12 SABATO 26 MARZO 2011 il Cittadino Centro missionario IL 64ENNE LODIGIANO OPERA PER LA PIA SOCIETÀ SAN GAETANO, FONDATA A VICENZA DAL SERVO DI DIO DON OTTORINO ZANON Un diacono al servizio della speranza Ugo Gandelli lavora da decenni tra i bisognosi dell’Argentina E’ un pomeriggio di piova schi improvvisi, quasi geli di, quando incontro Ugo Gandelli, diacono lodigiano e missionario in Argentina, nel l’abitazione di suo fratello, in via Borgo Adda, a Lodi. Così nell’azzur ro terso dei suoi occhi mi sembra di cogliere uno spicchio di cielo, da un paio di giorni assolutamente nasco sto da un groviglio inespugnabile di nuvole. È un uomo buono Gandelli: devo annotarne bene il nome e poi suggerirlo a chi si occupa dei premi per la bontà sul territorio. Che sia buono lo capisco non solo dagli oc chi, ma da una precisa circostanza. Gli chiedo di confessarmi un suo desiderio. Lo chiedessero a me avrei le sue stesse difficoltà: non sa prei sceglierne fra tanti che mi ron zano in testa. Lui, però, non sa indicarne neppu re uno perché, in definitiva, non ha alcun desiderio: realizzare la volon tà del Signore, mi dice. Benissimo, gli replico: ma questa è una speran za che appartiene direttamente al Padre Eterno, invece io vorrei cono scere un desiderio proprio, intimo, personale: mi dica, cosa può deside r a re u n u o m o giusto, che vive in Argentina, lontano dalla sua città d’origine, e che ha fatto voto d’obbedienza ad una Congrega zione, dai più sconosciuta, e che, dall’oggi al domani, potreb be mandarla ovunque? Ugo Gandelli il lumina i suoi bellissimi occhi per un lungo istante, poi dice in un soffio: vive re sempre in as soluta fraternità nella mia comu nità religiosa, questo è ciò che desidero, perché siamo persone che provengono da esperienze e culture diverse, ma accomunati dallo stesso forte spirito di condi videre insieme la nostra consacra zione religiosa, e siccome non è un’impresa sempre facile, allora, questa mia aspirazione è un deside rio autentico. LA VOCAZIONE Ugo Gandelli ha 64 anni e ha vissu to una vita sempre coerente, prima cercando la propria vocazione e, una volta trovatala, valorizzandola nella quotidianità del proprio vis suto. Nella sua scelta religiosa c’è forse l’involontario zampino di un mio grande amico, straordinaria fi gura del più recente passato: don Leandro Rossi. Racconta Ugo: «Ave vo 16 anni e come tutti i giovani di quell’età ero alla ricerca per trova re il significato dell’esistenza. Un giorno mi fu recapitato a casa un li bretto, dal titolo Il diploma nel cas setto; si trattava di un testo molto originale, che invitata a rinunciare ai percorsi scontati della vita, persi no a sacrificare il proprio titolo di studio, riponendolo appunto in uno scaffale di un mobile, per abbrac ciare scelte più grandi e donarsi a Dio. Questo libretto giungeva dalla città di Vicenza. A dare il mio indi rizzo al fondatore della Pia Società San Gaetano, che si chiamava don Ottorino Zanon, era stato, appunto, Leandro Rossi». Gandelli mi racconta che don Otto rino, oggi Servo di Dio, conosceva l’ottima fama per le vocazioni che vantava il territorio lodigiano ed aveva chiesto al suo amico Leandro, la possibilità di conoscere i nomi nativi e le residenze dei delegati di Azione cattolica della sua diocesi. Leandro, forse più per togliersi da vanti l’allora don Ottorino che per reale convinzione, gli aveva fornito l’elenco, e in via Borgo Adda, a casa Gandelli, era arrivata la proposta vocazionale: divenire o sacerdoti o diaconi della Congregazione vicen tina. Correva l’anno 1964: «A quel tempo già da due anni lavoravo alla Polen ghi, a Milano. Chiesi ai miei fami gliari di andare ad un campeggio di formazione con i responsabili di questo gruppo e ne rimasi entusia sta. Più ancora della vita sacerdota le, mi affascinarono i contenuti ri servati a chi aderiva alla vita diaco nale, cioè l’impegno verso l’azione sociale e la partecipazione alla vita degli oratori. Quella era la mia stra LA PROPOSTA Campo in Cambogia, le iscrizioni chiudono entro la fine di marzo «In Italia manca l’entusiasmo, forse per il troppo benessere: così si disconosce il Signore» da. Ne fui immediatamente consa pevole». Per altri due anni, Ugo Gandelli continuò a lavorare presso la Polen ghi, frequentando durante l’estate altre esperienze formative proposte dalla Congregazione di San Gaeta no, poi informò i genitori di voler divenire diacono e lasciò il lavoro, trasferendosi a Vicenza: «Ho fatto un anno di noviziato, con particola re approfondimento della vita spiri tuale della Congregazione. Quindi mi è stato dato l’incarico di aiutare l’economo, e nel frattempo ho fre quentato gli studi di ragioneria, e poi avviato a quelli di Teologia.... Altro che diploma nel cassetto!» IN SUDAMERICA Nel 1970 Ugo Gandelli viene desti nato alla parrocchia San Giovanni Battista nella frazione Laghetto di Vicenza: «Mi sono ambientato mol to bene in Veneto, dove ho imme diatamente imparato a parlare il dialetto. Non vedevo grandi diffe renze tra lodigiani e vicentini: gli uni e gli altri grandi lavoratori». Nel 1979, in qualità di economo del la Congregazione, Ugo è mandato in Argentina, nella cinta del Gran Buenos Aires, dove la Pia Società San Gaetano stava realizzando un Seminario; ha così modo di cono scere la povertà di quel paese, e le condizioni di miseria in cui versa vano intere fasce sociali, rimanen done molto colpito: «Ho compreso in quell’occasione che fare azione missionaria non è più soltanto an nunciare la Buona Novella, ma ser vire il popolo, che per noi cattolici è il popolo di Dio, difendendo gli ulti mi e i bisognosi, e imparando, in nome della fratellanza universale, a n Mancano pochissimi giorni alla chiusura delle iscrizioni al Campo missio nario in Cambogia. C’è tempo sino alla fine di marzo. Il Centro missiona rio invita i giovani che, ancora incerti, stanno pen sando di fare questa espe rienza ad affrettarsi a dare la loro adesione. Ricordia mo che il Campo si terrà dal 15 pomeriggio al 31 agosto 2011. Ci si avvicine rà, accompagnati e coadiu vati costantemente dai mis sionari del Pime, alle real tà culturali, religiose e sociali cambogiane ed ai temi specifici della presen za cristiana in quelle terre. La proposta è per i giovani dai 18 ai 35 anni. Il costo preventivato tutto compre so è di 1600 euro. All’atto dell’iscrizione si chiede di versare una caparra di 200,00 euro. Per saperne di più: visita il sito http://missioni.dioce si.lodi.it o chiedi informa zioni a: Centro Missiona rio, via Cavour, 31 Lodi. Tel. 0371544660 email: [email protected] condividere qualunque tipo di dif ferenza». Ma il vero e proprio viaggio da reli gioso missionario, impegno che ha interamente finito per caratterizza re la vita di Ugo Gandelli, risale al 1985: «La Congregazione mi ha pro posto di andare, sempre in Argenti na, nella provincia di Santa Fè, nel la città di Rafaela, dove c’era una nostra parrocchia. È stata quella la mia prima esperienza pastorale da diacono permanente. L’impegno consisteva nell’animare la pastora le in fraternità con i sacerdoti dio cesani e con il Vescovo del luogo. Si dava così un sostegno alle attività dei sacerdoti e si svolgeva un servi zio verso i più bisognosi. Essere po vero in Argentina non è come esser lo in Italia. Lì ci sono veramente gli ultimi, i reietti, gli esclusi. Lo Stato può pensare a tante iniziative, ma Ugo Gandelli, diacono della Pia Società San Gaetano di Vicenza: la sua missione in Argentina è cominciata nel lontano 1985. Nelle altre foto immagini di povertà e degrado nei quartieri suburbani della grande città di Buenos Aires non è facile arrivare al cuore di questa gente, che vive nella disin formazione più totale, che non co nosce neppure i propri diritti, am messo che ne abbia: i legami con le istituzioni sono debolissimi, man cano lavoro, casa, condizioni mini me di salute, scuola, educazione. Manca tutto.» In tale situazione è facile che attec chisca la delinquenza. Chiedo a Ugo Gandelli se gli sia mai capitato di avere paura: «Sì, certo. Mi ricordo di un assalto alla casa parrocchiale da parte di due ragazzi drogati, as solutamente fuori controllo. Erano armati e minacciavano di farmi fuori. Poi si limitarono a chiudermi in una stanza e a fare razzia di qua lunque cosa ritenessero di poter ri vendere». IN VIAGGIO PER IL MONDO Nel 1991 Ugo Gandelli assume il ruolo di segretario del Consiglio ge nerale, e per sei anni si ferma a Vi cenza. È quello, paradossalmente, un periodo di continui viaggi: «La nostra Congregazione ha numerose comunità, sparse per il mondo: ol tre che in Argentina, infatti, anche in Paraguay, Brasile, Guatemala, Salvador, e Mozambico. Poi si è pre senti in Albania, ed in alcune realtà italiane». Interessanti le riflessioni che Gan delli propone sulla gioventù che fre quenta le parrocchie dell’America Latina ed il relativo accostamento con quella italiana: «In Italia man ca l’entusiasmo. Penso che ciò di penda dal fatto che c’è davvero trop po benessere, e non pensiamo nep pure lontanamente che queste con dizioni favorevoli siano un dono di Dio; anzi, vi è il totale disconosci mento della sua opera: si scade così nell’indifferenza e nella negazione delle nostre radici cristiane. In America Latina vive, al contrario, la Chiesa della speranza: vi è un coinvolgimento maggiore, e anche tra i componenti più alti del clero ed i fedeli vi è una profondissima e ricca familiarità». L’ e s p e r i e n z a missionaria di Ugo Gandelli si approfondisce ulterior mente nel 1997 quando per un triennio il religioso lodigia no è inviato in Guatemala, qua le delegato del Superiore Gene rale della Con gregazione: «Lì mi sono occupa to di una casa di formazione per giovani aspiran ti alla vita spiri tuale; inoltre se g u iv a m o d u e parrocchie nella capitale e due in periferia. Erava mo in dodici, di cui alcuni erano guatemaltechi, ragazzi che ave vano maturato la propria scelta vocazionale pro prio frequentan do i nostri grup pi di studio e for mazione». Dopo una breve permanenza in Italia per ragio ni famigliari, Ugo Gandelli sul fini re dell’anno 2000 torna in Argenti na, nella realtà di Don Torquato, sul Gran Buenos Aires: ancora, si misura con la povertà e la miseria; inoltre segue le vicende delle par rocchie ed organizza un doposcuo la per accogliere i bambini, che al trimenti avrebbero la sola alterna tiva di frequentare la discarica alla ricerca disperata di cibo. UNA BREVE PARENTESI Dal 2004 al 2009, Ugo Gandelli rien tra a Vicenza, dove si occupa della casa di riposo per religiosi e bene fattori della Congregazione. Mi spiega: «Quando mi assegnarono lì ebbi modo di comprendere quanto gli anziani abbiano bisogno di assi stenza, di cure e di amore. Accudire i propri genitori è diverso, perché è normale che vi sia la spinta affetti va ed emotiva. Ma quei confratelli erano persone che avevano speso tutta la propria esistenza a favore del nostro progetto di vita, e l’ave vano fatto sempre con generosità, prendendosi cura degli altri, e ades so erano loro ad avere bisogno di chi li aiutasse. È stata un’esperien za molto forte per me». Alla fine dell’anno 2009 è nuova mente in Argentina, sempre a Don Torquato, e sempre a fianco degli esclusi. Nel parlargli, colgo che lui non si sente mai solo: «La Congre gazione è molto cresciuta negli an ni. Da qualche tempo si è sviluppa to il ramo delle Sorelle nella Diaco nia: sono donne che hanno un pro prio lavoro, grazie al quale si man tengono autonomamente, e che si affiancano a preti e diaconi nell’at tività pastorale. E poi vi è il gruppo denominato Gli amici di don Ottori no, che condividono e diffondono la spiritualità e il carisma del nostro padre fondatore. E questa unione, tra le diverse realtà della nostra Congregazione, arricchisce forte mente il nostro spirito e la nostra azione missionaria nel mondo». Eugenio Lombardo Leggi i numeri precedenti in Chiesa