13 Novembre 2008 Come la morte definitiva è il frutto ultimo della volontà dell’oblio, così la volontà del ricordo potrà perpetuare la vita. Josè Saramago (f.f.) È possibile trovare nei luoghi più impensati vecchi documenti scampati, non si sa come, alla distruzione. Essi possono darci preziose informazioni sulle semplici vite dei nostri antenati, per lo più contadini poveri ed incolti. Questo è successo anche a me quando mi portarono le fotografie del Congedo del mio trisnonno Ercole Crudeli trovato fortunosamente tra vecchie carte appartenenti a parenti lontani. Questo documento mi ha spinto a documentarmi, a leggere un libro sull’esercito di Modena ed a produrre questo breve scritto. Come dice Saramago ricordare perpetua la vita e spero in questo modo di aver riportato in vita, in qualche modo, questo mio trisnonno. CARTA DI CONGEDO DAL SERVIZIO MILITARE DI S. A. R. FRANCESCO V DUCA DI MODENA, REGGIO, MIRANDOLA, MASSA, CARRARA, GUASTALLA ARCIDUCA D’AUSTRIA, PRINCIPE REALE D’UNGHERIA E DI BOEMIA Ecc. Ecc. Ecc. REAL REGGIMENTO D’INFANTERIA DI LINEA Si certifica che il nominato Crudeli Ercole comune1 nato li 6 Giugno 1826 a Avenza Provincia di Massa negli Stati Estensi di religione cattolico Stato libero di Professione contadino è entrato al suddetto servizio il 12 Dicembre 1849 in qualità di coscritto per conto del Comune di Carrara ha servito in tutto per lo spazio d’anni 2 mesi 6 giorni 19 , e durante questo tempo ha tenuta una condotta Buona. Egli viene congedato giusta l’articolo 332. Legge di Coscrizione In conferma di ciò gli viene rilasciata la presente Carta di Congedo. S’invitano le autorità Civili e Militari dello Stato, e si pregano quelle degli Stati alleati a lasciare liberamente passare il sunnominato per recarsi a casa propria giacché ha dichiarato di volere convivere presso la propria Famiglia promettendo loro un egual trattamento in simili casi. Fatto a Modena il 30 Giugno 1852 Il Colonnello Comandante del suddetto Corpo [Timbro e firma poco leggibili]3 Modena il 30 Giugno 1852 Visto, e registrato all’Uffizio del Commissariato di Guerra sotto il N° 2223/619 [Timbro poco leggibile e firma Bonacatti capitano]4 Visto ed approvato dal Supremo Comando Generale Militare Estense, il quale in oltre dichiara che il sunnominato Crudeli Ercole pel breve tratto di servizio da esso prestato, non ha diritto a verun provvedimento IL GENERALE SUPREMO COMANDANTE DELLE TRUPPE [Timbro e firma poco leggibili]5 NB: le parti in corsivo sono state compilate a mano 1 Il comune era il soldato semplice. Presumo per aver compiuto 26 anni. 3 Il timbro ovoidale nero riporta nel contorno “Il comando del R. Batt.e Estense di Linea” con uno stemma coronato al centro. La firma potrebbe essere quella di Ignazio Forghieri che in quel periodo rivestiva quel ruolo e la firma somiglia abbastanza. 4 Il timbro ovoidale blu riporta nel contorno “Commissario di guerra R. Estense” con al centro un’aquila coronata. La firma si legge bene, Menziani riporta Ferdinando Bonacati con una sola t con questo ruolo in questo periodo. 5 Il timbro è circolare nero molto scuro con nel contorno “Estense Comando generale militare” con qualche dubbio su “estense” al centro uno stemma apparentemente diverso dal precedente. La firma dovrebbe essere quella del generale Agostino Saccozzi ed in effetti somiglia abbastanza. 2 [retro del congedo] CONNOTATI PERSONALI Dell’ retroscritto Crudeli Ercole comune Figlio di Francesco ,e della Margherita Ragaglini 6 pollici 2. linee / Statura piedi 5. Viso ovale Fronte regolare Occhi grigi Naso giusto Bocca media Mento ovale Capelli e Ciglia castani Segni apparenti / Parla le lingue la nativa FIRMA DEL CONGEDATO [assente] Lo sconto di piccola Montura7, ed ogni altra competenza di soldo naturali ecc. è stata pagata al suddetto a tutto questo giorno 30. / trenta Mese di Giugno Anno 1852./ milleottocentocinquantadue IL COMANDANTE DEL CORPO [timbro e firma poco leggibili]8 6 Preso atto che un piede modenese equivale a 12 pollici ed un pollice a 12 linee l’altezza di Ercole è 5,166 piedi, ma non sono riuscito a trovare un convincente fattore di conversione per trasformarla in metri. 7 All’atto dell’arruolamento ogni soldato riceveva una certa quantità di oggetti di “piccola montura” (scarpe, camicie, mutande, etc.) il cui costo era annotato a debito su un libretto personale chiamato libretto di “deconto”. Per il rinnovo del corredo il soldato maturava a credito una cifra giornaliera (7, 8 centesimi) che veniva periodicamente registrata sul libretto. Quando si rendeva necessaria la sostituzione di un effetto di piccola montura esso era consegnato scrivendo a debito il relativo prezzo. Alla fine della ferma il soldato riceveva il credito maturato o viceversa pagava il debito. In questo modo il soldato era stimolato ad aver cura delle sue cose in modo da maturare un piccolo gruzzolo che in certi casi ammontava anche a qualche decina di lire. 8 Rimando alla nota 1, la firma è più nitida e si legge l’iniziale I, propendo per Forghieri. COMMENTO Chi era Ercole Giuseppe Crudeli Egli era il secondo di dieci figli, e primo maschio, di Francesco (1798-1854) e di Margherita Ragaglini (1801-1882). Le famiglie di origine avevano conosciuto nel passato un certo benessere, specialmente i Ragaglini, comunque Ercole è indicato contadino, non sappiamo se contadino possidente. Egli nacque ad Avenza il 6 giugno 1826 e morì a 52 anni Marina il 25 maggio 1878, sposò il 3 maggio 1856 ad Avenza Maria Dusolina Vatteroni (1832-1906), conosciuta come Esterina. La coppia ebbe 10 figli di cui cinque morti infanti, una delle figlie Carolina (1869-1952) è madre della mia nonna materna. Quindi Ercole è mio trisnonno. Il servizio militare, probabilmente, fu l’avvenimento più notevole della sua vita, esso lo portò per due anni e mezzo a vivere nella capitale del ducato estense a contatto con un mondo molto diverso da quello contadino di Avenza e di Marina, forse ebbe anche l’opportunità di imparare a leggere ed a scrivere. Dove si trova il documento Il documento originale di grandi dimensioni e ripiegato in sedici parti è in possesso di un discendente di Filippo Crudeli9 (1863-1895), unico figlio maschio di Ercole e quindi zio materno di mia nonna. Esso si trova a Marina di Carrara. Era conservato in soffitta e, presumo, ritenuto di scarso interesse anche affettivo, ma pare che adesso sia considerato più importante. Altezza di Ercole10 Consultando alcuni testi ho trovato che il piede agrimensorio modenese equivaleva a 0,523048m, quello bolognese 0,380098 e quello lombardo 0,435185. Il numero scritto nel documento è chiaramente 5, ma non è compatibile col fattore di conversione, se fosse 3 la misura sarebbe circa 1,656 m abbastanza sensata, bisogna quindi presumere un errore del compilatore del congedo oppure un diverso fattore di conversione. A favore di un diverso fattore di conversione depone peraltro un altro congedo presente nel libro di Menziani (pag 321) che riporta un’altezza di 5 piedi. In realtà potrebbe trattarsi di un diverso piede: il piede austriaco (fuss) corrispondeva a 31,61024 cm (quindi l’altezza diventerebbe 1,63 m), quello inglese (international foot) corrisponde a 30,38 cm. Fonti storiche Dopo aver avuto la fotografia di questo documento mi sono documentato utilizzando in particolare il testo di Alberto Menziani “L’esercito del ducato di Modena dal 1848 al 1859” edito dall’Ufficio Storico SME (Stato Maggiore dell’Esercito), Roma 2005. Questo testo è ricco di informazioni proprio sul periodo in cui il trisnonno fece il militare a Modena. Le citazioni in corsivo che seguono si riferiscono a questo testo. Cenni sull’esercito estense Coloro che vestivano le uniformi ducali non erano mercenari stranieri, bensì Modenesi, Reggiani, Massesi, Carraresi, Garfagnini, ecc. i cui discendenti (ancora oggi non troppo lontani) hanno calcato e calcano il medesimo suolo calpestato dai soldati dei Duchi Francesco IV (1814-1846) e Francesco V (1846-1859). Pag. 9 Nell’ambito della ricostruzione dell’esercito Francesco V stabilì che: 9 Sua moglie Rosalinda Dell’Amico (1861-1963), detta Ro’ d’ Fondon, era detta la nonna di Marina essendo morta ultracentenaria. 10 Come detto più avanti l’altezza minima per essere arruolati era 1,66 metri si tratta di vedere se la norma fosse poi rispettata: a quei tempi l’altezza media era piuttosto bassa. Al Reggimento di Linea, costituito poco prima della caduta del governo ducale e conservato dalle autorità rivoluzionarie, subentrava un Reggimento di Fanteria, articolato su due battaglioni: uno di Linea (due compagnie di granatieri e sei di fucilieri) e uno “Leggero”. Pag. 18 All’inizio del 1849 la consistenza delle truppe di Modena era molto modesta: 1750 uomini contro i 2800 in servizio prima della rivoluzione. Il duca quindi decise di portare la consistenza delle truppe in tempo di pace a 3200 uomini. Inizialmente egli fu contrario alla coscrizione obbligatoria, eliminata nel 1814 dopo la fine della dominazione napoleonica. Comunque nel 1849 fu richiamato l’obbligo ai Comuni di dare un annuo contingente di Reclute Volontarie al Militare, essendo la necessità di 900 uomini pari al 2‰ della popolazione. Gli arruolandi , cui era richiesto di impegnarsi a servire per sei anni e che sarebbero stati destinati ai vari corpi “secondo capacità, attitudini, personale ed anche possibilmente secondo inclinazione”, dovevano essere di età compresa tra i 18 e i 30 anni, celibi, “immuni da pregiudizj politico-criminali, sani e robusti, della statura di almeno m. 1.67” e “capaci in tutto del servigio militare”. Pag 26 Visto però che non si riusciva ad ottenere il necessario numero di reclute Francesco V introdusse con decreto del 5 aprile 1849 la coscrizione obbligatoria da intendersi come strumento sussidiario di reclutamento: solo i comuni che non potevano dare il numero richiesto di volontari erano soggetti alla coscrizione con la possibilità dell’istituto del “cambio” (vedi avanti) allora molto usato in diversi stati italiani. La ferma era prevista in 6 anni sia per i volontari che per i coscritti. L’esercito estense era un esercito “di caserma” o “di qualità” secondo il modello austriaco nel quale era privilegiato il buon addestramento, il forte spirito di corpo derivante dal lungo servizio e dalla facilità di assimilare i riservisti richiamati alle armi. Nel decennio 1849/59 l’esercito estense contava circa 4000 uomini, 3200 effettivi più 800 riservisti, ma era, chiaramente, un esercito piuttosto modesto. La Linea Nel 1850 la Linea comprendeva 2320 effettivi. Comandante generale delle truppe per l’intero periodo del regno di Francesco V fu il generale Maggiore Agostino Saccozzi (Correggio 1790-Venezia 1865). Il Commissario di guerra gestiva parte dell’amministrazione mantenendosi a contatto diretto con i militari. Il tenente colonnello e, dal 1851 colonnello, Ignazio Forghieri (Modena 1797-1872) fu comandante del “Reggimento d’Infanteria di Linea Estense” dalla sua costituzione nel 1849 fino allo scioglimento dell’esercito ducale nel 1863. Detto reggimento era formato da 3 battaglioni, i primi due formati da una compagnia Granatieri e tre compagnie fucilieri, il terzo da quattro compagnie cacciatori per un totale di 12 compagnie. Cacciatori e Granatieri dovevano essere gli elementi migliori del corpo. Nel 1850 l’organico dei tre battaglioni era completo. Ogni compagnia constava di 190 uomini: 4 ufficiali, 2 sergenti, 12 caporali, 12 sottocaporali, 2 zappatori, 2 tamburini, 156 comuni. Ogni battaglione aveva un ufficiale comandante . Nell’ottobre 1851 fu creato un quarto battaglione che rimase virtuale essendo destinato ad inquadrare i riservisti per cui esso era formato solo da ufficiali e sottufficiali. Il primo battaglione fu comandato dal maggiore Luigi Personali fino al 28 febbraio 1850 e poi da Vincenzo Pifferi. Il secondo fu comandato dal maggiore Gaetano Melotti ed il terzo da Giuseppe Casoni11 (1806 Pievepelago) che dal 1853 fu anche vicecomandante del reggimento e tristemente famoso nelle nostre zone per essere stato comandante del primo stato d’assedio a Carrara (dal 13 dicembre 1854 al 18 dicembre 1856). 11 Casoni, uomo rozzo e spietato è divenne il simbolo della repressione estense dando origine ad una serie di espressioni tra il serio ed il faceto usate per impaurire i bambini, come: Va ‘n là ch’al ven Casoni; tir’t’’n là ch’al ven Casoni; asù ch’al ven Casoni; atè ch’al ven Casoni; atè Casoni; Casoni atè; Casoni asù. Esse significano: Allontanati, stai in guardia che viene Casoni ed in pratica significano stai accorto. Giuseppe Casoni aveva svolto la sua attività presso la piazza fortificata di Brescello, baluardo del Lombardo-Veneto, meritando un encomio da Francesco IV e diventandone poi comandante generale. I Fanti di Linea erano alloggiati nella Cittadella di Modena, alcuni per mancanza di spazio stavano invece nella caserma Pionieri attigua alla chiesa di S.Agostino. I soldati stanziati a Modena sorvegliavano le porte ed altre zone della città e costituivano pattuglie notturne per controllare il territorio. Da sottolineare che il periodo in cui servì Ercole fu un periodo di quiete per il ducato, solo a Carrara la popolazione era considerata “un po’ esaltata” e gli avvenimenti successivi confermarono questa osservazione. Reclutamento Il decreto del 5 aprile 49 addossava ad ogni comune “l’obbligo di fornire un annuo contingente di reclute a mantenere nell’effettivo i diversi Corpi Militari, stabilendo che quando non si trovassero volontari idonei in quantità sufficiente si doveva far ricorso alla coscrizione obbligatoria”. Il reclutamento volontario era aperto ai giovani di età tra i 18 ed i 28 anni non compiuti, non erano accettati gli ammogliati, chi aveva avuto problemi con la giustizia, chi non era stato vaccinato ed era necessario essere sani ed alti almeno 1,73 (statura invero molto alta per il periodo). La durata della ferma volontaria era 6 anni ed era previsto un premio d’ingaggio di 45 lire italiane a carico del comune. Alla coscrizione erano invece soggetti i giovani tra i 20 ed i 26 anni, non condannati a pene afflittive od infamanti, la statura minima richiesta era 1,66m. Non erano arruolabili gli ammogliati, gli ecclesiastici, i figli unici e gli ebrei. La decisione su chi arruolare si basava su sorteggio da liste con priorità per alcune categorie. Era previsto l’istituto del “cambio” a pagamento in cui una persona si faceva sostituire da un altro pagandolo. Gli arruolati dovevano trascorrere almeno 2 anni al corpo per poi passare nella riserva fermo restando che l’obbligo si estingueva al compiere i 26 anni, dal 1850 invece i militari dovevano restare ai reparti 6 anni senza passare nella riserva.. I coscritti venivano accompagnati a Modena da un delegato del Comune che li consegnava al Deposito di coscrizione. L’ammissione nell’esercito avveniva dopo le visite mediche e l’assegnazione al corpo ed alle diverse specialità doveva secondare i desideri dei coscritti e tener conto delle loro qualità e della loro professione. L’addestramento era rivolto al maneggio delle armi ed all’acquisizione dei movimenti regolamentari come la marcia e gli schieramenti in battaglia. Erano previsti anche la ginnastica ed il nuoto. Periodicamente i soldati erano impegnati in esercitazioni e manovre fuori le mura di Modena ed in località vicine. Particolare importanza avevano le manovre autunnali che si tenevano al Ghiardo nella zona di Bibbiano-Quattro Castella. Erano previsti inoltre corsi scolastici per la truppa: l’istruzione si limitava “al leggere e scrivere bene con caratteri corsivo, ai principj della lingua italiana ed ortografia, alla Calligrafia, alle quattro operazioni”.12 Il soldo giornaliero per i comuni andava da 48 a 51 centesimi di lira italiana con cui il soldato doveva pagarsi anche il rancio, se questo costava più di 35 centesimi era previsto un soprassoldo in modo da garantire almeno 13 centesimi al soldato per le sue spese. Conclusioni Il mio invito, rivolto a chi legge, è a non disperdere i documenti significativi che i nostri antenati ci hanno lasciato, di averne cura e cercare, attraverso essi, di ricostruire un briciolo della loro quotidianità in modo da renderli più reali e più vicini a noi troppo spesso immersi in una quotidianità che ci fa dimenticare le nostre radici. Inoltre penso che sia importante riflettere sul passato e sugli insegnamenti che da esso ci vengono per evitare errori che ci potrebbero riportarci a periodi oscuri. L’epigrafe iniziale è di José SARAMAGO, Tutti i nomi, Einaudi, Torino, 1998 pag. 187 12 Mia nonna sosteneva che suo nonno Ercole, che peraltro non conobbe, fosse maestro. Forse imparò a leggere ed a scrivere durante il militare, per quanto sul congedo non ci sia la sua firma.