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ottobre LE TRAME E LE IMMAGINI DI TUTTI I FILM
20 Anni
Preparate i confetti
rivista programma dei cinema
10
n°
è in arrivo Oggi sposi
Bastardi
Senza Gloria
Julie & Julia
up
interviste : Luca lucini, Pete Docter
bruno
ia I primi
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s
is
Quest'anno Prim
20 Anni
di attività
6
uscite del 2-9-16 ottobre
24
Lo spazio bianco
7
uscite del 23-30 ottobre
25
Viola di mare
26
up
12
Whiteout - Incubo bianco
30
Orphan
14
Bastardi Senza Gloria
32
Bruno
16
Motel Woodstock
34
Julie & Julia
18
La doppia ora
36
Oggi Sposi
20
Barbarossa
40
Nel Paese delle
Creature Selvagge
22
Fame - Saranno famosi
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amore 14
40
rivista programmma dei cinema • anno 20 n.10 - ottobre 2009
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anticipazione festival di
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le battute
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Free magazine nato il 1 giugno 1990 distribuito gratuitamente nelle sale cinematografiche italiane
Direttore responsabile
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Grafici PATRIZIA MORFù [email protected]
LUCA FODDIS
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Direttore editoriale
hanno collaborato a questo numero
Paolo Sivori
Editore
44
roma
un amore all'improvviso
30
28 Pete Docter
38 Luca lucini
RUBRICHE
10
16
INTERVISTE
nicoletta gemmi, MARCO SPAGNOLI,
boris sollazzo, LIVIA SAMBROTTA,
cristina marella palmieri
Calendario a cura di nicoletta gemmi
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distribuzione nazionale SAC
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LA RIVISTA
IN ESCLUSIVA
NELLE SALE
ASSOCIATE ANEC
2 ottobre
Biancaneve e gli 007 nani
(Usa/Germania, 2006)
Regia di Steven E. Gordon e Boyd Kirkland
86’, Eagle Pictures, animazione/commedia/fantasy
Rivisitazione ironica delle fiabe Disney. Biancaneve è una
teen ager irriverente che ama spassarsela con le amiche
Cappuccetto Rosso, Bottondoro e Pastorella. Ma quando
il padre decide di sposarsi con Lady Vain, una streghetta
senza scrupoli, la ragazza dovrà cambiare il suo atteggiamento e chiedere aiuto – non solo ai suoi amici – ma
all’intero villaggio. La voce di Biancaneve è di Antonella
Clerici mentre Jerry Calà è il mitico specchio parlante.
L’artista
(El Artista, Argentina/Italia, 2008)
Regia di Gastón Duprat, Mariano Cohn con Sergio Pangaro,
Alberto Laiseca, Ana Laura Lozza, Marcello Prayer
100’, Istituto Luce, drammatico/commedia
Cinema argentino d’autore, presentato al Festival di Roma
9 ottobre
nel 2008, racconta, tra grottesco e surreale, la grande
impostura dell’arte. Jorge è infermiere in un Istituto per
anziani, dove si occupa di un vecchio pittore, autistico, ma
di grande talento. Jorge si appropria di alcuni disegni del
vecchio, per diventare, grazie alla stupidità e meschinità del
mondo dell’arte contemporanea, un artista di culto.
Le mie grosse grasse vacanze greche
Ricky - Una storia d’amore e libertà
(My Life in Ruins, Usa/
Spagna, 2009)
Regia di Donald Petrie con Nia
Vardalos, Richard Dreyfuss,
Alexis Georgoulis, Rachel
Dratch, María Adánez
95’, Videa CDE, commedia
Katie (Lamy) e Paco (López) si amano
appassionatamente. Dalla loro unione
nasce Ricky, un bambino con un dono
inaspettato: due piccole ali, che
crescono giorno dopo giorno. Dopo lo sconcerto iniziale, Katie
prova a nascondere al mondo questo segreto prezioso, ma le cose si
complicano quando il piccolo Ricky comincia a volare all’interno di
un supermercato. Dai produttori de Il favoloso mondo di Amélie,
una favola grottesca, presentata al Festival di Berlino.
Il Produttore (Tom Hanks) e
la protagonista (Nia Vardalos)
sono gli stessi, ma anche se il
titolo lo scimmiotta, non ha nulla a che fare con Il mio Grosso Grasso Matrimonio Greco. Siamo ad Atene e Georgia è una guida turistica
piuttosto stressata che dovrà vedersela con uno strampalato gruppo di
turisti in vacanza: un’ingessata coppia inglese, un single attaccato al
Blackberry, una bizzarra coppia australiana. Il ‘grillo parlante’ del gruppo
è Irv (Richard Dreyfuss), un anziano ebreo, che insieme all’aitante autista
aiuteranno Georgia a lasciarsi andare e a godersi la vita.
(Francia/Italia, 2009)
Regia di François Ozon con Alexandra
Lamy, Sergi López, André Wilms, JeanClaude Bolle-Reddat, Mélusine Mayance
90’, Teodora Film, commedia/
drammatico/fantasy
Halloween 2
16 ottobre
Funny People
(Usa, 2009)
Regia di Judd Apatow
con Adam Sandler,
Seth Rogen, Leslie
Mann, Eric Bana, Jason
Schwartzman
146’, Universal
Pictures, commedia
George Simmons (Sandler)
è un cabarettista di successo. Un giorno scopre
di avere una grave malattia del sangue che lo
condanna ad un solo anno di vita. Una sera dopo
un’esibizione in un locale, incontra Ira Wright
(Rogen), un comico alle prime armi. George
gli insegna i trucchi del mestiere.... Ma la vita
gli riserverà altr sorprese. Judd Apatow torna a
colpire con una commedia agrodolce che riflette
sulla morte e sulle occasioni mancate.
Di me cosa ne sai
(Italia, 2009)
Regia di Valerio Jalongo
100’, Istituto Luce, documentario
Di me cosa ne sai inizia come una amorosa indagine sul cinema italiano degli anni
Settanta. Man mano che il lavoro di Jalongo
prosegue diventa un docu-drama che alterna testimonianze dei protagonisti di allora
(registi, attori, produttori) a frammenti della
vita culturale e politica degli ultimi trent’anni. Un diario di viaggio che racconta l’Italia
da nord a sud, attraverso sale cinematografiche e ragazzini teledipendenti, centri commerciali e appassionati cineasti.
Genova
(UK, 2008)
Regia di Michael Winterbottom con Colin
Firth, Catherine Keener, Hope Davis, Willa
Holland, Perla Haney-Jardine
92’, Officine UBU, drammatico
Dramma famigliare firmato Winterbottom, con
(Usa, 2009)
Regia di Rob Zombie
con Tyler Mane, Scout
Ta y l o r- C o m p t o n ,
Sheri Moon Zombie,
Brad Dourif, Malcolm
McDowell
105’, Mediafilm/Sony
Pictures, horror
Dopo il capolavoro di Carpenter, ed il remake
del 2007 di Rob Zombie, adesso arriva il
sequel, firmato ancora una volta da Zombie.
E’ il 31 ottobre e Michael Myers fa ritorno a
casa per regolare conti in sospeso con la sua
famiglia. Una scia di violenza inaudita viene
scatenata dall’uomo che vuole cancellare i
segreti del suo oscuro passato. Ma questa
volta, si troverà davanti una improbabile
nemica. Sempre che quest’ultima riesca a
sopravvivere…
protagonista Colin Firth e, ovviamente, la città
di Genova. Dopo la tragica morte della moglie,
Joe e le sue giovani figlie si trasferiscono a
Genova. Mentre Kelly esplora con curiosità
i misteri di questo nuovo mondo, Mary, la
più piccola, “rivede” la madre aggirarsi per i
vicoli.
SE VUOI IL SUCCESSO, SOGNALO, CONQUISTALO. SARÀ TUO.
r
e
b
m
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m
Re
E
MY NAM
DAL 9 OTTOBRE AL CINEMA
23 ottobre
Turtle: The Incredible Journey
(UK/Austria/Germania, 2009)
Regia di Nick Stringer
81’, Bolero Film, documentario
Una piccola tartaruga seguita nel percorso dei suoi antenati in uno dei viaggi più straordinari
del mondo. Nata su di una spiaggia della Florida, cavalca la Corrente del Golfo inseguendola per
tutto il Nord Atlantico per arrivare in Africa e fare ritorno alla spiaggia dove era nata.
Io Don Giovanni
(Italia/Spagna/
Austria, 2009)
Regia di Carlos Saura
con María Valverde,
To b i a s M o r e t t i ,
Ennio Fantastichini,
Francesco Barilli,
Lorenzo Balducci
120’, Lucky Red,
drammatico/storico/musicale
Esiliato da Venezia, Lorenzo da Ponte si
rifugia a Vienna dove, grazie ad una lettera
di presentazione di Casanova, conosce
Antonio Salieri e poi Mozart. Scrive il libretto
delle “Nozze di Figaro” e ritrova la giovane
Annetta, di cui si era innamorato in laguna.
Dopo un nuovo incontro con Casanova
propone a Mozart di scrivere una nuova
versione del “Don Giovanni” e man mano che
scrive il testo si immedesima sempre più nel
personaggio.
La battaglia dei tre regni
(Red Cliff: Part
II, Cina, 2009)
Regia di John Woo
con Tony Leung
Chiu Wai, Takeshi
Kaneshiro, Chen
Chang, Jun Hu,
Wei Zhao
130’, Eagle
Pictures, storico/avventuraLa
John Woo ritorna in Cina per girare un colossal epico,
interpretato dalle superstar del cinema asiatico, che
rievoca una guerra avvenuta nel secondo secolo
dopo Cristo e culminata nella battaglia del Red Cliff,
dove 2000 navi furono incendiate ed un esercito di
50.000 sconfisse un’armata di circa un milione di
uomini, cambiando per sempre il corso della storia
cinese.
Tratto da un classico della letteratura cinese
del 14° secolo.
Marpiccolo
(Italia, 2009)
Regia di Alessandro
Di Robilant con
Giulio Beranek,
Roberto Bovenga,
Giorgio Colangeli,
Valentina Carnelutti,
Michele Riondino
100’, Bolero Film, drammati c o
La storia di Tiziano che vive in un quartiere
malfamato di Taranto e che si deve arrangiare
facendo lavoretti per il boss locale, andando
poco a scuola mentre desidera ardentemente
di andarsene. Quando finirà nel carcere
minorile, troverà un’umanità fuori e dentro le
mura, disposta a dargli una mano, offrendogli
una seconda possibilità. Tra scelte difficili,
tradimenti e riappacificazioni, Marpiccolo è
un racconto di dolore e amore nella città "dei
due mari".
30 ottobre
Il nastro bianco
(Das weiße Band, Austria/Germania, 2009)
Regia di Michael Haneke con Susanne
Lothar, Ulrich Tukur, Burghart Klaußner, Josef
Bierbichler, Marisa Growaldt
144’, Lucky Red, drammatico
Palma d’Oro al Festival di Cannes 2009.
Il nuovo film di Haneke è ambientato in
un villaggio contadino della Germania del
Nord alla vigilia della Grande Guerra. La vita
sembra scorrere tranquilla fino a quando fatti
inquietanti e violenti colpiscono gli abitanti.
Un incendio, un bimbo ritrovato senza occhi,
si susseguono in paese, senza che venga
individuato un colpevole. Un film atroce e
spietato sui semi del male nazista.
Capitalism: A Love Story This Is It
(Usa, 2009)
Regia di Michael Moore
120’, Mikado, documentario
Capitalism: A Love Story rappresenta una
summa delle precedenti opere di Moore. Il
geniale sarcasmo del regista unito alla sua
solita puntigliosità di documentatore sono
messi al servizio della disastrosa situazione
economica mondiale. A 20 anni da Roger &
Me, Moore va a Wall Street, fino ad arrivare ai
corridoi del potere a Washington, per cercare
delle risposte. Passato in concorso al recente
Festival di Venezia il film è una commedia/
horror sulle cause che hanno provocato
l’attuale crisi globale.
Parnassus - L’uomo che voleva
ingannare il diavolo
(The Imaginarium of Doctor Parnassus, Francia/
Canada/UK, 2009)
Regia di Terry Gilliam con Heath Ledger, Christopher
Plummer, Tom Waits, Verne Troyer, Lily Cole, Johnny
Depp, Jude Law, Colin Farrell
122’, Moviemax, avventura/fantasy
Ultima interpretazione di Heath Ledger, morto
(Usa, 2009)
Regia di Kenny Ortega
con Michael Jackson
Sony Pictures, documentario
This is it è il film documentario pensato per
portare nelle sale il backstage del concerto che
Michael Jackson stava preparando a Londra.
Girato e montato da Kenny Ortega, regista di
High School Musical e consulente creativo
per il This is it tour, utilizzando oltre 100 ore
di coreografie, prove e arrangiamenti, tutto
materiale ‘privato’ che solitamente Jackson non
gradiva far circolare. Il documentario contiene
anche interviste esclusive e preziosi videoclip
inediti, come la versione 3D di Thriller.
durante la lavorazione e sostituito con una
intelligente modifica dello script da parte di Gilliam,
e con una generosa partecipazione degli attori, da
Johnny Depp, Colin Farrell e Jude Law. Il giovane
Tony vuole salvare l’anima della bella Valentina,
promessa al diavolo in cambio dell’immortalità da suo
padre, il Dottor Parnassus. Per riuscirci dovrà imparare
a usare lo specchio magico che permette di passare
in altri mondi paralleli.
2 ottobre
Un amore
all'improvviso
Tratto dal best seller di Audrey Niffenegger, La moglie dell’uomo che viaggiava nel tempo,
il film è una grande storia d'amore che supera i confini del tempo, metafora anche dei
problemi legati alla distanza sia fisica che psicologica nella vita di relazione.
C
lare (Rachel McAdams) è da sempre innamorata di Henry (Eric Bana) ed è convinta che loro due siano destinati a stare
insieme, anche se sia lui che lei non possono
fermare le improvvise sparizioni di lui, sbattuto, a causa di una rarissima malattia, nei
vortici del tempo. Henry è infatti un viaggiatore nel tempoî : un individuo afflitto da una
anomalia genetica che gli fa vivere un'esistenza su una linea del tempo in continuo
movimento e che lo trascina, suo malgrado,
avanti e indietro nelle stagioni della vita.
Ciò nonostante Claire cerca disperatamente
di costruire un’esistenza con il suo unico, vero, grande amore. Un Amore all’improvviso
è diretto da Robert Schwentke (Flightplan)
da una sceneggiatura del premio Oscar Joel
Rubin (Ghost), ispirata al romanzo di Audrey Niffenegger. Nick Wechsler e Dede
Gardner hanno prodotto il film, insieme
a Brad Pitt.
Interpretato da un bravissimo
Eric Bana (Hulk, Black Hawk
Down, Star Trek, Munich)
e dalla sempre splendida
Rachel McAdams (2 Single a nozze, My name is Tanino, State of Play), Un amore
all’improvviso è per il regista Robert Schwentke: “Un percorso emotivo di due persone
impegnate in un rapporto. Non è una pellicola
di fantascienza. I viaggi nel tempo sono un
catalizzatore che rafforza e mette alla prova
il loro legame. Mi è sembrata un’opportunità
per creare una grande storia d’amore, nella
quale abbiamo comunque voluto inserire una
dinamica particolare per renderlo più veritiero “Bana è completamente d’accordo con il
regista e aggiunge la loro relazione presenta
ostacoli talmente numerosi e imponenti, che
ti convinci che siano veramente innamorati. Penso che sia una storia molto intima e
commovente e che ti lasci molte cose su cui
riflettere”.
Un amore all’improvviso
(The Time Traveler’s Wife, Usa, 2009)
Regia di Robert Schwentke
con Rachel McAdams, Eric Bana, Ron Livingston, Jane McLean, Stephen Tobolowsky
112’, 01 Distribution, drammatico
10
2 ottobre
Whiteout
Incubo bianco
Antartide: la natura non ha mai previsto che qui si
sopravvivesse.
L
o sceriffo federale americano Carrie
Stetko (Kate Beckinsale) è ormai pronto
a lasciare l’Antardide. Dopo due anni di
servizio in quel territorio spietato, conta i giorni che mancano all’ultimo volo su cui imbarcarsi prima che l’inverno porti 6 mesi d’oscurità.
Ma i suoi piani saltano quando viene rinvenuto
il cadavere di un geologo americano, Weiss,
membro di una squadra di ricerca che studia
meteoriti, in una distesa di ghiaccio tra la base
americana, l’Amudsen e quella russa, Vostok. La
causa della morte, tra le varie fratture e tagli
che riporta sul corpo, è una profonda ferita sul
petto. Stetko non può partire se non prima di
aver risolto il caso. Rivolge la sua attenzione
ai membri della squadra di Weiss che potrebbero essere i principali sospettati ma anche le
prossime vittime di un killer le cui motivazioni
rimangono ancora sepolte nel ghiaccio.
Il titolo si riferisce a quelle condizioni meteorologiche estreme: neve gelata, vento, freddo
intollerabile, che rendono impossibile non solo
la visibilità, ma anche la sopravvivenza per più
di qualche minuto.
L’idea di girare il film in Antartide, cercando
di ricreare il senso di ‘ansia da sopravvivenza,
nasce dal fumetto (“Whiteout”) e dalle ricerche
di Greg Rucka e Steve Lieber. “L’ambiente –
sostiene Rucka, anche produttore esecutivo del
film – è un personaggio a tutti gli effetti. Molto
di quello che facciamo e chi siamo è un risultato
diretto della situazione fisica in cui siamo”.
Il regista Dominic Sena invece è rimasto affascinato dalla possibilità di indagare come un
un ambiente estremo possa influire sul comportamento umano: “non è un luogo per tutti
(l’Antartide), alcuni riescono ad affrontarlo,
altri no. Persone che non sono necessariamente
cattive finiscono con il commettere atti malvagi
e questo è uno dei temi del nostro film”.
A completare il cast fra cacciatori e prede non
ancora individuate, lo sceriffo Stetko incontrerà Robert Pryce, investigatore dell’UN (Gabriel
Match), il pilote Delphy (Columbus Short), il
direttore della base Amudsen-Scott (Shawn
Doyle) e il dottor John Fury (Tom Skerritt).
Whiteout - Incubo bianco
(WhiteOut, USA 2009)
Regia di Dominic Sena
con Kate Beckinsale, Gabriel Macht, Columbus
Short, Tom Skerritt
158’, Warner Bros, Thriller
12
2 ottobre
Bastardi
Senza Gloria
Potrebbe essere un nuovo
genere: il ‘pulp war fiction’, quello lanciato da
Quentin Tarantino, finalmente tornato in stato di
grazia, con Bastardi senza gloria. Anche se ogni
suo film rifiuta qualsiasi
catalogazione. E’ semplicemente un film di Tarantino. Che rilegge in chiave
pulp la seconda guerra
mondiale, fornendole un
finale alternativo molto,
molto eccitante.
P
rimo anno dell’occupazione tedesca
in Francia. La giovane ebrea Shosanna
(Melanie Laurent) assiste impotente
allo sterminio della propria famiglia da parte
dello scaltro Colonnello delle SS Hans Landa
(Christoph Waltz), riuscendo fortunosamente
a fuggire a Parigi, dove, con una nuova identità, gestirà una sala cinematografica. Da
qualche altra parte nella Francia occupata il
tenente Aldo Raine (Brad Pitt) organizza un
gruppo di soldati ebrei-americani pronti a tutto, per compiere, dietro le linee, dei piccoli e
violentissimi atti di rappresaglia, diventando
tristemente noti tra i soldati tedeschi come i
‘Bastardi senza gloria’. In una delicata, quanto decisiva missione, con l’obiettivo di azzerare
tutto lo Stato Maggiore del Terzo Reich, i Bastardi si incontrano con l’attrice e agente sotto
copertura Bridget von Hammersmark (Diane
Kruger). Il loro piano dovrà essere portato a
termine nella sala cinematografica parigina
di Shosanna, dove tutti i loro destini, e non
solo i loro, convergono....
Tarantino divide il film in cinque capitoli: il
primo “C’era una volta nella Francia occupata
dai Nazisti” fa l’occhiolino agli spaghetti western di Sergio Leone, con la musica di Ennio
Morricone. Non ci sono cow boys in vista, ma
un cattivo ai limiti della perfezione, un memorabile Christoph Waltz sicuramente candidato
all’Oscar, un misto di ironia, sadismo, diabolica furbizia (in quattro lingue). Poi arrivano i
“Bastardi”, il commando di ebrei capitanato
dal tenente del Tennessee Aldo Raine: l’eroe.
Un sudista, dall’accento e dai modi piuttosto
cafoni, un piccolo capolavoro di ironia e di
compiacimento di Brad Pitt, che pretende che
ognuno dei suoi uomini gli porti almeno 100
scalpi nazi. La femme fatale è Melanie Laurent, la exragazzina che per compiere la sua
vendetta si trasforma in una donna seduttiva
e sensuale. In una pellicola zeppa (sia nella
trama che nello stile) di riferimenti cinematografici, ispirata ai “Bastardi senza gloria” del
1978 di Enzo Castellari, il soldato britannico
(Michael Fassbender), è un critico cinematografico, la spia tedesca (Diane Kruger) è
un’attrice e la nemesi si consuma all’interno
di una sala cinematografica.
Ad una domanda su quale fosse lìaspetto favorito del film, Tarantino ha risposto: “Adoro
l’idea che sia il potere del cinema a combattere
i Nazisti. E non soltanto come metafora, ma
letteralmente, nella realtà.”
Bastardi Senza Gloria
(Inglourious Basterds, Usa, 2009)
Regia di Quentin Tarantino
con Brad Pitt, Eli Roth, Michael Fassbender,
Christoph Waltz, Diane Kruger, Mélanie Laurent, B.J. Novak, Samm Levine,
160’, Universal Pictures, commedia/drammatico
9 ottobre
Woodstock da un’altra prospettiva, senza Jimi Hendrix o Janis Joplin. La vicenda di un
giovane trentenne che per caso mise in moto la macchina organizzativa, rilancia lo
spirito più autentico della leggendaria manifestazione.
E
lliot Tiber (Demetri Martin) lavora come arredatore al Greenwich
Village ed è impegnato sul fronte del riconoscimento dei diritti degli omosessuali. Ha però un grosso problema perchè i suoi genitori
Jake e Sonia (Henry Goodman e Imelda Staunton) - due ebrei fuggiti
dall’Europa dell’Est - stanno per perdere, a causa dei debiti, il decrepito
motel che gestiscono a Catskill. Le soluzioni non sembrano a portata di
mano fino a quando giunge la notizia che gli organizzatori di un’importante manifestazione musicale si sono visti ritirare l’autorizzazione dalla
municipalità di Wallkill, vicino a Woodstock. Elliot telefona, offre il motel
come base e convince il vicino proprietario di un terreno di 600 acri, a
metterlo a disposizione. I mitici tre giorni di Woodstock, tra Peace and
Love, stanno per realizzarsi.
stock in un luogo simbolo della controcultura. Con la sua generosità,
le sue indecisioni, le sue timide inclinazioni sessuali, Elliot impersona
lo spirito autentico di Woodstock: “la voglia di diventare parte di un
mondo che sta cambiando”. A quarant’anni dal concerto/happening più
famoso della storia, Ang Lee ha voluto ricordare l’evento attraverso una
commedia ricca di personaggi eccentrici e sopra le righe. “Woodstock
mi ha sempre affascinato – ha detto Lee – ma il romanzo offriva anche
l’opportunità di rappresentare un brillante ritratto umano, di un periodo
e di un rito di passaggio. Un libro difficile in quanto molto spinto. L’io
narrante trova in quei tre giorni il coraggio di dichiararsi sessualmente.
Quello che ha reso tutto molto più semplice sono stati l’ironia, la gioia,
l’allegria che caratterizzano Elliot”.
Passato in concorso all’ultimo Festival di Cannes, Motel Woodstock del
pluripremiato Ang Lee, racconta una leggenda americana acida e multicolore con un protagonista esordiente il popolare comico di origine greca
Demetri Martin. Tratto dal libro autobiografico di Elliot Tiber, Motel
Woodstock, è la storia di come, nel 1969, un ragazzo di provincia, per
aiutare i genitori, creò le basi per il raduno destinato a entrare nella
storia, trasformando, inconsapevolmente, l’area di campagna di Wood-
Motel Woodstock
(Taking Woodstock, Usa, 2009)
Regia di Ang Lee
con Demetri Martin, Dan Fogler, Henry Goodman, Jonathan Groff,
Eugene Levy, Emile Hirsch, Paul Dano
110’, Bim, commedia-storico
Motel
Woodstock
16
9 ottobre
la doppia ora
Giuseppe Capotondi esordisce con un thriller psicologico, sospeso tra le inquietudini di
una storia di misteriose presenze e gli eventi drammatici di una trama dove tutto, alla
fine, sarà chiarito.
onia (Ksenia Rappoport) viene da Lubia- ri, duro e fragile che cattura lo spettatore
S
na e fa la cameriera in un hotel. Guido
(Filippo Timi) è un ex poliziotto e lavora
come custode in una villa fuori città.
Si incontrano per caso in uno speed date. Lui
è un cliente fisso. Per lei è la prima volta, e si
vede. Poche parole, un’istintiva attrazione. In
pochi giorni imparano a conoscersi, ad aprirsi,
a svelare le proprie ferite. Sono sul punto di
innamorarsi… quando Guido muore improvvisamente, durante una rapina nella villa che
dovrebbe custodire.
Sonia si ritrova da sola a elaborare un lutto di
cui non riesce a trovare il senso e di cui alcuni
addirittura la ritengono responsabile. Mentre il
passato di Sonia ritorna, con tutti i suoi nodi
non risolti, la realtà che la circonda comincia
a collassare, fino a crollarle addosso. Tutto
inizia a cambiare, ogni certezza si sgretola e
nessuno è più lo stesso., nemmeno Sonia. Chi
è veramente?
E soprattutto, è davvero Guido quello che lei
continua a vedere, al di là di ogni plausibile
logica, o è solo la sua mente che vacilla? E
cosa farà quando le verrà offerta una seconda
occasione?
Le risposte arrivano solo alla fine, in un continuo capovolgimento di eventi.
Premiata con la Coppa Volpi per la migliore
interpretazione femminile, Ksenia Rappoport,
già protagonista dell’intenso La Sconosciuta
di Tornatore, ritorna in questo film ad interpretare un personaggio pieno di chiaroscu-
18
trascinandolo in un vortice di paura. Figura
altrettanto complessa è quella di Filippo Timi - Come Dio comanda di Salvatores – che
interpreta un uomo che ha scelto la solitudine
e una vita opaca da cui sembra ridestarlo solo l’incontro con la misteriosa e affascinante
Sonia.
Pur volendo definire La Doppia ora un film di
genere, un horror psicologico, il vero nucleo
narrativo del film rimane intatto lasciando
affrontare ai due protagonisti, ciascuno per
proprio conto, un profondo e doloroso percorso interiore.“ La coerenza stilistica è tesa
non tanto – spiega il regista – ad assecondare
i dettami del genere quanto piuttosto a rendere
giustizia alla storia nella sua interezza, nella
sua essenza più profonda e per me significativa“.
Dai produttori del pluripremiato (con 10 David
di Donatello) La ragazza del lago, e vincitore
della menzione speciale del Premio Solinas –
Storie per il Cinema 2007, un film che racconta
l’incontro di due solitudini che rispecchiandosi
l’una nell’altra ricominciano a desiderare.
La doppia ora
(Italia 2009)
Regia di Giuseppe Capotondi,
con Ksenia Rappoport, Filippo Timi,
Antonia, Truppo, Gaetano Bruno, Fausto
Russo Alesi, Michele Di Mauro, Lorenzo
Gioielli
95’, Medusa, Thriller
DOMENICO PROCACCI
PRESENTA
MARGHERITA BUY
LO SPAZIO BIANCO
“MOLTO EMOZIONANTE.”
LA REPUBBLICA
“OTTIMA PROVA
DI MARGHERITA BUY.”
UN FILM DI
FRANCESCA COMENCINI
CORRIERE DELLA SERA
“UN’OPERA FUORI DEL COMUNE,
INTENSA, TUTTA INTERIORE,
TOCCANTE”.
LA STAMPA
“DA VEDERE E RIVEDERE.”
IL MESSAGGERO
“MARGHERITA BUY È FANTASTICA.
SAPPIAMO DA ANNI CHE È BRAVA,
MA QUI SI SUPERA.”
L’UNITÀ
TRATTO DAL ROMANZO LO SPAZIO BIANCO DI VALERIA PARRELLA EDITO DA GIULIO EINAUDI EDITO RE
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www.01distribution.it
DESIGN
MARGHERITA BUY GAETANO BRUNO GIOVANNI LUDENO ANTONIA TRUPPO GUIDO CAPRINO SALVATORE CANTALUPO MASSIMO ANDREI CARLO CERCIELLO ANNA GIGANTE EMANUELA ANNECCHINO E CON MARIA PAJATO
SOGGETTO E SCENEGGIATURA FRANCESCA COMENCINI FEDERICA PONTREMOLI CASTING ANNA MARIA SAMBUCCO COSTUMI FRANCESCA VECCHI ROBERTA VECCHI SCENOGRAFIA PAOLA COMENCINI
SUONO ALESSANDRO ZANON MUSICHE NICOLA TESCARI MONTAGGIO MASSIMO FIOCCHI FOTOGRAFIA LUCA BIGAZZI ORGANIZZATORE GENERALE IVAN FIORINI SUPERVISORI ALLA PRODUZIONE VALERIA LICURGO CLAUDIO ZAMPETTI
UNA PRODUZIONE FANDANGO IN COLLABORAZIONE CON RAI CINEMA PRODOTTO DA DOMENICO PROCACCI LAURA PAOLUCCI REGIA DI FRANCESCA COMENCINI
FILM REALIZZATO CON IL CONTRIBUTO DEL MINISTERO PER I BENI CULTURALI E AMBIENTALI – DIPARTIMENTO DELLO SPETTACOLO
FOTO CHICO DE LUIGI
D A L 16 O T T O B R E A L C I N E M A
9 ottobre
Barbarossa
L’epica leghista sbarca al cinema, grazie al regista
Renzo Martinelli, con un colossal da 30 milioni di euro.
“Barbarossa è il Braveheart italiano. Volevo realizzare
un lavoro che fosse a metà tra le mie radici lombarde e
un kolossal spettacolare”. Il senatùr Umberto Bossi si è
commosso all’anteprima.
I
talia. Dodicesimo Secolo. Le terre del Nord sono governate da un imperatore tedesco: Federico Hoenstaufen detto “Barbarossa” (Rutger Hauer). Il suo sogno, di conquistare le terre
del Centro e del Sud per far rivivere l’Impero che fu di Carlo Magno, si scontra con quello del
giovane milanese Alberto da Giussano (Raz Degan). Il cui sogno è di sconfiggere l’imperatore e
liberare le terre del Nord. Il 29 maggio del 1176 in una storica battaglia tra le truppe irregolari
della Lega Lombarda, costituitasi come alleanza nove anni prima con il giuramento di Pontida,
e con Alberto da Giussano a capo della Compagnia della Morte, 900 giovani pronti a sacrificarsi
per difendere il Carroccio, e l’esercito di Federico I, detto ‘il Barbarossa’, si decise una pagina
importante della storia italiana.
Amico personale del Senatùr, Renzo Martinelli ha realizzato uno dei suoi sogni. Arriverà il 9 ottobre
nelle sale (una versione più lunga verrà mostrata più avanti in tv) Barbarossa la pellicola che
rievoca la lotta dei Comuni lombardi contro l’imperatore tedesco, detto il Barbarossa, un Golia
messo in ginocchio da un pugno di città del Nord.
Il regista lombardo, dopo avere diretto film come Porzus e Vajont, recupera un pezzo di
storia caro alla epica leghista, che ha rappresentato un paradigma della lotta allo straniero.
Quella storica vicenda e il suo capo carismatico, il semi-leggendario Alberto da Giussano,
insieme alla Compagnia della Morte, al Carroccio, alla battaglia di Legnano, sono comunque
patrimonio della storia italiana. Girato in Romania - ironia della sorte, gli eroici lumbard che
combattono valorosamente nel film contro i teutonici sono rumeni, molti sono rom - con un
budget di 30 milioni di dollari, e un cast che vanta attori come Hauer, F. Murray Abraham,
Christov Jivkov e Raz Degan. “Ho investito molto sul fatto visivo, sulle azioni, sui movimenti
di massa. Ho puntato su un cinema nazional popolare che, rispettando la storia, proponesse
battaglie, assedi, spade insanguinate e scontri cruenti”. “Non mi interessano le polemiche
politiche – conclude Martinelli – spero che il film piaccia a tutti ma spero soprattutto che il
pubblico leghista risponda bene”.
20
Barbarossa
(Italia, 2008)
Regia di Renzo Martinelli
con Rutger Hauer, Raz Degan, Kasia
Smutniak, Hristo Shopov, Cécile Cassel
139’, 01 Distribution, storico
9 ottobre
“Voi fate sogni ambiziosi: successo, fama... ma queste
cose costano. Ed è esattamente qui che si comincia a
pagare. Con il sudore”.
(Lydia Grant - FAME)
Fame
Saranno Famosi
C
hi non ricorda gli episodi della mitica
serie Fame – Saranno famosi. Ma prima
ancora di conoscere tutti i protagonisti
che hanno fatto sognare milioni di adolescenti
non perdendosi un episodio in tv, precisamente
il 25 agosto del 1980, usciva l’omonimo film,
diretto da Alan Parker. Tutto è partito da lì.
E, ora, a trent’anni dal trionfo arriva un remake aggiornato al cambiamento dei tempi
e dei costumi. I nuovi aspiranti si chiamano
Kevin, Alice, Rosie e Denise. Insieme ai loro
compagni seguiamo questo gruppo di ballerini,
cantanti, attori e artisti di talento nei quattro
anni passati alla New York City High School of
Performing Arts, un istituto esclusivo, in cui gli
studenti di ogni estrazione sociale hanno l’opportunità di provare a dare vita ai loro sogni di
affermazione. Che si conquista con il talento e
con il duro lavoro. All’interno della scuola, in
un’atmosfera incredibilmente competitiva e allo
stesso tempo entusiasmante, ogni studente dovrà impegnarsi con costanza e determinazione
per raggiungere il proprio obiettivo. Ciascuno
di loro avrà modo di mettersi in evidenza e di
capire qual è la vera strada per il successo.
Il regista è un esordiente, si chiama Kevin
Tancharoen, e ha deciso di tentare l’azzardo
rimettendo mano all’originale e riaggiornando
i sogni di un gruppo di ragazzi con Fame –
Saranno famosi che, precisa l’autore: “Non è
fedele al primo film, forse è esagerato parlare di
remake. Diciamo che siamo di fronte ad una rivisitazione di un fenomeno che ha coinvolto moltissimi giovani di una generazione passata cercando di mantenerne lo spirito e la spontaneità.
Ma i personaggi sono completamente nuovi, non
troverete versioni aggiornate di Leroy o Martelli,
per capirci. Non avrebbe avuto senso e sarebbe
stato irrispettoso. Inoltre molte cose sono cambiate dal 1980 ad oggi. Quello che è rimasto
intatto è la lotta contro tutto e tutti per dimostrare il proprio talento, spesso contrastando
anche gli stessi genitori. Anche se attualmente
con film come High School Musical, programmi
televisivi o reality show la voglia di successo nei
22
giovani è cresciuta in maniera esponenziale. Per
questo ho voluto come modello Fame, perché è
una base sana, dove va avanti chi se lo merita e
chi si impegna duramente per emergere”. I produttori hanno voluto ricreare la forza del collettivo di Saranno famosi, allestendo un cast di
sconosciuti pescando soprattutto dai musical
di Broadway (dal 1988 lo stesso Fame è anche
un musical). Ne sono usciti degli esordienti che
magari non conoscevano il serial ma avevano
già lavorato in piccole parti per Chorus Line o
nella pellicola Notorius sulla storia del rapper
Christopher Wallace. Riusciranno a conquistare
la ‘fame’ tanto sognata (e sudata)?
Fame - Saranno famosi
(Usa, 2009)
Regia di Kevin Tancharoen
con Naturi Naughton, Kryisty Flores, Paul
McGill, Kherington Payne, Collins Pennie,
Kay Panabaker, Asher Book
120’, Lucky Red, commedia/musicale
Ph. Francesca Martino / photomovie
MEDUSA FILM
presenta
DAL 16 OTTOBRE AL CINEMA
www.medusa.it
16 ottobre
L o s pa z i o b i a n c o d e l t i to l o è
un’incubatrice in cui la piccola Irene,
nata prematura, deve riuscire a trovare
la forza di vivere. Una scatola bianca,
uno spazio ed un tempo indefinito che
avvolge anche la madre, in attesa che
sua figlia nasca o muoia.
M
aria ha superato da poco i quarant’anni, vive a Napoli,
lavora come insegnante in una scuola serale e un giorno, al sesto mese appena di gravidanza, partorisce una
bambina che viene subito ricoverata in terapia intensiva neonatale. Dietro l’oblò dell’incubatrice Maria osserva le ore passare
su quel piccolo corpo come una sequenza di possibilità. Niente
è piú come prima: si ritrova in un mondo strano di medicine,
donne accoltellate, attese insensate sui divanetti della sala
d’aspetto, la speranza di portare sua figlia fuori da lì. Nei giorni
si susseguono le mense con gli studenti di medicina, il dialogo
muto con i macchinari e soprattutto il suo lavoro: una scuola
serale dove camionisti faticano su Dante e Leopardi per conquistarsi la terza media. La circonda e la tiene in vita un mondo
pericolante: quello napoletano, dove la tragedia quotidiana si
intreccia con la farsa, un mondo in cui il degrado locale è solo
la lente d’ingrandimento di quello nazionale.
Ancora una volta è la letteratura a ispirare il cinema. In questo
caso il romanzo di Valeria Parrella, per il nuovo film della regista Francesca Comencini, figlia e sorella d’arte, che racconta,
con la stessa precisione e sensibilità che aveva mostrato nel
bellissimo Mobbing, la cronaca dello spazio e del tempo in cui
Maria, in parallelo con la piccolissima Irene, deve trovare la
strada per una ‘rinascita’ che permetta ad entrambe di uscire
dall’incubatrice e di vivere. Margherita Buy è una memorabile
Maria, una donna sola, che vive con dolente distacco, quasi
ipnotico, i lunghi giorni dell’attesa.
Lo spazio bianco
(Italia, 2009)
Regia Francesca Comencini
Con Margherita Buy, Salvatore Cantalupo, Maria
Paiato, Antonia Truppo, Gaetano Bruno.
96’, 01 Distribution, Drammatico
Lo spazio bianco
24
“
La Viola è un pesce e lo ha voluto Dio.
Quando è maschio si chiama Minchia di
Re. Per amore diventa femmina e ha i
colori del fiore. Torna di nuovo maschio dopo
che líacqua si è presa le sue uova”
Una storia vera di omosessualità femminile
nella piccola isola siciliana di Favignana, tra
fine ottocento e prima metà del novecento.
Una omosessualità dichiarata dalla protagonista, e negata dall'ipocrisia, dalla miseria
della gente dell’isola. Angela (Valeria Solarino) si rende conto di essere lesbica e quel
che è peggio, non vuole rinunciare al suo
amore per un’altra donna: Sara (Isabella Ragonese). Per evitare lo scandalo e la furiosa
ostilità paterna, accetta, su consiglio della
madre, di fingersi uomo, falsificando, con la
complicità del prete e del medico, i suoi documenti anagrafici.
Tratto dal romanzo Minchia di re di Giacomo
Pilati, che prende il titolo da un pesce ermafrodita, adattato per lo schermo da Pina
Mandolfo, il film, prodotto dalla siciliana Maria Grazia Cucinotta, ha una colonna sonora
firmata da Gianna Nannini. Viola di mare
è la storia d’amore di due giovani donne,
Angela e Sara (Valeria Solarino e Isabella Ra-
gonese), cresciute nel medesimo microcosmo
arcaico e patriarcale, e di superba bellezza.
Una storia vera, trasformata in leggenda dal
vocio popolare e dallo scorrere del tempo e
riportata in vita dalla letteratura e adesso
dal cinema. Viola di mare è anche una sfida ai codici sociali, alle sopraffazioni, alle
ingiustizie sociali e ai millenari soprusi che
le donne hanno patito. Contro cui la protagonista oppone una resistenza irriducibile.
Il cerchio narrativo si chiude con un esito
imprevisto, forse doloroso, che però vale a
ricomporre l’identità della donna e a conferire significato alto alla legge del desiderio,
l’unica per la quale, come Angela ci fa intendere, valga la pena di pagare un prezzo. Il
film segna il ritorno alla regia di Donatella
Maiorca a oltre dieci anni da Viol@, altra
pellicola particolarissima, che aveva come
protagonista Stefania Rocca.
Viola di mare
(Italia, 2009)
Regia di Donatella Maiorca con Valeria Solarino, Isabella Ragonese, Ennio Fantastichini,
Maria Grazia Cucinotta, Marco Foschi
100’, Medusa, drammatico
Viola
di mare
16 ottobre
15 ottobre
La cifra stilistica del film? La leggerezza dei palloncini, della vita, dei
sogni non realizzati e perché no, dei
ricordi. La sequenza dei momenti di
vita di Carl ed Ellie, dall'infanzia
fino alla morte di lei, è una poesia
malinconica, accompagnata da una
sottile quanto struggente ironia. Indimenticabile.
Up
P
arlare della Pixar, significa necessariamente parlare dell’eccellenza artistica.
Dieci film in circa 14 anni, la maggior
parte dei quali riconosciuti dalla critica internazionale come dei capolavori. Up, che
arriva un anno dopo le avventure eco-spaziali di WALL-E, è stato scelto come film
d’apertura al Festival di Cannes, mentre il
Festival di Venezia ha consegnato qualche
settimana fa, il Leone d’Oro alla Carriera a
John Lasseter, il fondatore della Pixar. Ma
qual’è il segreto della Pixar? Come fa a non
sbagliare un film, partendo sempre da storie
che sulla carta sembrano le più imbrobabili?
Up è la storia di un vecchietto, e solo la
Pixar (e Clint Eastwood) può avere
il coraggio di fare un film su un
signore di 78 anni, un adorabile
burbero, che ricorda vagamente Spencer Tracy o Walter
Matthau.
Il vecchietto si chiama
Carl, ed è triste e arrab-
biato: la moglie Ellie è scomparsa da poco,
lasciandolo solo al mondo, prima che lui riuscisse a regalarle il viaggio in Sud America
che entrambi avevano sempre sognato fin
da bambini. Come se non bastasse adesso Carl è messo alle strette da una ditta
di costruzioni che ha già l’autorizzazione
per espropriargli la casa, e vuole spedirlo
in ospizio. Carl - che è stato per tutta la
vita un venditore di palloncini - decide di
andarsene con tutta la sua casa, legandola
a migliaia di palloncini che la trascineranno in cielo, dove un lungo volo lo porterà
nel
luogo esatto, le cascate scoperte
settan-
ta anni prima dall’esploratore Muntz, dove
per tutta la vita aveva sognato di andare con
la moglie, senza riuscirci. C’è solo un problema imprevisto: Russell, un boy scout grassottello, al momento del decollo si trovava
sulla veranda di casa. E adesso sta volando
in Sud America assieme a lui.
Up è il primo film Pixar a venire realizzato in 3D. Ma la tridimensionalità resta solo
un mezzo, al servizio della sceneggiatura e
mai viceversa. “La visione di un film in 3-D
diverte e sorprende, sempre che sia ben fatto
- ha dichiarato il regista-sceneggiatore Pete
Docter - Ma per noi rimane indiscutibile l’idea
che la storia e il suo impatto emotivo hanno
il primato su tutto: il 3-D per una
storia mediocre e che non coinvolge
è perfino fastidioso, finisce per essere un gadget inutile e costoso”.
Up
USA 2009
Regia di Pete Docter e Bob Peterson.
104’, Walt Disney , Animazione
27
Quegli incorreggibili
geni della Pixar…
di Marco Spagnoli
Intervista a Pete Docter, regista di Up
Otto anni dopo lo straordinario successo di Monsters & Co., il regista Pete
Docter, uno dei geniali ragazzi della Pixar, presenta Up, film d’apertura
del Festival di Cannes - non era mai successo prima che un film d’animazione fosse scelto per ‘aprire’ un Festival così importante -, nonché candidato quasi certo - potete scommetterci - sia all’Oscar per il miglior film
d’anmazione, ma anche (visto l’aumento dei nominati a 10 titoli, deciso
da quest’anno dall’Academy) a Miglior Film. Up racconta le divertenti e
commoventi peripezie di un anziano vedovo, ex venditore di palloncini,
che decide di volare con tutta la sua casa in Sudamerica e di portare a
Come?
Quando Carl resta vedovo noi abbiamo utilizzato la dimensione spaziale per restituire allo spettatore un senso di forte claustrofobia.
Quando, poi, la casa si libera nell’aria ecco che
i colori del cielo e i palloncini diventano quasi
accecanti. Per noi il 3D non è un trucchetto o
uno strumento per stupire il pubblico, bensì un
modo per immergerlo nella trama che si vuole
raccontare. Del resto tutti i film della Pixar sono in 3D e Up è solo il primo che viene anche
proiettato in versione tridimensionale.
Del resto i ragazzi sono abituati, grazie ai Videogames, ad un mondo tridimensionale…
Tutti noi viviamo in un mondo in 3D: solo che,
in qualche maniera, siamo abituati da anni alla
stilizzazione che la forma cinematografica ha
preso da un secolo a questa parte. Ogni generazione ha il suo modo di percepire la realtà
e, probabilmente, il 3D è proprio di quella del
ventunesimo secolo. Anche se personalmente
non credo che tutto il cinema del futuro sarà in
3D. Alcuni film avranno certamente più senso
in 3D, mentre altri continueranno ad essere
realizzati nella forma in cui li vediamo oggi.
Come scegliete le storie su cui lavorare?
Siamo molto fortunati, perché alla Pixar scegliamo i soggetti per quello che pensiamo possano raccontare e non in base a motivazioni
di marketing o di qualsiasi altro genere non
inerente alle possibilità del racconto. Certamente la spinta di alzare il livello della sfida e
di provare a fare cose sempre diverse, è molto
forte. Il nostro cinema comunque riguarda soprattutto le storie e non tanto le tecnologie
che usiamo per raccontarle.
A chi vi siete ispirati per il personaggio di Carl?
Sicuramente a Spencer Tracy, ma anche ad altri
grandi attori del passato come James Whitmore
e, soprattutto, dai nostri nonni. Carl è una sorta di compilation di tutte le persone anziane
che abbiamo incontrato nella nostra vita e cui,
compimento l’avventura che lui e sua moglie non avevano mai potuto
realizzare. “Up è un film che noi abbiamo realizzato in 2D e che solo dopo
è stato trasformato in 3D.” Spiega Docter “In questo senso noi siamo convinti che la sua storia possa conquistare il cuore del pubblico a dispetto del
fatto che venga visto o meno in versione tridimensionale. Non tutti, infatti,
amiamo il 3D e, forse, lo stesso protagonista brontolone della nostra storia,
Carl, non ne sarebbe così entusiasta. I giovani, invece, amano vedere i film
in versione tridimensionale e noi abbiamo potuto incorporare le possibilità
offerte da questa tecnica all’interno della trama.”
peraltro, vogliamo anche molto bene.
Up è un film molto divertente, ma anche molto commovente…
Sin dall’inizio ci siamo voluti concentrare
sull’elemento emotivo della trama. Quando ce
la raccontavamo tra noi, ogni tanto, ci sfuggiva qualche lacrima. Il nostro obiettivo principale, però, era quello di catturare da subito
l’attenzione del pubblico e portarcelo dietro nel
viaggio straordinario di una casa volante alla
volta di una terra selvaggia popolata di uccelli
rarissimi, cani parlanti e misteriosi aviatori.
Parliamo del Leone d’oro alla carriera
a tutta la Pixar…
La trovo un’idea molto giusta: John Lasseter
è un uomo estremamente collaborativo che
pretende da tutte le persone che lavorano alla Pixar un grande spirito di squadra. Questo
migliora le idee e il lavoro di tutti quanti. In
28
più noi tutti siamo cresciuti insieme a partire
dal lavoro svolto per Toy Story. Un’esperienza
unica che si riflette anche nelle nostre vite.
Andiamo anche tutti quanti in vacanza insieme
e, spesso, le nostre mogli ci sgridano dicendo
che dobbiamo smetterla di parlare di lavoro. Lo
facciamo per tre minuti eppoi ricominciamo.
Siamo incorreggibili, ma del resto amiamo alla
follia il nostro lavoro.
Farete mai un film muto come i primi
venti minuti di Wall-E?
Ci piacerebbe, ma, non credo che sarà mai
possibile. Comunque i nostri cortometraggi
sono tutti muti. E lì si trova il nostro cuore:
con le pantomine di Charlie Chaplin e Buster
Keaton.
16 ottobre
Orphan
K
ate (Vera Farmiga), madre di due bambini, ha una crisi depressiva in seguito
alla perdita prematura del terzo figlio.
Adesso sta cercando di tornare alla normalità
e di guarire dall’alcolismo, dopo un incidente che stava per giocarle la vita del figlio
per annegamento, mentre lei era ubriaca. A
sigillare questo cambiamento arriva il nulla
osta per l’adozione di un terzo figlio, una
bambina, destinata a prendere il posto del
figlio morto prima di nascere. Esther è una
bella bambina di nove anni, nata in Russia.
Come dice la suora ai genitori adottivi, Esther è una bambina speciale. Educata, gentile, intelligente. Dipinge dei quadri bellissimi,
suona con grande naturalezza Tchaikovsky
al piano. Eppure c’è qualcosa di strano nella
piccola Esther, non solo negli antiquati vestitini col collettino rotondo che porta sempre, e nella immancabile fascia intorno al
collo: troppo brava, troppo presente, troppo
penetrante. Forse è per questo che Kate, la
“Ci sono molti rischi quando si adotta
un bambino già grande”: l’avvertimento di una suora si trasforma in un incubo per una coppia che, dopo avere
perso un figlio prima della nascita,
accoglie in famiglia Esther.
sua madre adottiva, ha così paura di Esther?
Per fortuna che John, il padre, ha una smisurata fiducia in lei.
Quel che è certo è che attorno alla ragazzina
accadono strane cose. Un bambino precipita,
una macchina si capovolge, una suora sbaglia
il senso di marcia ... Quando viene fuori che
l’orfanotrofio ha fornito informazioni errate
sulle origini russe della piccola Esther, Kate
si agita ancora di più. Paranoia? Ma il gioco
degli incidenti è solo all’inizio.
Horror ‘amorale’ secondo alcuni, perché non
c’è nulla di più impressionante di un film
con bambini indemoniati. Anche se il genere
è straordinariamente ricco, con registi e film
che vengono considerati di ‘culto’, vedi Esorcista, Rosemary’s baby e The Omen. C’è da
dire che a confronto di Esther, Damien di
The Omen potrebbe passare per un bravo ragazzo. Secondo i paladini del ‘politicamente
corretto’ questa volta ci sarebbe un’ aggra-
vante: il demonio non solo è una bambina,
ma una bambina adottiva proveniente dai
paesi dell’est, come migliaia vengono accolti
ogni anno. Un concetto di verosimiglianza
che francamente non c’entra nulla con l’horror. La storia è giocata sul doppio binario
della madre ex alcolizzata che intuisce ogni
mossa, ma nessuno le crede. La figlia invece,
adorata dal padre, si esibisce in prove sempre più impegnative di macelleria. Producono Joel Silver e Leonardo DiCaprio.
Orphan
(Orphan, Usa, 2009)
Regia Jaume Collet-Serra
Con Vera Farmiga, Peter Sarsgaard, Isabelle
Fuhrman, CCH Pounder, Jimmy Bennett, Margo Martindale, Karel Roden, Aryana Engineer,
Rosemary Dunsmore
123’, Warner Bros, Horror
S A R À I L T U O U LT I M O R E S P I R O
DA OTTOBRE AL CINEMA
23 ottobre
Scordatevi Borat. Sacha Baron Cohen torna sul grande schermo per
demolire il cosidetto ‘comune senso del pudore. Attraverso tutti gli
stereotipi e i pregiudizi sull’omosessualità e sul vacuo mondo dello spettacolo.
Bruno
. .
A
ncora una volta questo comico inglese,
laureato a Cambridge, e proveniente
da una buona e devota famiglia ebrea,
sceglie uno straniero, come suo alter-ego. Il
personaggio non è nuovo, quelli che hanno
visto in tv “Da Ali G Show” già lo conoscono. Certamente non così ‘profondamente’
come viene sviluppato nel film. Brüno è un
biondissimo e molto gay giornalista di moda
televisivo, orgoglioso del sesso creativo con
il suo micro assistente, Diesel, così disponibile per accontentarlo in tutti i suoi capricci,
e così perfido nel fargli le scarpe quando
Brüno viene licenziato dallo show televisivo austriaco “Funkyzeit”, dopo la disastrosa
passerella al Fashion Week di Milano. Brüno
decide allora di partire per Los Angeles con
un solo obiettivo: “diventare il più celebre
austriaco dopo Hitler”.
L'abbiamo visto qualche mese fa agli MTV
Music Awards, con il suo hot-pants tirolese
calato, atterrare a sedere scoperto s ulla
faccia di un arrabbiatissimo Eminen. Sacha
Baron Cohen ama l’eccesso, e Brüno fa arrabbiare molti vip, come Madonna e il candidato repubblicano alle presidenziali del 2008
Ron Paul. Sempre in puro stile provocatorio
e politicamente scorretto, Sacha Baron Cohen, ha inanellato nel nuovo film una serie
di gag, molte improvvisate, che hanno suscitato querele e richieste di censura. Per
interpretare il suo giornalista, fashionista
(vale a dire fashion victim), si è completamente depilato, indossa una parrucca bionda
con un improbabile caschetto per non parlare delle mise che vanno da tutine in puro
stile austriaco a pantaloncini leopardati con
maglietta con pailettes e casco da minatore
in testa.
Raccontare in dettaglio i passaggi ‘acrobatici’ di Brüno-Sacha Baron Cohen nel film,
non è proprio possibile. Sono così veloci
e repentini, e imprevedibili. Diventerà un
attore di Hollywood, apparirà in una serie
tv, si prodigherà, a suo modo, al commercio
sostenibile (Se Clooney ha il Darfur lui avrà
Darfive), alla Pace in medio oriente (peccato
che confonda Hamas con Hummus), all’adozione di bambini africani (magari proponendo di scambiarli con un i-Pod). Infine da non
perdere Bono, Elton, Sting, Snoop Dogg e
Chris Martin cantare “We Are the World” alla
Brüno’s, naturalmente. Geniale per alcuni,
volgare e mistificatore per altri, Brüno non
lascia indifferenti. Nessuno.
Brüno
(USA 2009)
Regia di Larry Charles
con Sacha Baron Cohen, Alice Evans, Richard
Bey, Ron Paul, Gustaf Hammarsten,
83’, Medusa, Commedia
23 ottobre
Certamente per i ghiottoni può risultare particolarmente appetitoso, ed alcuni piatti possono far
venire l’acquolina in bocca. Ma non è necessario essere un gourmet per gustare Julie & Julia. E’ un film
leggero e saporito, con un ingrediente molto speciale:
Meryl Streep.
Julie & Julia
S
critto e diretto con acume e ironia da Nora Ephron, il film mescola
due vite (vere) all’ombra dei fornelli. Meryl Streep è la famosa Tv
chef e scrittrice (ovviamente di libri di cucina) Julia Child, e Amy
Adams (sua co-star in Doubt) è Julie Powell, una segretaria newyorchese che dal 2002 al 2003 lanciò un blog, e successivamente un libro,
sull’esperienza di 365 giorni trascorsi a cucinare le 524 ricette pubblicate nel 1961 dal best seller di Julia Child Mastering the Art of French
Cooking.
Tratto dal libro “Julie & Julia” di Powell, e dal libro autobiografico di
Julia Child “My Life in France”, le vite delle due donne si sviluppano in
due epoche diverse. Incontriamo la Child nella Parigi
del dopoguerra, impegnata - e incoraggiata dal marito diplomatico Paul (Stanley Tucci) - a frequentare la
celebre scuola Le Cordon Bleu e a scrivere il suo monumentale libro di ricette, destinato a cambiare per sempre
il gusto degli americani. La Powell invece vive a New York nel
presente, con il simpatico ed affettuoso marito Eric (Chris Messina).
La Streep interpreta la Child alla perfezione, sia nella gestualità che nei
difetti vocali, e soprattutto nel suo carattere volubile. La sua incrollabile
fiducia nella cucina francese, ed il suo carisma, la fanno diventare una
celebrità. La recitazione della Adam è tutta in sottrazione: interpreta un
personaggio figlio di un Dio minore, meno autoreferenziale, ma riesce
a dargli calore e spontaneità. Un personaggio che vive in sintonia con
quello della Streep, destinato quest’ultimo a prendersi la scena. La Streep
inoltre trova una fantastica spalla in Stanley Tucci, ed in effetti la loro
bizzarra storia d’amore - lei una signorina californiana trentenne e lui un
diplomatico con il gusto della trasgressione - nella romantica Parigi del
1948 meriterebbe un film a parte.
Il ricordo di Julia Child è ancora vivo negli States, la cuoca-scrittrice è
morta nel 2004 all’età di 91 anni. Ed è lei che ha introdotto la cucina
francese nelle cucine americane. Grazie alla propria tenacia, al proprio
entusiasmo, e soprattutto al proprio perfezionismo. Julia amava ripetere
che “un buon cibo arricchisce anche l’anima e lo spirito”.
Julie & Julia
Usa, 2009
Con: Meryl Streep, Amy Adams, Stanley Tucci,
Chris Messina, Jane Lynch
Regia: Nora Ephron
123’, Sony, Commedia
35
Q
23 ottobre
Un poliziotto e la figlia di un ambasciatore,
un finanziere rampante e una subrettina, un
settantenne con una ragazza opportunista
e due precari. Oggi sposi racconta quattro
coppie a un passo dall’altare. Una commedia
all-star, divertente e specchio del reale.
uattro matrimoni, mille peripezie e un solo obiettivo: raggiungere l’altare e pronunciare il fatidico sì. Nicola (Luca
Argentero), promettente poliziotto pugliese con un passato
da Don Giovanni, ha deciso di mettere la testa a posto e di sposare
l’incantevole figlia dell’Ambasciatore indiano, Alopa (Moran Atias).
C’è solo un problema: come farà Sabino (Michele Placido), un contadino alla vecchia maniera, ad accettare che il figlio si sposi con rito
Indù? Nel frattempo Salvatore (Dario Bandiera) e Chiara (Isabella
Ragonese), due giovani precari senza una lira e con un figlio in
arrivo, mettono a punto un piano per organizzare un matrimonio a
costo zero: imbucare tutti i loro 72 invitati in un altra festa nuziale:
quella, sontuosissima, dell’avvenente soubrette Sabrina (Gabriella
Pession) e di Attilio Panecci (Francesco Montanari), magnate della
finanza. Ancora non sanno però che anche qualcun altro ha deciso
di “imbucarsi” al matrimonio del secolo… Si tratta di Fabio Di Caio
(Filippo Nigro), PM romano che indaga da tempo sui loschi traffici
di Panecci, mentre cerca di dissuadere il suo anziano padre (Renato
Pozzetto) dallo sposare la sua nuova fiamma, una massaggiatrice
poco più che ventenne (Carolina Crescentini).
Luca Lucini, quarantenne milanese, è un esperto di commedie.
Dopo Tre metri sopra il cielo, L’uomo perfetto, Amore, bugie e
calcetto e Solo un padre, con in comune il marchio di fabbrica di
una comicità legata alla realtà, specchio dei tempi in cui viviamo,
arriva con il nuovo film, Oggi sposi, quello che forse, spinge più
Oggi Sposi
36
di tutti gli altri, sul pedale della risata. Ma
attenzione, si ride, ci si commuove e si riflette,
come nella migliore tradizione ‘luciniana’. Scritta da Fabio Bonifacci (Si può fare, Diverso da
chi?), assieme a Fausto Brizzi e Marco Martani,
è una commedia corale dove quattro eventi si
incrociano fra di loro. Si potrebbe sottotitolare: ‘Riusciranno i nostri eroi ad arrivare vivi
e vegeti al giorno delle nozze?’. Oggi sposi si
concentra su quei momenti ‘topici’ che precedono la cerimonia. Quando improvvisamente
il sogno rischia di trasformarsi in un incubo e
il romanticismo viene travolto da interminabili discussioni sulla torta e sulla forma delle
bomboniere. Particolari che sembrano piccole
cose ma che in realtà celano grandi verità.
“La nostra finalità – ci ha detto Lucini – è
di divertire. Ma strada facendo, mi sembra che
abbiamo realizzato un buon ritratto del nostro
presente. E se il film è così riuscito si deve oltre
all’eccellente sceneggiatura, ad un gruppo di interpreti che sono attori e non comici. Oggi sposi
è un film di personaggi e non di macchiette. Ho
puntato tantissimo sugli interpreti e mi sono
ritrovato con gente pronta a cambiare registro
G-Force: superspie in
missione
(G-Force, Usa, 2009)
Regia di Hoyt Yeatman con Bill Nighy, Will
Arnett, Zach Galifianakis, Kelli Garner, Tyler Patrick Jones
100’, Walt Disney, commedia/azione
e persino fisicamente. Come Argentero, che si è
rasato a zero e si è fatto una full immersion di
pugliese, o Nigro, irriconoscibile con parrucchino
e lenti spesse”.
Oggi Sposi
(Italia, 2009)
Regia di Luca Lucini con Luca Argentero, Michele Placido, Renato Pozzetto, Moran Atias,
Carolina Crescentini, Filippo Nigro
100’, 01 Distribution, commedia
Scene prima di un matrimonio
Intervista a Luca Lucini
di Nicoletta Gemmi
Il suo Oggi sposi è una commedia incentrata su quel periodo che precede il matrimonio: i preparativi! Il film che
sarà al Festival Internazionale del Film di Roma (15/23 ottobre) e uscirà nelle sale il 23 ottobre per Universal
Pictures è un esilarante ritratto di personaggi esagerati, senza diventare mai macchiette, perché il contesto nel quale
sono calati è assolutamente realistico. Ne parliamo con Luca Lucini.
D
i che cosa parla Oggi sposi?
E’ una commedia che comprende il periodo dalla dichiarazione ufficiale, il ‘mi
vuoi sposare’, fino al giorno del fatidico ‘sì’,
ovvero ci siamo concentrati sulla parte più tecnica e meno romantica che precede un matrimonio. Bomboniere, liste nozze, inviti, discussioni con i parenti, scelta del posto dove fare
il ricevimento… tutti preparativi che possono
mettere seriamente a rischio la solidità del legame. Abbiamo quattro coppie che si incrociano, che rappresentano realtà estremamente diverse. C’è il figlio del poliziotto pugliese che si
sposa con la figlia dell’ambasciatore indiano, la
23enne che si sposa con il riccone settantenne
evidentemente per interesse, i due precari che
non hanno una lira e che devono escogitare
un metodo per trovare i soldi per la cerimonia,
e ci riescono ‘approfittando’ di un’altra coppia
che si sta per unire in matrimonio.
La sceneggiatura è di Fabio Bonifacci insieme a Fausto Brizzi e Marco Martani. Ha
preso tre pezzi da novanta della commedia
di oggi?
Volevo un film scritto bene. In questo momento il pubblico ha voglia di commedie credibili,
vedi Ex. Pertanto ho voluto loro che, a mio
parere, sono i migliori in questo genere. Commedie come Ex finalmente, non sono più considerate, dalla critica e dai più cinefili, film meno
importanti. E questo è merito, soprattutto ma
non solo, degli sceneggiatori che sono riusciti
a raccontare con ironia storie vere, reali, nelle
quali ognuno di noi si può ritrovare. Quindi
siamo partiti con l’idea di fare un film con una
sceneggiatura forte, ben recitato, divertente, e
che riflettesse la nostra società, la realtà in cui
viviamo. Non volevo fare una pellicola di appannaggio dei comici, i miei sono attori e non
macchiette. Placido, Nigro, Argentero hanno
già dimostrato le loro doti comiche ma vedrete che in questo film sono davvero spassosi.
Sono ruoli molto forti perché i ruoli comici
interpretati da attori professionisti diventano
veramente esplosivi.
Quindi il film racconta il nostro presente?
Come sempre la commedia, quando è fatta
bene, tende a raccontare con un tono dolce
amaro la realtà. Attraverso un lavoro di fiction abbiamo creato dei personaggi, credo,
assolutamente veri e, tra l’altro, pur essendo
estremizzati sono ancora più aderenti alla nostra quotidianità. E questo aspetto, del quale
ci siamo resi conto in un secondo momento perché la nostra prima finalità è stata divertire
- si è rivelato molto interessante e lo abbiamo
sviluppato con particolare attenzione.
Come mai avete scelto il periodo che precede il matrimonio?
Sostanzialmente per esperienze personali. Io
ci sono passato e devo dire che è un periodo
abbastanza delicato e, proprio per questo, offriva molti spunti alla commedia. Tra l’altro i
preparativi ad un matrimonio ti danno la possibilità di sviluppare, sotto i diversi aspetti,
le personalità di ogni protagonista. In questi momenti, i punti di ironia e sarcasmo non
mancano di certo. Chi invitare al matrimonio?
Come fare compromessi con i parenti le cui
aspettative difficilmente coincidono con quelle
degli sposi? E il viaggio di nozze? Non parliamo
poi dei figli… Insomma è una miniera d’oro di
situazioni che possono diventare paradossali e
che si sono rivelate perfette per la commedia.
Argentero e Nigro li conosce bene. Come si è trovato con il resto del cast?
Benissimo con tutti. Devo dire che Isabella Ragonese e Carolina Crescentini si sono rivelate
due sorprese inaspettate, hanno una chiave
comica davvero notevole. Michele Placido è totalmente inedito perché così comico io non mi
ricordo di averlo mai visto. Nel film è Sabino, il
papà di Argentero, un contadino del sud, molto
38
rozzo che si incontra con questo ambasciatore indiano, il padre della sposa, e si devono
mettere d’accordo su come organizzare queste
benedette nozze. E poi Renato Pozzetto, il suo
grande ritorno. Un ruolo piccolo, un cameo,
ma un vero gioiello. E’ riuscito a creare un personaggio indimenticabile con quattro/cinque
apparizioni ogni volta più clamorose, fino al
finale che, ovviamente, non vi posso svelare. E
voglio sottolineare che il finale è frutto della
sua intuizione, del suo talento, della sua comicità innata e che noi abbiamo aggiunto, di
buon grado, alla sceneggiatura.
CATTLEYA E FOCUS FEATURES INTERNATIONAL
PRESENTANO
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Moran ATIAS
Foto: Francesca Martino & Stefano Montesi/Photomovie © Cattleya Srl 2009
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Isabella R NDIERA
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Concept:
un film di Luca LUCINI
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Carolina CRESCENTIN
Filippo NIGRO
Francesco MO
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Gabriella PES ANARI
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Michele PLACIDO Renato POZZETTO
CATTLEYA e FOCUS FEATURES INTERNATIONAL presentano una produzione CATTLEYA un film di LUCA LUCINI “OGGI SPOSI” LUCA ARGENTERO MORAN ATIAS DARIO BANDIERA CAROLINA CRESCENTINI FRANCESCO MONTANARI FILIPPO NIGRO GABRIELLA PESSION MICHELE PLACIDO RENATO POZZETTO ISABELLA RAGONESE LUNETTA SAVINO HASSANI SHAPI
da un’idea di FAUSTO BRIZZI e MARCO MARTANI soggetto FAUSTO BRIZZI MARCO MARTANI e FABIO BONIFACCI sceneggiatura FABIO BONIFACCI con la collaborazione di FAUSTO BRIZZI e MARCO MARTANI casting CLAUDIA MAROTTI organizzatore generale ROBERTO TODESCHI aiuto regia ALESSIO MARIA FEDERICI
costumi ROBERTO CHIOCCHI scenografia MARCO BELLUZZI suono MAURIZIO ARGENTIERI montaggio FABRIZIO ROSSETTI fotografia MANFREDO ARCHINTO musiche GIULIANO TAVIANI e CARMELO TRAVIA produttore esecutivo LUIGI PATRIZI
produttori esecutivi Cattleya MATTEO DE LAURENTIIS e ANTONELLA IOVINO produttore delegato FRANCESCA LONGARDI prodotto da RICCARDO TOZZI GIOVANNI STABILINI MARCO CHIMENZ regia di LUCA LUCINI
DAL 23 OTTOBRE AL CINEMA
www.oggisposi-ilfilm.it
30 ottobre
“Sin dalla più tenera infanzia i bambini convivono con emozioni dirompenti; paura ed ansia fanno intrinsecamente parte della loro vita quotidiana e devono confrontarsi con
continue frustrazioni. Soltanto attraverso la fantasia i bambini giungono alla catarsi. Essa è il migliore
strumento per dominare i Mostri Selvaggi.”
Maurice Sendak
Nel Paese delle
Creature Selvagge
M
ax (Max Records) è un bambino sfrenato e sensibile, incompreso dalla
famiglia. Dopo l’ennesimo terribile
scherzo, la madre (Catherine Keener), lo
manda a letto senza cena. Una volta nella
sua stanza comincia a fantasticare intraprendendo un viaggio che lo trasporta nel Paese
delle creature selvagge: un’isola popolata
da esseri enormi, strani e misteriosi, le cui
emozioni sono e imprevedibili tanto quanto
le loro azioni. Le creature selvagge desiderano un capo, qualcuno che sappia guidarli,
così come Max è alla ricerca di un regno da
governare. Ne diventa così il re e promette
loro di dare vita ad un luogo dove tutti possano essere felici.
La realtà però sarà ben diversa. Max dovrà
rendersi ben presto conto che non è così
semplice governare un regno e che i rapporti
sono molto più complessi di come avrebbe
potuto immaginare.
Nel 1963 Maurice Sendak dette alle stampe Where The Wild Things Are, la storia del
bambino terribile Max che dopo l’ennesima
lite con la madre fugge dalla sua cameretta
nel mondo della fantasia per diventare il ‘Re
dei Mostri Selvaggi’. Da allora il libro è un
evergreen, un classico per l’infanzia.
Una storia di ‘formazione’ e di ‘crescita’,
vista ovviamente con gli occhi del piccolo
Max, che si avventura anche nel ‘lato oscuro’
delle paure.
Diretto da uno dei registi più visionari: Spike Jonze (Essere John Malkovich, Il ladro
di orchidee), sceneggiato da Jonze e Dave
Eggers - e prodotto tra gli altri da Tom Hanks - costato tre anni di lavorazione ed 80
milioni di dollari, è un’ insolita commistione
fra attori in carne ed ossa, computer grafica
e pupazzi. Una gestazione molto difficile a
causa delle divergenze tra il regista e la Warner, e dopo le reazioni negative dei bambini
ai primi test screening, alcune scene sono
state tagliate ed altre sono state rigirate.
Oltre ai già citati Max Records e Catherine
Keener il cast comprende Mark Ruffalo nel
ruolo di Rob il fidanzato della mamma e
Steve Mouzakis nel ruolo del signor Elliott
mentre, nell’edizione americana, le creature
hanno le voci di James Gandolfini, Forest
Whitaker, Paul Dano, Catherine O’Hara, Tom
Noonan e Michael Berry.
Nel paese delle creature
selvagge
(Where The Wild Things Are, USA 2009)
Regia di Spike Jonze
con Max Records, Catherine Keener, Mark Ruffalo, Lauren Ambrose, Chris Cooper, James Gandolfini, Catherine O’Hara, Forest Whitaker
Warner Bros, Fantasy
30 ottobre
“Voglio comprare una scatola, di quelle di
cartone rigido coi disegni dei fiori sopra.
Grande, grandissima, per metterci dentro le
cose che da quest’anno non userò più. Perché
mi sento un po’ più grande.”
(Carolina)
Amore
C
arolina (Veronica Olivier) detta Caro,
14 anni. Una ragazza e tutto il suo
mondo, le sue prime esperienze, i suoi
primi sogni da grande... La voglia di innamorarsi, la prima volta, l’amicizia, le feste,
la scuola, il rapporto spesso conflittuale con
i genitori. Ci sono le amiche del cuore, Alis
(Beatrice Flammini) e Clod (Flavia Roberto), con le quali condividere i giorni e i sogni. Ci sono i primi baci rubati nella penombra del portone, il dolore di un’improvvisa
delusione. C’è la scuola, una nonna meravigliosa che la sa guardare in fondo all’anima,
un fratello più grande Rusty James (Raniero
Monaco Di Lapio), ‘mitico’ e un pò sbandato, che per inseguire le proprie ambizioni ha
il coraggio di andare contro tutti e tutto, di
contraddire il padre e andare a vivere in un
barcone sul Tevere. E poi c’è Massimiliano
(Giuseppe Maggio), incontrato in una libreria un pomeriggio di settembre.
14
Figlio d’arte (il padre Giuseppe Moccia, in
arte Pipolo, assieme a Franco Castellano
ha scritto moltissime commedie all’italiana
tra Totò e Franchi & Ingrassia) Federico
Moccia, regista tv, sfonda nel cinema come scrittore dei romanzi Tre metri sopra il
cielo, diretto da Lucini e Ho voglia di te,
diretto da Luis Prieto. Per passare dietro
alla macchina da presa con i suoi successivi romanzi: Scusa ma ti chiamo amore nel
2008, e adesso Amore 14.
“Recuperò con i critici più avanti, facendo un
libro e un film di quelli che piacciono a loro, per adesso faccio quelli che piacciono ai
giovani.” Ha dichiarato qualche tempo fa.
E sul fatto che i suoi film piacciono ai ragazzi, ‘non ci piove’, come direbbe uno dei
suoi personaggi. Il mondo dei ragazzi e degli
adolescenti, tra tempeste ormonali, conflitti generazionali e problemi scolastici, è il
suo microcosmo, un mondo che dimostra di
conoscere molto bene, seppure con qualche
semplificazione, ma con grande entusiasmo
e senso della realtà.
AMORE 14
(Italia 2009)
Regia di Federico Moccia,
con Veronica Olivier, Beatrice Flammini,
Flavia Roberto, Raniero Monaco Di Lapio,
Giuseppe Maggio, Pamela Villoresi
Medusa, Commedia
Roma capoccia
4a edizione del Festival di Roma, 2a della presidenza del critico Gian Luigi Rondi, 1a di
Piera Detassis come direttore unico. 80 film spalmati nelle varie sezioni, 22 tra concorso
e fuori concorso, 19 film italiani, 37 anteprime mondiali di cui 8 nella selezione ufficiale.
Una pioggia di stelle del cinema internazionale che dal 15 al 23 ottobre illumineranno
il cielo della capitale. Le parole chiave dell’edizione di quest’anno sono Osmosi, Storie
femminili, Pantere grigie, Commedia, Italia.
Osmosi. Snellita la rassegna, e abolita la sezione Premiere, adesso
in Concorso e sul red carpet si affiancano, in un gioco di specchi e
contaminazioni, cinema autoriale e mainstream, cinema povero ed
Hollywood, star e sconosciuti.
Julie & Julia
Lo spazio bianco
Pantere grigie. L’età media dei grandi interpreti e dei personaggi
raccontati è piuttosto alta. Sono molti gli splendidi sessantenni:
Richard Gere, Paulo Coelho, Meryl Streep, Stefania Sandrelli,
Helen Mirren.
Storie femminili . E’ uno dei leit motiv: il Festival sarà aperto
dalla madrina Margherita Buy e chiuderà alla grande con Meryl
Streep, nel ruolo di Julia Child (Julie & Julia), l’americana che
divulgò in America i segreti della cucina francese. In mezzo l’esordio
alla regia di Stefania Sandrelli (Christine Cristina) sulla vita della
poetessa medievale Cristina da Pizzano, il biopic Hildegarda di
Bingen sulla vita della mistica tedesca di Margarethe Von Trotta,
e, da segnalare, la Premio Oscar Helen Mirren in un memorabile
ritratto della moglie di Lev Tolstoi (The last Station). Non mancherà
anche quest’anno Monica Bellucci, interprete, con Andrea Bocelli
dell’Omaggio a Roma, firmato da Franco Zeffirelli e commissionato
dal Campidoglio.
Commedie. Sdoganamento della nuova commedia all’italiana, con
Oggi sposi, di Luca Lucini con supercast (Luca Argentero, Michele
Placido, Isabella Ragonese, Carolina Crescentini, Filippo Nigro,
A Serious Man
Renato Pozzetto, Dario Bandiera, Gabriella Pession), evento fuori
concorso. Inoltre Richard Gere e cagnolino, in una commedia made
in Japan: Hachiko: A Dog’s Story, e poi “la commedia della crisi”,
quella, per intenderci di Up in the Air di Jason Reitman (vincitore
della passata edizione del Festival con Juno), con George Clooney
nel ruolo di un tagliatore di teste, inoltre la black comedy A Serious
Man dei Fratelli Coen.
New Moon
Alice nella città. La sezione curata da Giannelli è una colonna
portante del festival. E’ targata Alice l’evento più atteso ovvero
l’anteprima di venti minuti di New Moon. Altro evento l’arrivo di
Richard Gere per Hachiko: a dog story di Lasse Hallstrom.
Oggi sposi
Incontri & omaggi . Omaggi a tre
uomini di cinema scomparsi,
Tullio Kezich, Luciano Emmer ed Heath Ledger (con proiezione
del suo ultimo lavoro The Imaginarium of Doctor Parnassus di
Italiani. L’Italia, come a Venezia, in pole position. Tre film in
concorso: Alessandro Angelini con Alza la testa, protagonista
Sergio Castellitto; L’uomo che verrà di Giorgio Diritti (autore del
cult Il vento fa il suo giro); Viola di mare di Donatella Maiorca,
storia omosessuale con cast al femminile (Valeria Solarino e Isabella
Ragonese). Fuori concorso, la Sandrelli di Christine Cristina e la
commedia Oggi sposi di Luca Lucini. Da segnalare, tra gli eventi
speciali, il documentario La maglietta rossa di Mimmo Calopresti,
dedicato ad Adriano Panatta e alla finale Davis tra Italia e Cile di
Pinochet.
The Imaginarium of Doctor Parnassus
Terry Gilliam). Incontri ‘pubblici’ con la Streep (che riceverà il
Marc’Aurelio alla carriera), con Richard Gere, con la coppia Gabriele
Muccino-Giuseppe Tornatore, con lo scrittore Paulo Coelho, e
con Asia Argento. Inoltre, con la presentazione del documentario
sul sacerdote polacco Popieluszko, freedom is within us di Rafal
Wieczynski, arriveranno a Roma a Roma Lech Walesa e il primate
della Chiesa polacca Glemp.
Sons of Cuba
Mercato
L’altro cinema/Extra : la sezione inventata e curata da Mario
Sesti, e dedicata alla sperimentazione. Si va dai grandi autori - c’è
il documentario di Ermanno Olmi Rupi del vino, ambientato in
Valtellina - agli argomenti più vari: fra i tanti, le donne che fanno
wrestling in Bolivia (Mamachas del ring); i bambini cubani pugili
(Sons of Cuba); l’Iraq filmato da un marine (Severe clear). C’è poi
un docu inedito di Martin Scorsese, American boy: a profile of
Steven Prince.
E’ l’altra faccia del Festival, quella meno nota al grande pubblico
e molto apprezzata dal mondo del cinema internazionale. Il Direttore Roberto Cicutto, annuncia un +16% di prenotazioni. “Dopo
Berlino e Cannes, Roma arriva a chiudere un ciclo, spesso i progetti
annunciati trovano proprio qui gli interlocutori”.
LE BATTUTE DEL
di Boris Sollazzo
“E adesso che è, l’emancipazione della donna passa per quanta aria prende
la mutanda?”
“Perché tutti pensano che abbiamo un brutto carattere?”
“Forse perché è vero”
“Oppure?”
“Perché pensiamo di poter abbracciare il mondo, ma abbiamo le braccia
troppo piccole”
Bandslam- High School band
District 9
“Caro David Bowie oggi è lunedì, un giorno come tanti altri se vivi a
Cincinnati. Sto per andare a scuola, quella che io chiamo la “prigione con la
pausa pranzo”. Mia madre dice che vedo sempre il bicchiere mezzo vuoto.
Personalmente…spero che un giorno riuscirò almeno a vedere il bicchiere”
“Trent, attento alla testa, c’è un controfiletto!”
“Per me la scuola non è tremendamente insopportabile. La considero più
una sorta di anestetico per l’anima”
“I gamberoni amano gli pneumatici, sono come i mushmallows per loro”
“Non rinunciare a me, Tania, perché io a te non ho mai rinunciato”
“Quante lune ha il nostro pianeta?”
“Sette”
“Qui ce n’è una sola…”
“Non posso credere di essere pagato per farlo. Adoro guardare i gamberoni morire!”
La ragazza che giocava con il fuoco
“Credo di non aver mai letto il libretto di istruzioni per ambientarsi a
Cincinnati”
“Caro David Bowie questo nuovo liceo mi offre un grande vantaggio rispetto
al vecchio l’anonimato. E io che ho sprecato anni a sperare di diventare
invisibile. Quando invece bastava trasferirsi nel New Jersey”
“L’espressività è sopravvalutata”
“Una puttana è una puttana, fa parte del sistema”
“Scegli sempre quello che ti fa paura”
“Santo dio, le puttane di oggi le fanno sempre più brutte!”
“I cant’go on, I’ll go on”
“Sei un sadico, porco, verme e stupratore”
Biancaneve e gli 007 nani
“Se Lisbeth è innocente, perché non esce allo scoperto?”
“Perché, diciamo, è molto riservata”
“Ricorda, Biancaneve: lo specchio racconta solo metà della storia. La vera
bellezza viene dall’aiutare il prossimo”
“Ma davvero ti ha violentato? Che gusti pessimi che aveva”
“Chi sono quelle là?”
“Amico! sono le damigelle.! Bo Peep, Riccioli d’Oro, Cappuccetto Rosso e
Biancaneve. Le ragazze più popolari della Terra delle Favole”
“Stasera voglio fare una strage!”
Baarìa
“Quella dell’altra volta era più giovane, devi scalarmi almeno 300 lire”
“Sì, perché i miei figli vengono a mangiare a casa tua?”
“Falli venire, pane e cipolla la trovano sempre”
“Neanche le olive marce possiamo fregarci?”
“Ma scherzi, don Giacinto non caga per non mangiare, e se caga se la mangia!”
“Mamma, voi siete pazza”
“Sarò pazza, ma i vicini non devono sapere che è una settimana che non mangiamo”
“E se moriamo di fame?”
“Meglio morti che sparlati”
“Socialismo? E che vuol dire?”
“Sai ballare tu?”
“No”
“E allora non puoi capire”
“Papà, cos’è un riformista?”
“Riformista è uno che ha capito che a sbattere la testa contro il muro, è la testa che si
rompe, non il muro”
“Biancaneve è una principessa, non è una shampista!”
“Stiamo andando a ballare, cocca! C’è una festa fino a notte fonda giù al
Magical Kingdom Club!
“Oh! Ah, ma io non posso! Ho promesso a mio padre che sarei…”
“Tu sei Biancaneve, non Cenerentola! La tua carrozza non si trasformerà in
una zucca!”
“Specchio, specchio delle mie brame, fammi stare meglio e dimmi, chi è la
MESE
più bella del reame? Avanti! Dì quello che dici sempre!”
“Beh, che cosa?! Non sono io la più bella del reame? Beh… adesso che ho visto
Biancaneve, devo ammettere che, accidenti è uno schianto di ragazzina fantastica! Voglio dire, non si era mai vista una tale… bellezza naturale! Libidine!
Doppia libidine!”
“Chi ti propone un subprime è come la mafia di quartiere: questo è un prestito
che non puoi rifiutare!”
“L’FBI ha definito quella dei mutui come un’epidemia. E Bush in risposta ha
spostato su altro ben 500 agenti che si occupavano di crimini finanziari”
“Cos’è stato il prestito di 700 milioni di dollari che il governo ha fatto alle
banche?”
“Un colpo di stato finanziario”
“Obama socialista! Lo chiamavano così per screditarlo, ma più lo dicevano più
lui saliva nei sondaggi”
“Sono Arnold Schwarzenegger e molti anni fa sono fuggito dai comunisti
europei per realizzare il sogno americano”
“L’unico socialista dichiarato tra i deputati statunitensi viene ovviamente da
quello stato gay che è il Vermont”
Lo spazio bianco
“Ma che vita c’hai tu? Non hai una donna, e che lavoro poi…”
“Scusa, ma siamo in ritardo a scuola, ci aspettano come avvoltoi, siamo in
questa landa desolata e tu vuoi fare un’analisi della mia vita? E la tua poi?”
“Ah ma io ho la soluzione: tutti i giorni al cinema. Ma di pomeriggio però!”
“Non si fanno i figli da vecchia. E neanche ci si innamora, sono troppo vecchia
anche per le pene d’amore”
“È proprio un bel bimbo, però, eh?”
“Smettila, è solo un’ombra!”
“Ma è una bella ombra”
“Che faccio? Sto lì tutto il giorno. Aspetto. Aspetto che nasca o che muoia”
“Lei ha due gemelli. Si sono conosciuti su un pattino a Baia Domizia e lei ha
detto che si è sentita subito bellissima. Si sono innamorati e sono rimasti subito
incinti. Un po’ è incoscienza, un po’ è amore”
“E un po’ sarà anche sfiga, no?”
“Marì, il dottorino è perfetto”
“Ma quello ha 10 anni meno di me…”
“Appunto!”
Capitalism: a love story
“We’re Cleveland, not Detroit!”
“Il capitalismo è peccato” parola del prete che ha sposato Michael Moore
“È immorale, osceno e grossolano. È il male radicale” parola di un altro prete
che ha sposato i suoi cognati
“Immorale e ingiusto”. Parola del vescovo
“Benessere, unione, noi. Mi sa che sono parole di un altro ismo”
“Lei ha fatto una grande scoperta, ma non l’ha brevettata, come mai?”
“Perché è patrimonio di tutti. Si può brevettare il sole?” parola di Jonas Salk
“La deregolamentazione finanziaria è sinonimo di catastrofe. Come la crepa in
una diga, si allarga finché la diga non agisce contro se stessa”
Un amore all’improvviso
“Non so cantare”
“Era giusto, Henry”
“Non so cantare come te”
“No, certo. Devi cantare come te”
“Qui ho scritto tutte le volte che sei venuto a trovarmi”
“Cosa che, penso abbia fatto… o farò piuttosto spesso”
“L’ultima volta che ti ho visto avevo 18 anni. Pare che torni spesso nello stesso
posto”
“Sì, è come la gravità. I grandi eventi mi attirano”
“Io ero un grande evento”
“Così pare”
“Possiamo far finta per un momento che sia la prima volta che ci incontriamo?”
“D’accordo. Certo. Solo che tu sei il mio migliore amico. Sono innamorata di te
da sempre!”
“Non ti preoccupare di quello. E’ finita da un bel po’”
“Che strano non ti ho mai conosciuto a quest’età. Ti conosco solo come una
persona matura, esperta”
“Competo contro me stesso“
“No…Eri proprio il mio uomo ideale”
“Puoi vedere le persone nel passato. Persone che non ci sono più... come tua
madre”
“Sì, ma il fatto è che non posso cambiare quello che gli accade. Ci ho provato.
Succede comunque”
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