rubrica “Backstage” La Verifica di Messa a Terra: questa sconosciuta “Buongiorno Signora, sono qui per la verifica periodica dell’impianto di terra presso il suo stabile. Sono l’ingegnere del CNIM, l’Organismo notificato dal Ministero, a cui avete affidato l’incarico. Per iniziare, avrei bisogno della documentazione di impianto: la dichiarazione di conformità, ricorda la Legge 46/90? Ah, non la trova? Ma ricorda quando è stato fatto l’impianto? L’impresa che ha fatto i lavori non le ha rilasciato alcun documento?”. Alle mie domande, l’amministratrice del condominio non sa cosa rispondere. Mi viene spiegato che l’impresa che ha eseguito i lavori in realtà è l’inquilino del terzo piano, operaio di una ditta di impianti elettrici, e che, quindi, operando per conto proprio non ha potuto emettere alcuna dichiarazione di conformità. “Vede Signora, la dichiarazione di conformità dell’impianto è come il libretto di circolazione della macchina: se i Carabinieri la fermano ad un posto di blocco, cosa risponde se il libretto non ce l’ha?”. In ogni caso propongo di eseguire le prove strumentali per verificare quantomeno l’efficienza dell’impianto. Molto facilmente inserisco il multimetro digitale - uno strumento di misura - alla presa elettrica che è presente nella guardiola del portiere. Il responso è allar- m m Maintenance and Facility Management di Federico Guarnacci mante: sul display si legge: “valore resistenza di terra non misurabile”. L’amministratrice che guarda con attenzione quello che sto facendo, intuisce la mia preoccupazione. Non mi perdo d’animo e penso che il problema riguarda solo quella presa… Lungo i piani sono presenti altre prese elettriche che le signore dell’impresa di pulizie utilizzano per far funzionare lucidatrice e aspirapolvere. Il responso della prova strumentale, su ogni punto di misura, è sempre lo stesso. Il problema diventa complesso: decido di aprire il quadro elettrico per cercare di capire a monte dell’impianto cosa possa celarsi. La situazione che mi trovo davanti non è rassicurante: l’impianto, pur nella sua “semplicità”, presenta un groviglio di cavi cablati e non; mentre il cavo giallo-verde di terra “proviene da qualche parte e va da qualche parte”. 27 rubrica “Backstage” Sono già consapevole della risposta, ma decido comunque di chiedere all’amministratrice se esiste un progetto elettrico o una relazione tecnica descrittiva dell’impianto o almeno anche una banale planimetria che mi aiuti a capire l’andamento della linea elettrica. La risposta è, come immaginavo, negativa. La mia curiosità personale e professionale mi spinge ad indagare. Del resto, dal mio esame a vista quel cavo gialloverde c’è, è presente, “viene da qualche parte e va da qualche parte”. “Signora, per caso sa dove è il pozzetto di terra?” “No guardi Ingegnere, non so proprio di cosa stia parlando”… Mi convinco dell’importanza del progetto elettrico, che è essenziale per non dover andare alla cieca. Esco nel giardino; vedo a terra tanti pozzetti: quale sarà quello che ci interessa? Provo ad aprirne (a fatica) qualcuno, un po’ a intuito, ma niente. Nel cortile ci sono tanti pozzetti, ma nessuno presenta cartelli che indichino la presenza del cavo di terra. Girando, cercando, un po’ per esperienza, un 28 po’ “immaginando” l’impianto, scorgo dietro un cancello un cavo giallo-verde che spunta fuori dal muro della palazzina. Mi avvicino e trovo il cavo “appeso in aria” e poco sotto, il relativo pozzetto nel quale dovrebbe essere conficcata la palina di terra. Alla fine la verifica è stata eseguita impiegando molto troppo - tempo, ma questo è ben poca cosa se si considera che, se non fosse stato verificato e messo a norma, l’impianto avrebbe potuto essere pericoloso o addirittura fatale per gli utenti. Basta pensare alle conseguenze dell’uso di una vecchia aspirapolvere attaccata ad una presa: che cosa sarebbe potuto accadere ad una signora delle pulizie? nn Anno 5 Numero 3 Maggio/Giugno 2011