Music Live: i giovani x i giovani. Un titolo che racchiude al suo interno la filosofia che l’ISMEZ persegue tra molte difficoltà: offrire ai giovani musicisti, in questo caso studenti dei Conservatori, un solido ponte tra il mondo della formazione e quello del lavoro, permettendo loro di vivere concretamente qual è l’essenza del futuro lavoro al quale si stanno faticosamente preparando, coinvolgendoli in una e vera propria tourneé in giro per l’Italia. Music Live: i giovani x i giovani è un progetto formativo innovativo mirato e specialistico rivolto ai giovani allievi dei Conservatori di Musica, selezionati dai Conservatori stessi, finalizzato alla promozione e circuitazione in una rassegna di concerti realizzata nei territori in cui si trovano le sedi dei Conservatori in un’ottica di reciproco scambio culturale. Per questa terza edizione si è pensato di dare un taglio nuovo con la formazione e costituzione, all’interno dei quattro Conservatori di Musica che hanno aderito a Music Live in JAZZ, ossia Monopoli, Napoli, Roma e Rovigo, di quattro ensemble che hanno sviluppato ognuno un proprio e personalissimo repertorio basato sul linguaggio comune jazz. Agli ensemble così formati, l’ISMEZ ha dato l’opportunità di seguire una masterclass con un solista ospite di chiara fama con il quale, ciascun ensemble, si esibirà nei quattro concerti. Ringrazio a nome dell’ISMEZ, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Direzione Generale per lo Spettacolo dal vivo, e tutti coloro che hanno partecipato con entusiasmo alla realizzazione di questa III edizione di Music Live: i giovani x i giovani. Buon ascolto! Roberta Travaglini Presidente ISMEZ/Onlus 3 Rovigo 4 Nel ringraziare l’ISMEZ per aver incluso tra i partecipanti al Progetto Music Live: I giovani x i giovani anche la nostra Istituzione, colgo l’occasione per sottolineare l’insostituibile funzione educativa e divulgativa di ciò che rappresenta l’alimento indispensabile della sfera affettiva dell’uomo: la musica nelle sue molteplici sfaccettature. In particolare, il “fare musica” come azione massimamente aggregante della collettività. E ancora, voglio esprimere la piena solidarietà nel promuovere un progetto dal titolo Music Live, perché rappresenta la condizione indispensabile per mantenere viva la voglia di comunicare non solo con le parole, ma con i suoni, i soli capaci di veicolare le nostre e altrui emozioni. È sicuramente motivo d’orgoglio per il Conservatorio di Rovigo, sapere che un gruppo di studenti, sotto la guida sicura del nostro docente di tromba jazz Marco Tamburini, ci rappresenta presso un pubblico nuovo; offrendo i frutti dello studio e dell’impegno svolti con passione, e contemporaneamente raccogliendo la preziosa esperienza del lavoro svolto presso altre istituzioni. Mi piace ricordare che quando una “parola” custodisce gelosamente le sue origini e cela velatamente la propria etimologia, spesso, contiene in sé una valenza polisemantica la quale impedisce pure la possibilità di esprimere quella stessa “parola” con uno o più sinonimi. “Jazz” è uno di quei termini che sul piano antropologico, ha radici così profonde che la pianta in superficie, se posta al loro confronto, può essere paragonata ad una minuscola fogliolina appena fiorita. Ma anche se non riusciamo a definirla, o forse proprio a causa del suo essere refrattaria a una de-terminazione, ascoltando la musica che essa esprime, cogliamo immediatamente il potere che ha di esprimere una viva sensualità che però non deborda mai perché sempre nobilitata da un controllo razionale. La sua forza consiste nella capacità di fondere felicemente le parti improvvisate dai solisti con quelle scritte eseguite dal gruppo. Esempio mirabile di un perfetto equilibrio tra la volontà di emergere da parte di ciascun membro del gruppo ma sempre nel rispetto del sound d’insieme, il jazz, pur essendo un’espressione tipica di una cospicua parte della cultura mondiale del XX secolo, recupera, rendendoli attuali, due dei più antichi principi della musica a noi noti fin dall’antichità: il principio dei nómoi e la varietà delle scale modali della Grecia classica. Del primo ne ripropone in una nuova chiave di lettura la struttura in “schemi fissi”, compreso quello che gli antichi chiamavano sphraghis (sigillo), ovvero, quella parte affidata alla libera improvvisazione dell’esecutore, che imprimeva al brano la propria personalità; della varietà modale, invece, è sufficiente sottolineare l’adozione dell’identica terminologia greca (dorica, frigia, lidia, ecc.). Concludo, augurando a tutti coloro che contribuiscono alla riuscita di questa iniziativa, di compiere un ulteriore e prezioso passo nella direzione che porta ad un arricchimento della propria vita. Vincenzo Soravia 5 Napoli 6 La vocazione musicale di Napoli si esprime nei modi e nelle forme più disparate, in una fresca fantasia di entusiastiche adesioni ai generi, alle forme, alle tendenze che danno vita alla stupefacente varietà dei linguaggi e delle espressioni musicali. La Napoli che nel Settecento seppe partorire dal suo grembo generoso i capolavori frutto della straordinaria azione didattica dei nostri quattro Conservatori, non si è mostrata insensibile ad un genere nobile seppur complesso come il Jazz. L’adesione entusiastica dei nostri giovani al fascino di questo importante ambito della pratica e della cultura musicale, segnatamente, negli ultimi decenni degli anni Novanta, non sfuggì ad un mio autorevolissimo predecessore, Roberto De Simone, che guardando, come sempre, lontano, da Direttore del nostro Conservatorio, chiese ed ottenne dal Ministero l’istituzione di una cattedra di Musica Jazz alla quale se ne affiancò presto un’altra per venire incontro alla incontenibile richiesta di iscrizioni. Occorre, d’altro canto, sottolineare che il Conservatorio ha avuto la fortuna di poter disporre della preparazione e della dedizione di due docenti di altissimo profilo, Pietro Condorelli e Marco Sannini, musicisti felicemente attivi nel mondo del concertismo jazzistico. L’atmosfera del nostro Istituto è mutata dagli anni in cui frequentavamo i corsi del San Pietro a Majella. Ai pezzi romantici dei giovani pianisti impegnati nelle aule dei piani superiori e ai solenni accordi dei nostri quattro organi a canne, magnifico sottofondo nei due splendidi chiostri, si mescolano, integrandosi magnificamente (quasi a voler paradigmaticamente rappresentare l’evoluzione dei linguaggi) le accattivanti improvvisazioni dei nostri jazzisti. Salutiamo, perciò, con la consueta soddisfazione l’iniziativa Music Live dell’ISMEZ, che entusiasticamente incoraggiamo, un momento di incontro tra le esperienze dei conservatori italiani e, se ci è consentito, una occasione di sano e legittimo orgoglio per il livelli indubbiamente soddisfacenti raggiunti, anche grazie all’azione di docenti in grado di intercettare ed indirizzare al meglio il naturale talento dei nostri ragazzi. Ancora una gratificante verifica dell’azione didattica vincente che il nostro, come gli altri Conservatori italiani, svolgono a vantaggio della musica e dei giovani che ne sposano, pur in assenza di sbocchi occupazionali, le affascinanti suggestioni frutto, peraltro, di un impegno di studio duro e costante. Elsa Evangelista L’anno scorso nello scrivere le note di presentazione per illustrare la partecipazione del Conservatorio “Nino Rota” di Monopoli all’edizione passata di questa interessantissima e importante Rassegna, esordivo dicendo “Benvenuto Music Live!” Oggi è con estremo piacere che saluto questo nuovo impegno e la presenza della nostra Istituzione al Progetto ISMEZ/ONLUS RelAzioni Music Live 2012. Di questo rinnovato invito, ringrazio prioritariamente i responsabili di questo benemerito Istituto Nazionale di Promozione musicale, nella persona del Presidente Roberta Travaglini, che esorto ad estendere il mio plauso e la mia stima umana e professionale, a tutti gli aderenti e agli impagabili collaboratori. Tornare nel novero delle Istituzioni coinvolte, per il secondo anno consecutivo, vuol significare anche (spero!) che il lavoro e la qualità che il nostro Conservatorio esprime, sia stato riconosciuto ed apprezzato; e questo è il migliore e più forte stimolo per proseguire su questa strada, nonostante le tante difficoltà e le tante incertezze che il presente, ma soprattutto il futuro della Musica e dei giovani sembra riservarci. Ma proprio una iniziativa che si propone nei suoi indirizzi e finalità fondamentali lo sviluppo musicale del Mezzogiorno e la connota con un titolo eloquente come “I giovani x i giovani” rappresenta una garanzia e una certezza che anche queste fosche prospettive possano essere superate se si mettono in campo professionalità e sinergie sane e determinate. Esperienze formative importanti, unite a momenti performativi e di confronto artistico tra le realtà musicali del nostro Paese, producono quelle alchimie virtuose che portano a risultati di cui andare fieri. Sono queste le attività e i Progetti che vanno sostenuti, incentivati e supportati anche attraverso risorse e contributi istituzionali. A questi valori e a queste azioni-missioni il Conservatorio “Nino Rota” è da sempre impegnato e concentrato a realizzare, supportare o collaborare a ogni momento o occasione che perseguano questi lodevoli e concreti obbiettivi. Quest’anno il Conservatorio di Monopoli propone, per questa Rassegna 2012, una produzione della classe di musica jazz dal titolo: “Songs, Dances & Rituals”. Il gruppo di studenti guidato da Gianni Lenoci (docente di composizione jazz) prevede la partecipazione del contrabbassista Giovanni Maier, ulteriore “valore aggiunto” del Laboratorio sui linguaggi della musica afroamericana di cui questo concerto è la naturale conseguenza. Monopoli 7 Canzoni, Danze e Rituali come archetipo di un folklore che anima la storia del jazz dalle origini sino alle sperimentazioni più radicali. Un processo musicale, quello del jazz, che non ha mai smesso di cantare, danzare e mantenere viva la fiamma del proprio universo tribale. In conclusione, essendo io all’epilogo del mio mandato come Direttore del Conservatorio “Nino Rota”, auguro all’ISMEZ e al Progetto Music Live di proseguire anche per il futuro, con sempre maggiori adesioni e successi e sono certo che la nostra Istituzione, anche grazie all’impegno del nuovo Direttore e della professionalità di tutti i Docenti, possa essere un valido e sicuro partner per le prossime edizioni di tale iniziativa. Gianpaolo Schiavo 8 «La musica è una legge morale, essa dà un’anima all’universo, le ali al pensiero, uno slancio all’immaginazione, un fascino alla tristezza, un impulso alla gaiezza e la vita a tutte le cose. Essa è l’essenza di tutte le cose, essa è l’essenza dell’ordine ed eleva ciò che è buono, di cui essa è la forma invisibile, ma tuttavia splendente, appassionata ed eterna». Questa massima di Platone ben sintetizza la filosofia con la quale il Conservatorio Santa Cecilia imposta la sua attività didattica e artistica. La musica, gli studenti e i docenti del Conservatorio che mi pregio di dirigere lo sanno bene, richiede dedizione assoluta, impegno, amore, partecipazione. Il Conservatorio di Santa Cecilia non poteva che aderire anche quest’anno al progetto dell’ISMEZ Music Live, iniziativa che consente ai giovani musicisti di entrare in contatto con altri che sottendono alla medesima “legge morale”. Lo fa quest’anno con il Santa Cecilia Jazz Band, diretto da Paolo Damiani che dirige il dipartimento jazz del Conservatorio di “Santa Cecilia”, e per Music Live: i giovani x i giovani, ha creato un organico particolare con i suoi migliori allievi, impreziosito dall’eccellente tromba di Luca Aquino. Un organico anomalo e pertanto prezioso: tre voci, una tromba, violoncello, chitarra e percussioni. Roma Edda Silvestri 9 20 novembre 2012, ore 21.00 Rovigo, Auditorium del Conservatorio “Francesco Venezze” 21 novembre 2012, ore 18.00 Roma, Sala dei Medaglioni Conservatorio “Santa Cecilia” 22 novembre 2012, ore 17.00 Napoli, Sala Martucci Conservatorio “San Pietro a Majella” 23 novembre 2012, ore 20.30 Monopoli, Salone del Conservatorio “Nino Rota” VJD Collective del Conservatorio di Musica “Francesco Venezze” di Rovigo Docente tutor dell’Ensemble MARCO TAMBURINI MARCO TAMBURINI direttore e tromba ROBERTO CECCHETTO chitarra Images MARCO TAMBURINI Albe MARCO TAMBURINI Strange moon MARCO TAMBURINI Red streak MARCELLO TONOLO Border line ROBERTO CECCHETTO Limbo ROBERTO CECCHETTO Where are you? ROBERTO DE NITTIS Shapes MARCO TAMBURINI Aerei Di Carta VJD COLLECTIVE MICHELE TINO sax contralto ROBERTO DE NITTIS pianoforte tastiera GLAUCO BENEDETTI tuba LORENZO BONUCCI batteria 11 MARCO TAMBURINI Diplomato in tromba, ha conseguito la laurea di II livello in jazz presso il Conservatorio di Musica “G.B. Martini” di Bologna, si è diplomato in jazz presso il Conservatorio di Musica “Dall’Abaco” di Verona. È un trombettista-compositore versatile ed eclettico che, oltre ad una carriera intensa e ormai trentennale sulla scena jazz italiana, vanta diverse esperienze importanti anche in ambito classico e pop. Ha inciso dieci dischi a proprio nome e ha all’attivo una serie di collaborazioni di grande rilievo, con artisti di fama internazionale. Registra e collabora con Roberto Gatto, Danilo Rea, Stefano Bollani, Pietro Tonolo, Slide Hampton, Eddie Henderson, Paul Jeffrey, George Cables, Billy Hart, Cameron Brown, Jimmy Cobb, Luciano Pavarotti, George Michael, Jovannotti,Vinicio Capossela. Oltre ad un’intensa attività concertistica, è docente a Siena Jazz, è capo dipartimento e titolare della cattedra di musica jazz al Conservatorio di Rovigo dove insegna, organizza e cura la direzione artistica del Venezze Jazz Festival, arrivato alla sua sesta edizione. Gli ottimi risultati ottenuti portano Rovigo a vincere per tre anni consecutivi il Premio Nazionale delle Arti, sezione Jazz. ROBERTO CECCHETTO Essenzialmente autodidatta per quanto riguarda lo strumento, ha studiato armonia, composizione e arrangiamento con Filippo Daccò, come privatista ha conseguito la licenza di teoria e solfeggio e il diploma inferiore (V anno) di chitarra classica presso il Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano e Como. Ha suonato in numerosi festival e rassegne sia in Italia (Umbria Jazz, Berchidda, JVC Torino, Roccella Jonica, Iseo, Clusone) sia all’estero. Ha collaborato con: Palle Danielsson, Gianluigi Trovesi, Richard Galliano, Paolo Fresu, Jean Louis Matinier, Michel Godard, Stefano Di Battista, Stefano Bollani, Stefano Battaglia, Enrico Rava, Tony Scott, Roswell Rudd, Giovanni Tommaso, Roberto Gatto, Daniel Humair, Lee Konitz, Kenny Wheeler, Maria Pia De Vito. Insegna dal 1988. Ha collaborato con la rivista specializzata «Guitar Club». Ha pubblicato la traduzione in italiano del libro didattico The Advancing Guitarist di MICK GOODRICK. Per la Ricordi ha pubblicato il libro didattico Master in Chitarra Jazz. Attualmente insegna presso il Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Como e alla Siena Jazz University. IMAGES Il nostro immaginario è fatto di piani sonori che si fondono in un sound coinvolgente, etereo e di grande originalità, arricchito di colori e d’atmosfere fantasiose. Con forti riferimenti alla contempo- 12 raneità, l’impasto sonoro del VJD Collective, si esprime in un fitto lavoro di composizione, arrangiamento e improvvisazione. La trama acustica del collettivo, trasporterà gli ascoltatori in un viaggio attraverso territori sconosciuti. L’aria sarà il nostro mezzo di trasporto. 13 Jazz Ensemble del Conservatorio di Musica “San Pietro a Majella” di Napoli 26 novembre 2012, ore 20.30 Monopoli, Salone del Conservatorio “Nino Rota” 27 novembre 2012, ore 17.00 Napoli, Sala Martucci Conservatorio “San Pietro a Majella” 28 novembre 2012, ore 18.00 Roma, Sala dei Medaglioni Conservatorio “Santa Cecilia” Docente tutor dell’Ensemble MARCO SANNINI 29 novembre 2012, ore 21.00 Rovigo, Auditorium del Conservatorio “Francesco Venezze” MARCO SANNINI direttore e tromba PEDRO SARMIENTO piano “Cantus Mobilis. Viaggio di canti, di suoni dalle terre” Melodie d’altri luoghi arrangiamenti di MARCO SANNINI JAZZ ENSEMBLE ROBERTA NASTI voce ARTURO CACCAVALE voce RENATO GRIECO contrabbasso ANDREA DE FAZIO batteria 14 Nato a Napoli, Marco Sannini si è diplomato in tromba, Jazz, Commercial Arranging. Si è perfezionato con Jerry Bergonzi, Carmine Caruso, Bob Freedman, Renato Marini, Herb Pomeroy. Dal 1987 svolge intensa attività come solista, compositore e arrangiatore, partecipando a varie produzioni discografiche e a numerosi festival, tra i quali Bruxelles (Jazz Rallye), Ginevra (La Batie), Lione (Rhino Jazz Festival), New York (Brechtforum, Stratosphera), Pescara e Roccella Jonica, collaborando tra gli altri con Seamus Blake, Michael Brecker, Kenny Burrell, Ricky Ford, Maurizio Giammarco, Michel Godard, David A. Gross, Gabriele Mirabassi, David Murray, Ernest Reisenger, Marc Ribot, Louis Sclavis, John Surman, Keith Tippett, Gianluigi Trovesi, Norma Winstone. Lavora frequentemente con la RAI, collaborando a produzioni discografiche di vari generi musicali in qualità di solista, compositore, arrangiatore. Come solista, compositore e orchestratore ha collaborato a lungo con Roberto de Simone: Li Turchi Viaggiano, Da Dioniso ad Apollo, Festa da requiem, La Gatta Cenerentola. Ha prodotto vari CD di sue composizioni ed è autore di diversi progetti a suo nome: Donna Regina (con Norma Winstone), Il Genio tra i Laceroni (con Licia Maglietta), Notte nella Rabata (con Peppe Barra), Poetango (con Javier Girotto), Yoruba (con Gabriele Mirabassi). Dal 2003 insegna Composizione Jazz e Storia del Jazz al Conservatorio «San Pietro a Majella» di Napoli e dirige il Jazz Ensemble San Pietro a Majella. Dal 2007 è direttore artistico della manifestazione I cortili del jazz. MARCO SANNINI Ha studiato improvvisazione moderna con Ran Blake al New England Conservatory di Boston. Tra i suoi gruppi: il Boston Art Quartet e il Duo Iberia, con il quale ha inciso diversi CD e fatto numerosi concerti negli Stati Uniti, Europa, Cina e India. Il suo album The Fax è stato segnalato dalla critica del «Magazine Bilboard». Molte le sue collaborazioni con artisti di jazz e flamenco in Spagna come: José Antonio Galizia, Pedro Ruy Blas, Enrique Morente e Pedro Iturralde. Tiene seminari di improvvisazione e di formazione auditiva in contesti diversi. È stato presidente dell’Associazione Spagnola di Scuole di Musica e direttore del Centro per le Arti della Universidad di Alcalá. PEDRO SARMIENTO Il Mediterraneo è l’archetipo di tutte le vie che si sviluppano tra tre continenti: Europa, Asia ed Africa; mediante esso si propagano innumerevoli racconti, portati da altrettanti voci, come naviganti che hanno attraversato secoli, millenni di storia, fino a noi, fino ad oggi. Ogni voce, un canto; ogni luogo, una tradizione che si intreccia alle CANTUS MOBILIS 15 altre fino a creare una storia comune, condivisa, riconoscibile, fatta di milioni di sfaccettature, tante quante sono le onde che increspano il mare. Il canto del mare, il canto dei popoli che lo venerano, come un dio, e che ad esso affidano il proprio racconto perché viaggi, secolo dopo secolo, generazione dopo generazione. Per questa edizione del progetto Music Live, iniziativa dell’ISMEZ realizzata in collaborazione con alcuni conservatori italiani, quest’anno alla terza ripresa, il maestro Marco Sannini, titolare della cattedra di Composizione Jazz del conservatorio “S. Pietro a Majella” di Napoli e coordinatore del progetto, ha scelto di raccontare questo viaggio. Un viaggio nei racconti dei popoli antichi, nelle tradizioni etniche, così lontane da noi, eppure così vicine, attraverso i diversi canti, sviluppati con la lente del jazz, un linguaggio che riesce in maniera magica ad assimilare tutte le musiche nel proprio sistema. Il Jazz è da sempre stato un ponte tra musica colta e popolare, tra tradizione ed innovazione, tra passato e presente. La sfida, interessante e dagli esiti tutt’altro che scontati, è quella di restituire la magia di tradizioni lontane e di far percepire all’ascoltatore la loro familiarità, nonostante la distanza culturale e geografica. In questo percorso ci accompagna, come di norma, un ospite internazionale, il pianista iberico Pedro Sarmiento, che per il suo curriculum di musicista ed educatore, non poteva essere che il cicerone di un tale viaggio. Ma i veri protagonisti di questo percorso sono gli studenti del dipartimento di jazz del conservatorio di Napoli, alcuni dei più talentuosi musicisti che questo Istituto vede iscritti. Una ritmica solida e creativa, composta da Andrea De Fazio alla batteria e Renato Grieco al contrabbasso, che accompagna le due voci: Roberta Nasti ed Arturo Caccavale: a loro il compito di rappresentare con la voce la trasposizione a realtà lontane ed esotiche in un concerto che promette all’ascoltatore un viaggio attraverso paesaggi affascinanti. Ciro Riccardi 16 3 dicembre 2012, ore 20.30 Monopoli, Salone del Conservatorio “Nino Rota” 4 dicembre 2012, ore 17.00 Napoli, Sala Martucci Conservatorio “San Pietro a Majella” 5 dicembre 2012, ore 18.00 Roma, Sala dei Medaglioni Conservatorio “Santa Cecilia” 6 dicembre 2012, ore 21.00 Rovigo, Auditorium del Conservatorio “Francesco Venezze” Hocus Pocus Lab del Conservatorio di Musica “Nino Rota” di Monopoli Docente tutor dell’Ensemble GIANNI LENOCI GIANNI LENOCI direttore e piano GIOVANNI MAIER contrabbasso “Songs, Dances & Rituals” (A Jazz Workshop) GIANNI LENOCI September waltz GIANNI LENOCI Afrika metropolitane GIANNI LENOCI Fagan GIANNI LENOCI Processional (for mal waldron) THELONIOUS MONK Straight, no chaser STEVE LACY Raps HOCUS POCUS LAB MIKE RUBINI sax contralto PIETRO ROSATO clarinetto e sax tenore GIOVANNI ANGELINI batteria e percussioni 17 GIANNI LENOCI Si è diplomato in pianoforte presso il Conservatorio “Santa Cecilia” di Roma e in musica elettronica presso il Conservatorio Niccolò Piccinni di Bari, ove ha conseguito anche la Laurea in pianoforte (indirizzo solistico). Ha studiato jazz ed improvvisazione con Mal Waldron e Paul Bley. È stato finalista nel 1993 dell’European Jazz Competition di Leverkusen e nel 1996 vincitore di un premio della Fondazione Acanthes di Parigi. Nel 2003 la sua composizione elettronica Notturno Frattale, ha vinto il Premio Internazionale della Società Italiana di Informatica Musicale. Molte le sue collaborazioni con artisti come: Massimo Urbani, Steve Lacy, Joelle Leandre, Steve Grossman, Harold Land, Bob Mover, Enrico Rava, Glenn Ferris, Giancarlo Schiaffini, Han Bennink, Sakis Papadimitriou, Jean-Jacques Avenel, John Betsch, Markus Stockhausen, Steve Potts, Carlos Zingaro,John Tchicai, Kent Carter, William Parker, David Murray, Roscoe Mitchell per citarne alcuni. Ha inoltre tenuto performances con poeti, danzatori ed artisti multimediali. Dal 1990 insegna Prassi esecutiva, Improvvisazione e Composizione nei corsi di jazz del Conservatorio “Nino Rota” di Monopoli ove ricopre l’incarico di Coordinatore del Dipartimento di Nuove Tecnologie e Linguaggi Musicali ed è Visiting Erasmus Professor presso: Bucharest University, Corfu University , Royal Northern College of Manchester, Conservatorio Superior de Malaga, Franz Liszt Hochschule in Weimar, Conservatorio Superior de Madrid, Conservatorio Superior de Salamanca. Nel 2011 è stato composer in residence presso l’Atlantic Center for the Art in Florida, USA. Il suo nome è inserito nell’autorevole Dictionnaire du jazz di Philippe Carles. GIOVANNI MAIER Nel giugno del 1988 si diploma in contrabbasso presso il Conservatorio “Giuseppe Tartini” di Trieste. Attualmente sta sviluppando un proprio progetto basato sul contrabbasso solo iniziato nel 1994 e documentato dai CD: Polaroid, Exposure, Audiosmog, Domino 02, The face of the bass. Dal 1989 ad oggi ha partecipato (anche con gruppi guidati da lui stesso o in solo) a numerosi jazz festival in tutto il mondo (Francia, Yugoslavia, Cecoslovacchia, Grecia, Macedonia, Germania, Austria, Belgio, Slovenia, Finlandia, Croazia, Svizzera, Tunisia, Spagna, Inghilterra, Canada, Giappone, Olanda, Danimarca, Norvegia, U.S.A., Turchia, Giordania, Brasile). Ha inoltre suonato con molti musicisti di fama internazionale: Enrico Rava, Gianluigi Trovesi, Cecil Taylor, Anthony Braxton, Roswell Rudd, Han Bennink, Franco D’Andrea, Tim Berne, Chris Speed, Benny Golson, Ernst 18 Reijseger, Willem Breuker, Tristan Honsinger, Wolter Wierbos, Massimo Urbani, Giancarlo Schiaffini, Roberto Gatto, Herb Robertson, Renato Geremia, Tony Scott, Lauro Rossi, Umberto Petrin, Stjepko Gut, Sandro Satta, Roberto Ottaviano,Yves Robert, Paolo Damiani, David Shea. Dal 2009 è docente di Jazz presso il Conservatorio “G. Tartini” di Trieste. «In un certo senso questa è musica libera. Non perché contiene molta energia propria del Free Jazz (tutt’altro), o perché il romantico abbandono prevale, ma perché è dischiuso un mondo di possibilità illimitate, dove la fantastica reverie e il colore religioso dell’inno convivono con la potenza del rock e la profonda enfasi del bues, l’abbellimento in filigrana e le delicata ramificazioni, la semplicità naive e la naturale modestia». (WERNER WITTERSHEIM) SONGS, DANCES & RITUALS Nei miei anni di formazione (’70-’80 del secolo scorso), la musica classica (specialmente barocca e contemporanea d’avanguardia), il jazz post bop e free e la black music (soul & rock) hanno consumato i miei giorni. Praticamente sono l’ispirazione costante di quanto oggi faccio. Quei suoni, quelle tessiture, quei colori e quelle forme sono confluiti nella mia pratica di improvvisatore, ovvero di compositore istantaneo, sia come pianista che come compositore e direttore chironomico. Quei suoni mi imprigionano nella nostalgia ricca di visioni. Di visioni trasformate che mi spingono all’inaudito. Quei suoni che pur mi hanno formato, non mi appartengono più; sono nella mia memoria ma non nel mio presente. Ho da ricercarne altri per nutrire il mio futuro. Per dirla con Gilles Deleuze, mi metto a cartografare le emozioni, attraverso l’improvvisazione; attraverso un ensemble di musicisti che delirano poeticamente. La sfida è andare in un (non)luogo dell’ascolto in piena responsabilità, non imponendo un’estetica, ma consentendone la creazione di nuove e molteplici. La creazione istantanea come vocabolario per produrre interpretazione del mondo e dell’esistenza. Dobbiamo accettare l’idea che non possiamo possedere la musica, possiamo solo esserne vittime felici. HOCUS POCUS è un laboratorio permanente a geometria variabile che io conduco da circa 20 anni presso il Conservatorio “N. Rota” di Monopoli. 19 Santa Cecilia Jazz Band del Conservatorio di Musica “Santa Cecilia” di Roma 12 dicembre 2012, ore 18,00 Roma, Sala dei Medaglioni Conservatorio “Santa Cecilia” 13 dicembre 2012, ore 21.00 Rovigo, Auditorium del Conservatorio “Francesco Venezze” 14 dicembre 2012, ore 17.00 Napoli, Sala Martucci Conservatorio “San Pietro a Majella” Docente tutor dell’Ensemble PAOLO DAMIANI 15 dicembre 2012, ore 20.30 Monopoli, Salone del Conservatorio “Nino Rota” PAOLO DAMIANI direttore e violoncello LUCA AQUINO tromba e flicorno “Tracce d’Anninnia” PAOLO DAMIANI Tracce d’Anninnia LUCA AQUINO La ninna nanna del Capitano SANTA CECILIA JAZZ BAND MARTA COLOMBO voce ELENA PAPARUSSO voce STEFANO LENZI voce GIANLUCA FIGLIOLA chitarra FRANCESCO MERENDA batteria 20 Nato nel 1952 a Roma, laureato in architettura, diplomato in contrabbasso e in musica jazz, Paolo Damiani svolge attività anche di violoncellista, direttore d’orchestra, compositore e didatta. Ha studiato con Lucio Buccarella, Giorgio Gaslini, Giorgio Pani, Giuseppe Selmi, Bruno Tommaso e Frances Marie Uitti; oggi dirige il dipartimento di jazz del Conservatorio di “Santa Cecilia” a Roma. Ha debuttato professionalmente nel 1976 con Giorgio Gaslini, collaborando poi anche con Anouar Brahem, Antony Braxton, Paolo Fresu, Trilok Gurtu, Billy Higgins, François Jeanneau, Albert Mangelsdorff, Charlie Mariano, Pat Metheny, Pino Minafra, Enrico Rava, Giancarlo Schiaffini, Louis Sclavis, John Surman, Cecil Taylor, Miroslav Vitous e Kenny Wheeler. Dal 1978 dirige proprie formazioni. Membro stabile dalla sua fondazione dell’Italian Instabile Orchestra. Dal 1982 dirige il festival internazionale di jazz Rumori Mediterranei di Roccella Jonica, comune che nel 2005 gli ha conferito la cittadinanza onoraria, e dal 1998, assieme ad Armand Meignan, quello di Roma Una striscia di terra feconda. Tra il 1996 e il 1999 ha presieduto l’AMJ (l’associazione nazionale musicisti di jazz); dal 2000 al 2002 è stato direttore artistico e musicale dell’ONJ, l’Orchestra Nazionale francese di jazz, primo e unico artista straniero ad aver vinto il relativo concorso. Nel 2006 è stato nominato coordinatore del Comitato nazionale per l’apprendimento pratico della musica, presieduto da Luigi Berlinguer; dal 2007 è membro del CNAM (Consiglio Nazionale per l’Alta Formazione Artistica e Musicale), organismo del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Il 2 giugno 2008 il presidente della Repubblica gli ha conferito l’onorificenza di Cavaliere, in considerazione dei suoi meriti artistici. Paolo Damiani suona in duo con Danilo Rea, Rita Marcotulli; collabora inoltre stabilmente con scrittori e attori come Stefano Benni, Sonia Bergamasco, Lella Costa, Fabrizio Gifuni, Ivano Marescotti e David Riondino. È stato tra i fondatori della Scuola di Musica di Testaccio e ha inventato l’IS Ensemble, un’orchestra nazionale giovanile selezionata tramite audizione. È stato coprogettista della collana di audiolibri allegata alla «Repubblica» e all’«Espresso». Ha inciso con ECM, EGEA, ENJA, Leo e Splasc(h). Il suo CD Al tempo che farà (Egea) è stato premiato come miglior CD del 2007 nei referendum delle riviste «Musica Jazz», «Musica e Dischi» e «Jazzmagazine». Nel gennaio 2011 ha vinto il referendum top jazz del mensile «Musica Jazz», come miglior compositore dell’anno. PAOLO DAMIANI Nasce a Benevento, antica cittadina nel cuore del Sannio, in Campania. Il primo strumento che inizia a suonare è la tromba, all’età di vent’anni. Folgorato dal suono largo e caldo di Miles. L’abbandona LUCA AQUINO 21 due anni dopo per iniziare a studiare il sax alto. Sei mesi soltanto e, dopo essere stato ammaliato dal soffio di Chet (il suo secondo vero amore), la tromba rientra prepotentemente nella sua vita. Anche questa volta per soli due anni. Dopo ci sono solo gli studi universitari e la laurea in economia. È però a questo punto che capisce di appartenere completamente alla musica. Infatti, riprende la tromba per non smettere più di suonare. Luca è completamente autodidatta. Non ha avuto maestri se non Paolo Fresu nei seminari di Benevento e Nuoro. E tanti dischi da ascoltare. Proviene dal rock, ama le melodie e odia i modelli (non solo nel campo musicale) e i futili virtuosismi. In musica come nella vita attribuisce pari importanza al suono e al silenzio. Il suo approccio all’elettronica è misurato, non ne è vittima. Il timbro di Luca è solo ed esclusivamente il ‘suo timbro’. Per questo usa le Van Laar. Perché lo lasciano libero, senza condizionamenti. Nel 2008 il suo primo album solista: Sopra le nuvole prodotto da Universal Music e nel 2009 Lunaria. Lo stesso anno vince il referendum Top jazz del mensile «Musica Jazz», come miglior talento. Poi Amam registrato nell’antico bagno turco di Skopje, Macedonia, dopo un viaggio in auto di millecinquecento chilometri. Nel 2010 Icaro solo e nel 2011 Chiaro, con il suo trio norvegese, per la neo etichetta TÙK MUSIC di Paolo Fresu. Nello stesso periodo di tempo, poco più di tre anni, ha partecipato ad oltre cinquanta ulteriori registrazioni, spaziando dal jazz all’hip hop, dal grunge alla musica d’autore, dal metal al pop, ha inciso colonne sonore e ideato e diretto il festival Riverberi. E tanti concerti, ovunque. Perché Luca ama soprattutto suonare, libero e senza imposizioni. TRACCE D’ANNINNIA 22 Tracce d’Anninnia è una suite composta da Paolo Damiani, sul tema della ninna nanna, anninnia in sardo. La ninna nanna aiuta a prender sonno, a venir meno, a sparire. In scena si costruisce un percorso in cui i musicisti cercheranno di far perdere le proprie tracce, come in un gioco di seduzione, ben sapendo che ci si nasconde per il piacere di essere ritrovati. La voce ha un ruolo decisivo, in questo progetto. Che ogni strumento canti, allora! Diventando talvolta irrintracciabile, fino a perdersi. Al di là del punto di scomparsa, restano tracce? Certamente, come in ogni autentica storia d’amore sparita, che merita di essere vissuta per sempre. Responsabile progetto artistico, organizzativo e supervisione ROBERTA TRAVAGLINI Coordinamento e organizzazione DEBORAH COMPAGNINO, GIUSEPPINA MOZZILLO Ufficio Stampa MAURIZIO QUATTRINI Responsabile programmi musicali VITTORIO ANTONELLINI Redazione guida all’ascolto e programma di sala CIRO RICCARDI Registrazioni EDGAR IACOLENNA Diffusione e promozione ALESSANDRA FAILLI, LUDOVICA MOCCIA Grafica e immagine MARCO SAURO Responsabile Amministrativo CARLO PINNA Impaginazione e stampa FABIANI STAMPATORI - L’AQUILA 23