ANNO XLVI - N° 3 - GIUGNO 2014
75° DELLA CONSACRAZIONE DELLA CHIESA PARROCCHIALE - 1938
Particolare della cupola
COMUNITÀ - PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA - CANEGRATE
ANNO XLVI N° 3 - GIUGNO 2014
IN QUESTO NUMERO:
1
2
4
5
7
8
9
10
14
16
17
19
20
21
24
Editoriale del Parroco. La Messa è finita: ora andate e vivetela
Professione di Fede 22-24 aprile 2014 - di Alessia Campagnola
Fiaccolata: la ricarica che ti serve! - di Anna Garegnani
Religione e Pubblicità… - di Francesco Fusi
Dalla Commissione Missionaria
Carlo Zardin diventa diacono
Perché questo intervento sulla Canonica?
Speciale Sacramenti
San Siro: incontro cresimati con il Cardinal Scola: AA. VV.
L’organizzazione della Carità - III parte
Pellegrinaggio a Sotto il Monte: ne avevo bisogno e non lo sapevo…
GRIF - a cura della Commissione Famiglia
Notizie da un mondo spesso dimenticato
Giochi e buonumore
Offerte da metà aprile a metà giugno 2014
Redazione: Innocente Campesato, Mascia Capponi, Emanuela Incicco, Giuseppino Pigaiani e i
sacerdoti di Canegrate.
Impaginazione e grafica: Giuseppino Pigaiani
Stampa: Giovanni Incicco
Copertina: Emanuela e Giovanni Incicco.
Diffusione e Abbonamenti: Addetti Buona Stampa.
Sito Internet: www.oratoriocanegrate.it (“Comunità” scaricabile in Pdf)
COMUNITÀ - PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA - CANEGRATE
ANNO
XLVI N° 3
GIUGNO
2014
C
elebrare un rito non è qualcosa di magico, qualcosa di
estraneo alla vita; è, invece, attingere alla forza di Dio per cambiare se
stessi. La Messa termina con poche
parole, semplici e chiarissime: andiamo in pace, andate…
• Cioè: quello che hai celebrato,
vivilo. Tutta la tua vita diventi
un donarsi!
Domandiamoci: è necessario
andare a Messa per essere cristiano? Certo!
Ma, attenzione, non basta!
Non si può dire semplicemente
che il cristiano è colui che va a
Messa; ma è colui che, proprio
perché va a Messa, vive per
amore, nell’amore, tutte le sue
giornate, le sue azioni, i suoi
pensieri, i suoi sentimenti.
Attingendo all’amore di Cristo.
Domandiamoci ancora: può fare
del bene, può amare anche chi
non va a Messa? Certo.
Ma esser cristiano non è solo
fare del bene, bensì tendere a
donarsi senza limiti, come Gesù
Cristo.
E per amare senza limiti, bisogna
essere profondamente legati a
Gesù Cristo.
Questo avviene attraverso la
Messa, nella quale noi riceviamo
in dono la forza e l’amore suo.
Realisticamente, è impossibile
amare come Gesù Cristo con le
nostre deboli forze e chi vuole
amare senza partecipare alla
Messa, in verità, si autolimita.
• Ancora: con la Messa, la vita è
chiamata a diventare ringraziamento.
La messa infatti si chiama anche
Eucaristia e questo termine significa proprio ringraziare.
La vita quindi diventi risposta
La Pentecoste: Gesù effonde lo Spirito Santo su Maria e gli Apostoli riuniti nel Cenacolo, poi li invia a due e due ad annunciare il Vangelo.
all’amore gratuito di Dio.
Non si vive la vita cristiana per
dovere, tanto meno per obbligo o
come un peso.
Andiamo a Messa per vivere
tutta la vita come un grande
grazie.
Ecco perché essere cristiani non
è solo cosa buona e giusta, ma
anche bella!
È bello percepire che all’inizio
della nostra vita ci sta un amore
gratuito, quello di Dio. Ed è
“normale” allora rispondere alla
gratuità con un’altra gratuità. Ed
è altamente gioiosa.
Ecco perché il fondamento della
gioia cristiana non sta nel successo di una nostra iniziativaattività, ma nella certezza di questo amore fedele e davvero potente di Dio.
• Andate!
È l’invito forte del sacerdote.
Sarà la vostra vita a dire che
voi avete partecipato alla Messa. Si capirà da come vivrete.
1
E ditelo a tutti, con la vita; solo
dopo, magari, anche con le parole.
A volte noi cristiani siamo accusati. Dicono che siamo come
tutti, o anche peggio.
Per un verso non ci meravigliamo, perché lo sappiamo che siamo peccatori. Ma questo non
deve diventare una scusante.
In effetti, ci sono cristiani che
pregano anche tanto, ma poi rimangono duri, acidi, bruschi,
prepotenti, continuano a parlar
male degli altri…
E allora?
Vuol dire che non hanno capito la forza sconvolgente della
Messa.
Si dice che la fede si comunica
per attrazione.
Deve essere attraente.
Ecco, la comunità cristiana
non si deve riconoscere dalle
strutture belle e nuove, dalla solennità delle celebrazioni, dalla
perfetta organizzazione, dalle
iniziative estrose, scintillanti,
COMUNITÀ - PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA - CANEGRATE
ANNO
XLVI N° 3
GIUGNO
2014
spettacolari, ma dal tipo di
rapporto che esiste tra persone anche molto diverse, dalla comunione tra persone
che peccano anche, ma che
sanno chiedere e dare perdono.
Questo è attraente, questo
colpisce e fa pensare, questo
fa nascere la voglia di far
parte di una comunità così.
• Bellissima cosa è l’amicizia.
È certamente di grande aiuto, sia nella vita individuale
che in quella sociale.
Ma la Chiesa non è semplicemente un gruppo di amici.
L’amicizia per natura sua è
selettiva, e inoltre può affievolirsi, e allora…
Invece il rapporto fra le persone, nella chiesa, è di altro
tipo.
A tenere insieme i cristiani
non è tanto l’amicizia, ma
la
Messa,
cioè
la
“comunione” con Gesù
Cristo.
L’espressione “fare la comunione” ha almeno due risvolti. Il primo richiama il
gesto nella Messa attraverso
il quale noi “facciamo comunione con Cristo”; il secondo è: proprio perché sei
in comunione con Cristo sei
chiamato a “fare comunione
forte” con gli altri. Tutti.
Senza escludere nessuno. E
allora è possibile amare
anche i nemici, quelli con
cui non sono d’accordo su
certe idee, anche chi ti fa
un torto, anche chi ha un
caratteraccio. E’ anche
possibile che tu decida di
cambiare il tuo caratteraccio.
Proprio come ci chiede e ci
dona l’amore di Cristo in
croce, reso presente per
sempre nella Messa.
Proprio per questo noi veniamo a Messa: per prendere questo modo di amare e portarlo a tutti.
(Fine delle 5 puntate)
“
Perché cercate tra i morti Colui
che è vivo?”, la frase dal Vangelo di Luca (Lc 24,25) riecheggia
in San Pietro, gremita di persone eppure in
un silenzio di attesa.
“Ripetiamo tre volte insieme: Perché cercate tra i morti Colui che è vivo?”. Questa
volta la piazza prende vita,si anima di una
voce polifonica che si unisce a quella del
Santo Padre.
Eccoci all’apice del percorso che vedrà
la sua conclusione a Settembre , durante
la messa in cui, davanti a tutta la comunità,
verrà pronunciato il credo dai nostri quattordicenni, futuri animatori.
Nessuno incontro di catechesi a cui hanno
assistito durante gli anni vale quanto quello enunciato dal Papa, originario di Buenos
Aires. Lo si capisce dall’urlo di gioia al pronunciare la presenza della diocesi di Milano
a Roma , dal collo allungato per poter superare con lo sguardo le teste dei tanti fedeli che si accalcano vicino alle transenne per vedere la figura del successore di Pietro, dal silenzio assoluto che riescono a serbare per il discorso durante l’ udienza, proprio loro, i ragazzi che
spesso ci hanno fatto arrabbiare per la difficoltà nell’avere la loro attenzione
durante i nostri incontri settimanali . Da tutti questi segnali comprendo con
quanto desiderio hanno atteso questo momento che finalmente è arrivato e che
rimarrà eterno nella loro memoria come tutti gli attimi che abbiamo vissuto
nel nostro pellegrinaggio.
A questi ragazzi, come ad ogni persona raccolta tra le braccia dell’imponente costruzione berniniana, il Papa rivolge questa domanda “Perché cercate
tra i morti Colui che è vivo?” ripetendola diverse volte, ogni volta con intensi2
COMUNITÀ - PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA - CANEGRATE
tà
rinnovata.
Perché,
chiede Bergoglio, ci lasciamo sedurre
dalle felicità vane che oggi sono e
domani non saranno più, perché
cediamo ai fallimenti, quando ci
sentiamo abbandonati da tutti, anche
dagli amici come è successo a Gesù,
non preghiamo e lasciamo che ci
conducano false speranze? Perché
tra le cose morte cerchiamo quella
che è la gioia vera, la speranza che
fa smuovere le pietre dei sepolcri
dentro i quali noi stessi ci siamo
richiusi? Gesù non è più tra ciò che
è morto, è vivo!
È Papa Francesco stesso a ricordarci il perché : “Non è facile essere
aperti a Gesù. Non è scontato accettare la vita del Risorto e la sua presenza in mezzo a noi.” Eppure Lui
ci viene incontro,corregge le nostre
strade, cammina a fianco a noi come
ha fatto con i discepoli di Emmaus,
si lascia toccare da Tommaso che
chiede le prove della Resurrezione,
ci chiama per nome come ha fatto
con Maria Maddalena e ci scuote
dal nostro pianto per ricordare che Lui è vivo, che non c’è nulla
di cui temere. Ovunque noi siamo,
in qualsiasi via siamo finiti, Cristo
ci raggiunge.
Gesù ci ha trovati assonnati il
Lunedì santo, 22 Aprile, pronti per
partire per questo viaggio, si è nascosto dietro le colonne di San Pao-
ANNO
lo fuori dalle mura per osservare noi
a bocca aperta nel guardare la bellezza dei mosaici che raffigurano i
papi, ha ascoltato le nostre voci che
con canti animavano la messa fatta
con il decanato Villoresi. Gesù è
anche stato le parole del cardinale
Angelo Comastri che nella splendente
basilica
barocca
ha
ricordato
la
figura
di
San (finalmente lo si può dire) Giovanni Paolo II incitando a non vivere la vita come una sigaretta che
diventa cenere, ma ad “Aprire, anzi,
spalancare le porte al Signore!”. Cristo è stato il dito dipinto del Gesù di Caravaggio
che indica San Matteo e lo chiama
per essere suo discepolo, è stato
nelle risa, nelle nostre mani
che hanno accolto l’altro, sia esso il
compagno di camera o il povero a
cui abbiamo dato da mangiare, si è
manifestato in quel bambino che a
San Pietro, aggrappato alla mamma, dormiva sfiancato dalla pioggia
che ha bagnato la piazza fino a pochi minuti prima la comparsa del
Papa. È il Pane e il Vino che ogni
giorno ,“fino alla fine del mondo”(Mt 28,20), si offre per noi.
Come non gioire a tale bellezza?
Come resistere alla voglia di urlare
al mondo quanto sia piena la vita
nell’ essere cristiani, della marcia in
più che si ha nello stare con Cristo?
3
XLVI N° 3
GIUGNO
2014
Questo è il Credo che vogliono pronunciare con entusiasmo i nostri
ragazzi, questo è quello che pronunciamo tutte le domeniche e che dovremmo dimostrare con la nostra
vita ogni giorno.
Noi, quattordicenni , educatori,
Don Andrea e Suor Amparo, ci siamo lasciati trasportare da questa
Gioia incontrollabile, abbiamo
smesso di cercare tra i morti Colui
che è vivo e abbiamo iniziato a
guardarci intorno tra le cose viventi,
scoprendo che Lui è sempre stato
qui a fianco a noi a Roma così come
a Canegrate e a San Giorgio.
Di questa incontenibile energia
ci siamo riempiti e sotto le mura del
Colosseo a squarciagola abbiamo
cantato, sulla base strimpellata dalla
nostra fantastica suora, la canzone
che ci ha accompagnati nel nostro
viaggio e che rappresenta un po’
la
forza che portiamo a casa: “Cammina sulle orme del Signore non solo con i piedi, ma usa soprattutto il cuore. Ama, chi è con te.
Cammina con lo zaino sulle spalle,
la fatica aiuta a crescere, nella condivisione … Danza la vita al ritmo
dello Spirito, danzadanza al ritmo
che c’è in te, Spirito che riempie i
nostri cuori, danza assieme a noi!”
L’educatrice Alessia Campagnola
COMUNITÀ - PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA - CANEGRATE
P
oter partecipare alla fiaccolata dell’oratorio può voler
dire una sola cosa: giornate da cui
ripartire.
L’oratorio propone l’esperienza
della fiaccolata come testimonianza
di una Fede che corre, nel nostro
caso pedala, con le gambe dell’uomo.
L’esperienza della fiaccolata ci
insegna come noi non siamo Chiesa
da soli, ma che anche altre persone
in lontane città e diversi luoghi vivono Cristo, magari in maniera diversa ma ugualmente autentica.
Così la fiaccolata acquista un
ANNO
valore missionario: si porta il fuoco
della Fede da un posto ad un altro, e
per chi ci vede diventiamo una testimonianza concreta.
Sono giorni che ti danno la spinta a ripartire: ti è chiesto di pedalare
senza pensare alle preoccupazioni
che hai lasciato a casa; ti è chiesto
di condividere la fatica con altre
persone e allo stesso tempo di metterti al servizio degli altri.
Soprattutto bisogna tenere a
mente, aiutati dai semplici momenti
di preghiera, che si sta pedalando
insieme per portare Gesù nel nostro
paese, per ricordare a tutti quelli che
4
XLVI N° 3
GIUGNO
2014
ci attendono che abbiamo bisogno
della luce della Fede, per illuminare
le nostre vite.
Le giornate passano molto velocemente, non c’è tempo per intristirsi, o isolarsi, bisogna pedalare!
Anche le incomprensioni, che
trovano purtroppo sempre un po’ di
spazio, devono essere superate velocemente perché serve la grinta di
tutti e un buon clima per pedalare
insieme.
Già, pedalare insieme insegna
molte cose, ti apre un po’ di più lo
sguardo sugl’altri.
Pedalare insieme vuol dire saper
stare al passo con gli altri facendo
uno sforzo in più o rallentando un
po’ il ritmo, vuol dire saper guardare indietro per vedere se ci sono tutti
i tuoi compagni di tappa, vuol dire
essere pronto a dare il cambio a chi
non ce la fa più, oppure tagliare la
scia del vento per quello dietro di te
che anche se stanco vuole pedalare.
Sono giorni che regalano sempre
una Gioia vera ed è solo con la gioia
nel cuore che si può trovare il volto
di Cristo e imparare a vivere come
lui.
Quest’anno ci siamo fermati a
metà percorso a Colle don Bosco,
dove arrivati stremati, siamo stati
accolti da un padre salesiano il quale ci ha spiegato in sintesi la vita
don Bosco, ci ha invitati a vivere
l’esperienza che stavamo facendo
come un punto di partenza per essere cristiani migliori. Con questo presupposto abbiamo continuato fino a
Canegrate dove la comunità ci ha
accolti.
Un particolare pensiero va a chi
nonostante gli impegni familiari e
lavorativi riesce comunque a mettere cuore e impegno per organizzare
la fiaccolata permettendo a noi giovani di poter vivere una delle esperienza migliori che la comunità ci
offre.
Anna Garegnani
COMUNITÀ - PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA - CANEGRATE
ANNO
P
XLVI N° 3
GIUGNO
2014
valori e delle credenze tradizionali. Al servizio dello
status quo, la pubblicità si è nondimeno identificata con
un profondo cambiamento dei valori, una rivoluzione
dei costumi e della morale iniziata nei primi anni del
secolo e proseguita fino ai giorni nostri. La pubblicità
quindi non solo punta sulla desolazione spirituale della
vita moderna, ma tenta anche di eliminarla, dissacrando
quello che è stato, fino a poco fa, il terreno più fertile
nel quale potesse alimentarsi: la religione.
Questa tendenza dissacrante non è certo nuova, ma
già da tempo esiste, e tuttora continua a persistere. Prendiamo due esempi noti ai più e meno giovani. Nei primi
anni settanta, la campagna pubblicitaria dei "Jeans Jesus", affidata ad Oliviero Toscani e ad Emanuele Pirella,
i quali crearono gli slogan "non avrai altro jeans all'infuori di me", a commento di una immagine provocatoria
raffigurante un personaggio con i jeans sbottonati a livello del pube, e il più celebre "chi mi ama mi segua",
unito all'immagine del fondo schiena femminile velato
da jeans alquanto succinti, destò tanto scalpore, proprio
a causa della sua irriverenza e blasfemia, che si manifesta nell'associazione diretta di una forma, palesemente
erotica, e di uno slogan, immediatamente riconducibile
alla fede cristiana, da assumere un'importanza fondamentale nella storia della pubblicità perché, come scriveva Pier Paolo Pasolini in un articolo sul Corriere della
Sera, si tratta di un "fatto irreversibile anche se molto
anticipato: il suo spirito è il nuovo spirito della seconda
rivoluzione industriale e della conseguente mutazione
dei valori."
roponiamo qui un interessante contributo che
ci è giunto da un giovane parrocchiano. Lo
facciamo volentieri, per i contenuti del testo, ma anche
perché riteniamo che “Comunità” potrebbe diventare,
se si vuole, anche un luogo di incontro di idee e proposte sulla nostra vita di comunità e sulla fede in genere.
Grazie a Francesco e a tutti coloro che collaboreranno.
Molti studiosi ritengono che nella società contemporanea la pubblicità sia giunta ad influenzare talmente
tanto la vita delle persone da assumere un nuovo ruolo
all'interno di essa. La sua funzione primaria, ossia quella
di pubblicizzare, e quindi di far conoscere qualcosa, che
sia un oggetto, una moda, un esperienza o altro, ad un
pubblico più o meno vasto, provoca delle conseguenze
che hanno delle ripercussioni notevoli su tutta la società.
Questo meccanismo, come per ogni altro veicolo comunicativo, perché possa adempiere pienamente al suo scopo (informatore, persuasore ecc) necessità di una forma,
percepibile coi sensi, che sia in grado di comunicare un
contenuto, che a sua volta plasmi la forma e che sia fruibile attraverso la sua rielaborazione con la mente. Le
forme usate dalla pubblicità, che vengono ottenute
dall'unione di immagini e suoni, e i messaggi che sottintendono, creano, in questi ultimi decenni un patrimonio
collettivo di immagini che va a costruire una sorta di
cosmologia profana, e se nei paesi sviluppati si valuta
che il martellamento pubblicitario abbia più di 2500 impatti per persona al giorno, la pubblicità tenderà a divenire un collante di un sistema sociale disorientato, capace di assumere anche un ruolo universalistico e un carattere magico e rituale vicini a quelli tradizionalmente
posseduti dalle religioni. Quindi l'uomo moderno, volontariamente o inconsciamente, sarà influenzata dalla
pubblicità, la quale andrà a svolgere la medesima funzione rituale ricoperta nelle società primitive dai miti,
rafforzando le tradizioni e i legami collettivi. Ma questa
funzione mitica della pubblicità esiste solo in rapporto
ad un sistema sociale disorientato e sempre più privo di
punti di riferimento, i quali o davvero mancano, oppure
vengono repressi dal sistema consumistico che la pubblicità stessa promuove. Ne consegue che l'uomo moderno è ormai immerso in una cultura relativista che,
"come una dittatura, non riconosce più nulla di definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio
io"(Papa Benedetto XVI). La mancanza di un collante
sociale compatto e solido che sia in grado di indicare
una via da seguire, o di un denominatore che sia comune
alla maggior parte della società, capace di fornire valori
morali condivisi (ruolo che la pubblicità, per sua natura,
non può assumersi), finisce per nutrire il dogma del relativismo, che assume il volto del nichilismo moderno,
caratterizzato da una totale negazione o rivalutazione dei
Dunque l'azione dissacrante della pubblicità tenta in
ogni modo di liberarsi dal vincolo che unisce l'uomo alla
religione, che è stata, da sempre, una delle più autorevoli guide per la sua maturazione ed evoluzione, per inculcare nell'uomo una nuova religione, diversa, e sprezzantemente atea: la religione del consumo. Il nuovo Potere
(quello che, secondo molti studiosi atei e non, si identifica con il consumismo senza freni) infatti necessita nei
consumatori di uno spirito totalmente pragmatico ed
5
COMUNITÀ - PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA - CANEGRATE
ANNO
XLVI N° 3
GIUGNO
2014
edonistico: un universo tecnicistico e puramente terreno
è quello in cui può svolgersi secondo la propria natura il
ciclo della produzione e del consumo. Negli anni più
recenti invece, possiamo notare un altro esempio di pubblicità dissacrante e irreligiosa: è il caso delle pubblicità
di Red Bull. Questa industria, ormai leader nel settore
delle bevande energetiche, è famosa in tutto il mondo
per le sue numerose attività, in particolare modo
nell'ambito sportivo (si pensi solamente all'importanza
che riveste nella formula 1), ha coniato, per pubblicizzare il suo prodotto, uno slogan molto semplice, ma al
contempo subdolo: "Red Bull, ti mette le ali". Questa
semplice frase regala al consumatore l'illusione che l'assunzione di questa bevanda sia in grado di fargli provare
forza, vigore e onnipotenza, tanto da permettergli di poter sfidare le leggi fisiche, e, perché no, di volare. La
presunzione, che sta alla base dello slogan e che è rintracciabile in molti spot che l'industria realizza, ha trovato il suo canale di sfogo preferito in determinate pubblicità a sfondo religioso. In questo caso Red Bull è riuscita a dar forma e sostanza a dei messaggi semplicissimi
che non fanno altro che aumentare l'illusione di onnipotenza dei consumatori, attraverso la narrazione di piccole storie tratte da eventi biblici (Gesù che cammina sulle
acque, l'epifania dei Magi), o di rivisitazione di alcune
credenze religiose (San Pietro come custode del paradiso) o ancora usando il topos comune (con palesi riferimenti ad alcune scene reinterpretate di film di Fellini)
dalla satira anticlericale. Queste storielle, rappresentate
attraverso scene e disegni elementari, e quindi comprensibili da tutti, non solo accostano, allusivamente e mentalmente, come nel caso dei Jeans Jesus, due realtà fra
loro diverse (il sacro e il profano), ma addirittura le confondono, le uniscono e le sovrappongono fra loro, crean-
do una realtà nuova, che verrà recepita nella sua interezza, in cui la Red bull è un nuovo dono dei Magi, oppure
dove San Pietro non ha più un "lavoro", o ancora dove
Cristo non cammina sulle acque, bensì su sassi coperti
dall'acqua. Queste scelte di marketing e pubblicità non
potranno che aggravare ulteriormente una situazione di
per sé già complicata. La religione tradizionale a questo
punto, non solo potrebbe venir accantonata in favore
della "religione" moderna e laica, ma le conoscenze comuni e condivise che da essa derivano potrebbero, a loro
volta, venir utilizzate, rivisitate e alterate a seconda delle
leggi del mercato e del consumo, tanto da far si che la
religione stessa diventi un consumo da sfruttare.
La Religione non è un consumo da sfruttare, ma
una realtà da accogliere come dono e bene prezioso per la nostra vita di figli di Dio.
“Non lasciatevi rubare la speranza”! Papa Francesco.
6
COMUNITÀ - PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA - CANEGRATE
GRAZIE!
!! Vogliamo incominciare proprio così dicendo un grande GRAZIE.
Grazie soprattutto ai bambini perché durante l’animazione iniziale della quaresima
la loro apertura all’ascolto, la loro curiosità,
la disponibilità a lasciarsi coinvolgere è stata
grande come grande è stata la loro generosità con i salvadanai raccolti .
Grazie anche a tutta lo comunità con il
loro contributo e con quello dei bambini abbiamo raccolto € 3.500,00 che sono stati
donati alla Comunità Missionarie Laiche
PIME per i progetti in Camerun a favore
delle persone più vulnerabili soprattutto donne e bambini per assicurare loro un’opportunità di speranza.
Camerun il paese africano che quest’anno abbiamo conosciuto attraverso una bellissima mostra fotografica allestita in chiesa
per tutta la durata della quaresima.
Abbiamo visto bellissime foto di donne,
abbiamo imparato quanto sia importante la
figura femminile nella società camerunense
il cui ruolo è fondamentale per lo sviluppo
della società e per la vita della famiglia soprattutto attraverso l’educazione dei figli.
E poi i bambini, le fotografie dei bambini
erano bellissime ed hanno suscitato tantissima curiosità nei ragazzi che sono stati coinvolti nella visita guidata alla mostra.
Vorremmo ringraziare anche le missiona-
ANNO
XLVI N° 3
GIUGNO
rie laiche,con la loro
disponibilità ed il loro
entusiasmo hanno avvicinato i bambini del
catechismo al Camerun,
con loro i bambini hanno imparato il significato e l’importanza delle
maschere e si sono divertiti anche a colorarle,
hanno visto e toccato
numerosi oggetti fra cui
delle bellissime macchinine costruite con il fil
di ferro, hanno suonato
con i tamburi, oppure
hanno imparato a dire
qualche parola in FULFULDE' ( lingua locale
del Camerun).
Terminiamo ancora una
volta dicendo il nostro
GRAZIE magari dicendolo in fulfuldè SOKU
7
2014
COMUNITÀ - PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA - CANEGRATE
ANNO
XLVI N° 3
GIUGNO
2014
Se vogliamo dunque comprendere qualcosa di ciò
che sta per accadere alla mia esistenza con la ordinazione diaconale dobbiamo guardare a Cristo, alla sua vita,
che illumina anche quella di ogni persona. Non possiamo comprendere nulla di noi stessi se non guardiamo
Cristo.
Il diacono è colui che vive con Cristo, il suo Signore,
per manifestarne la presenza vivendo in mezzo agli uomini. Egli opera questa manifestazione attraverso la proclamazione della Parola di Dio, attraverso le opere di
carità, e attraverso il servizio liturgico all’altare. In questo modo partecipa a quell’immensa e potente azione di
Cristo che riconduce a sé tutto il mondo.
Il Concilio Vaticano II e il Catechismo della Chiesa
Cattolica, parlano dei diaconi come di persone a cui sono imposte le mani non per il sacerdozio, ma per il ministero. Essi, "sostenuti dalla grazia sacramentale servono
il popolo di Dio in comunione con il vescovo e il suo
presbiterio nel ministero della liturgia, della predicazione e della carità" (cfr. LG 29). Per l’ordinazione diaconale è previsto che soltanto il vescovo imponga le mani.
Questo significa che il diacono è legato in modo speciale al vescovo nei compiti della sua diaconia cioè servizio
(CCC 1569)".
San Massimo ha scritto che «Il Signore ha preso la
forma di servo perché il servo diventasse signore» (S.
Massimo di Torino, disc. 45). Attraverso il nostro servizio noi permettiamo a Cristo di regnare nei cuori degli
uomini, di regnare servendoli, e di rendere ogni uomo,
che di per sé sarebbe soltanto servo per l’umiltà della
condizione umana, un re, perché perdonato dal male e
dai peccati. Tutto ciò è possibile perché Cristo è il Signore.
Mi
è stato chiesto di spiegare che cosa
sia il diaconato che riceverò a giugno.
Innanzitutto, il diaconato è l'ultimo passo prima del
sacerdozio ed una preparazione ad esso e alla donazione
a Cristo e alla Chiesa.
Mons. Camisasca, vescovo di Reggio Emilia e fondatore del mio ordine religioso, concludeva così una
omelia in occasione di una ordinazione diaconale:
"Il sacramento dell’ordine che ora ricevete, radicando le vostre persone in una più profonda partecipazione al mistero di Cristo, realizza e vi invita a vivere una figliolanza più confidente e più intera. Non
pensate a ciò che dovete fare. È lo Spirito che opera
in voi questa figliolanza. Invocatelo come lo invochiamo ora perché scenda abbondantemente a riempire
le vostre menti e i vostri cuori e a dare alla vostra
vita futura il timbro di una donazione senza pentimenti e senza nostalgie, sempre più ricca di consolazioni e di scoperte".
Che queste parole diventino un augurio per tutti
noi e il contenuto della preghiera con cui mi accompagnate in questo momento decisivo per la mia vita.
Se il sacerdozio è un’assimilazione a Cristo in quanto
capo del suo popolo (per questo la Chiesa sostiene che il
sacerdote agisce in persona Christi capitis, come mezzo
privilegiato e attraverso cui arriva a tutto il popolo la
grazia di Cristo), il diacono partecipa alla persona di
Gesù che ha detto di se stesso di essere servo. Dice infatti Gesù: Il Figlio dell'uomo non è venuto per essere
servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto
per molti (Mt 10,45). E mandando nel mondo i suoi discepoli ad annunciare il Vangelo dice: Colui che vorrà
diventare grande tra voi, si farà vostro servo (Mt 20,26).
Con queste parole Gesù lega il servizio a una particolare
intimità con lui.
8
COMUNITÀ - PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA - CANEGRATE
ANNO
XLVI N° 3
GIUGNO
2014
C
ominciamo con il dire che questo intervento non era affatto in
programma.
Avevamo piuttosto in mente di usare
le vostre offerte per completare la ristrutturazione dell’Oratorio S. Luigi.
Non pensavamo alla canonica.
Ci siamo trovati però in una situazione tale per cui siamo stati “costretti” ad
affrontare questa ristrutturazione.
Come mai?
Potremmo dire che sono due i motivi
che ci hanno portato a questa decisione.
Il primo. La canonica, costruita nei
lontani anni ’60 non è affatto in condizioni accettabili. Anzi. Tetto fatiscente,
impianti fuori norma, infissi da cambiare. Inoltre, è ovviamente impostata secondo i criteri di quel tempo. Da tempo
non è stata più usata come abitazione.
Solo ci stanno segreteria e centro stampa. Quindi prima
o poi sarebbe stato necessario intervenire.
E arriva allora il secondo motivo, che è quello che ha
accelerato i tempi.
Qui dobbiamo partire da lontano. In questi anni sono
accaduti degli avvenimenti che hanno cambiato parecchio della nostra vita parrocchiale. Anzitutto nell’autunno 2012, dopo circa un secolo di permanenza tra noi, è
terminata la presenza delle suore, presenza che ha fatto
tanto bene alla nostra comunità.
L’anno scorso, in agosto, ci ha lasciato in pochissimo
tempo il carissimo don Gaetano che pure ha beneficamente segnato con la sua azione la nostra parrocchia.
Questi avvenimenti hanno influito molto sulla nostra
vita parrocchiale, ed ecco allora il desiderio di tanti, ripetuto più volte, espresso con insistenza, di riavere tra
noi le suore e la presenza di un sacerdote.
Questo per un verso è un bel segno della sensibilità
religiosa dei canegratesi, per un altro ci conduce ad attivarci per preparare una abitazione dignitosa per queste
presenze. Cioè: due appartamenti, uno per le suore e uno
per il prete residente.
Sì, perché, ovviamente, non è più possibile usufruire
dei locali che l’Asilo Gaio aveva riservato come segno
di riconoscenza alle suore del Cottolengo che da anni
avevano speso la loro vita per i bambini di Canegrate.
Come pure, l’appartamento in cui abitava don Gaetano in realtà poteva essere adibito a dimora del tutto
provvisoria in quanto troppo piccolo e inadeguato per
ospitare stabilmente due persone.
Per tutto questo, nel ripensamento generale delle
strutture parrocchiali attuato dal Consiglio di Amministrazione della Parrocchia, si è arrivati a dover mettere
mano alla ristrutturazione della canonica.
Perciò l’intervento consisterà in sintesi nel ricavare al
primo piano due appartamenti, lavoro che richiederà una
ristrutturazione totale del piano, oltre, naturalmente, al
rifacimento del tetto, di tutti gli impianti anche per la
messa a norma e di tutto quanto è ormai fatiscente e obsoleto anche negli altri due piani.
In questo modo riusciremo ad avere, in parrocchia, in
tutto 4 appartamenti per i 3 preti e per le suore.
Si è arrivati a questo, dopo lunghe riflessioni, discussioni, calcoli. Il Consiglio di Amministrazione, il Consiglio Pastorale e i tecnici hanno affrontato, ciascuno secondo il proprio ruolo, questo problema. E la Curia della
Diocesi, dopo aver esaminato il tutto, ha dato il suo benestare e la sua autorizzazione.
Così si è arrivati a questa decisione.
Quindi, costretti sì, ma anche sereni, perché pensiamo di aver lavorato con coscienza. L’informazione su
questo lavoro potrà essere più chiara e completa attraverso l’esposizione in chiesa dei disegni e delle spiegazioni per un intervento che si avvierà in autunno.
Capite anche voi che l’impegno finanziario è notevole e richiederà anni per essere onorato in maniera conclusiva.
Ma qui ritorna il discorso fondamentale:
se riteniamo che sia un bene per la comunità la presenza di due suore e di un prete in più, sia pure anziano,
accetteremo anche la fatica finanziaria;
e inoltre, se ci sentiamo corresponsabili della comunità, cercheremo, ciascuno per quanto gli è possibile, di
sostenere questo impegno; se siamo convinti che così
certamente i nostri figli, i nostri nipoti, noi, le generazioni successive in Canegrate ne avranno un beneficio per
una vita più cristiana e serena, allora continueremo, come in tanti avete fatto in questi anni, a sostenere anche
economicamente quegli ideali nei quali diciamo di credere.
9
COMUNITÀ - PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA - CANEGRATE
ANNO
10
XLVI N° 3
GIUGNO
2014
COMUNITÀ - PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA - CANEGRATE
ANNO
• La serra
telletto
XLVI N° 3
GIUGNO
2014
→ Sapienza, Scienza, In-
Abbiamo proseguito con la rappresentazione delle seguenti attività:

Coltiviamo il campo - la Chiesa

L’aratura
- la Chiesa domestica

La semina
- l’Oratorio

La cura del campo - a Vocazione

La mietitura
- Il Sacramento della
Confermazione

La trebbiatura - Il Dopo Cresima
Tutto è ruotato attorno al momento
più importante per un cristiano, il fulcro
dell’anno liturgico: la Settimana santa o
autentica. Il Giovedì santo, la celebrazione dell’accoglienza del Crisma per aiutare
i ragazzi a riflettere sul significato del
“marchio dello Spirito” che, nell’unzione
con il Crisma, hanno ricevuto alla Cresi-
IL CAMMINO DEI 100 GIORNI iniziato in Quaresima ci ha portato ad una
azienda agricola, una moderna fattoria
progettata e avviata alla produzione
insieme ai nostri ragazzi.
Ogni luogo dell’azienda agricola è
stato lo spunto per parlare di un dono
dello Spirito Santo:
• Il pozzo
→ Pietà
• La stalla → Fortezza e Consiglio
• La casa
→ Timor di Dio
ma.
Il giorno della Cresima davanti all’altare insieme al pozzo erano presenti fascine, spighe, fiori
di campo, un carretto con
sopra della paglia e un
prato verde.
L’augurio ai nostri 93
ragazzi è di vederli proseguire il cammino con i
nuovi educatori.
Un abbraccio dalle vostre catechiste.
11
COMUNITÀ - PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA - CANEGRATE
ANNO
12
XLVI N° 3
GIUGNO
2014
COMUNITÀ - PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA - CANEGRATE
ANNO
13
XLVI N° 3
GIUGNO
2014
COMUNITÀ - PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA - CANEGRATE
ANNO
XLVI N° 3
GIUGNO
2014
LE CATECHISTE
A
TUTTO CAMPO s’intitolava l’incontro dell’Arcivescovo Scola con i ragazzi della Cresima. È anche lo slogan
dell’anno oratoriano ispirato
alla proposta pastorale diocesana 2013-2014 IL CAMPO È IL
MONDO.
L’Arcivescovo all’inizio del suo
intervento ha spiegato ai ragazzi che cosa c’entra con la loro
vita la parabola evangelica del
buon grano e della zizzania, al
centro della proposta pastorale
e portata in scena sul prato di
San Siro da una coreografia
che ha mobilitato quasi mille
figuranti. Questa parabola ha a
che fare con tutta la vita, con la
voglia di crescere che i ragazzi
hanno dentro. “Ecco la ragione
per cui riceviamo il dono dello Spirito Santo. C’è un Padre che ti vuole bene, che vuole il tuo bene, che non si
ferma di fronte alla zizzania del mondo, Uno che tiene a te, più di te. È lo Spirito di Gesù risorto. Anche nei
momenti più difficili e faticosi della nostra vita non siamo soli!”.
14
COMUNITÀ - PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA - CANEGRATE
ANNO
U
na bellissima esperienza ho vissuto Lunedì 2 giugno che mi ha insegnato che la zizzania è sempre
in agguato e il mio grano è in pericolo. Cerco di combattere la zizzania; non riuscirò mai a proteggere il mio
grano senza l'aiuto di Dio. È stato anche entusiasmante
vivere questo momento insieme ai miei compagni. Ho
compreso l'importanza di esserci; di essere lì in quel
preciso momento.
Il Vescovo, poi... lo immaginavo più giovane! Ma forse
è meglio che abbia avuto una certa età perché se fosse
stato più giovane, forse non avrebbe dato lo stesso significato alle sue parole.
San Siro, una giornata particolare e un momento intenso
da non dimenticare facilmente.
È stata un'esperienza bellissima, l'emozione che ho provato incontrando l'Arcivescovo a San Siro è stata indimenticabile.
Anche lo spettacolo che hanno preparato gli animatori
mi ha divertito tantissimo, è stato magnifico.
Martina
È stata un’esperienza emozionante ma anche divertente.
Mi sentivo bene, ero felice e non so spiegare bene con le
parole quello che provavo però era una felicità che nasceva da una parte profonda di me. Si può essere felici
così sempre perché Gesù è con noi sempre.
L'incontro con tutti i cresimati a San Siro è stata un’esperienza indimenticabile. Lo stadio era tutto pieno di
Il primo pensiero che mi viene ripensando alla giornata condivisa
2014
Cristina
Riccardo
Una festa di colori e suoni, veramente coinvolgente. In queste occasioni ci si rende conto di quanto
piccoli siamo, ma che insieme possiamo essere veramente grandi e
fare molto.
Daniela
GIUGNO
colori e di entusiasmo. L'animazione è stata meravigliosa, sembrava di vedere un film che ripercorreva le tappe
del catechismo di questo anno di catechismo, dando un
senso a tutto. Gesù era insieme a noi.
I RAGAZZI
LE MAMME
XLVI N° 3
Benedetta
con tutti voi a San Siro è di ringraziamento, un ringraziamento che
parte dal profondo del cuore per
l’emozione, la gioia, la condivisione
di un sentimento di unione e fratellanza che è difficile provare nella
vita di tutti i giorni ma che non è
IMPOSSIBILE.
Vedere uno stadio colmo di ragazze
e ragazzi, che saranno il nostro futuro, uniti non dalla squadra calcistica
del cuore o dal cantante del cuore
ma da un Sacramento e da un
15
“credo” in un uomo (Gesù) che sarà
sempre al loro fianco, è stato emozionante e mi ha infuso speranza e
ottimismo per il loro futuro. Quando
il Cardinale Scola parlava, c’era un
silenzio delle “anime”, un’attenzione, un ascolto quasi magico, se mi è
permesso usare questo termine,
50.000 persone che ascoltavano anche con il cuore.
Grazie. Clara
COMUNITÀ - PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA - CANEGRATE
ANNO
XLVI N° 3
GIUGNO
2014
Esprimo in queste poche parole le
sensazioni che ho provato nel passare un pomeriggio come quello offertoci dall'incontro con l'Arcivescovo
Scola il 2 giugno 2014:
− emozionante
− profondo
− ammirevole
− divertente
− coinvolgente
− estremamente costruttivo
− di condivisione
Mi auguro, e soprattutto auguro ai
ragazzi, di aver colto il vero significato di questa giornata e di custodirlo nel loro animo come stimolo per
il loro futuro di convivenza nella
nostra comunità.
Sabrina
È stato un momento emozionante
sia per la scenografia sia per il significato dell'evento,il fatto di animare tutta la parabola ha interessato
sia i ragazzi che noi genitori e ha
anche attirato maggiormente la loro
attenzione che, alla loro età,è molto
latente. Ma il pensiero più profondo
va a chi ci ha permesso di partecipare a questo evento coinvolgendoci
con i nostri figli, perché il percorso
di crescita di fede non finisce adesso…. ma….. inizia proprio adesso,
nell'adolescenza, e se anche noi
adulti, come genitori, non viviamo
questi momenti con loro,e non ci
crediamo fino in fondo…. sarà stato
tutto inutile.
A TUTTO CAMPO nella giornata a
San Siro del 2 giugno 2014 non resterà solo un'avventura piacevole,
ma un momento di condivisione di
fede profonda.
Annalisa
detto sino ad ora ha trovato
Q uanto
una ulteriore precisazione con la
pubblicazione nel dicembre del 2012 del
Motu proprio di Benedetto XVI Intima Ecclesiae natura, sul servizio della carità. Un
documento che offre a tutti i Vescovi del
mondo i criteri sui quali organizzare e coordinare le attività caritative nelle loro Diocesi
e che riconosce – anche dal punto di vista
canonico – come non ci sia vita cristiana,
vita ecclesiale senza un esercizio strutturato
della carità. Parimenti emerge con forza
l’appello ad un effettivo coordinamento delle attività caritative, contro la frantumazione
che le condanna all’ineficacia, nonché la
consapevolezza che la gestione trasparente
delle risorse ha a che fare con la testimonianza della Chiesa.
Chiesa e cioè annuncio e testimonianza (kèrygma e martyrìa), celebrazione (leiturgìa) e servizio (diakonìa): essi
vengono definiti come tre compiti che si presuppongono
a vicenda e non possono essere separati l’uno dall’altro.
Benedetto XVI prende avvio dal numero 25 della
Deus caritas est dove si precisano i tre compiti della
16
COMUNITÀ - PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA - CANEGRATE
ANNO
XLVI N° 3
GIUGNO
2014
Fin dall’inizio la Chiesa ha dato espressione istituzionale alla sua missione di carità. Infatti il primo ministero
diaconale nasce in seno alla Chiesa delle origini, nella
comunità di Gerusalemme, quando gli apostoli scelgono
sette diaconi per servire alle mense. Non si trattava, però
di offrire un servizio tecnico di mera distribuzione: questi uomini dovevano essere “pieni di Spirito e di sapienza” (cfr. At 6, 1-6). <<Ciò significa – commenta Benedetto XVI – che il servizio sociale che dovevano effettuare era assolutamente concreto, ma al contempo era
senz’altro anche un servizio spirituale; il loro perciò era
un vero ufficio spirituale, che realizzava un compito
essenziale della Chiesa, quello dell’amore ben ordinato
del prossimo>>. E conclude scrivendo: <<Con la formazione di questo consesso dei Sette, la “diaconia” – il
servizio
Nella misura in cui la Chiesa esercita tali tre compiti,
essa diventa se stessa, rendendo pertanto possibile la
comunione tra gli uomini e il Dio trinitario. La carità
non è consecutiva, ma costitutiva rispetto all’azione ecclesiale. Essa cioè non è successiva alla fede creduta e
celebrata, ma si dà con essa. Infatti, dal punto di vista
cristiano, la fede opera mediante la carità e la liturgia
stessa vive della carità fraterna e della fede che contempla e adora il volto di Dio, mentre l’adorazione di Dio si
trasforma poi in servizio al prossimo.
“La carità non è per la Chiesa una specie di
attività di assistenza sociale che si potrebbe anche
lasciare ad altri, ma appartiene alla sua natura, è
espressione irrinunciabile della sua stessa essenza”.
(Dce, 25°)
(fine)
Dei
due papi dichiarati santi il
27 aprile io,
inconsciamente, avevo “scelto”
Giovanni Paolo II, perché… lo sentivo più vicino. Ho seguito il suo
pontificato, ho partecipato a qualche sua celebrazione in Vaticano,
ho sofferto con lui vedendolo soffrire (ho ancora negli occhi l’ultima
Via Crucis e l’ultimo Angelus!).
sari bianchi lasciati sulla mano dai
pellegrini …
Oggi, nella semplicità di un breve pellegrinaggio, ho potuto conoscere l’“uomo” Angelo Roncalli, il
Papa ora Santo, la sua apertura
agli altri, a tutti gli altri, il suo impegno ovunque e da sempre, in Italia e all’Estero, la sua carità, il suo
modo di rapportarsi con Dio. Oggi
Giovanni XXIII mi sembrava
…“lontano”:
ero bambina ai tempi del Concilio e della Messa in italiano, anche
se ricordo bene la “prima volta”.
Conoscevo bene gli episodi e i gesti
più popolari del suo breve pontificato (ripresentati più volte anche in
Tv). Sapevo che era stato scelto come “Papa di transizione”, che nessuno prevedeva che potesse pensare
a un Concilio…
A Sotto Il Monte ci ero già stata:
ricordavo la sua casa natale, umile
e spoglia, gli abiti, la sala dei fiocchi, l’attrezzatura tipica del mondo
contadino dell’epoca conservata nel
cortile, la grande statua alle porte
della chiesa del PIME con tanti ro-
ho conosciuto la vicenda umana di
un uomo Santo, la vera storia del
Papa Buono: ne avevo bisogno.
“Solo per oggi non avrò timori.
In modo particolare non avrò
paura di godere di ciò che è bello e
di credere alla bontà.”
22 maggio 2014
Sotto il Monte: Istituto Palazzolo
17
COMUNITÀ - PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA - CANEGRATE
ANNO
XLVI N° 3
GIUGNO
2014
A
nche quest’anno la Commissione famiglia di
Canegrate ha proposto la Giornata di Ricarica
Familiare (GRIF), lo scopo è quello di scoprire la bellezza di essere coppia e l’importanza di comunicarci le
gioie e le fatiche quotidiane.
Il luogo dove si è svolto il Grif di quest’anno era incantevole, presso il convento delle suore di Maria Ausiliatrice di Pella sulla sponda occidentale del lago D’orta.
La “coppia esperta” che ci hanno seguiti quest’anno erano Lucia e Carmelo Di Fazio, cioè la stessa coppia
dell’anno scorso. Sono i responsabili della Pastorale familiare della zona quattro (la nostra). E’ stato tutto molto “easy”, cioè alcune coppie hanno cominciato il percorso fin dal pomeriggio di sabato, altre ci hanno raggiunti la sera del sabato e altre ancora si sono unite al
gruppo a partire dalla domenica mattina. Ciò ha reso il
tutto alla portata delle esigenze di tutti.
Il tema per quanto riguarda la mezza giornata di sabato era centrata sulla fragilità di coppia e il saper prendersene cura, con attenzione e responsabilità. Abbiamo
visto un pezzo di un film del Piccolo Principe e la rosa.
La rosa nel film era bisognosa di cure, alla stessa maniera anche il rapporto di ciascuna coppia ne ha bisogno e
per fare questo, abbiamo riproposto il libretto uso e manutenzione che era stato dato in occasione della cena
della famiglia a gennaio.
Nel libretto venivano proposte,con questo simpatico
paragone con l’automobile , situazioni in cui la coppia
viene a trovarsi/scontrarsi con le situazioni quotidiane
18
COMUNITÀ - PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA - CANEGRATE
ANNO
XLVI N° 3
GIUGNO
2014
una famiglia si ritrova e ci si può comunicare, si può
stare insieme, e a questo perché non …… “cucinare” ?
Così abbiamo preparato insieme in ciascuna coppia una
macedonia di frutta, invitandoci a fare una cosa insieme.
Sembra banale, ma a volte le faccende di casa non
sono così, ci si divide i compiti,è diventato tutto molto
freddo, ci hanno chiesto di comunicare tra di noi , anche
con i gesti più semplici.
L’ultima parte della giornata era centrata sulla relazione di coppia e nella comunità stessa, con altre coppie.
Dobbiamo sicuramente vivere la nostra relazione con lo
scopo di essere continuamente nutrita , anche con gesti
semplici, e la nostra coppia deve nutrirsi con altre coppie che sono in cammino con noi.
Possiamo vivere la nostra relazione come nutrimento
ed energia per la nostra vita, la vita dei nostri figli, della
nostra comunità.
Don Gino ci ha raggiunti per l’ultima parte della
giornata e la Messa , lasciandoci con un piccolo proposito: a volte non è facile pregare insieme in coppia,
sembra incredibile anche per delle coppie cristiane,
ma è così. Allora come piccolo gesto, ma quotidiano,
un impegno che costa poco, quando vogliamo pregare il Signore insieme, mettiamoci di fronte a un crocefisso, e facciamo un segno della croce, uniti, come
coppia, per dire al Signore, siamo qui anche noi.
più comuni : il dialogo nella coppia, l’ascolto, l’accoglienza dell’altro, l’attenzione ai segnali che l’altro/a ci
invia quotidianamente, il rispettare i tempi dell’altro/a,
l’attenzione ai pericoli che minano dall’esterno la coppia, e cosi via … non dimenticando di essere una coppia
cristiana … alla luce del Vangelo.
Anche tutto questo è senz’altro prendersi cura della
coppia e capirne la fragilità della coppia stessa.
Poi serata molto amichevole con giochi e balli.
Alla domenica ci hanno raggiunto Carmelo e Lucia,
proponendoci il tema “Nutrire la coppia energia per la
vita”. Anche questa volta Carmelo e Lucia sono stati
veramente bravi, sono riusciti a farci riflettere su temi
inerenti alla coppia in maniera semplice, come è da loro
stile, senza mai far mancare la parola di Dio e la loro
esperienza vissuta come coppia.
Ci hanno parlato riferito al brano di Matteo 13,44-46
del regno dei cieli che è simile a un tesoro nascosto, ma
già dentro al nostro matrimonio, lo dobbiamo solo tenere vivo.
Ci hanno parlato della ricerca, della gioia, della felicità e della passione, elementi che non possono mancare
nel nutrimento della coppia. E poi le parole, a volte sono
tante troppe a volte abbiamo bisogno di silenzi, invece
in certe situazioni le parole mancano, le vorremmo , vorremmo che ci fosse qualche parola in più, magari che
non siamo più abituati a dirci.
Ci hanno fatto riflettere sulla cena, che ormai è il
pasto principale di una famiglia, che è il momento in cui
Commissione Famiglia di Canegrate
PARROCCHIA S.MARIA ASSUNTA
Voci di entrata e di uscita tratte dal rendiconto di gestione
della parrocchia - Anno 2013
Entrate
offerte in S. Messe e celebrazione Funzioni e Sacramenti
112.784
offerte per lumini votivi
offerte per benedizioni natalizie delle famiglie
contributo 8% L.reg. 20/1992
altre offerte ordinarie
16.126
33.265
10.184
96.741
269.100
Uscite
contributo diocesano 2% e collette annuali
acquisto lumini votivi
assicurazioni
riscaldamento, energia elettrica e altre utenze
altre uscite ordinarie
uscite straordinarie ( impianti, attrezzature e gestione delle strutture)
11.500
10.953
11.174
41.852
68.186
119.777
263.442
Il rendiconto completo è a disposizione, come di consueto, presso la segreteria parrocchiale
19
COMUNITÀ - PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA - CANEGRATE
ANNO
Ricordando l’amico Gabriele - deceduto qualche mese
fa mentre scalava una cima
dolomitica - il quale ha vissuto
il dramma di questa bambina
conosciuta in uno dei suoi
molteplici viaggi tra gli ultimi
della terra.
Egli ha raccontato di come
le credenze popolari di alcune
tribù dell’Africa, mettano ancora in pratica condanne a
morte verso gli emarginati a
causa di malattie; questo è
quanto è accaduto a questa
bambina, bruciata viva dagli
abitanti del suo villaggio solo
perché epilettica, quindi posseduta da spiriti maligni. Nessuno ha potuto salvarla, nemmeno l’amico Gabriele.
Io sono un parrocchiano di
Canegrate, socio-fondatore dell’Associazione “Punto
a Capo” - creata e voluta dall’amico Maurizio che
ne è il Presidente - che collabora ed esercita nella
Cooperazione per il Volontariato Internazionale.
Con questo breve scritto che segue - che è anche
una preghiera - ho voluto far conoscere il lavoro che
l’Associazione “Punto a Capo” svolge in diverse parti
del mondo e, in modo speciale, a Posadas in Argentina.
Si sta cercando di creare qualcosa in Africa, ma è
veramente difficile; l’amico Gabriele ha tentato, purtroppo il destino - a volte beffardo - lo ha tradito ...
XLVI N° 3
GIUGNO
2014
Koisè, bambina di Goundi, Ciad. epilettica. Vaghi
per il tuo villaggio in cerca di un tozzo di pane. La gente
ti evita. Porti sfortuna. Gli spiriti maligni, per anacronistica credenza locale, si sono impossessati del tuo corpo.
Semi nuda ti rotoli sull'arida terra della tua terra che non
conosce le diversità di chi la calpesta. Gli uomini invece
guardano le tue evidenti diversità. E ti disprezzano.
Nei tuoi occhi è rimasta impressa l'immagine di chi
ha provato umana pietà, fotografandoti. Ti è rimasto
dentro, indimenticabile. Ma i tuoi occhi si sono liquefatti in un rogo odioso attizzato contro i tuoi supposti malefici. E sei scomparsa. Non la tua immagine che porteremo sempre nei nostri ricordi, impressa nella nostra mente e nei nostri cuori. Non ci sei più, come chi ti ha fotografato, l'amico Gabriele, che con un veloce volo su una
parete dolomitica è salito con te in quel luogo
lucente dove milioni di farfalle volteggiano
libere. Koisè, vestita di bianco, con una cartella
zeppa di libri scolastici a tracolla. Gabriele, con
il tuo zaino di montagna e quelle corde che non
ti hanno legato alla vita. Assieme camminate,
mano nella mano, verso luoghi indefiniti dove
non esiste il limite. Lo spazio è dilatato. Koisè
parla la sua lingua e vi capite. Vi guardate negli
occhi e vi riflettete. I corpi sono leggeri. Siete
sorridenti e felici. Non esiste tempo. Non esiste
realtà. Siete voi solo con il vostro spirito. Liberi.
Giuseppe P.
Inviato da Maurizio Cazzaniga - Presidente
dell’Associazione “Punto a Capo”
20
COMUNITÀ - PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA - CANEGRATE
ANNO
XLVI N° 3
GIUGNO
2014
Qual è il colmo….
…per un analfabeta?
Leggere nel pensiero!
…per un carabiniere?
Arrestare il cemento prima
che diventi armato!
…per uno sfortunato?
Mettere un piede nel pagliaio e pungersi con l’ago!
…per un fantasma alla prima lezione di nuoto?
Imparare a fare il morto!
…per un pittore?
Fare il quadro della situazione!
...un accordatore?
Scordarsi... tutto!
...un ladro
Rubare del formaggio già
grattato!
...una lavandaia
Darsi alla macchia
...una lumaca
Perdere la via di casa!
...per la luna
Farsi i colpi... di sole!
...per una maestra
Addentrarsi in BANCHI di
nebbia.
...per un alcolizzato?
Bere per dimenticare di
essere un alcolizzato.
21
COMUNITÀ - PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA - CANEGRATE
ANNO
XLVI N° 3
GIUGNO
2014
Barzellette
Un uomo si confida con la futura suocera:
- Purtroppo, ho un grande difetto! Sono una persona irascibile e spesso mi lascio prendere dalla
collera senza una vera e propria ragione …
- Non ti preoccupare! – replica la suocera – poiché verrò ad abitare a casa vostra, le ragioni ci
saranno eccome!
Una mucca è assolutamente convinta di poter mangiare solo l’erba
più verde e brillante.
Un giorno, vedendo un micino che mordicchia un mucchio di erba
verdissima e profumata, gli piomba addosso, lo manda via e gli ruba
l’erba.
Morale della storia: l’erba del micino è sempre più verde.
- Maria – chiede il marito alla giovane sposina –
sai dirmi cosa ci fanno questi tovaglioli nel frigorifero?
- Oh, povera me! Ferma subito la lavatrice e
recupera il pollo!
La maestra interroga in italiano Pierino: - dimmi
Pierino: in quale caso si mettono i due punti?
- Quando c’è uno spacco sui pantaloni…
Palermo. Un ragazzo esce da scuola dopo gli
esami e un amico gli chiede:
- Allora, come è andata?
- Tre ore mi tennero, ma io niente gli dissi!
Arguzie e Facezie
Disse un giorno padre Simeone a proposito della creazione della donna – Dio ha pensato a tutto, creando la
donna. L’ha fatta bella, perché un uomo la possa amare;
e l’ha fatta indulgente, perché possa amare un uomo.
Padre, in parlatorio c’è un mendicante e un ricco che è
venuto a fare una donazione. – Fa’ entrare il mendicante. Preferisco un uomo senza denaro al denaro senza un
uomo.
Padre Michele ai fanciulli di un villaggio: - Ricordatevi
che noi siamo su questa terra per servire gli altri. Un
fanciullo alzò la mano: - Ma gli altri, allora, a che cosa
servono?
Padre, padre! – fa il giovane monaco erborista al suo
priore – ho finalmente trovato una polvere contro le
pulci che ci tormentano. – le uccide a colpo sicuro? –
molto meglio. Da’ loro un tremendo prurito che le costringe a grattarsi a loro volta.
22
COMUNITÀ - PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA - CANEGRATE
ANNO
23
XLVI N° 3
GIUGNO
2014
COMUNITÀ - PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA - CANEGRATE
ANNO
XLVI N° 3
GIUGNO
2014
OFFERTE DA METÀ APRILE A METÀ GIUGNO 2014
BATTESIMI
FUNERALI
MATRIMONI
€
€
€
1.200,00
1.720,00
700,00
PROVENIENTI DA:
Visita ai malati
Cassetta S. Colomba
San Pietro (uso aule)
Bacio crocifisso
€
€
€
€
370,00
578,53
1.050,00
2.010,00
IN MEMORIA DI:
Casero Giuseppe (da vicini di casa)
Bollati Domenico
€
€
100,00
200,00
A FAVORE DI:
Parrocchia (in genere)
Chiesa Antica
Chiesa Antica (da N.N.)
Seminario
Caritas
€
€
€
€
€
1.160,00
100,00
200,00
100,00
250,00
IN OCCASIONE DI:
Campagna quaresimale
Prima Comunione
Cresima
€
€
€
2.822.00
2.140,00
1.430,00
24
COMUNITÀ - PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA - CANEGRATE
ANNO XLVI N° 3 - GIUGNO 2014
ANAGRAFE PARROCCHIALE
(riferita al periodo Aprile - Maggio)
NUOVI FIGLI DI DIO E DELLA CHIESA
Guerciotti Tommaso - Milano - 22 Ottobre 2013
Marazzini Marco - Milano - 17 Settembre 2013
Nigro Angelica Teresa - Legnano - 9 Ottobre 2013
Greggio Tommaso - Legnano - 19 Ottobre 2013
Affro Brou Ange Keren - Rho - 8 Luglio 2013
Affro Konin Jean Christ - Costa d’Avorio - 22 Dicembre 2003
Italiano Stefano - Legnano - 10 Luglio 2013
De Nicolo Gabriele Maria- Legnano - 22 Gennaio 2014
Molteni Edoardo - Legnano - 11 Novembre 2013
Filippini Jasmin - Legnano - 16 Ottobre 2013
Pomaro Federico - Magenta - 11 Dicembre 2013
Roncari Viola - Lecco - 5 Dicembre 2013
Corrao Riccardo - Milano - 5 Maggio 2013
NUOVE FAMIGLIE
Santambrogio Alex con Meraviglia Emanuela
Soldati Paolo con Sormani Silvia
I NOSTRI DEFUNTI
Gianesella Petronilla (Agnese), di anni 98; Feraboli Luigia, di anni 85; Casero Giuseppe, di anni
81; Corti Nerina di anni 68; Colombo Rosetta, di anni 91; Marchini Giuseppe, di anni 86; Poretti
Rosalia, di anni 87; Taormina Salvatore, di anni 66; Bollati Domenico, di anni 73; Borin Iride, di
anni 86; Bugatti Nicolina, di anni 91; Di Liberto Elisabetta di anni 83.
ATTENZIONE ! NUOVI ORARI S. MESSE UNITÀ PARROCCHIALE DAL 1/01/2014
NOTIZIE UTILI E ORARI DELLE CELEBRAZIONI
PARROCCHIA di “CANEGRATE”
Sante Messe feriali
Sante Messe domenicali e festive
Vigiliare:
ore 18.00
Nel giorno:
ore 8.30
ore 10.00
ore 11.30
ore 18.00

Lunedì
Martedì
Numeri telefonici

Parroco:
don Gino Mariani
Coadiutore: don Andrea Citterio
0331 411803
0331 403907
338 7874881
Sante Confessioni
Mercoledì
Giovedì

8.30
Chiesa Parrocchiale
20.30
Chiesa Antica (PluriI)
8.30
Chiesa Parrocchiale
18.30
S. Colomba
8.30
(PluriI)
Chiesa Parrocchiale
16.00
S. Antonio
8.30
Chiesa Parrocchiale
18.00
S. Pietro
(PluriI)
1° Venerdì del mese
Ore 21.00 – 22.30
Venerdì
8.30
Chiesa Parrocchiale
Sabato
Ore 15.00 – 17.30
Sabato
8.30
Chiesa Parroc. (PluriI)
La SEGRETERIA PARROCCHIALE è aperta

Lunedì - Mercoledì - Venerdì
18.00 – 19.30
Sabato
09.15 – 10.30
Il CENTRO ASCOLTO CARITAS è aperto nei
seguenti giorni

0331 – 403462

Domenica
10.00 – 12.00
Lunedì e Mercoledì
15.00 – 17.00

0331 – 410641
NOTIZIE UTILI E ORARI DELLE CELEBRAZIONI
PARROCCHIA di “SAN GIORGIO SU LEGNANO”
Sante Messe feriali
Sante Messe domenicali e festive
Vigiliari:
ore 17.30
Nel giorno:
ore 8.00
ore 10.30
ore 17.30

NB - La S. Messa delle 17.30 dalla prima domenica di
Maggio all’ultima di settembre alla Chiesa del
CROCEFISSO.
Numeri telefonici
Parroco:
0331 401051
Sante Confessioni
Sabato
Lunedì
8.30
Chiesa Parrocchiale
Martedì
8.30
Chiesa Parrocchiale
8.30
Chiesa Parrocchiale
Mercoledì
Giovedì

don Luciano Premoli
9.00 – 12.00
15.00 – 17.00

Venerdì
20.30
Chiesa Parrocchiale
8.30
Chiesa Parrocchiale
8.30
Chiesa Parrocchiale
18.30
Chiesa Parrocchiale
In entrambe le parrocchie nei mesi di LUGLIO e
AGOSTO restano solo le Messe feriali del mattino
IL PROSSIMO NUMERO USCIRÁ IL 28 SETTEMBRE 2014
Scarica

giugno 2014 - Parrocchia di Canegrate