www.primissima.it ottobre LE TRAME E LE IMMAGINI DI TUTTI I FILM 20 Anni Preparate i confetti rivista programma dei cinema 10 n° è in arrivo Oggi sposi Bastardi Senza Gloria Julie & Julia up interviste : Luca lucini, Pete Docter bruno ia I primi g g te s fe a im s is Quest'anno Prim 20 Anni di attività 6 uscite del 2-9-16 ottobre 24 Lo spazio bianco 7 uscite del 23-30 ottobre 25 Viola di mare 26 up 12 Whiteout - Incubo bianco 30 Orphan 14 Bastardi Senza Gloria 32 Bruno 16 Motel Woodstock 34 Julie & Julia 18 La doppia ora 36 Oggi Sposi 20 Barbarossa 40 Nel Paese delle Creature Selvagge 22 Fame - Saranno famosi 42 amore 14 40 rivista programmma dei cinema • anno 20 n.10 - ottobre 2009 Multivision S.r.l. Via Fabio Massimo, 107 • 00192 - Roma tel. fax. +39 0645437670 [email protected] Reg. Trib. Roma n. 73/90 del 1/2/1990 P.Iva 07210901000 www.primissima.it anticipazione festival di 46 le battute 12 Free magazine nato il 1 giugno 1990 distribuito gratuitamente nelle sale cinematografiche italiane Direttore responsabile Art direction BRIVIDO & SGANASCIA piero cinelli Grafici PATRIZIA MORFù [email protected] LUCA FODDIS [email protected] Direttore editoriale hanno collaborato a questo numero Paolo Sivori Editore 44 roma un amore all'improvviso 30 28 Pete Docter 38 Luca lucini RUBRICHE 10 16 INTERVISTE nicoletta gemmi, MARCO SPAGNOLI, boris sollazzo, LIVIA SAMBROTTA, cristina marella palmieri Calendario a cura di nicoletta gemmi stampa PFG • Ariccia (RM) distribuzione nazionale SAC 42 Redazione e pubblicità Primissima Via Fabio Massimo, 107 • 00192 - Roma tel. fax. +39 0645437670 [email protected] LA RIVISTA IN ESCLUSIVA NELLE SALE ASSOCIATE ANEC 2 ottobre Biancaneve e gli 007 nani (Usa/Germania, 2006) Regia di Steven E. Gordon e Boyd Kirkland 86’, Eagle Pictures, animazione/commedia/fantasy Rivisitazione ironica delle fiabe Disney. Biancaneve è una teen ager irriverente che ama spassarsela con le amiche Cappuccetto Rosso, Bottondoro e Pastorella. Ma quando il padre decide di sposarsi con Lady Vain, una streghetta senza scrupoli, la ragazza dovrà cambiare il suo atteggiamento e chiedere aiuto – non solo ai suoi amici – ma all’intero villaggio. La voce di Biancaneve è di Antonella Clerici mentre Jerry Calà è il mitico specchio parlante. L’artista (El Artista, Argentina/Italia, 2008) Regia di Gastón Duprat, Mariano Cohn con Sergio Pangaro, Alberto Laiseca, Ana Laura Lozza, Marcello Prayer 100’, Istituto Luce, drammatico/commedia Cinema argentino d’autore, presentato al Festival di Roma 9 ottobre nel 2008, racconta, tra grottesco e surreale, la grande impostura dell’arte. Jorge è infermiere in un Istituto per anziani, dove si occupa di un vecchio pittore, autistico, ma di grande talento. Jorge si appropria di alcuni disegni del vecchio, per diventare, grazie alla stupidità e meschinità del mondo dell’arte contemporanea, un artista di culto. Le mie grosse grasse vacanze greche Ricky - Una storia d’amore e libertà (My Life in Ruins, Usa/ Spagna, 2009) Regia di Donald Petrie con Nia Vardalos, Richard Dreyfuss, Alexis Georgoulis, Rachel Dratch, María Adánez 95’, Videa CDE, commedia Katie (Lamy) e Paco (López) si amano appassionatamente. Dalla loro unione nasce Ricky, un bambino con un dono inaspettato: due piccole ali, che crescono giorno dopo giorno. Dopo lo sconcerto iniziale, Katie prova a nascondere al mondo questo segreto prezioso, ma le cose si complicano quando il piccolo Ricky comincia a volare all’interno di un supermercato. Dai produttori de Il favoloso mondo di Amélie, una favola grottesca, presentata al Festival di Berlino. Il Produttore (Tom Hanks) e la protagonista (Nia Vardalos) sono gli stessi, ma anche se il titolo lo scimmiotta, non ha nulla a che fare con Il mio Grosso Grasso Matrimonio Greco. Siamo ad Atene e Georgia è una guida turistica piuttosto stressata che dovrà vedersela con uno strampalato gruppo di turisti in vacanza: un’ingessata coppia inglese, un single attaccato al Blackberry, una bizzarra coppia australiana. Il ‘grillo parlante’ del gruppo è Irv (Richard Dreyfuss), un anziano ebreo, che insieme all’aitante autista aiuteranno Georgia a lasciarsi andare e a godersi la vita. (Francia/Italia, 2009) Regia di François Ozon con Alexandra Lamy, Sergi López, André Wilms, JeanClaude Bolle-Reddat, Mélusine Mayance 90’, Teodora Film, commedia/ drammatico/fantasy Halloween 2 16 ottobre Funny People (Usa, 2009) Regia di Judd Apatow con Adam Sandler, Seth Rogen, Leslie Mann, Eric Bana, Jason Schwartzman 146’, Universal Pictures, commedia George Simmons (Sandler) è un cabarettista di successo. Un giorno scopre di avere una grave malattia del sangue che lo condanna ad un solo anno di vita. Una sera dopo un’esibizione in un locale, incontra Ira Wright (Rogen), un comico alle prime armi. George gli insegna i trucchi del mestiere.... Ma la vita gli riserverà altr sorprese. Judd Apatow torna a colpire con una commedia agrodolce che riflette sulla morte e sulle occasioni mancate. Di me cosa ne sai (Italia, 2009) Regia di Valerio Jalongo 100’, Istituto Luce, documentario Di me cosa ne sai inizia come una amorosa indagine sul cinema italiano degli anni Settanta. Man mano che il lavoro di Jalongo prosegue diventa un docu-drama che alterna testimonianze dei protagonisti di allora (registi, attori, produttori) a frammenti della vita culturale e politica degli ultimi trent’anni. Un diario di viaggio che racconta l’Italia da nord a sud, attraverso sale cinematografiche e ragazzini teledipendenti, centri commerciali e appassionati cineasti. Genova (UK, 2008) Regia di Michael Winterbottom con Colin Firth, Catherine Keener, Hope Davis, Willa Holland, Perla Haney-Jardine 92’, Officine UBU, drammatico Dramma famigliare firmato Winterbottom, con (Usa, 2009) Regia di Rob Zombie con Tyler Mane, Scout Ta y l o r- C o m p t o n , Sheri Moon Zombie, Brad Dourif, Malcolm McDowell 105’, Mediafilm/Sony Pictures, horror Dopo il capolavoro di Carpenter, ed il remake del 2007 di Rob Zombie, adesso arriva il sequel, firmato ancora una volta da Zombie. E’ il 31 ottobre e Michael Myers fa ritorno a casa per regolare conti in sospeso con la sua famiglia. Una scia di violenza inaudita viene scatenata dall’uomo che vuole cancellare i segreti del suo oscuro passato. Ma questa volta, si troverà davanti una improbabile nemica. Sempre che quest’ultima riesca a sopravvivere… protagonista Colin Firth e, ovviamente, la città di Genova. Dopo la tragica morte della moglie, Joe e le sue giovani figlie si trasferiscono a Genova. Mentre Kelly esplora con curiosità i misteri di questo nuovo mondo, Mary, la più piccola, “rivede” la madre aggirarsi per i vicoli. SE VUOI IL SUCCESSO, SOGNALO, CONQUISTALO. SARÀ TUO. r e b m e m Re E MY NAM DAL 9 OTTOBRE AL CINEMA 23 ottobre Turtle: The Incredible Journey (UK/Austria/Germania, 2009) Regia di Nick Stringer 81’, Bolero Film, documentario Una piccola tartaruga seguita nel percorso dei suoi antenati in uno dei viaggi più straordinari del mondo. Nata su di una spiaggia della Florida, cavalca la Corrente del Golfo inseguendola per tutto il Nord Atlantico per arrivare in Africa e fare ritorno alla spiaggia dove era nata. Io Don Giovanni (Italia/Spagna/ Austria, 2009) Regia di Carlos Saura con María Valverde, To b i a s M o r e t t i , Ennio Fantastichini, Francesco Barilli, Lorenzo Balducci 120’, Lucky Red, drammatico/storico/musicale Esiliato da Venezia, Lorenzo da Ponte si rifugia a Vienna dove, grazie ad una lettera di presentazione di Casanova, conosce Antonio Salieri e poi Mozart. Scrive il libretto delle “Nozze di Figaro” e ritrova la giovane Annetta, di cui si era innamorato in laguna. Dopo un nuovo incontro con Casanova propone a Mozart di scrivere una nuova versione del “Don Giovanni” e man mano che scrive il testo si immedesima sempre più nel personaggio. La battaglia dei tre regni (Red Cliff: Part II, Cina, 2009) Regia di John Woo con Tony Leung Chiu Wai, Takeshi Kaneshiro, Chen Chang, Jun Hu, Wei Zhao 130’, Eagle Pictures, storico/avventuraLa John Woo ritorna in Cina per girare un colossal epico, interpretato dalle superstar del cinema asiatico, che rievoca una guerra avvenuta nel secondo secolo dopo Cristo e culminata nella battaglia del Red Cliff, dove 2000 navi furono incendiate ed un esercito di 50.000 sconfisse un’armata di circa un milione di uomini, cambiando per sempre il corso della storia cinese. Tratto da un classico della letteratura cinese del 14° secolo. Marpiccolo (Italia, 2009) Regia di Alessandro Di Robilant con Giulio Beranek, Roberto Bovenga, Giorgio Colangeli, Valentina Carnelutti, Michele Riondino 100’, Bolero Film, drammati c o La storia di Tiziano che vive in un quartiere malfamato di Taranto e che si deve arrangiare facendo lavoretti per il boss locale, andando poco a scuola mentre desidera ardentemente di andarsene. Quando finirà nel carcere minorile, troverà un’umanità fuori e dentro le mura, disposta a dargli una mano, offrendogli una seconda possibilità. Tra scelte difficili, tradimenti e riappacificazioni, Marpiccolo è un racconto di dolore e amore nella città "dei due mari". 30 ottobre Il nastro bianco (Das weiße Band, Austria/Germania, 2009) Regia di Michael Haneke con Susanne Lothar, Ulrich Tukur, Burghart Klaußner, Josef Bierbichler, Marisa Growaldt 144’, Lucky Red, drammatico Palma d’Oro al Festival di Cannes 2009. Il nuovo film di Haneke è ambientato in un villaggio contadino della Germania del Nord alla vigilia della Grande Guerra. La vita sembra scorrere tranquilla fino a quando fatti inquietanti e violenti colpiscono gli abitanti. Un incendio, un bimbo ritrovato senza occhi, si susseguono in paese, senza che venga individuato un colpevole. Un film atroce e spietato sui semi del male nazista. Capitalism: A Love Story This Is It (Usa, 2009) Regia di Michael Moore 120’, Mikado, documentario Capitalism: A Love Story rappresenta una summa delle precedenti opere di Moore. Il geniale sarcasmo del regista unito alla sua solita puntigliosità di documentatore sono messi al servizio della disastrosa situazione economica mondiale. A 20 anni da Roger & Me, Moore va a Wall Street, fino ad arrivare ai corridoi del potere a Washington, per cercare delle risposte. Passato in concorso al recente Festival di Venezia il film è una commedia/ horror sulle cause che hanno provocato l’attuale crisi globale. Parnassus - L’uomo che voleva ingannare il diavolo (The Imaginarium of Doctor Parnassus, Francia/ Canada/UK, 2009) Regia di Terry Gilliam con Heath Ledger, Christopher Plummer, Tom Waits, Verne Troyer, Lily Cole, Johnny Depp, Jude Law, Colin Farrell 122’, Moviemax, avventura/fantasy Ultima interpretazione di Heath Ledger, morto (Usa, 2009) Regia di Kenny Ortega con Michael Jackson Sony Pictures, documentario This is it è il film documentario pensato per portare nelle sale il backstage del concerto che Michael Jackson stava preparando a Londra. Girato e montato da Kenny Ortega, regista di High School Musical e consulente creativo per il This is it tour, utilizzando oltre 100 ore di coreografie, prove e arrangiamenti, tutto materiale ‘privato’ che solitamente Jackson non gradiva far circolare. Il documentario contiene anche interviste esclusive e preziosi videoclip inediti, come la versione 3D di Thriller. durante la lavorazione e sostituito con una intelligente modifica dello script da parte di Gilliam, e con una generosa partecipazione degli attori, da Johnny Depp, Colin Farrell e Jude Law. Il giovane Tony vuole salvare l’anima della bella Valentina, promessa al diavolo in cambio dell’immortalità da suo padre, il Dottor Parnassus. Per riuscirci dovrà imparare a usare lo specchio magico che permette di passare in altri mondi paralleli. 2 ottobre Un amore all'improvviso Tratto dal best seller di Audrey Niffenegger, La moglie dell’uomo che viaggiava nel tempo, il film è una grande storia d'amore che supera i confini del tempo, metafora anche dei problemi legati alla distanza sia fisica che psicologica nella vita di relazione. C lare (Rachel McAdams) è da sempre innamorata di Henry (Eric Bana) ed è convinta che loro due siano destinati a stare insieme, anche se sia lui che lei non possono fermare le improvvise sparizioni di lui, sbattuto, a causa di una rarissima malattia, nei vortici del tempo. Henry è infatti un viaggiatore nel tempoî : un individuo afflitto da una anomalia genetica che gli fa vivere un'esistenza su una linea del tempo in continuo movimento e che lo trascina, suo malgrado, avanti e indietro nelle stagioni della vita. Ciò nonostante Claire cerca disperatamente di costruire un’esistenza con il suo unico, vero, grande amore. Un Amore all’improvviso è diretto da Robert Schwentke (Flightplan) da una sceneggiatura del premio Oscar Joel Rubin (Ghost), ispirata al romanzo di Audrey Niffenegger. Nick Wechsler e Dede Gardner hanno prodotto il film, insieme a Brad Pitt. Interpretato da un bravissimo Eric Bana (Hulk, Black Hawk Down, Star Trek, Munich) e dalla sempre splendida Rachel McAdams (2 Single a nozze, My name is Tanino, State of Play), Un amore all’improvviso è per il regista Robert Schwentke: “Un percorso emotivo di due persone impegnate in un rapporto. Non è una pellicola di fantascienza. I viaggi nel tempo sono un catalizzatore che rafforza e mette alla prova il loro legame. Mi è sembrata un’opportunità per creare una grande storia d’amore, nella quale abbiamo comunque voluto inserire una dinamica particolare per renderlo più veritiero “Bana è completamente d’accordo con il regista e aggiunge la loro relazione presenta ostacoli talmente numerosi e imponenti, che ti convinci che siano veramente innamorati. Penso che sia una storia molto intima e commovente e che ti lasci molte cose su cui riflettere”. Un amore all’improvviso (The Time Traveler’s Wife, Usa, 2009) Regia di Robert Schwentke con Rachel McAdams, Eric Bana, Ron Livingston, Jane McLean, Stephen Tobolowsky 112’, 01 Distribution, drammatico 10 2 ottobre Whiteout Incubo bianco Antartide: la natura non ha mai previsto che qui si sopravvivesse. L o sceriffo federale americano Carrie Stetko (Kate Beckinsale) è ormai pronto a lasciare l’Antardide. Dopo due anni di servizio in quel territorio spietato, conta i giorni che mancano all’ultimo volo su cui imbarcarsi prima che l’inverno porti 6 mesi d’oscurità. Ma i suoi piani saltano quando viene rinvenuto il cadavere di un geologo americano, Weiss, membro di una squadra di ricerca che studia meteoriti, in una distesa di ghiaccio tra la base americana, l’Amudsen e quella russa, Vostok. La causa della morte, tra le varie fratture e tagli che riporta sul corpo, è una profonda ferita sul petto. Stetko non può partire se non prima di aver risolto il caso. Rivolge la sua attenzione ai membri della squadra di Weiss che potrebbero essere i principali sospettati ma anche le prossime vittime di un killer le cui motivazioni rimangono ancora sepolte nel ghiaccio. Il titolo si riferisce a quelle condizioni meteorologiche estreme: neve gelata, vento, freddo intollerabile, che rendono impossibile non solo la visibilità, ma anche la sopravvivenza per più di qualche minuto. L’idea di girare il film in Antartide, cercando di ricreare il senso di ‘ansia da sopravvivenza, nasce dal fumetto (“Whiteout”) e dalle ricerche di Greg Rucka e Steve Lieber. “L’ambiente – sostiene Rucka, anche produttore esecutivo del film – è un personaggio a tutti gli effetti. Molto di quello che facciamo e chi siamo è un risultato diretto della situazione fisica in cui siamo”. Il regista Dominic Sena invece è rimasto affascinato dalla possibilità di indagare come un un ambiente estremo possa influire sul comportamento umano: “non è un luogo per tutti (l’Antartide), alcuni riescono ad affrontarlo, altri no. Persone che non sono necessariamente cattive finiscono con il commettere atti malvagi e questo è uno dei temi del nostro film”. A completare il cast fra cacciatori e prede non ancora individuate, lo sceriffo Stetko incontrerà Robert Pryce, investigatore dell’UN (Gabriel Match), il pilote Delphy (Columbus Short), il direttore della base Amudsen-Scott (Shawn Doyle) e il dottor John Fury (Tom Skerritt). Whiteout - Incubo bianco (WhiteOut, USA 2009) Regia di Dominic Sena con Kate Beckinsale, Gabriel Macht, Columbus Short, Tom Skerritt 158’, Warner Bros, Thriller 12 2 ottobre Bastardi Senza Gloria Potrebbe essere un nuovo genere: il ‘pulp war fiction’, quello lanciato da Quentin Tarantino, finalmente tornato in stato di grazia, con Bastardi senza gloria. Anche se ogni suo film rifiuta qualsiasi catalogazione. E’ semplicemente un film di Tarantino. Che rilegge in chiave pulp la seconda guerra mondiale, fornendole un finale alternativo molto, molto eccitante. P rimo anno dell’occupazione tedesca in Francia. La giovane ebrea Shosanna (Melanie Laurent) assiste impotente allo sterminio della propria famiglia da parte dello scaltro Colonnello delle SS Hans Landa (Christoph Waltz), riuscendo fortunosamente a fuggire a Parigi, dove, con una nuova identità, gestirà una sala cinematografica. Da qualche altra parte nella Francia occupata il tenente Aldo Raine (Brad Pitt) organizza un gruppo di soldati ebrei-americani pronti a tutto, per compiere, dietro le linee, dei piccoli e violentissimi atti di rappresaglia, diventando tristemente noti tra i soldati tedeschi come i ‘Bastardi senza gloria’. In una delicata, quanto decisiva missione, con l’obiettivo di azzerare tutto lo Stato Maggiore del Terzo Reich, i Bastardi si incontrano con l’attrice e agente sotto copertura Bridget von Hammersmark (Diane Kruger). Il loro piano dovrà essere portato a termine nella sala cinematografica parigina di Shosanna, dove tutti i loro destini, e non solo i loro, convergono.... Tarantino divide il film in cinque capitoli: il primo “C’era una volta nella Francia occupata dai Nazisti” fa l’occhiolino agli spaghetti western di Sergio Leone, con la musica di Ennio Morricone. Non ci sono cow boys in vista, ma un cattivo ai limiti della perfezione, un memorabile Christoph Waltz sicuramente candidato all’Oscar, un misto di ironia, sadismo, diabolica furbizia (in quattro lingue). Poi arrivano i “Bastardi”, il commando di ebrei capitanato dal tenente del Tennessee Aldo Raine: l’eroe. Un sudista, dall’accento e dai modi piuttosto cafoni, un piccolo capolavoro di ironia e di compiacimento di Brad Pitt, che pretende che ognuno dei suoi uomini gli porti almeno 100 scalpi nazi. La femme fatale è Melanie Laurent, la exragazzina che per compiere la sua vendetta si trasforma in una donna seduttiva e sensuale. In una pellicola zeppa (sia nella trama che nello stile) di riferimenti cinematografici, ispirata ai “Bastardi senza gloria” del 1978 di Enzo Castellari, il soldato britannico (Michael Fassbender), è un critico cinematografico, la spia tedesca (Diane Kruger) è un’attrice e la nemesi si consuma all’interno di una sala cinematografica. Ad una domanda su quale fosse lìaspetto favorito del film, Tarantino ha risposto: “Adoro l’idea che sia il potere del cinema a combattere i Nazisti. E non soltanto come metafora, ma letteralmente, nella realtà.” Bastardi Senza Gloria (Inglourious Basterds, Usa, 2009) Regia di Quentin Tarantino con Brad Pitt, Eli Roth, Michael Fassbender, Christoph Waltz, Diane Kruger, Mélanie Laurent, B.J. Novak, Samm Levine, 160’, Universal Pictures, commedia/drammatico 9 ottobre Woodstock da un’altra prospettiva, senza Jimi Hendrix o Janis Joplin. La vicenda di un giovane trentenne che per caso mise in moto la macchina organizzativa, rilancia lo spirito più autentico della leggendaria manifestazione. E lliot Tiber (Demetri Martin) lavora come arredatore al Greenwich Village ed è impegnato sul fronte del riconoscimento dei diritti degli omosessuali. Ha però un grosso problema perchè i suoi genitori Jake e Sonia (Henry Goodman e Imelda Staunton) - due ebrei fuggiti dall’Europa dell’Est - stanno per perdere, a causa dei debiti, il decrepito motel che gestiscono a Catskill. Le soluzioni non sembrano a portata di mano fino a quando giunge la notizia che gli organizzatori di un’importante manifestazione musicale si sono visti ritirare l’autorizzazione dalla municipalità di Wallkill, vicino a Woodstock. Elliot telefona, offre il motel come base e convince il vicino proprietario di un terreno di 600 acri, a metterlo a disposizione. I mitici tre giorni di Woodstock, tra Peace and Love, stanno per realizzarsi. stock in un luogo simbolo della controcultura. Con la sua generosità, le sue indecisioni, le sue timide inclinazioni sessuali, Elliot impersona lo spirito autentico di Woodstock: “la voglia di diventare parte di un mondo che sta cambiando”. A quarant’anni dal concerto/happening più famoso della storia, Ang Lee ha voluto ricordare l’evento attraverso una commedia ricca di personaggi eccentrici e sopra le righe. “Woodstock mi ha sempre affascinato – ha detto Lee – ma il romanzo offriva anche l’opportunità di rappresentare un brillante ritratto umano, di un periodo e di un rito di passaggio. Un libro difficile in quanto molto spinto. L’io narrante trova in quei tre giorni il coraggio di dichiararsi sessualmente. Quello che ha reso tutto molto più semplice sono stati l’ironia, la gioia, l’allegria che caratterizzano Elliot”. Passato in concorso all’ultimo Festival di Cannes, Motel Woodstock del pluripremiato Ang Lee, racconta una leggenda americana acida e multicolore con un protagonista esordiente il popolare comico di origine greca Demetri Martin. Tratto dal libro autobiografico di Elliot Tiber, Motel Woodstock, è la storia di come, nel 1969, un ragazzo di provincia, per aiutare i genitori, creò le basi per il raduno destinato a entrare nella storia, trasformando, inconsapevolmente, l’area di campagna di Wood- Motel Woodstock (Taking Woodstock, Usa, 2009) Regia di Ang Lee con Demetri Martin, Dan Fogler, Henry Goodman, Jonathan Groff, Eugene Levy, Emile Hirsch, Paul Dano 110’, Bim, commedia-storico Motel Woodstock 16 9 ottobre la doppia ora Giuseppe Capotondi esordisce con un thriller psicologico, sospeso tra le inquietudini di una storia di misteriose presenze e gli eventi drammatici di una trama dove tutto, alla fine, sarà chiarito. onia (Ksenia Rappoport) viene da Lubia- ri, duro e fragile che cattura lo spettatore S na e fa la cameriera in un hotel. Guido (Filippo Timi) è un ex poliziotto e lavora come custode in una villa fuori città. Si incontrano per caso in uno speed date. Lui è un cliente fisso. Per lei è la prima volta, e si vede. Poche parole, un’istintiva attrazione. In pochi giorni imparano a conoscersi, ad aprirsi, a svelare le proprie ferite. Sono sul punto di innamorarsi… quando Guido muore improvvisamente, durante una rapina nella villa che dovrebbe custodire. Sonia si ritrova da sola a elaborare un lutto di cui non riesce a trovare il senso e di cui alcuni addirittura la ritengono responsabile. Mentre il passato di Sonia ritorna, con tutti i suoi nodi non risolti, la realtà che la circonda comincia a collassare, fino a crollarle addosso. Tutto inizia a cambiare, ogni certezza si sgretola e nessuno è più lo stesso., nemmeno Sonia. Chi è veramente? E soprattutto, è davvero Guido quello che lei continua a vedere, al di là di ogni plausibile logica, o è solo la sua mente che vacilla? E cosa farà quando le verrà offerta una seconda occasione? Le risposte arrivano solo alla fine, in un continuo capovolgimento di eventi. Premiata con la Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile, Ksenia Rappoport, già protagonista dell’intenso La Sconosciuta di Tornatore, ritorna in questo film ad interpretare un personaggio pieno di chiaroscu- 18 trascinandolo in un vortice di paura. Figura altrettanto complessa è quella di Filippo Timi - Come Dio comanda di Salvatores – che interpreta un uomo che ha scelto la solitudine e una vita opaca da cui sembra ridestarlo solo l’incontro con la misteriosa e affascinante Sonia. Pur volendo definire La Doppia ora un film di genere, un horror psicologico, il vero nucleo narrativo del film rimane intatto lasciando affrontare ai due protagonisti, ciascuno per proprio conto, un profondo e doloroso percorso interiore.“ La coerenza stilistica è tesa non tanto – spiega il regista – ad assecondare i dettami del genere quanto piuttosto a rendere giustizia alla storia nella sua interezza, nella sua essenza più profonda e per me significativa“. Dai produttori del pluripremiato (con 10 David di Donatello) La ragazza del lago, e vincitore della menzione speciale del Premio Solinas – Storie per il Cinema 2007, un film che racconta l’incontro di due solitudini che rispecchiandosi l’una nell’altra ricominciano a desiderare. La doppia ora (Italia 2009) Regia di Giuseppe Capotondi, con Ksenia Rappoport, Filippo Timi, Antonia, Truppo, Gaetano Bruno, Fausto Russo Alesi, Michele Di Mauro, Lorenzo Gioielli 95’, Medusa, Thriller DOMENICO PROCACCI PRESENTA MARGHERITA BUY LO SPAZIO BIANCO “MOLTO EMOZIONANTE.” LA REPUBBLICA “OTTIMA PROVA DI MARGHERITA BUY.” UN FILM DI FRANCESCA COMENCINI CORRIERE DELLA SERA “UN’OPERA FUORI DEL COMUNE, INTENSA, TUTTA INTERIORE, TOCCANTE”. LA STAMPA “DA VEDERE E RIVEDERE.” IL MESSAGGERO “MARGHERITA BUY È FANTASTICA. SAPPIAMO DA ANNI CHE È BRAVA, MA QUI SI SUPERA.” L’UNITÀ TRATTO DAL ROMANZO LO SPAZIO BIANCO DI VALERIA PARRELLA EDITO DA GIULIO EINAUDI EDITO RE www.fandango.it www.01distribution.it DESIGN MARGHERITA BUY GAETANO BRUNO GIOVANNI LUDENO ANTONIA TRUPPO GUIDO CAPRINO SALVATORE CANTALUPO MASSIMO ANDREI CARLO CERCIELLO ANNA GIGANTE EMANUELA ANNECCHINO E CON MARIA PAJATO SOGGETTO E SCENEGGIATURA FRANCESCA COMENCINI FEDERICA PONTREMOLI CASTING ANNA MARIA SAMBUCCO COSTUMI FRANCESCA VECCHI ROBERTA VECCHI SCENOGRAFIA PAOLA COMENCINI SUONO ALESSANDRO ZANON MUSICHE NICOLA TESCARI MONTAGGIO MASSIMO FIOCCHI FOTOGRAFIA LUCA BIGAZZI ORGANIZZATORE GENERALE IVAN FIORINI SUPERVISORI ALLA PRODUZIONE VALERIA LICURGO CLAUDIO ZAMPETTI UNA PRODUZIONE FANDANGO IN COLLABORAZIONE CON RAI CINEMA PRODOTTO DA DOMENICO PROCACCI LAURA PAOLUCCI REGIA DI FRANCESCA COMENCINI FILM REALIZZATO CON IL CONTRIBUTO DEL MINISTERO PER I BENI CULTURALI E AMBIENTALI – DIPARTIMENTO DELLO SPETTACOLO FOTO CHICO DE LUIGI D A L 16 O T T O B R E A L C I N E M A 9 ottobre Barbarossa L’epica leghista sbarca al cinema, grazie al regista Renzo Martinelli, con un colossal da 30 milioni di euro. “Barbarossa è il Braveheart italiano. Volevo realizzare un lavoro che fosse a metà tra le mie radici lombarde e un kolossal spettacolare”. Il senatùr Umberto Bossi si è commosso all’anteprima. I talia. Dodicesimo Secolo. Le terre del Nord sono governate da un imperatore tedesco: Federico Hoenstaufen detto “Barbarossa” (Rutger Hauer). Il suo sogno, di conquistare le terre del Centro e del Sud per far rivivere l’Impero che fu di Carlo Magno, si scontra con quello del giovane milanese Alberto da Giussano (Raz Degan). Il cui sogno è di sconfiggere l’imperatore e liberare le terre del Nord. Il 29 maggio del 1176 in una storica battaglia tra le truppe irregolari della Lega Lombarda, costituitasi come alleanza nove anni prima con il giuramento di Pontida, e con Alberto da Giussano a capo della Compagnia della Morte, 900 giovani pronti a sacrificarsi per difendere il Carroccio, e l’esercito di Federico I, detto ‘il Barbarossa’, si decise una pagina importante della storia italiana. Amico personale del Senatùr, Renzo Martinelli ha realizzato uno dei suoi sogni. Arriverà il 9 ottobre nelle sale (una versione più lunga verrà mostrata più avanti in tv) Barbarossa la pellicola che rievoca la lotta dei Comuni lombardi contro l’imperatore tedesco, detto il Barbarossa, un Golia messo in ginocchio da un pugno di città del Nord. Il regista lombardo, dopo avere diretto film come Porzus e Vajont, recupera un pezzo di storia caro alla epica leghista, che ha rappresentato un paradigma della lotta allo straniero. Quella storica vicenda e il suo capo carismatico, il semi-leggendario Alberto da Giussano, insieme alla Compagnia della Morte, al Carroccio, alla battaglia di Legnano, sono comunque patrimonio della storia italiana. Girato in Romania - ironia della sorte, gli eroici lumbard che combattono valorosamente nel film contro i teutonici sono rumeni, molti sono rom - con un budget di 30 milioni di dollari, e un cast che vanta attori come Hauer, F. Murray Abraham, Christov Jivkov e Raz Degan. “Ho investito molto sul fatto visivo, sulle azioni, sui movimenti di massa. Ho puntato su un cinema nazional popolare che, rispettando la storia, proponesse battaglie, assedi, spade insanguinate e scontri cruenti”. “Non mi interessano le polemiche politiche – conclude Martinelli – spero che il film piaccia a tutti ma spero soprattutto che il pubblico leghista risponda bene”. 20 Barbarossa (Italia, 2008) Regia di Renzo Martinelli con Rutger Hauer, Raz Degan, Kasia Smutniak, Hristo Shopov, Cécile Cassel 139’, 01 Distribution, storico 9 ottobre “Voi fate sogni ambiziosi: successo, fama... ma queste cose costano. Ed è esattamente qui che si comincia a pagare. Con il sudore”. (Lydia Grant - FAME) Fame Saranno Famosi C hi non ricorda gli episodi della mitica serie Fame – Saranno famosi. Ma prima ancora di conoscere tutti i protagonisti che hanno fatto sognare milioni di adolescenti non perdendosi un episodio in tv, precisamente il 25 agosto del 1980, usciva l’omonimo film, diretto da Alan Parker. Tutto è partito da lì. E, ora, a trent’anni dal trionfo arriva un remake aggiornato al cambiamento dei tempi e dei costumi. I nuovi aspiranti si chiamano Kevin, Alice, Rosie e Denise. Insieme ai loro compagni seguiamo questo gruppo di ballerini, cantanti, attori e artisti di talento nei quattro anni passati alla New York City High School of Performing Arts, un istituto esclusivo, in cui gli studenti di ogni estrazione sociale hanno l’opportunità di provare a dare vita ai loro sogni di affermazione. Che si conquista con il talento e con il duro lavoro. All’interno della scuola, in un’atmosfera incredibilmente competitiva e allo stesso tempo entusiasmante, ogni studente dovrà impegnarsi con costanza e determinazione per raggiungere il proprio obiettivo. Ciascuno di loro avrà modo di mettersi in evidenza e di capire qual è la vera strada per il successo. Il regista è un esordiente, si chiama Kevin Tancharoen, e ha deciso di tentare l’azzardo rimettendo mano all’originale e riaggiornando i sogni di un gruppo di ragazzi con Fame – Saranno famosi che, precisa l’autore: “Non è fedele al primo film, forse è esagerato parlare di remake. Diciamo che siamo di fronte ad una rivisitazione di un fenomeno che ha coinvolto moltissimi giovani di una generazione passata cercando di mantenerne lo spirito e la spontaneità. Ma i personaggi sono completamente nuovi, non troverete versioni aggiornate di Leroy o Martelli, per capirci. Non avrebbe avuto senso e sarebbe stato irrispettoso. Inoltre molte cose sono cambiate dal 1980 ad oggi. Quello che è rimasto intatto è la lotta contro tutto e tutti per dimostrare il proprio talento, spesso contrastando anche gli stessi genitori. Anche se attualmente con film come High School Musical, programmi televisivi o reality show la voglia di successo nei 22 giovani è cresciuta in maniera esponenziale. Per questo ho voluto come modello Fame, perché è una base sana, dove va avanti chi se lo merita e chi si impegna duramente per emergere”. I produttori hanno voluto ricreare la forza del collettivo di Saranno famosi, allestendo un cast di sconosciuti pescando soprattutto dai musical di Broadway (dal 1988 lo stesso Fame è anche un musical). Ne sono usciti degli esordienti che magari non conoscevano il serial ma avevano già lavorato in piccole parti per Chorus Line o nella pellicola Notorius sulla storia del rapper Christopher Wallace. Riusciranno a conquistare la ‘fame’ tanto sognata (e sudata)? Fame - Saranno famosi (Usa, 2009) Regia di Kevin Tancharoen con Naturi Naughton, Kryisty Flores, Paul McGill, Kherington Payne, Collins Pennie, Kay Panabaker, Asher Book 120’, Lucky Red, commedia/musicale Ph. Francesca Martino / photomovie MEDUSA FILM presenta DAL 16 OTTOBRE AL CINEMA www.medusa.it 16 ottobre L o s pa z i o b i a n c o d e l t i to l o è un’incubatrice in cui la piccola Irene, nata prematura, deve riuscire a trovare la forza di vivere. Una scatola bianca, uno spazio ed un tempo indefinito che avvolge anche la madre, in attesa che sua figlia nasca o muoia. M aria ha superato da poco i quarant’anni, vive a Napoli, lavora come insegnante in una scuola serale e un giorno, al sesto mese appena di gravidanza, partorisce una bambina che viene subito ricoverata in terapia intensiva neonatale. Dietro l’oblò dell’incubatrice Maria osserva le ore passare su quel piccolo corpo come una sequenza di possibilità. Niente è piú come prima: si ritrova in un mondo strano di medicine, donne accoltellate, attese insensate sui divanetti della sala d’aspetto, la speranza di portare sua figlia fuori da lì. Nei giorni si susseguono le mense con gli studenti di medicina, il dialogo muto con i macchinari e soprattutto il suo lavoro: una scuola serale dove camionisti faticano su Dante e Leopardi per conquistarsi la terza media. La circonda e la tiene in vita un mondo pericolante: quello napoletano, dove la tragedia quotidiana si intreccia con la farsa, un mondo in cui il degrado locale è solo la lente d’ingrandimento di quello nazionale. Ancora una volta è la letteratura a ispirare il cinema. In questo caso il romanzo di Valeria Parrella, per il nuovo film della regista Francesca Comencini, figlia e sorella d’arte, che racconta, con la stessa precisione e sensibilità che aveva mostrato nel bellissimo Mobbing, la cronaca dello spazio e del tempo in cui Maria, in parallelo con la piccolissima Irene, deve trovare la strada per una ‘rinascita’ che permetta ad entrambe di uscire dall’incubatrice e di vivere. Margherita Buy è una memorabile Maria, una donna sola, che vive con dolente distacco, quasi ipnotico, i lunghi giorni dell’attesa. Lo spazio bianco (Italia, 2009) Regia Francesca Comencini Con Margherita Buy, Salvatore Cantalupo, Maria Paiato, Antonia Truppo, Gaetano Bruno. 96’, 01 Distribution, Drammatico Lo spazio bianco 24 “ La Viola è un pesce e lo ha voluto Dio. Quando è maschio si chiama Minchia di Re. Per amore diventa femmina e ha i colori del fiore. Torna di nuovo maschio dopo che líacqua si è presa le sue uova” Una storia vera di omosessualità femminile nella piccola isola siciliana di Favignana, tra fine ottocento e prima metà del novecento. Una omosessualità dichiarata dalla protagonista, e negata dall'ipocrisia, dalla miseria della gente dell’isola. Angela (Valeria Solarino) si rende conto di essere lesbica e quel che è peggio, non vuole rinunciare al suo amore per un’altra donna: Sara (Isabella Ragonese). Per evitare lo scandalo e la furiosa ostilità paterna, accetta, su consiglio della madre, di fingersi uomo, falsificando, con la complicità del prete e del medico, i suoi documenti anagrafici. Tratto dal romanzo Minchia di re di Giacomo Pilati, che prende il titolo da un pesce ermafrodita, adattato per lo schermo da Pina Mandolfo, il film, prodotto dalla siciliana Maria Grazia Cucinotta, ha una colonna sonora firmata da Gianna Nannini. Viola di mare è la storia d’amore di due giovani donne, Angela e Sara (Valeria Solarino e Isabella Ra- gonese), cresciute nel medesimo microcosmo arcaico e patriarcale, e di superba bellezza. Una storia vera, trasformata in leggenda dal vocio popolare e dallo scorrere del tempo e riportata in vita dalla letteratura e adesso dal cinema. Viola di mare è anche una sfida ai codici sociali, alle sopraffazioni, alle ingiustizie sociali e ai millenari soprusi che le donne hanno patito. Contro cui la protagonista oppone una resistenza irriducibile. Il cerchio narrativo si chiude con un esito imprevisto, forse doloroso, che però vale a ricomporre l’identità della donna e a conferire significato alto alla legge del desiderio, l’unica per la quale, come Angela ci fa intendere, valga la pena di pagare un prezzo. Il film segna il ritorno alla regia di Donatella Maiorca a oltre dieci anni da Viol@, altra pellicola particolarissima, che aveva come protagonista Stefania Rocca. Viola di mare (Italia, 2009) Regia di Donatella Maiorca con Valeria Solarino, Isabella Ragonese, Ennio Fantastichini, Maria Grazia Cucinotta, Marco Foschi 100’, Medusa, drammatico Viola di mare 16 ottobre 15 ottobre La cifra stilistica del film? La leggerezza dei palloncini, della vita, dei sogni non realizzati e perché no, dei ricordi. La sequenza dei momenti di vita di Carl ed Ellie, dall'infanzia fino alla morte di lei, è una poesia malinconica, accompagnata da una sottile quanto struggente ironia. Indimenticabile. Up P arlare della Pixar, significa necessariamente parlare dell’eccellenza artistica. Dieci film in circa 14 anni, la maggior parte dei quali riconosciuti dalla critica internazionale come dei capolavori. Up, che arriva un anno dopo le avventure eco-spaziali di WALL-E, è stato scelto come film d’apertura al Festival di Cannes, mentre il Festival di Venezia ha consegnato qualche settimana fa, il Leone d’Oro alla Carriera a John Lasseter, il fondatore della Pixar. Ma qual’è il segreto della Pixar? Come fa a non sbagliare un film, partendo sempre da storie che sulla carta sembrano le più imbrobabili? Up è la storia di un vecchietto, e solo la Pixar (e Clint Eastwood) può avere il coraggio di fare un film su un signore di 78 anni, un adorabile burbero, che ricorda vagamente Spencer Tracy o Walter Matthau. Il vecchietto si chiama Carl, ed è triste e arrab- biato: la moglie Ellie è scomparsa da poco, lasciandolo solo al mondo, prima che lui riuscisse a regalarle il viaggio in Sud America che entrambi avevano sempre sognato fin da bambini. Come se non bastasse adesso Carl è messo alle strette da una ditta di costruzioni che ha già l’autorizzazione per espropriargli la casa, e vuole spedirlo in ospizio. Carl - che è stato per tutta la vita un venditore di palloncini - decide di andarsene con tutta la sua casa, legandola a migliaia di palloncini che la trascineranno in cielo, dove un lungo volo lo porterà nel luogo esatto, le cascate scoperte settan- ta anni prima dall’esploratore Muntz, dove per tutta la vita aveva sognato di andare con la moglie, senza riuscirci. C’è solo un problema imprevisto: Russell, un boy scout grassottello, al momento del decollo si trovava sulla veranda di casa. E adesso sta volando in Sud America assieme a lui. Up è il primo film Pixar a venire realizzato in 3D. Ma la tridimensionalità resta solo un mezzo, al servizio della sceneggiatura e mai viceversa. “La visione di un film in 3-D diverte e sorprende, sempre che sia ben fatto - ha dichiarato il regista-sceneggiatore Pete Docter - Ma per noi rimane indiscutibile l’idea che la storia e il suo impatto emotivo hanno il primato su tutto: il 3-D per una storia mediocre e che non coinvolge è perfino fastidioso, finisce per essere un gadget inutile e costoso”. Up USA 2009 Regia di Pete Docter e Bob Peterson. 104’, Walt Disney , Animazione 27 Quegli incorreggibili geni della Pixar… di Marco Spagnoli Intervista a Pete Docter, regista di Up Otto anni dopo lo straordinario successo di Monsters & Co., il regista Pete Docter, uno dei geniali ragazzi della Pixar, presenta Up, film d’apertura del Festival di Cannes - non era mai successo prima che un film d’animazione fosse scelto per ‘aprire’ un Festival così importante -, nonché candidato quasi certo - potete scommetterci - sia all’Oscar per il miglior film d’anmazione, ma anche (visto l’aumento dei nominati a 10 titoli, deciso da quest’anno dall’Academy) a Miglior Film. Up racconta le divertenti e commoventi peripezie di un anziano vedovo, ex venditore di palloncini, che decide di volare con tutta la sua casa in Sudamerica e di portare a Come? Quando Carl resta vedovo noi abbiamo utilizzato la dimensione spaziale per restituire allo spettatore un senso di forte claustrofobia. Quando, poi, la casa si libera nell’aria ecco che i colori del cielo e i palloncini diventano quasi accecanti. Per noi il 3D non è un trucchetto o uno strumento per stupire il pubblico, bensì un modo per immergerlo nella trama che si vuole raccontare. Del resto tutti i film della Pixar sono in 3D e Up è solo il primo che viene anche proiettato in versione tridimensionale. Del resto i ragazzi sono abituati, grazie ai Videogames, ad un mondo tridimensionale… Tutti noi viviamo in un mondo in 3D: solo che, in qualche maniera, siamo abituati da anni alla stilizzazione che la forma cinematografica ha preso da un secolo a questa parte. Ogni generazione ha il suo modo di percepire la realtà e, probabilmente, il 3D è proprio di quella del ventunesimo secolo. Anche se personalmente non credo che tutto il cinema del futuro sarà in 3D. Alcuni film avranno certamente più senso in 3D, mentre altri continueranno ad essere realizzati nella forma in cui li vediamo oggi. Come scegliete le storie su cui lavorare? Siamo molto fortunati, perché alla Pixar scegliamo i soggetti per quello che pensiamo possano raccontare e non in base a motivazioni di marketing o di qualsiasi altro genere non inerente alle possibilità del racconto. Certamente la spinta di alzare il livello della sfida e di provare a fare cose sempre diverse, è molto forte. Il nostro cinema comunque riguarda soprattutto le storie e non tanto le tecnologie che usiamo per raccontarle. A chi vi siete ispirati per il personaggio di Carl? Sicuramente a Spencer Tracy, ma anche ad altri grandi attori del passato come James Whitmore e, soprattutto, dai nostri nonni. Carl è una sorta di compilation di tutte le persone anziane che abbiamo incontrato nella nostra vita e cui, compimento l’avventura che lui e sua moglie non avevano mai potuto realizzare. “Up è un film che noi abbiamo realizzato in 2D e che solo dopo è stato trasformato in 3D.” Spiega Docter “In questo senso noi siamo convinti che la sua storia possa conquistare il cuore del pubblico a dispetto del fatto che venga visto o meno in versione tridimensionale. Non tutti, infatti, amiamo il 3D e, forse, lo stesso protagonista brontolone della nostra storia, Carl, non ne sarebbe così entusiasta. I giovani, invece, amano vedere i film in versione tridimensionale e noi abbiamo potuto incorporare le possibilità offerte da questa tecnica all’interno della trama.” peraltro, vogliamo anche molto bene. Up è un film molto divertente, ma anche molto commovente… Sin dall’inizio ci siamo voluti concentrare sull’elemento emotivo della trama. Quando ce la raccontavamo tra noi, ogni tanto, ci sfuggiva qualche lacrima. Il nostro obiettivo principale, però, era quello di catturare da subito l’attenzione del pubblico e portarcelo dietro nel viaggio straordinario di una casa volante alla volta di una terra selvaggia popolata di uccelli rarissimi, cani parlanti e misteriosi aviatori. Parliamo del Leone d’oro alla carriera a tutta la Pixar… La trovo un’idea molto giusta: John Lasseter è un uomo estremamente collaborativo che pretende da tutte le persone che lavorano alla Pixar un grande spirito di squadra. Questo migliora le idee e il lavoro di tutti quanti. In 28 più noi tutti siamo cresciuti insieme a partire dal lavoro svolto per Toy Story. Un’esperienza unica che si riflette anche nelle nostre vite. Andiamo anche tutti quanti in vacanza insieme e, spesso, le nostre mogli ci sgridano dicendo che dobbiamo smetterla di parlare di lavoro. Lo facciamo per tre minuti eppoi ricominciamo. Siamo incorreggibili, ma del resto amiamo alla follia il nostro lavoro. Farete mai un film muto come i primi venti minuti di Wall-E? Ci piacerebbe, ma, non credo che sarà mai possibile. Comunque i nostri cortometraggi sono tutti muti. E lì si trova il nostro cuore: con le pantomine di Charlie Chaplin e Buster Keaton. 16 ottobre Orphan K ate (Vera Farmiga), madre di due bambini, ha una crisi depressiva in seguito alla perdita prematura del terzo figlio. Adesso sta cercando di tornare alla normalità e di guarire dall’alcolismo, dopo un incidente che stava per giocarle la vita del figlio per annegamento, mentre lei era ubriaca. A sigillare questo cambiamento arriva il nulla osta per l’adozione di un terzo figlio, una bambina, destinata a prendere il posto del figlio morto prima di nascere. Esther è una bella bambina di nove anni, nata in Russia. Come dice la suora ai genitori adottivi, Esther è una bambina speciale. Educata, gentile, intelligente. Dipinge dei quadri bellissimi, suona con grande naturalezza Tchaikovsky al piano. Eppure c’è qualcosa di strano nella piccola Esther, non solo negli antiquati vestitini col collettino rotondo che porta sempre, e nella immancabile fascia intorno al collo: troppo brava, troppo presente, troppo penetrante. Forse è per questo che Kate, la “Ci sono molti rischi quando si adotta un bambino già grande”: l’avvertimento di una suora si trasforma in un incubo per una coppia che, dopo avere perso un figlio prima della nascita, accoglie in famiglia Esther. sua madre adottiva, ha così paura di Esther? Per fortuna che John, il padre, ha una smisurata fiducia in lei. Quel che è certo è che attorno alla ragazzina accadono strane cose. Un bambino precipita, una macchina si capovolge, una suora sbaglia il senso di marcia ... Quando viene fuori che l’orfanotrofio ha fornito informazioni errate sulle origini russe della piccola Esther, Kate si agita ancora di più. Paranoia? Ma il gioco degli incidenti è solo all’inizio. Horror ‘amorale’ secondo alcuni, perché non c’è nulla di più impressionante di un film con bambini indemoniati. Anche se il genere è straordinariamente ricco, con registi e film che vengono considerati di ‘culto’, vedi Esorcista, Rosemary’s baby e The Omen. C’è da dire che a confronto di Esther, Damien di The Omen potrebbe passare per un bravo ragazzo. Secondo i paladini del ‘politicamente corretto’ questa volta ci sarebbe un’ aggra- vante: il demonio non solo è una bambina, ma una bambina adottiva proveniente dai paesi dell’est, come migliaia vengono accolti ogni anno. Un concetto di verosimiglianza che francamente non c’entra nulla con l’horror. La storia è giocata sul doppio binario della madre ex alcolizzata che intuisce ogni mossa, ma nessuno le crede. La figlia invece, adorata dal padre, si esibisce in prove sempre più impegnative di macelleria. Producono Joel Silver e Leonardo DiCaprio. Orphan (Orphan, Usa, 2009) Regia Jaume Collet-Serra Con Vera Farmiga, Peter Sarsgaard, Isabelle Fuhrman, CCH Pounder, Jimmy Bennett, Margo Martindale, Karel Roden, Aryana Engineer, Rosemary Dunsmore 123’, Warner Bros, Horror S A R À I L T U O U LT I M O R E S P I R O DA OTTOBRE AL CINEMA 23 ottobre Scordatevi Borat. Sacha Baron Cohen torna sul grande schermo per demolire il cosidetto ‘comune senso del pudore. Attraverso tutti gli stereotipi e i pregiudizi sull’omosessualità e sul vacuo mondo dello spettacolo. Bruno . . A ncora una volta questo comico inglese, laureato a Cambridge, e proveniente da una buona e devota famiglia ebrea, sceglie uno straniero, come suo alter-ego. Il personaggio non è nuovo, quelli che hanno visto in tv “Da Ali G Show” già lo conoscono. Certamente non così ‘profondamente’ come viene sviluppato nel film. Brüno è un biondissimo e molto gay giornalista di moda televisivo, orgoglioso del sesso creativo con il suo micro assistente, Diesel, così disponibile per accontentarlo in tutti i suoi capricci, e così perfido nel fargli le scarpe quando Brüno viene licenziato dallo show televisivo austriaco “Funkyzeit”, dopo la disastrosa passerella al Fashion Week di Milano. Brüno decide allora di partire per Los Angeles con un solo obiettivo: “diventare il più celebre austriaco dopo Hitler”. L'abbiamo visto qualche mese fa agli MTV Music Awards, con il suo hot-pants tirolese calato, atterrare a sedere scoperto s ulla faccia di un arrabbiatissimo Eminen. Sacha Baron Cohen ama l’eccesso, e Brüno fa arrabbiare molti vip, come Madonna e il candidato repubblicano alle presidenziali del 2008 Ron Paul. Sempre in puro stile provocatorio e politicamente scorretto, Sacha Baron Cohen, ha inanellato nel nuovo film una serie di gag, molte improvvisate, che hanno suscitato querele e richieste di censura. Per interpretare il suo giornalista, fashionista (vale a dire fashion victim), si è completamente depilato, indossa una parrucca bionda con un improbabile caschetto per non parlare delle mise che vanno da tutine in puro stile austriaco a pantaloncini leopardati con maglietta con pailettes e casco da minatore in testa. Raccontare in dettaglio i passaggi ‘acrobatici’ di Brüno-Sacha Baron Cohen nel film, non è proprio possibile. Sono così veloci e repentini, e imprevedibili. Diventerà un attore di Hollywood, apparirà in una serie tv, si prodigherà, a suo modo, al commercio sostenibile (Se Clooney ha il Darfur lui avrà Darfive), alla Pace in medio oriente (peccato che confonda Hamas con Hummus), all’adozione di bambini africani (magari proponendo di scambiarli con un i-Pod). Infine da non perdere Bono, Elton, Sting, Snoop Dogg e Chris Martin cantare “We Are the World” alla Brüno’s, naturalmente. Geniale per alcuni, volgare e mistificatore per altri, Brüno non lascia indifferenti. Nessuno. Brüno (USA 2009) Regia di Larry Charles con Sacha Baron Cohen, Alice Evans, Richard Bey, Ron Paul, Gustaf Hammarsten, 83’, Medusa, Commedia 23 ottobre Certamente per i ghiottoni può risultare particolarmente appetitoso, ed alcuni piatti possono far venire l’acquolina in bocca. Ma non è necessario essere un gourmet per gustare Julie & Julia. E’ un film leggero e saporito, con un ingrediente molto speciale: Meryl Streep. Julie & Julia S critto e diretto con acume e ironia da Nora Ephron, il film mescola due vite (vere) all’ombra dei fornelli. Meryl Streep è la famosa Tv chef e scrittrice (ovviamente di libri di cucina) Julia Child, e Amy Adams (sua co-star in Doubt) è Julie Powell, una segretaria newyorchese che dal 2002 al 2003 lanciò un blog, e successivamente un libro, sull’esperienza di 365 giorni trascorsi a cucinare le 524 ricette pubblicate nel 1961 dal best seller di Julia Child Mastering the Art of French Cooking. Tratto dal libro “Julie & Julia” di Powell, e dal libro autobiografico di Julia Child “My Life in France”, le vite delle due donne si sviluppano in due epoche diverse. Incontriamo la Child nella Parigi del dopoguerra, impegnata - e incoraggiata dal marito diplomatico Paul (Stanley Tucci) - a frequentare la celebre scuola Le Cordon Bleu e a scrivere il suo monumentale libro di ricette, destinato a cambiare per sempre il gusto degli americani. La Powell invece vive a New York nel presente, con il simpatico ed affettuoso marito Eric (Chris Messina). La Streep interpreta la Child alla perfezione, sia nella gestualità che nei difetti vocali, e soprattutto nel suo carattere volubile. La sua incrollabile fiducia nella cucina francese, ed il suo carisma, la fanno diventare una celebrità. La recitazione della Adam è tutta in sottrazione: interpreta un personaggio figlio di un Dio minore, meno autoreferenziale, ma riesce a dargli calore e spontaneità. Un personaggio che vive in sintonia con quello della Streep, destinato quest’ultimo a prendersi la scena. La Streep inoltre trova una fantastica spalla in Stanley Tucci, ed in effetti la loro bizzarra storia d’amore - lei una signorina californiana trentenne e lui un diplomatico con il gusto della trasgressione - nella romantica Parigi del 1948 meriterebbe un film a parte. Il ricordo di Julia Child è ancora vivo negli States, la cuoca-scrittrice è morta nel 2004 all’età di 91 anni. Ed è lei che ha introdotto la cucina francese nelle cucine americane. Grazie alla propria tenacia, al proprio entusiasmo, e soprattutto al proprio perfezionismo. Julia amava ripetere che “un buon cibo arricchisce anche l’anima e lo spirito”. Julie & Julia Usa, 2009 Con: Meryl Streep, Amy Adams, Stanley Tucci, Chris Messina, Jane Lynch Regia: Nora Ephron 123’, Sony, Commedia 35 Q 23 ottobre Un poliziotto e la figlia di un ambasciatore, un finanziere rampante e una subrettina, un settantenne con una ragazza opportunista e due precari. Oggi sposi racconta quattro coppie a un passo dall’altare. Una commedia all-star, divertente e specchio del reale. uattro matrimoni, mille peripezie e un solo obiettivo: raggiungere l’altare e pronunciare il fatidico sì. Nicola (Luca Argentero), promettente poliziotto pugliese con un passato da Don Giovanni, ha deciso di mettere la testa a posto e di sposare l’incantevole figlia dell’Ambasciatore indiano, Alopa (Moran Atias). C’è solo un problema: come farà Sabino (Michele Placido), un contadino alla vecchia maniera, ad accettare che il figlio si sposi con rito Indù? Nel frattempo Salvatore (Dario Bandiera) e Chiara (Isabella Ragonese), due giovani precari senza una lira e con un figlio in arrivo, mettono a punto un piano per organizzare un matrimonio a costo zero: imbucare tutti i loro 72 invitati in un altra festa nuziale: quella, sontuosissima, dell’avvenente soubrette Sabrina (Gabriella Pession) e di Attilio Panecci (Francesco Montanari), magnate della finanza. Ancora non sanno però che anche qualcun altro ha deciso di “imbucarsi” al matrimonio del secolo… Si tratta di Fabio Di Caio (Filippo Nigro), PM romano che indaga da tempo sui loschi traffici di Panecci, mentre cerca di dissuadere il suo anziano padre (Renato Pozzetto) dallo sposare la sua nuova fiamma, una massaggiatrice poco più che ventenne (Carolina Crescentini). Luca Lucini, quarantenne milanese, è un esperto di commedie. Dopo Tre metri sopra il cielo, L’uomo perfetto, Amore, bugie e calcetto e Solo un padre, con in comune il marchio di fabbrica di una comicità legata alla realtà, specchio dei tempi in cui viviamo, arriva con il nuovo film, Oggi sposi, quello che forse, spinge più Oggi Sposi 36 di tutti gli altri, sul pedale della risata. Ma attenzione, si ride, ci si commuove e si riflette, come nella migliore tradizione ‘luciniana’. Scritta da Fabio Bonifacci (Si può fare, Diverso da chi?), assieme a Fausto Brizzi e Marco Martani, è una commedia corale dove quattro eventi si incrociano fra di loro. Si potrebbe sottotitolare: ‘Riusciranno i nostri eroi ad arrivare vivi e vegeti al giorno delle nozze?’. Oggi sposi si concentra su quei momenti ‘topici’ che precedono la cerimonia. Quando improvvisamente il sogno rischia di trasformarsi in un incubo e il romanticismo viene travolto da interminabili discussioni sulla torta e sulla forma delle bomboniere. Particolari che sembrano piccole cose ma che in realtà celano grandi verità. “La nostra finalità – ci ha detto Lucini – è di divertire. Ma strada facendo, mi sembra che abbiamo realizzato un buon ritratto del nostro presente. E se il film è così riuscito si deve oltre all’eccellente sceneggiatura, ad un gruppo di interpreti che sono attori e non comici. Oggi sposi è un film di personaggi e non di macchiette. Ho puntato tantissimo sugli interpreti e mi sono ritrovato con gente pronta a cambiare registro G-Force: superspie in missione (G-Force, Usa, 2009) Regia di Hoyt Yeatman con Bill Nighy, Will Arnett, Zach Galifianakis, Kelli Garner, Tyler Patrick Jones 100’, Walt Disney, commedia/azione e persino fisicamente. Come Argentero, che si è rasato a zero e si è fatto una full immersion di pugliese, o Nigro, irriconoscibile con parrucchino e lenti spesse”. Oggi Sposi (Italia, 2009) Regia di Luca Lucini con Luca Argentero, Michele Placido, Renato Pozzetto, Moran Atias, Carolina Crescentini, Filippo Nigro 100’, 01 Distribution, commedia Scene prima di un matrimonio Intervista a Luca Lucini di Nicoletta Gemmi Il suo Oggi sposi è una commedia incentrata su quel periodo che precede il matrimonio: i preparativi! Il film che sarà al Festival Internazionale del Film di Roma (15/23 ottobre) e uscirà nelle sale il 23 ottobre per Universal Pictures è un esilarante ritratto di personaggi esagerati, senza diventare mai macchiette, perché il contesto nel quale sono calati è assolutamente realistico. Ne parliamo con Luca Lucini. D i che cosa parla Oggi sposi? E’ una commedia che comprende il periodo dalla dichiarazione ufficiale, il ‘mi vuoi sposare’, fino al giorno del fatidico ‘sì’, ovvero ci siamo concentrati sulla parte più tecnica e meno romantica che precede un matrimonio. Bomboniere, liste nozze, inviti, discussioni con i parenti, scelta del posto dove fare il ricevimento… tutti preparativi che possono mettere seriamente a rischio la solidità del legame. Abbiamo quattro coppie che si incrociano, che rappresentano realtà estremamente diverse. C’è il figlio del poliziotto pugliese che si sposa con la figlia dell’ambasciatore indiano, la 23enne che si sposa con il riccone settantenne evidentemente per interesse, i due precari che non hanno una lira e che devono escogitare un metodo per trovare i soldi per la cerimonia, e ci riescono ‘approfittando’ di un’altra coppia che si sta per unire in matrimonio. La sceneggiatura è di Fabio Bonifacci insieme a Fausto Brizzi e Marco Martani. Ha preso tre pezzi da novanta della commedia di oggi? Volevo un film scritto bene. In questo momento il pubblico ha voglia di commedie credibili, vedi Ex. Pertanto ho voluto loro che, a mio parere, sono i migliori in questo genere. Commedie come Ex finalmente, non sono più considerate, dalla critica e dai più cinefili, film meno importanti. E questo è merito, soprattutto ma non solo, degli sceneggiatori che sono riusciti a raccontare con ironia storie vere, reali, nelle quali ognuno di noi si può ritrovare. Quindi siamo partiti con l’idea di fare un film con una sceneggiatura forte, ben recitato, divertente, e che riflettesse la nostra società, la realtà in cui viviamo. Non volevo fare una pellicola di appannaggio dei comici, i miei sono attori e non macchiette. Placido, Nigro, Argentero hanno già dimostrato le loro doti comiche ma vedrete che in questo film sono davvero spassosi. Sono ruoli molto forti perché i ruoli comici interpretati da attori professionisti diventano veramente esplosivi. Quindi il film racconta il nostro presente? Come sempre la commedia, quando è fatta bene, tende a raccontare con un tono dolce amaro la realtà. Attraverso un lavoro di fiction abbiamo creato dei personaggi, credo, assolutamente veri e, tra l’altro, pur essendo estremizzati sono ancora più aderenti alla nostra quotidianità. E questo aspetto, del quale ci siamo resi conto in un secondo momento perché la nostra prima finalità è stata divertire - si è rivelato molto interessante e lo abbiamo sviluppato con particolare attenzione. Come mai avete scelto il periodo che precede il matrimonio? Sostanzialmente per esperienze personali. Io ci sono passato e devo dire che è un periodo abbastanza delicato e, proprio per questo, offriva molti spunti alla commedia. Tra l’altro i preparativi ad un matrimonio ti danno la possibilità di sviluppare, sotto i diversi aspetti, le personalità di ogni protagonista. In questi momenti, i punti di ironia e sarcasmo non mancano di certo. Chi invitare al matrimonio? Come fare compromessi con i parenti le cui aspettative difficilmente coincidono con quelle degli sposi? E il viaggio di nozze? Non parliamo poi dei figli… Insomma è una miniera d’oro di situazioni che possono diventare paradossali e che si sono rivelate perfette per la commedia. Argentero e Nigro li conosce bene. Come si è trovato con il resto del cast? Benissimo con tutti. Devo dire che Isabella Ragonese e Carolina Crescentini si sono rivelate due sorprese inaspettate, hanno una chiave comica davvero notevole. Michele Placido è totalmente inedito perché così comico io non mi ricordo di averlo mai visto. Nel film è Sabino, il papà di Argentero, un contadino del sud, molto 38 rozzo che si incontra con questo ambasciatore indiano, il padre della sposa, e si devono mettere d’accordo su come organizzare queste benedette nozze. E poi Renato Pozzetto, il suo grande ritorno. Un ruolo piccolo, un cameo, ma un vero gioiello. E’ riuscito a creare un personaggio indimenticabile con quattro/cinque apparizioni ogni volta più clamorose, fino al finale che, ovviamente, non vi posso svelare. E voglio sottolineare che il finale è frutto della sua intuizione, del suo talento, della sua comicità innata e che noi abbiamo aggiunto, di buon grado, alla sceneggiatura. CATTLEYA E FOCUS FEATURES INTERNATIONAL PRESENTANO TERO N E G R A a c u L Moran ATIAS Foto: Francesca Martino & Stefano Montesi/Photomovie © Cattleya Srl 2009 Dario BA Isabella R NDIERA AGONES E Concept: un film di Luca LUCINI I Carolina CRESCENTIN Filippo NIGRO Francesco MO NT Gabriella PES ANARI SION Michele PLACIDO Renato POZZETTO CATTLEYA e FOCUS FEATURES INTERNATIONAL presentano una produzione CATTLEYA un film di LUCA LUCINI “OGGI SPOSI” LUCA ARGENTERO MORAN ATIAS DARIO BANDIERA CAROLINA CRESCENTINI FRANCESCO MONTANARI FILIPPO NIGRO GABRIELLA PESSION MICHELE PLACIDO RENATO POZZETTO ISABELLA RAGONESE LUNETTA SAVINO HASSANI SHAPI da un’idea di FAUSTO BRIZZI e MARCO MARTANI soggetto FAUSTO BRIZZI MARCO MARTANI e FABIO BONIFACCI sceneggiatura FABIO BONIFACCI con la collaborazione di FAUSTO BRIZZI e MARCO MARTANI casting CLAUDIA MAROTTI organizzatore generale ROBERTO TODESCHI aiuto regia ALESSIO MARIA FEDERICI costumi ROBERTO CHIOCCHI scenografia MARCO BELLUZZI suono MAURIZIO ARGENTIERI montaggio FABRIZIO ROSSETTI fotografia MANFREDO ARCHINTO musiche GIULIANO TAVIANI e CARMELO TRAVIA produttore esecutivo LUIGI PATRIZI produttori esecutivi Cattleya MATTEO DE LAURENTIIS e ANTONELLA IOVINO produttore delegato FRANCESCA LONGARDI prodotto da RICCARDO TOZZI GIOVANNI STABILINI MARCO CHIMENZ regia di LUCA LUCINI DAL 23 OTTOBRE AL CINEMA www.oggisposi-ilfilm.it 30 ottobre “Sin dalla più tenera infanzia i bambini convivono con emozioni dirompenti; paura ed ansia fanno intrinsecamente parte della loro vita quotidiana e devono confrontarsi con continue frustrazioni. Soltanto attraverso la fantasia i bambini giungono alla catarsi. Essa è il migliore strumento per dominare i Mostri Selvaggi.” Maurice Sendak Nel Paese delle Creature Selvagge M ax (Max Records) è un bambino sfrenato e sensibile, incompreso dalla famiglia. Dopo l’ennesimo terribile scherzo, la madre (Catherine Keener), lo manda a letto senza cena. Una volta nella sua stanza comincia a fantasticare intraprendendo un viaggio che lo trasporta nel Paese delle creature selvagge: un’isola popolata da esseri enormi, strani e misteriosi, le cui emozioni sono e imprevedibili tanto quanto le loro azioni. Le creature selvagge desiderano un capo, qualcuno che sappia guidarli, così come Max è alla ricerca di un regno da governare. Ne diventa così il re e promette loro di dare vita ad un luogo dove tutti possano essere felici. La realtà però sarà ben diversa. Max dovrà rendersi ben presto conto che non è così semplice governare un regno e che i rapporti sono molto più complessi di come avrebbe potuto immaginare. Nel 1963 Maurice Sendak dette alle stampe Where The Wild Things Are, la storia del bambino terribile Max che dopo l’ennesima lite con la madre fugge dalla sua cameretta nel mondo della fantasia per diventare il ‘Re dei Mostri Selvaggi’. Da allora il libro è un evergreen, un classico per l’infanzia. Una storia di ‘formazione’ e di ‘crescita’, vista ovviamente con gli occhi del piccolo Max, che si avventura anche nel ‘lato oscuro’ delle paure. Diretto da uno dei registi più visionari: Spike Jonze (Essere John Malkovich, Il ladro di orchidee), sceneggiato da Jonze e Dave Eggers - e prodotto tra gli altri da Tom Hanks - costato tre anni di lavorazione ed 80 milioni di dollari, è un’ insolita commistione fra attori in carne ed ossa, computer grafica e pupazzi. Una gestazione molto difficile a causa delle divergenze tra il regista e la Warner, e dopo le reazioni negative dei bambini ai primi test screening, alcune scene sono state tagliate ed altre sono state rigirate. Oltre ai già citati Max Records e Catherine Keener il cast comprende Mark Ruffalo nel ruolo di Rob il fidanzato della mamma e Steve Mouzakis nel ruolo del signor Elliott mentre, nell’edizione americana, le creature hanno le voci di James Gandolfini, Forest Whitaker, Paul Dano, Catherine O’Hara, Tom Noonan e Michael Berry. Nel paese delle creature selvagge (Where The Wild Things Are, USA 2009) Regia di Spike Jonze con Max Records, Catherine Keener, Mark Ruffalo, Lauren Ambrose, Chris Cooper, James Gandolfini, Catherine O’Hara, Forest Whitaker Warner Bros, Fantasy 30 ottobre “Voglio comprare una scatola, di quelle di cartone rigido coi disegni dei fiori sopra. Grande, grandissima, per metterci dentro le cose che da quest’anno non userò più. Perché mi sento un po’ più grande.” (Carolina) Amore C arolina (Veronica Olivier) detta Caro, 14 anni. Una ragazza e tutto il suo mondo, le sue prime esperienze, i suoi primi sogni da grande... La voglia di innamorarsi, la prima volta, l’amicizia, le feste, la scuola, il rapporto spesso conflittuale con i genitori. Ci sono le amiche del cuore, Alis (Beatrice Flammini) e Clod (Flavia Roberto), con le quali condividere i giorni e i sogni. Ci sono i primi baci rubati nella penombra del portone, il dolore di un’improvvisa delusione. C’è la scuola, una nonna meravigliosa che la sa guardare in fondo all’anima, un fratello più grande Rusty James (Raniero Monaco Di Lapio), ‘mitico’ e un pò sbandato, che per inseguire le proprie ambizioni ha il coraggio di andare contro tutti e tutto, di contraddire il padre e andare a vivere in un barcone sul Tevere. E poi c’è Massimiliano (Giuseppe Maggio), incontrato in una libreria un pomeriggio di settembre. 14 Figlio d’arte (il padre Giuseppe Moccia, in arte Pipolo, assieme a Franco Castellano ha scritto moltissime commedie all’italiana tra Totò e Franchi & Ingrassia) Federico Moccia, regista tv, sfonda nel cinema come scrittore dei romanzi Tre metri sopra il cielo, diretto da Lucini e Ho voglia di te, diretto da Luis Prieto. Per passare dietro alla macchina da presa con i suoi successivi romanzi: Scusa ma ti chiamo amore nel 2008, e adesso Amore 14. “Recuperò con i critici più avanti, facendo un libro e un film di quelli che piacciono a loro, per adesso faccio quelli che piacciono ai giovani.” Ha dichiarato qualche tempo fa. E sul fatto che i suoi film piacciono ai ragazzi, ‘non ci piove’, come direbbe uno dei suoi personaggi. Il mondo dei ragazzi e degli adolescenti, tra tempeste ormonali, conflitti generazionali e problemi scolastici, è il suo microcosmo, un mondo che dimostra di conoscere molto bene, seppure con qualche semplificazione, ma con grande entusiasmo e senso della realtà. AMORE 14 (Italia 2009) Regia di Federico Moccia, con Veronica Olivier, Beatrice Flammini, Flavia Roberto, Raniero Monaco Di Lapio, Giuseppe Maggio, Pamela Villoresi Medusa, Commedia Roma capoccia 4a edizione del Festival di Roma, 2a della presidenza del critico Gian Luigi Rondi, 1a di Piera Detassis come direttore unico. 80 film spalmati nelle varie sezioni, 22 tra concorso e fuori concorso, 19 film italiani, 37 anteprime mondiali di cui 8 nella selezione ufficiale. Una pioggia di stelle del cinema internazionale che dal 15 al 23 ottobre illumineranno il cielo della capitale. Le parole chiave dell’edizione di quest’anno sono Osmosi, Storie femminili, Pantere grigie, Commedia, Italia. Osmosi. Snellita la rassegna, e abolita la sezione Premiere, adesso in Concorso e sul red carpet si affiancano, in un gioco di specchi e contaminazioni, cinema autoriale e mainstream, cinema povero ed Hollywood, star e sconosciuti. Julie & Julia Lo spazio bianco Pantere grigie. L’età media dei grandi interpreti e dei personaggi raccontati è piuttosto alta. Sono molti gli splendidi sessantenni: Richard Gere, Paulo Coelho, Meryl Streep, Stefania Sandrelli, Helen Mirren. Storie femminili . E’ uno dei leit motiv: il Festival sarà aperto dalla madrina Margherita Buy e chiuderà alla grande con Meryl Streep, nel ruolo di Julia Child (Julie & Julia), l’americana che divulgò in America i segreti della cucina francese. In mezzo l’esordio alla regia di Stefania Sandrelli (Christine Cristina) sulla vita della poetessa medievale Cristina da Pizzano, il biopic Hildegarda di Bingen sulla vita della mistica tedesca di Margarethe Von Trotta, e, da segnalare, la Premio Oscar Helen Mirren in un memorabile ritratto della moglie di Lev Tolstoi (The last Station). Non mancherà anche quest’anno Monica Bellucci, interprete, con Andrea Bocelli dell’Omaggio a Roma, firmato da Franco Zeffirelli e commissionato dal Campidoglio. Commedie. Sdoganamento della nuova commedia all’italiana, con Oggi sposi, di Luca Lucini con supercast (Luca Argentero, Michele Placido, Isabella Ragonese, Carolina Crescentini, Filippo Nigro, A Serious Man Renato Pozzetto, Dario Bandiera, Gabriella Pession), evento fuori concorso. Inoltre Richard Gere e cagnolino, in una commedia made in Japan: Hachiko: A Dog’s Story, e poi “la commedia della crisi”, quella, per intenderci di Up in the Air di Jason Reitman (vincitore della passata edizione del Festival con Juno), con George Clooney nel ruolo di un tagliatore di teste, inoltre la black comedy A Serious Man dei Fratelli Coen. New Moon Alice nella città. La sezione curata da Giannelli è una colonna portante del festival. E’ targata Alice l’evento più atteso ovvero l’anteprima di venti minuti di New Moon. Altro evento l’arrivo di Richard Gere per Hachiko: a dog story di Lasse Hallstrom. Oggi sposi Incontri & omaggi . Omaggi a tre uomini di cinema scomparsi, Tullio Kezich, Luciano Emmer ed Heath Ledger (con proiezione del suo ultimo lavoro The Imaginarium of Doctor Parnassus di Italiani. L’Italia, come a Venezia, in pole position. Tre film in concorso: Alessandro Angelini con Alza la testa, protagonista Sergio Castellitto; L’uomo che verrà di Giorgio Diritti (autore del cult Il vento fa il suo giro); Viola di mare di Donatella Maiorca, storia omosessuale con cast al femminile (Valeria Solarino e Isabella Ragonese). Fuori concorso, la Sandrelli di Christine Cristina e la commedia Oggi sposi di Luca Lucini. Da segnalare, tra gli eventi speciali, il documentario La maglietta rossa di Mimmo Calopresti, dedicato ad Adriano Panatta e alla finale Davis tra Italia e Cile di Pinochet. The Imaginarium of Doctor Parnassus Terry Gilliam). Incontri ‘pubblici’ con la Streep (che riceverà il Marc’Aurelio alla carriera), con Richard Gere, con la coppia Gabriele Muccino-Giuseppe Tornatore, con lo scrittore Paulo Coelho, e con Asia Argento. Inoltre, con la presentazione del documentario sul sacerdote polacco Popieluszko, freedom is within us di Rafal Wieczynski, arriveranno a Roma a Roma Lech Walesa e il primate della Chiesa polacca Glemp. Sons of Cuba Mercato L’altro cinema/Extra : la sezione inventata e curata da Mario Sesti, e dedicata alla sperimentazione. Si va dai grandi autori - c’è il documentario di Ermanno Olmi Rupi del vino, ambientato in Valtellina - agli argomenti più vari: fra i tanti, le donne che fanno wrestling in Bolivia (Mamachas del ring); i bambini cubani pugili (Sons of Cuba); l’Iraq filmato da un marine (Severe clear). C’è poi un docu inedito di Martin Scorsese, American boy: a profile of Steven Prince. E’ l’altra faccia del Festival, quella meno nota al grande pubblico e molto apprezzata dal mondo del cinema internazionale. Il Direttore Roberto Cicutto, annuncia un +16% di prenotazioni. “Dopo Berlino e Cannes, Roma arriva a chiudere un ciclo, spesso i progetti annunciati trovano proprio qui gli interlocutori”. LE BATTUTE DEL di Boris Sollazzo “E adesso che è, l’emancipazione della donna passa per quanta aria prende la mutanda?” “Perché tutti pensano che abbiamo un brutto carattere?” “Forse perché è vero” “Oppure?” “Perché pensiamo di poter abbracciare il mondo, ma abbiamo le braccia troppo piccole” Bandslam- High School band District 9 “Caro David Bowie oggi è lunedì, un giorno come tanti altri se vivi a Cincinnati. Sto per andare a scuola, quella che io chiamo la “prigione con la pausa pranzo”. Mia madre dice che vedo sempre il bicchiere mezzo vuoto. Personalmente…spero che un giorno riuscirò almeno a vedere il bicchiere” “Trent, attento alla testa, c’è un controfiletto!” “Per me la scuola non è tremendamente insopportabile. La considero più una sorta di anestetico per l’anima” “I gamberoni amano gli pneumatici, sono come i mushmallows per loro” “Non rinunciare a me, Tania, perché io a te non ho mai rinunciato” “Quante lune ha il nostro pianeta?” “Sette” “Qui ce n’è una sola…” “Non posso credere di essere pagato per farlo. Adoro guardare i gamberoni morire!” La ragazza che giocava con il fuoco “Credo di non aver mai letto il libretto di istruzioni per ambientarsi a Cincinnati” “Caro David Bowie questo nuovo liceo mi offre un grande vantaggio rispetto al vecchio l’anonimato. E io che ho sprecato anni a sperare di diventare invisibile. Quando invece bastava trasferirsi nel New Jersey” “L’espressività è sopravvalutata” “Una puttana è una puttana, fa parte del sistema” “Scegli sempre quello che ti fa paura” “Santo dio, le puttane di oggi le fanno sempre più brutte!” “I cant’go on, I’ll go on” “Sei un sadico, porco, verme e stupratore” Biancaneve e gli 007 nani “Se Lisbeth è innocente, perché non esce allo scoperto?” “Perché, diciamo, è molto riservata” “Ricorda, Biancaneve: lo specchio racconta solo metà della storia. La vera bellezza viene dall’aiutare il prossimo” “Ma davvero ti ha violentato? Che gusti pessimi che aveva” “Chi sono quelle là?” “Amico! sono le damigelle.! Bo Peep, Riccioli d’Oro, Cappuccetto Rosso e Biancaneve. Le ragazze più popolari della Terra delle Favole” “Stasera voglio fare una strage!” Baarìa “Quella dell’altra volta era più giovane, devi scalarmi almeno 300 lire” “Sì, perché i miei figli vengono a mangiare a casa tua?” “Falli venire, pane e cipolla la trovano sempre” “Neanche le olive marce possiamo fregarci?” “Ma scherzi, don Giacinto non caga per non mangiare, e se caga se la mangia!” “Mamma, voi siete pazza” “Sarò pazza, ma i vicini non devono sapere che è una settimana che non mangiamo” “E se moriamo di fame?” “Meglio morti che sparlati” “Socialismo? E che vuol dire?” “Sai ballare tu?” “No” “E allora non puoi capire” “Papà, cos’è un riformista?” “Riformista è uno che ha capito che a sbattere la testa contro il muro, è la testa che si rompe, non il muro” “Biancaneve è una principessa, non è una shampista!” “Stiamo andando a ballare, cocca! C’è una festa fino a notte fonda giù al Magical Kingdom Club! “Oh! Ah, ma io non posso! Ho promesso a mio padre che sarei…” “Tu sei Biancaneve, non Cenerentola! La tua carrozza non si trasformerà in una zucca!” “Specchio, specchio delle mie brame, fammi stare meglio e dimmi, chi è la MESE più bella del reame? Avanti! Dì quello che dici sempre!” “Beh, che cosa?! Non sono io la più bella del reame? Beh… adesso che ho visto Biancaneve, devo ammettere che, accidenti è uno schianto di ragazzina fantastica! Voglio dire, non si era mai vista una tale… bellezza naturale! Libidine! Doppia libidine!” “Chi ti propone un subprime è come la mafia di quartiere: questo è un prestito che non puoi rifiutare!” “L’FBI ha definito quella dei mutui come un’epidemia. E Bush in risposta ha spostato su altro ben 500 agenti che si occupavano di crimini finanziari” “Cos’è stato il prestito di 700 milioni di dollari che il governo ha fatto alle banche?” “Un colpo di stato finanziario” “Obama socialista! Lo chiamavano così per screditarlo, ma più lo dicevano più lui saliva nei sondaggi” “Sono Arnold Schwarzenegger e molti anni fa sono fuggito dai comunisti europei per realizzare il sogno americano” “L’unico socialista dichiarato tra i deputati statunitensi viene ovviamente da quello stato gay che è il Vermont” Lo spazio bianco “Ma che vita c’hai tu? Non hai una donna, e che lavoro poi…” “Scusa, ma siamo in ritardo a scuola, ci aspettano come avvoltoi, siamo in questa landa desolata e tu vuoi fare un’analisi della mia vita? E la tua poi?” “Ah ma io ho la soluzione: tutti i giorni al cinema. Ma di pomeriggio però!” “Non si fanno i figli da vecchia. E neanche ci si innamora, sono troppo vecchia anche per le pene d’amore” “È proprio un bel bimbo, però, eh?” “Smettila, è solo un’ombra!” “Ma è una bella ombra” “Che faccio? Sto lì tutto il giorno. Aspetto. Aspetto che nasca o che muoia” “Lei ha due gemelli. Si sono conosciuti su un pattino a Baia Domizia e lei ha detto che si è sentita subito bellissima. Si sono innamorati e sono rimasti subito incinti. Un po’ è incoscienza, un po’ è amore” “E un po’ sarà anche sfiga, no?” “Marì, il dottorino è perfetto” “Ma quello ha 10 anni meno di me…” “Appunto!” Capitalism: a love story “We’re Cleveland, not Detroit!” “Il capitalismo è peccato” parola del prete che ha sposato Michael Moore “È immorale, osceno e grossolano. È il male radicale” parola di un altro prete che ha sposato i suoi cognati “Immorale e ingiusto”. Parola del vescovo “Benessere, unione, noi. Mi sa che sono parole di un altro ismo” “Lei ha fatto una grande scoperta, ma non l’ha brevettata, come mai?” “Perché è patrimonio di tutti. Si può brevettare il sole?” parola di Jonas Salk “La deregolamentazione finanziaria è sinonimo di catastrofe. Come la crepa in una diga, si allarga finché la diga non agisce contro se stessa” Un amore all’improvviso “Non so cantare” “Era giusto, Henry” “Non so cantare come te” “No, certo. Devi cantare come te” “Qui ho scritto tutte le volte che sei venuto a trovarmi” “Cosa che, penso abbia fatto… o farò piuttosto spesso” “L’ultima volta che ti ho visto avevo 18 anni. Pare che torni spesso nello stesso posto” “Sì, è come la gravità. I grandi eventi mi attirano” “Io ero un grande evento” “Così pare” “Possiamo far finta per un momento che sia la prima volta che ci incontriamo?” “D’accordo. Certo. Solo che tu sei il mio migliore amico. Sono innamorata di te da sempre!” “Non ti preoccupare di quello. E’ finita da un bel po’” “Che strano non ti ho mai conosciuto a quest’età. Ti conosco solo come una persona matura, esperta” “Competo contro me stesso“ “No…Eri proprio il mio uomo ideale” “Puoi vedere le persone nel passato. Persone che non ci sono più... come tua madre” “Sì, ma il fatto è che non posso cambiare quello che gli accade. Ci ho provato. Succede comunque”