INTERVISTA EMOZIONI DI MAMMA Il mestiere di genitore per la rinascita della società Nella breve nota biografica si legge che l’autrice “si divide tra il mestiere di madre e quello di ingegnere”. Difficilmente di un uomo si scriverebbe “si divide tra il mestiere di padre e quello di ingegnere”. Condizione svantaggiata o privilegiata della donna – madre? Credo che dovrebbe essere considerata semplicemente come una condizione. È solo una fra le infinite possibili. Dovrebbe quindi essere vista come una variante che la vita umana può riservare. Oggi pensando alla possibilità di portare alla luce un bambino e di seguirlo nella sua crescita vengono subito in mente un gran numero di problemi: economici, fisici, organizzativi. Quello di fare la madre è il vero mestiere più antico del mondo ma ora sembra essere quello più bistrattato. Nella nostra società le persone sono importanti in relazione allo stipendio o al potere che hanno. Per questo mestiere di madre non c’è né stipendio né sottoposti. Già così si capisce che è un gran guaio. Inoltre non ci sono né orari né cartellini da timbrare. È un lavoro a ciclo continuo. Quindi può essere visto dalle donne come qualcosa da cui scappare al più presto. Da oltrepassare con il naso tappato. Ma il problema, a mio parere, non è il mestiere di mamma in sé ma piuttosto il problema nasce dalle circostanze. È il mondo che ci circonda che mostra, ad ogni nuova nascita, tutti i suoi limiti. Credo che la cura dei nuovi nati e della loro crescita sia un buon punto di partenza per una rinascita della società tutta. Quindi il mestiere di madre e di genitore esiste ed è molto importante. Tutto il libro è un inno alla maternità vissuta con gioia e quasi esibita. Per quante donne è così? Ogni donna vive l’esperienza della maternità in modo personale. Ognuna compie il suo viaggio passando attraverso emozioni irripetibili. Ma sicuramente ci sono dei tratti comuni a tutte noi nel sentire e vivere questa metamorfosi. Come dico nel libro, gli stati emotivi che caratterizzano le giornate di neo mamme possono essere di tutti i colori. Ogni giorno la vita è un arcobaleno dove si passa dal rosa al grigio o al nero totale. L’ esigenza di scrivere questo piccolo libro è nata dalla necessità di ripercorrere questi stati vitali così vari ed anche così profondi. La narrazione è sgorgata davvero dal cuore senza premeditazione. Come per incanto attraverso la penna sono passati maggiormente i momenti alti, positivi, quelli bassi si riconoscono per esclusione oppure sono tracciati attraverso lo stemperamento dell’ironia. Si coglie che l’arrivo di un bambino spinge la mamma a socializzare e induce gli altri a una diversa attenzione. L’arrivo di un bambino è qualcosa che ci riporta alla natura nella sua essenza, e quindi desta in noi la necessità di un cambiamento del ritmo di vita. È come una cartina di tornasole che fa chiarezza sullo stato in cui ci si trova. La vita moderna e le nostre scelte mostrano i loro limiti. Spontaneamente accade qualcosa però: si cambia. Ed è bello farsi trascinare in questo torrente di emozioni. Frenare questo movimento è innaturale e poco sano per sé e per la creatura. Un libro è una creatura che richiede una gestazione pari e quasi altrettanta cura di un bambino. A cosa darai la precedenza in futuro? Questo libretto è nato molto spontaneamente. Sono una carrellata di emozioni affiorate e fotografate attraTERZA PAGINA dicembre 2012 51 INTERVISTA verso la parola scritta. Mi ha aiutato a fare chiarezza. Mi ha consentito di apprezzare e pulire i ricordi. Spero che aiuti anche altre donne a percepirsi, a ricordare, a fare chiarezza ed ad apprezzarsi. Questo libro è stato anche a tratti un viaggio nella mia infanzia. Alcuni momenti da me vissuti riaffiorano non solo nel ruolo di madre ma anche in quello di figlia, di nipote. Attraverso il ricordo delle cure ricevute nasce la riconoscenza verso la mia famiglia e in senso lato verso tutte le madri del mondo e la magia della vita nella sua totalità. Quali sono stati gli effetti di questa pubblicazione? La gioia più grande mi è stata regalata dal fatto che la lettura di questo libretto ha destato tante emozioni in altre donne che stanno vivendo la stessa esperienza della maternità. È una grande soddisfazione parlare con loro e sapere che la lettura di queste pagine le ha commosse e ha permesso loro di riappropriarsi di momenti personali. Questo libro sul mestiere di madre può anche avere il fine di accendere dibattiti su di un tema così importante? Spero che sia uno spunto di riflessione soprattutto per le donne. La presentazione del libro nel cortile di palazzo Braschi a Luglio è stata un’esperienza costruttiva. Grazie alla serata organizzata dalla Panta Rei Lab le nostre energie di donne e mamme si sono messe davvero in movimento. È stato un buon inizio e speriamo che nascano altre occasioni del genere dove la lettura del libro sia uno spunto per nuovi momenti di confronto. Dove trova una mamma il tempo di scrivere un libro? La scrittura del libro avveniva di sera dopo che il resto della famiglia era immersa nel sonno. In questi momenti della giornata dove tutto è fermo è stato per me più semplice raccogliere le emozioni e ripercorrere le tappe principali di questo viaggio che è la maternità. L’idea della pubblicazione è stata alla base della realizzazione del libro? Inizialmente mi capitava di farlo leggere a qualche mamma amica e mi rallegravano i loro complimenti e scoprire che queste pagine determinavano in loro forti emozioni. Solo successivamente, dopo qualche anno MARIA PAOLA BARCAROLI, Quando le mamme fanno oooh! dalla realizzazione, grazie anche allo stimolo di altre donne, ho deciso di provare a pubblicarlo. È un libro solo per donne mamme? Non necessariamente. Mi è capitato di raccogliere le impressioni anche di altre donne non ancora mamme che hanno letto il libro. La loro attenzione è andata maggiormente su quei capitoli del libretto dove si parla della donna immersa nelle asettiche realtà lavorative alla ricerca di un ruolo che la appaghi veramente. Quanto è stato importante e caratterizzante vivere la maternità fra i vicoli di Trastevere? Il contenitore: i luoghi in cui la storia si svolge anche essi hanno una loro importanza. Con l’arrivo della nuova creatura anche il luogo di residenza viene testato sotto diversi aspetti. Anche l’urbanistica ha un suo impatto su il nuovo nato. Poter essere in contatto con la gente, muoversi in sicurezza, avere spazi gioco o aree verdi sono elementi fondamentali per il mestiere di madre. La mia storia si svolge fra i vicoli di Trastevere. Ed il libro è anche uno spunto per raccontare l’umanità di questo quartiere e il ruolo importante che certi spazi e certi luoghi hanno avuto nella crescita dei nostri bambini. Nel libro si parla della comunità di donne che si forma attorno ai nuovi nati. Di cosa si tratta? Sì, girando con le carrozzine nelle infinite giornate ci siamo conosciute: è nata una piccola comunità basata sulla comprensione e il supporto. I nuovi nati ci hanno fatto conoscere ed apprezzare in questa nuova identità di donne moderne, forti ma anche molto vulnerabili. C’è qualche messaggio anche per i papà? C’è anche la speranza che queste pagine vengano lette o sbirciate da coloro che tanta importante parte hanno avuto nella messa al mondo e nella crescita dei piccoli: i papà. Questo libretto potrebbe anche essere un’occasione per rivedere e comprendere dei passaggi che hanno caratterizzato la vita della coppia ed in particolare della propria compagna raccontati però da un’altra voce. Ester Di Segni Cod. 9788866520429, € 7,50, Pag.64 Un libro al femminile, scritto da una donna che nella maternità ha saputo individuare la rinascita e recuperare la piena affermazione personale, oltre le priorità suggerite dalla società odierna. Così scrive l’Autrice “Siamo nate per creare, per amare, per gioire. Oggi la società ci impone di realizzarci nel lavoro. Siamo coinvolte nella corsa affannosa alla ricerca della qualifica giusta e del posto di lavoro vincente. Ma ora come allora qualcosa di meraviglioso può accadere. Possiamo essere scelte per partecipare ad una misteriosa missione. Un’avventura irrinunciabile che ci costringe a cambiare pelle, a salpare dalla vecchia vita e partire per una nuova”. 52 TERZA PAGINA dicembre 2012