ANNO 38 N° 156 - LUGLIO 2014 IL SOCIO Periodico di informazione e dibattito della COTABO, Cooperativa Tassisti Bolognesi. Sede sociale in Bologna, Via Stalingrado 65/13 Periodico di informazione e dibattito BOLOGNA NON DIMENTICA 2 Agosto 1980 - 2 Agosto 2014 Stazione di Bologna 1 2 Sommario IL PRIMO TAXI DI BOLOGNA 4 EDITORIALE 6 INTERVISTA AL PRESIDENTE 10 INTERVISTA AL DIRETTORE 14 DALL’OSCAR DEL RESTAURO A CHAPLIN: I SUCCESSI DELLA CINETECA DI BOLOGNA 17 INFORMAZIONI AI SOCI 20 RACCONTI NOTTURNI 22 LA PAROLA AI SOCI 23 IL CIRCOLO 24 GRUPPO PREGHIERA 26 RACCONTO BERTAGNIN Realizzazione “Il Socio Cotabo“ a cura di CO.TA.BO. Direttore Responsabile GABRIELE ORSI Segreteria di Redazione KATIA DI BERNARDO Redazione SALVATORE VRENNA TIBERIO BASALTI ELIO GUBELLINI MARCO VECCHIATTINI DANIELE BERTAGNIN NICOLA TRIVISONNO Direzione, Amministrazione, Redazione: Via Stalingrado 65/13 - Bologna Tel. 051/374300 Periodico d’informazione e dibattito della CO.TA.BO. distribuito gratuitamente ai propri soci. Gli articoli pubblicati su “il Socio” impegnano esclusivamente chi li firma e sono a titolo gratuito. I soci CO.TA.BO. e non sono liberi di esprimere il loro pensiero nei limiti stabiliti dal codice penale e dalla legislazione vigente. Autorizzazione Tribunale di Bologna 4355 del 14/06/1974 28SOLIDARIETÀ 30 STORIELLE DEL LANFRY Editoriale GOOGLE UBER ALLES App per fai da te e professioni in pericolo D avvero, sento di avere molto in comune con i tassisti. E non é per dovere di firma in quanto dirigo l’house organ di una cooperativa tassisti, o per piaggeria verso uno dei miei datori di lavoro o ancora perché tema rappresaglie personali nel caso io non mi schieri dalla loro parte, ma perché al di là di tutte le differenze che possono esserci, c’é un fattore che in questo momento accomuna da un lato i tassisti e dall’altro quelli come me, giornalisti freelance i cui introiti dipendono dal lavoro su commissione. E questo fattore si chiama, in linguaggio tecnico, “rischio che il tuo lavoro te lo rubi qualcuno che non ha i titoli per farlo”. La storia, immagino, é nota ai più: da qualche settimana i tassisti di tutta Italia e di mezza Europa 4 sono sul piede di guerra a causa di Uber, un’app per smartphone e tablet proveniente dagli States che consente di trovare passaggi automobilistici a pagamento, non necessariamente da conducenti abilitati e forniti di licenza, al prezzo più conveniente. “Bello” é la prima cosa che viene da dire, perché in effetti é nella natura umana apprezzare la possibilità di risparmiare e di trovare le cose nella maniera più facile e immediata, ma a ben vedere dietro questa novità hi-tech si nasconde ben altro, e non tutto così accattivante. Tralasciando il fatto che comunque Uber é a pagamento e “tassa” le corse di un dieci per cento non indifferente, la questione é se sia lecito, in un paese civile dove chi guida un’auto pubblica é tenuto ad acquistare un’apposita licenza, lasciare che poi chiunque possa sostituirsi al tassista di turno e arrivederci e grazie. Potrebbe esserlo - e il condizionale é d’obbligo - se a rilasciare la licenza fosse un soggetto privato, e in questo caso si potrebbe parlare di concorrenza, magari al limite dello sleale ma pur sempre concorrenza. Quando invece é lo Stato, o l’Amministrazione Comunale, a rilasciare i permessi per tassisti e Ncc, allora tocca ai suddetti enti pubblici adoperarsi perché queste licenze, vendute sempre a carissimo prezzo, abbiano un significato e un valore, combattendo ogni forma di abusivismo e di fai da te e tutte le iniziative che, come l’app di cui abbiamo parlato all’inizio, tendono a stimolarle. Altrimenti si chiama truffa. Un po’, lasciatemelo dire, come nella mia professione, per la quale ogni anno pago oltre 100 euro di iscrizione a un Ordine che é soggetto di diritto pubblico in quanto accreditato presso il Ministero della Giustizia: un tempo (ormai mitico e lontano) si pensava che bastasse dare l’esame di Stato e prendere il tesserino da giornalista per avere spalancate le porte della professione. Oggi invece, complice una crisi dell’editoria senza precedenti, la professione giornalistica si sta infarcendo di ogni sorta di outsider, dagli illusi che pensano di conquistare gloria e ricchezza a figuri che dietro un paravento giornalistico nascondono spesso altre attività che col giornalismo nulla hanno a che vedere. Vogliamo dire che oggi, per avere un patentino da pubblicista, basta avere lavorato come disc jockey in una radio registrata anche come testata giornalistica (magari solo perché due volte al giorno manda in onda un notiziario fatto con tre lanci d’agenzia)? Oppure pensiamo a quante starlette della Tv, ragazzotte affascinanti e spesso discinte, ma prive della necessaria preparazione, a domanda su cosa piacerebbe fare loro rispondono “la giornalista”? E potete scommetterci casa che queste aspiranti giornaliste vedranno realizzato il proprio sogno professionale molto prima del sottoscritto e di tanti altri come lui, quasi che fossero brave a prescindere. Un giornalista normale, invece, oggi come oggi, quando va a fare un colloquio di lavoro é meglio che stia attendo a ciò che dice, magari che eviti di dire se é un giornalista professionista o quanto percepiva di stipendio nel precedente inca- rico, perché magari il potenziale datore di lavoro potrebbe pensare di trovarsi davanti uno che vuole essere pagato, e pure puntualmente, e magari si spaventa e sceglie qualcun altro. Un po’ come chi usa Uber senza essere un autostoppista sulle autostrade dello Utah: cerco qualcuno che non si faccia pagare, o che pretenda un po’ di meno, anche se poi magari non é un tassista abilitato, magari la sua auto é uno scassone e lui guida da cani e nemmeno conosce bene le strade. Basta risparmiare, la qualità del servizio é un optional, o peggio qualcosa di fastidioso, la nostra vita si basa essenzialmente sulla georeferenziazione di Google: se sei al posto giusto nel momento giusto buon per te, altrimenti affari tuoi. Per tutto il resto c’é Uber. 5 Intervista al Presidente Riccardo Carboni LE NUOVE TECNOLOGIE E la globalizzazione nel mondo del trasporto persone Negli ultimi mesi ha avuto molto risalto sulla stampa nazionale la vicenda “Uber”, vicenda che ha allarmato la categoria e diviso l’opinione pubblica tra i favorevoli, solitamente consumatori che non utilizzano il servizio taxi; e i contrari, composti da buona parte dei clienti abituali dei taxi. La nostra categoria é stata dipinta impropriamente come retrograda e contraria all’innovazione. Un luogo comune che dipinge erroneamente la nostra categoria da almeno 15 anni, mentre l’applicazione di Google come l’inarrestabile futuro che avanza. É indiscutibile che la stampa si sia lasciata affascinare dal colosso americano e gli abbia dedicato ampio spazio e risalto, anche se poi qualcosa di tanto nuovo non é. L’Italia é piena di applicazio- 6 ni per chiamare taxi e noleggio, basta guardare su un qualunque “store” per rendersi conto che di innovativo non c’é nulla. Limitandoci a casa nostra, ad esempio, la Cotabo ha investito forte sulle applicazioni telefoniche fin dal 2009, per chi non si ricordasse la nostra prima applicazione si chiamava TTaxi (prodotta da Taxitronic). L’abbiamo testata non raggiungendo risultati soddisfacenti perché aveva possibilità limitate. Dopo solo un anno, alla ricerca di qualcosa di più performante, siamo passati a Gootaxi (prodotta dagli spagnoli di Techiedeas, legati all’università di Barcellona), un’applicazione già evoluta con caratteristiche d’avanguardia, ma con un livello d’integrazione con la nostra centrale che lasciava a desiderare. Per cui nel 2011 siamo arrivati all’applicazione Taxiclick (prodotto Taxitronic), creata e sviluppata su richieste nostre, un app parti- colarmente riuscita, che ha come punti di forza le enormi possibilità informative e di scelta per gli utenti, quali: geolocalizzazione, richieste di caratteristiche particolari (esempio pagamento con carta di credito), possibilità di effettuare prenotazioni di chiamata, visualizzazione su mappa della posizione del taxi in arrivo, possibilità di richiedere servizi a credito per gli abbonati. Un elemento che avvalora la scelta di Taxiclick é anche la buona distribuzione nel mercato spagnolo e portoghese, per cui gli utenti che provengono da quei paesi possono utilizzare l’applicazione direttamente anche sul nostro territorio. Per di più l’applicazione in Italia funziona oltre che a Bologna anche a Torino. Con tutta questa tecnologia e innovazione qualcuno si chiederà qual’é il problema? In fondo “Uber” non é altro che un’applicazione che si aggiunge ad altre già esistenti. In realtà gli elementi principali che distinguono quest’ultima dalle altre sono due: l’incredibile potere economico del produttore e la diffusione a livello mondiale. Si potrebbe dire che essa segna l’arrivo della globalizzazione nel trasporto persone. Quindi il problema che rappresenta é quello di importare in Italia e in Europa un nuovo modello di offerta dei servizi, infatti é stata pensata negli Stati Uniti, dove l’offerta di trasporto persone é molto diversa rispetto alla nostra e avviene generalmente su strada, causa l’assenza di cooperative e consorzi radiotaxi, quindi senza catalizzatori della domanda. “Uber” é pensata per collocarsi in questo spazio, e se negli Stati Uniti ha avuto terreno fertile grazie ad un quadro normativo favorevole, in Europa per farlo é pronta ad utilizzare la propria influenza economica per orientare la politica, che molto spesso si é dimostrata compiacente con i poteri forti, per poter cambiare le regole. Sarà un caso ma sulla stampa finora sono stati evidenziati esclusivamente gli aspetti positivi di questa applicazione, facendo credere ai lettori che si tratti di una nuova attività in concorrenza al Settore Taxi, senza raccontare nulla dei tanti aspetti negativi che esistono. Infatti “Uber” non é che un intermediario, che si pone tra gli utenti e i soggetti che svolgono le prestazioni, per i quali non organizza 7 Intervista al Presidente Riccardo Carboni il servizio, non gestisce direttamente i veicoli, ne si accolla nessun costo di svolgimento della prestazione, ma si limita unicamente a raccogliere la domanda e a determinare un prezzo, dal quale si trattiene il 20%. Per svolgere prestazioni a simili condizioni ovviamente é costretto ad affidarsi a noleggiatori che svolgono i servizi in violazione alle leggi vigenti. Il tentativo chiaro é quello di gestire il mercato imponendo regole nuove. Esistono anche due elementi aggiuntivi che non devono essere sottovalutati, l’assenza completa di responsabilità sui servizi svolti, infatti le violazioni al quadro normativo vengono commessi direttamente dai noleggiatori; anche se é verosimile ipotizzare che “Uber” concorra alle violazioni delle regole. Inoltre pur di mas- 8 simizzare i profitti ha adottato un sistema fiscale a scatole cinesi piuttosto intricato, finalizzato a pagare meno tasse,probabilmente nulla di illecito ma secondo alcune inchieste (svolte in Francia) pare che non sia molto trasparente. In questo contesto, la competizione di nuovi operatori nel trasporto persone, rischia di essere fatta sulla riduzione dei costi delle prestazioni, con ovvi tagli sulla sicurezza e sul mancato rispetto delle regole, penalizzando esclusivamente gli utenti. In gioco ci sono due modi di fare impresa, quell’attuale che lega le imprese al territorio, con cooperative che sono obbligate ad assumersi una responsabilità sociale sulle attività che vengono svolte, e da qui derivano le poli- tiche di sconti e le agevolazioni tariffarie; oppure la tradizionale logica d’impresa finalizzata esclusivamente al profitto. Tutto questo non significa che l’attuale modello sia superato, ma che dobbiamo lavorare per migliorarlo. Avere tecnologie sempre più performanti, tenere alti gli standard di servizio, presidiare il mercato ed analizzare i nuovi bisogni delle persone cercando di intercettare la domanda, proseguendo il percorso intrapreso da anni. La novità sta nel fatto che dovremmo lavorare molto meglio sulla comunicazione, utilizzando un linguaggio semplice e moderno per spiegare in modo migliore agli utenti tutto ciò che facciamo, perché molto spesso non viene compreso. In aggiunta credo sia impellente tentare di costitui- re una rete di imprese allargata che tenga insieme le cooperative italiane, possibilmente per caratteristiche omogenee e con stessi standard qualitativi dell’offerta; magari condividendo i clienti abbonati e pianificando congiuntamente gli sviluppi tecnologici, in modo da avere dimensioni tali da poter reggere meglio l’aggressione di nuovi operatori e avere migliori sinergie. Alcuni primi timidi tentativi di costituzione di una rete d’imprese li stiamo già portando avanti, non é semplice ma penso che il futuro passi da scelte di questo tipo e appena ci saranno novità i soci di Cotabo saranno chiamati come sempre a decidere. Nel frattempo speriamo che il clima in categoria migliori permettendoci di concentrarci sul futuro. 9 Intervista al Direttore Marco Benni UN SERVIZIO MIGLIORE Per una Bologna moderna. Uber? Siamo più avanti Siamo a metà dell’anno, e con il bilancio chiuso da non molto e i tanti progetti per il futuro che bollono in pentola di argomenti da sviscerare con il direttore di Cotabo Marco Benni ce ne sono a iosa. Nel frattempo però si é scatenata a livello internazionale una protesta dei tassisti: in Italia come in mezza europa i conducenti delle auto gialle (non sempre gialle, ma é uguale) scendono in piazza e protestano sotto i palazzi del potere. L’oggetto del contendere é Uber, un’app per smartphone creata da Google che consente di reperire passaggi a pagamento alla tariffa più conveniente, ma non necessariamente da un conducente fornito di licenza. Una cosa che negli Stati Uniti magari potrà anche funzionare ma che in Europa, e specialmente in 10 Italia, puzza tanto di incitazione all’abusivismo. Quindi é da questo fronte caldo che iniziamo. Partiamo dalla fine. Uber: qual é il nocciolo del problema e come va affrontato? «La vicenda Uber é molto semplice: bisogna innanzitutto distinguere fra Uber Pop e la versione base di Uber. La prima é un’app per autostoppisti in stile Easy Rider che magari funzionerà in California o sulle strade del Nevada, ma che da un punto di vista imprenditoriale qui da noi é illegale. La seconda può essere un servizio innovativo, che però va regolamentato e che comunque non sarà mai la soluzione dei problemi di mobilità a Bologna. Venendo ai particolari noi di queste cose é dal 2008 che ne parliamo, e quando passammo dalle radio al GoBox venimmo tacciati per futuristi. Basti pensare che anche se all’epoca non esistevano tablet e l’unico smartphone esistente era quello della Apple, nel 2009 all’interno dei servizi che noi erogavamo esisteva già una simpatica app chiamata Taxi Click, che oggi si é sviluppata ed é disponibile per sistemi Apple e Android ed é in uso anche a molti alberghi. Parliamo di un’app gratuita sia per il tassista che per l’utente, mentre é noto che Uber chiede una quota del 20 per cento superiore al prezzo standard della corsa. Quindi, a parte la pubblicità gratuita che le stiamo facendo con tutte queste polemiche, la questione Uber é tutta qua, e noi siamo per certi versi addirittura un passo avanti: entro la fine dell’estate saremo completamente passati dal GoBox al tablet, con la possibilità per il passeggero di effettuare pagamenti elettronici o con la Taxi Card prepagata, mentre già una fetta considerevole dei nostri clienti prenota il taxi attraverso supporti elettronici». Renzi però ha detto che é stato negli Stati Uniti, ha provato Uber e l’ha trovata fenomenale.... «E io gli rispondo invitandolo a Bologna a provare Taxi Click, sicuro che la troverà ancora migliore. Parliamoci chiaro, se qui da noi serve una licenza per fare il tassista o il conducente di auto pubblica, e questa licenza viene rilasciata dall’Autorità Pubblica a caro prezzo, e poi la stessa Autorità Pubblica non fa nulla per contrastare l’abusivismo é lei a essere in torto, non i tassisti. Se vogliamo un modello di trasporto locale come a New York, dove la licenza e la proprietà del mezzo sono in mano a un’azienda e il conducente riceve una quota, molto ridotta in verità, delle corse é un conto. Così come é un conto se vogliamo un modello Kazakhstan, dove fermi un’auto qualsiasi, contratti il prezzo del passaggio, e sali. Ma qui é molto diverso. Io sono sempre stato per l’innovazione, ma l’innovazione da sola senza regole rischia di essere deleteria, l’abbiamo già visto in vari settori del commercio. Noi siamo qui a rivendicare un modello bolognese che certi servizi li offre già in maniera legale e trasparente, e su quei servizi noi abbiamo investito milioni di euro negli ultimi anni, siamo trasparenti dal punto di vista fiscale e 11 Intervista al Direttore delle tariffe, e funzioniamo bene anche senza Uber. Qui si parte dal presupposto che domanda e offerta possano incrociarsi spontaneamente, ma questa é una pia illusione, da testi economici del XVIII secolo». Veniamo alle questioni di ordine pratico, cosa avete fatto dall’inizio dell’anno? «Abbiamo chiuso, in tempi di crisi nera, un bilancio che sostanzialmente é in pareggio. Nel frattempo con Bologna Fiere abbiamo sottoscritto un preliminare che verrà perfezionato entro l’estate per scambiare l’area su cui sorge l’attuale sede di Cotabo con una nuova sistemazione nei pressi, e dare così dopo 47 anni a Cotabo una sede definitiva, di nostra proprietà e adeguata ai servizi che eroghiamo. Questo evento in particolare stravolge in positivo le previsioni di bi- 12 lancio, tanto che stiamo rivedendo il budget 2014 e stiamo già valutando i costi dei lavori da effettuare per la nuova sede, ma d’altro canto questo ci consente di pianificare gli investimenti a più ampio respiro. Nonostante la crisi il numero di corse in questi anni ha avuto una sostanziale tenuta e il numero di soci cresce in maniera costante, anche nei primi mesi di quest’anno. Poi, attraverso una nuova Commissione Marketing, abbiamo messo in pista nuove iniziative, convenzioni con imprese e professionisti, e, in un momento di difficoltà per tanti, mobilitiamo sempre la sensibilità dei nostri associati e siamo sempre più presenti nel campo della solidarietà lavorando con Ant, Fanep, Fondazione Simoncelli, Istituto Ramazzini, Fondazione Susan Kormen, Moses Onlus, Antoniano, NoiNo e molti altri soggetti». Tra poco (e ne abbiamo anche dato conto in un’intervista su questo stesso numero) parte il Cinema Ritrovato, e anche quest’anno si riconferma lo stretto rapporto fra Cineteca e Cotabo... «Sul cinema mi fa molto piacere proseguire il rapporto che abbiamo con la Cineteca, e da appassionato attendo con grande trepidazione la parte monografica dedicata ai cento anni della nascita del personaggio di Charlot. Ma c’é anche il BiografilmFestival, che si sta svolgendo con successo in questi giorni e che rappresenta un altro appuntamento di prestigio. Tutto questo da voce a un mondo culturale che é molto importante, che magari non si traduce subito e cinicamente in corse taxi ma che nel tempo a Bologna crea un movimento molto positivo». A Bologna però, cinema o non cinema, i turisti di recente non mancano di certo.... «É vero che il turismo é aumentato, specie da quando si é scelto di giocare la carta del food, ma devo lamentare la continua mancanza di una collaborazione costruttiva, che noi da anni cerchiamo, con albergatori e Pubblica Amministrazione. Possibile, per esempio, che un turista che atterra al Marconi non possa trovare un taxi incluso nel suo pacchetto turistico? Senza una programmazione che coinvolga tutti i soggetti, e penso alla mostra di Vermeer, l’offerta turistica non si riesce a valorizzarla. Qui invece sembra a volte che siamo fermi ancora agli anni d’oro della Fiera, con i prezzi degli hotel che in periodi fieristici vanno alle stelle e un’accoglienza che sembra fatta più per spillare più soldi possibile sul momento al turista piuttosto che coccolarlo e invogliarlo a tornare. L’obiettivo, invece, dovrebbe essere proprio questo, e si raggiunge offrendo un servizio di qualità a costi ragionevoli, in un quadro di molteplici opportunità. In poche parole sul turismo c’é un mondo che ruota attorno a noi e che dobbiamo imparare a vendere meglio di quanto facciamo oggi». Infine, ultimo tassello, le tariffe: aumenteranno? «É vero, dopo tanti anni siamo giunti al momento del rinnovo delle tariffe, che al momento non si é ancora concretizzato e che dovrebbero, da quel momento, rimanere congelate sino al 2017. Noi dobbiamo considerare il taxi come parte del sistema urbano di trasporto, perciò il sistema tariffario deve tenere conto di varie fasce, dai meno abbienti ai soggetti speciali come donne, adolescenti, diversamente abili, e tutto ciò mi fa dire che anche in questo caso sarebbe bene che l’Amministrazione Comunale capisca che per rendere le singole corse meno onerose bisogna innanzitutto rendere la viabilità meno impattante, in termini negativi, sul trasporto. Noi abbiamo nel cassetto tante idee e soluzioni per creare dei percorsi agevolati e veloci sulle tratte strategiche come stazione-Fiera, aeroporto-Fiera e, quando sarà realizzato, anche aeroporto-Fico. C’é ancora molto da fare, e io spero che ci sia disponibilità anche dagli altri, ma credo che se tutto va bene il risultato finale sarà un miglior servizio per una città più moderna». 13 Articolo DALL’OSCAR DEL RESTAURO A CHAPLIN I successi della Cineteca di Bologna Alla vigilia del Cinema Ritrovato intervista col direttore Gian Luca Farinelli Non solo è una realtà pressoché unica in Italia, oggi la Cineteca di Bologna si presenta come un presidio d’eccellenza a livello internazionale, status riconosciutole da numerosi importantissimi premi. Ma è anche l’organizzatrice di uno degli appuntamenti clou dell’estate Bolognese, quel Cinema Ritrovato che ogni anno trasforma piazza Maggiore in una grande sala cinematografica a cielo aperto in cui vengono proiettati, di volta in volta, grandi classici restaurati, pellicole dal successo sempreverde e piccole chicche da intenditori. Cotabo da sempre è vicina alla Cineteca e a questa 14 sua iniziativa estiva, cui ogni anno viene data ampia visibilità sui taxi della cooperativa, perciò è un piacere parlare di questo, e dei successi della Cineteca, con il suo direttore, Gian Luca Farinelli. Da Londra a Cannes: ancora non siamo in estate e il 2014 è già un anno denso di successi per la Cineteca... «Sicuramente nel 2014 stiamo consolidando un percorso che in questi anni ci ha portato al centro del panorama internazionale per la conservazione e il restauro del patrimonio cinematografico. Il mese di maggio, inaugurato con il Focal International Award, premio promosso dal British Film Institute di Londra, vinto dal nostro laboratorio L’Immagine Ritrovata per il restauro di “Manyla in the Claws of Light” del regista filippino Lino Brocka, si è concluso con la presentazione al Festival di Cannes, in occasione della cerimonia di premiazione, del restauro di “Per un pugno di dollari” di Sergio Leone: e a presentarlo c’era Quentin Tarantino. Credo che questi due titoli siano emblematici del nostro lavoro: da un lato, in collaborazione con il World Cinema Project di Martin Scorsese, guardiamo a quello che egli stesso definisce “neglected cinema”, per portare al pubblico a cura di Gabriele Orsi più ampio capolavori altrimenti dimenticati o misconosciuti; dall’altro lato, ci dedichiamo al recupero del grande patrimonio cinematografico italiano, e ricordiamo che anche qui c’è lo zampino di Martin Scorsese, che con la sua The Film Foundation ha contribuito al restauro di molti importanti titoli italiani, tra i quali appunto il primo capitolo della mitica “Trilogia del dollaro” di Sergio Leone». Quest’anno il piatto forte del Cinema Ritrovato sarà la monografica dedicata a Chaplin: in cosa consisterà? «Il lavoro con l’Association Chaplin ha ormai radici antiche: è così che la Cineteca di Bologna, che da anni lavora al restauro dell’intera filmografia e che nel 2013 ha portato a termine il lavoro di catalogazione e digitalizzazione dell’intero archivio di Charles Chaplin, celebrerà quindi i festeggiamenti ufficiali del Centenario di Charlot: Il 7 febbraio 1914 Charles Chaplin inventava quella che sarebbe diventata la più importante icona della storia del cinema, con la prima apparizione del Vagabondo, quello che in lingua originale era definito The Tramp, nel cortometraggio “Kid Auto Races at Venice”. Ora Bologna diventerà la capitale chaplinana da mercoledì 25 a sabato 28 giugno, quando accoglierà un intensissimo programma di proiezioni, spettacoli e un convegno internazionale sul personaggio di Charlot che raccoglierà ospiti da tutto il mondo, che confluirà nella XXVIII edizione del festival Il Cinema Ritrovato in programma dal 28 giugno al 5 luglio, e che riunirà a Bologna i più importanti chaplinisti del panorama internazionale. Una grande serata in Piazza Maggiore mercoledì 25 giugno farà da preludio alla tre giorni tutta dedicata a Charlot: l’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna diretta da Timothy Brock accompagnerà il cine-concerto chapliniano, con i film e le musiche di Charles Chaplin. E proprio in occasione del convegno internazionale dedicato a Charlot, due serate speciali: giovedì 26 giugno saranno protagonisti Jos Houben, uno degli artisti teatrali più sofisticati sulla scena internazionale, nonché collaboratore storico di Peter Brook, che si esibirà in una performance sull’arte della risata, e Dan Kamin, ovvero il mimo che insegnò a Robert Downey Jr come “diventare” Charlot per il film del 1992 di Richard Attenborough. 15 Articolo Venerdì 27 giugno, il Premio Oscar Kevin Brownlow, del quale la Cineteca di Bologna ha già pubblicato il suo preziosissimo documentario “Chaplin Unknown” presenterà in anteprima il secondo capitolo del suo viaggio “Alla ricerca di Charlie Chaplin”. Ad arricchire il tutto, la mostra con i manifesti originali di Léo Kouper, il disegnatore francese - che sarà ospite a Bologna - collaboratore di Charles Chaplin e autore di tutte le affiche per le riedizioni dei suoi film, che lo stesso Chaplin curò negli anni Cinquanta». Come è cambiata la Cineteca col passaggio alla formula della Fondazione? Cosa è migliorato? Cosa invece resta da migliorare? «Certamente la struttura è ora più leggera e ciò ci consente di muoverci con maggior agio sul mercato internazionale. Come per tutte le cose, si può e si deve sempre migliorare!» Quali sono le iniziative in programma per il futuro? «Anche quest’anno stiamo lavorando ad alcuni restauri per la Mostra del Cinema di Venezia, altro palcoscenico internazionale che ci rende orgogliosi». Da sempre Cotabo da visibilità alla vostra bella rassegna estiva. Com’è il vostro rapporto con la cooperativa tassisti di Bologna? «I taxi sono come un abbraccio per la città. E so che il nostro pubblico apprezza molto il vostro servizio e la visibilità che attraverso le auto che girano per la nostra bellissima città riuscite a dare al Cinema Ritrovato». Articolo chiuso in redazione il 30 giugno “CIAO PUCCI” Il CdA e tutti i soci Cotabo esprimono il proprio cordoglio all’amico Elio Gubellini, per la scomparsa della moglie Maria Eugenia (“Pucci”). Oltre alle condoglianze ai familiari, desideriamo tributare a Maria Eugenia un ringraziamento speciale, perché la moglie di un collega collabora con la struttura anche solo permettendo al marito di fare parte di commissioni, consigli di amministrazione e tutti quegli impegni che tolgono tempo alla famiglia. Maria Eugenia ha sempre collaborato all’idee di Elio, atte al miglioramento del nostro lavoro, realizzando con macchina da scrivere tutti i testi informativi per gli esami dei nuovi Taxisti e quelli rivolti a facilitare il nostro lavoro, come: libretto con tutti gli indirizzi utili e con tutte le vie dei comuni limitrofi e “distanziometro” che con il computer si è completato da percorsi e costi. Un ricordo altrettanto speciale da parte di tutta la redazione del giornalino, per essere stata parte attiva del “Socio”, contribuendo alla correzione degli articoli (pochi numeri sono usciti senza uno o più articoli di Elio) e seguendo la stesura del nostro House Organ in epoche non ancora “computerizzate”. Infine l’immancabile presenza nell’organizzazione della Commemorazione della Strage del 2 agosto 1980, nonché il suo apporto all’intitolazione della rotonda antistante Cotabo “Rotonda Taxisti Vittime Strage del 2 Agosto 1980” (momento particolare al quale sono personalmente legato). In poche parole: parte attiva della vecchia e nuova Cotabo. Ci Mancherà la sua presenza e la sua importante partecipazione, che la malattia, e poi la scomparsa, ha allontanato da tutti noi. Un caro saluto. Per il CDA e Redazione Giornalino Salvatore Vrenna Vicepresidente di Cotabo “Ringraziamento da parte della mia famiglia a tutti i colleghi che presenziando alla cerimonia o inviando messaggi di solidarietà ed anche telefonando hanno reso un conforto al nostro dolore.” Elio Gubellini Informazioni ai Soci Presentazione ANT La Fondazione ANT Italia Onlus opera in nome dell’Eubiosia (dal greco antico, eu/bene-bios/vita) intesa come insieme di qualità che conferiscono dignità alla vita, dal primo all’ultimo respiro. Dal 1985 ad oggi ANT ha assistito, in modo completamente gratuito, oltre 96.000 sofferenti oncologici (dato aggiornato al 30 giugno 2013). In 9 diverse regioni italiane, circa 4.000 malati vengono assistiti ogni giorno a domicilio da 21 équipe di operatori sanitari ANT che assicurano, al malato ed alla sua famiglia, tutte le necessarie cure di tipo ospedaliero e socio-assistenziale. Sono complessivamente 400 i professionisti che lavorano per la Fondazione (medici, infermieri, psicologi, nutrizionisti, fisioterapisti, farmacisti, operatori socio-sanitari e funzionari) cui si affiancano circa 1.600 volontari, iscritti nel registro ANT. Il supporto affronta ogni genere di problema nell’ottica del “benessere globale” del malato. La Fondazione ANT è inoltre fortemente impegnata nella prevenzione oncologica, con progetti di diagnosi precoce del melanoma, delle neoplasie tiroidee, ginecologiche e mammarie. Nell’ambito del solo Progetto Melanoma, che ha preso il via nel 2004, sono stati visitati 67.283 pazienti in 63 diverse province italiane (dato aggiornato al 30 giugno 2013). Le campagne di prevenzione si attuano sia presso strutture sanitarie offerte gratuitamente ad ANT, sia negli ambulatori ANT, sia all’interno dell’ambulatorio mobile - BUS della Prevenzione. Il mezzo, dotato di strumentazione diagnostica all’avanguardia (mammografo digitale, ecografo e videodermatoscopio) consente di realizzare sul territorio visite di prevenzione nell’ambito dei vari progetti ANT. La Fondazione ANT opera in Italia attraverso 120 delegazioni, dove la presenza di volontari è molto attiva. Alle delegazioni competono, a livello locale, le iniziative di sensibilizzazione e raccolta fondi e la predisposizione della logistica necessaria all’assistenza sanitaria domiciliare. Prendendo come riferimento il 2012, ANT finanzia la maggior parte delle proprie attività grazie alle erogazioni di privati cittadini e alle manifestazioni di raccolta fondi organizzate (56%) al contributo del 5x1000 (11%) a lasciti e donazioni (12%) al contributo di banche e fondazioni (1%). ANT è la 10° Onlus nella graduatoria nazionale su oltre 30.000 aventi diritto nel medesimo ambito. Felice Eubiosia (buona vita) Silvia Ciresa Fondazione ANT Italia ONLUS Via Jacopo di Paolo, 36 Responsabile Raccolta Fondi 40128 Bologna Cell +39 347 4514171 Tel. +39 051 7190177 Fax. +39 051 7190178 DONA IL TUO 5x1000 all’ANT! Codice Fiscale 01229650377 NON TI COSTA NULLA. 17 Informazioni ai Soci Tassista aggredito e rapinato. Cliente condannato a quattro anni Dopo essersi fatto trasportare in taxi da Bologna fino a un parcheggio nei pressi di Marzabotto, invece che saldare il conto strinse il collo del conducente con una corda, quindi si fece consegnare soldi e le chiavi del taxi e riuscì, dopo una breve colluttazione, a fuggire col mezzo. Il taxi venne ritrovato un paio d’ore dopo e il responsabile dell’aggressione venne arrestato lo stesso giorno, l’8 marzo, riconosciuto dalla vittima al pronto soccorso. Si tratta di Gaetano Simeone, 31 anni, con diversi precedenti: l’uomo, accusato di rapina e lesioni volontarie, è stato condannato a quattro anni in rito abbreviato dal Gup Andrea Scarpa. Il giudice ha accolto la costituzione di parte civile del tassista coinvolto e di Cotabo, la cooperativa di tassisti di cui è socio: entrambe le posizioni sono tutelate dall’avvocato Tommaso Guerini. RINGRAZIAMENTI DA COMO 10 Voglio ringraziare tutti coloro che mi sono stati vicino durante la mia disavventura professionale. Avviso di chiamata di Tim e Vodafone a pagamento: ecco quando, costo e come disattivarlo Lo Sai-Chiama Ora di Tim e Recall/Chiamiami di Vodafone diventano a pagamento: ecco da quando e come disattivarli. Il servizio di Tim e Vodafone genericamente conosciuto come “Avviso di Chiamata” diventa a pagamento: la data fissata per l’entrata in vigore della nuova tariffa è il 21 luglio 2014 e i due noti operatori telefonici stanno comunicando già da qualche settimana ai propri clienti, anche attraverso campagne SMS la novità, purtroppo in senso negativo. Nel particolare i servizi “Lo Sai-Chiama Ora” di Tim e “Recall/Chiamiami” di Vodafone 18 saranno soggetti a tariffazione dalla data del 21 luglio 2014. Per gli utenti Vodafone sarà applicata una tariffazione di 6 centesimi di euro al giorno per ogni giorno in cui il servizio viene utilizzato, mentre la Tim applicherà un importo fisso pari a 1,90 euro ogni 4 mesi. Ecco come disattivare il servizio Come detto “l’Avviso di chiamata” o più propriamente il servizio di notifica, che avvisa l’utente (con un sms o una chiamata) quando un numero precedentemente irraggiungibile o occupato torna disponibile, diventa a pa- gamento. Se il servizio non vi interessa o comunque desiderate disattivarlo ecco come farlo: per Tim si può chiamare il numero gratuito 40920 e chiedere la disattivazione di “Lo Sai-Chiama Ora”. Per Vodafone è a disposizione il numero 42070 al quale ci si può rivolgere per disattivare il servizio “Recall/Chiamiami” (nonché 42592 per informazioni). NDR: Invitiamo tutti i soci a disattivare nel tablet, come nel go box, i servizi sopraindicati per non incorrere in blocchi del sistema radio taxi a bordo auto. Apertura posteggio Carracci presso kiss&ride Informiamo i soci che nell’ultimo periodo abbiamo avuto diversi incontri rispetto alla collazione del posteggio, sito al piano inferiore della stazione alta velocità di via Carracci; e rispetto alla disposizione della cartellonistica e indicazioni; viabilità, varie ed eventuali. L’apertura del posteggio avverrà indicativamente il 12 settembre c.a., esclusivamente per i mezzi pubblici, mentre per i veicoli privati, l’apertura è posticipata a data da destinarsi. L’ingresso, inizialmente, sarà unicamente quello presso via Svampa (dietro il Comune nuovo, si accederà da Via Fioravanti, alla rotonda dopo Equitalia, si svolterà a sinistra e si scenderà al kiss&ride). Una volta scesi dalla rampa, si svolterà a sinistra e si manterrà la sinistra per giungere al posteggio. Nel 2015 sarà aperto anche l’accesso NORD-SUD da via Bovi Campeggi. Per l’uscita dal posteggio, vi saranno due soluzioni. Una esclusiva per i taxi svoltando a sinistra, salendo la rampa che immette su via Carracci, presso l’impianto semaforico angolo via Matteotti; la seconda proseguendo dritto ed uscendo in via Sebastano Serlio in prossimità della barracchina dei gelati, poco prima dell’ Hotel AC. L’uscita Carracci prevederà un limite di altezza massima di m 2,15. I mezzi di altezza analoga, tengano presente anche l’altezza civetta e antenna, e pertanto prestino attenzione. Gli incontri con RFI proseguono per: • Ripetitore di segnale GPS per la localizzazione dei taxi, che dia modo di potersi prenotare anche all’interno del posteggio e pertanto di essere in grado di aggiudicarsi servizi in zona. • Contatto di un referente RFI responsabile dell’area per eventuali problemi di sicurezza e gestione. • Cordolo che delimiti la zona posteggio. • Segnaletica orizzontale e verticale, di inizio e fine posteggio, con strisce gialle tracciate a terra. • Segnaletica che indichi la corsia riservata ai taxi già dall’accesso al kiss&ride. • Indicazioni interni alla stazione AV rispetto al posizionamento del posteggio taxi. • Segnaletica a terra che accompagni i clienti alla testa del posteggio. • disponibilità di accesso a servizi igienici in prossimità del posteggio. RFI si è resa disponibile ad accogliere le nostre richieste e possibilmente a soddisfarle. Essendo un’area interrata è fatto divieto di fumare e di tenere il veicolo in moto durante l’attesa al posteggio. Nel frattempo abbiamo richiesto un incontro con l’ Amministrazione Comunale in merito ad alcune questioni che sono: • Modifica all’impianto semaforico posto all’angolo fra Carracci e Matteotti, posto in prossimità dell’uscita della rampa, che rischia di impedire il flusso in uscita del posteggio e limita le possibilità di svolta a sinistra verso Piazza dell’Unità. • Chiarimenti in merito alle competenze di gestione dell’area sottostante la stazione, che riteniamo opportuno essere della Polizia Municipale, per questioni di sicurezza e rimozione veicoli. 19 Racconti notturni RACCONTI NOTTURNI Piccoli conforti Francesco Selis (FI01) “Non c’eravamo intesi” sentenzia con la sua voce squillante il bravo capofficina: “la sua auto non è in grado di muoversi, se non vuol rischiare dei danni molto peggiori.” Poi mi elenca gli ostacoli che renderanno possibile la riconsegna solo fra una settimana, fra cui, addirittura, la festa del patrono di Verona, dove ha sede il magazzino nazionale dei ricambi. “Si fidi di me” conclude. “Certo che mi fido, se non mi fido di lei di chi dovrei fidarmi? Adesso chiamo subito la Cotabo per l’auto di scorta.” Avere un meccanico di fiducia, onesto, scrupoloso e che cerca sempre di venirti incontro, è un 20 asso nella manica, per chi fa il nostro mestiere. E lui incarna perfettamente questo ruolo. Sono già le sei di sera, la segreteria è chiusa. Compongo il trentasette ventisette ventisette; l’operatrice di centrale mi assicura che tiene fissata per me la vettura, l’ultima rimasta, una Fiat Qubo. Chiedo al meccanico di poter vuotare la mia compagna di viaggio malata di tutto l’equipaggiamento necessario per lavorare, poi, effettuata l’operazione, lo saluto ed esco nel caos serale della città. Provo a vedere se passa un taxi da fermare al volo, con lo scrupolo di risparmiare un paio di euro, cosa peraltro ridicola rispetto al preventivo della riparazione. Poi torno a chiamare la centrale; questa volta è l’operatore automatico a rispondermi e a raccogliere la mia chiamata di un taxi. È strano mettersi nei panni, per una volta, di uno dei nostri quotidiani clienti. Finalmente vedo arrivare il collega prescelto dal caso tramite il satellite; mi riconosce e mi sorride, e mi fa segno di salire davanti. “No, non importa, oggi faccio il cliente. Devo andare in Cotabo, a prendere l’auto di scorta.” Sono stato fortunato, è uno dei più gentili e cordiali che potesse capitarmi: la breve traversata è piacevole. E alla fine, dopo avermi lasciato proprio davanti alla palazzina della segreteria e della centrale, mi dice deciso che non vuole neanche un euro. Lo ringrazio di cuore. Avverto il conforto di un gesto generoso in un momento di fastidioso deragliamento dalle abitudini. Cotabo-12, ecco la macchinina che, conforto ancor più sostanziale, mi permetterà di sbarcare il lunario nei prossimi giorni, piccoletta e maneggevole (stendendo un velo pietoso sull’apertura interna delle porte posteriori, che costituirà un autentico enigma per gran parte dei passeggeri...) e alimentata a metano, come mia abitudine da sempre. Cerco di sistemare ogni cosa che ho con me nel posto più adatto, e, memore di alcune dimenticanze avvenute in una simile passata occasione, mi riprometto di scrivere una lista di tutto l’armamentario da trasferire, e magari di pubblicarla sulla pagina Facebook della Cotabo, per condividerne l’utilità. Alla prima gita mi rendo conto di non essere sfuggito alla sgradevole tradizione: questa volta ho dimenticato di trasferire tutte le monetine per i resti, che tengo abitualmente nel portacenere. Le prime due corse mi vanno lisce: il tassametro segna un importo finale rotondo, o quasi. Ma non si può lavorare con questa ulteriore ansia; decido di chiedere aiuto a un collega. La sera ha già cominciato a sbiadire le luci e i colori della giornata; in Nettuno, il posteggio di piazza Re Enzo, c’è solo una vettura della nostra cooperativa, in attesa. Vinco la mia ritrosia e raggiungo il collega. È un tipo molto anziano, dalla cui capacità di monologare (in maniera continua, fluente e non sempre comprensibile) molti, io compreso, cercano sistematicamente di sfuggire, e che ricordo vittima, in un paio di occasioni, di feroci ma irresistibili scherzi da parte dei più burloni. Non faccio in tempo a spiegargli la mia necessità, che infila la mano da qualche parte e pesca una manciata debordante di monete di tutti i tagli, e me la offre con semplicità. “Troppa grazia! Aspetta che le contiamo.” “Poi ci pensiamo” mi fa, anche perché intanto si è già avvicinato il suo prossimo cliente. Rientro nel Qubo e seleziono, e conto, le monetine e le monetone: sono quasi venti euro di metallo sonante. Ecco che cosa significa la solidarietà che dovrebbe legare i soci di una cooperativa, penso confortato da questo ulteriore episodio positivo. E perché, allora, non immaginare l’intera società umana come un’unica cooperativa? E mi tornano in mente le parole della canzone più famosa di John Lennon: Imagine there’s no countries It isn’t hard to do Nothing to kill or die for And no religion too Imagine all the people Living life in peace. (Immagina non ci siano nazioni, non è difficile. Niente per cui uccidere e morire e neppure alcuna religione. Immagina tutta l’umanità vivere nella pace.) Fra poco le ombre e le luci della notte, a me più consuete, finiranno di imporre la loro presenza. Ho trovato, nel Qubo, un posto adatto anche per le monetine, e ora sono pronto a ripartire, rasserenato e pieno di energia positiva. 21 La parola ai Soci Cosa sei disposto a fare per rincorrere la tua ossessione? Mentire, tramare, uccidere? Francesco Raimondi, maestro di scacchi e neolaureato con lode in odontoiatria, non ha dubbi. È disposto a tutto. Senza morale, giustizia. Senza esclusione di colpi. E non importa il dolore, la paura, il sangue versato. Non importano i morti lasciati alle spalle. C’è solo 22 l’ossessione per il suo lavoro, che lo divora. Il resto è un’abissale solitudine che colma con il sesso e la droga. O passando le notti insonni, sul tetto del suo palazzo; attendendo il mattino, un nuovo giorno, le notizie dei ritrovamenti dei cadaveri, l’ennesimo ricatto, un’indagine che lo riguardi, un arresto imminente... perché niente va come lui si aspetta. È l’entropia, la seconda legge della termodinamica: ogni tentativo di generare ordine porta solo al caos. E a nuovi efferati crimini. È tutto perverso e logico, dall’inizio. O forse no. Perché il mistero in questo caso non è in ciò che accadrà, ma in quello che è già accaduto. Per questo il romanzo inizia dal secondo capitolo. Il secondo, non il primo. E termina con ciò che non ci si aspetterebbe mai: l’inizio. Roberto Carboni, classe 1968, autore bolognese al suo sesto romanzo, il secondo con Fratelli Frilli Editori. Dopo il successo di Bologna destinazione notte. La fase Monk, torna a esplorare il lato più scuro dell’animo umano, in una storia immorale, che non dà tregua. Tassista per diciassette anni, una vita passata a gareggiare sulla scacchiera, insegnante di scrittura creativa, cambia personaggi a ogni romanzo. La protagonista invece rimane la stessa: la morbida, accogliente, elegante e paciosa Bologna. Che la notte sa trasformarsi in qualcosa di misterioso e cupo. Minacciosa, oltre l’immaginabile. Il Circolo Polisportiva Tassisti Bolognesi Circolo A.R.C.I “Fossini” Branche sportive che usufruiscono del finanziamento della cooperativa Tennis Ciclismo Pesca Calcio Podismo Tiro Soci partecipanti 11 Soci partecipanti 19 Soci partecipanti 11 Soci partecipanti 13 Soci partecipanti 9 Soci partecipanti 3 Tennis: il settore quest’anno segue le orme degli anni passati, il 6 Maggio con i colleghi toscani, dal 28 al 31 Maggio il torneo ”Delle Cooperative a Milano Marittima”, in Ottobre il torneo di ”Portorose” ed in inverno tornei U.I.S.P. Pesca: Il 10 Giugno al lago di via Lunga ad Anzola gara Bologna/ Firenze. L’ 8 Luglio al lago di Ventrice (Fi) gara Firenze/Bologna. Il 16 Settembre Al lago di Longara “Gara Gastronomica”. Il 6 Novembre al Circolo CoTaBo ”Cena sociale con premiazione”. Calcio: partecipazione al campionato a 7, torneo estivo e incontro tra colleghi di Co.Ta.Bo e C.A.T Podismo: come primo anno si pensa di fare 5 gare, tre cui la “Strabologna”, “Staffetta per il 2 Agosto”, ”Camminata nordica con bastoncini”, più alcune gare ristrette ai soci. Ciclismo: organizzazione di alcune gare ristrette ai soci, gita al mare con pranzo e la collaborazione/partecipazione di altre branche. Tiro a volo: organizzazione campionato nazionale in data 16 giugno. Per quest’anno il campionato sociale non si terrà in quanto organizzare il campionato nazionale richiede molto impegno. Per i soci che volessero partecipare a queste manifestazioni si possono rivolgere ai responsabili delle branche oppure a Franco Mioli, al Circolo oppure in centrale radiotaxi. Saluti a tutti, buone gare e vinca il migliore. Franco Mioli per la Polisportiva. 23 Gruppo preghiera ALLA RICERCA DELLA BUONA NOTIZIA: Una festa di solidarietà tra i popoli! A mici taxisti… sono da poco iniziati i Mondiali in Brasile e… nel momento in cui scrivo sento nell’aria questo interesse… questa energia… (perfino le mogli guardano qualche partita) questa voglia di essere là… magari al posto di Prandelli… E che confronti di opinioni si fanno in ogni posteggio… formazioni… schemi… sostituzioni… So che lo leggerete sapendo già chi ha vinto… e chi ha deluso… eh… i tempi della stampa… Comunque approfitto dell’occasione per recuperare le parole di Papa Francesco che ci suggeriscono un taglio diverso… facendo attenzione ai valori dello sport che vanno oltre il singolo evento: “Possa questa Coppa del Mondo svolgersi con tutta la serenità e la tranquillità, sempre nel reciproco 24 rispetto, nella solidarietà e nella fraternità tra uomini e donne che si riconoscono membri di un’unica famiglia. Oltre ad una festa di sport, questa Coppa del mondo di calcio possa trasformarsi in una festa di solidarietà tra i popoli. Lo sport infatti è uno strumento per comunicare i valori che promuovono il bene della persona umana e aiutano a costruire una società nell’amicizia, nella condivisione e nella solidarietà”. Quindi Papa Francesco indica tre lezioni della pratica sportiva, tre atteggiamenti essenziali in favore della pace: la necessità di “allenarsi”, il “fair play” ed il rispetto degli avversari. “Se per vincere è necessario allenarsi, possiamo vedere, in questa pratica sportiva, una metafora della nostra vita. Nella vita è necessario lottare, ‘allenarsi’, impegnarsi per ottenere risultati importanti. Lo spirito sportivo ci rimanda in tal modo un’immagine dei sacrifici necessari per crescere nelle virtù che costruiscono il carattere di una persona. Se per migliorare una persona è necessario un “allenamento” intenso e continuo, ancora più impegno dovrà essere investito per arrivare all’incontro e alla pace tra individui e tra i popoli migliorati!”. Importante anche il ‘fair play’ perché “il calcio può e deve essere una scuola per la formazione di una cultura dell’incontro, che porti armonia e pace tra i popoli. Per vincere bisogna superare l’individualismo, l’egoismo, tutte le forme di razzismo, di intolleranza AVVISO IMPORTANTE: Amici colleghi, il Gruppo di Preghiera S. Paolo, costituito tra i taxisti COTABO sensibili ai valori dello spirito, riprenderà a Settembre: ogni secondo Martedì del mese ci incontreremo nella Sala riunioni COTABO alle ore 14.40, con l’opportunità di momenti di riflessione e di preghiera: preghiamo insieme il Rosario, quindi segue una riflessione-confronto su temi religiosi. L’invito è cordialmente esteso a tutti i colleghi taxisti! Questo nostro Gruppo, in piena comunione con la Chiesa in Bologna, è assistito dalle Suore Missionarie del Lavoro. Per contatti e informazioni: Pietro Bianco (LUCCA 4) - cell. 347.6964788 e di strumentalizzazione della persona umana. Essere “individualisti” nel calcio rappresenta un ostacolo al successo della squadra; ma se siamo “individualisti” nella vita, ignorando le persone che ci circondano, ne riceve un pregiudizio l’intera società”. Infine il Papa sottolinea che “il segreto della vittoria sul campo, ma anche nella vita, risiede nel saper rispettare il mio compagno di squadra, come pure il mio avversario. Nessuno vince da solo, né in campo, né nella vita! Che nessuno si isoli e si senta escluso! E se è vero che al termine di questi Mondiali, solamente una squadra nazionale potrà alzare la coppa come vincitore, imparando le lezioni che lo sport ci insegna, tutti saremo vincitori, rafforzando i legami che ci uniscono”. E con un tweet Papa Francesco ha augurato “uno splendido Mondiale di Calcio, giocato con spirito di vera fraternità”. Cari colleghi, prima di andare in vacanza, ci siamo trovati da poco in una dozzina nella Chiesetta di Villa Pallavicini, per celebrare l’Eucarestia assieme al Mons. Allori, ad Alberto e alle Sorelle Missionarie del lavoro, e per condividere la cena. E proprio in questo incontro ha preso corpo l’idea di andare pure noi taxisti a Roma (come, nella foto, ha fatto la nazionale di Calcio), in udienza da Papa Francesco! Taxisti di Bologna venite dal Papa a Roma! Informazioni e prenotazioni: Per chi lavora il mattino: Fortunato (Vicenza 8) Per chi lavora la sera: Pietro (Lucca 4) Quando? un mercoledì di settembre: partiremo in Pullman da Bologna nella prima mattinata e faremo rientro in serata. I taxisti del Gruppo di Preghiera “San Paolo” 25 Racconto Bertagnin (MI14) LA VERITÀ SU MODENA 16 (zirudela) 26 Ma voi la conoscete Robertina? Lui ha provato lesto ad imbrigliarla Una taxista bionda e un po’ magrina S’è allor difesa lei assai gagliarda Che sembra una gran brava persona E a fronte le sue scettiche opinioni Vivace, dolce, forse un po’ b..sona Ha confutato tutte le obiezioni Perché mentre tu sudi a far l’incasso Al marketing, una delle commissioni, Lei è già andata a Lugo ed a Chivasso Si distingue nel rompere i maroni Sfruttando quella dote sua migliore Lì il grafico l’ascolta disperato Che ha a che fare con il posteriore Mentre dice ciò che pensa inadeguato La Robby ha certo un’ossessione Il carattere è per lei sempre piccolino La dignità per chi fa conduzione E l’azzurro un po’ troppo celestino Per lei il secondo guidatore Buone idee però a volte partorisce È figlio d’un oscuro Dio minore Ed è indubbio l’impegno che elargisce Forse che il marito l’Albertino Ai posteggi lei ti guarda con gli occhioni La tratta come fosse un cagnolino? Poi sbatte varie volte i suoi ciglioni Non credo, anzi a me mi pare E se non si va mai più via di lì Che fra lor sia lei quella a comandare Non si scompone, lei ha il fattore C Un giorno se ne è andata da Carboni Insomma questa è Robby, la Bonetti Non certo per rompergli i coglioni Il cui peso dicon sia quattr’etti Ma per una tariffa innovativa E se non ci sta dando con la chiappa Che tratta della corsa collettiva Coi mezzi guanti, guarda, è lì che chatta. TAXI MON AMOUR “SOS S. Orsola, via Albertoni 16, BOLOGNA” è squillato nel mio GoBox come indirizzo di prelievo ed ora sono davanti alla saracinesca di entrata del pronto soccorso del policlinico. La grande porta bianca si solleva e seduti sulla panchina d’attesa vedo i miei clienti: due donne sulla cinquantina suonata che circondano premurosamente un anziano signore dall’aria smarrita. Come apprenderò più tardi sono due sorelle che scortano il vecchio padre. Appena accosto si animano all’unisono e si muovono subito cinguettando dolcemente in sincronia come fossero figurine in un carillon germanico. “Ecco papà, è arrivato il taxi” dice una scattando in piedi. “Forza papà, dai sali sull’auto” fa eco l’altra prendendolo sottobraccio. “Andiamo che c’è la mamma che ci aspetta” continua la prima mentre gli apre la portiera. “Dai papà è ora di andare a casa”. Queste donne devono avere molto a cuore il loro genitore. Dimostrano grande attenzione e premura. Che bello sarebbe se, giunta la nostra ora, qualcuno si prendesse cura di noi con così tanta passione. Sono bellocce, vestite con cura ed eleganza, con trucco e acconciatura adeguati. Quella che sembra più giovane sfoggia pure una discreta minigonna che mette in mostra un paio di gambe d’annata ma ancora non disprezzabili. Anche se si vestono in maniera moderna, con un look giovanile e velatamente sexy, lo fanno con misura e buon gusto, valorizzando i residui di quella bellezza che natura diede loro anni fa, in modo da risultare ancora decisamente attraenti. Niente a che vedere quindi con quelle ridicole carampane che ogni tanto dobbiamo trasportare. Convinte di aver subito qualche strano fenomeno di contrazione del tempo, spiegabile con la relatività einsteiniana, queste mature signore 27 Racconto Bertagnin MI14 si vestono, truccano e atteggiano come le loro figlie o nipoti. Equipaggiate con vestitini da liceale e acconciature da debuttante, fanno sfoggio di improbabili seni antigravità ed inespressivi volti di plastica, tali da sembrare quelle inquietanti bambole nei film di Dario Argento. Costoro non si rendono conto che sì, la primavera è molto bella, ma che ci può essere anche uno splendido autunno. Il padre delle due signore è alto, dinoccolato, con un importante naso aquilino e una folta chioma di svolazzanti capelli bianchi sparati all’indietro, come aveva il filosofo e matematico inglese Bertrand Russell. Lo sguardo è però vuoto, l’espressione assente e risponde con mugugni e farfugli alle esortazioni delle figlie. Si muove bene e senza apparenti disagi fisici ma è chiaro che non è più ben presente a se stesso. Sembra un grosso rapace notturno che, sorpreso dalla luce del giorno, se ne sta confuso su un ramo, senza ben capire cosa gli succede attorno. La sorella maggiore sale dietro col padre, mentre quella che doveva essere una velina negli anni 80, siede davanti, così mentre vado posso rimirare di sottecchi quelle belle cosce vintage. “Ma papà non dovevi prendertela col radiologo... voleva solo vedere se ti eri rotto qualcosa...” “Mm... aagh... se... se...” “Ecco qui siamo in via Mazzini... te la ricordi eh?” “Mm... aagh... se... se...” “Cos’è’ successo?” domando sottovoce alla figlia che mi è accanto. “Nostro padre ha la malattia d’Al- zheimer e siccome era caduto in casa, l’abbiamo portato al pronto soccorso per un controllo, solo che quando hanno cercato di fargli i raggi ... l’ha presa male e ..... ha malmenato l’addetto. Di solito è buono ma qualche volta diventa manesco”. Come è noto le forme di demenza senile possono causare comportamenti aggressivi. Persone che sono state miti e dolcissime in tutta la loro vita diventano rabbiose, violente e con una insospettabile forza fisica. Arriviamo a destinazione e le figlie mi fanno entrare nel cortile dei garage dove c’è l’ingresso posteriore del condominio, giudicato più comodo per il loro genitore.Giunti davanti al portone si attivano all’improvviso, come accese in simultanea da un interruttore, mettendosi a cicalare alternativamente quali fossero pupazzi del Muppet Show. L’hanno fatto anche prima, si vede che questo modo di agitarsi e parlare l’una in contrappunto all’altra deve essere nelle loro abitudini. “Ecco papà siamo arrivati”. “Forza papà scendi che andiamo in casa”. Mentre la minore mi paga, la sorella maggiore va ad aprire la portiera al padre. La corsa sembra giunta a conclusione invece... non è così. Al momento di scendere il canuto signore non lo fa, resta tranquillo là seduto e non si muove di un millimetro. “Dai papà, ma cosa fai ... non vedi che siamo a casa” . “Mm... aagh... ne... ne...” “Scendi papà, la mamma è su che ci aspetta” “Mm...aagh...ne..ne..” “Babbo esci dal taxi che andiamo in casa e guardiamo cosa c’è per TV” Le figlie si prodigano in ogni tipo di sforzo dialettico, ma non c’è niente da fare, lui scuote la bianca criniera e non c’è verso di schiodarlo. La cosa va avanti così per un po’ con le signore che cercano di convincere il padre a mettere i piedi fuori dall’auto, blandendolo in ogni modo possibile ma gli esiti sono piuttosto deludenti: non si muove di là! In fondo è una gran bella giornata e sull’ampio sedile posteriore della mia Toyota Prius si sta così bene. Inoltre dagli sportelli spalancati entra una brezza fresca e deliziosa, chi glielo fa fare a lui di rintanarsi fra quelle quattro mura che vede ogni giorno che Dio manda in terra! Poiché con le buone non ottengono niente, le figlie provano con le cattive. Una si siede accanto e cerca di spingerlo fuori di forza, ma il nonno è alto e ben piantato e per levarlo di lì ci vorrebbe un paranco. L’altra azzarda qualche minaccia: “Papà il tassista si sta arrabbiando, deve andare a lavorare non possiamo tenerlo qui” Lui mi guarda un attimo coi suoi occhi acquosi ma io lo rassicuro con ampi cenni. Non è che magari la prende male e poi mi bussa come l’infermiere al pronto soccorso? Meglio aspettare. Questa buffa situazione è quindi in stallo palese, nonostante le signore si diano da fare in tutti i modi, zampettando avanti e indietro in uno scalpiccio di tacchi a spillo e in un tintinnar di collane e braccialetti. La velina, imbarazzatissima, mi porge dieci euro per la lunga attesa profondendosi in scuse, mentre la sorella maggiore chiama al citofono la madre in rinforzo. Compare allora un’anziana, dolce signora che porta nel volto, sulle vestigia di una antica bellezza, i segni del dolore e della fatica di dover assistere l’uomo di tutta una vita che ora ha perso purtroppo il suo senno. “Dai Pino vieni su, così stiamo un po’ insieme”. Ma lui scuote la bianca criniera rifiutando anche questa offerta affettuosa. Taxi c’est mon amour sembra voler dire e se ne sta là spaparanzato, attaccato al sedile come una cozza ad uno scoglio. Dopo un po’ spunta pure la badante con tanto di bigodini in testa: “Pino andiamo in casa, dai che ti faccio la limonata che ti piace tanto” dice col suo forte accento dell’Est. A Pino però, l’idea della limonata non gli fa un baffo. Magari oggi ha la gastrite e per lui è meglio starsene là. Quindi nonostante questo consistente dispiego di risorse le quattro donne non ci cavano un ragno da un buco e mentre la velina sempre più agitata mi rifila altri dieci euro che, da vero tassista bolognese, accetto senza fiatare , la figlia maggiore ha una illuminazione. “Proviamo a mettere l’auto vicino alla mia, apriamo gli sportelli e chissà che vedendo l’altro sedile non si sposti”. Manovriamo allora entrambe le auto in modo che siano affiancate l’una all’altra, poi spalanchiamo le portiere. Pino dà un’occhiata assente a quel lussuoso SUV ed in un istante qualcosa pare fare breccia nella sua mente confusa. Quei sedili in pelle sono troppo belli per non posarci le terga sopra, farfuglia pertanto qualcosa e subito dopo se ne esce spontaneamente dal taxi. Appena fuori viene immediatamente circondato da moglie e badante che, piene di moine, lo prendono sottobraccio, una di qua e una di là come i carabinieri con Pinocchio, e lo scortano leste verso il portone senza ulteriori danni. La cosa si è quindi conclusa per il meglio. Tutto e bene ciò che finisce bene. La signora sposta il SUV in modo che io possa manovrare per uscire, mentre la sorella, sollevata, si avvicina con in mano il suo portafoglio firmato per appiopparmi degli altri quattrini. Stavolta però non ho cuore di accettare, anche un tassista bolognese ha un limite. Mi accontento allora di un suo smagliante sorriso di ringraziamento dopodichè, data un’ultima occhiata a quelle belle zampe frutto di chissà quante sudate ore in palestra, la saluto e mi avvio. Infilo la rampa di uscita dai garage e rifletto: chissà quali pensieri ci saranno ora nella testa malandata di Pino. Difficile rispondere. Di sicuro nella mia c’è quello di chi fa il mio mestiere in una situazione come questa: andare al posteggio ed aspettare una corsa. CONVENZIONI SOLIDARIETÀ Come alcuni di Voi già sapranno, COTABO sostiene l’operato della Fondazione ANT da alcuni anni. ANT rappresenta la principale realtà non profit in Italia per l’assistenza domiciliare gratuita ai malati di tumore. Anche a Bologna e provincia ANT offre assistenza attraverso figure professionali specializzate. I medici ANT sono anche impegnati nella prevenzione oncologica con progetti gratuiti di diagnosi precoce del melanoma, dei tumori tiroidei, ginecologici e con campagne di sensibilizzazione sanitaria nelle aziende e nelle scuole. www.ant.it Per poter continuare a sostenere questa nobile causa, Cotabo e ANT cercano nuovi volontari fra i tassisti che possano adottare il progetto ‘Professione tassista’, il libro che il noto giornalista e fotoreporter Mario Rebeschini ha iniziato a realizzare e attraverso il quale immortala le giornate di un professionista sul suo mezzo. L’intero ricavato dell’offerta del libro andrà a sostegno dei progetti di assistenza e prevenzione ANT del prossimo anno. Il libro sarà pronto per essere distribuito i primi mesi del 2015. Chi di voi fosse disponibile ad aiutarci può contattare [email protected] o 347/4514171 29 Y LANFR L E D IELLE STOR SE METTI IL RUSCO NEL TASSÌ NON LO DIMENTICHI LÌ PERCHÈ PUZZA DI LETAME CH’È UN ODORE MOLTO INFAME C’è un amico un po’ sbadato che nel taxi ha lasciato, li di dietro sul sedile, un sacchetto che incivile anche se differenziato puzza che vi toglie il fiato. S’è scordato, quel tapino, di buttarlo nel cestino dei rifiuti e alla chiamata subito lui l’ha “schiacciata”. È “Bilaurea” sto burlone che non perde l’occasione di lavorare solerte sia con maschi che con berte. È partito lestamente per pigliare quel cliente che gentile e un poco mesto, lui doveva fare presto, non ha detto a quell’autista di quella tremenda svista, ma li dentro a quel sacchetto un fetore da “rigetto” si levava dietro loro con pochissimo decoro: quella puzza esagerata non fu proprio denunciata! Arrivati alla Stazione, il cliente ed il burlone, il tassista smemorato dopo avere salutato si son presto separati anche un poco preoccupati: tutti due pensavan molto a chi era quello stolto che faceva un gran fetore che non era di sudore, era una landra forte che precedeva la morte. Dopo un paio di clienti, che non fecero commenti, finalmente il nostro bravo che era rimasto ignavo, si accorse, costernazione, della brutta situazione, quel bel mucchio di rifiuti in quel sacco contenuti come un cane ben bagnato puzzavan da toglier fiato. Berna undici, sto bravo, che dell’onestà lui è schiavo, si domanda ancora adesso cosa mai fosse successo se al posto di quel letame dopo accurato esame c’era un oggetto prezioso? Un cliente dispettoso cosa avrebbe fatto lesto? Lo prendeva, e molto presto, se lo ficcava in la tasca proprio come Vallanzasca! SE AL BAR TI VUOI RECARE TU TI DEVI SPRENOTARE Il tassista, voi sapete, ha il cervello sempre in quiete. Vuoi perchè si scorda spesso, anche se si reca al cesso, vuoi perchè vuol fare il furbo e recare un gran disturbo a coloro che solerti tu sgarbato non li avverti. Anche prima che il “sistema”, non faceva “pagar pena” (dopo la seconda chiama per un’ora ti proclama che sei sordo alla chiamata e questa è una gran trombata, che però io condivido e del fatto io mi fido) io sempre mi sprenotavo perchè ciò che io pensavo era che se qualcheduno veniva al mio “raduno” poteva saper di certo che se ci sono li avverto. Infatti ho i testimoni che non sono dei coglioni che posson dare conferma che la macchina, anche ferma, li non era prenotata perchè se no è una boiata. Ma son molti gli sbadati che si lascian prenotati: tanti lo fanno scordati, e qualcun perchè son nati per fregar qualche collega perchè a lor non glie ne frega d’esser poco o niente onesto per andarsene via presto. Che volete amici cari sian cavalli oppur somari sono sempre nella media che recitan la commedia di apparire belli e buoni mentre lor fanno i furboni. IL PRIMO TAXI DI BOLOGNA chiama il tuo taxi con: “ ”