cammino di preghiera per giovani
prima tappa: venerdì 20 novembre 2015
Entra…
rito della luce
IN PIEDI
 Canto
Tu sei sorgente viva, tu sei fuoco, sei carità.
Vieni, Spirito Santo; vieni, Spirito Santo.
 Introduzione
L’ARCIVESCOVO: Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
TUTTI:
Amen.
ARC.:
TUTTI:
La pace sia con voi.
E con il tuo spirito.
ARC.:
Carissimi amici e amiche, iniziamo stasera un nuovo cammino di
preghiera. Lo facciamo in un luogo diverso: il nostro duomo, che ci
accoglie come la chiesa madre di tutte le chiese del Piemonte, in cui
possiamo fissare lo sguardo sull’icona regale del Crocifisso dell’anno Mille.
Cercheremo, oggi e nei prossimi incontri, il volto buono della Misericordia
di Dio. Nelle sue parole, che ascolteremo, e nella sua vita, che si può capire
solo nell’ora della sua Pasqua di morte e risurrezione, Gesù ci rivela questo
volto d’amore; e lo Spirito che egli dona a noi, suoi fratelli e sorelle, ci
aiuta a scoprirlo e comprenderlo sempre meglio. Ecco perché abbiamo
incominciato con il rito della luce, simbolo dello Spirito che entra in noi e
passo dopo passo ci illumina con la sua sapienza; ma prima di metterci in
ascolto del Vangelo vogliamo ancora invocare il dono dello Spirito:
TUTTI:
Vieni, Spirito Santo!
1. Vieni, Santo Spirito,
manda a noi dal cielo
un raggio della tua luce.
2
2. Consolatore perfetto,
ospite dolce dell'anima,
dolcissimo sollievo.
3. O luce beatissima,
invadi nell'intimo
il cuore dei tuoi fedeli.
4. Lava ciò che è sordido,
bagna ciò che è arido,
sana ciò che sanguina.
5. Dona ai tuoi fedeli
che solo in te con dano
i tuoi santi doni.
Vieni, padre dei poveri,
vieni, datore dei doni,
vieni, luce dei cuori.
Rit.
Nella fatica, riposo,
nella calura, riparo,
nel pianto, conforto.
Rit.
Senza la tua forza,
nulla è nell'uomo,
nulla senza colpa.
Rit.
Piega ciò che è rigido,
scalda ciò che è gelido,
drizza ciò ch'è sviato. Rit.
Dona virtù e premio,
dona morte santa,
dona gioia eterna.
Rit.
Ascolta…
proclamazione della Parola
IN PIEDI
 Canto al Vangelo
Alleluia! Alleluia! Alleluia! Alleluia!
Cantate al Signore un cantico nuovo,
tutta la terra canti al Signore.
Per tutta la terra s’è accesa una luce,
uomini nuovi cantano in cor
un cantico nuovo di gioia in nita,
un canto d’amore a Dio fra noi.
Alleluia!
Alleluia! Alleluia! Alleluia! Alleluia!
3
 Vangelo
Dal Vangelo secondo Luca
15,11-32
I
N QUEL TEMPO,
Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Un uomo
aveva due gli. 12 Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi
la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue
sostanze. 13 Pochi giorni dopo, il glio più giovane, raccolte tutte le sue
cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo
in modo dissoluto. 14 Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese
una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. 15 Allora andò
a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò
nei suoi campi a pascolare i porci. 16 Avrebbe voluto saziarsi con le carrube
di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. 17 Allora ritornò in sé
e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui
muoio di fame! 18 Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho
peccato verso il Cielo e davanti a te; 19 non sono più degno di essere
chiamato tuo glio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. 20 Si alzò e tornò
da suo padre.
Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli
corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. 21 Il glio gli disse: “Padre,
ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere
chiamato tuo glio”. 22 Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il
vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali
ai piedi. 23 Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo
festa, 24 perché questo mio glio era morto ed è tornato in vita, era
perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa.
Il glio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino
a casa, udì la musica e le danze; 26 chiamò uno dei servi e gli domandò che
cosa fosse tutto questo. 27 Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre
ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”.
28 Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo.
29 Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho
mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto
per far festa con i miei amici. 30 Ma ora che è tornato questo tuo glio,
il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato
il vitello grasso”. 31 Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con
me e tutto ciò che è mio è tuo; 32 ma bisognava far festa e rallegrarsi,
perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed
è stato ritrovato”».
25
4
Parola del Signore.
TUTTI:
Lode a te, o Cristo.
Contempla…
meditazione sulla Parola
SEDUTI
Un luogo cui appartenere dove amare ed essere amati
Qual è la promessa di bene, di luce, di pienezza contenuta in questa
pagina? Questa pagina ci insegna a essere figli, ad appartenere, e ci insegna
la misericordia.
Quando diciamo che Dio è Misericordia, cosa mettiamo in questa parola,
in questo attributo? Che tipo di padre misericordioso è Dio?
Il comportamento del figlio è ingiurioso, agisce come se il padre fosse
morto… Di fatto, ciò che il figlio fa, equivale a desiderare la morte del
padre, perché è come avergli detto: «Padre, non posso aspettare che tu
muoia». Il dono della vita del padre è preteso dal figlio che, proprio con
questa pretesa, rifiuta la paternità, sentendo il suo legame come una
schiavitù, un limite alla propria libertà. La casa in cui è vissuto è percepita
come prigione, dalla quale occorre andare via presto e conoscere
l’indipendenza.
Chi non ha provato in sé, ad un certo punto della sua crescita, il bisogno
di evadere? Così è la nostra storia con Dio. Prima o poi, Dio è sentito come
una volontà che urta con la nostra, una presenza che pone davanti a noi
un limite.
Abbiamo cominciato a tradire la sua volontà, a sentire il legame con lui
come un vincolo insopportabile, l’ascoltarlo come un’oppressione.
Preferiamo essere sradicati, piuttosto che appartenere in una casa che ci
pare soffocante.
La nostra Chiesa si sta preparando al Giubileo Straordinario della
Misericordia, il Papa lo ha annunciato con il documento “Misericordiae
vultus”, cos’è la misericordia?
Il padre della parabola non ha costretto il figlio a restare a casa, non gli ha
imposto nulla, lo ha lasciato andare libero, anche se sapeva che la sua
sofferenza sarebbe stata grande e avrebbe toccato anche lui come padre.
5
Solo il Dio degli ebrei e dei cristiani ha creato un uomo che può negarlo,
contraddirlo, desiderare la sua morte ed essere ateo. Questa è la grandezza
del nostro Dio.
Il figlio andato via da casa è la nostra storia di peccato.
Nella parabola il figlio sente un disagio psicologico, perché il peccato
commesso non lo ha soddisfatto, lo ha lasciato deluso, ed è a questo punto
che il processo dello rientrare in sé può continuare o può arrestarsi.

Tu cristiano, tu discepolo, prima di tutto ti riconosci nel figlio
perduto che ha bisogno di conversione?
Un padre della Chiesa dice: «Chi non capisce che Dio ci ama mentre noi
siamo cattivi, costui non ha ancora conosciuto il Dio dei cristiani». Dio non
ci ama solo quando siamo buoni, ma sempre.
Il padre bacia a lungo quel figlio che era perduto e in quell’abbraccio il
figlio rinasce. Agostino dice: «Se non era convertito, quando il padre lo ha
abbracciato, l’amore del padre lo ha convertito». La conversione è frutto
della misericordia, dell’amore viscerale di Dio.
6

Che idea abbiamo di Dio quando lo chiamiamo Padre? È il Dio
della parabola o è il Dio dei benpensanti, di quelli che si
sentono giusti?
Che immagine abbiamo di Dio Padre quando diciamo il
Padre nostro?
Il figlio maggiore, di fronte al tornare in vita del fratello, prova una
reazione di gelosia, mentre lui è restato a casa, ha ubbidito al padre, ha
lavorato, ha tirato avanti con fatica l’azienda, il fratello ha sperperato il
denaro vivendo in maniera indegna. Non vuole entrare a far festa.
Il Vangelo ci testimonia che quest’uomo era, sì, vissuto a casa, ma
semplicemente come un mercenario, la sua ubbidienza era semplicemente
schiavitù.
Si può vivere a lungo nella Chiesa, come cristiani, come suore, frati, preti,
educatori, catechisti, ma vivere da schiavi. Giunge prima o poi il giorno in
cui uno se ne va.
Chi si sente schiavo, chi non agisce per amore, si sente in prigione.
Io chiamerei così la Misericordia: capacità di amare sul serio.
L’amore vero ha tre tempi, tre movimenti necessari e irrinunciabili: 1) si
appassiona, si entusiasma, fa star bene, genera gioia, l’altro diventa fonte
di benessere e forza; 2) conosce, chi ama conosce profondamente l’altro;
3) è capace di sacrificio autentico, vero, che si tratti di perdono o
dell’assunzione di una faticosa responsabilità
Questa è la Misericordia, la Misericordia di Dio, Dio ama così. E così ci fa
scuola perché anche noi possiamo amare così.

Siamo capaci di amare così? Ci sentiamo amati così? Cosa manca al
nostro amore per essere autentico?

Uno spazio per me…
7
 Canto
8
Se dovrai attraversare il deserto
non temere: io sarò con te;
se dovrai camminare nel fuoco
la sua fiamma non ti brucerà.
Sono io che ti ho fatto e plasmato,
ti ho chiamato per nome;
io da sempre ti ho conosciuto
e ti ho dato il mio amore.
Seguirai la mia luce nella notte, Perché tu sei prezioso ai miei occhi,
sentirai la mia forza nel cammino: vali più del più grande dei tesori:
io sono il tuo Dio, il Signore. io sarò con te dovunque andrai.
Non pensare alle cose di ieri:
cose nuove fioriscono già.
Aprirò nel deserto sentieri,
darò acqua nell'aridità.
Perché tu sei prezioso…
Perché tu sei prezioso…
Io ti sarò accanto, sarò con te.
Per tutto il tuo viaggio sarò con te.
Io ti sarò accanto…
 Danza
Meditiamo, con l’aiuto della musica e dell’espressione corporea,
il “Cantico delle creature” di san Francesco.
(dal codice 338 della Biblioteca del Sacro Convento di Assisi,
con qualche minimo adattamento e la divisione in strofe)
Altissimo, onnipotente, bon Signore,
tue so’ le laude, la gloria et l’honore
et onne benedictione.
A te solo, Altissimo, se konfanno
et nullo homo ene digno te mentovare.
Laudato si’, mi’ Signore,
cum tucte le tue creature,
spetialmente messer lo frate sole,
lo qual è iorno; et allumini noi per lui.
Et ellu è bellu e radiante
cum grande splendore:
de te, Altissimo, porta signi catione.
Signore altissimo, onnipotente
e buono, a te la lode, la gloria,
l’onore e ogni benedizione.
Solo tu ne sei degno, e nessuno
può pronunciare il tuo nome.
Sii lodato, mio Signore, con
tutte le tue creature, specialmente il signor fratello sole, che
è il giorno: tu per mezzo suo ci
dai la luce. Esso è bello e molto
risplendente: è un simbolo di te,
o Altissimo.
Laudato si’, mi’ Signore,
per sora luna e le stelle;
in celu l’hai formate
clarite et pretiose et belle.
Laudato si’, mi’ Signore, per frate vento
et per aere et nubilo et sereno
et onne tempo,
per lo quale alle tue creature
dai sustentamento.
Sii lodato, mio Signore, per
sorella luna e per le stelle, che
hai formato in cielo chiare,
preziose e belle.
Sii lodato, mio Signore, per il
fratello vento, per l’aria, per il
tempo nuvoloso, per il sereno
e per ogni condizione atmosferica attraverso cui dai nutrimento alle tue creature.
Laudato si’, mi’ Signore, per sora acqua,
la quale è molto utile
et humile et pretiosa et casta.
Laudato si’, mi’ Signore, per frate focu,
per lo quale ennallumini la nocte;
et ello è bello et iocundo
et robustoso et forte.
Sii lodato, mio Signore, per
sorella acqua, che è molto utile
e umile, preziosa e casta. Sii
lodato, mio signore, per fratello
fuoco, con cui illumini la notte:
è bello, allegro, robusto e forte.
9
10
Laudato si’, mi’ Signore,
per sora nostra matre terra,
la quale ne sustenta et governa,
et produce diversi fructi
con coloriti fiori et herba.
Sii lodato, mio Signore, per la
terra, nostra sorella e madre,
che ci nutre e ci governa,
e produce diversi frutti, ori
colorati e vegetazione.
Laudato si’, mi’ Signore,
per quelli ke perdonano
per lo tuo amore,
e sostengon infirmitate et tribulatione.
Beati quelli ke le sosterranno in pace,
ka da te, Altissimo, saranno incoronati.
Sii lodato, mio Signore, per
quelli che perdonano per amor
tuo, e sopportano debolezza
e dif coltà. Beati coloro che le
sopporteranno tranquillamente,
perché saranno incoronati da te,
o Altissimo.
Laudato si’, mi’ Signore,
per sora nostra morte corporale,
da la quale nullo homo vivente
pò skappare.
Guai a quelli ke morranno
ne le peccata mortali;
beati quelli ke trovarà
ne le tue sanctissime voluntati,
ka la morte secunda nol farà male.
Sii lodato, mio Signore, per la
nostra sorella morte del corpo,
da cui nessun uomo vivente
può sfuggire.
Guai a chi morirà in peccato
mortale, beati quelli che al
momento della morte avranno
compiuto la tua santissima
volontà, poiché a costoro la
seconda morte non farà male.
Laudate et benedicete mi’ Signore
et rengratiate
et servitelo cum grande humilitate.
Lodate e benedite il mio
Signore, ringraziatelo e servitelo
con grande umiltà.
 Canto finale
Lode al nome tuo,
dalle terre più floride,
dove tutto sembra vivere:
lode al nome tuo.
Lode al nome tuo,
dalle terre più aride,
dove tutto sembra sterile:
lode al nome tuo.
Tornerò a lodarti sempre,
per ogni dono tuo,
e quando scenderà la notte
sempre io dirò:
Benedetto è il nome del Signor,
lode al nome tuo.
Benedetto è il nome del Signor,
il glorioso nome di Gesù.
Lode al nome tuo,
quando il sole splende su di me,
quando tutto è incantevole:
lode al nome tuo.
12
Lode al nome tuo,
quando io sto davanti a te
con il cuore triste e fragile:
lode al nome tuo.
Tornerò a lodarti sempre…
Tu doni e porti via, tu doni e porti via,
ma sempre sceglierò di benedire te.
Tornerò a lodarti sempre…
Scarica

Entra…