invece sia stato scritto più tardi, quasi
contemporaneamente a Osanna, Benedictus, Agnus Dei e Dona nobis pacem. La datazione di
queste sezioni non trova concordi gli studiosi: Dadelsen, Dürr e Basso la collocano fra il 1747 e il
29
1749, mentre Wolff propende per il periodo 1742-1745 (data, quest’ultima, da noi condivisa: infatti
gli ultimi tre anni di vita vedono Bach totalmente impegnato in lavori canonici come L’Arte della
fuga, l’Offerta musicale e altri Canoni, musica totalmente purificata da problematiche materiali
come l’organico strumentale o vocale, e realizzata nel contesto di rapporti non più diretti al servizio di una corte, ma alla libera espressione filosofica e teologica).
Riassumendo, possiamo affermare che la Messa è stata composta in quattro distinti periodi: il
Sanctus nel 1724; Kyrie e Gloria nel 1733; Credo nel 1742-1743, Osanna, Benedictus, Agnus Dei
e Dona nobis pacem nel 1743-1745.
Tornando a questioni liturgiche, l’assunzione del testo dell’Ordinarium nella sua totalità suffraga
ampiamente la cattolicità dell’opera, anche se va ricordato che tutta la produzione vocale sacra
fu scritta da Bach per le chiese di Lipsia, dove – come già ricordato – il culto era strettamente
luterano. La dedica però del Kyrie e del Gloria «a Sua Altezza Reale e Sua Altezza Serenissima
il principe elettore di Sassonia», convertito al cattolicesimo, è ulteriore elemento a favore della
effettiva destinazione del lavoro. C’è anche chi ricorda che il sovrano aveva accolto la nuova confessione per opportunismo politico, dedicandosi a essa in modo più formale che sostanziale. Ma
tant’è: impossibile scavare di più nelle intenzioni.
All’epoca, la tradizione cattolica non conosceva ancora uffici liturgici musicali di tale portata: Mozart vi si sarebbe avventurato con la Messa in Do minore K. 427 (1782-1783), troncandone la
composizione (Credo incompiuto e Agnus Dei del tutto assente); solo Beethoven sfonderà le
barriere formali del costume ecclesiastico con la sua Missa solemnis.
È vero, ancora, che la dedica al sovrano di Sassonia è relativa solo a Kyrie e Gloria, ma è altresì
indubitabile che negli anni nei quali Bach compose le parti finali della stessa Messa in Si minore,
egli figurava ancora come Kirchen-Compositeur presso la corte di Dresda, unitamente a Johann
Michael Breunich, Tobias Butz e Giovanni Ristori, tutti musicisti di estrazione cattolica.
Numerosi dunque gli appigli per sostenere tanto la tesi “cattolica” quanto quella “luterana”, che
permettono di osservare la Messa in Si minore in termini di ambivalenza. La sua natura cattolica, al
di là della catalogazione postuma di Carl Philip Emanuel Bach, che la definisce inequivocabilmente
“Catholische Messe”, emerge nel considerarla nei termini di un corpo unitario, elaborato in un ampio intervallo di tempo, svincolato dunque da una specifica realtà storica, e legato invece a un mondo
ideale, senza confini e senza tempo. Per dirla con Carl Friedrich Zelter, si tratta verosimilmente di uno
dei più grandi capolavori musicali che il mondo abbia conosciuto. I venticinque numeri di cui la Messa
in Si minore si compone fondono in un unico corpo le due grandi espressioni del pensiero cristiano,
la teologia della gloria, di ascendenza cattolica, e la teologia della croce, di ascendenza luterana.
La Messa in Si minore può e deve essere osservata in termini di universalità. L’opera tende infatti,
con la sua monumentalità e polivalenza, alla concordia delle idee, mirando a quel patto di alleanza
che risolve ogni contraddizione e annulla ogni dissidio. È la concordia oppositorum che trova il suo
ambito ideale dentro queste pagine, in cui convivono, dal punto di vista formale, reminiscenze
rinascimentali, primo- e tardo-barocche. Il monumento musicale diventa così simbolo della geniale intuizione bachiana di librarsi al di sopra di tutto e tutti, senza concessioni alle convenzioni
del tempo. In questa ottica, la Messa in Si minore – pur elaborata per gradi, in anni diversi e
scomposta in differenti parti – si rivela creazione omogenea. Un evento creativo possibile grazie
allo slancio spirituale proprio degli uomini saggi e giusti. Con la Messa in Si minore Bach rivendica
la sua universalità, non circoscrivibile a confessioni, formule o confini, facendo con la sua musica
vera teologia. La scienza musicale di Bach contribuisce a esprimere unità politica e culturale, nel
segno della più profonda e rigorosa spiritualità.
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NOTA ALL’ESECUZIONE
Vanno tenute presenti le parti di cui si compone la Messa: il Proprio e l’Ordinario. Mentre l’Ordinario è fisso per l’intero anno, il Proprio è mobile e cambia a seconda della solennità, della festività e delle diverse stagioni dell’anno liturgico. In conseguenza a ciò, era prassi, quando si musicava una Messa, mettere in musica l’Ordinario e basta, cioè le parti fisse (Kyrie, Gloria, Credo,
Sanctus, Agnus Dei), una consuetudine che è andata avanti fin dal Rinascimento. Per il Proprio
(parti mobili come Introito, Salmo responsoriale, Alleluja, Offertorio e Communio) si provvedeva
diversamente per assolvere alla presenza musicale: nel contesto cattolico con musica gregoriana
o più raramente con musica strumentale; nel contesto luterano con i corali.
Con Bach, come di prassi, siamo di fronte alla realizzazione dell’Ordinarium. Egli struttura la
Messa in Si minore in quattro blocchi separati, ovvero le parti fisse della liturgia (I. Kyrie-Gloria;
II. Credo; III. Sanctus; IV. Osanna-Benedictus-Agnus Dei-Dona nobis pacem), tralasciando completamente com’era consuetudine le parti mobili, sempre diverse nelle varie stagioni liturgiche
dell’anno, cioè Introito, Salmo responsoriale, Alleluja, Offertorio, Communio.
Il problema esecutivo e filologico che si pone oggi non attiene alla natura degli strumenti musicali
adoperati e alle modalità del loro utilizzo, ma all’effettiva contestualizzazione della Messa in Si
minore nell’ambito della funzione liturgica.
Una cosa è infatti eseguirla in una sala da concerto o in un teatro, o anche in una chiesa ma fuori
dal contesto liturgico, altra cosa è inserirla appunto nella liturgia, che impone alcuni adeguamenti.
Una cosa è infatti eseguirla in una sala da concerto o in un teatro, o anche in una chiesa ma fuori
dal contesto celebrativo, altra cosa è inserirla appunto nella liturgia, che impone alcuni adeguamenti. E l’unica maniera per una corretta esecuzione filologica è contestualizzare la Messa in Si
minore nella liturgia, per la quale è stata pensata e scritta. L’anomalia vera è la prassi moderna di
eseguirla, fuori da ogni ortodossia filologica, nelle sale da concerto o nei teatri.
Come ricordato, le singole parti musicali della Messa furono composte in tempi diversi e autonomamente eseguite: il Kyrie e il Gloria nel 1733; il Credo intorno al 1742; il Sanctus già in precedenza nel 1724; e infine Osanna, Benedictus, Agnus Dei e Dona nobis pacem fra il 1742-1745. E
nell’organizzazione delle singole parti Bach isola il Sanctus rispetto al blocco che riunisce Osanna,
Benedictus, Agnus Dei e Dona nobis pacem.
Inutile sottolineare l’importanza di questa struttura dal punto di vista del rapporto fra musica
e liturgia, poiché – pur nella monumentalità dell’opera – il compositore si limita alle parti fisse
escludendo del tutto quelle mobili: qualsivoglia esecuzione al di fuori della liturgia non farebbe
venire alla luce tale aspetto.
Riunire tutta insieme la Messa in Si minore e inserirla nella liturgia – come previsto e pensato da
Bach, ma mai realizzato nel corso della sua vita – è un esercizio che è diventato del tutto estraneo
alla cultura moderna, abituata all’ascolto della musica, anche di quella sacra, prevalentemente in
teatri e sale.
Per armonizzare la Messa in Si minore nel contesto liturgico, è infatti necessario ricorrere alla
musica gregoriana nelle parti mobili della liturgia (Introito, Salmo responsoriale, Alleluja, Offertorio
e Communio), con i dialoghi fra celebrante e popolo; e riunire Sanctus-Osanna-Benedictus da una
parte, separandoli da Agnus Dei e Dona nobis pacem (in Bach legati a Osanna e Benedictus).
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Occorre qui una puntualizzazione sul versante della filologia strumentale, che pur costringe ad
andare per un attimo fuori dal tema della Messa in Si minore.
Risulta annosa la discussione se Bach possa – per esempio – essere eseguito al pianoforte: pochi
ricordano che al suo tempo organo, clavicembalo e clavicordo avevano una letteratura in comune,
uniti dalla struttura di una tastiera fatta similmente di tasti bianchi e neri, e che quasi tutte le musiche che non richiedevano uno specifico uso della pedaliera, venivano eseguite, specie in ambito
famigliare, indifferentemente sull’uno o l’altro strumento. Ricordiamo che l’opera conosciuta in
Italia come Clavicembalo ben temperato è frutto di una errata traduzione, visto che Bach la destina al Klavier, cioè alla “tastiera”, come suona il titolo originale Das wohltemperierte Klavier.
Va riaffermato con forza che Bach, nel corso della sua esistenza, ha scritto musica secondo i
canoni della “ragion pura”. Siamo profondamente convinti che Bach non abbia mai veramente
composto per uno strumento in sé o per un organico specifico: egli pensa la musica in quanto
musica, e si serve del materiale strumentale o vocale che il suo tempo e le occasioni pratiche della vita professionale o di corte gli mettono a disposizione. L’organo diventa lo strumento del suo
commercio quotidiano con la funzione religiosa, così come la cantata è espressione e traduzione
di una pratica liturgica che si ripete e si rinnova con immutabile cadenza temporale. Quando le
condizioni scientifiche e culturali in genere furono pronte al grande passo, Bach era lì ad attenderle, e immediatamente sa codificare in musica il futuro.
In Bach non ci sono steccati, né geografici né ideologici né tantomeno religiosi (ecco perché, in
sostanza, il dilemma fra Messa cattolica o luterana ha poco senso). C’è un Bach sacro, e c’è un
Bach profano; un Bach teorico, geometricamente e spietatamente rigoroso, e un Bach gaudente e danzante, quello dei lavori orchestrali, dei concerti e delle danze. Bach è un compositore
tedesco che non ha mai lasciato il suolo tedesco, ma che compone Suites francesi e inglesi
e Partite (vere Suites italiane), che sa innamorarsi del ritmo siciliano con la capacità di captare
da lontano influssi arabi, assimilando e facendo proprie senza sosta emozioni e forme che con
grande varietà arrivano dalle diverse tradizioni musicali contemporanee o anteriori. Bach unisce
rigore e fantasia, sa ascoltare, sa restituire e sa collegare, senza mai separare. Egli rappresenta
la musica della Ragion pura e pratica, sacra e profana, del mondo barocco che guarda all’infinito
e del mondo teologico che si fa infinito.
Quando, nei suoi ultimi anni, Bach può alfine occuparsi di musica al di fuori delle occasioni contingenti, egli destina i suoi ultimi capolavori – come L’Arte della fuga, l’Offerta musicale o i 14 Canoni
– all’idea stessa di musica, senza alcuna precisa indicazione strumentale: vera Lectio theologica.
Ecco perché le opere bachiane vanno ripensate come musica pura, al di là di scelte strumentali
legate a una precisa tradizione barocca o moderna. Filologia bachiana è altra cosa: restituire il
pensiero religioso e razionale che Bach unisce mirabilmente in tutto il suo operato, sempre condotto con rigore estremo «per istruire gli uomini e ringraziare l’Onnipotente».
Fede e Ragione trovano in lui mirabile sintesi. L’asintoto dell’iperbole del volo bachiano è in prossimità dell’essere supremo, la tangenza è assoluta: la sua è la musica di Dio.
Per ogni riferimento bibliografico cfr. Alberto Basso, Frau Musika. La vita e le opere di J.S. Bach, I (1685-1723), Torino, Edt-Edizioni di
Torino, 1979; Alberto Basso, Frau Musika. La vita e le opere di J.S. Bach, II Lipsia e le opere della maturità (1723-1750), Torino, Edt-Edizioni
di Torino, 1983. In particolare, per la Messa in Si minore, il secondo volume, pp. 499-516. Cfr. inoltre Mario Ruffini, Johann Sebastian Bach.
Lo specchio di Dio e il segreto dell’immagine riflessa, Firenze, Edizioni Polistampa, 2012. Si ringrazia Jacopo Masini.
1
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Alfredo Jacopozzi
NOTA TEOLOGICO-LITURGICA
Liturgia e musica: un binomio pacifico? Per nulla. Fin dalle origini la musica ha creato non
poche difficoltà allo svolgimento della liturgia cattolica. Nella Chiesa primitiva la musica non
ebbe mai un ruolo di rilievo, sia perché la Chiesa prese da subito le distanze dal mondo
pagano che la usava ampiamente, sia perché la musica induceva, come sapeva bene
Agostino (Confessioni X, 33-34), ai piaceri dei sensi. Per questo le Chiese di rito bizantino,
come eredità comune della Chiesa antica, si limitano ancora oggi, salvo rarissime eccezioni,
al solo canto senza alcun strumento per la liturgia. In Occidente si sviluppò la straordinaria
stagione del canto corale gregoriano, la cui trasformazione e il progressivo perfezionamento
polifonico lo sganciarono lentamente dall’ordinamento liturgico. Che liturgia e musica fossero
destinate a un progressivo distacco, era scritto nel Rationale divinorum officiorum (1280) di
Guglielmo Durando, il testo canonico dei liturgisti medievali, in cui si stabiliva che i testi cantati
dalla Schola venissero contemporaneamente letti/pregati dal sacerdote, e ciò era l’unica
condizione perché la recita del testo risultasse valida. In questo modo si poneva il divorzio
tra liturgia cattolica e musica. Da parte integrante della liturgia, la musica ne diventava solo
un ornamento. La disposizione di Durando riguardava anzitutto le parti fisse della messa,
l’ordinarium missae. Così il raggruppamento delle musiche relative al Kyrie, Gloria, Sanctus
e Agnus Dei, con la successiva aggiunta del Credo, divenne una delle basi più importanti
dell’arte della composizione, pagando certo il prezzo del distacco dall’evento liturgico e della
riduzione dei partecipanti – che un tempo cantavano – al ruolo di semplici spettatori. Già prima
del Concilio di Trento, tale distacco attirò la critica di umanisti come Erasmo e dei teologi della
Riforma. Esso però era andato così tanto avanti, che il Concilio di Trento trattò la musica non
in connessione alla liturgia, ma al luogo di culto, onde tenerne fuori, a motivo della sua santità,
ogni aspetto lascivum aut impurum.
Quello che si sviluppò successivamente, soprattutto nel mondo protestante, fu una enorme
produzione di musica liturgica, che raggiunse vette di vera perfezione compositiva, come
nell’opera di Johann Sebastian Bach (1685-1750). Nell’anno di nascita di Bach, la situazione
religiosa in Germania era estremamente instabile. La Guerra dei Trent’anni (1618-1648),
nata per i conflitti religiosi tra cattolici e protestanti, aveva messo in ginocchio una nazione
che faticava a rinascere. In quella desolazione la musica era uno dei pochi segni di rinascita
spirituale. La sensibilità dei compositori barocchi di musica sacra viene descritta da un loro
contemporaneo in questo modo: «Scopo della musica è di lodare Dio attraverso il canto e il
suono, tutti i giorni e a tutte le ore. Tutte le altre arti, tranne la teologia e sua figlia la musica,
sono solo predicatori muti. Neanche lontanamente commuovono i cuori e le anime in modo
così forte e vario» (Johann Mattheson, 1739). Proprio nei testi musicali di Bach troviamo
di continuo la lode di Dio per la quale sono state scritte le varie opere. Bach non è il genio
romantico, introspettivo e solitario, ma il Kantor, l’organista e maestro del coro che mette
la sua genialità a servizio della comunità dei fedeli. Nel suo incarico di organista di corte e
maestro di concerti componeva inni sacri e opere organistiche per ogni funzione religiosa,
attingendo alla sua notevole biblioteca teologica di circa cento volumi, tra cui le Tischreden
e la Hauspostille di Lutero. La gente del suo tempo era immersa in questo genere musicale
che accomunava i fedeli nel canto di lode a Dio. Un canto semplice, orecchiabile, melodioso,
che permeava la quotidianità: dal mattino quando il trombettiere municipale dava la sveglia,
fino alla sera quando le famiglie si riunivano per cantare gli inni sacri. La fede delle comunità
luterane, specialmente della gente comune, si alimentava e si trasmetteva non solo col
Piccolo catechismo di Lutero, ma grazie anche alla produzione di inni liturgici, che svolsero un
ruolo durevole nella spiritualità luterana e divennero parte del prezioso patrimonio della Chiesa
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intera. Bach era radicato profondamente nel credo evangelico-luterano ed era appassionato ai
temi della fede del suo tempo. Questo profondo radicamento nella sua tradizione lo ha portato
a comporre una musica per il culto di cui all’ascoltatore medio sfugge largamente ancora oggi
la dimensione teologica e la portata universale, spesso al di sopra delle confessioni, come
si coglie nell’imponente Messa in Si minore. L’uso del latino nella liturgia luterana non era
scomparso del tutto al tempo di Bach, anche se il culto ordinariamente si svolgeva in tedesco:
in particolari occasioni solenni la musica di chiesa ricorreva a testi latini. Era rimasta in uso la
messa, pur se limitata ai primi due brani dell’ordinarium cattolico: il Kyrie e il Gloria, chiamati
da soli Missa. Anche altre parti della messa latina venivano impiegate nel culto luterano, però
separatamente: il Sanctus, l’Agnus Dei e il Credo. Per quanto riguarda la Messa in Si minore, è
opinione prevalente che sarebbe stata composta con pezzi preesistenti, rielaborati e sistemati,
come molte altre opere della maturità bachiana. E come nel dare organicità ai suoi brani per
organo Bach ha seguito uno schema proveniente dalla liturgia luterana o dal catechismo, nel
sistemare i suoi pezzi latini egli è ricorso all’ordinario della messa latina. In questo modo ha
ottenuto un duplice risultato: raccogliere in modo unitario dei pezzi che rischiavano di finire
dispersi o non opportunamente valorizzati; e lasciare la propria impronta anche in un genere
musicale, che per ragioni confessionali, non aveva praticato molto. Vista in questa prospettiva
la Messa in Si minore non risulta essere né una messa cattolica, né un’opera luterana, ma una
rielaborazione di brani preesistenti in un quadro unitario che è il “genere” della messa. E un
artista della cultura teologica e della fede cristiana di Bach non poteva non mettere in atto, in
un genere musicale per lui inconsueto, un’impronta di straordinaria potenza spirituale.
Nella liturgia cattolica, quanto più ricche e complesse diventavano le opere dei compositori,
tanto meno esse venivano considerate canti liturgici ufficiali; tutto era realmente bello,
ma costituiva soltanto un accessorio ornamentale, non necessario, di una liturgia ridotta
a faccenda privata del solo sacerdote. La liturgia, soprattutto nell’esuberanza barocca, si
trasformò in spettacolo sacro, pieno di tutte le risorse musicali possibili. Si andò pertanto
affermando l’esigenza di definire cosa fosse “musica sacra”, si delineò lo stile italiano “a
cappella”, e più propriamente la polifonia vocale del XVI secolo, soprattutto quella di Palestrina.
Tale accordo ebbe un vero riconoscimento papale, quando in pieno Concilio Vaticano I, Pio IX
approvò l’“Associazione universale Santa Cecilia”, una fraternità ecclesiale il cui programma
era la cura e la propagazione della musica sacra. Ma nel tempo l’Associazione divenne anche
altro. Scavalcando i vescovi locali, l’Associazione riferiva sullo stato della musica sacra in
base alle direttive di Roma, per cui la musica sacra negli altri paesi divenne una questione di
competenza delle congregazioni romane. Una specie di codice della musica sacra fu costituito
dal Motu proprio di Pio X, Tra le sollecitudini (1903), che la definì secondo i criteri della “santità”,
della “bontà della forma” e della “universalità”. Il suo ideale era pertanto il canto gregoriano
e la polifonia vocale classica, specialmente di Palestrina. Ma concentrandosi esclusivamente
sulla funzione del coro da chiesa, la musica rimaneva sempre “l’umile serva della liturgia”, per
diventare componente essenziale solo della liturgia solenne.
Il Concilio Vaticano II con la sua riforma liturgica delineata nella costituzione liturgica
Sacrosanctum Concilium (SC) ha dedicato un capitolo intero alla musica sacra, ampliando non
di poco l’orizzonte. La musica liturgica, soprattutto «il canto sacro, unito alle parole, costituisce
una parte necessaria e integrante della liturgia». Perciò la musica sacra sarà tanto più santa
quanto più strettamente sarà unita all’azione liturgica (SC 112). In realtà, il canto gregoriano
viene considerato «come canto proprio della liturgia romana», però neppure gli altri generi di
musica sacra devono essere esclusi, se si conformano allo «spirito della liturgia» (SC 116).
Qui si rinvia a SC 30, dove si parla di participatio actuosa di tutti i fedeli alla liturgia. L’auspicio
di tale partecipazione attiva viene espresso pure da SC 118 che promuove anche il canto
popolare religioso, e SC 119 che prospetta l’inculturazione della musica sacra nella liturgia
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delle giovani chiese. Si può cogliere dunque in questi riferimenti conciliari un’esigenza di
ricercare ed esprimere una musica sacra che si accordi profondamente con la dimensione
liturgica. Finalmente musica e liturgia non vengono più considerate come due realtà poste
l’una accanto all’altra, ma in profonda sinergia. Più che mai si pone urgente la questione,
ancora per molti aspetti irrisolta, sulla qualità sia musicale che liturgica della musica durante
le celebrazioni liturgiche. Senza voler soggiacere a un astratto ideale di musica sacra, si pone
tuttavia la questione di fondo, in che misura si può e si deve stabilire il criterio qualitativo
di una musica come parte integrante della liturgia. Per questo è irrinunciabile tornare a una
musica che sia espressione di una profonda fede religiosa. Con la sua potenza emozionale,
la sua forza espressiva e la sua bellezza, che tocca i sensi e l’intelletto, la musica può fare
intuire un “Totalmente Altro”, che assume e trasforma ogni esperienza autenticamente
umana. Una straordinaria intensità del vissuto si raggiunge proprio dove la musica unisce
la propria energia a quella della fede, avendo in fondo lo stesso significato e lo stesso fine.
Pertanto, la partecipazione attiva dei fedeli può trovare un’espressione autentica anche in una
celebrazione eucaristica scandita dalla Messa in Si minore di Bach, il “musicista teologo”
intriso di profonda cultura biblica e di intensa fede personale, senza timore di tornare a uno
spettacolo liturgico, se riteniamo per dirla con Leonard Bernstein, che «per Bach la musica era
religione, comporla il suo credo, suonarla una funzione religiosa».
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LA PASQUA DI BACH
La denominazione richiama il senso più ampio del termine “Pasqua” che raccoglie ogni solennità religiosa, dalla “Pasqua di Natale o della Natività” alla “Pasqua di Befana o Epifania”, alla “Pasqua Fiorita”
(ovvero la domenica delle Palme), alla piccola Pasqua (e cioè il lunedì dopo Pasqua), alla Pasqua delle
Rose (Pentecoste), alla Pasqua del Corpo di Cristo (Corpus Domini) ed alla Pasqua dei Morti (Ognissanti) fino alla domenica che è la Pasqua di ogni settimana.
Il “risorgere”, fine ultimo della Pasqua, è ciò che lega le due diverse finalità dell’Associazione: il risorgere
della musica nella chiesa, il risorgere dei reietti di questa società, i detenuti caduti nel pozzo oscuro
della libertà negata: la Pasqua degli ultimi con gli ultimi.
SOCI FONDATORI
S.Em. Cardinale Giuseppe Betori
Arcivescovo di Firenze
Presidente ad honorem
Mario Ruffini
Presidente
Don Alfredo Jacopozzi
Vicepresidente
Oreste Cacurri
Direttore Casa Circondariale di Sollicciano
Carmelo Cantone
Provveditore dell’Amministrazione Penitenziaria per la Toscana
Raffaele Carrega Bertolini
Delegato Ordine di Malta
Andrea Fagioli
Direttore Toscana Oggi
Antonietta Fiorillo
Presidente Tribunale di Sorveglianza
Sergio Givone
Università di Firenze, Ordinario di Estetica
Camilla Laschi
Presidente Accademia San Felice
Massimo Martini
Dottore Commercialista
Gianfranco Politi
Responsabile Servizi Educativi di Sollicciano
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FINALITÀ ASSOCIATIVE
L’Associazione Onlus “La Pasqua di Bach” ha sede presso l’Arcidiocesi di Firenze e ha come presidente
onorario S.E. Reverendissima Cardinale Giuseppe Betori.
Come si evince dallo Statuto, dall’atto costitutivo e dai nomi stessi dei fondatori, l’Associazione svilupperà la propria attività su due filoni:
- Musica e Liturgia
- Musica e Carceri
MUSICA E LITURGIA
Lo scopo è quello di promuovere la conoscenza e la valorizzazione della musica sacra, in particolare
riportando strutturalmente la musica nella liturgia, specie quella nata “per” o “nella” liturgia, oggi ascoltabile quasi solo esclusivamente in sale da concerto o teatri. A tal fine saranno promossi sia eventi
con il carattere dell’eccezionalità e di grande spessore culturale, sia una organica presenza musicale
di ottima qualità nella liturgia di chiese pilota con cadenza mensile, in un contesto di normalità e non
di eccezionalità.
a) La Messa in Si minore BWV 232 di Johann Sebastian Bach rappresenta il primo appunta
mento dell’Associazione. L’eccezionalità dell’evento sta nel fatto di riascoltare, forse per la prima volta in epoca moderna, questa opera musicale nel contesto della celebrazione Euca
ristica per la quale era nata, e non come musica a sé stante.
b) Cercheremo di identificare a Firenze una chiesa dove, con cadenza inizialmente mensile, la celebrazione eucaristica abbia una organica presenza musicale di qualità, soprattutto
Cantate e altre opere sacre di Johann Sebastian Bach, pensata non come accompagnamento ma come momento consustanziale alla liturgia, in un contesto di normalità e non di eccezio
nalità.
MUSICA E CARCERI
Su questo versante, l’impegno sarà rivolto soprattutto alla Casa Circondariale di Sollicciano (a cui abbiamo già donato un pianoforte verticale), dove ci ripromettiamo di portare una organica attività artistica,
fra musica, teatro, cinema e artigianato musicale:
a) Scuola professionale di artigianato musicale finalizzata alla costruzione di strumenti musicali;
b) Un Coro dei detenuti;
c) Una Scuola di musica per i detenuti;
d) Una Scuola di musica – da tenersi in carcere – per i figli degli agenti di polizia penitenziaria e degli altri lavoratori della struttura carceraria;
e) Stagioni concertistiche;
e) Stagioni di opere cinematografiche legate alla musica;
f) Realizzazione a Sollicciano di un impianto di diffusione acustica che permetta a tutti i reparti un ascolto giornaliero della musica, in particolare modo, di Johann Sebastian Bach.
Continueremo poi il tour per portare in tutte le carceri italiane L’Arte della fuga di Johann Sebastian Bach.
Così come oggi il nome “Volterra” è sinonimo di “teatro”, il nostro sogno è portare il nome “Sollicciano” a diventare col tempo sinonimo di “musica”. In sostanza, il nostro impegno servirà a far vivere il
tempo della condanna come vero momento riabilitativo, in vista di un futuro in cui la riacquistata libertà
metta i detenuti in condizione di tornare a essere davvero liberi. In carcere le cose facili sono sempre
difficili; quelle difficili sono impossibili. Quelle impossibili, sono solo sogni: forse solo sognando riusciremo a dare concretezza alle cose.
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Ringraziamenti
Cristina Acidini
Fra Stefano Albertazzi
Ginevra Avalle
Costanza Baldini Uga Bargagli Stoffi
Massimiliano Bellesi
Ida Bertoni
Francesco Bianchi
Monica Bietti
Enrico Bocci
Manuele Braghero
Umberta Brazzini
Don Paolo Brogi
Wanda Butera
Barbara Caldini
Carmelo Cantone
Oreste Cacurri
Simone Cariello
Raffaele Carrega
Umberto Cerini
Paolo Chiappini
Antonella Chiari
Silvia Ciappi
Vanni Coppola
Pierpaolo d’Andria
Adriana De Cesare
Davide De Crescenzo
Mariangela Della Monica
Cristina Dell’Orso
Leonardo De Lisi
Daniele Drovandi
Gianni Fabbrini
Andrea Fagioli
Sveva Fedeli
Sabina Ferioli
Fabrizio Fiesoli
Antonietta Fiorillo
Lorenzo Fratini
Lorenzo Fuoco
Luca Gasparri
Costanza Giovannini
Sergio Givone
Renato Gordini
Francesca Grifoni
Fabrizio Guarducci
Don Roberto Gulino
Ilaria Ippoliti
Stefania Ippoliti
Camilla Laschi
Mons. Angiolo Livi
Giancarlo Lo Schiavo
Franco Lucchesi
Diego Lumare
Andrea Magagnato
Fausto Maglia
Michele Manganelli
Michele Maoggi
Giampiero Maracchi
Andrea Martini
Massimo Martini
Jacopo Masini
Giuseppe Morbidelli
Dario Nardella
Debora Novelli
Roberta Papini
Paola Pecoraro
Parrocchia del Sacro Cuore
Maria Pia Pellerito
Lorella Pellis
Tobia Pescia
Mons. Fabrizio Porcinai
Gianfranco Politi
Alessandra Rapalli
Stefania Reggioli
Studio Rovai-Weber
Hilia-Irene Ruffini
Studio Terzini-Rapalli
Stefano Rovai
Don Vincenzo Russo
Enrico Sartoni
Cristina Scaletti
Elisabetta Soldini
Gianni Tangucci
Francesco Terzini
Camilla Toschi
Don Stefano Ulivi
Fabrizio Valgiusti
Vera Valitutto
Enrico Viviano
Anna Waldthaler Gaddi Pepoli
Susanna Weber
Marco Zane
Luigi Zangheri
Ringraziamenti istituzionali
Giorgio Napolitano
Presidente della Repubblica
Giovanni Tamburino
Direttore del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria del Ministero della Giustizia
Enrico Rossi
Presidente della Regione Toscana
Matteo Renzi
Sindaco di Firenze
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Libretto a cura dell’Associazione Onlus
La Pasqua di Bach
Progetto grafico
Andrea Magagnato
Fondazione Sistema Toscana
Finito di stampare il 5 di gennaio 2014
a cura di Toscana Oggi
Revisione grafica Marco Masini
Associazione Onlus
www.lapasquadibach.it
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Scarica il libretto della Celebrazione Eucaristica del 5 gennaio