Fondazione Ravenna Manifestazioni
Comune di Ravenna
Assessorato alla Cultura
Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Regione Emilia Romagna
Teatro di Tradizione Dante Alighieri
Stagione d’Opera e Danza
2012-2013
Dido and Aeneas
opera in tre atti
libretto di Nahum Tate
musica di
Henry Purcell
con il contributo di
partner
Teatro Alighieri
aprile | domenica 14
Dido and Aeneas
opera in tre atti
libretto di Nahum Tate
musica di Henry Purcell
L’opera viene rappresentata in lingua originale con sopratitoli in italiano
personaggi e interpreti
Dido Cristina Alunno
Aeneas Mauro Borgioni
Belinda Vittoria Giacobazzi
Second Woman Margherita Pieri
Sorceress Carlo Vistoli
First Witch Costanza Fontana
Second Witch Marina Maroncelli
Spirit Jacopo Facchini
Sailor Andrea Fermi
danzatori di Faenz’a Danza
direttore Luca Giardini
regia Gabriella Medetti
scene Francesca Tagliavini
costumi Collettivo di Costume
luci Fiammetta Baldiserri
coreografia Sara Buratti, Federica Zani
Ensemble del Dipartimento di Musica Antica
e Coro da Camera del Conservatorio “Bruno Maderna”
direttore del coro Paola Urbinati
maestri collaboratori Laura Benedettini, Sang Young Jeon, Lorenzo Lucchi, Filippo Pantieri, Eugenio Saragoni, Franco Ugolini
trucco Giusy Campolungo datori luci Sofia Rossi
realizzazione scene Laboratorio di Scenografia del melodramma - Cesena
realizzazione costumi Ipsia “Ubaldo Comandini” Cesena
coproduzione Conservatorio “Bruno Maderna” di Cesena, Accademia di Belle Arti di Bologna sede di Cesena
in collaborazione con Faenz’a Danza, Ipsia “Ubaldo Comandini”
Fondazione Cassa di Risparmio di Cesena - Comune di Cesena - ERT Emilia Romagna Teatri
Ser. In. Ar - Amministrazione provinciale di Forlì Cesena
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Dido and Aeneas
in Conservatorio
di Adriano Tumiatti
I
l Conservatorio di Musica “Bruno Maderna” di Cesena, unico Istituto superiore di
studi musicali statale romagnolo, raggiunge nell’anno accademico 2012-2013 il 25°
anno di attività in autonomia dopo essere stato dal 1970 al 1988 sezione staccata del
Conservatorio “Giovan Battista Martini” di Bologna.
Dido and Aeneas rappresenta il 22° allestimento operistico che il Conservatorio ha
messo in scena nell’arco di vent’anni, grazie a collaborazioni preziose ed estremamente
fruttuose con l’Accademia di Belle Arti di Bologna, per la creazione e allestimento delle
scenografie, l’Istituto “Iris Versari” prima e “Ubaldo Comandini” poi, per la realizzazione
dei costumi, e la sinergia con la scuola di danza di Federica Zani.
Questo percorso didattico, iniziato con l’Inganno felice di Gioachino Rossini, rappresentato nel lontano 5 maggio 1993, fu pensato e realizzato, con grande lungimiranza,
dall’allora Direttore Giovanni Bartoli che riuscì, grazie al contributo finanziario della Fondazione Cassa di Risparmio di Cesena, che ancora oggi sostiene in maniera insostituibile il progetto, a coagulare in Cesena presenze didattiche formidabili. Nulla di tutto ciò,
inoltre, si sarebbe potuto realizzare senza il sostegno delle Amministrazioni Comunale di
Cesena e Provinciale di Forlì-Cesena.
Fu proprio allora che l’Accademia di Belle Arti di Bologna decise di dislocare il corso
specialistico di Scenografia del melodramma in Cesena e di farne un unicum nazionale.
Il progetto prevedeva, come ancora oggi avviene, che i ruoli principali della compagnia
di canto fossero scelti attraverso un concorso internazionale denominato Primo Palcoscenico che permettesse a giovani promesse, al debutto nei ruoli previsti per l’opera, di
mettersi in evidenza su un vero palcoscenico e in un vero allestimento operistico; non fu
mai però trascurato l’apporto degli allievi delle scuole di Canto lirico del Conservatorio
che furono spesso protagonisti o parte dei secondi cast o comprimari o elementi del
coro.
Questo progetto, così pervicacemente portato avanti anche con grandi sforzi, sia di
progettualità che finanziari, ha permesso a moltissimi allievi del Conservatorio “Maderna” di fare un’insostituibile esperienza in orchestra, nel coro, come maestri collaboratori
di palcoscenico o maestri collaboratori al pianoforte, nonché come storici della musica
nella realizzazione dei programmi di sala.
Tutte le componenti dell’Istituzione cesenate, sia didattiche che amministrative, hanno sempre collaborato al successo di un progetto così longevo e fruttuoso.
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Attraverso titoli come Traviata, Bohème, Madama Butterfly, Rigoletto, Così fan tutte,
Il barbiere di Siviglia e molti altri si è giunti a Dido and Aeneas, rappresentato nell’ottobre
scorso al Teatro Bonci di Cesena.
Dall’anno Accademico 2010 l’Istituzione si è dotata di un Dipartimento di Musica Antica il quale, grazie ai docenti di prestigio internazionale che tengono i corsi di Canto barocco, Violino barocco, Violoncello barocco, Violone, Clavicembalo, Oboe barocco, Flauto
dolce, si è subito rivelato di grande interesse didattico e ha convogliato in Cesena giovani
ed entusiasti musicisti.
Per docenti ed allievi del Dipartimento, che ha visto la luce solo tre anni fa, tenere a
battesimo un capolavoro del barocco europeo, quale è l’opera di Henry Purcell, è stato
sicuramente un atto di coraggio, ma ha rappresentato un banco di prova stimolante e
ed appassionante, come per tutte le componenti che hanno collaborato, sia del Conservatorio che delle altre Istituzioni, che, in sinergia, hanno permesso la realizzazione di
questa messinscena.
È necessario ancora una volta sottolineare che la rappresentazione che la Fondazione
Ravenna Manifestazioni, dando grande fiducia al lavoro del Conservatorio “Maderna”, ha
voluto sottoporre al giudizio del proprio pubblico rappresenta il risultato di un percorso
didattico di giovani cantanti e musicisti che, insieme ai loro docenti, si cimentano in una
prova di grande impegno professionale.
Desidero, in chiusura di questa breve presentazione del Conservatorio che mi onoro di
dirigere, ringraziare Cristina Mazzavillani Muti che, al nostro primo incontro, con entusiasmo e fiducia, mi propose la realizzazione di questa collaborazione ed estendere il ringraziamento ad Angelo Nicastro che ci ha seguiti nelle fasi di progettazione e realizzazione di
questo evento. È la prima volta che un’opera prodotta dal Conservatorio cesenate viene
riproposta in un importante teatro di tradizione quale è l’Alighieri e ciò rappresenta il fondamentale coronamento dell’impegno più che ventennale profuso a favore della musica e
del teatro d’opera.
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Dido and Aeneas
Opera in tre atti
(libretto di Nahum Tate)
Musica di Henry Purcell
PERSONAGGI
Dido (Elissa), regina di Cartagine
Aeneas, principe troiano
Belinda
Second Woman
Sorceress
First Witch
Second Witch
The Spirit
The Sailor
mezzosoprano
baritenore
soprano
soprano
controtenore
soprano
soprano
sopranista
tenore
Coro e danzatori: cortigiani, streghe e marinai
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ATTO PRIMO
ATTO PRIMO
Ouverture
Ouverture
Scena prima
The palace.
Scena prima
Il palazzo.
Entrano Didone, Belinda e seguito.
Belinda Shake the cloud from off your brow,
fate your wishes does allow.
Empire growing,
pleasures flowing,
fortune smiles
and so should you.
Belinda
Scrolla la nube dal tuo ciglio,
il fato adempie i tuoi desideri:
s’allarga l’impero,
abbondano i piaceri,
la fortuna sorride,
e tu pure dovresti.
Chorus Banish sorrow,
banish care,
grief should ne’er
approach the fair.
Coro
Allontana la tristezza,
allontana l’affanno
mai dovrebbe l’afflizione
appressarsi alla beltà.
Dido
Ah! Belinda,
I am press’d with torment
not to be confess’d,
peace and I are strangers grown.
I languish till
my grief is known,
yet would not have it guess’d.
Didone
Ah! Belinda, sono oppressa
da un tormento
che non so confessare.
La pace è ormai straniera per me.
Languisco fin che
sia conosciuto il mio dolore,
eppure non vorrei si indovinasse.
[Refrain] [Ritornello]
Belinda
Grief increases
by concealing.
Belinda
Il dolore si accresce
dissimulandolo.
Dido
Mine admits of no revealing.
Didone
Il mio non vuol che si palesi.
Belinda
Then let me speak;
the Trojan guest
into your tender
thoughts has press’d.
Belinda
Ma lasciami parlare:
l’ospite troiano
si è fatto strada
nei tuoi amorevoli pensieri.
Second Woman
The greatest blessing
Fate can give
our Carthage to secure
and Troy revive.
Seconda donna
La più grande benedizione
che il fato può dare
per rafforzar Cartagine,
e far riviver Troia.
Chorus
When monarchs unite,
Coro
Quando i re si uniscono,
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how happy their state,
they triumph at once o’er
their foes and their fate.
che gioia per i loro stati;
vincono insieme
sui loro nemici e sul loro destino.
Dido
Whence could so much
virtue spring?
What storms,
what battles did he sing?
Anchises’ valour mix’d
with Venus’ Charms,
how soft in peace,
and yet how fierce in arms! Didone
Dove poté nascere
tanta virtù?
Quali tempeste,
quali battaglie non ci cantò?
Il valore di Anchise
unito con le grazie di Venere:
così tenero in pace,
eppur così forte in battaglia!
Belinda A tale so strong and full
of woe might melt
the rocks as well as you.
Belinda
Un racconto così potente
e pieno di sventure
fonderebbe le rocce, e anche te.
Second Woman
What stubborn heart
unmov’d could
see such distress, such piety?
Seconda donna
Quale cuore testardo
assisterebbe imperturbabile
a tanta pena, a tanta pietà?
Dido
Mine with storms of case oppress’d
is taught to pity the distress’d.
Mean wretches’
grief can touch, so soft, so sensible
my breast.
But ah! I fear, I pity
his too much.
Didone
Il mio, oppresso dalle tempeste del fato,
imparò ad avere pietà della miseria.
Il dolore dei miseri sventurati
sa toccare con sì tenera, intensa forza
il mio petto.
Ma, ah! ho paura di aver
troppa pietà del suo.
Belinda, Second Woman
Fear no danger
to ensue,
the hero loves as well as you,
ever gentle, ever smiling,
and the cares of life beguiling,
Cupid strew your path
with flowers
gather’d from Elysian bowers. Belinda e seconda donna
Non temer pericoli
nel conquistarlo,
l’eroe ama come tu ami.
Sempre dolce, sempre sorridente,
dominando gli inganni della vita,
Cupìdo cosparse i tuoi sentieri
con fiori
colti nei luoghi ombrosi d’Eliso.
Chorus
Fear no danger to ensue,
the hero loves
as well as you, ever gentle, ever smiling,
and the cares of life beguiling,
Cupid strew your path
with flowers
gather’d from Elysian bowers.
Coro
Non temer pericoli
nel conquistarlo,
l’eroe ama come tu ami. Sempre dolce, sempre sorridente,
dominando gli inganni della vita,
Cupìdo cosparse i tuoi sentieri
con fiori
colti nei luoghi ombrosi d’Eliso. (Entra Enea col seguito)
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Belinda
See, your royal guest appears,
how godlike is the form he bears!
Belinda
Ecco, si palesa il tuo ospite regale;
la sua bellezza è quella di un dio!
Aeneas
When, royal fair,
shall I be bless’d
with cares of love
and state distress’d?
Enea
Quando, bellezza regale,
sarò felice,
appesantito come sono
da affanni d’amore e di governo?
Dido
Fate forbids what you pursue.
Didone
Il fato impedisce quel che tu cerchi.
Aeneas
Aeneas has no fate but you!
Let Dido smile and I’ll defy
the feeble stroke of Destiny.
Enea
Enea non ha altro destino che te!
Se Didone sorride, io sfiderò
l’ingiusto colpo del destino.
Chorus
Cupid only throws
the dart that’s dreadful
to a warrior’s heart,
and she that wounds can
only cure the smart.
Coro
Solo Cupido scaglia frecce
terribili
al cuor d’un guerriero,
e sol chi ferisce,
può curare la sofferenza.
Aeneas
If not for mine, for Empire’s sake,
some pity
on your lover take.
Ah! make not,
in a hopeless fire,
a hero fall, and Troy
once more expire.
Enea
Se non per me,
almen per l’impero, abbi un po’ di compassione del tuo amante;
ah! non far svanire
una passione senza speranza,
un eroe, e Troia
morire ancora una volta.
Belinda
Pursue thy conquest,
Love; her eyes
confess the flame
her tongue denies.
Belinda
Continua nella tua conquista,
Amore; i suoi occhi
manifestano la fiamma,
che la sua lingua non dice.
Chorus
To the hills and the vales,
to the rocks and the mountains,
to the musical groves
and the cool shady fountains.
Let the triumphs of love
and of beauty be shown.
Go revel, ye Cupids,
the day is your own.
Coro
Fra colline e valli,
fra rocce e montagne,
fra boschetti risonanti
e fonti fredde, ombrose
si manifestino le vittorie d’amore
e di beltà.
Siate festanti, o Amori;
il giorno è vostro.
[La danza trionfale] 11
ATTO SECONDO ATTO SECONDO
Scena prima
The Cave.
Scena prima La Grotta.
Entra la maga. [Preludio delle streghe] Sorceress
Wayward sisters, you that fright
the lonely traveller by night.
Who,
like dismal ravens crying,
beat the windows of the dying.
Appear! Appear at my call, and
share in the fame
of a mischief shall make
all Carthage flame.
Appear!
Maga
Bizzose sorelle, voi che spaventate
il solitario viandante nella notte.
Voi che,
urlando come orribili corvi,
battete alle finestre del moribondo,
apparite alla mia chiamata,
e condividete la gloria
d’un danno che
brucerà tutta Cartagine.
Apparite!
(Entrano le streghe)
First Witch
Say, Beldam, say what’s thy will.
Prima strega
Parla, Megera, parla, qual è il tuo volere? Chorus
Harm’s our delight
and mischief all our skill.
Coro
Il male è la nostra gioia,
il danno tutta la nostra arte. Sorceress
The Queen of Carthage,
whom we hate,
as we do all in prosp’rous state,
ere sunset,
shall most wretched prove,
depriv’d of fame,
of life and love! Maga
La regina di Cartagine
che odiamo,
al par di chi abbia fortuna o potenza,
prima del tramonto
cadrà nella sventura,
priva di gloria,
di vita e amore.
Chorus
Ho, ho, ho, ho, ho, ho!
Coro
Oh oh oh!
First Witch
Ruin’d ere the set of sun?
Prima strega
Perduta prima del tramonto del sole?
Two Witches
Tell us, how shall this be done?
Prima e seconda strega
Parlaci, come avverrà tutto questo?
Sorceress
The Trojan Prince, you know,
is bound by Fate
to seek Italian ground.
The Queen
and he are now in chase.
Maga
Il principe troiano, sapete,
è obbligato dal fato
a cercare la terra italiana;
la regina e l’eroe
ora sono a caccia.
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First Witch
Hark! Hark!
The cry comes on apace.
Prima strega
Senti!
Giunge da presso il grido!
Sorceress
But, when they’ve done,
my trusty Elf,
in form of Mercury himself,
as sent from Jove
shall chide his stay,
and charge him sail tonight
with all his fleet away.
Maga
Ma quando avranno finito,
il mio folletto fidato,
nelle sembianze di Mercurio
inviato da Giove,
gli farà pesare la sua permanenza
e lo costringerà a salpare stanotte
con tutta la flotta!
Chorus
Ho, ho, ho, ho, ho, ho!
Coro
Oh oh oh!
Two Witches
But ere we this perform,
we’ll conjure for a storm to mar their hunting sport
and drive ‘em back to court.
Prima e seconda strega
Ma prima di fare questo,
evocheremo una tempesta
che guasti loro la caccia,
e li conduca di nuovo alla corte.
Chorus
Coro
(al modo di un’eco)
Nella nostra grotta profonda,
l’incantesimo prepareremo,
un rito così spaventoso
da farsi all’aria aperta. In our deep vaulted cell
the charm we’ll prepare,
too dreadful a practice
for this open air.
[Danza ad eco di Furie]
(Tuoni e lampi, musica terribile, le Furie
sprofondano nella grotta, gli altri si involano)
Scena seconda
The Grove.
Scena seconda
Il Boschetto. Entrano Enea, Didone, Belinda e il
loro seguito.
[Ritornello] Belinda
Thanks to these lonesome vales,
these desert hills and dales,
so fair the game,
so rich the sport, Diana’s self
might to these woods resort.
Belinda
Grazie a queste valli isolate,
a questi deserti colline e anfratti
buona è la caccia,
molteplici i piaceri; Diana stessa
frequenterebbe questi boschi.
Chorus
Thanks to these lonesome vales,
these desert hills and dales,
so fair the game,
so rich the sport, Diana’s self
might to these woods resort.
Coro
Grazie a queste valli isolate,
a questi deserti colline e anfratti
buona è la caccia,
molteplici i piaceri; Diana stessa
frequenterebbe questi boschi.
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[Ground di chitarra] oft she bathes her
in this fountain;
here, Actaeon met his fate,
pursued by his own hounds,
and after mortal wounds
discover’d, too late.
Seconda donna
Frequentemente ella visita questa solinga
[montagna,
frequentemente ella si bagna
in questa sorgente;
qui Atteone trovò la morte,
braccato dai propri cani,
e per le mortali ferite
troppo tardi scoperte.
Aeneas
Behold, upon my bending spear
a monster’s head
stands bleeding,
with tushes far exceeding
those did Venus’
huntsman tear.
Enea
Vedi, sulla mia lancia piegata
la testa sanguinante
di un mostro,
con zanne ben più straordinarie
di quelle che uccisero
il cacciatore di Venere!
Dido
The skies are clouded, hark!
How thunder Rends
the mountain oaks asunder. Didone
Il cielo s’annuvola: ascolta!
Come il tuono
spezza le querce dei monti!
Belinda
Haste,
haste to town,
this open field no shelter
from the storm can yield.
Belinda
Affrettiamoci,
affrettiamoci ad andare in città;
questa distesa aperta
non può dar riparo alla tempesta.
Chorus
Haste,
haste to town,
this open field no shelter
from the storm can yield.
Coro
Affrettiamoci,
affrettiamoci ad andare in città,
questa distesa aperta
non può dar riparo alla tempesta. (Escono – Scende lo spirito della Strega nelle
sembianze di Mercurio)
Spirit
Stay, Prince and hear
great Jove’s command;
he summons thee
this night away.
Spirito
Fèrmati, principe, e ascolta
l’ordine del divino Giove:
egli ti chiede di andar lontano
da qui stanotte.
Aeneas
Tonight?
Enea
Stanotte?
Spirit
Tonight thou must forsake
this land, the Angry God
will brook
no longer stay.
Spirito
Stanotte devi partire
da questa terra, il dio in collera
non sopporterà
un più lungo indugio.
Second Woman
Oft she visits this lone mountain,
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Jove commands thee,
waste no more in Love’s delights,
those precious hours,
allow’d by th’Almighty powers.
To gain th’Hesperian shore
and ruined Troy restore.
Giove ti ordina,
non consumare più oltre in godimenti d’amore
queste ore preziose
concesse dalle forze onnipotenti
per raggiunger la sponda occidentale
e riedificare la distrutta Troia.
Aeneas
Jove’s commands shall be obey’d,
tonight our anchors shall be
weighed. Enea
Ubbidirò ai comandi di Giove,
stanotte le nostre ancore
si solleveranno.
(Lo Spirito esce) Ma ah!
Cosa posso dire,
per colmare la mia offesa regina?
Ella m’ha appena donato
il suo cuore
ma son costretto
ad allontanarmi dalle sue braccia.
Come si può sopportare
un così duro destino?
Goduta per una notte,
abbandonata nell’altra.
Vostra sia la colpa, o dèi!
Ubbidisco alla vostra volontà,
ma con più gioia preferirei morire. But ah!
What language can I try
my injur’d Queen to Pacify:
no sooner she resigns
her heart,
but from her arms
I’m forc’d to part.
How can so hard
a fate be took?
One night enjoy’d,
the next forsook.
Yours be the blame, ye gods!
For I obey your will,
but with more ease could die.
15
ATTO TERZO ATTO TERZO
Scena prima
The Ships.
Scena prima
Le Navi.
Entrano i marinai.
[Preludio]
First Sailor
Come away, fellow sailors,
your anchors be weighing,
time and tide will admit no delaying,
take a boozy short leave
of your nymphs on the shore,
and silence
their mourning with vows
of returning
but never intending to visit
them more.
Primo marinaio
Venite compagni marinai,
si sollevino le nostre ancore,
tempo e marea non ammettono indugi;
prendete un breve, ebbro
commiato dalle vostre ninfe
sulla riva
e rasserenate la loro afflizione
con la promessa del ritorno,
ma senza pensare
di rivederle più.
Chorus
Come away, fellow sailors,
your anchors be weighing,
time and tide
will admit no delaying,
take a boozy short leave
of your nymphs on the shore,
and silence
their mourning with vows
of returning
but never intending to visit
them more.
Coro
Venite compagni marinai,
si sollevino le nostre ancore,
tempo e marea
non ammettono indugi;
prendete un breve, ebbro
commiato dalle vostre ninfe
sulla riva
e rasserenate la loro afflizione
con la promessa del ritorno,
ma senza pensare
di rivederle più.
[Danza di marinai]
(Entrano la maga e le streghe)
Sorceress
See the flags and streamers
curling, anchors weighing,
sails unfurling.
Maga
Ecco, avvolgono insegne
e pennoni, sollevano le ancore,
spiegano le vele!
First Witch
Phoebe’s pale
deluding beams gilding more
deceitful streams.
Prima strega
Gli scoloriti,
ingannevoli raggi di Febo
abbelliscono le false correnti.
Second Witch
Our plot has took,
the queen’s forsook.
Seconda strega
È riuscito il nostro complotto,
la regina è abbandonata!
Two Witches
Elissa’s ruin’d, ho, ho!
Our plot has took,
Prima e seconda strega
Elissa è perduta! Oh oh!
È riuscito il nostro complotto,
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the queen’s forsook, ho, ho, ho!
la regina è abbandonata! Oh oh oh!
Sorceress
Our next motion
must be to storm her
lover on the Ocean!
From the ruin of others our
pleasures we borrow,
Elissa bleeds tonight,
and Carthage flames tomorrow.
Maga
La nostra prossima mossa
dovrà essere di mandare una tempesta
al suo amato sull’oceano.
Troviamo la nostra gioia
nell’altrui rovina;
Elissa sanguinerà stanotte,
e Cartagine brucerà domani!
Chorus
Destruction’s our delight,
delight
our greatest sorrow!
Elissa dies tonight
and Carthage flames tomorrow.
Ha! ha!
Coro
La distruzione è il nostro godimento,
il godimento altrui
è la nostra più grande sofferenza.
Elissa sanguinerà stanotte,
e Cartagine brucerà domani!
Oh oh!
Scena seconda
The Palace.
Scena seconda
Il Palazzo.
Entrano Didone, Belinda e donne.
Dido
Your counsel all is urged in vain,
to Earth and Heaven
I will complain!
To Earth and Heaven why do I call?
Earth and Heaven
conspire my fall.
To Fate I sue,
of other means bereft,
the only refuge
for the wretched left.
Didone
È inutile ogni tuo consiglio,
voglio lamentarmi
con terra e cielo;
perché m’appello a terra e cielo?
Terra e cielo
si alleano per la mia disgrazia.
Priva d’ogni altro rimedio,
ricorro al destino,
l’unico asilo
concesso agli infelici.
Belinda
See, Madam, see where
the Prince appears;
such sorrow
in his looks he bears,
as would convince
you still he’s true.
Belinda
Ecco, signora,
il Principe si fa avanti.
(Entra Enea)
Grande è la sofferenza
che porta nei suoi sguardi
da convincerti
ch’è ancora fedele.
Aeneas
What shall lost Aeneas do?
How, Royal Fair, shall
I impart the God’s decree,
and tell you we must part?
Enea
Che farà lo smarrito Enea?
Come, mia bella regina,
ti farò conoscere il decreto del dio,
e ti dirò che dobbiam partire?
Dido Thus on the fatal Banks of Nile,
weeps the deceitful crocodile;
Didone
Come sulla fatale sponda del Nilo
piange il disonesto coccodrillo,
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thus hypocrites, that murder act,
make Heaven and Gods
the authors of the fact.
così gli ipocriti, che hanno commesso un assassinio,
chiaman cielo e dèi
responsabili del fatto!
Aeneas
By all that’s good...
Enea
Per tutto quel bene…
Dido
By all that’s good, no more!
All that’s good
you have forswore.
To your promis’d empire fly
and let forsaken
Dido die.
Didone
Per tutto quel bene… non più!
A tutto quel bene
tu hai rinunciato.
Vola al tuo promesso impero,
e lascia morire
l’abbandonata Didone.
Aeneas
In spite of Jove’s command,
I’ll stay, offend the Gods,
and Love obey.
Enea
A dispetto del comando di Giove,
io resterò: offendo gli dèi,
e ubbidisco ad Amore.
Dido
No, faithless man,
thy course pursue;
I’m now resolv’d as well as you.
No repentance shall reclaim
the injur’d Dido’s slighted
flame, for ‘tis enough,
what’er you now decree,
that you had once
a thought
of leaving me.
Didone
No, uomo senza fede,
prosegui per la tua via;
ora io son risoluta come te.
Nessun pentimento riaccenderà
la fiamma dell’amore
nell’offesa Didone, ché,
qualunque sia
la tua posizione,
mi basta ch’una sola volta
hai meditato di lasciarmi.
Aeneas
Let Jove say what he will:
I’ll stay!
Enea
Dica Giove quel che vuole,
io resterò!
Dido
Away, away! No, no, away!
Didone
Via, via! No, no, via!
Aeneas
No, no, I’ll stay,
and Love obey!
Enea
No resterò,
e ubbidirò ad Amore!
Dido
To Death I’ll fly
if longer you delay; away, away!...
Didone
Ti ucciderò
se ancora tu indugi. Via, via! (Enea esce)
Ma alla morte, ahimè!
non posso sottrarmi.
La morte deve giungere
quando egli è partito.
But Death, alas!
I cannot shun;
Death must
come when he is gone.
18
Chorus
Great minds against
themselves conspire, and shun
the cure they most desire.
Coro
I nobili cuori cospirano
contro se stessi, e fuggono
il rimedio che più desiderano.
Dido
Thy hand, Belinda,
darkness shades me.
On thy bosom let me rest, more
I would, but Death invades me;
Death is now a welcome guest.
When I am laid in earth,
may my wrongs create
no trouble in thy breast;
remember me, but ah!
forget my fate. Didone
La tua mano, Belinda;
le tenebre mi fan velo.
Lascia ch’io riposi sul tuo seno;
di più vorrei, ma la morte mi invade;
ora la Morte è un’ospite gradita.
Quando giacerò nella terra,
i miei mali non suscitino
alcun turbamento nel tuo petto.
Ricòrdati di me, ma ah!
Dimentica la mia sorte!
[Ritornello] [Fra le nubi appaiono gli Amori sopra la tomba]
Chorus
With drooping
wings you Cupids come,
and scatter roses on her tomb,
soft and gentle
as her heart.
Keep here your watch,
and never part. Coro
Con ali abbassate, o Amori, venite,
e sulla tomba spargete rose
morbide e delicate
come il suo cuore.
Posate il vostro sguardo qui,
e mai v’allontanate.
19
Il soggetto
Atto primo
A palazzo reale, Belinda invita la regina a non nascondere i propri desideri e ad abbandonarsi all’amore che prova per Enea. Didone confessa di essere stata conquistata
dal racconto delle sventure dell’eroe troiano. Enea, entrato in scena, le promette amore
e dichiara che il suo unico destino è Didone. Tutta la corte si rallegra per il matrimonio
imminente.
Atto secondo
In una grotta, una maga e le streghe tramano contro la felicità di Didone e decidono di
scatenare un violento temporale che interrompa la battuta di caccia intrapresa da Enea.
Esse intendono inviare al troiano uno Spirito travestito da Mercurio per intimargli che
non può indugiare: deve imbarcarsi per raggiungere le coste dell’Italia e abbandonare
Didone.
In un boschetto, mentre Enea, Didone e il loro seguito fanno ritorno alla città per
scampare alla tempesta, il falso Mercurio convince Enea a ripartire.
Atto terzo
Enea è in partenza con le sue navi. I marinai, già pronti a salpare, salutano le loro innamorate che resteranno a terra, cantando e ballando. Partecipano alle danze anche le
streghe, esultanti perché sono riuscite nel loro intento.
All’interno del palazzo di Didone, anche per i due amanti è il momento dell’addio: la
regina è offesa, Enea dichiara che sfiderebbe il volere degli dei per restare con lei, ma
Didone lo caccia. Una volta rimasta sola, comprende che senza il suo amante non può
più vivere, a nulla servono le parole consolatorie della sua ancella e Didone si abbandona
alla morte.
21
The Great Mind of Dido
Appunti di regia per la messinscena
di Gabriella Medetti
N
el programma di sala per la rappresentazione ad Hampstead nel maggio del 1900
firmata da Gordon Craig si legge: “Nel disegnare la scena e i costumi di Dido and
Aeneas il direttore di scena [ovvero Craig stesso che era scenografo e regista]
si è preoccupato in particolar modo di essere assolutamente scorretto in tutto ciò che
riguarda i particolari”. Al di là dell’intento polemico nei confronti di un realismo imperante
di fine Ottocento, si legge una ricerca verso l’essenziale che è stata poi una delle mete
perseguite da Craig in tutta la sua vita per e nel teatro. Dai suoi appunti, dalle cronache
di questa storica rappresentazione dell’opera di Purcell, dai rari disegni – purtroppo Dido
and Aeneas è la prima opera di Craig regista e non possediamo la ricca documentazione
che c’è, ad esempio, sul suo Hamlet – è partita la nostra ricerca: non certamente per
proporre una messinscena di tipo storicistico ma prendendo le indicazioni del grande
regista e scenografo come lezioni di vita teatrale: dall’attenzione verso un’unità di concezione scenografica alla ricerca sull’illuminazione (con una concezione straordinariamente innovativa per l’epoca), dallo studio dei colori per i costumi e gli arredi di scena alla
disposizione degli attori. Tenendo quindi presente la lezione di Craig, la sua attenzione
spasmodica verso ogni elemento della messinscena (ogni particolare: proprio il contrario
della sua asserzione!), ho proposto ai ragazzi del biennio di scenografia del melodramma
alcuni possibili temi conduttori che li aiutassero a trovare unità ed essenzialità. La loro
fantasia si è sprigionata poi in diverse direzioni. La scelta definitiva è caduta sul progetto
di Francesca Tagliavini, ma tutti i bozzetti hanno dignità di rappresentazione, a conferma
di una scuola e un’attività artistica ormai quasi ventennale. I temi su cui Francesca ha
elaborato il suo bozzetto sono essenzialmente due: l’Acqua e la Terra. Elemento primario,
l’Acqua: il mare solcato da Dido dopo il suo volontario esilio dalla lontana Tiro fino alle
coste africane, lo stesso mare che farà approdare il suo Aeneas e che poi fatalmente lo
allontanerà da lei; ma anche la fonte, dove si bagnano la dea Diana e le sue ninfe, nel masque al centro dell’opera che rappresenta la tragica fine di Acteon. Ma l’Acqua è anche il sangue. Sangue di Acteon che muore sbranato dai suoi stessi
cani, e quello del cinghiale ucciso da Aeneas, entrambi, agli occhi della regina, tragica
premonizione di un tragico destino. Ma soprattutto il sangue di lei, Dido, invocato dalle
streghe (“Elissa bleeds tonight!”) che tramano la rovina sua e di Cartagine. E Acqua il
temporale che, a differenza di Virgilio, qui non riunisce gli amanti, ma li separa. Acqua
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ancora le lacrime della fedele Belinda… Dal mare Dido approda alla Terra. Terra che lei
ha voluto fortissimamente per fondare la sua Cartagine, Terra che è riuscita ad ottenere,
con un inganno degno di Odisseo, ma anche la Terra famosa e lontana da cui proviene
il suo Aeneas e poi la Terra nemica che chiama Aeneas a fondare la sua nuova patria.
E Terra a ricoprire la sua tomba. La Dido di Purcell non sembra trafiggersi suicida sul
rogo. Per la verità né il testo di Tate, né la musica di Purcell ci indicano il momento in cui
Dido muore né come si dà la morte. “When I am laid in earth”, canta Dido nel suo ultimo
lamento. E sembra invocare la terra e il tempo a ricoprire il suo destino. “Remember me,
but forget my fate”. Destino già scritto, quello di Dido, veramente può dirsi Fato. La regina
sembra conoscerlo o presentirlo dall’inizio. Già il suo primo lamento ne testimonia la coscienza: “Peace and I are strangers”, e più avanti, alle vivaci proteste amorose di Aeneas,
replicherà soltanto: “Fate forbids what you pursue”. Dido sa: “Death must come when is
gone”. Dove quel must come suona quasi come un imperativo. “Ma perché, quando lui
le offre di restare, lei lo caccia via e si uccide?” mi chiede la mia bambina di dodici anni.
Difficile spiegarlo a un bambino. In Virgilio sono gli dei ad ordinare la partenza e bisogna
sottomettersi al loro alto volere: Didone non può combattere contro chi ha deciso la fondazione di Roma… Nell’opera di Purcell la rovina di Dido sembra causata da una macchinazione infernale, da un inganno di streghe invidiose. Aeneas ci casca, all’inizio, ma poi
alla vista della sua Dido si ribella e spergiura di voler restare, ad onta di quello che crede
essere un comando di Giove. Ma Dido lo scaccia risolutamente: “No, faithless man […]
that you had once a thought of leaving me”. Perché? “Perché lo caccia via e si uccide?”.
Come nelle antiche tragedie è il coro a darci la risposta: “Great minds against themselves
conspire, and shun the cure they most desire”. Non è altro che Dido stessa that conspires
against herself. Nel perimetro di terra dove ha costruito la sua città, vive anche una vita
sotterranea, “The cave”, dove esseri malvagi tramano la sua rovina. Ma la Sorceress, la
sua corte infernale, il falso Mercurio, in fondo sono solo strumenti della volontà oscura
di Dido nel perseguire il suo fato tragico. E quel ritaglio di terra, un’isola nel mare della
passione, non è altro che la sua Great Mind, oppressa da “storms of care”, ma “soft and
gentle”. E morbida e delicata, come petali di rosa, la terra ricoprirà la sua tomba, riconsegnandola al tempo indimenticata. 24
L’opera
in breve
di Cristina Ghirardini
A
ssistere ad una rappresentazione del Dido and Aeneas consente di proporre alcune riflessioni su come si conservano, si riscoprono e si reinterpretano le fonti di
opere così lontane dal nostro presente. Si tratta, inoltre, di un caso esemplificativo, non solo perché, come ha dimostrato Ellen Harris (curatrice di una edizione moderna
dell’opera a cui ha anche dedicato una monografia),1 le fonti che ci sono pervenute pongono problemi non facili da risolvere, ma anche per comprendere come un classico della
letteratura latina sia stato reimpiegato in un contesto culturale profondamente diverso
da quello in cui è nato e per di più per una rappresentazione musicale che è tuttora considerata una delle pietre miliari della storia del teatro musicale.
Il libretto narra una vicenda tratta dal quarto libro dell’Eneide, ed è stato redatto da
Nahum Tate. La musica di Purcell e il testo poetico di Tate sono alcuni dei pochi dati assolutamente certi di quest’opera, poiché sono dichiarati esplicitamente in un esemplare
del libretto, ritrovato a metà Ottocento, stampato per una rappresentazione del Dido and
Aeneas in una scuola femminile a Chelsea, sotto la guida del maestro di danza Josias
Priest.
Il libretto che ci è pervenuto non è datato, ma contiene un Prologo all’opera (per il
quale la musica non si è conservata e che pertanto viene omesso nelle rappresentazioni
moderne), di contenuto mitologico, che si conclude con un’ode alla primavera. I personaggi evocati, Apollo e Venere, farebbero pensare ai nuovi regnanti di Inghilterra, William
e Mary, incoronati nell’aprile 1689. Un Epilogo al libretto, invece, fu pubblicato anche in
una edizione dei New Poems di Thomas D’Urfey nel 1690; esso contiene alcuni versi che
potrebbero essere messi in relazione con la rivoluzione del 1688 ed è quindi stato letto a
favore di una datazione intorno al 1689.
Tali circostanze consentirebbero pertanto di collocare l’opera negli ultimi anni della breve vita di Henry Purcell (1659-1695), organista alla Westminster Abbey e poi alla
cappella reale, autore di brani strumentali, probabilmente scritti all’inizio della propria
attività di compositore, musiche celebrative per i sovrani Charles II, James II, William III e
la moglie Mary, nonché musiche di scena, songs e canoni.
Dido and Aeneas è un’opera di piccole dimensioni, che dura poco più di un’ora. Pur
appartenendo alla tradizione inglese del masque, che prevede la compresenza di danza,
poesia e musica in una narrazione non sempre coerente, essa è interamente cantata,
25
come raramente accadeva nel teatro musicale inglese dell’epoca, che invece prediligeva
l’alternarsi di parti parlate e di interludi musicali. Un precedente del Dido and Aeneas è il
Venus and Adonis (1685 ca) di John Blow, uno dei maestri di Purcell e suo predecessore
come organista alla Westminster Abbey: l’opera di Blow è infatti costituita da una serie di
recitativi melodici, alternata a cori danzati, secondo la moda francese diffusa da Lully. La
sostanziale non familiarità dell’Inghilterra con l’opera intesa come spettacolo musicale
completo e coerente è dimostrato dal fatto che la prima esecuzione pubblica del Dido
avvenne nel 1700 e in quell’occasione l’opera fu divisa in quattro parti, inserite come episodi musicali all’interno di un adattamento di Charles Gildon della commedia Measure
for measure di Shakespeare.
La vicenda del Dido and Aeneas – così come ci è giunta nel libretto rinvenuto a metà
Ottocento – risulta modificata al fine di essere consona alla rappresentazione all’interno
di una scuola femminile: il numero dei personaggi è minore rispetto all’Eneide, la sorella
di Didone, Anna, è sostituita da Belinda e la storia è ridotta agli episodi essenziali. Nell’originale virgiliano, Didone, pur innamorata di Enea, inizialmente lo rifiuta perché fedele al
voto di castità fatto in seguito alla morte del marito e per il quale già aveva declinato la
proposta di matrimonio di Jarbas, un re vicino; sono gli dei a favorire l’unione di Didone
ed Enea: nell’Eneide, infatti, Giunone, d’accordo con Venere, fa scoppiare una tempesta
durante una battuta di caccia che costringe i due a trovarsi soli in una grotta. Nell’opera
di Purcell, invece, gli dei non intervengono direttamente, e al loro posto agiscono spiriti e
streghe e sono proprio queste ultime ad architettare la vicenda che condurrà Didone alla
morte. La Dido di Purcell e Tate, dunque, è pienamente responsabile del suo concedersi
ad Enea, e non agisce perché manovrata dagli dei. Anzi, è proprio lei a dichiarare, rimproverando Enea che ha deciso di partire seguendo il consiglio di Giove, che solo gli ipocriti
attribuiscono agli dei la colpa di quello che succede.
Il libretto di Tate è volto a comunicare un senso di responsabilità morale alle fanciulle
e pertanto evita temi quali il piacere e il dolore dell’amore su cui invece si sofferma Virgilio. La scena d’amore tra Didone ed Enea nella grotta viene omessa ed è solo evocata
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dai versi “one night enjoy’d / the next forsook” che Enea pronuncia nel momento in cui
rimpiange il legame con Didone, essendo tuttavia determinato a partire. La tempesta,
che in Virgilio unisce i due amanti, nel libretto di Tate li costringe a separarsi. Così, se
nell’Eneide Didone si uccide, nell’opera di Purcell Dido muore di dolore, essendo il suicidio, in un contesto educativo quale quello della scuola di Chelsea, un peccato peggiore
della licenziosità. Dido and Aeneas sembra infatti voler trasmettere la morale secondo
cui le giovani donne non dovrebbero cedere alle promesse degli amanti: le streghe augurano a Didone di cadere nella sventura “depriv’d of fame, / of life and love!” e i marinai,
in apertura del terzo atto, salutano le loro fidanzate con promesse di ritorno, benché non
intendano rivederle mai più.
Dal punto di vista strettamente musicale, Dido and Aeneas è debitore alla tradizione
del masque per la presenza di danze, indipendenti dalla struttura drammaturgica del
libretto, collocate alla fine delle scene, ed anche per un particolare uso della declamazione musicale. Benché l’Inghilterra all’epoca non fosse particolarmente propensa alla
suddivisione tra arie e recitativi, alcuni compositori inglesi (Nicholas Lanier, William e
Henry Lawes) furono in grado di sperimentare un tipo di declamato con una struttura
ritmica libera, simile al parlato, esente da ripetizioni e da rigide costruzioni formali, che
fu in parte recepito dal masque. E in questo senso si può leggere la particolare attenzione
che Purcell mostra per il controllo di strutture ritmiche legate all’accentuazione verbale,
all’ornamentazione e alla coerenza armonica. Da far risalire alla tradizione del masque,
infine, sono l’uso di cori, di danze cantate e di arie con o senza basso continuo. Il basso
ostinato, in particolare, sembra essere la cifra stilistica del Dido and Aeneas e non a caso
il lamento di Didone del terzo atto (“Thy hand, Belinda”), è stato messo in relazione con
il Lamento della ninfa di Monteverdi.
Le fonti di cui disponiamo per la musica sono frammentarie e non esattamente corrispondenti alle fonti librettistiche, rendendo quindi necessario l’utilizzo di altre musiche
di scena dello stesso Purcell per le parti mancanti. La partitura più antica si trova nel
manoscritto di Tenbury (ora a Oxford, Bodleian Library), databile al 1775, ma probabilmente rispecchia due esecuzioni dell’opera avvenute nel 1704. Altre fonti a disposizione
sono il manoscritto di Tatton Park (Library at Tatton Park, Knutsford, Cheshire), scoperto
negli anni Sessanta e probabilmente copiato da una fonte antecedente al manoscritto di
Tenbury (da cui forse pure questo deriva), a cui si aggiungono libretti, partiture e parti singole delle esecuzioni a cura dell’Academy of Ancient Music di Londra avvenute nel 1784 e
1787 (British Library; Folger Library, Washington DC; Royal Academy of Music, London),
e il cosiddetto manoscritto Ohki, databile al 1810 circa, conservato a Tokio (Nanki Music
Library). Oltre ad essere prive del Prologo, le fonti musicali conservate non concordano
con il libretto nel numero delle danze, nella distribuzione dei versi tra i personaggi e nella
divisione delle scene, ragion per cui le attuali esecuzioni dell’opera si basano su edizioni
che sono il risultato di ricerche condotte non solo su Dido and Aeneas, ma più in generale
sulle musiche di scena di Purcell, alcune delle quali vengono impiegate, come già detto,
per colmare le lacune delle partiture che ci sono pervenute. Esse inoltre si avvalgono
dell’esperienza acquisita nel corso di una tradizione di esecuzioni moderne dell’opera,
che hanno risentito di un cambiamento radicale nell’approccio alla musica antica.
La storia delle esecuzioni del Dido and Aeneas, infatti, comincia con le già menzionate
riprese del 1784 e 1787 a Londra, a cura della Academy of Ancient Music. Ci è pervenuto
il programma dell’esecuzione del 1787, da cui si deduce che l’opera fu rappresentata in
forma, diremmo oggi, di concerto, insieme ad altre pagine di Händel, Stradella, Dr. Cooke,
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Danby, Pergolesi, Avison. Probabilmente essa è avvenuta in forma continua, pertanto senza una suddivisione in atti; le danze risultano ridotte nelle partiture redatte per quell’occasione, come pure il libretto, nel quale il personaggio di Belinda è sostituito da Anna, sorella
di Didone nell’Eneide virgiliana. La prima pubblicazione a stampa della musica dell’opera,
che si avvaleva delle partiture servite per le esecuzioni dell’Academy of Ancient Music, risale al 1841, a cura di G. Alexander Macfarren, come quarto volume della Musical Antiquarian
Society. Una nuova edizione dell’opera, che faceva uso anche del libretto della rappresentazione di Chelsea, uscì nel 1889, a cura di William H. Cummings e realizzata dalla Purcell
Society di Liverpool.
Altre esecuzioni si tennero tra gli anni Settanta e la fine dell’Ottocento: quella della
Liverpool Purcell Society del 1877 e della Royal Academy of Music nel 1878, quella del
Bach Choir nel 1888 e della Handel Society del 1889 (per la quale George Bernard Shaw
scrisse una recensione). Infine, nel 1895, bicentenario della morte di Purcell, si realizzò
la prima rappresentazione in forma scenica dal 1704, a cura del Royal College of Music,
tenutasi al Royal Lyceum Theatre di Londra, impiegando la partitura uscita nel 1841. In
quell’occasione Ralph Vaughan Williams faceva parte del coro, stando a quanto dichiara
la moglie Ursula nella di lui biografia. Purcell infatti proprio in quegli anni era oggetto
di attenzione da parte dei compositori inglesi, che lo consideravano uno dei padri della
tradizione musicale britannica. Gustav Holst gli dedicò il saggio intitolato Henry Purcell:
the Dramatic Composer of England, pubblicato nel 1927.
Nel corso del Novecento si possono riconoscere due principali e successive tendenze
nella messa in scena del Dido and Aeneas: la prima favorevole ad una orchestrazione
moderna dell’opera, tale da adattarla al gusto moderno, la seconda invece improntata
ad un approccio più filologico. La prima in auge dal bicentenario della morte di Purcell
fino all’ultimo conflitto mondiale, sostituita poi dalla seconda a partire dal dopoguerra;
ed entrambe segnate da rappresentazioni emblematiche.
Messa in scena per la prima volta negli Stati Uniti, alla Town Hall di New York, nel 1924,
l’opera fu diretta da Arthur Bodansky, il quale impiegò la partitura pubblicata nel 1841,
aggiungendo un accompagnamento orchestrale da lui composto. La prima esecuzione
italiana invece, avvenuta a Firenze nel 1940, sotto la guida di Vittorio Gui (che si servì di
un’edizione del 1925, basata sul manoscritto di Tenbury, a cura di Edward Dent), pare
essere stata l’ultima rappresentazione del Dido and Aeneas realizzata secondo i dettami
di un’orchestrazione moderna.
Mentre quella allestita a Londra nel 1951, sotto la guida di Benjamin Britten, segnò
un’inversione di tendenza. Britten decise, infatti, di abbandonare le aggiunte posteriori, per servirsi – come ancora oggi è prassi – di musiche composte da Purcell per altri
drammi al fine di colmare le lacune delle fonti. Curò egli stesso una partitura, con l’aiuto
di Imogen Holst (figlia di Gustav), che venne pubblicata nel 1960. Cosicché il rigore di
Britten e la migliore conoscenza dell’opera di Purcell, che cominciava ad essere sempre
più oggetto di attenzione da parte della moderna musicologia, sollecitarono l’approccio
filologico al Dido and Aeneas.
1
Ellen T. Harris, Henry Purcell’s “Dido and Aeneas”, Oxford, Claredon Press, 1987.
28
I protagonisti
Luca Giardini
Compie gli studi di violino moderno a Milano
e a Lugano con Carlo Chiarappa per poi
intraprendere un percorso di approfondimento
sulla prassi esecutiva storica del repertorio
violinistico dal xvii al xix secolo. È attualmente
docente di violino barocco presso il
Conservatorio “Bruno Maderna” di Cesena e
all’“Arrigo Boito” di Parma.
Nel 1998, dopo aver collaborato con alcune
orchestre cameristiche e sinfoniche milanesi,
comincia un’ininterrotta frequentazione del
circuito europeo della musica antica che lo
porta ad esibirsi con ensemble quali: Europa
Galante, Accademia Bizantina, Il Giardino
Armonico, Complesso Barocco, Ensemble
Zefiro, Modo Antiquo, Ensemble Concerto,
Il Rossignolo, Aglaia, la Venexiana, nonché
I Barocchisti, The Orchestra of the Age of
Enlightenement, The Bach Ensemble, Al Ayre
Espanol, Ensemble Matheus, La Cetra-Basel,
Marini Consort-Innsbruck, Divino Sospiro,
Collegium 1704, Ensemble Baroque de
Limoges. Collabora inoltre con concertatori
e solisti come Simon Rattle, Frans Bruggen,
Philippe Herreweghe, Cecilia Bartoli, Ian
Bostridge, Giuliano Carmignola, Ottavio
Dantone, Christoph Coin.
Ha all’attivo una ricca produzione
discografica e in video e ha preso parte a
importanti riscoperte del repertorio SeiSettecentesco ricevendo riconoscimenti quali
Grammy Award, Diapason d’Or, Choc de la
Musique, 10 Repertoire, Premio Fondazione Cini
di Venezia, Premio Abbiati.
Si dedica inoltre alla musica da camera, dal
duo al quintetto su strumenti d’epoca, con
una particolare predilezione per il repertorio a
violino solo con cembalo o fortepiano.
Gabriella Medetti
Nata a Milano, compie gli studi di
composizione con Vittorio Fellegara e si
diploma in Pianoforte. Dall’estate 1986 lavora in
ambito teatrale, collaborando con registi quali
Franco Parenti, Giovanni Testori, Bruce Myers,
Benno Besson, Guido De Monticelli, Alfredo
Arìas.
Con Guido De Monticelli instaura un sodalizio
artistico che la porta al Festival della Valle D’Itria,
in qualità di regista assistente, per L’Americano
di Piccinni, Il fortunato inganno di Donizetti
(Premio Abbiati per la miglior regia), Ippolito e
Aricia di Traetta e Siberia di Giordano. Sempre
con De Monticelli è all’Opera di Roma per Le
jongleur de Notre Dame di Massenet e La rondine
di Puccini, al Rossini Opera Festival per Il Turco
in Italia di Rossini, alla Scala di Milano con Ugo,
conte di Parigi di Donizetti, al Teatro Sao Carlos di
Lisbona con Cavalleria rusticana di Mascagni e La
navarraise di Massenet. Per l’Accademia musicale
umbra ha curato la regia di Livietta e Tracollo
di Pergolesi, al Teatro della Fortuna di Fano ha
messo in scena L’elisir d’amore di Donizetti e a
Sassari Il signor Bruschino di Rossini. Nel gennaio
29
Teatro Verdi di Busseto con la regia di Franco
Zeffirelli e nel 2002, sempre a Busseto, inizia la
sua attività di light designer nella produzione
della Traviata di Franco Zeffirelli. Da allora ha
firmato le luci di allestimenti operistici in teatri
e festival di rilievo internazionale. Si è occupata
inoltre di allestimenti museali: recentemente
ai Musei di San Domenico di Forlì ha curato le
luci delle mostre Wild, l’anima e le forme fra
Michelangelo e Klimt (2012) e Novecento, arte e
vita fra le due guerre (2013). Dal 2007 collabora
con l’Accademia di Belle Arti di Bologna,
sezione Scenografia del melodramma, dove
tiene corsi di illuminotecnica teatrale.
2008 ha intrapreso una tournée in Cile con La
serva padrona di Pergolesi e il Maestro di cappella
di Cimarosa.
Al Bonci di Cesena ha curato la regia di
numerose opere, anche realizzate nell’ambito
delle collaborazioni con le istituzioni per le quali
svolge attività didattica: è infatti titolare del corso
di Teoria e tecnica dell’interpretazione scenica
presso il Conservatorio “Bruno Maderna” di
Cesena e di Elementi di regia dello spettacolo
musicale all’Accademia di belle Arti di Bologna.
Francesca Tagliavini
Nata a Novellara (RE) nel 1984, si laurea in
architettura presso il Politecnico di Milano nel
2010. Terminati gli studi, decide di dedicarsi
interamente al teatro, iscrivendosi al biennio
specialistico di Scenografia del melodramma
presso l’Accademia di Belle Arti Bologna.
Nel 2011 collabora all’allestimento di
spettacoli progettati e realizzati nell’ambito del
corso di Scenografia del melodramma: La serva
padrona di Pergolesi, Guerre d’amori e d’amori
trame dolenti su musiche di Monteverdi, Il
matrimonio segreto di Cimarosa. Nel 2012 il suo
progetto di scena viene selezionato per l’opera
Dido and Aeneas, realizzata nell’ambito del
concorso Primo Palcoscenico del Conservatorio
“Bruno Maderna”. Collabora inoltre a Alexander
Nevskji di Pier’Alli al Teatro dell’Opera di Roma,
e Don Carlos di Ciammarughi al Comunale
di Modena. Attualmente è assistente dello
scenografo Edoardo Sanchi.
Fiammetta Baldiserri
Frequenta l’Università a Bologna dove si
laurea in Scienze della terra, per poi seguire
un corso per illuminotecnici al Teatro Regio
di Parma, dove inizia la sua attività di tecnico
teatrale. Partecipa fino al 1998 al Festival dei
Due Mondi a Spoleto e fino al 2004 al Rossini
Opera Festival di Pesaro. Nel 1998 segue
la tournée internazionale dello spettacolo
La donna del mare, regia di Robert Wilson.
È assistente di importanti light designer in
allestimenti firmati da Pierluigi Pizzi; nel 2001
collabora alla realizzazione delle luci di Aida al
30
Paola Urbinati
Dopo i diplomi in Pianoforte e Direzione di
coro, studia Direzione d’orchestra e d’opera
lirica secondo la scuola di Roshdestvensky e
si perfeziona sotto la costante guida di Marcel
Couraud dell’O.R.T.F. di Parigi, specializzandosi
nella didassi delle diverse tecniche vocali
solistiche e d’insieme. Svolge intensa attività in
ambito internazionale alla guida di ensemble
solistici, gruppi vocali e strumentali da
camera, grande coro. Ha conseguito vittorie e
riconoscimenti in concorsi internazionali quali
Riva del Garda, Stresa, Tours, Tolosa, oltre a tre
medaglie d’oro ed il Grand Prix Città di Atene
per la miglior prestazione assoluta al Teatro
dell’Opera. Ha preso parte a festival in varie
città italiane, Russia, Austria e Germania e
negli Stati Uniti, dove ha realizzato concerti e
workshop su rinascimento e barocco italiano.
Si dedica inoltre ai linguaggi contemporanei
di Berio, Nono, Clementi, Scelsi, Vacchi,
Mencherini, Tesei, Paert, Pierucci, Pennisi,
Baggiani, Forlivesi con presenze in cartelloni
di musica contemporanea e commissioni
di prime assolute. Come maestro di coro in
produzioni d’opera lirica ha all’attivo più di
trenta titoli. È direttore musicale ed artistico
del progetto “Pace in Terra santa e nel mondo”
(foriero dell’operato del Magnificat Institute
School of Music of Jerusalem) che ha realizzato
quaranta concerti, meeting interreligiosi,
pubblicazioni, incisioni discografiche sotto
il patrocinio della Presidenza dei Ministri ed
un comitato d’onore di rilievo internazionale.
Fa attualmente parte della direzione artistica
dell’International Choral Music Festival “Pesaro
in Chorus”. È responsabile di casting nel
concorso Primo Palcoscenico per produzioni in
sinergia con il Conservatorio “Bruno Maderna”
di Cesena, dove è docente, collabora inoltre
con l’Accademia di Belle Arti di Bologna,
l’Accademia di danza di Roma ed è membro
della direzione artistica dell’International
Choral Music Festival “Pesaro in Chorus”.
Cristina Alunno
Intraprende gli studi di canto a Bologna
per poi diplomarsi al Conservatorio “Arrigo
Pedrollo” di Vicenza; attualmente studia
sotto la guida di Gabriella Morigi. Ammessa
all’Accademia di Santa Cecilia, frequenta i corsi
di alto perfezionamento Opera Studio con
Renata Scotto, Cesare Scarton e Anna Vandi.
Ha partecipato inoltre a masterclass di Michael
Aspinall, Ines Salazar, Rolando Panerai.
Ha ottenuto riconoscimenti nell’ambito di
numerosi concorsi lirici internazionali, tra
cui il Primo Palcoscenico nel 2012 che le è
valso il ruolo protagonista di Dido in Dido and
Aeneas di Purcell. Nel novembre dello stesso
anno è stata Maddalena in un allestimento del
Rigoletto presso Centrepoint Theatre, DUCTAC
Mall of The Emirates di Dubai e Emirates
Palace Auditorium di Abu Dhabi (Emirati
Arabi Uniti) in occasione dell’Italian Festival
Week. Svolge un’intensa attività concertistica
che l’ha portata inoltre al Festival Suona
Francese presso Palazzo Farnese a Roma, per
l’Ambasciata di Francia in Italia, e all’Auditorium
Parco della Musica.
Mauro Borgioni
Ha studiato canto al Conservatorio di Perugia
per poi specializzarsi nella vocalità antica e nel
canto barocco presso la Scuola Civica di Milano.
Attualmente si perfeziona al Conservatorio
di Cesena con Romina Basso. Si esibisce
come solista con un repertorio che spazia dal
madrigale alla cantata, dall’oratorio all’opera
e ha preso parte a produzioni operistiche e di
musica sacra in ambito internazionale. Collabora
con ensemble quali La Venexiana, Il Canto
di Orfeo, Cantar Lontano, Coro della Radio
Svizzera, LaVerdi Barocca, Orchestra da Camera
di Mantova, I Turchini, Academia Montis Regalis,
La Stagione Armonica, Accademia Hermans,
Odecathon, Micrologus. Si è esibito con direttori
e musicisti tra cui Claudio Cavina, Gianluca
Capuano, Marco Mencoboni, Diego Fasolis,
Leonardo G. Alarcon, Antonio Florio, Corrado
Rovaris, Michele Campanella, Chiara Banchini,
Lorenzo Ghielmi, Sergio Balestracci. Ha inciso
per le etichette discografiche Zig-Zag Territoires,
Alpha-Prod, Bongiovanni, Dynamic, E lucevan le
stelle Records, Stradivarius, K617, Glossa, ORF,
Arcana, Ricercar e per emittenti radiofoniche e
televisive.
Vittoria Giacobazzi
Diplomata all’Istituto superiore di studi
musicali “Orazio Vecchi” di Modena, ha
studiato canto lirico sotto la guida di Tiziana
Tramonti. Nel 2009 debutta nel ruolo di Amore
nell’opera La purpura de la rosa di Torrejón
y Velasco con l’Accademia degli Impossibili.
Nel 2010 è Serpina nella Serva padrona di
Pergolesi in collaborazione con l’orchestra
Verdi all’Auditorium di Milano e collabora con
il Teatro Comunale Pavarotti di Modena con
lezioni-concerto sulle opere La serva padrona
e Don Giovanni. L’anno successivo è Barbarina
nelle Nozze di Figaro di Mozart per la rassegna
dell’associazione “L’Opera rinata” presso il
Teatro Araldo di Torino, nonché l’Angelo nel
dramma serio per musica Li prodigi della Divina
gratia nella morte e nella conversione di San
Guglielmo duca d’Aquitania di Pergolesi.
Ha recentemente debuttato nel ruolo di
Belinda in Dido and Aeneas e in quello di
Amor Divino nell’oratorio La Conversione di
Maddalena di Bononcini all’interno del festival
barocco modenese “Grandezze & Meraviglie”.
Margherita Pieri
Nata a Cesena nel 1984, si è diplomata
nel 2010 presso il Conservatorio “Arrigo
Boito” di Parma. Laureata in filosofia nel
2007, ha conseguito una seconda laurea con
31
lode in Linguistica italiana nel 2010 presso
l’Università di Bologna. Negli ultimi sei anni si
è specializzata nel repertorio antico sotto la
guida di Nino Albarosa. Ha debuttato al Bonci di
Cesena nel Matrimonio segreto di Cimarosa, nel
ruolo di Elisetta, come vincitrice del concorso
Primo Palcoscenico 2011. L’anno successivo lo
stesso concorso le ha consentito di debuttare,
di nuovo al Bonci, il ruolo della Second Woman
nell’opera Dido and Aeneas di Purcell. Nel
2012 ha inoltre vestito i panni di Serpina
nell’intermezzo La serva padrona di Pergolesi al
Rasi di Ravenna e nei teatri comunali di Russi,
Cervia, Fusignano e Argenta e ha interpretato
il ruolo di Rowan nel Piccolo spazzacamino di
Britten, in collaborazione con il Conservatorio
di Cesena. Fa parte del Quartetto Vocale Allegro
Giusto, che si esibisce in concerti d’opera in
forma semi-scenica, nonché in concerti sacri.
Carlo Vistoli
Nato a Lugo nel 1987, dopo aver studiato
chitarra classica e pianoforte, si dedica allo
studio del canto lirico come controtenore.
Ha partecipato a masterclass sulla vocalità
barocca tenute da Monica Bacelli, Sara
Mingardo, Sonia Prina e attualmente è iscritto
al corso di Canto rinascimentale e barocco
presso il Conservatorio di Ferrara. Ha ottenuto
riconoscimenti a concorsi internazionali quali
Città di Bologna, “Cleto Tomba” di Castel
San Pietro Terme, Gesangswettbewerb für
Barokoper “Pietro Antonio Cesti” di Innsbruck.
Si è esibito in attività concertistica in vari
teatri dell’Emilia-Romagna; attualmente
collabora con la cappella musicale di San
Giacomo Maggiore di Bologna. Nel 2012 è
stato selezionato nell’ambito del concorso
Primo Palcoscenico di Cesena per l’opera Dido
and Aeneas; ha inoltre vestito i panni di Licida
nell’Olimpiade di Josef Mysliveček, diretta da
Olivier von Dohnányi al Comunale di Bologna.
Bonci di Cesena come Turcimanno nel Retablo
de Maese Pedro di De Falla sotto la bacchetta
di Giuseppe Camerlingo. L’anno successivo
interpreta lo Stabat Mater di Pergolesi nella
Basilica di Sant’Apollinare Nuovo, sotto la
guida di Gabriele Raspanti. In seguito al
riconoscimento ottenuto al concorso Primo
Palcoscenico 2012, ha debuttato nel ruolo di
First Witch nel Dido and Aeneas di Purcell al
Bonci, sotto la guida di Luca Giardini.
Marina Maroncelli
Diplomata al Conservatorio “Bruno Maderna”
di Cesena, ha preso parte a masterclass di
Luciana Serra, Nazareno Antinori, Fiorenza
Cossotto. Membro dell’ensemble vocale
femminile Harmonia, che esegue repertorio da
camera dal Settecento al contemporaneo, ha
collaborato con varie formazioni cameristiche,
tra le quali l’ensemble barocco Accademia
Malatestiana. Svolge attività concertistica in
duo con il pianista e clavicembalista Filippo
Pantieri.
Jacopo Facchini
Si diploma in pianoforte sotto la guida di
Carlo Mazzoli presso il Conservatorio “Giovan
Battista Martini” di Bologna, perfezionandosi
con Donna Coleman nel repertorio
contemporaneo; consegue presso lo stesso
Conservatorio la Laurea di primo livello in
Direzione e composizione per coro.
Studia successivamente canto con Donatella
Debolini presso il Conservatorio “Luigi
Cherubini” di Firenze e frequenta il corso di
canto barocco tenuto da Romina Basso presso
il Conservatorio “Bruno Maderna” di Cesena. Si
perfeziona con Sara Mingardo, Gloria Banditelli
e Monica Bacelli.
Si esibisce in vari concerti come solista
e prendendo parte a varie produzioni
operistiche. Collabora con vari ensemble
specializzati nel repertorio antico e con
direttori quali Balderi, Berrini, Bressan,
Capuano, Cavina, De Carlo, Fanna, Fedi, Gini,
Jais, Longhini, Mencoboni, Pennesi, Rossi
Lürig, Vannelli, Vettori. Si è esibito in teatri e
Costanza Fontana
Nata nel 1995, ha iniziato a sei anni a
suonare il violino e attualmente studia Canto al
Conservatorio di Cesena. Nel 2008 debutta al
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festival di ambito internazionale. Ha all’attivo
incisioni discografiche per Arts, Bongiovanni,
Christophorus, Dynamic, E lucevan le stelle
Records, Naxos, Stradivarius, Tactus.
Andrea Fermi
Nato a Roma nel 1984, ha conseguito il
diploma in Canto con il massimo dei voti presso
il Conservatorio “Ottorino Respighi” di Latina.
Attualmente si sta specializzando sotto la
guida di William Matteuzzi. Si è esibito in varie
produzioni d’opera e operetta, collaborando
con direttori quali Nicola Samale, Luca Giardini,
Massimo Scapin, Gian Marco Moncalieri e
registi quali David Aprile, Gianni Santucci,
Gabriella Medetti.
Svolge inoltre un’intensa attività
concertistica ed è stato diretto da maestri
quali Yuri Temirkhanov, Ciro Visco, Stefano
Seghedoni. Ha collaborato, come cantore
aggiunto, con la Cappella Musicale Pontificia
Sistina e il Teatro dell’Opera di Roma.
Faenz’a Danza
Gestita dalla Soc. Coop. Faenza Teatro
e Danza, la scuola vanta una tradizione
cinquantennale ed è diretta da Federica
Zani da vent’anni. Essa dispone di un corpo
docenti stabile altamente qualificato, a cui si
aggiungono temporaneamente, e continuano
ad alternarsi, diversi insegnanti ospiti di alto
profilo professionale. Negli anni la scuola ha
collaborato con istituzioni culturali locali,
regionali e statali ed è stata vincitrice di
importanti riconoscimenti in ambito coreutico.
Sara Buratti
Nata a Cesenatico nel 1983, si forma presso
la scuola Cesen’a Danza diretta da Federica
Zani, frequenta poi il corso di perfezionamento
per giovani danzatori presso l’Aterballetto di
Reggio Emilia, diretto da Mauro Bigonzetti,
diplomandosi nel 2003. Da allora lavora
come ballerina professionista e prende
parte a spettacoli e tournée teatrali, nonché
a programmi televisivi. Dal 2004 lavora
stabilmente come ballerina e assistente di
André De La Roche in produzioni quali Il
fantasma dell’opera, All that jazz, La favola di
Amore e Psiche, Pensiero stupendo e Casta
diva. Insegna presso la scuola Faenz’a Danza
diretta da Federica Zani.
Federica Zani
Faentina di nascita, inizia gli studi presso
la scuola “Città di Ravenna”, ove resterà
in qualità di insegnante e prima ballerina
dell’omonima compagnia di balletto fino al
1993. Si diploma presso l’Accademia nazionale
di danza di Roma nel 1988, perfezionandosi
contemporaneamente con insegnanti di
livello e professionalità internazionali. Con la
compagnia ravennate danza in Italia e all’estero
suite e pas de deux del repertorio classico
accanto a primi ballerini dell’Opera di Roma
e della Scala di Milano, nonché coreografie
di autori neoclassici e contemporanei. Nel
1990‑1991 lavora con “L’Ensemble” diretto
da Micha van Hoecke nelle produzioni di
Ravenna Festival e Festival di Castiglioncello
e riceve a Roma il premio “Gino Tani” per le
arti dello spettacolo. Nel 1992 è Carlotta nel
Werther di Luciano Cannito, accanto all’Étoile
del Teatro Bol’šoj, Vladimir Derevianko.
Dal 1995 al 1996 lavora con TIR Danza di
Modena, diretta dall’americana Teri J. Weikel.
Successivamente inizia il rapporto artistico con
varie manifestazioni internazionali tra cui Praga
Festival e Barcellona Dance Award in Catalogna.
Da oltre vent’anni affianca alla professione
l’attività didattica in qualità anche di direttrice
artistica delle scuole Faenz’a Danza e Danz’a
Montiano, oltre che di altre realtà locali,
collaborando come docente e coreografa
anche con associazioni, università ed istituti
di alta cultura. Da circa un decennio inoltre
è presidente o membro di giuria in diversi
concorsi nazionali ed internazionali di danza.
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Ensemble del Dipartimento
di Musica Antica
violini primi
Luca Giardini* (Konzertmeister)
Enrico Gramigna
Alice Miniutti
Mauro Navarri
Gioele Sindona
Claudio Zotti
violini secondi
Klodiana Babo*
Massimo Merone
Elena Meniconi
Silvia Leoni
Francesca Camagni
Coro da Camera
del Conservatorio
“Bruno Maderna”
soprani
Eleonora Benetti, Gabriella Capasso, Lisa Fabbri,
Serena Morolli, Flavia Palmesi, Margherita Pieri,
Marika Protti
contralti
Celeste Pirazzini, Matilde Pirazzini, Evelin Poggiali,
Ilaria Rossi, Tatiana Shumkova, Karol Victoria Urban
tenori
Matteo Galassi, Marco Mignani, Massimo Navarra,
Simone Polacchi, Ryo Terukina, Angelo Testori
viole
Cristiano Delpriori*
Simone Laghi
bassi
Alessandro Bacceli, Carlo Bonelli, Andrea Jin Chen,
Lorenzo Lucchi, Massimiliano Turchi, Andrea Ugolini
violoncelli
Sebastiano Severi*
Fabio Gaddoni
Vincenzo De Franco
Perikli Pite
continuista alle prove Franco Ugolini
maestro concertatore e direttore Paola Urbinati
violoni
Giovanni Valgimigli*
Alberto Giovannini
Vincenzo Spada
tiorbe
Maurizio Piantelli*
Davide Fabbri
cembali
Maria Luisa Baldassari
Filippo Pantieri
oboi
Emiliano Rodolfi*
Davide Bertozzi
* prime parti
Danzatori di Faenz’a Danza
Dido
Annalisa Zanotti
Aeneas-Acteon-Marinaio
Samuele Babini
Diana
Maria Stella Ciprani
Ninfe
Matilde Arfelli, Maria Montevecchi
Streghe
Maria Baldini, Agnese Giovannini, Laura Scaggiante
Marinai
Carlo Camagni, Aris Tsopanellis
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www.kuni.it
Fondazione
Ravenna
Manifestazioni
Soci
Comune di Ravenna
Regione Emilia Romagna
Provincia di Ravenna
Camera di Commercio di Ravenna
Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna
Confindustria Ravenna
Confcommercio Ravenna
Confesercenti Ravenna
CNA Ravenna
Confartigianato Ravenna
Archidiocesi di Ravenna-Cervia
Fondazione Arturo Toscanini
Consiglio di Amministrazione
Presidente Fabrizio Matteucci
Vicepresidente Mario Salvagiani
Consiglieri
Ouidad Bakkali, Galliano Di Marco,
Lanfranco Gualtieri
Sovrintendente
Antonio De Rosa
Segretario generale
Marcello Natali
Responsabile amministrativo
Roberto Cimatti
Revisori dei conti
Giovanni Nonni
Mario Bacigalupo
Angelo Lo Rizzo
Teatro di Tradizione Dante Alighieri
Stagione d’Opera e Danza
2012-2013
Direttore artistico
Angelo Nicastro
Coordinamento programmazione
e progetti per le scuole Federica Bozzo
Spazi teatrali
Responsabile Romano Brandolini
Servizi di sala Alfonso Cacciari
Ufficio produzione
Responsabile Emilio Vita
Stefania Catalano, Giuseppe Rosa
Marketing e comunicazione
Responsabile Fabio Ricci
Editing e ufficio stampa Giovanni Trabalza
Sistemi informativi, archivio fotografico Stefano Bondi,
Giorgia Orioli*
Impaginazione e grafica Antonella La Rosa
Segreteria Antonella Gambi, Ivan Merlo*
Biglietteria
Responsabile Daniela Calderoni
Biglietteria e promozione
Bruna Berardi, Fiorella Morelli, Paola Notturni,
Maria Giulia Saporetti, Mariarosaria Valente
Segreteria e contrattualistica
Responsabile Lilia Lorenzi
Amministrazione e contabilità Cinzia Benedetti
Segreteria amministrazione Valentina Battelli
Segreteria di direzione Michela Vitali, Elisa Vanoli*
Servizi tecnici
Responsabile Roberto Mazzavillani
Capo macchinisti Enrico Ricchi
Macchinisti Enrico Berini*, Matteo Gambi,
Massimo Lai, Francesco Orefice, Marco Stabellini
Capo elettricisti Luca Ruiba
Elettricisti Christian Cantagalli, Uria Comandini,
Marco Rabiti
Servizi generali e sicurezza Marco De Matteis
Portineria Giuseppe Benedetti, Giusi Padovano*,
Samantha Sassi*
* Collaboratori a tempo determinato
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