IL DESERTO…
“FORMAZIONE – RIBELLIONE – SOFFERENZA”
1
1. PARTE
LA FORMAZIONE
IL PENTIMENTO
LA VAGLIATURA
LE MASCHERE CHE SI ROMPONO
2. PARTE
IL DESERTO DELLA CHIESA
RICONOSCIMENTO E CRESCITA
SUO SVILUPPO E FORMAZIONE
3
PARTE
LA RIBELLIONE (origini e conseguenze)
LA SOFFERENZA (origini e suo scopo)
IL DESERTO…
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“FORMAZIONE – RIBELLIONE – SOFFERENZA”
1. ARGOMENTO
A FORMAZIONE
GEREMIA 18. 1-6
Ecco la parola che fu rivolta a Geremia da parte del
Signore: “Alzati, scendi in casa del vasaio, e là ti farò
udire le mie parole”. Allora io scesi in casa del vasaio, ed ecco
egli stava lavorando alla ruota, il vaso che faceva si guastò,
come succede all’argilla in mano del vasaio, da capo ne fece un
altro come a lui parve bene di farlo. La parola del Signore mi fu
rivolta in questi termini: “Casa d’Israele, non posso io far di voi
quello che fa questo vasaio?” Dice il Signore: “Ecco , quel che
l’argilla è in mano al vasaio, voi lo siete in mano mia, casa
d’Israele!”
La bibbia descrive due tipologie di vasi, quelli a perdizione (Romani
9. 22,23) e quelli di misericordia.
Anche nella casa del Vasaio esistono due tipologie di vasi, vasi di
maggiore onore e minore onore (2 Tim. 2. 20-21) e il vasaio ha
l’autorità tra entrambi (Rom. 9. 21).
Il Vasaio è Dio, la creta è la nostra collaborazione nella fase di
formazione mentre il vaso è la fase finale completa
(un buon vaso oppure un vaso meno prezioso).
Sia il vaso prezioso che quello meno prezioso si trovano nella casa del
vasaio ma con funzioni diverse, durante la formazione alcuni vasi si
possono rompere a causa della creta che non vuole farsi formare
dalle mani del vasaio.
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Dio crea i vasi ma il tipo di creta che vogliamo essere lo decidiamo noi!
Permettiamo a Dio di formarci con le sue mani bagnate con l’acqua della
sua Parola. Il tempo è un dono che Dio ha dato all’uomo e se il tempo
passa e noi (la creta) resistiamo alla formazione, allora saranno due le
conseguenze future:
 Il vaso in formazione si romperà
 Il vaso sarà terminato ma non sarà un vaso di privilegio
Il desiderio di Dio è di formare tanti vasi d’onore e privilegio,
vasi efficaci e stupendi nelle loro vocazioni, ma siamo noi a
decidere che tipologia di vaso vogliamo essere
(2 Timoteo 2. 20,21), in questa scelta non centra lo status sociale,
la tua intelligenza, i tuoi grandi talenti, la tua cultura e tanto
meno i tuoi diplomi e lauree, oppure persino il tuo conto
bancario, ma quello che conta e la tua fede e la tua crescita!
Una chiesa matura è una chiesa che si applica nell’insegnamento,
una chiesa matura è una chiesa formata da discepoli che si
predispongono agli INSEGNAMENTI della Parola di Dio.
Ognuno di noi è responsabile della propria crescita spirituale,
Dio tramite la sua chiesa predispone il servizio ministeriale e
karismatico, ma ognuno di noi è responsabile di onorare o
disonorare il ministerio locale con i karismi dello Spirito Santo,
ognuno è dunque il responsabile della propria crescita, possiamo
decidere di farci plasmare da Dio oppure non farci plasmare,
dipende da noi.
Noi siamo infatti la CRETA e se diventiamo duri come la pietra e
non accettiamo di assorbire l’acqua della sua Parola o di
assorbire solo un poco di acqua, questo determinerà la nostra
formazione per sempre!
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2. ARGOMENTO
A MANCANZA DI PENTIMENTO
 LA CAUSANTE CHE IMPEDISCE OGNI
CRESCITA.
Il pentimento permette che la tua “creta” sia partecipe
alla lavorazione di Dio sul tuo vaso mentre la mancanza di
pentimento impedisce la lavorazione del vasaio, anche se il vasaio
in questione è Dio!
Qualsiasi ostacolo può essere spostato se noi ci rendiamo conto di
aver dinanzi un ostacolo da spostare, ma quando accade che non
siamo più capaci di distinguere gli ostacoli oppure l’ostacolo
diventa la mancanza di pentimento, allora la lavorazione del Vasaio
potrebbe anche auto definirsi completata poiché se non c’è più
pentimento allora non ci sarà neanche più la lavorazione!
Molte nuove nascite non avvengono proprio perché l’uomo vuole
essere salvato e un giorno trovarsi nel bellissimo paradiso, ma nello
stesso tempo non desidera lasciare il peccato, non vuole pentirsi
credendo che fare qualche opera buona possa soddisfare la giustizia
divina e che Dio per il suo amore possa chiudere un occhio oppure
anche due al peccato! Altri ancora di peggio stato credono che basti
frequentare la propria chiesa con le proprie frequenze ragionando
come ragionano coloro che credono dell’esistenza delle indulgenze!
Non può esisterci crescita se non continua ad esistere anche un
cuore che si pente, se il pentimento termina allora il cuore si
ricontamina.
RITORNIAMO AL VERSO CHIAVE GEREMIA 18. 1-10
Il profeta vede in visione e profetizza al popolo del SUD per mezzo
di una analogia e parla del pentimento. Dopo il governo da parte di
Davide che portò Israele alla prima potenza mondiale e che passò
tale impero al figlio Salomone che la portò all’apice, ecco che ad un
tratto il popolo inizia a temere il crollo a causa del re Salomone e
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della sua condotta, Salomone iniziava a peccare e perdeva sempre
di più il concetto di pentimento, la bibbia non da nessuna
informazione su come il re Salomone chiuse i suoi ultimi anni di
vita, pentendosi oppure non pentendosi, ma il popolo divenne
idolatro a causa della sua cattiva condotta causata dalla sua
passione per le donne.
Dio per amore di Davide non gli toglie il regno d’Israele ma lo
avverte che dopo la sua morte Israele sarebbe stato diviso, una
parte di regno andò per suo figlio, un'altra parte per il suo servo,
Israele perse il suo potenziale e le due nazioni iniziarono a essere
governati da più regnanti, i re del Nord che erano re non
riconosciuti e quindi senza unzione anche se Dio per amore del suo
popolo continua a mandare profeti e il regno del Sud con dei re
proclamati e unti dei quali alcuni fecero cose non buone davanti
agli occhi di Dio altri invece furono dei riformatori e adoratori.
Israele del Nord viene per decreto divino deportato in Assiria a
causa dei suoi peccati e Dio manda Geremia con la visione del
Vasaio per scuotere Israele del Sud (Giuda e Beniamino) affinché si
pentisse e non gli accadesse la stessa cosa.
Israele doveva considerare lo stato della sua creta se voleva essere
risparmiato, Dio chiedeva a Giuda e Beniamino di pentirsi in caso
contrario sarebbe stato deportato in Babilonia, come poi fu!
LA CRETA
Israele era diventato una creta dura che non permetteva a Dio la
lavorazione poiché rifiutava e respingeva l’acqua.
In GEREMIA 18. 7,8
Dio mostra come agisce quando manda un giudizio:
“A un dato momento io parlo riguardo a una nazione, riguardo
a un regno, di sradicare, di abbattere, di distruggere; ma, se
quella nazione contro la quale ho parlato, si converte dalla sua
malvagità, io mi pento del male che avevo pensato di farle. In un
altro momento io parlo riguardo a una nazione, a un regno, di
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costruire e di piantare, ma, se quella nazione fa ciò che è male ai
miei occhi senza dare ascolto alla mia voce, io mi pento del bene
di cui avevo parlato di colmarla.”
Dunque prima l’avvertimento e poi la sentenza finale, ma quando
giunge la sentenza (decreto)allora è fatto!
La cosa pronunciata è come se già sia accaduta.
Il giudizio rappresenta l’ultimatum ma non ancora la fine.
Esempi biblici
 Il libro dei Giudici, dove continuamente Dio manda dei giudizi
ma che per ben 12 volte il popolo si pente e Dio ritira il suo
giudizio mandando dei liberatori per benedirli poiché si
pentivano veramente.
 Il libro di Giona dove il profeta viene mandato da Dio a Ninive
per predicare il pentimento affinché gli abitanti si
convertissero dalle loro malvagità, termina raccontando che
Ninive si pente e Dio toglie il suo giudizio risparmiandoli.
Geremia stava facendo la stessa cosa che aveva fatto Giona con una
nazione non ebrea e quindi straniera al Patto, con il popolo di Dio
stesso, partecipe del Patto, solo che Ninive si converte e viene
risparmiata mentre Israele continua a vivere la sua indifferenza alle
parole profetiche, alle visioni e alle predicazioni e per tale rifiuto
vengono alla fine deportati in Babilonia.
Ritorniamo a considerare la formazione del credente per poter
svolgere una buona crescita e dare un buon servizio a Dio.
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3. Argomento
A VAGLIATURA
 Luca 22. 31 “Simone, Simone, ecco, Satana ha
chiesto di vagliarvi come si vaglia il grano, ma io
ho pregato per te, affinché la tua fede non venga
meno, e tu, quando sarai convertito, fortifica i tuoi
fratelli.”
Ogni volta che riceviamo la vagliatura e come se stiamo passando una
tipologia di deserto ma alla fine incontreremo sempre un oasi di
benedizioni che ci renderà ricchi di nuove esperienze e spiritualità,
conquiste e vittorie.
Pietro, insieme agli altri dodici discepoli, dopo tre anni e mezzo di
discepolato con Gesù, dovettero (tutti) passare per la vagliatura del
diavolo, il diavolo li doveva vagliare, mentre loro dovevano passare per
la loro prima e grande prova per poter andare avanti.
Sembra strano ma Gesù glielo permise e avvisò Pietro di quello che stava
succedendo nel mondo spirituale, i dodici dovevano passare quel tipo di
prova prima di continuare nella crescita, la stessa cosa avviene ancora
oggi per i credenti e per la chiesa.
Ogni volta che riceviamo i semi della sua Parola, tramite le predicazioni
locali, degli insegnamenti, la radio o la televisione, tramite la lettura di
qualche libro edificante, la nostra lettura consacrativa della bibbia, etc. ,
i semi della Parola divina entrano nel nostro cuore e arriverà il tempo
che inizieranno a mettere radice e crescere, a quel punto arriva il diavolo
a fare un lavoro quasi simile al contadino, ma nel senso opposto.
VAGLIARE significa controllare attentamente, considerare bene,
setacciare il buono dalle scorie, questo è il lavoro del contadino e il
diavolo fa altrettanto in senso contrario, setaccia attentamente il buon
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seme che abbiamo ricevuto dentro di noi per gettarlo e annaffiare sul
seme cattivo.
Lui cercherà di trasformare il seme della verità in menzogna facendoti
diventare un bugiardo, i semi dell’ubbidienza in disubbidienza, i semi
della fedeltà in semi d’infedeltà, i semi della sottomissione in ribellione, i
semi dell’amore in rancori e mancanza di perdono, questo è il suo lavoro
che fa individualmente e che sta facendo aggi alla chiesa italiana, ecco il
motivo del perché stanno succedendo tante cose strane nella chiesa del
Signore, poiché il risveglio sta arrivando e il diavolo sta vagliando ogni
chiesa, ogni figlio del Regno, affinché ci siano delle perdite, delle
mancanze, dei feriti e dei morti, prima del grande intervento dall’alto,
della grande benedizione spirituale.
Sempre Pietro in età avanzata ritocca l’argomento, probabilmente
pensando al suo dialogo con Gesù quando era più giovane e dona dei
consigli per rimanere ritti durante la vagliatura:
1 Pietro 5. 8 ”Siate sobri, vegliate; il vostro avversario, il diavolo, va
attorno come un leone ruggente cercando chi possa divorare.
Resistetegli stando fermi nella fede, …”
Pietro dice che il diavolo si manifesterà come un leone, ma che non è un
leone, senza dimenticarci che il nostro Signore è il vero LEONE della
tribù di Giuda che siede alla destra del Padre celeste e che sa ruggire
molto forte! Il diavolo è un finto leone che possiamo cacciare dalla nostra
mente in ogni momento che vogliamo!
Il trucco è rimanere fermi nella fede, cioè stabili, fermi, attaccati,
non allontanarci dai principi sani della sua Parola, non diventare
bugiardi, non cadere nei risentimenti, non perdere la fiducia e
mostrando continuamente la propria fiducia, non perdere
l’ubbidienza, rimanere sottomessi, rilasciare di continuo il perdono,
in poche parole, non perdere i semi che Dio dopo tanti anni ha
messo nel nostro cuore ma considerare l’opera della croce del
Cristo affinché rimaniamo saldi o saldati nei principi della sua
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Parola, solo in questo modo possiamo passare alla vagliatura per
ricevere le benedizioni dell’oasi che si trova al di la del deserto.
L
4. Argomento
A FIDUCIA IN DIO
 TENTAZIONE E PROVA
Il deserto promuove questo principio, poiché quando ti
troverai solo nel deserto sappi, che sarai solo!
Solo due persone ti si affiancheranno, una persona è il diavolo per
scoraggiarti e per terminare il tuo cammino ma l’altra Persona è
Dio che ti griderà amorevolmente incoraggiandoti di proseguire in
avanti, rimanere saldo nelle promesse ricevute, perseverare nella
prova, costante nella santità.
Dunque, sarai tentato da una parte e messo alla prova dall’altra, è
una gara in un certo senso accompagnata da due allenatori
appartenenti a due squadre diverse, la squadra INFERNO e la
squadra VITA ETERNA!
In questo deserto possiamo vincere per conquistare altri livelli di
santità, ma anche perdere per ricominciare di nuovo oppure
persino perdere per morire, e tutto dipenderà di cosa abbiamo
realizzato sula FIDUCIA in Dio e nella sua PAROLA:
(vedi Gesù cosa dice in Giovanni 14. 1)
Avere fede in Dio e fiducia nel Figlio, mentre essere mancanti in
entrambi significa morire nel deserto, essere mancanti in uno dei
due significa non riuscire a realizzare il proseguo della vita
cristiana (per esempio, avere fede nella supremazia di Dio ma non
credere e seguire i suoi comandamenti, significa non riuscire, invece
credere alla teologia della sua Parola ma non avere fede in Dio e
nella sua supremazia significherebbe leggere ma senza realizzare o
pretendere cose senza averle ricevute dal Padre celeste per la nostra
mancanza nei suoi confronti o ribellione alle sue decisioni), tutto
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dipende quando abbiamo realizzato nella nostra fiducia in Dio e
nella sua Parola.
PEIRASMOS
In Giacomo 1. 12-15 è usato il termine PEIRASMOS che significa a
secondo i suoi usi, “TENTAZIONE” oppure “PROVA” e siccome il
termine traduce entrambi i significati, l’apostolo specifica che Dio
non è tentato da alcuno e per tale non può tentare nessuno, ma il
suo ruolo che lo collega al termine è di mettere alla prova la fedeltà
del credente per promuovere la sua fede, anche Gesù faceva
altrettanto con i suoi discepoli mettendoli continuamente alla
prova per aumentare in loro la fede in Dio e la fiducia nel Figlio,
fece la stessa cosa anche con la donna siro fenicia raccontato da
Marco 7. 25-30, Dio mostra la stessa funzione a riguardo al suo
servo Giobbe.
Gesù dopo il sacramento del battesimo fu condotto dallo Spirito
Santo nel deserto per essere tentato dal diavolo e messo alla prova
dal Padre Suo celeste, attraverso il suo esempio possiamo
comprendere anche come dobbiamo comportarci quando ci
troveremo nei nostri deserti; Gesù pregava e digiunava,
considerava la Parola e combatté contro le insidie e le bugie del
diavolo usandola con autorità, come si usa una spada affilata e vinse
contro la tentazione.
È semplice spiegare queste cose ma è un'altra cosa realizzare la
preghiera e unicamente il digiuno e la ricerca della Sua Parola,
siamo più consoli ad agire carnalmente e mettere da parte la Parola
oppure, il digiuno, oppure digiunare e pregare ma poi non
rispettare i principi di condotta della Parola di Dio dov’è contenuta
anche la volontà di Dio.
Questo significa avere fede in Dio e nella sua supremazia e fede nei
principi della Parola dl Figlio!
Dobbiamo stare molto attenti anche a cosa diciamo nei nostri
deserti, quando ci troviamo soli, invece di considerare Dio, non
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facciamo altro che autocommiserarci e lamentarci del fratello, del
pastore, della chiesa…etc. , proprio come faceva Israele durante la
sua marcia verso Canaan..
Il deserto ci appartiene personalmente ecco perché ci troveremo
soli, la colpa non sarà di nessuno, siamo noi che messi alla prova
dobbiamo considerare la nostra fede , Gesù vinse e subito dopo fu
riempito di potenza e iniziò il suo ministerio se impareremo a
vincere nei nostri deserti vedremo sempre dei risultati maggiori
nella nostra vita spiritualmente cristiana.
L
5. Argomento
A MASCHERA CHE SI ROMPE
 DEUTORONOMIO 8. 3…
Ci sono cose che neanche sappiamo di avere nel nostro
cuore, ecco un'altra causante che spiega la nostra marcia
obbligatoria nel deserto, Dio deve tirare fuori dal nostri cuore le
cose che noi neanche sappiamo di avere!
Facendo in questo modo avremo ancora altre opportunità di poter
riconoscerci mancanti e pentirci e cambiare ancora in meglio!
Dio conosce molto bene i nostri cuori e di cosa abbiamo bisogno ma
c’è anche la necessità che noi dobbiamo sapere per poter
collaborare con lui alla nostra lavorazione. Quello che Dio fa e cioè
mettere alla prova i suoi figli, ha uno scopo ben preciso che non è il
suo divertimento, Dio ha bisogno della nostra collaborazione, infatti
non dimentichiamo che noi prima di essere vasi formati siamo creta
in formazione. Una volta che conosciamo il nostro peccato
attraverso il pentimento favoriamo la lavorazione di Dio. Sembra
una sciocchezza ma Dio ha bisogno del nostro consenso per la
nostra formazione poiché Egli non ci fa nessuna forzatura senza il
nostro volere di agenti moralmente liberi.
Il problema ad una formazione mancante o fallita non è da accusare
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Dio o il diavolo, il problema siamo sempre noi, non è il fratello o la
chiesa o addirittura il pastore o l’insegnante, ma sempre noi, non è
la circostanza, i soldi che non ci sono e che non possono sovvenire
alle nostre necessità spirituali (scuole bibliche, progetti
evangelistici…), siamo unicamente noi, non è nostro figlio o i nostri
genitori, nostra moglie o nostro marito, ma siamo sempre ed
unicamente noi!
Dio prima di mandare Mosè, contro faraone affiancandolo con la
sua Presenza che il servo Mosè imparò a conoscere, ha dovuto
innanzitutto avere a che fare con il carattere di Mosè.
Passare molti anni per la formazione del suo carattere per poi
mandarlo alla vittoria.
Mosè aveva delle maschere e Dio gliele ha dovute togliere e solo
dopo quando uscì il vero Mosè balbuziente, allora Dio lo mandò!
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2 IL DESERTO DELLA CHIESA
Questa è la seconda parte del libretto, dopo aver considerato il
deserto in linea individuale, adesso ci inoltreremo verso il suo
significato comune di chiesa:
P
ROLOGO GENERALE
Dio ha sempre cercato di comunicare con le sue creature,
ma dopo tanti tentativi di riconciliazione, Dio decide di
istituirsi un popolo particolare che non veniva
conteggiato insieme alle altre nazioni, poiché era il popolo
che Dio si era creato tra gli altri popoli e messo da Dio stesso da
parte, parliamo del popolo d’Israele, ancora oggi combattuto, messo
da parte dalle nazione e odiato dal diavolo.
DIO ISTITUISCE LA NAZIONE EBRAICA
GENESI 12
Dopo aver tentato di riconciliarsi per mezzo di Adamo, poi con Enoc
e poi ancora con Noè, Dio decide di ricreare la terra e costituirsi una
nazione attraverso il popolo ebreo dal padre Abramo.
Dio si lascia conoscere da Abramo tirandolo fuori da Ur e dalla sua
cultura, iniziando con il patriarca ebreo l’immissione della cultura
del cielo, Dio forma Abramo e lo rende discepolo del Regno per
creare altri discepoli, per iniziare il progetto d’istituzione della
nazione ebraica.
Abramo fu il primo seme del progetto di Dio, il fondatore del popolo
di Dio, mandato ed ispirato da Dio in persona, seguito dall’Angelo
dell’Eterno e ispirato dalla terza persona della trinità.
Come è anche spiegato dall’apostolo sconosciuto del libro degli
Ebrei, Abramo il seme mandato ed ispirato da Dio per la nascita e la
crescita della nazione, è l’autorità maggiore del popolo poiché suo
fondatore e così anche Cristo, seme e fondamento della chiesa è il
Capo supremo della sua chiesa ma anche maggiore del padre
Abramo, poiché è il Messia del popolo ebraico del progetto che Dio
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aveva iniziato ancora prima della nascita di Abramo e quindi
Signore stesso di Abraamo. Con la morte di Giuseppe, il popolo
d’Israele che contava all’incirca una settantina di persone viene
reso in schiavitù dal popolo egiziano, iniziando un deserto interiore
che lo avrebbe preparato a quello esteriore che doveva affrontare
in seguito con Mosè.
MOSE’
La funzione di Mosè è (rappresenta) una funzione di redentore, un
liberatore del popolo, un analogia che ci porta alla figura del Cristo
che doveva venire. Mosè non solo libera il popolo da faraone, ma lo
conduce al monte Sion, dove il popolo riceve le tavole della Legge
monoteista ebraica, le tavole della perfezione e della moralità del
cielo, del culto e del sacrificio, così che il popolo d’Israele per mezzo
di quelle tavole viene istituito legalmente a Dio tramite un contratto
di pietra e scritto dalle mani del proprio Creatore (o sotto
ispirazione dello Spirito Santo ricevuta d Mosè e scritte sulla pietra in
quei quaranta giorni come affermano altri teologi), scritte col dito di
Dio per il suo popolo, un patto eterno.
I PROFETI
Infine con Samuele giungono i profeti con un ministerio specifico di
guida e osservanza delle tavole della Legge, i profeti erano gli
anziani della Legge di Dio per tale superiori ai sacerdoti e ai re che
non osservavano i comandamenti.
Durante questi passaggi storici, non solo Abraamo e Mosè con
qualche collaboratore scelto dovettero passare dei deserti, ma
tutto il popolo, anche Isacco e Giacobbe anche Giosuè e Caleb,
anche il popolo redento, tutti dovettero passare per dei deserti.
IL DESERTO…
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La chiesa, come dice sempre il mio pastore è come una grande nave
che viaggia attraverso dei deserti, dove tutti sono provati da Dio
durante le fasi della crescita.
Coloro che accettano le fasi della crescita, accettando le prove dei
deserti resistendo e stando fermi nei principi della fede cristiana
cresceranno in maturità nel corpo di Cristo mettendo radice per
poter espletare le proprie funzioni vocative, mentre coloro che
resistono alla prova dei deserti resistendo però a Dio senza
fermezza ai principi della Parola saranno quelli che saranno rimossi
o corretti prima di poter avanzare oltre, tutti i credenti sono
membri del corpo di Cristo e quindi hanno delle vocazioni
specifiche in questo corpo, ma non subito, ed è pericoloso per il
credente e per la chiesa affidare delle responsabilità a quei fedeli
pieni di talenti anche se abbiamo azzeccato alla loro vocazione,
poiché dovranno passare prima i loro deserti.
Servire ma innanzitutto conoscere colui che si serve, il deserto ha
questo scopo, avvicinarci a Dio nella sua conoscenza e formare la
nostra mente al suo pensiero.
Come esistono delle tappe nella vita individuale di ogni credente
così è per la chiesa, esistono delle tappe che determinano la nascita
e la crescita.
IL RICONOSCIMENTO
Dio riconobbe Abraamo, come il patriarca del popolo d’Israele, così
ogni chiesa dovrebbe possedere il timbro del riconoscimento di
Dio, attraverso l’opera del ministerio, senza il suo vista, la chiesa
non è chiesa, poiché il ministerio non è realmente ministerio.
Sicuramente lo Spirito Santo è presente in quanti lo invocano e lo
cercano con il proprio cuore, ma una chiesa inizia a nascere almeno
con dei ministeri riconosciuti dagli altri ministeri esistenti se si
tratta realmente di ministerio, in caso contrario si parla di
autoproclamazione. La chiesa con il tempo dovrebbe inserirsi in
altre realtà di chiese e diventare una chiesa apostolica, questa è la
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nascita e la crescita di ogni chiesa, diventare chiesa apostolica
significa diventare grandi, nel senso di crescere in maturità, in caso
contrario, la chiesa anche se realmente nata da un ministerio vero è
rimasta ancora una chiesa immatura, non cresciuta.
D
OPO IL RICONOSCIMENTO C’E’LA CRESCITA.
In breve, vedremo com’è cresciuta l’assemblea d’Israele
iniziando dalla liberazione egiziana.
Dio libera ISRAELE dall’Egitto (mondanità) e dalla mano del
faraone (il diavolo), spezza ogni legame con il mondo delle tenebre
(passaggio del mar Rosso) e Dio dona al popolo una nuova visione.
In Egitto, il popolo d’Israele cresce in quantità ma nei deserti inizia
a crescere in qualità. Dopo la liberazione, tutto viene sviluppato nei
deserti.
(Il Patto – La Legge e l’Adorazione – costruzione del tabernacolo)
Da questo punto, consideriamo qualche cosa:
ESODO 14. 11 Israele non aveva ancora oltrepassato il mar Rosso
che subito escono delle lamentele contro Mosè e la visione di Dio.
Ogni volta che c’è solo il pensiero di dover passare per un deserto
ecco subito giungere delle lamentele.
La lamentela è un forte scoraggiamento che ha l’unico scopo di
indebolire la fede di chi invece ha deciso di farsi formare nel
deserto. Troviamo ben otto lamentele ma vediamo anche che
Israele esce sempre vittorioso dai suoi deserti con un armatura
sempre più luminosa. Anche se la prima generazione muore nel
deserto a causa della sua disubbidienza e continue lamentele, la
seconda generazione esce più forte e pronta per la guerra!
Ogni chiesa nascente deve saper discernere cosa sta succedendo
intorno a lei, poiché quando si parla di deserto, succederà sempre
qualcosa di strano.
Dopo tre giorni di deserto e all’arrivo a Mara è spiegato dal
miracolo del legno.
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Dio li esorta all’ubbidienza, alla fiducia, a non vivere una vita amara
per non diventare come quell’acqua, ma a considerare il legno del
sacrificio che ha il potere di cambiare il lutto in gioia e che Dio
avrebbe sempre provveduto alla crescita della nazione.
In tutte le realtà di chiese che nascono, durante la formazione del
deserto, Dio vuole completamente purificare il cuore dell’anima
della chiesa da ogni odio, amarezze e risentimenti.
Queste sono le cose che più facilmente si istaurano nei cuori dei
credenti poiché Dio vuole formare la sua chiesa, le vocazioni dei
fedeli, l’opera locale.
Se il deserto non riesce ad insegnarci la via del perdono e
dell’amore, allora nessuno riuscirà a farlo. Nel deserto o muori a
causa di delusioni ed offese ricevute oppure imparerai ad amare
come Gesù amò. La chiesa deve saper amare e per tale, deve
passare per le amarezze di Mara.
Non esistono chiese perfette, le delusioni, le incomprensioni, le
offese, i tradimenti, le mancanze, li troverai ovunque, poiché questo
corpo sovra-naturale e costituito da uomini naturali!
La chiesa è un organismo spirituale costituito da uomini naturali.
La prima cosa che Dio vuole formare nel corpo locale è l’amore per
la sua Parola e l’amore verso gli altri.
Questo produrrà benedizioni nella nostra vita e nella chiesa locale.
Dopo un deserto compare sempre un luogo di ristoro, dopo Mara,
Israele fu condotta ad Elim.
Ogni volta che riusciamo a passare un deserto c’è sempre una
benedizione, una conquista!
Se guardiamo la storia della nazione ebraica, possiamo notare che
Dio stabilisce l’importanza dell’ubbidienza per poter oltrepassare il
deserto in pochi mesi o anni e poi il Sabato.
Subito nascono delle opposizioni!
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ESODO 16. 1
I
l deserto di Sin - (La tentazione e l’incontro divino)
Due mesi dopo la liberazione, il diavolo giunge con le sue
seduzioni, mentre Dio mette alla prova il cuore della chiesa
ebrea mostrando continuamente la sua fedeltà, mentre il diavolo
spinge i fedeli locali verso la carnalità usando i nostri stessi istinti,
Dio dall’altra parte ci spinge di continuo alla ricerca delle cose
celesti, il popolo ebreo aveva fame di CARNE e Dio fa il miracolo
della MANNA che scendeva direttamente dal Regno dei cieli fino
alla terra. Per 40 anni Israele è cibato divinamente dal cielo affinché
fosse spinta a guardare in cielo
La vita della chiesa è una vita di manna, di solito i fedeli anche dopo
l’esperienza della nuova nascita continuano a chiedere a Dio gli
elementi carnali anziché cercare le cose del Regno e Dio concede in
misura le cose naturali poiché ne abbiamo di bisogno ma ci spinge a
cercare continuamente gli elementi spirituali dei cieli.
Il deserto spinge la chiesa durante la sua crescita, a cercare le cose
del Regno dei cieli, infatti se intorno a noi c’è deserto allora
potremo essere benedetti solamente dal cielo e non dalla terra e dai
suoi prodotti carnali, il deserto ci avvicina dunque al cielo, a Dio.
I
l deserto del Sinai – (Idolatria ecclesiastica)
ESODO 19. 1 Un’altra considerazione è di non legare il
nostro cuore all’idolatria, infatti, dopo che Israele fu liberato
dall’idolatria dell’Egitto, cosa fa furante l’assenza di Mosè?
Mostra la sua idolatria!
Tutto ciò che prende una posizione divina nel tuo cuore è idolatria,
il deserto forma il nostro cuore mostrando l’idolatria ancora
esistente e che non conosciamo di avere e portare con noi ancora
anche dopo la liberazione e di cedere il proprio cuore solo a Dio che
ci ha liberati e salvati, poiché Dio vuole una chiesa che non si
prostituisce, una chiesa che rimanga fedele nei principi biblici della
IL DESERTO…
“FORMAZIONE – RIBELLIONE – SOFFERENZA”
sua Parola. L’idolatri può essere un ambizione, un oggetto, un
uomo, un lavoro, una professione, etc. nel deserto, Dio tocca ogni
tipo di elemento che può diventare idolatria per il nostro cuore
mettendoci alla prova! A volte anche la struttura della chiesa stessa
potrebbe diventare la nostra idolatria, mettendo l’edificio di chiesa
al di sopra di Dio stesso, oppure il proprio pastore o il nostro
ministerio, oppure il nostro servizio che può cambiare con il tempo
se dipenderà da Dio.
I
l deserto di kades - (Le ribellioni)
ESODO 17. 1-7 Nell’oasi desertica di Sir, dove Israele fece
tappa, si narra della morte di Miriame di Aaronne, sorella e
fratello di Mosè e si racconta della storia delle acque di Meriba,
dove Mosè si arrabbia verso il popolo, peccando contro Dio,
prendendosi per sè la gloria di un miracolo, perdendone l’ultima
benedizione.
(Num.20 1-13).
Quando proprio credi ch’è finito, finalmente giunto alla meta,
oramai tutto compiuto, bisogna stare più attenti che mai!
La morte di Aaronne e Miriam era collegata alla loro ribellione
contro il fratello Mosè, Dio che li aveva liberati fuori dall’Egitto non
poteva condurli in vita a Canaan, dunque perché morirono prima
dell’arrivo? La risposta si trova nei Numeri,(Numeri 12. 1-16)
riguarda la loro cattiva condotta difronte al popolo.
Si racconta anche del peccato di Mosè istigato dalle continue
lamentele del popolo, a causa di questo cedimento da parte del
leader della nazione ebraica, Dio non gli concede di entrare nella
terra di Cannaa, ma di poterla vedere soltanto a distanza, dalle
pianure di Moab.
Si racconta anche di altre ribellioni, di Kore, Datan e Abiram che
voleva prendere la leadership di Mosè insieme ad altri 250
IL DESERTO…
“FORMAZIONE – RIBELLIONE – SOFFERENZA”
subordinati ma che fu punito da Dio in una maniera esemplare
davanti a tutto il popolo.
(Num. 16)
Durante la formazione avvengono sempre delle rivolte e quasi
sempre da quelli più vicini che fanno parte della conduzione della
guida di chiesa, ogni volta che sembra di raggiungere un Elim, ecco
che c’è una divisione.
COS’È LA DIVISIONE?
Un frutto della carne (ribellione)che si manifesta durante la fase di
crescita e anche dopo, quando la chiesa è formata, organizzata, ci
sarà sempre qualcuno che cercherà di prendere il comando con
forte presunzione e per gli scopi personali
(vedi Absalom durante il regno davidico).
Le divisioni dividono, indeboliscono, rompono i legami d’amore,
istaurano i rancori, stracciano con violenza gli addobbi e gli
ornamenti della santità, creano disturbi psichici e spirituali nella
propria vita e in quella di coloro che ne prendono parte, haime ai
complotti, l’invidia e la gelosia, le calunnie, le ambizioni della carne,
tutte queste cose fermeranno con il tempo dei cuori ribelli pronti a
distruggere l’opera in crescita, il deserto forma i santi ma tira
fuori anche coloro che non hanno voluto santificarsi e hanno
fatto crescere nel deserto, nei loro cuori, cattive motivazioni, in
ogni chiesa in formazione ci saranno sempre delle divisioni, ma
guai a colui e coloro che provocano le divisioni che in un certo
senso sono inevitabili poiché procurano alla chiesa in crescita un
tipo di ordine che serve per continuare ad avanzare nel proprio
deserto di santità.
(Stiamo attenti a non confondere la divisione con la separazione,
poiché sono molti che creano delle divisioni e usano giustificarsi con
alcune separazioni che sono avvenute nella storia del popolo di Dio e
nella chiesa, ad esempio la separazione di Paolo da Barnaba, oppure
la separazione di Abraamo con Lot, etc. la separazione è una
IL DESERTO…
“FORMAZIONE – RIBELLIONE – SOFFERENZA”
decisione volontaria e di responsabilità presa con ordine e rispetto di
colui che si separa dall’autorità a lui delegata da Dio rimanendo i
legami di amore e rispetto. Colui che si separa lo fa per volontà divina
oppure per una decisione carnale queste sono cose che difficilmente
possono essere giudicate all’istante, ma il tempo darà il responso
giusto e nel caso che colui che si è separato voglia tornare indietro è
biblico accettarlo tra i membri e la fratellanza di chiesa, poi in base
alla propria condotta si esamini la sua condizione spirituale.
A volte le separazioni hanno prodotto anche altri ministeri e creano
nuove vie con nuove direttive da parte di Dio, diversamente sono le
divisioni, poiché se le separazioni possono essere causate da Dio o
dall’uomo nella carne, le divisioni sono causate unicamente dall’uomo
carnale o da venti estranei che ispirano il credente alla ribellione
verso l’autorità delegata da Dio e la distruzione del corpo di Cristo,
rompendone i legami di AMORE. Tutte le divisioni sono da giudicare
subito, mentre le separazioni con il tempo dando l’opportunità di
ritorno a colui che separandosi sta mostrando un allontanamento dal
corpo anziché un avvicinamento alla santità di Dio)
S
ALMO 104. 4
 ALTRE CONSIDERAZIONI:
Nel deserto Dio forma il suo popolo, proprio nel deserto
Dio stabilisce l’organizzazione d’Israele (il sacertotio per il
servizio sacro, il servizio Levitico per mantenere la presenza di
Dio tra il popolo, i soldati per mezzo dei censimenti per
combattere e vincere contro i nemici d’Israele), nel deserto
escono fuori i valorosi, i leaders della guida, si vedono le
persone fedeli, i servitori dell’opera, la maturità di alcuni e
l’immaturità degli altri, nel deserto Dio forma il suo esercito,
poiché la chiesa del Signore deve conoscere la presenza di Dio
e adorare secondo il volere divino ma anche conoscere i suoi
nemici e saperli combattere in battaglia, i nostri nemici sono
le forze delle tenebre, il deserto ci indirizza alla santità,
IL DESERTO…
“FORMAZIONE – RIBELLIONE – SOFFERENZA”
all’etica cristiana (come vivere la sua morale e non solo
conoscere teologicamente la sua santità).
Il libro dei Numeri che racconta d’Israele nei deserti fa notare che il
passaggio nel deserto della formazione è obbligatorio e non
accettare di farsi formare nel deserto significherà rimanerci per
sempre, proprio come avvenne alla prima generazione che fu
liberata dall’Egitto e che vide i grandi miracoli di Dio ma che poi
morì completamente nei suoi deserti per le sue lamentele e
ribellioni continue, tranne due uomini Giosuè e Caleb che videro e
toccarono con i loro piedi la terra promessa ad Abraamo, Isacco e
Giacobbe, insieme alla seconda generazione che crebbe nei deserti
e che uscì fuori formato, pronto per combattere e vincere contro gli
avversari e nemici di Dio, come ministri infuocati da quel pilastro di
fuoco che li accompagnava durante le loro marcie nei deserti.
LA TABELLA DI MARCIA
 Partenza da Ramses verso
..................da Succot
……………da Etam
……………da Achirot
Succot
Etam
Pi-Achirot
Mara (Esodo 15. 22)
 Partenza da Mara
…………… da Elim
…………. mar Rosso
Elim (luogo di ristoro)
Mar Rosso
Deserto di Sin (Esodo 16. 1)
 ……………..da Sin
…………… da Dofca
…………… da Alus
……………da Refedim
Dofca
Alus
Refedim
il deserto Sinai (Esodo19. 1)
IL DESERTO…
“FORMAZIONE – RIBELLIONE – SOFFERENZA”
 Partenza dal Sinai
…………… da Cibrot
…………….da Aserot
…………….da Ritma
…………….da R.Perez
Cibrot
Aserot
Ritma
R. Perez
Libna
 …………….da Libna
…………….da Rissa
…………….da Cheelata
,,,,,,,,,,,,,,,,,,dal monte Sefer
,,,,,,,,,,,,,,,,,,da Cerada
……………da Machelot
……………da Taat
……………da Tarac
……………da Mitca
……………da Casmona
… ………..da Moserot
……………da Iaacan
……………da Or Ghidgad
……………da Iotbata
……………da Abrona
……………da E. Gheber
Rissa
Cheelata
monte Sefer
Cerada
Machelot
Taat
Tarac
Mitca
Casnona
Moserot
Bene Iaacan
Or Ghidgad
Iotbata
Abrona
Esion Gheber
il deserto Sin (Cades)
 Partenza da Sin
…………...da Or
…………..da Salmona
…………..da Punon
…………..da Obot
………….da Iie Abarin
…………da Moab
il m.te Or
Salmona
Punon
Obot
Iie Abarin (conf. Di Moab)
Moab (pianere)
Abel Sittim (le pianure presso il Giordano)
IL DESERTO…
L
“FORMAZIONE – RIBELLIONE – SOFFERENZA”
A RIBELLIONE
(LE SUE ORIGINI)
Il grande motivo che non permise l’entrata d’Israele
(della prima generazione) nella terra promessa, fu la
loro ribellione che causò anche la loro morte nei deserti della
loro grande e prolungata marcia.
Il terzo punto tratterà della ribellione, la sua origine e le sue
conseguenze, con l’unico scopo di aprire i nostri occhi ad essa
affinché non cediamo, nella nostra marcia oppure meglio dire
“cammino cristiano”, sia in termini individuali che di chiesa, in
qualche deserto, rischiando la nostra ricompensa celeste.
LA SUA ORIGINE NELLA STORIA DELLA CREAZIONE.
La prima ribellione nella storia dell’umanità è avvenuta certamente
per mezzo dell’uomo “ADAMO”, ma se vogliamo intendere nella
storia della creazione, allora è giusto affermare che avvenne per
mezzo di un arcangelo di nome Lucifero.
Lucifero fu il primo fra tutti gli esseri creati a ribellarsi a Dio, il suo
Creatore (Isaia 14. 4-19) e (Ezechiele 28. 11-19).
 LA PRIMA RIBELLIONE
Essa avvenne prima non solo della caduta dell’uomo dal
paradiso terrestre “EDEN”, ma prima ancora della creazione
della terra e della creazione dell’universo, avvenne nei luoghi
celesti, inseguito tramite la tentazione del serpente Adamo
cadde nello stesso peccato contro Dio e perse la sua eternità
nell’Eden e permise l’entrata del peccato in lui ed in tutta la
generazione degli esseri umani, l’uomo creato cadde in
peccato per mezzo della ribellione, allora anche tutti gli
uomini che vennero da lui caddero in peccato. Dopo la sua
ribellione avvennero altre ribellioni da altri uomini, come
avvenne già nei cieli, (nello stesso modo che lucifero che a
causa del suo peccato di ribellione contro Dio perse il suo
IL DESERTO…
“FORMAZIONE – RIBELLIONE – SOFFERENZA”
nome), Lucifero divenne il diavolo e fu accompagnato da altri
angeli di varietà di ranghi che a loro volta si ribellarono a Dio,
così Adamo fu seguito da altri uomini che si ribellavano
continuamente a Dio (Apocalisse 1. 20 – 9. 1 - 12. 4 la terza
parte degli angeli, Giobbe 38. 7), ciò che procurò la caduta di
entrambi fu l’orgoglio (Isaia 14. 13,14…Io, io, io, io, io)con
questa ribellione nei cieli ha inizio nei luoghi celesti una
guerra, ancora in corso attualmente. L’esercito (superiore in
quantità) degli angeli fedeli a Dio (i suoi angeli), cacciano dal
cielo di Dio (TERZO CIELO) il diavolo e gli angeli ribelli che
vengono cacciati e legati nei luoghi celesti inferiori (LUOGHI
CELESTI) in prossimità della terra, continuando ancora oggi a
lottare contro Dio e cercando di contrastare i figli del Regno.
Sebbene, dopo la caduta, il diavolo perde la sua posizione del
terzo cielo e non solo il suo nome di astro lucente, la bibbia ci
fa notare nel libro di Giobbe che può ancora presentarsi alla
presenza divina (Giobbe 1. 6-12, 2. 1-7) e (Apoc. 12. 10).
 PRIMA DESCRIZIONE DI LUCIFERO PRIMA DELLA
RIBELLIONE
Diamo uno sguardo ad Ezechiele 28. 11-19 Lucifero prima di ribellarsi a
Dio viene descritto come un:
UNTO (VERSO 14)
PROTETTORE (VERSO 16)
LEADER DELL’ORCHESTRA CELESTIALE (VERSO 13)
PERFETTO E SAGGIO (VERSO 12)
BELLEZZA E SPLENDORE (VERSO 17)
IL DESERTO…
“FORMAZIONE – RIBELLIONE – SOFFERENZA”
 DESCRIZIONE DI LUCIFERO DOPO LA SUA RIBELLIONE
Giudicato insieme agli altri angeli ribelli con maggior giudizio,
cambiamento del suo nome da Lucifero (portatore di luce), egli era
persino chiamato “stella del mattino” in diavolo (separatore, divisore) e
questo che egli continua a fare in mezzo agli uomini e nella chiesa del
Signore, il diavolo viene chiamato anche accusatore, dragone, serpente,
tentatore, padre della menzogna, principe di questo mondo, signore delle
mosche (belzebù che spiritualmente rappresenta l’impurità e la
confusione), maligno, principe della potestà dell’aria, ed altri nomi
ancora.
L
A CONSEGUENZA DELLA RIBELLIONE
Dio non ha distrutto ancora completamente Lucifero/diavolo,
ma ha emesso il suo giudizio su di lui e su tutti coloro che hanno
preferito e che ancora oggi preferiscono volontariamente di
appartenere al diavolo e alla sua ribellione anziché a Dio
rimanendo fedele alla sua Parola e alla sua Paternità.
Il destino del diavolo come quello dei suoi angeli infernali che furono
giudicati insieme con lui è già segnato!
Ecco perché gli angeli del diavolo vengono designati come gli angeli
decaduti mentre quelli di Dio, gli angeli fedeli di Dio, gli angeli fedeli di
Dio sono coloro che hanno mantenuti la loro posizione e la loro dignità
mentre quelli decaduti sono coloro che hanno perso la loro posizione
iniziale. In Apocalisse 20. 3, al ritorno di Cristo, il diavolo verrà
incatenato per un periodo di mille anni e gettato nell’abisso con i suoi
angeli decaduti.
L’ABISSO
Esso è un carcere-inferno creato per contenere le creature spirituali, per
contenere il diavolo e gli angeli/demoni, ma trascorsi i mille anni verrà
fatto uscire e con lui ancora i suoi angeli/demoni decaduti per sedurre le
nazioni, in quest’atmosfera avverrà nuovamente dopo i mille anni di
pace e sottomissione: [L’ULTIMA RIBELLIONE]
IL DESERTO…
“FORMAZIONE – RIBELLIONE – SOFFERENZA”
Possiamo imparare che la storia del diavolo inizia con una ribellione e
finirà con una ribellione, ma alla fine il diavolo con i suoi angeli decaduti
e tutti coloro che avranno vissuto la ribellione facendo di lui il padre
della menzogna finiranno nella Geena, l’inferno eterno che giudicherà
tutti coloro secondo le proprie ribellioni (Apoc. 20. 7- 10), allora Dio dirà
alle nazioni che si sono alleate in favore dell’ultima ribellione del diavolo
“andate via da me…maledetti” (Matteo 25. 41).
LO SCOPO DEL DIAVOLO
Tra la prima ribellione (avvenuta nei cieli, dove Lucifero perde la sua
posizione e diventa diavolo)all’ultima ribellione che avverrà in territorio
israeliano, il diavolo insieme sempre alla sua gang di angeli/demoni,
lavora con impegno cercando di creare delle ribellioni nella società ma
soprattutto tra i figli del regno, alcuni esempi:
Nell’Antico Patto
 Adamo contro il Padre celeste (Genesi 3)
 Caino contro Abele
 I pastori di Lot con i pastori di Abraamo (Gen. 13. 8)
 Absalom contro il padre Davide (2 Sam. 18. 9)
 Kore contro Mosè e Aaronne (Numeri)
Nel Nuovo Patto
 Giuda contro Gesù (Marco 14. 10)
 Dema contro Paolo (Filemone 1. 24 dichiara ch’era un apostolo che si
era inorgoglito e si ribella agli insegnamenti di Paolo, iniziando ad
amare le cose del mondo 2 TIM. 4. 10)
 Le chiese di Corinto che vivevano in divisione l’una contro l’altra.
IL DESERTO…
“FORMAZIONE – RIBELLIONE – SOFFERENZA”
 Saffira e Anania (Atti 5. 1, mostrano una ribellione nascosta contro lo
Spirito Santo quando invece potevano liberamente rimanere nelle
loro convinzioni mentali)
Ancora oggi, ascoltiamo e vediamo fratelli, servitori e persino alcuni
ministri che vivono nella ribellione e che favoriscono la ribellione contro
la Parola di Dio ed i suoi messaggeri.
La ribellione deve essere sempre denunciata e mai bisogna promuoverla,
soprattutto per il bene non del perseguitato (l’autorità che viene
maledetta o parlata male, quindi l’anziano, il pastore…) ma per il
benessere stesso del persecutore e del maldicente (colui che non accetta
più l’autorità delegata da Dio sulla propria vita e decide di andarsene dalla
chiesa e dalla fratellanza in disordine e senza comunione fraterna).
Infatti, chi è realmente l’artefice della ribellione?
E cosa succede a coloro che se ne rendono garanti?
ALCUNI VERSI DELLA BIBBIA CHE POSSONO APRIRE I NOSTRI OCCHI:
1 SAMUELE 12. 15
La mano di Dio è contro i cuori ribelli
SALMO 68. 6
I ribelli sono ridotti in miseria (soprattutto in senso spirituale)
SALMO 107. 12 Cadono all’improvviso
La ribellione causerà sempre distruzione nella vita personale che in
quella degli altri, il fine è sempre diabolico!
Questo piccolo e forse misero studio sulla ribellione, credo che possa
mostrare gli effetti negativi che la ribellione con le sue divisioni, l’orgoglio,
la presunzione ed altro ancora, può fare nella vita di uno o molti, di una o
più chiese, questa fu la causante che produsse un allungamento
temporaneo alla destinazione che gli ebrei liberati sotto la guida di Mosè
dovevano raggiungere, una meta possibile da raggiungere in alcuni mesi
oppure qualche anno e costata la vita di tutta la generazione che morì nel
IL DESERTO…
“FORMAZIONE – RIBELLIONE – SOFFERENZA”
deserto in uno spazio di tempo di 40 anni circa e tutto a causa delle loro
ribellioni, che Dio ci liberi da questo male, che Dio ci liberi da questo modo
di formare chiese o cercare la santità, che Dio ci liberi dalla schiavitù
mentale della ribellione e che satana sia davvero spazzato via con i suoi
metodi e il suo carattere dalla nostra vita, dalle nostre case, dalla nostra
chiesa, dalla nostra fratellanza, che Dio ci benedica ancora e di più!
C’è ancora un altro argomento che vorrei trattare prima di concludere
questo tema sul deserto, dopo aver trattato del bisogno della formazione e
dell’origine e le conseguenze che produce la ribellione, ora vorrei trattare
della sofferenza, quella sofferenza che affronti proprio quando ti trovi in
un deserto.
L
A SOFFERNZA
 ORIGINE - PRIMA DELLA CREAZIONE
AVVENNE NEI CIELI PER OPERA DEGLI ANGELI CREATI E
DECADUTI A CAUSA DELLA LORO RIBELLIONE GUIDATA
DAL PRIMO ANGELO CREATO (LUCIFERO).
 NASCE SULLA TERRA
A CAUSA DELLA RIBELLIONE DI ADAMO, IL PRIMO UOMO CREATO
SULLA TERRA DESCRITTA IN GENESI 3. 7, SEGUITO DA TUTTA LA
STIRPE UMANA.
Il diavolo con gli angeli decaduti e l’uomo e la sua stirpe umana, si
separano volontariamente dal proprio Creatore, questa separazione
volontaria produsse in loro un senso di nudità interiore da cui ha origine
la paura che ci spinge a nasconderci, come Adamo fece con Eva dopo
aver peccato contro Dio.
L’angoscia è infatti quel forte senso di paura, di morte che si sente
quando si vive lontani da Dio, più ci si allontana è più cresce la morte, più
ci avviciniamo e più sentiamo la vita, Adamo si senti nudo interiormente,
sporco dalla sua coscienza di aver trasgredito il Patto con il suo Creatore,
contaminato per aver ascoltato il serpente e dubitato Dio; anche Gesù nel
IL DESERTO…
“FORMAZIONE – RIBELLIONE – SOFFERENZA”
Getsemani sentì l’angoscia perché si stava caricando i peccati del mondo
e si stava di conseguenza, allontanando da Dio, a motivo non dei suoi, ma
a motivo dei peccati dell’umanità passata, presente e futura, poiché stava
diventando tutt’uno con il peccato MA senza peccare egli vinse il peccato
e la sua potenza, per poter oggi salvare quanti gridano di uscirne da esso.
Questo ci fa notare che anche i demoni e gli angeli decaduti e il diavolo
stesso soffrono di questa angoscia interiore non più guaribile poiché
sono stati giudicati ancora prima che Dio avesse creato Adamo e
l’universo con la terra compresa.
L’uomo a causa della ribellione si è staccato da Dio, la funzione della
sofferenza interiore che ogni uomo possiede serve per ricondurlo a Dio,
avvicinarlo dalla separazione volontaria al peccato, oggi certamente si
vive sotto il potere del peccato automaticamente a causa della scelta di
Adamo, ma ogni singolo può rimediare alla scelta sbagliata che fece
Adamo, rinunciando al peccato e credendo ed accettando l’opera di
redenzione di Cristo, questo ci libera dal senso di angoscia, di nudità, di
allontanamento e ci riavvicina di nuovo a Dio, ci riconcilia al Creatore.
Diversamente il diavolo e i suoi angeli sottomessi e decaduti, siccome
sono stati giudicati per la loro malvagità interiore e la loro ribellione
non potranno essere recuperati, essi sono perduti per sempre e la loro
sofferenza interiore come esseri creati da Dio e separati dalla Sua
Presenza, dal proprio Creatore si è trasformata in rabbia che alimenta
continuamente il loro odio e la loro malvagità contro Dio e contro gli
uomini fatti ad immagine e somiglianza di Dio.
Per finire, anche l’ecclesiaste insegna che Dio ha messo in ogni uomo il
senso dell’eternità e per tale abbiamo la necessità divina di conoscere
l’eternità e finché non riusciamo a farlo ci sentiremo sempre angosciati,
tristi, mancanti di qualcosa, sofferenti, perdenti, vuoti interiormente, con
dei sensi di colpa, un forte senso di separazione.
IL DESERTO…
“FORMAZIONE – RIBELLIONE – SOFFERENZA”
Dunque la sofferenza nasce in cielo prima della creazione, in terra con
Adamo e si trova nell’uomo interiormente a causa del distacco avvenuta
per mezzo del peccato.
Dio in un certo senso permette la sofferenza che produce tristezza per
riconquistare le sue creature soggiogate dal peccato e dal male e
ricondurle alla sua Presenza, fonte di vera gioia eterna.
L’apostolo Paolo ci spiega dell’esistenza di due tipologie di tristezze:
1 Corinzi 7. 10
 La tristezza che porta alla morte
 La tristezza che conduce al ravvedimento
Possiamo notare che Dio usa anche la tristezza interiore e permette
alcune sofferenze esteriori perché attraverso di esse, Egli rompe certi
equilibri mentali errati, certe sicurezze peccaminose facendoci scoprire
le nostre debolezze affinché resi deboli possiamo riconoscere la sua
potenza, la sua supremazia, il suo amore, il suo perdono, la sua gioia e
pace interiore….il diavolo invece per non farci ricoprire dall’amore di Dio
e dal suo perdono che ci riconcilia e avvicina al Creatore, usa la tristezza
e le sofferenze per allontanarci dal Creatore producendo in nopi
distruzione fisica, psichica e la morte spirituale:
“Perché Dio permette la sofferenza?, Perché molti bambini innocenti
muoiono a causa degli aborti dovuti dai loro genitori?, Perché Dio non
toglie dimezzo il diavolo e le sue tentazioni subito?, Perché Dio ha
permesso la malattia?...etc.” queste sono alcune domande che i demoni
mettono nelle menti di coloro che vorrebbero avvicinarsi a Dio ma che non
riescono poiché ascoltano questi pensieri che in realtà non vengono dalla
loro mente ma sono esterni, di qualcun’altro, è dunque fondamentale
capire il piano di Dio per poter uscire e smascherare il diavolo dal dolore
acquisito, se non riusciamo a vedere Dio, allora vedremo ed udremo solo
il diavolo che ci tormenta nella mente e non usciremo mai dai nostri
dolori e le nostre tristezze interiori, ma se vediamo Dio, allora il diavolo
sarà smascherato e comprendendone il piano saremo liberi riuscendo a
IL DESERTO…
“FORMAZIONE – RIBELLIONE – SOFFERENZA”
vivere la pace interiore e la gioia nelle difficoltà avvenire, poiché anche
dopo la conversione, le difficoltà e le delusioni, le tristezze e le sofferenze
continueranno ad esisterci, ma impareremo a usare tali mezzi per
migliorarci interiormente, avvicinarci ancora di più a Dio, crescere in
santità e formarci in perfezione!
L
A SOFFERENZA - (DOPO LA NUOVA NASCITA)
 CHIARIMENTI
E ’meglio chiarire affinché non cadiamo in equivoci, che il
credente dopo nato di nuovo in Cristo non vive una vita
senza malattie, senza delusioni, senza offendere o essere offesi, prima
della nuova nascita, la sofferenza aveva nella nostra vita uno scopo
distruttivo, ma dopo essere arrivati a Cristo è anche giusto che noi
non vogliamo più soffrire, riceviamo quella pace interiore sovra
umana, ma poi ci accorgeremo che anche il cristiano soffre!
PERCHE’ SOFFRIRE DOPO LA NUOVA NASCITA?
Paolo spiega delle due tipologie di sofferenza (1 Cor. 7. 10), una è di
tipo distruttiva e conduce alla morte, ma c’è un'altra che conduce
alla vita e quindi è di carattere costruttivo:
DIO CREA (LA NUOVA NASCITA) e DIO CROSTRUISCE.
2 CORINZI 11. 23
Paolo si identifica come un uomo che ha sofferto (dopo l’esperienza
avvenuta a Damasco), ma che è riuscito ad oltrepassare quei tipi di
sofferenza riuscendo a ricevere maggiore santità, poiché le sofferenze se
vengono oltrepassate producono in noi santità.
Esse ci fanno ravvedere dalle nostre posizioni e producono una
conversione mentale avvicinandoci a Dio.
IL DESERTO…
D
“FORMAZIONE – RIBELLIONE – SOFFERENZA”
EBOLEZZE ATTRAVERSO LE STIMATI DI CRISTO
 SOFFERENZA = PERFEZIONE
Sempre Paolo per dimostrare la sua spiritualità
(paragonandosi a quei apostoli fasulli che circolavano fra i
fedeli), mostra un curriculum vitae sulla sofferenza per la chiamata
apostolica che aveva ricevuto da Dio, chi vuole essere grande fra i suoi
fratelli deve servire i suoi fratelli, come anche Gesù insegnò ai suoi
discepoli sul discorso del prestigio, diventare servi degli altri non solo
servendo ma sopportando soffrendo a causa di altri e probabile per
coloro che tu servi, il servo soffre di più di chi è servito e più vorrai
crescere nel servizio di Dio più stai affermando di voler soffrire per lui,
poiché il più grande è colui che serve tutti gli altri!
ATTENZIONE:
Dio non ci dice di essere dei masochisti per poter essere spirituali o ci dice
di cercare la sofferenza.
Dio chiama Paolo alle sofferenze apostoliche, di carattere fisico
(malattia), morale (pensiero), poiché Dio vuole formare il suo servo alla
sua chiamata d’apostolo, Dio vuole liberarci da ogni tipo di sofferenza
che ci fa del male, soprattutto quella creata da noi, ma non dal tipo di
sofferenza che può aiutarci, Dio usa questo tipo di sofferenza per
renderci perfetti.
Quando Paolo parla del marchio di Cristo, non parlava delle stimati ma
delle sue tante sofferenze di apostolo dei gentili.
Egli parla di spine nella carne (2 Corinzi 12. 6) e subito dopo afferma che
un angelo di satana fu mandato da Dio per farlo schiaffeggiare affinché
non potesse superbirsi, Paolo chiede liberazione da questo tipo di
sofferenza, ma cosa risponde Dio?
LA MIA GRAZIA DI BASTA!
Cosa significa?
Esistono delle sofferenze alle quali Dio ci libera, ma ci sono delle
sofferenze non provocate da Dio ma che sono molto utili e che servono
IL DESERTO…
“FORMAZIONE – RIBELLIONE – SOFFERENZA”
per la nostra formazione e per il nostro equilibrio e che Dio permette per
il nostro bene, inoltre Dio dice a Paolo un’altra cosa:
LA MIA POTENZA SI VEDE NELLA DEBOLEZZA!
La potenza produce molta gioia, chi è potente economicamente, si sente
quasi come il padrone del mondo e di altri essere umani, chi è potente in
raccomandazioni si sente più forte di altri perché sente su di se come un
senso di protezione maggiore, la potenza di Dio, diversamente, si
manifesta, si sperimenta, si sente nelle debolezze umane e sarà
impossibile sperimentarla attraverso la potenza umana, dobbiamo
scegliere o la potenza di Dio oppure la nostra potenza, le nostre capacità,
i nostri talenti.
L’utilità della sofferenza sta in questo, abbassa la nostra potenza sia
fisica che psichica, favorendo la manifestazione della potenza divina,
ecco perché Paolo affermava di compiacersi nelle sue debolezze, poiché
erano quelle debolezze che manifestavano poi in lui le manifestazioni di
potenza di Dio, quando era ingiuriato, perseguitato, nelle necessità, ma
attenzione non era Paolo a causarsi queste difficoltà ma avvenivano
all’improvviso, non erano da lui controllate, Paolo si affidava alla
supremazia divina e alla bontà e misericordia di Dio.
Disse un pastore che esistono due tipologie di apostoli, un apostolo degli
uomini e l’apostolo mandato da Dio e la differenza sta in questo, che
l’apostolo degli uomini è vestito in morbidi vestiti e protetto da altri
uomini (guardie del corpo), è onorato e ben guardato, invece l’apostolo del
Signore e come i8l profeta, non è mai accettato, è un operaio, un servitore
che fatica e si affatica, trattato male non solo dagli uomini ma dai suoi
stessi fratelli e le uniche sue guardie del corpo sono gli angeli del Signore, il
suo difensore è il capo della chiesa “GESU’” in persona!
Questo significa vivere nella potenza di Dio e non in quella umana!
Il diavolo invece, vuole aumentare la nostra potenza con la sua potenza,
il serpente di Genesi 3 cerca di attivare la potenzialità di Adamo ed Eva,
però senza Dio e ci riuscì benissimo, oppure il famoso Bar Gesù nel libro
degli Atti che viene descritto come a potenza di Dio, ma in realtà egli era
IL DESERTO…
“FORMAZIONE – RIBELLIONE – SOFFERENZA”
senza Dio e faceva il mago usava la sua potenza con la potenza del
diavolo, dopo la sua conversione lo Spirito Santo lo ha dovuto la vorare e
portarlo alla fragilità per mostrargli un altro tipo di potenza che
proveniva dall’alto, maggiore delle due che egli già conosceva e che
aveva sperimentato.
La vita cristiana è anche un battesimo che ci fa entrare nelle sofferenze di
Cristo, un cristianesimo senza sofferenze non è un vero cristianesimo ma
tutti coloro che si battezzano nelle sofferenze di Cristo saranno consolati
in ogni afflizione, qualsiasi essa sia!
E’ falso affermare che dopo la conversione non esista la sofferenza, la
realtà è questa che la sofferenza senza Dio è distruttiva per la nostra
anima, ma la sofferenza con Dio è costruttiva per la nostra vita.
(Giovanni 16. 20 anche Gesù parla di una tristezza momentanea che
produrrà una gioia in seguito, nello stesso modo che la donna durante le
doglie del parto soffre ma subito dopo gioisce per il dono ricevuto da Dio,
così è la tristezza permessa da Dio, sofferenza e tristezza passeggera, ma
gioia e ricchezza eterna ). Gesù stesso soffre imparando durante la sua
vita terrena e soffre morendo sulla croce, ma poi risuscita dalla morte
con un corpo glorificato.
La sofferenza è causata da noi oppure dal diavolo, poiché Dio non ha
creato la sofferenza, essa è frutto del peccato E MENTRE il diavolo usa le
afflizioni per allontanarci da Dio, per fermare il nostro progresso, Dio usa
di queste afflizioni unicamente per formare le nostre vite e creare in noi
un equilibrio secondo la sua volontà attraverso i continui ravvedimenti e
conversioni mentali che anche il nato di nuovo è chiamato a praticare
durante il suo camminare verso l’alto (Rom. 12. 2,3) e per produrre in noi
la sua di potenza, durante questo processo spirituale, Dio ci consola con
lo Spirito Santo che si trova dentro di noi, egli ci costruisce, edifica,
consola, ci elargisce la forza necessaria per poter oltrepassare la prova,
produce in noi guarigioni e liberazioni, questo significa portare le stimati
di Cristo, cioè passare per queste sofferenze permettendo a Dio di
costruire il suo regno dentro di noi.
IL DESERTO…
“FORMAZIONE – RIBELLIONE – SOFFERENZA”
 IL CONFLITTO MENTALE
Ci avviciniamo al termine di questo umile studio, facendo un riepilogo
dei passaggi abbiamo considerato fino ad ora, che il cristiano ha un
passaggio d’obbligo che si chiama deserto e che proprio lì, Dio ci
forma e equipaggia per il suo servizio, nello stesso modo che Gesù
prima di essere riempito e iniziare il suo ministerio fu condotto dallo
Spirito di Dio nel deserto per vincere la tentazione del diavolo, così
anche noi suoi sudditi e fratelli, dovremo passare per i nostri deserti e
cercare di non morirci dentro a causa della ribellione che portiamo
ancora dentro le nostre menti che dovranno trasfigurarsi nella mente
di Cristo, questo è il piano divino, la nostra mente deve diventare la
mente di Cristo, questo passaggio avviene nei vari deserti che lo
Spirito Santo ci porterà e se non ci ribelliamo usciremo sempre
vittoriosi e con un pezzo nuovo della sua armatura, nuove esperienze
e gradi maggiori di autorità regale, inoltre abbiamo sottolineato che la
tentazione non viene da Dio ma dal diavolo che altresì è una
marionetta nelle mani di Dio, egli non può decidere di suo ma è
sottomesso alla volontà e desideri di Dio che sono sempre per il
nostro bene e mai per il bene del nemico delle nostre anime, essere
ribelli alla sua Parola significherà rimanere anni di vita cristiani nei
stessi deserti girando continuamente attorno sempre alle stesse
situazioni che diventeranno irrisolvibili a causa della nostra stessa
ribellione, ma l’ubbidienza è la via d’uscita di ogni deserto che
provocherà in noi inevitabilmente delle sofferenza e tristezza, ma una
tristezza permessa da Dio per produrre in noi la sua gioia e pace
interiore, potenza e grandi manifestazioni.
In tutto questo la nostra mente non rimarrà immune ma avrà in un
certo senso dei conflitti interiori, poiché la nostra mente non può
diventare la mente del Signore Gesù Cristo senza che passi per dei
conflitti, dunque il deserto provoca dei conflitti mentali.
IL DESERTO…
“FORMAZIONE – RIBELLIONE – SOFFERENZA”
Insegna la bibbia che noi abbiamo ricevuto con la nuova nascita la mente
di Cristo (1 Cor. 2. 16), diventando così delle nuove creature, ma sempre
la bibbia poi afferma che dobbiamo rinnovarci nella mente spogliandoci
continuamente del vecchio modo di pensare della vecchia mente
abituata al pensiero di peccato e rinnovarci continuamente del nuovo
pensiero e della nuova cultura del cielo che appartiene all’uomo nuovo,
cioè rigenerato e appartenente al regno celeste (Efesini 4. 23), quindi
dopo la nuova nascita, la natura divina di Cristo si va formandosi con il
tempo attraverso le fasi della nostra santificazione che determina la
mente di Cristo in noi:
ROMANI 12. 2,3 “Non conformatevi a questo mondo, ma siate
trasformate mediante il rinnovamento della vostra mente, …”
La mente deve rinnovarsi, spogliandosi del vecchio e rinnovandosi del
nuovo modo di pensare della mente di Cristo, dunque non è
semplicemente rinascere con la mente completa di Cristo, ma è
possederla con il tempo per mezzo della nostra santificazione e come se
Dio ci ha dato una nuova mente con dei nuovi elementi ma che deve
riempirsi attraverso anche la nostra volontà e desiderio con il tempo e
durante la nostra crescita di formazione, abbiamo la mente di Cristo ma
dobbiamo riempirla con i suoi pensieri!
Durante la formazione la nostra mente carnale non cederà facilmente al
rinnovo, a questo punto nasce IL CONFLITTO, tra la nostra vecchia
mente (VECCHI PENSIERI) e la nuova mente (I PENSIERII DI CRISTO).
Ricevendo lo Spirito Santo, abbiamo ricevuto anche la santità in noi e lo
Spirito Santo vuole tirarla fuori da lui e metterla in noi facendoci viverla
anche fuori di noi, ora mi spiego…
Una cosa è avere lo Spirito Santo e la sua santità in noi, un'altra cosa è
vivere la santità dello Spirito Santo, cioè la santità di Dio.
Un cristiano nato di nuovo può essere anche battezzato nello Spirito
Santo e parlare in nuove lingue e peccare contemporaneamente, questo
IL DESERTO…
“FORMAZIONE – RIBELLIONE – SOFFERENZA”
significa peccare ma avere anche la santità di Dio dentro di noi per
mezzo dello Spirito Santo in noi, ma è tutt’altra cosa vivere la santità
dello Spirito Santo. Questo è il lavoro pratico che lo Spirito Santo in noi
vuole realizzare dentro di noi e farcelo addirittura viverlo fuori di noi,
ma tutto ciò sarà reso possibile solamente se noi accettiamo i pensieri di
Dio della mente di Cristo!
Nella nuova nascita c’è il rinnovamento della nostra mente peccatrice
che si santifica nella mente perfetta di Cristo.
 GLI ISTINTI
Sono i peccati della concupiscenza (carnali) che per uscire hanno
bisogno di una valvola di sfogo: “LA MENTE!”
Ora se la mente è rinnovata, allora termineranno anche gli istinti
carnali, poiché la mente rifiuterà di aderire alle loro concupiscenze!
Il deserto comporta questo tipo di conflitto mentale che Dio
permette, mentre Gesù ci dona la sua mente e lo Spirito Santo ci
conduce nei deserti della formazione e perfezione, ma ci consola
nelle afflizioni, ci incoraggia, guarisce e libera, ci prepara e aiuta alla
vittoria e a nuove conquiste di santità!
GLORIA A Dio PER I DESERTI CHE AFFRONTEREMO POICHÉ
NELL’UBBIDIENZA NOI VINCEREMO!
AMEN
…ché Dio ci benedica.
IL DESERTO…
“FORMAZIONE – RIBELLIONE – SOFFERENZA”
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