Linguistica antropologica cod. 13151- a.a. 2014/2015 Ada Valentini Mat. 5 Sintassi A. Unità di base (1) Sintassi: si occupa della combinazione di parole in frasi e della struttura delle frasi stesse. (2) La frase, unità di analisi della sintassi insieme al sintagma e al periodo, può essere definita come una “entità linguistica che normalmente funziona come un’unità comunicativa, cioè che costituisce un messaggio o blocco comunicativo autosufficiente nella comunicazione verbale, nel discorso. Una frase è identificata dal contenere una predicazione, cioè, all’incirca, un’affermazione riguardo a qualcosa, l’attribuzione di una qualità o un modo di essere o d’agire a un’entità” (Berruto / Cerruti 2011:132). In generale nella frase il valore di predicare è affidato a un verbo: un verbo autonomo costituisce da solo una frase (cfr. ad es. corro); però esistono anche frasi senza verbo [frasi nominali] (cfr. ad es. bello, il tuo cappotto!). (3) Uno dei criteri per l’analisi delle frasi è basato sulla scomposizione: si analizzano le concatenazioni e le dipendenze fra gli elementi della frase e si scompone quest’ultima in pezzi via via più piccoli che rappresentano i costituenti della frase. Questo tipo di analisi è stato introdotto per la prima volta nella linguistica strutturale americana da Leonard Bloomfield e porta il nome di analisi in costituenti immediati. (4) Un esempio di analisi in costituenti immediati (con rappresentazione a scatole): Mia madre portò un vaso di fiori in casa a. b. Mia madre c. Mia madre portò un vaso di fiori portò un vaso di fiori mangiò portò portò ruppe d. Mia madre portò e portò un vaso di fiori in casa portò un vaso di fiori in casa sorrise Mia madre Giovanni Mia madre Mia Sua Mia in casa un vaso di fiori Lassie un vaso di fiori un vaso un vaso mazzi madre portò madre nonna in casa sopra in casa in casa di fiori pesante di fiori un il un vaso vaso mazzo di da di fiori fiori iris Mia madre portò un vaso di fiori in casa in da in casa casa giardino Linguistica antropologica Mat. 5 a. b. c. d. e. Mia madre Mia madre Mia madre Mia madre Mia madre Ada Valentini portò un vaso di fiori in casa portò un vaso di fiori in casa portò un vaso di fiori in casa portò un vaso di fiori in casa portò un vaso di fiori in casa (5) Un esempio di analisi in costituenti immediati: la rappresentazione a parentesi indicizzate [F [SN[DET Mia] [Nmadre]] [SV’[SV[Vportò] [SN’[SN[DETun] [Nvaso]] [SPREP[PREPdi] [N fiori]]]] [SPREP [PREP in] [Ncasa]]]] (6) Un esempio di analisi in costituenti immediati: la rappresentazione con diagramma ad albero F SN Det SV’ N SV V SPrep SN’ SN Det Prep SPrep N Prep SN N SN N Mia madre portò un vaso di fiori in casa (7) Il sintagma è “la minima combinazione di parole (costituita da almeno una parola) che funzioni come un’unità linguistica della struttura frasale” (Berruto / Cerruti 2011: 136). La testa di un sintagma è “la classe di parole che rappresenta il minimo elemento che da solo possa costituire sintagma, funzionare da un determinato sintagma. Se si elimina l’elemento che fa da testa e che determina quindi il tipo di sintagma, il gruppo di parole considerato viene a perdere la natura di sintagma di quel tipo di segmento considerato: se per es. nel SN la copertina blu eliminiamo la e blu o tutt’e due, abbiamo ancora sempre un SN, la copertina e copertina blu; ma se eliminiamo copertina rimane la blu, che non è un SN” (Berruto / Cerruti 2011: 137). 2 Linguistica antropologica Mat. 5 Ada Valentini Sintagma nominale (SN): mia madre, Giovanni, mia nonna, sua madre, un vaso di fiori, la torta, un vaso di fiori, un vaso di terracotta, un vestito, il vaso per fiori, un mazzo di fiori, un mazzo di iris, lei, io Sintagma verbale (SV): portò un vaso di fiori in casa, portò un vaso di fiori, sorrise, mangiò la torta, portò un mazzo di iris, accompagnò il ragazzo che si era ferito all’ospedale Sintagma preposizionale (SPrep): in casa, sopra il tetto, da casa, di terracotta, di iris, da fiori, di fiori, in giardino Sintagma aggettivale (SAgg): facile alla collera, carico di rabbia, estraneo ai fatti, pieno di quadrifogli, stanco del lavoro, contento della vittoria, orgoglioso della figlia (8) regole a struttura sintagmatica F → SN’ → SN → SV’ → SV → SPrep→ SN → SN SV SN SPrep Det N SV SPrep V SN Prep SN N N → Prep → Det → V → {madre, nonna, Giovanni, fiori, terracotta... } {a, di, da... } {un, il, quel, suo... } {portare, sorridere, mangiare, rompere...} (9) Posizione lineare e rapporti di dipendenza dei SPrep a. Gianni lesse il libro con gran piacere: SPrep specifica il modo con cui è avvenuta l’azione di “leggere”, quindi determina il SV (complemento di modo nell’analisi logica tradizionale) dipende direttamente da SV. b. Gianni lesse il libro con la copertina blu: SPrep determina o modifica libro, ha cioè la stessa funzione che avrebbe un aggettivo e va attaccato a SN. c. Gianni lesse il libro per tutta la notte: SPrep si riferisce all’intero evento della lettura di Gianni rappresentato nella frase, ne inquadra la cornice temporale, determina o modifica la frase, dipende direttamente dal nodo F. (10) Gianni lesse il libro con gran piacere F SN SV’ SV V SPrep SN (11) Gianni lesse il libro con la copertina blu F SN SV V SN’ SN SPrep 3 Linguistica antropologica Mat. 5 Ada Valentini (12) Gianni lesse il libro per tutta la notte F’ F SN Sprep SV V SN (13) Per riassumere: il diagramma ad albero (etichettato) è un grafo costituito da nodi da cui si dipartono rami; ogni nodo rappresenta un sottolivello di analisi della sintassi e reca il simbolo della categoria a cui appartiene quel sottolivello. Un albero è l’indicatore sintagmatico della frase. Il SN dominato direttamente dal nodo F in italiano è la posizione tipica occupata dal Soggetto; tale posizione può anche essere vuota (non riempita da materiale linguistico) ma deve essere rappresentata. B. Principi che regolano la sintassi (14) Il modo in cui i diversi costituenti si combinano per dar luogo a frasi è governato da principi complessi, che interagiscono tra di loro nel determinare l’ordine in cui si susseguono gli elementi all’interno della frase. Si possono individuare tre ordini diversi di principi, riassunti in (15-17) che, pur essendo riconducibili a piani diversi, intervengono nel determinare il funzionamento della sintassi. (15) Funzioni sintattiche Sono interne alla sintassi stessa e riguardano il ruolo che i sintagmi assumono all’interno della struttura sequenziale della frase. I SN possono valere da soggetto o (complemento) oggetto; i SPrep possono valere da oggetto indiretto o da complemento; i SV possono valere da predicato. Valenze dei verbi: le posizioni sintattiche o argomenti che questi implicano. Es. it. correre, nascere e dormire sono monovalenti, ad un unico argomento perché implicano solo qualcuno che corra, nasca o dorma; lodare, noleggiare e abitare sono bivalenti, a due argomenti; dare, dire e dedicare sono trivalenti, a tre argomenti. Verbi come it. piovere o grandinare (o altri verbi meteorologici) invece hanno valenza zero (piove, grandinava). Sulla base della nozione di valenza è possibile ridefinire le tradizionali funzioni sintattiche: soggetto è definibile come la prima valenza o anche posizione sintattica della maggior parte dei verbi (nel caso dei verbi monovalenti anche l’unica), l’oggetto come seconda valenza o posizione sintattica, l’oggetto indiretto (per lo più complemento di termine nella terminologia tradizionale) come la terza valenza o posizione sintattica. I circostanziali o avverbiali sono elementi non direttamente implicati dal significato del verbo, ma appartenenti alla cornice degli eventi, su cui aggiungono informazioni. Non fanno parte della valenza del verbo, ma funzionano da modificatori (sono i tradizionali complementi - di tempo, di modo, di mezzo o strumento, di luogo, nelle loro varie sottospecie, ecc.). Le funzioni sintattiche sono spesso marcate morfologicamente, in particolare dalla morfologia di caso (ad es. in tedesco o in latino), ma anche dalla morfologia di accordo (anche in italiano il soggetto è individuabile anche e soprattutto per il fatto che è il SN con cui si accorda il verbo). 4 Linguistica antropologica Mat. 5 Ada Valentini (16) Ruoli semantici Rappresenta il secondo ordine di principi che intervengono nella costruzione e interpretazione di una frase; concernono il modo in cui il referente di ogni sintagma, ovvero l’entità che il sintagma indica, contribuisce e partecipa all’evento rappresentato dalla frase. Per individuare i ruoli semantici è necessario spostare il livello di analisi dalla frase come struttura sintattica al livello di frase come rappresentazione di una scena/evento, in cui i diversi elementi hanno una certa relazione tra di loro. La prospettiva è quella del significato, la frase è intesa come rappresentazione di una scena in cui attori o personaggi presenti interpretano delle parti o ruoli. Ess. di categorie utilizzate per designare i ruoli semantici: - agente: entità animata che, nell’evento rappresentato dalla frase, si fa parte attiva e provoca ciò che accade. Es. Il cane ha morso il gatto. - paziente: entità che, nell’evento rappresentato dalla frase, subisce o è interessata da ciò che accade. Il cane ha morso il gatto. - esperiente: entità toccata o che prova un certo processo psicologico. A Valerio piacciono i ciclamini - beneficiario: entità a vantaggio della quale va a ricadere quanto succede nell’evento. Ho dato il libro a Giancarlo. - strumento: entità inanimata mediante la quale avviene ciò che accade. Il vento ha aperto la porta. - destinazione: entità che, nell’evento rappresentato dalla frase, costituisce l’obiettivo o la meta di uno spostamento. Ho portato il regalo alla festa. Ess. a) Gianni ha aperto la porta. b) La porta si è aperta per il vento. c) Il vento ha aperto la porta. La porta in tutti e tre gli esempi ha lo stesso ruolo semantico (paziente), pur avendo diversa funzione sintattica (oggetto in (a) e (c), soggetto in (b)). In (a) Gianni è agente, in (b) e (c) vento è strumento. Tra funzioni sintattiche e ruoli semantici esistono dei rapporti preferenziali: ad esempio l’agente della struttura semantica tende a corrispondere al soggetto della struttura sintattica, il paziente all’oggetto; non esiste però corrispondenza biunivoca, perché si tratta di nozioni che operano su piani diversi (cfr. ad es. la struttura passiva Paolo è picchiato da Gianna, con la corrispondente attiva Gianna picchia Paolo). (17) A governare la strutturazione delle frasi, oltre al piano sintattico e a quello semantico, vi è il piano della struttura dell’informazione (18) a. Senti, io stasera al cinema ci vado b. Senti, io vado al cinema stasera (19) Allofrasi: varianti che descrivono lo stesso stato di cose (uguale contenuto proposizionale), ma con diversa struttura informativa a.il cane ha morso il gatto b. il gatto l’ha morso il cane c. c’è il cane che ha morso il gatto d. è stato il cane a mordere il gatto e. il gatto è stato morso dal cane f. il GATTO ha morso il cane g. il cane l’ha morso, il gatto h. ciò che il cane ha morso è il gatto 5 Linguistica antropologica Mat. 5 Ada Valentini (20) Dinamismo comunicativo: scala relativa al grado con cui gli elementi della frase contribuiscono al procedere della comunicazione . Si distinguono: il tema il rema. (21) tema: elemento informativo che il parlante presenta come “argomento” dell’enunciato, ciò di cui intende parlare (Andorno 2005: 55). Il tema ha un basso grado di dinamismo comunicativo, è presentato dal parlante come elemento informativo identificabile, non oggetto di controversia; di norma è un elemento già attivato nel modello di discorso; è di norma in posizione iniziale di enunciato. a. Ieri sera c’è stata la partita. L’Italia ha battuto la Polonia/La Polonia è stata battuta dall’Italia. (22) rema: elemento più saliente informativamente, con il maggior grado di dinamismo comunicativo, è l’obiettivo del messaggio. È di solito in posizione finale dell’enunciato, segnalato da accento prominente. A volte la frase è solo focale, cioè omette il tema (tipicamente nelle sequenze domanda/risposta): a. A: cosa hai comperato? B. Il pollo (23) Ordini delle parole insieme alla prosodia sono correlazioni formali alle nozioni di tema/rema: (24) Ordine delle parole: il primo interrogativo che ci si pone è: “qual è l’ordine basico di una data lingua?” La risposta a questo interrogativo porta a osservare che vi sono lingue con ordine sintattico o rigido degli elementi e lingue con ordine “libero” o pragmatico degli elementi. (25) L’ordine delle parole in italiano (Berretta 1995): “in italiano qual è l’ordine non marcato delle parole?” a. Luigi ha regalato un libro a suo padre L’es in a. può funzionare come risposta a: Cosa ha fatto Luigi? (in a. Luigi = tema; ha regalato un libro a suo padre = rema). Che cosa è successo? (a. è una frase interamente rematica, senza elementi tematici) Chi ha regalato un libro a suo padre? (in a. LUIGI = rema) (gli ess., compresi tutti quelli seguenti, sono tratti da Berretta 1995) A: Che cosa ha regalato Luigi a suo padre? *B: il libro (tema) Luigi l’ha regalato a suo padre Ordine delle parole non marcato in italiano è: (S) V OD OI (26) Nell’accezione più normale tale ordine non marcato corrisponde ad una strutturazione dell’informazione per cui il tema (Luigi) precede il rema (ha regalato un libro a suo padre): l’elemento tematico è al primo posto ed ha valore di soggetto (corrisponde ad un tema di frase grammaticalizzato); ciò che segue il tema rappresenta la parte rematica dell’informazione (27) Quando la correlazione soggetto = tema e/o oggetto = rema non si verifica, allora possono emergere ordini marcati delle parole 6 Linguistica antropologica Mat. 5 Ada Valentini (28) Strutture tematizzanti: servono a mettere a tema qualcosa che generalmente tema non è (per es. oggetti diretti) dislocazione a sinistra a. l’italiano lei non lo sapeva prima di venire qui?; b. E a Giorgio? A Giorgio gli regaliamo un libro/A Giorgio regaliamo un libro; c. il numero di telefono lo trovano con l’indirizzo l’indirizzo non lo danno [conv inf. Corpus LIP NA2]; d. Nell’ingresso si soffermò davanti alla libreria, dove c’era il ritratto di sua moglie. Quella fotografia l’aveva scattata lui, nel millenovecentoventisette [A. Tabucchi Sostiene Pereira 1994:15-16]; e. A mezzogiorno, la proposta di Dini era ormai chiara anche nei dettagli: una retromarcia. Modi, tempi e forme le avrebbe stabilite lui…. Il ministro ha detto di sì [LaR 5.5.95, a proposito di discussioni tra il Presidente del Consiglio dei Ministri e il Ministro Mancuso]; f. Il libretto ve l’han già dato? [conv inform. tra studenti universitari, al primo anno] (gli ess. be da Berretta 2002 [>1996]: 221) g. Quelli di Bengasi li lasciavate nelle mani di Gheddafi (Santoro, Annozero, 5.5.2011) h. Trecento milioni potevano prenderli con l’accorpamento dei refereundum alle amministrative (Bersani, Annozero, 5.5.2011) i. La Rockwool la incontro sulla strada statale [mentre le immagini mostrano l’azienda dotata di insegna dalla strada statale] (Ruotolo, Annozero, 5.5.2011) j. Probabilmente [Sarkozy] ha paura che alla fine emerga che la guerra l’ha organizzata lui (Bossi, Annozero, 5.5.2011) dislocazione a destra a. lo prendi lo zucchero? b. ecco, però non si dice che Geronzi c’aveva citato in giudizio, Travaglio e me (Santoro, Annozero, 5.5.2011) c. gli dico che “guarda che dopo la pubblicazione di quell’articolo giù da noi è successo un macello” […] ecco che qui continua la bugia […] l’ho drammatizzata al massimo la cosa […] e lui (=Maurizio Belpietro, direttore di Libero) ci crede anche a ’sta cosa qui [Emanuele Catilino, imprenditore, 55 aa circa, colto?, cita Andria, forse luogo di residenza, Annozero, 5.5.2011) (29) Strutture rematizzanti: servono a mettere a rema qualcosa che generalmente rema non è frasi scisse a. è il gatto che l’ha fatto cadere/è stato il gatto a farlo cadere b. è con Giorgio che non esco mai c. A: volevo andare a prenderla per mia mamma + dopo io B: ma non sono gli uomini che le devono regalare? (le = le mimose) d. Come Lei [= Santoro] insinuava prima piuttosto è stata l’opposizione a dividersi [sulla partecipazione dell’Italia all’attacco alla Libia] (Formigoni, Annozero, 5.5.2011) e. È lui [= Napolitano] che ha mosso queste obiezioni (Porro, Annozero, 5.5.2011) f. e speriamo soltanto che [con il nuovo direttore] si possano ripristinare le regole della televisione + perché altrimenti poi saranno di nuovo i giudici per quanto ci riguarda a dover parlare […] perché altrimenti non si direbbero sciocchezze come quelle che sono stati i giudici a decidere che Annozero vada in onda sempre alla stessa ora (Santoro, Annozero, 5.5.2011) 7