La mia prima
Riconciliazione
Parrocchia S. Michele
Oreno
Canto d’ingresso
Ti ringrazio, o mio Signore,
per le cose che sono nel mondo,
per la vita che tu ci hai donato,
per l’amore che tu nutri per me
Alleluia, o mio Signore, alleluia, o Dio del cielo
alleluia, o mio Signore, alleluia, o Dio del cielo.
Sacerdote
Tutti
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito
Santo.
Amen
Sacerdote La grazia, la misericordia e la pace di Dio nostro
Tutti
Padre e del Signore nostro Gesù Cristo, siano
con tutti voi.
E con il tuo spirito.
Sacerdote
Carissimi genitori, come già in occasione del Battesimo,
anche oggi siete voi ad accompagnare i vostri figli alla
prima celebrazione del sacramento della Riconciliazione.
Il loro cammino di iniziazione alla vita cristiana conosce
oggi il volto della misericordia di Dio.
Per primi noi adulti rinnoviamo la consapevolezza di
essere amati e perdonati da Dio, in modo da essere
testimoni credibili.
Genitore
Tu o Dio, ci hai affidato questi figli perché conoscessero il
tuo volto di padre misericordioso innanzitutto attraverso
la nostra testimonianza di vita, perdona le nostre
incoerenze.
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Sappiamo di non essere sempre all’altezza di questo
compito. Chiediamo perciò alla Chiesa di Cristo di
pregare per i nostri figli, perché essi possano conoscere
con gioia e fiducia la misericordia di Dio.
Insieme
Confesso a Dio onnipotente
e a voi fratelli che ho molto peccato
in pensieri, parole, opere e omissioni.
Per mia colpa, mia colpa,
mia grandissima colpa,
e supplico la Beata vergine Maria,
gli angeli e i santi e voi fratelli
di pregare per me il Signore Dio nostro.
Sacerdote
Il giorno del Battesimo i vostri genitori hanno accolto la
volontà di Dio di adottarvi come suoi figli.
In questi primi anni della vostra vita, attraverso molti
doni, avete conosciuto il segno del suo amore di Padre.
Ragazzi
Non sempre siamo capaci di riconoscere l’amore di Dio e
più facilmente cerchiamo la nostra gioia in altre cose.
Riconosciamo i nostri peccati, ma contiamo sulla sua
misericordia.
A Dio, nostro Padre, esprimiamo con fiducia la nostra
richiesta di perdono e il nostro desiderio sincero di essere
di nuovo accolti nella sua casa come figli, insieme a tutti i
nostri fratelli.
Sacerdote
Tutti insieme domandiamo perdono:
Ti chiedo perdono, Padre buono,
per ogni mancanza d’amore
per la mia debole speranza
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e per la mia fragile fede.
Domando a te, Signore,
che illumini i miei passi
la forza di vivere con tutti i miei fratelli
nuovamente fedele al tuo Vangelo.
Sacerdote
Ascoltiamo la Parola di Gesù perché è Gesù che ci fa
conoscere la misericordia di Dio, il suo cuore di Padre
sempre in attesa dei figli lontani, la sua grande gioia per
il loro ritorno.
Alleluia
Padre ho peccato contro il cielo e contro di te,
non sono più degno di essere chiamato tuo figlio.
Il padre lo vide e commosso gli corse incontro.
Dal vangelo secondo Luca
(Lc 15, 11-32)
In quel tempo Gesù disse ancora una parabola:
“Un uomo aveva due figli. Il più giovane disse al padre:
Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta.
E il padre divise tra loro la sua ricchezza. Dopo non molti
giorni, il figlio più giovane, raccolte le sue cose, partì per
un paese lontano e là spese tutti i soldi vivendo da
dissoluto. Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne
una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel
bisogno. Allora andò e si mise a servizio di uno degli
abitanti di quella regione, che lo mandò nei campi a
pascolare i maiali. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube
che mangiavano i maiali; ma nessuno gliene dava.
Allora rientrò in se stesso e disse:
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Quanti operai in casa di mio padre hanno pane in
abbondanza e io qui muoio di fame! Mi leverò e andrò da
mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro il Cielo e
contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo
figlio. Trattami come uno dei tuoi servi.
Partì e si incamminò verso suo padre.
Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso
gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò.
Il figlio gli disse:
Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono
più degno di essere chiamato tuo figlio.
Ma il padre disse ai servi:
Presto, portate qui il vestito più bello e rivestitelo,
mettetegli l'anello al dito e i calzari ai piedi. Portate il
vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa,
perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita,
era perduto ed è stato ritrovato.
E cominciarono a far festa.
Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno,
quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò
un servo e gli domandò che cosa fosse tutto ciò.
Il servo gli rispose: E` tornato tuo fratello e il padre ha
fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto
sano e salvo. Egli si arrabbiò, e non voleva entrare.
Il padre allora uscì a pregarlo. Ma lui rispose a suo padre:
Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai trasgredito
un tuo comando, e tu non mi hai dato mai un capretto
per far festa con i miei amici. Ma ora che questo tuo figlio
che ha divorato i tuoi averi con le prostitute è tornato, per
lui hai ammazzato il vitello grasso.
Gli rispose il padre:
Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo;
ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo
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fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è
stato ritrovato”.
Parola del Signore.
Tutti Lode a te o Cristo
RIPENSIAMO AL NOSTRO
RAPPORTO DI AMICIZIA CON DIO
Sacerdote
Come il figlio della parabola, rientro in me stesso e faccio
l’esame di coscienza: mi metto cioè davanti a Dio Padre,
che vede nel segreto del nostro cuore e ripenso al mio
rapporto con Dio. Ripenso innanzitutto all’amore che
Dio mi ha dimostrato attraverso i suoi doni e mi
domando : quali doni Dio mi ha fatto per dimostrarmi la
sua amicizia ?
la vita, la salute, l’intelligenza, il tempo;
i genitori, i nonni, i parenti i fratelli, gli
amici e i compagni;
gli educatori: maestre, catechiste, guide,
allenatori e sacerdoti;,
la natura e l’ambiente in cui vivo.
IO RINGRAZIO DIO per tutti questi suoi doni ogni
giorno nella preghiera?
e quando prego esprimo innanzitutto la gioia di essere
amato da Dio?
Dio mi ha fatto questi doni perché imparassi a
riconoscere il suo amore di Padre e per rendere più ricca
la mia amicizia con gli altri. E allora mi domando :
IO COME HO USATO QUESTI SUOI DONI ?
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DIO mi ha donato la vita, la salute, l’intelligenza, il
tempo.
IO
esprimo la gioia di vivere, oppure,
mi lamento facilmente e sono capriccioso?
Mi sono impegnato nello studio o sono pigro?
Ho tempo per aiutare gli altri o sono egoista?
Tutti Tu che ci vuoi bene, perdonaci Signore
DIO mi ha donato i genitori perché mi aiutino a crescere
in sapienza, età e nell’amicizia con Gesù.
IO obbedisco volentieri alla mamma e al papà, oppure,
brontolo, rispondo loro male, non ho fiducia e non sono
sincero, non sono attento alle loro premure e pretendo
sempre qualcosa?
Tutti Tu che ci vuoi bene, perdonaci Signore
DIO mi ha fatto il dono dell’altro mettendomi accanto
fratelli, amici e compagni, perché sempre da solo sarei
triste e non potrei crescere bene.
IO come li tratto? Sono generoso e gentile oppure più
facilmente litigo, li imbroglio? Ho rubato loro qualcosa ?
Sono invidioso ? Li ho offesi con qualche parolaccia ?
Li ho ingiustamente accusati? Ho fatto del male con la
mia prepotenza? So perdonare i loro errori o mi sono
vendicato? Mi sono ricordato dei fratelli vicini e lontani
nelle mie preghiere e con gesti di carità?
Tutti Tu che ci vuoi bene, perdonaci Signore
DIO mi ha donato alcune persone perché mi aiutassero:
le maestre, le catechiste, i sacerdoti.
IO
come mi comporto con loro? Sono disponibile,
attento agli insegnamenti o sono distratto e maleducato?
Tutti Tu che ci vuoi bene, perdonaci Signore
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DIO mi ha dato una casa bellissima: il creato e un
ambiente confortevole per vivere.
IO
apprezzo questi beni, oppure li spreco? Spreco il
pane e gli altri cibi lasciandoli poi nel piatto? Sciupo i
vestiti, i giochi, le cose, senza avere rispetto di chi ne
soffre la mancanza?
Tutti
Tu che ci vuoi bene, perdonaci Signore
CHIEDO PERDONO AL SIGNORE.
Ogni ragazzo si avvicina al sacerdote per la confessione personale.
Racconta al sacerdote, che ti ascolta in nome di Gesù, il dono più
bello che Dio ti ha fatto e che ti rivela l’amore Dio.
Chiedi perdono per le mancanze di amore verso Dio e i fratelli.
Ascolta il consiglio del sacerdote e ricevi il perdono dei peccati.
Dopo aver ricevuto il perdono di Dio fai pace anche con i fratelli.
Tornando al posto abbraccia e bacia i tuoi genitori.
RINGRAZIAMO INSIEME IL SIGNORE
Sacerdote
Con la gioia di essere tornati alla comunione con Dio
nostro Padre e tra noi fratelli diciamo:
Tutti
Padre nostro …
Sacerdote
PREGHIAMO
Dio onnipotente, abbiamo conosciuto il tuo amore, ci hai
perdonato, donaci ora il coraggio di non allontanarci più
da Te e di portare nel mondo la gioia della tua amicizia.
Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.
Tutti
Amen
Sacerdote
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Cari ragazzi, la storia del figlio che torna a casa da suo
Padre si conclude con un festa. E’ la festa della vita, che
torna ad essere bella e promettente quando accogliamo in
noi l’amore di Gesù. Esprimiamo la nostra gioia con il
canto
Come è bello stare insieme
essere tra noi fratelli
camminare nella gioia
figli di un solo Padre.
Il Signore sia con voi
Tutti :
E con il tuo Spirito.
Sacerdote Ci benedica Dio onnipotente Padre, Figlio e
Spirito Santo
Tutti :
Amen
Sacerdote Andiamo in pace a far festa e a portare la gioia
del perdono ai fratelli.
Tutti :
Nel nome di Cristo
Sacerdote
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Libro di Giona
CAPITOLO PRIMO
Il libro di Giona una favola, che invita ciascuno di
noi a correggere la grettezza dei suoi orizzonti di
vita.
Dio di Israele vuole la salvezza di tutti, vuole che il
peccatore si converta.
Per questo invia Giona a Ninive, la grande città
pagana.
Ma Giona si rifiuta di compiere questa missione,
reputa inutile predicare la conversione, sicuro di non
ottenere nulla.
1
Fu rivolta a Giona figlio di Amittai questa parola del Signore:
«Alzati, và a Ninive la grande città e in essa proclama che la loro
malizia è salita fino a me». 3Giona però si mise in cammino per
fuggire a Tarsis, lontano dal Signore. Scese a Giaffa, dove trovò una
nave diretta a Tarsis. Pagato il prezzo del trasporto, s'imbarcò con
loro per Tarsis, lontano dal Signore.
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Ma il Signore scatenò sul mare un forte vento e ne venne in mare
una tempesta tale che la nave stava per sfasciarsi. 5I marinai impauriti
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invocavano ciascuno il proprio dio e gettarono a mare quanto
avevano sulla nave per alleggerirla. Intanto Giona, sceso nel luogo
più riposto della nave, si era coricato e dormiva profondamente. 6Gli
si avvicinò il capo dell'equipaggio e gli disse: «Che cos'hai così
addormentato? Alzati, invoca il tuo Dio! Forse Dio si darà pensiero
di noi e non periremo». 7Quindi dissero fra di loro: «Venite, gettiamo
le sorti per sapere per colpa di chi ci è capitata questa sciagura».
Tirarono a sorte e la sorte cadde su Giona. 8Gli domandarono:
«Spiegaci dunque per causa di chi abbiamo questa sciagura. Qual è il
tuo mestiere? Da dove vieni? Qual è il tuo paese? A quale popolo
appartieni?». 9Egli rispose: «Sono Ebreo e venero il Signore Dio del
cielo, il quale ha fatto il mare e la terra». 10Quegli uomini furono
presi da grande timore e gli domandarono: «Che cosa hai fatto?».
Quegli uomini infatti erano venuti a sapere che egli fuggiva il
Signore, perché lo aveva loro raccontato. 11Essi gli dissero: «Che
cosa dobbiamo fare di te perché si calmi il mare, che è contro di
noi?». Infatti il mare infuriava sempre più. 12Egli disse loro:
«Prendetemi e gettatemi in mare e si calmerà il mare che ora è contro
di voi, perché io so che questa grande tempesta vi ha colto per causa
mia». 13Quegli uomini cercavano a forza di remi di raggiungere la
spiaggia, ma non ci riuscivano perché il mare andava sempre più
crescendo contro di loro. 14Allora implorarono il Signore e dissero:
«Signore, fà che noi non periamo a causa della vita di questo uomo e
non imputarci il sangue innocente poiché tu, Signore, agisci secondo
il tuo volere». 15Presero Giona e lo gettarono in mare e il mare placò
la sua furia. 16Quegli uomini ebbero un grande timore del Signore,
offrirono sacrifici al Signore e fecero voti.
CAPITOLO SECONDO
Soltanto dal ventre del pesce, soltanto dal profondo
dell’abisso, Giona riesce ad esprimere una preghiera
vera nei confronti del suo Dio; riconoscendo che egli
è un Dio che si occupa di tutti gli uomini.
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Ma il Signore dispose che un grosso pesce inghiottisse Giona;
Giona restò nel ventre del pesce tre giorni e tre notti. 2Dal ventre del
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pesce Giona pregò il Signore suo Dio 3e disse:
«Nella mia angoscia ho invocato il Signore ed egli mi ha esaudito;
dal profondo degli inferi ho gridato e tu hai ascoltato la mia voce.
4
Mi hai gettato nell'abisso, nel cuore del mare e le correnti mi hanno
circondato; tutti i tuoi flutti e le tue onde sono passati sopra di me. 5Io
dicevo: Sono scacciato lontano dai tuoi occhi; eppure tornerò a
guardare il tuo santo tempio. 6Le acque mi hanno sommerso fino alla
gola, l'abisso mi ha avvolto, l'alga si è avvinta al mio capo. 7Sono
sceso alle radici dei monti, la terra ha chiuso le sue spranghe dietro a
me per sempre. Ma tu hai fatto risalire dalla fossa la mia vita, Signore
mio Dio. 8Quando in me sentivo venir meno la vita, ho ricordato il
Signore. La mia preghiera è giunta fino a te, fino alla tua santa
dimora. 9Quelli che onorano vane nullità abbandonano il loro amore.
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Ma io con voce di lode offrirò a te un sacrificio e adempirò il voto
che ho fatto; la salvezza viene dal Signore».
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E il Signore comandò al pesce ed esso rigettò Giona sull'asciutto.
CAPITOLO TERZO
Dio è fedele anche con Giona e per la seconda volta
gli affida il compito di farsi strumento di salvezza
per Ninive. Giona si arrende alla volontà di Dio,
ma non ha fiducia negli abitanti di Ninive, al
contrario di Dio, che malgrado il nostro peccato,
continua ad avere fiducia negli uomini.
1
Fu rivolta a Giona una seconda volta questa parola del Signore:
«Alzati, và a Ninive la grande città e annunzia loro quanto ti dirò».
3
Giona si alzò e andò a Ninive secondo la parola del Signore. Ninive
era una città molto grande, di tre giornate di cammino.
4
Giona cominciò a percorrere la città, per un giorno di cammino e
predicava: «Ancora quaranta giorni e Ninive sarà distrutta». 5I
cittadini di Ninive credettero a Dio e bandirono un digiuno,
vestirono il sacco, dal più grande al più piccolo. 6Giunta la notizia
fino al re di Ninive, egli si alzò dal trono, si tolse il manto, si coprì di
sacco e si mise a sedere sulla cenere. 7Poi fu proclamato in Ninive
questo decreto, per ordine del re e dei suoi grandi: «Uomini e
animali, grandi e piccoli, non gustino nulla, non pascolino, non
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bevano acqua. 8Uomini e bestie si coprano di sacco e si invochi Dio
con tutte le forze; ognuno si converta dalla sua condotta malvagia e
dalla violenza che è nelle sue mani. 9Chi sa che Dio non cambi, si
impietosisca, deponga il suo ardente sdegno sì che noi non
moriamo?».
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Dio vide le loro opere, che cioè si erano convertiti dalla loro
condotta malvagia, e Dio si impietosì riguardo al male che aveva
minacciato di fare loro e non lo fece.
CAPITOLO QUARTO
Giona, come ciascuno di noi è meschino, è sensibile
a quello che lo tocca nel suo io, l’ombra del ricino
conta per lui più della moltitudine di uomini che vive
nella grande città.
Dio, invece, ha a cuore la sorte dell’umanità intera e
come chi ama è incline a dimenticare il peccato, a
perdonare in fretta, a giustificare lo sbaglio.
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Ma Giona ne provò grande dispiacere e ne fu indispettito.
Pregò il Signore: «Signore, non era forse questo che dicevo
quand'ero nel mio paese? Per ciò mi affrettai a fuggire a Tarsis;
perché so che tu sei un Dio misericordioso e clemente, longanime, di
grande amore e che ti lasci impietosire riguardo al male minacciato.
3
Or dunque, Signore, toglimi la vita, perché meglio è per me morire
che vivere!».
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Ma il Signore gli rispose: «Ti sembra giusto essere sdegnato così?».
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Giona allora uscì dalla città e sostò a oriente di essa. Si fece lì un
riparo di frasche e vi si mise all'ombra in attesa di vedere ciò che
sarebbe avvenuto nella città. 6Allora il Signore Dio fece crescere una
pianta di ricino al di sopra di Giona per fare ombra sulla sua testa e
liberarlo dal suo male. Giona provò una grande gioia per quel ricino.
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Ma il giorno dopo, allo spuntar dell'alba, Dio mandò un verme a
rodere il ricino e questo si seccò. 8Quando il sole si fu alzato, Dio
fece soffiare un vento d'oriente, afoso. Il sole colpì la testa di Giona,
che si sentì venir meno e chiese di morire, dicendo: «Meglio per me
morire che vivere».
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Dio disse a Giona: «Ti sembra giusto essere così sdegnato per una
pianta di ricino?». Egli rispose: «Sì, è giusto; ne sono sdegnato al
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punto da invocare la morte!».
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Ma il Signore gli rispose: «Tu ti dai pena per quella pianta di ricino
per cui non hai fatto nessuna fatica e che tu non hai fatto spuntare,
che in una notte è cresciuta e in una notte è perita: 11e io non dovrei
aver pietà di Ninive, quella grande città, nella quale sono più di
centoventimila persone, che non sanno distinguere fra la mano destra
e la sinistra, e una grande quantità di animali?».
_____ PREGA PER NOI PECCATORI _____
Nel 1° mistero, meditiamo la preghiera che Gesù sulla croce
rivolge al padre prima di morire:
“Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno”

Aiutami Signore a perdonare chi mi ha offeso e fatto del male.
Nel 2° mistero, meditiamo la risposta di Gesù a Pietro che chiedeva
: quante volte devo perdonare il mio fratello che pecca contro di me?
Fino a sette volte?
Gesù rispose : “Non ti dico sette volte, ma settanta volte sette”.

Aiutami Signore a perdonare il fratello con la stessa
misericordia che tu hai dimostrato a me.
Nel 3° mistero, meditiamo la tua volontà Signore di perdonare
sempre chi ha sbagliato e si pente.
“Donna, nessuno ti ha condannata?, neppure io ti condanno, va e
non peccare più”.

Aiutami Signore a condannare il peccato e mai il peccatore
perché rimane sempre un fratello.
Nel 4° mistero, meditiamo la pazienza di Dio che attende con
fiducia il ritorno dei figli che si sono allontanati da lui.
“Appena il padre lo vide da lontano gli corse incontro e lo
abbracciò”.

Aiutami a credere che il tuo Amore è sempre più grande del mio
peccato.
Nel 5° mistero, meditiamo la tua gioia di ritrovare chi si è perduto.
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“Questo mio figlio era morto ed ora è tornato alla vita”.
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Aiutami a vincere ogni sospetto nei confronti del fratello che si
converte e a credere che davvero nulla è impossibile a te.
Domando perdono con la preghiera
PIETA’ DI ME, O SIGNORE
SECONDO LA TUA MISERICORDIA;
NON GUARDARE I MIEI PECCATI
E CANCELLA TUTTE LE MIE COLPE;
CREA IN ME UN CUORE PURO
E RINNOVA IN ME UNO SPIRITO
DI FORTEZZA E DI SANTITA’
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6° incontro – Libretto celebrazione Prima Riconciliazione