Associazione Docenti Italiani http://www.adiscuola.it L'IMPERVIO CAMMINO DELLA VALUTAZIONE DELLE COMPETENZE Uno studio della DEPP francese di Norberto Bottani L'impervio cammino della valutazione delle competenze - di Norberto Bottani ADi Associazione Docenti Italiani Premessa Lo zoccolo comune delle competenze e delle conoscenze in Francia è definito da un decreto del 2006 applicativo della riforma del 2005, Loi d'orientation et de programme pour l'avenir de l'école, la quale ha l'obiettivo ambizioso di “garantire a ciascuno studente, alla fine dell'obbligo scolastico quantomeno l'acquisizione di uno zoccolo comune di conoscenze e competenze, indispensabile per completare con successo la propria scolarità, proseguire negli studi, costruire il proprio avvenire personale e partecipare attivamente alla vita sociale. Lo zoccolo comune comprende sette competenze fondamentali, mutuate dalle competenze chiave europee, tra le quali si annovera: 1) la padronanza della lingua francese, priorità assoluta, che implica la competenza in lettura (capacità di capire testi scritti di varia natura), scrittura ed espressione orale, 2) i principali elementi della cultura matematica, scientifica e tecnologica. Dopo 6 anni dal suo varo si riscontra che le scuole e gli insegnanti non hanno avuto strumenti e formazione sufficienti per raccogliere questa sfida, anche se il processo è stato seguito molto più da vicino rispetto al così detto nuovo obbligo in Italia. L'indagine della DEPP francese, la Direzione della Valutazione, che di seguito viene presentata, illustra i problemi non risolti e le difficoltà che scuole e insegnanti stanno affrontando per conseguire l'obiettivo ambizioso fissato dalla legge in un sistema scolastico che non è affatto cambiato. Il dato più eclatante è la riproduzione scolastica delle discriminazioni sociali. Tutto o quasi come prima, nell'eterno dilemma di innovare nel mantenimento della tradizionale suddivisione delle discipline e della tradizionale organizzazione degli studi. Dei vari saggi presentati nella documentazione della DEPP si analizzerà in particolare quello che riguarda la valutazione delle competenze, una questione tutt'altro che semplice e ancora in grande misura irrisolta. L'impervio cammino della valutazione delle competenze - di Norberto Bottani 2 ADi Associazione Docenti Italiani La valutazione delle competenze secondo la Direzione francese DEPP La DEPP (Direction de l'Evaluation, de la Prospective et de la Performance), la Direzione della Valutazione del Ministero dell'istruzione francese, ha recentemente pubblicato un volume dedicato agli studenti, alle loro conoscenze e competenze e ai loro percorsi scolastici: “Les élèves: connaissances, compétences, et parcours. La Documentation française, Paris, 2011” Il volume riunisce saggi di diversi collaboratori della DEPP. Uno di questi, “L'attestation de la maîtrise du socle commun est-elle soluble dans le jugement des enseignants?”, affronta la questione della valutazione delle competenze definite nello “zoccolo comune” che tutti gli studenti francesi dovrebbero padroneggiare alla fine della scuola dell'obbligo. Gli autori del saggio, Jeanne-Marie Daussin, Thierry Rocher, Bruno Trosseille,si chiedono se ci si possa fidare completamente delle valutazioni delle competenze fatte dagli insegnanti alla fine del collège (la scuola media francese di 4 anni), considerato che si riscontrano divergenze con i test nazionali esterni predisposti dal Ministero in lingua e in matematica. Giudizi diversi fra certificazioni del libretto personale e risultati dei test nazionali Il libretto personale delle competenze (LPC) accompagna ogni allievo dalla prima elementare fino a 16 anni e ne attesta le competenze acquisite con una specifica certificazione a fine obbligo o a fine collège (un'accurata descrizione del Libretto si trova sul sito dell'ADi a cura di Claudine Rayvan ). Lo studio, condotto dai ricercatori della DEPP su un campione rappresentativo di 269 scuole medie francesi, ha comparato gli attestati rilasciati dai professori con i risultati conseguiti dagli stessi studenti nei test nazionali di francese e matematica. Globalmente la percentuale di studenti che hanno ricevuto dai loro professori la certificazione di padronanza della lettura è leggermente superiore a quella degli studenti che l'hanno conseguita sulla base dei punteggi del test nazionale di francese (88% rispetto all'82%). L'analisi dettagliata di questa valutazione rivela però che non si tratta degli stessi studenti. Ad esempio il 6% di allievi che hanno superato il test nazionale in lettura non ha ricevuto l'attestato di competenza dai propri insegnanti, mentre il 12% degli studenti che non padroneggiano le competenze secondo i risultati dei test nazionali, hanno ricevuto certificazioni positive dai loro insegnanti. La padronanza della competenza in lettura è dunque attestata con più “larghezza” dai voti degli insegnanti che dai test, con varie incongruenze tra le due valutazioni. In matematica si constata lo stesso fenomeno, ma con un'inversione della tendenza: i giudizi dei professori nella certificazione della competenza matematica sono più severi rispetto a quelli registrati dalle prove nazionali (85% rispetto al 90). Ci si può a questo punto chiedere il motivo di tale discrepanza fra valutazioni dei docenti e risultati dei test nazionali. Quando il giudizio interno alla scuola è più “benevolo” rispetto ai test esterni, si può pensare che la valutazione interna assuma altri parametri oltre alla certificazione obiettiva delle competenze, quali il comportamento, l'impegno, le condizioni di partenza ecc... Nel caso inverso le motivazioni delle differenze di giudizio assumono altre caratteristiche più legate, evidentemente, alla disciplina e al tipo di prove proposte. L'impervio cammino della valutazione delle competenze - di Norberto Bottani 3 ADi Associazione Docenti Italiani Due interrogativi sulla certificazione delle competenze L'analisi dei dati raccolti dai ricercatori della DEPP fa sorgere perplessità e solleva due tipi di domande: • come si certificano le competenze nella procedura adottata dalle scuole per attestare la padronanza dello zoccolo comune? In via sussidiaria si tratta di sapere se si possono certificare le competenze a partire dai criteri di valutazione dei professori senza correre il rischio di nuocere all'equità di trattamento degli studenti; • come si può ridurre la variabilità dei giudizi degli insegnanti con un uso più oculato delle prove strutturate? È necessario indubbiamente disporre di prove strutturate ossia di test, ma è estremamente complicato rendere obiettivi i criteri di valutazione delle competenze. Questo è il problema. L'equità dei giudizi non è assicurata Secondo la legge scolastica del 2005, la padronanza dello zoccolo comune condiziona la promozione da un anno all'altro ed è una condizione "sine qua non" per conseguire il certificato di conclusione della scuola dell'obbligo. Il sistema scolastico dovrebbe dunque aiutare coloro che incontrano difficoltà a superare i vari gradini del percorso scolastico in particolare il passaggio della 5ª elementare alla 1ª media e quello dalla scuola media all'insegnamento secondario di 2º grado. La piaga delle lezioni private Ora se è vero che il sistema scolastico francese prevede una gamma di interventi per aiutare gli studenti deboli, è altrettanto vero che molti studenti dichiarano che per riuscire a scuola devono ricorrere ad aiuti esterni (lezioni private a pagamento) o a quello dei genitori. Dunque qualcosa non va. Uno studente su 10 rientra già in questa situazione 6 mesi dopo l'inizio della scuola media. Nel saggio di Daussin e collaboratori si dimostra che questo ricorso ad aiuti esterni alla scuola è sovente disuguale e varia a seconda delle categorie socio-professionali dei genitori e di altre caratteristiche della famiglia. Questa situazione è nota, ma risulta comunque impressionante la proporzione di studenti che prendono lezioni private a pagamento. E' una prova lampante di ingiustizia e di incapacità del sistema scolastico di sviluppare le competenze di base, e non soltanto di fare apprendere le conoscenze delle discipline. Chi guadagna e chi perde nella valutazione delle competenze Ci si può dunque fidare del giudizio dei professori per certificare la padronanza delle competenze ? Questa è la domanda fondamentale che occorre porsi. Un conto è parlare di competenze, altro è certificarne obiettivamente l' acquisizione e la padronanza, un problema estremamente complicato. Dai risultati forniti dai ricercatori si deve dedurre che i voti dei professori non sono affidabili così come non lo sono gli indicatori nazionali di risultato in materia di competenze. Quali studenti traggono vantaggio dalla valutazione delle competenze? Gli studenti che dichiarano di considerarsi “buoni allievi” hanno maggiori probabilità di ottenere l' attestato di padronanza delle competenze rispetto agli allievi che, al contrario, si reputano “pessimi allievi”. L'impervio cammino della valutazione delle competenze - di Norberto Bottani 4 ADi Associazione Docenti Italiani Questo fa pensare che l' autostima giochi un notevole ruolo nella certificazione delle competenze acquisite. Quali studenti sono più penalizzati dalla valutazione delle competenze? L'indagine dimostra che ci sono gruppi di studenti che sono più penalizzati di altri. E' il caso dei maschi, che hanno meno probabilità di acquisire l'attestato di padronanza delle competenze rispetto alle femmine, sia in francese che in matematica. La stessa situazione sfavorevole si osserva per gli studenti in ritardo, ossia per i ripetenti e per coloro che sono stati bocciati in precedenza. Analoga condizione di svantaggio si ha in riferimento al background socio-economico, quando il capofamiglia è un operaio, un pensionato o una persona inattiva. Lo stesso Libretto Personale delle Competenze non garantisce una certificazione giusta e corretta Questi risultati non sorprenderanno affatto i valutatori, i quali da tempo attirano l'attenzione sui limiti della valutazione numerica, ossia sui voti assegnati dagli insegnanti. In Italia, grazie ai lavori recenti dell'INVALSI è stato dato ampio risalto alla divergenza tra valutazioni degli insegnanti e risultati delle prove nazionali. Ciò che è interessante nella ricerca francese è un altro aspetto, ossia il riproporsi dei limiti valutativi anche nella certificazione delle competenze attraverso il nuovo strumento del Libretto Personale delle Competenze (LPC). Le discriminazioni sociali nella scuola non scompaiono, anzi riappaiono sotto altre spoglie. Così se è vero che i voti degli insegnanti non sono giusti, non lo è nemmeno la valutazione delle competenze attraverso il nuovo strumento del Libretto personale. E non lo è nemmeno in quelle scuole che hanno lavorato seriamente e con rigore, come quelle analizzate dalla DEPP. L'impervio cammino della valutazione delle competenze - di Norberto Bottani 5 ADi Associazione Docenti Italiani Valutazione della lingua scritta e orale: le divergenze fra docenti di discipline diverse e fra le scuole In un altro saggio contenuto nel documento pubblicato dalla DEPP si svolge un'analisi del ruolo e dell'importanza attribuiti alla scrittura e all' oralità nella scuola media: La place et le rôle de l'écrit et de l'oral au collège a cura di Catherine Régnier . Quest'analisi sul ruolo e gli obiettivi assegnati dai professori della scuola media ai testi scritti e all'oralità (ossia alla capacità di esprimersi correttamente, di esporre oralmente quanto si è appreso oppure di intervenire in modo appropriato nelle discussioni) fa emergere le diverse rappresentazioni che i professori hanno dell'importanza della scrittura e della comunicazione orale a scuola. L'indagine rivela che la rappresentazione degli obiettivi pedagogici di queste competenze (che sono prioritarie) varia moltissimo a seconda delle disciplina che si insegna e ancor di più da una scuola media all'altra. Per la maggioranza dei professori del collège la pratica della scrittura in classe serve soprattutto a “serbare traccia delle lezioni”, ma c'è un'eccezione rilevante: per i professori di francese, ossia della lingua madre, la scrittura serve “a sviluppare il pensiero”, a construire sa pensée. La varianza di giudizio è di 1 a 5 fra i professori di fisica e di francese. Ciò sta a significare che fra gli insegnanti vi è una grande differenza di giudizio per quel che riguarda l'importanza di alcune competenze chiave come quella della padronanza della scrittura o dell'espressione orale. I limiti dell'adozione dello zoccolo comune Queste indagini non diminuiscono affatto l'interesse dell'approccio per competenze ma mostrano ancora una volta i limiti dell'adozione dello zoccolo comune di competenze nelle scuole medie francesi, ma non solo. L'impulso verticistico e burocratico per adottare l'approccio per competenze è fin qui fallito. Non è bastata l'adozione del Libretto Personale delle Competenze per generalizzare una pedagogia imperniata sullo zoccolo comune. Le scuole e gli insegnanti si sono adoperati per salvare capra e cavoli, ossia per amalgamare alla meno peggio un approccio per competenze ed uno per conoscenze disciplinari, senza per altro riuscirci, come dimostra quest'indagine della DEPP. Non poteva essere diversamente perché il problema è assai complesso e da soli gli insegnanti e le scuole non sono in grado di risolverlo. Il risultato però è allarmante perché la teoria dello zoccolo comune come è stata fin qui impostata mantiene drammaticamente le disuguaglianze che i ragazzi portano con sé, con un impatto negativo sul conseguimento del certificato dell'assolvimento della scolarità obbligatoria. A quest'indagine se ne possono aggiungere molte altre che hanno dimostrato le ambiguità della valutazione delle competenze. Esse rivelano tra l'altro che le culture disciplinari dei docenti generano percezioni totalmente diverse delle competenze di base. Occorre quindi percorrere ancora molta strada prima di riuscire a sincronizzare le rappresentazioni dei professori della scuola media e ci vorrà ancora tempo prima di disporre di metodi meno precari di valutazione che attestino la padronanza delle competenze fondamentali alla fine della scuola dell'obbligo. Probabilmente tutto questo succederà quando il sistema scolastico attuale con le sue tradizioni e le sue modalità di funzionamento sarà scomparso e sarà finalmente sostituito da un sistema scolastico del tutto diverso. L'impervio cammino della valutazione delle competenze - di Norberto Bottani 6