Artigianato tradizionale Rame Aziende che hanno aderito al protocollo Artigianato Artistico di Tironi Vincenzo Conotter S.n.c. di Conotter Paolo e Rolando Creartistic di Valenti Agostino e C. S.n.c. Degasperi Arrigo Franch Ervino e C. S.n.c. Manzoni Franco Navarini S.a.s. di Navarini Pierino, Fiorenzo e Stefano Serafini Pasquino e C. S.n.c. Valenti Savino e C. S.n.c. Oltre ad essere il primo materiale metallico che l’uomo ha imparato a lavorare e ad usare, il rame è diventato, con ricchezza di esperienze, la materia prima cui le comunità rurali-montane del Trentino hanno attinto per le proprie necessità quotidiane, in un sapiente equilibrio di esigenze funzionali e senso estetico. Gli oggetti proposti dalle aziende artigiane, che hanno sottoscritto il disciplinare delle lavorazioni tradizionali del rame, sono la più significativa espressione delle straordinarie capacità tecniche ed artistiche dei Maestri Ramai trentini che fanno rivivere secoli di storia, esperienze e tradizioni. Mantenere questi valori e le tecniche di lavorazione tradizionali ad essi associate, individuare i prodotti più strettamente legati alla cultura trentina e riproporli ad un mercato sempre più attento agli aspetti storici ed identitari che caratterizzano i prodotti di un territorio, sono gli obiettivi che la Provincia autonoma di Trento, la Camera di Commercio I.A.A., l’Associazione Artigiani e Piccole Imprese della provincia di Trento ed il Museo degli Usi e dei Costumi della Gente Trentina si sono posti mediante un progetto di valorizzazione e promozione dell’artigianato tradizionale trentino. Artigianato Rame tradizionale Le aziende Artigianato Artistico di Tironi Vincenzo Risalire al momento in cui la famiglia Tironi ha iniziato a modellare il rame risulta quasi difficile allo stesso Vincenzo. La documentazione disponibile risale al 1846, mentre la tradizione popolare dice di andare ben oltre. Il primo antenato, chiamato «il Magnano», viene introdotto alla tradizione del rame operando nell’ambito delle officine al servizio della famiglia Sforza e di altre casate nobili del Milanese, dove si provvedeva alla manutenzione, alla stagnatura ed alla produzione di pentole che venivano utilizzate dagli chef di allora. Le due guerre che coinvolsero l’Europa causarono notevoli difficoltà all’azienda Tironi, che si vide requisita la materia prima per evidenti esigenze belliche. Sopravvissero la passione e la maestria che oggi si riscontrano nella produzione della bottega artigiana di Vincenzo Tironi che nel tempo ha tuttavia saputo adeguarsi alle più diverse evoluzioni del mercato, dalla produzione di manufatti d’uso quotidiano, alla creazione d’oggetti d’arte. Il rame nella bottega Tironi è protagonista di una costante ricerca estetica e funzionale, strumento malleabile per la creazione di oggetti dal colore caldo che si rivela quando ancora è in lastra o sotto l’effetto del punteruolo che segna gli sviluppi della forma. Le lavorazioni allo sbalzo o al cesello sono la più significativa espressione delle straordinarie capacità tecniche ed artistiche dell’Artigiano che ci fanno rivivere secoli di storia, esperienze e tradizioni della terra trentina. 38034 Cembra (TN) via 4 novembre, 28/b cell. 338.5962530 [email protected] www.tironirame.com Conotter S.n.c. di Conotter Paolo e Rolando Silvio Conotter, nonno di Paolo e Rolando, inizia a lavorare agli inizi del secolo scorso a Trento, nella zona della «Vela», ove fonderie e laboratori artigiani allora sfruttavano, imbrigliandola, l’acqua dell’omonimo torrente alle porte della città trentina per far funzionare i magli ed i ventilatori per i crogiuoli. Si mise in proprio attorno al 1910 ed il suo laboratorio, nonostante le vicende belliche ed i vari trasferimenti di sede, mantenne saldi l’attaccamento al proprio lavoro e la passione per il rame ed il legame con il proprio territorio. Allora si fabbricavano oggetti in rame come i «paroi» (paioli), le «bazine» (teglie) per cuocere la polenta, gli arrosti ed i dolci. Con i «crazidei» si attingeva l’acqua alle fonti. Dalla bottega artigiana dei fratelli Conotter sono usciti per decenni non solo oggetti d’uso quotidiano, usati dalle famiglie trentine, ma anche nuovi professionisti che hanno mantenuto sul territorio trentino la tradizione della lavorazione del rame. Paolo e Rolando continuano a lavorare il rame con le stesse tecniche di una volta, affiancando all’abilità manuale il contributo delle macchine tradizionali come i torni ed i piccoli magli. Tuttavia l’apporto manuale per sbalzare, tamburare, cesellare le parti dell’oggetto continua ad avere il suo spazio insostituibile nella produzione dei fratelli Conotter. 38121 Gardolo (TN) via delle Crosare, 24 tel. e fax 0461.993944 Creartistic di Valenti Agostino e C. S.n.c. Nel 1988 Valenti Agostino fonda la Creartistic, dopo aver appreso i segreti del mestiere e le tecniche di lavorazione del rame presso uno dei tanti maestri che in Trentino hanno contribuito a mantenere salde le tradizioni su questo duttile materiale. L’arte di lavorare il rame, antica più di 500 anni, già durante il Rinascimento veniva applicata alla produzione di pentole. In molti paesi o borghi del Trentino, anche i più piccoli, abili artigiani, sotto i colpi del martello, riuscivano magistralmente a trasformare un pezzo di rame in un pregiato recipiente da usare nella vita domestica. Oggi in Creartistic collabora tutta la famiglia Valenti con la collaborazione di esperte maestranze, portando avanti quest’antica arte. Essa produce principalmente oggetti e pentole per la cucina in rame stagnato, quelle che fino a pochi decenni fa ornavano le cucine trentine e che al giorno d’oggi vengono impiegate nei ristoranti dei grandi chef. Adatti sia alle esigenze dei cuochi professionisti o dei semplici appassionati di cucina tradizionale, all’interno dell’offerta di Creartistic, paioli, casseruole, teglie, tegami o formine sono la dimostrazione più evidente di un artigianato profondamente legato alla cultura rurale, seguita e mantenuta con passione e dedizione dalla famiglia Valenti. Evolvendosi negli anni da laboratorio artigianale a moderna impresa, la Creartistic ha cercato di conservare l’attenzione alla qualità e ai dettagli e di equilibrare, nel modo migliore, tradizione e tecnologia al fine di ottenere un prodotto valido sia sotto il profilo estetico che funzionale. 38087 Roncone (TN) via Nazionale, 24 tel. e fax 0465.901038 [email protected] www.creartistic.it Degasperi Arrigo La bottega artigiana di Arrigo Degasperi si fonda su una lunga esperienza professionale di almeno quarant’anni, iniziata presso altre importanti botteghe artigiane per passare successivamente all’avvio in proprio di un’azienda in Trento, nell’alveo di una tradizione familiare in un contesto dalle antiche, ma ancora vive, tradizioni nella lavorazione del rame e dell’ottone. In un sapiente equilibrio tra la maestria delle lavorazioni manuali e l’utile apporto delle tecnologie, Arrigo Degasperi ha maturato nel settore un’esperienza unica nella realizzazione di una vasta gamma di prodotti di vari metalli. Rimanendo nell’alveo delle produzioni legate al rame, dalla bottega artigiana possono provenire sia oggetti d’uso quotidiano, come paioli, pentole, oliere, ecc., ottenuti magistralmente dalle lavorazioni manuali dell’artigianato tradizionale, quali la forgiatura, la martellatura e la cesellatura dei particolari più ricercati, sia complementi per l’arredamento della casa, creati mediante l’impiego dei più avanzati macchinari che la tecnologia mette a disposizione. Nascono quindi manufatti che, in un sapiente equilibrio tra innovazione e tradizione, si abbinano ad arredamenti sia moderni che rustici, quali elementi estetici per rievocare atmosfere del passato o per valorizzare gli spazi abitativi moderni. 38123 Trento via Fersina, 6/1 tel. 0461.910637 fax 0461.910063 [email protected] www.arrigodegasperi.it Franch Ervino e C. S.n.c. Fondata nel 1910 e gestita sempre a conduzione familiare, la bottega artigiana Franch ha mantenuto inalterata nel tempo la tradizione trentina della lavorazione dei metalli. Non solo del rame, quindi, ma anche del ferro e dell’ottone, con cui Gianpietro Franch crea una ampia gamma di prodotti artigianali, sia su disegno del cliente sia di ispirazione ai modelli appartenenti alla cultura materiale del territorio trentino. Gli articoli in rame che oggi sono proposti dalla sua bottega nascono dalle mani esperte di artigiani di terza e quarta generazione. Creatività e tradizione sono le linee conduttrici dell’esperienza professionale dell’azienda che affianca, agli oggetti d’uso quotidiano, complementi d’arredo con funzioni decorative come specchi, orologi, vasi, portavasi, lampade, in cui la ricerca dell’estetica si sposa con la maestria dell’artigiano e con l’attenzione alla qualità e alla cura dei particolari. 38020 Cloz (TN) via S. Maria, 72 tel. e fax 0463.874542 [email protected] www.franchervino.com Manzoni Franco La bottega artigiana Manzoni conserva ancora parte delle attrezzature con le quali, partendo da un lingotto di rame a forma di calotta, si ricavavano i paioli tradizionalmente usati nelle cucine contadine. Ampia documentazione storico-etnografica è rimasta dagli studiosi della cultura del rame alpina, realizzata fino agli anni Sessanta proprio nella storica fonderia di Vezzano della Famiglia Manzoni. Testimone unica di una tecnica consolidatasi nei millenni e tramontata solo di recente, la bottega artigiana Manzoni produce oggi manufatti in rame modellando il materiale secondo le odierne necessità e le tradizionali forme. Nei prodotti di Franco Manzoni, come in tutti i prodotti dell’artigianato trentino del rame, questo equilibrato connubio di tradizione, innovazione ed esigenze funzionali trova piena corrispondenza nelle esigenze del cliente attento alla qualità ed alla distintività dei prodotti. 38070 Vezzano (TN) località alla Fonda, 5 tel. e fax 0461.864045 Navarini S.a.s. di Navarini Pierino Fiorenzo e Stefano Navarini S.a.s. è uno straordinario viaggio nell’arte del rame, tra storia, cultura ed innovazione, dove tradizione e modernità hanno suggellato un tacito patto di rispetto, diventando l’equilibrio stesso di una filosofia produttiva votata alla qualità del prodotto. Il segreto? È racchiuso nell’anima e nell’identità di questa singolare realtà «Museo - Bottega Navarini», fondata cinquant’anni fa da Pierino Navarini, oggi curiosa «impresa familiare» intensamente condivisa dai figli e dalle nuore. Il rumore dei martelli, il lavoro produttivo rompono la quiete di una realtà museale unica nel suo genere. Straordinaria la ricchezza e l’eterogeneità dei manufatti proposti che fanno di questa straordinaria collezione privata uno dei più interessanti luoghi della cultura del rame al mondo. Il rame, nella bottega Navarini, è «padrone» di casa, da una parte quale testimone silenzioso di secoli di storia, dall’altra quale materia prima di una produzione artigianale tesa tra tradizione e di innovazione del prodotto. Le pentole da cucina, i complementi d’arredo per la tavola, oggetti legati al vino sono oggi il fiore all’occhiello di tutta la produzione Navarini: manufatti che nascono da uno studio attento e minuzioso delle fattezze dell’oggetto e per i quali sono fondamentali il design e la praticità della forma. L’estetica sposa poi la maestria dell’artigiano attento alla qualità e alla cura dei particolari. Ogni articolo, dal più semplice al più raffinato, è frutto di puntuale ricerca ed incorpora secoli di storia, di civiltà applicati alla creatività artigiana. Complicità magica e seducente. Il potere rievocativo del rame, il fascino dei suoi riflessi sposano le sue caratteristiche fisiche a creare oggetti di incredibile suggestione. Veri e propri gioielli dell’artigianato tradizionale trentino. 38123 Ravina di Trento via Val Gola, 22 tel. 0461.923330 fax 0461.932309 [email protected] www.navarinirame.com Serafini Pasquino e C. S.n.c. L’avventura nell’artigianato del rame per Serafini Pasquino inizia più di 35 anni fa. A 14 anni, dopo aver concluso la scuola media, inizia a lavorare come apprendista nella bottega artigiana degli zii; diventa della stessa dipendente, poi socio ed infine si mette in proprio. La vocazione per la lavorazione del rame Pasquino la esprime quando, ancora più giovane, frequentava la bottega in cui successivamente avrebbe lavorato e apprezzava il modo con cui venivano ad arte plasmati gli oggetti che ancora oggi, con passione, lui ripropone. Per apprendere le tecniche di lavorazione del rame bisogna iniziare a lavorare presto e con dedizione, sostiene Pasquino. Per apprendere la tecnica della tornitura a mano, a 20 anni frequenta anche altre botteghe artigiane, apprendendo le tecniche per produrre nuovi oggetti e perfezionandosi nella loro produzione. Testimone di un’arte artigiana che in Trentino era fortemente radicata nel territorio, Pasquino adatta la sua offerta di prodotti, tutti comunque fatti a mano e con macchinari tradizionali secondo il disciplinare dell’artigianato tradizionale trentino, alle nuove esigenze del mercato. La sua specializzazione sono le caffettiere, le cioccolattiere, le oliere, gli sboccavino, i contenitori per le spezie, lo zucchero ed il caffè; a questi si aggiungono i piccoli alambicchi per distillare le erbe, gli accessori per la cucina, pentole e coperchi. 38123 Ravina (TN) via Centrale, 32/c cell. 328.0111677 [email protected] Valenti Savino e C. S.n.c. Nel 1966, dopo aver frequentato la scuola professionale di Tione, Savino Valenti inizia ad apprendere l’arte della lavorazione del rame presso la Bottega di Egidio Gottardi a Tione. Nel 1970 inizia la storia dell’azienda quando assieme al fratello Agostino decidono di aprire una piccola bottega di proprietà nel loro paese. All’inizio il lavoro si basava più sull’aggiustare utensili rotti o cesellare piccoli articoli di proprietà dei clienti. Ben presto si cominciano a creare articoli nuovi come portaombrelli, pentole, vasi ed altri oggetti. In Trentino la lavorazione del rame non rappresentava solo un settore economico importante, ma anche una vera e propria rete di collaborazioni professionali e commerciali, come quella che lega ancora oggi la bottega di Savino Valenti con quella di Pierino Navarini. Nel 1987 i due fratelli dividono l’azienda e nel 1996 inizia a lavorare il figlio Fabio, che ha dato un forte aiuto anche nel rinnovamento aziendale e che consentirà in futuro di mantenere l’attività artigianale ancora nella tradizione familiare. Attenzione alla qualità del prodotto e stretto legame alle tecniche manuali dell’arte di modellare il rame: sono queste le parole chiave che hanno costantemente ispirato Savino Valenti ed il figlio Fabio nella creazione degli oggetti in rame. Negli anni è cambiata solo la tipologia degli articoli richiesti, ma non la passione e la professionalità con cui la famiglia Valenti crea attrezzature da cucina, pentolame, paioli e quant’altro possa tradizionalmente appartenere all’oggettistica in rame. 38081 Bondo (TN) via Cer, 121 tel. e fax 0465.901791 [email protected] Disciplinare di produzione per il settore artigianale delle lavorazioni tradizionali del rame Art. 1 - Ambiti di applicazione Il presente disciplinare di produzione riguarda i prodotti realizzati nei diversi ambiti del settore delle lavorazioni artigianali del rame, che presentano caratteristiche di tradizionalità, tipicità e legame con il territorio trentino. È rappresentativo dell’artigianato tradizionale trentino il manufatto realizzato ai sensi del presente disciplinare e che, riconosciuti anche gli aspetti di innovazione e creatività, rispetti e riproponga tecniche e modalità che si sono consolidate nel tempo. In questo ambito, tali prodotti sono espressione delle forme di artigianato tradizionale quando, per la realizzazione degli stessi in numero limitato di esemplari, vengano riproposte tradizioni tecniche e formali consolidatesi nel tempo nel particolare contesto storico e culturale del Trentino. Nella produzione e nella lavorazione vanno mantenute le caratteristiche di qualità sotto il profilo estetico, ideativo-progettuale e tecnicoesecutivo, che esprimono la professionalità di chi li ha eseguiti. Potrà dirsi inoltre tipica la realizzazione di un manufatto, in esemplare unico o in numero limitato di esemplari, che contenga uno o più caratteri peculiari, sotto il profilo tecnico e formale divenuti con il tempo comuni ai prodotti della stessa categoria, realizzati nella medesima zona geografica, in modo tale che gli stessi, grazie a queste loro caratteristiche proprie ed evidenti, siano immediatamente riconoscibili e la loro origine territoriale sia precisamente identificabile. I termini «manufatto» e «prodotto» vengono utilizzati in questo disciplinare come sinonimi. Sono esclusi dall’applicazione del presente Disciplinare: – i manufatti in rame dell’artigianato artistico, realizzati in esemplare unico o in numero limitato di esemplari, il cui utilizzo è dettato da una esigenza estetica; – i manufatti in rame dell’artigianato innovativo che introducano in modo più o meno profondo modificazioni nella scelta e nell’impiego dei materiali che li costituiscono, nelle loro peculiarità estetiche e funzionali e/o nei criteri e/o nei sistemi impiegati per realizzarli, e che rappresentino, di per se stesse, elementi di novità rispetto al passato. Art. 2 - Zona di produzione La zona di produzione dei prodotti considerati nel presente disciplinare è esclusivamente la provincia di Trento. Art. 3 - Requisiti soggettivi del produttore Le aziende, per ottenere i riconoscimenti di cui al seguente art. 9, devono essere regolarmente iscritte all’Albo Artigiani ai sensi della L.P. 1 agosto 2002, n. 11, da almeno tre anni. Tale limite non si applica nel caso in cui il richiedente è Maestro artigiano, come previsto all’art. 13 della L.P. n. 11/2002. Se il realizzatore dei prodotti non è il Titolare dell’azienda o un Maestro artigiano, lo stesso deve documentare l’attività presso aziende artigiane con sede in provincia di Trento da almeno tre anni. Art. 4 - Requisiti oggettivi del prodotto Il prodotto deve essere realizzato: a) prevalentemente con tecniche manuali; b) anche attraverso l’uso di semilavorati, di altri metalli, purché gli stessi svolgano in tale contesto una funzione accessoria; c) in pezzi unici e/o in serie limitata, purché permangano, in questo ultimo caso, le stesse caratteristiche di manualità e di professionalità che contraddistinguono il pezzo unico. L’esecuzione può prevedere l’utilizzo di apparecchiature/macchinari purché i processi di lavorazione non siano interamente di serie o automatizzati. Art. 5 - Requisiti stilistici del prodotto Il prodotto di artigianato tradizionale deve essere realizzato con tecniche e strumenti che rispettino fedelmente i modelli, le forme, gli stili e le decorazioni riscontrabili: d) nelle pubblicazioni scientifico-culturali selezionate in bibliografia dalla Commissione di cui all’art. 10; e) dai vademecum – se disponibili – sulle caratteristiche di tradizionalità e tipicità di prodotto, curati dalla Commissione di cui all’art. 10; f) negli archetipi conservati nelle raccolte pubbliche e private e/o reperibili presso le fonti documentarie presso la Soprintendenza ai beni storico-artistici e le Istituzioni museali o storiche. Qualsiasi altra forma di documentazione originale rispetto agli stili utilizzati per la realizzazione dei manufatti verrà sottoposta dall’azienda alla valutazione della predetta Commissione e considerata eventualmente come prova di certificazione di originalità, tradizionalità e tipicità. Art. 6 - Requisiti delle fasi produttive Le fasi produttive - eseguite all’interno dell’azienda - devono assicurare che il prodotto finito mantenga inalterate tutte le caratteristiche peculiari delle tipologie merceologiche indicate all’art. 8. Le fasi di lavorazione di tipo accessorio e complementare di cui alla lettera d) all’art. 8 o quant’altro necessario potranno essere commissionate ad artigiani della provincia di Trento che si impegnino a loro volta ad eseguire le lavorazioni necessarie secondo il presente disciplinare. Al fine di favorire le fasi di verifica da parte della Commissione di cui all’art. 10, l’Azienda si impegna a mantenere idonea documentazione fotografica sulle fasi salienti di produzione del manufatto (del primo pezzo, nel caso di limitata serialità). Si specifica, inoltre, che: a) non è assolutamente consentito: – rifinire o completare beni acquistati come semilavorati presso aziende al di fuori della provincia di Trento; – utilizzare complementi metallici e ferramenta realizzati con criteri industriali; al contrario è consentito l’uso di ferramenta di qualità, realizzata a mano, nel rispetto delle metodologie tradizionali; – l’uso di accessori in materiali diversi dalla tradizione; b) la componente del lavoro manuale di qualità, all’interno del ciclo di lavorazione di un manufatto, deve essere preponderante e non accessoria all’uso di macchinari; c) la serialità è ammessa solo per modeste quantità di tipo non industriale. Art. 7 - Requisiti delle tecniche produttive Per la realizzazione di manufatti dell’artigianato tradizionale del rame è previsto l’utilizzo di materia prima sia in lingotto, che in lastre. Le lavorazioni tradizionali per la produzione di manufatti in rame dalla lettera a) per lingotti di rame e dalla lettera c) per lastre di rame di vari spessore e crudezza - sono le seguenti: a) Lavorazioni preliminari sono realizzate con l’ausilio del forno fusorio e della forgia, che possono essere utilizzati anche per la fusione e la lavorazione di altri metalli (principalmente ferro, ottone) per accessori o componenti del prodotto in rame. b) Battitura a maglio: la sequenza tradizionale prevede, partendo dal lingotto, cicli di battiture e di cotture il cui esito erano la produzione del «cappellaccio» (per i paioli) o di altre forme grezze. a) Taglio: per tagliare la lastra di rame è previsto il taglio a disco, a cesoie o a forbice, escludendo l’uso dello stampo da taglio. b) Saldatura: la saldatura manuale delle lastre in rame avviene normalmente a fiamma ossiacetilenica con il sistema «rame con rame»; la parte del manufatto saldata viene successivamente battuta a mano e ricotta per eliminare le tracce visibili della giunzione delle parti metalliche; è naturalmente prevista la giunzione di parti metalliche con l’uso di ribattini in rame, secondo i metodi tradizionali usati anche per la riparazione dei manufatti stessi; si può, inoltre, procedere tradizionalmente per «aggraffatura», agganciando due superfici di rame con continue piegature e battiture, ovvero per saldatura su forgia con ottone e borace, con successiva martellatura fino a assottigliare la giunzione allo spessore della lastra; per gli oggetti non sottoposti durante l’uso alla fiamma o a fonti di calore, è possibile la saldatura a stagno con successiva rimozione dei residui di lavorazione. c) Sbozzatura parziale: con materiale di spessore elevato per la lavorazione del prodotto è necessario l’ausilio di una piccola pressa che prepara il materiale alla successiva lavorazione manuale, dandone una preliminare forma concava. d) Imbutitura: deformazione a freddo della lastra per ottenere una forma cava, partendo da uno stampo di metallo o legno e martellando ripetutamente la lastra fino a quando non assume la forma desiderata; è escluso l’uso di presse a controllo numerico. e) Lavorazione al tornio: la deformazione della lastra in rame di spessore elevato può avvenire anche tramite tornio manuale o semiautomatico; l’apporto dell’utensile in questo caso è indispensabile per attribuire con la forza necessaria alla lastra metallica la forma concava; l’apporto manuale dell’artigiano resta comunque importante per attribuire all’oggetto l’aspetto desiderato. f) Cilindratura: tecnica utilizzata per deformare la lastra di rame fino a farle assumere la dimensione o la forma desiderata, dando forma cilindrica o conica al materiale; per tale lavorazione è previsto un semplice macchinario con rulli in acciaio che esercitano pressione sul materiale; anche in questo caso l’apporto manuale dell’artigiano resta fondamentale per attribuire all’oggetto la forma desiderata. g) Battitura a mano: il rame viene lavorato a freddo su incudine, con martellature e ricotture, per piegare e modellare l’oggetto, secondo il principio fisico per il quale codesto materiale, incrudito con tale lavorazione, diventa più sottile, più resistente ed adatto alla cottura dei cibi; il materiale può essere riffolato per ispessirlo, quando necessario; la martellatura ha anche motivazioni estetiche oltre che funzionali, donando al manufatto un aspetto più caratteristico; per la battitura a mano possono essere utilizzati un piccolo maglio o una martellatrice, con esclusione di macchinario automatico. h) Cesellatura: è una fase di lavorazione della lamiera di rame, ancora oggi fatta con tecniche che danno pregio e valore al pezzo in lavorazione. Sono tre i sistemi di cesellatura: a incisione, a semisbalzo e a sbalzo. In tutti il cesellatore procede nel seguente modo: prende un pezzo di lamiera di rame, fa un disegno e con un punzone (piatto o a biglia piccolo) traccia un’incisione, utilizzando una base di ferro come supporto. La differenza tra i tre sistemi consiste essenzialmente nella diversa profondità della cesellatura. Nel primo caso il cesellatore incide in modo leggero il tracciato, mentre negli altri due casi ne marca i punti più importanti per poi procedere allo sbalzo, raggiungendo da 1 a 5 centimetri di profondità, lavorando l’oggetto al negativo. La tecnica di sbalzo vera e propria prevede le seguenti fasi di lavorazione: anzitutto si imbutisce a proprio piacimento la figura con la mazzuola di legno, poggiandosi su una base in piombo, sino a ottenere la profondità voluta e procedendo più volte a ricottura. In una cassetta di legno grande quanto l’oggetto si cola della pece greca e vi si applica il pezzo di rame. Si procede a rifinire lo sbalzo o lo semisbalzo con dei punzoni di ferro non taglienti. Si toglie dalla pece, si ricuoce e si immerge in un bagno di decapaggio, quindi lo si asciuga. Si riempie la parte sbalzata con della pece greca molto dura, si staffa il tutto su un pezzo di legno con delle strettoie, quindi si lascia raffreddare e con dei punzoni si decora la figura a piacere del cesellatore. Con un cannello del gas si scalda fino a far staccare la pece dal rame, lo si immerge in un bagno di decapaggio, si pulisce con paglietta di ferro e detersivo e lo si asciuga. Sulla base di ferro si tira l’oggetto in piano per gli ultimi ritocchi. Le ultime fasi della lavorazione prevedono eventualmente l’immersione in un bagno di brunitura per donare al lavoro la tinta voluta e la lucidatura con paglietta asciutta e lucido particolare. È esclusa la cesellatura con stampo meccanico. i) Rifiniture: se previsto per l’oggetto si procede alla realizzazione degli orli utilizzando tondini in ferro o in ottone, precedentemente lavorati a mano, su cui ripiegare il rame con operazione di battitura a mano con mazzuolo in legno, tenaglie e martello; se l’orlatura non è prevista o non è possibile si procede alla rifilatura del bordo. j) Stagnatura: dopo aver adeguatamente pulito il prodotto con acido (muriatico cotto), l’operazione detta a «fuoco vivo» consiste nello scaldarlo su una fiamma, sciogliendo al suo interno stagno vergine a barre, puro al 100%, conforme alle norme vigenti. È esclusa la stagnatura a pennello. Utilizzando una matassa di rafia, di cotone o una paglietta di acciaio, lo stagno allo stato liquido viene fatto aderire uniformemente su tutta la superficie interna, fino a rendere rame e stagno un tutt’uno. Il manufatto ancora caldo viene immerso in acqua fredda per il processo di fissatura che avviene per shock termico. Alla fine dell’operazione può essere utilizzata la pulitrice con stracci e pasta abrasiva. La stagnatura non è prevista per alcuni oggetti quali i paioli da polenta, le attrezzature da distillazione e per alcune pentole per la cottura di specifici cibi (es.: cioccolato, marmellate). La stagnatura, ai sensi delle norme igienico-sanitarie vigenti, è obbligatoria per i manufatti destinati alla cottura di cibi con grassi alimentari. Se successivamente alla stagnatura sono previste prove di cessione sui materiali trattati, è necessario mantenere il rapporto di prova. k) Altri trattamenti superficiali: sono ammesse argentatura, doratura, imbrunitura, fiammatura e lucidatura. l) Applicazione di manici, ganci, anelli e piedini in rame, ferro o ottone: si effettua mediante operazioni di giunzione normale con ribattini o chiodi pieni in rame («broche»); per tradizione tali accessori erano realizzati con metalli forgiati a mano oppure con lamierini di rame ripiegati, appiattiti e forati fino a formare l’aggancio per manici. La tecnologia deve essere di supporto alle lavorazioni proprie dell’artigianato tradizionale per evitare che alcuni procedimenti assumano i caratteri della inutile ripetitività e comportino perciò un’eccessiva durata delle stesse. È quindi consentito l’utilizzo di utensili, di strumenti e di attrezzature che riducano questi inconvenienti, fatto salvo quanto sopra specificato ovvero quanto precisato riguardo alla «serialità» dall’art. 6 del presente Disciplinare di Produzione. Art. 8 - Definizione delle tipologie di prodotti in rame Dalla più ampia definizione di settore, indicata all’art. 2, vengono identificati al suo interno le seguenti tipologie di oggetti o di attività: a) accessori da cucina: 1. secchio per acqua («crazidèl», «sedèl», «sécio de ram»); 2. attingitoio («caza»); 3. mestolo o ramaiolo («cazòt»); 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19. 20. 21. brocca o caraffa; boccale; bicchiere; bacile; rinfrescatoio; paiolo («paról»); pentole: pentola di rame con fondo concavo («ramina»), marmitta («marmita», «cèla», «pugnata»), casseruola («padèla», «fasaról»); coperchi; padella con pareti basse e manico lungo («padèla»); teglia («bazina», «padèla dala tórta»); leccarda («lecarda»); tostaorzo, tostino («brustolìn», «brusìn»); colino; cuccuma («cógoma»); bollitore; cioccolatiera; forme e formine da dolci; vasca per acqua da cucina economica. b) oggetti per l’arredamento o per l’uso quotidiano: 1. centrotavola; 2. alzata; 3. scaldaletto; 4. scaldino; 5. vaso; 6. portavaso, cache-pot; 7. fioriera; 8. anfora; 9. cappa da cucina in rame. c) attrezzature professionali: 1. alambicco per la distillazione; 2. strumenti per la viticoltura, la vinificazione e l’enologia in generale: I. irroratrice; II. imbottavino, pevera («lóra»); III. imbuto («lorèl», «empiria»); IV. serbatoio; V. situla; VI. secchio porta ghiaccio; 3. strumenti per la caseificazione: I. secchio; II. bacinella di affioramento per latte («spòrta»); III. bacinella di affioramento per latte («cónca»); IV. bidoncino per il trasporto di latte; V. spannarola; VI. caldaia («caldéra»); VII.misure da latte. d) edilizia: 1. lattonerie tradizionali; 2. segnavento. e) finitura dei prodotti in rame: 1. cesellatura; 2. con esecuzione di particolari finiture superficiali (es.: stagnatura, imbrunitura, doratura, argentatura, lucidatura). Il presente elenco non è esaustivo. La Commissione sui prodotti tradizionali trentini si riserva di individuare altre tipologie di oggetti appartenenti alla tradizione trentina. Art. 9 - Riconoscimento delle caratteristiche di tradizionalità I prodotti realizzati secondo il presente disciplinare sono riconosciuti come appartenenti alla cultura ed alla tradizione locale. Ciò potrà avvenire tramite: a) il rilascio da parte dell’Azienda di una specifica dichiarazione di conformità; b) l’apposizione sul prodotto e sulla documentazione commerciale dell’azienda del marchio «artigianato tradizionale trentino» attestante l’originalità del prodotto. Sia la dichiarazione di conformità, che il marchio artigianato tradizionale trentino sono approvati dalla Commissione di cui all’art. 10 e rilasciati in uso alle aziende che sottoscrivono il presente disciplinare. L’uso, la pubblicazione e la comunicazione del riconoscimento può avvenire a cura dell’Azienda: a) nelle esposizioni o nei negozi aziendali; b) in ogni iniziativa commerciale o pubblicitaria legata al prodotto specifico, escludendo quindi qualsiasi possibilità di estendere detto riconoscimento alle altre tipologie di manufatti prodotti dall’Azienda; c) negli esercizi commerciali con gli stessi limiti di cui alla lettera precedente; d) negli stand presso fiere ed esposizioni di carattere sia commerciale che istituzionale. Art. 10 - Commissione sui prodotti tradizionali trentini La «Commissione sui prodotti tradizionali trentini», di cui fa parte almeno un Maestro artigiano o, in assenza della figura, di un artigiano operante attivamente nei comparti definiti all’art. 8, svolge le seguenti funzioni: a) verifica dei requisiti soggettivi (art. 3), oggettivi (art. 4), stilistici (art. 5) e tecnici (art. 6) del presente disciplinare, prima che il prodotto sia messo in commercio; b) esame dei prodotti per i quali è stato rilasciata specifica dichiarazione di conformità e\o apposto il marchio artigianato tradizionale trentino di cui all’art. 9; c) in caso di comprovata incongruenza tra il prodotto messo in commercio e le indicazioni previste dal presente disciplinare, la facoltà di revocare l’utilizzo del marchio e della possibilità di rilascio della dichiarazione di conformità; d) approvazione e divulgazione dei vademecum per la realizzazione dei prodotti tradizionali trentini, per ogni singola categoria di prodotto; e) approvazione degli elenchi delle pubblicazioni culturali, storiche e scientifiche da cui trarre spunto per la realizzazione stilistica e formale dei prodotti; f) rilascio alle aziende della liberatoria per l’utilizzo della dichiarazione di conformità e del marchio artigianato tradizionale trentino; g) predisposizione di progetti per la creazione di percorsi culturali per le aziende artigiane che sottoscrivono il presente disciplinare. Le Aziende che sottoscrivono il presente disciplinare accettano di sottoporsi alle verifiche ed all’esame delle lettere a) e b) del presente disciplinare. La Commissione provvede alle revoche di cui alla lettera c) dopo aver esperito un tentativo bonario di composizione delle esigenze esposte dall’Azienda. Art. 11 - Formazione L’impresa deve saper riconoscere e collocare criticamente la propria attività nel rispetto dei percorsi culturali che hanno prodotto le esperienze storiche dell’artigianato tradizionale. Devono essere considerati quali caratteristiche peculiari dell’impresa che opera nel settore: a) il richiamo alla tradizione, inteso come capacità acquisita di una cultura specifica, non solo materiale, appartenente ad un ambito operativo; b) l’aggiornamento professionale, ovvero la disponibilità a recepire stimoli e sollecitazioni provenienti dalle istituzioni preposte o che svolgono attività di tutela, ricerca e valorizzazione del patrimonio culturale; c) il legame con le nuove generazioni, vale a dire la disponibilità ad offrire reali opportunità di formazione e apprendimento. In quest’ottica il titolare o i realizzatori del prodotto all’interno dell’azienda si impegnano a seguire corsi di aggiornamento professionale o culturale, se previsti dal piano progettuale della «Commissione sui prodotti tradizionali trentini» o da altri enti di formazione del comparto. © Camera di Commercio i.a.a. di Trento, 2010 Fotografie e fotoritratti di Romano Magrone, Trento Stampa Effe e Erre, Trento 2010 PER ULTERIORI INFORMAZIONI: CAMERA DI COMMERCIO I.A.A. DI TRENTO – UFFICIO PRODOTTI VIA SS. TRINITÀ 24 – TRENTO – TEL. 0461.887101 WWW.TN.CAMCOM.IT – WWW.PALAZZOROCCABRUNA.IT