DIOCESI DI ACERRA
CELEBRAZIONE DEI VESPRI E RITO DI INSEDIAMENTO DEL
TRIBUNALE PER LA SESSIONE DI APERTURA DELL’INCHIESTA
DIOCESANA SULLA VITA LE VIRTÙ E LA FAMA DI SANTITÀ
DELLA
SERVA DI DIO
ROSSELLA PETRELLESE
GIOVANE SECOLARE
ACERRA
SALONE DELLE UDIENZE - PALAZZO VESCOVILE
21 MARZO 2009
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In copertina: “Uno scorcio: la cupola di S. Pietro”
realizzato dalla mano artistica di
Fra Francesco Pignatiello OFMCap.
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Costituiamo e designiamo
Postulatore della Diocesi di Acerra
il
Rev.do Padre Massimiliano Noviello OFMCap.
nato a S. Marcellino (CE) il 20 settembre 1974
e residente nel Convento dei Frati Minori Cappuccini di Nola (NA)
Perché possa agire legittimamente in mio nome davanti alla Congregazione
delle Cause dei Santi e davanti a tutte le Curie diocesane per ciò che
riguarda la causa della giovane secolare morta in odore di santità:
Rossella Petrellese nata a Napoli il 01/04/1972, morta a Rochester in
Minnesota (USA) il 18/09/1994, seppellita nel cimitero di Acerra, dove ha
vissuto gran parte della sua vita.
Che, per la sua vita esemplare, possa essere considerata degna dell’onore
degli altari perché serva di stimolo a tutti i nostri fratelli, sorelle e ai fedeli
cristiani.
A questo scopo, oltre alle facoltà del diritto comune proprie della carica di
postulatore, concedo al Rev.do Fra Massimiliano Noviello OFMCap. tutte
quelle facoltà necessarie ed opportune per il disbrigo di detto incarico.
Dato in Acerra dalla Sede Vescovile il 28 maggio 2006
Il Cancelliere Vescovile
Mons. Francesco Perrotta
Il Vescovo
Mons. Salvatore Giovanni Rinaldi
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Cenni biografici della Serva di Dio
ROSSELLA PETRELLESE
(1972 – 1994)
Rossella nasce a Napoli il giorno 1° aprile 1972 da Domenico
Petrellese e Lucia Basurto. E’ sabato santo.
Nella Clinica Villa Bianca in via B. Cavallino, 102 Napoli, il professor
Vincenzo Abate, con un parto cesareo, in extremis, contribuisce a dare alla
luce una bimba di otto mesi, dal peso di Kg 2,200 il cui palpito non era più
percepibile, da cui l’urgenza del cesareo.
E’ battezzata da padre Dini il 28 maggio del 1972, in casa dei nonni
materni, in via San Giacomo dei Capri 67, Napoli, sempre a causa della sua
salute molto cagionevole. Già ad un mese di vita ha una broncopolmonite
asmatica molto seria a cui ne seguiranno altre. Inizia il Calvario degli
accertamenti medici.
A due anni una caduta dal seggiolone le procurerà gravi problemi:
coma di primo grado, trauma cranico, ipocinesia all’arto inferiore sinistro, crisi
convulsive. All’Ospedale Santobono di Napoli a curarla, nel reparto di
neurochirurgia, è il dottor Marandola nei giorni che vanno dal 29 maggio 1974
al 31 maggio dello stesso anno. Continueranno i controlli medici per avere una
diagnosi esatta, che solo dopo cinque anni si riuscirà a formulare al
Kinderspital di Zurigo (Svizzera): persistenza del dotto arterioso di Botallo,
grave ipertensione della polmonare ed aumento delle resistenze, forame ovale
aperto, talassemia minor.
Con questi limiti fisici, Rossella imparerà a convivere.
La sua formazione è uguale a quella di tanti bambini. L’asilo, la scuola
elementare; con maggiori difficoltà, poiché Rossella non può muoversi come
tutti gli altri e trova a volte nei compagni di scuola non proprio degli amici
attenti e premurosi. Per i limiti fisici che l’accompagnano, la mamma sceglie
per lei una scuola privata. A Rossella piace studiare, ama disegnare, ama i
bambini che sono spesso al centro dei suoi disegni: coloratissimi, un vero inno
alla vita. Desidera, però, anche giocare ed avere la compagnia dei suoi simili.
Ma i piccoli amici, inconsapevoli, non amano troppo stare in casa - Rossella
non può uscire spesso - e gli incontri con i suoi coetanei sono rari. Ama la
musica e a cinque anni intraprende lo studio del pianoforte con ottimi risultati.
Pur se tutto le sembra negato, Rossella è tenace e non abbandona le
sue - come lei stessa le definisce - «inutili speranze». E’ certa che riuscirà a
migliorare se stessa: sia fisicamente che esteticamente. Come tutte le
adolescenti del nostro tempo, ella sogna una forma fisica perfetta, della
perfezione dei media. Il fresco candore delle sue parole risulta commovente.
Nel suo diario e nelle lettere alla madre - usa da piccola parlare alla mamma,
amatissima, con delle lettere - annota questi desideri e i progetti. Dalle sue
parole emerge anche un alto senso di autoironia: è intelligente e non si prende
troppo sul serio. Desidera però, ardentemente, poter realizzare alcune cose:
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suonare il pianoforte, vivere come gli altri, un calore fatto di affettività
profonde: un marito, dei figli - dei bambini che ha sempre amato da quando
era piccolissima-.
E’ questo il periodo più difficile della sua vita. Ha diciotto anni e si
sente abitata da un vuoto totale e circondata, fatta eccezione per la mamma, da
persone che esercitano una carità a senso unico . Persone incapaci di
comprendere il suo cuore che non chiede né commiserazione né bugie
pietose. Rossella ha fame di verità anche se questa verità è amara. La bugia
pietosa o il consiglio dettato da una prudenza sommamente imprudente, non è
per lei. Rossella entra così in una vera tenebra esistenziale. Attraversa la notte
più scura della sua vita: al buio, spesso a terra, rifiutando ogni consolazione,
sente la sua vita come un tunnel le cui pareti la schiacciano. «Non dovrò fare altro
che buttare lacrime, ognuna delle quali sarà piena di dolore, un dolore che non avrà mai fine,
mai!» scrive in quei giorni.
E’ questa esperienza di un sabato santo dello spirito, quando la Parola
non scende a fecondare la vita, che farà di Rossella una testimone del Cristo
Crocifisso e Risorto.
Da alcuni anni la famiglia si è trasferita ad Acerra e sarà proprio la
diocesi di Acerra, quando nel 1992 la Chiesa acerrana si riunisce in un
Convegno, il luogo in cui Rossella si apre ad una svolta della sua esistenza.
Il momento più buio se è alle sue spalle è però guardato, osservato e
considerato come il limite di non ritorno. Rossella sa bene che in quei
momenti ha disprezzato la vita e con la vita Dio stesso; sa che quel disprezzo
è stata una sofferenza ancor più forte di tutte quelle sofferenze fisiche fino ad
allora patite; ha la consapevolezza luminosa, ora, alla luce di una svolta
radicale e del suo abbandono totale a Dio, che Cristo era con lei proprio in
quei momenti terribili e che arrendersi al suo Amore crocifisso è stato un
salto nel Getsemani per vivere veramente: «Io so e sento che da sola non ce la farò
mai a stare bene e ad uscire da questa situazione; io non posso farci niente, perciò solo se e
quando Tu lo vorrai io starò di nuovo bene». Con queste parole racconta in una
lettera la sua richiesta al Signore e aggiunge: «Così, poco a poco guarii». Rossella
non parla di una guarigione fisica; parla della scoperta di quella gioia che è
dono del Dio cristiano. Una nuova e inusitata serenità, uno sguardo che
osserva e comprende con amore i limiti degli uomini, un desiderio di crescere
nella fede, un desiderio di farsi dono per gli altri.
Rossella prende a decentrarsi e mette al primo posto le sofferenze
altrui. Nel frattempo comincia a praticare con profonda gioia i sacramenti,
intreccia rapporti con i bisognosi, prende a formarsi sulle vite dei Santi.
Emerge fortemente una visione illuminata dalla fede e un grande amore per
Dio e nostalgia del cielo. (Un episodio illuminante di ciò è quello raccontato
da Salvatore Masullo, il quale conosciuta la sua reale situazione fisica rimase
sconcertato, non riuscendo a capire come una ragazza in quello stato potesse
seguire Dio con tanta fede. Ma lei, come ricorda l’amico, con una dolcezza
impressionante gli rispose che era bello stare così nel nome di Gesù. Ricorda
ancora come la vedeva sofferente quando andava a cibarsi del Corpo di
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Gesù… E’ grazie al suo esempio, come egli stesso afferma, che oggi è di Dio e
non si stanca mai di dire nel nome di Dio: «Grazie Rossella»).
Il cammino è in salita, ma lei impara l’eroismo dei piccoli passi: nulla,
apparentemente, di eclatante, ma una scuola di formazione nel quotidiano che
la trasformerà.
E’ un periodo molto bello. Con la guida di don Primo Poggi e a
contatto con altre persone dalla forte tempra spirituale, Rossella segue un vero
cammino di formazione e di crescita in Cristo. Annota tutto e proprio dai suoi
appunti ricaviamo il profilo di una giovane donna che trova in Cristo lo
Sposo, il dono della sua presenza, la missione di trasformare i suoi dolori in
sofferenza per gli altri.
Il dolore e la sofferenza, infatti, non l’abbandonano mai. Se la gioia
dell’incontro con il Risorto la fa traboccare nel dono gratuito per gli altri, i
suoi problemi non diminuiscono. Si profila un intervento difficile e
pericoloso. Molti le consigliano di evitarlo. Ma Rossella è tenace anche perché
l’alternativa equivarrebbe ad un lasciarsi vivere, altro nome di un lasciarsi
morire che la sua fede nel Nazareno non può accettare (ne parla con il suo
padre spirituale). E’ difficile e rischioso l’intervento, ma in nome della vita
donatale sente di dover provare, scommettendo sull’impossibile possibilità di
Dio, consapevole che comunque andrà sarà bene: Dio sa quel che chiede alle
sue creature: «Quello che accadrà sarà solo la volontà di Dio. Io offrirò tutta la mia
sofferenza (che questa volta credo sarà superiore alle mie forze) per tutti quelli che soffrono di
più, i più soli, i più abbandonati, i più tristi».
Anche se nell’angustia dell’incertezza e del carico doloroso che si
profila, mantiene il sorriso e lo trasforma in dono per tutti. E’ sempre
sorridente, Rossella, e stabilisce con il primario che l’opererà e con il personale
paramedico un rapporto sereno e fiducioso. La lontananza da casa - viene
operata negli Stati Uniti - unita all’incognita per il risultato non turbano la
solidità della sua fede. Concreta e mai incline ad un ingenuo ottimismo ma
aperta, misteriosamente, alla Speranza, Rossella l’8 settembre affronta
l’intervento, ma non supera la fase successiva. In tutte queste paure e
sofferenze il Signore la visita con la Santa Comunione che ella ardentemente
riceve sabato 17 settembre. Confida alla mamma che, quando sarebbero
tornati a casa, avrebbe voluto adottare un negretto, oltre ad Alice (prima
adozione fatta da Rossella). Dice anche di dover redimere “convertire” il suo
caro amico Luigi (voleva che riprendesse a frequentare di nuovo la
Parrocchia).
Muore il 18 settembre, domenica, alle ore 15.00, del 1994 all’età di 22
anni. Un sacerdote le amministra il sacramento dell’Unzione degli infermi, la
benedice, recitando preghiere.
La bara, dopo due giorni presso la Macken Funeral Home, raggiunge
per via aerea Chicago dove rimane tre giorni, ferma per la dogana. Il 24
settembre arriva nella chiesa di Maria SS. del Suffragio, dove ad attenderla ci
sono molte persone fra cui Don Primo Poggi, suo padre spirituale e anche il
dott. Kao venuto dall’America, parenti, conoscenti e persone sconosciute.
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Durante la lunga attesa suor Tana Pelagallo (superiora delle suore di Nazareth)
insieme ai ragazzi della parrocchia alternano preghiere con brani tratti dagli
scritti di Rossella.
Verso le 15.30 viene celebrata la santa Messa presieduta da Mons.
Aldo Giordano, venuto da Cuneo per esaudire le ultime volontà di Rossella,
lasciate scritte nel testamento, concelebrante don Cuono Crimaldi.
Prima di concludere la celebrazione, la mamma legge alcune parti del
testamento di Rossella: «Mammina, ti voglio tanto bene. Non piangere. Io sono felice.
Questo è ciò che ho desiderato per tutta la vita andare da Gesù…Papà ti voglio bene e
voglio un bene grande a tutti, tuttissimi. Buon divertimento a tutti! La vita è bella.
Godetevela e diffondete l’Amore e la fede. Fate del bene a tutti senza mai aspettarvi niente, i
meriti li avrete dal Signore in cielo. Signore, Ti ringrazio tanto per avermi dato la vita, ma
soprattutto per avermi fatto sentire nel cuore l’immensità e la gioia del tuo amore…Pregherò
tanto per tutti…Con amore Rossella». Conclusasi la celebrazione, il lungo corteo
funebre segue il feretro fino al cimitero di Acerra dove all’indomani la salma
viene tumulata nella cappella di famiglia.
Questa giovanissima, scelta da Dio, nel silenzio del suo sabato santo,
ha fatto della sua esistenza un canto alla gioia. Non la gioia effimera del
mondo, ma la gioia di chi, come il tralcio, resta attaccato alla Vite per dare
molto frutto. Senza clamori, ma nel fermo proposito: «…vivere tutta la mia vita
accogliendo tutto con gioia perché ogni cosa è un tuo immenso dono, vivere ogni cosa come
un’offerta».
A noi resta il rimpianto di un’esistenza tanto breve e, assieme, la
consolazione di sapere che nulla è un caso: tutto è Grazia.
Il Postulatore
Fra Massimiliano Noviello OFMCap.
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Breve cronologia della Serva di Dio
ROSSELLA PETRELLESE
1972, 1 Aprile
1972, 28 maggio
1974
1981, 28 giugno
Sabato santo nasce in extremis a Napoli nella clinica Villa
Bianca, da Domenico Petrellese e Lucia Basurto, legittimi
coniugi.
E’ battezzata a Napoli in casa dei nonni materni per gravi
problemi di salute con il nome di Rossella.
Si trasferisce da Casoria a Capodichino negli alloggi
demaniali dell’Aeroporto militare.
Riceve la Prima Comunione nella Chiesa dell’Aeroporto
di Capodichino (NA).
1984-1985
Consegue la licenza di terza media.
1987, 6 giugno
La famiglia si trasferisce dall’Aeroporto militare di
Capodichino ad Acerra.
1990
Rossella conosce don Raimondo Pasquariello, parroco di
Francolise (CE).
1991-1992, settembre Vive un anno di sofferenze indicibili, fisiche e spirituali,
sfiorando la disperazione. In questo periodo è aiutata da
don Raimondo.
1992, settembre Partecipa al XII Convegno Ecclesiale della Diocesi di
Acerra. Conosce il Vescovo Mons. Riboldi con cui ha
vari incontri; Mons. Aldo Giordano, oggi Segretario
Generale della CCEE, sua prima guida spirituale, con cui
intrattiene un nutrito rapporto epistolare. Da questo
momento in poi inizia un’intensa attività caritativa che la
spinge ad affrontare disagi, sforzi inauditi pur di portare
Gesù ai sofferenti.
1993
Visita la tomba di Santina Campana, della quale era
devota, intrattenendosi spesso con don Bruno, fratello
della SdD Santina.
1993, settembre
Partecipa al XIII Convegno Ecclesiale della Diocesi di
Acerra.
1993, agosto
Compie il Pellegrinaggio a Lourdes, dove riceve ai piedi
dell’Immacolata illuminazioni interiori, come risulta dalla
corrispondenza epistolare con Suor Germana.
1993-1994, gennaio Conosce don Primo Poggi, che l’accompagnò nell’ultimo
tratto del suo intensissimo cammino umano-spirituale.
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1994, 21 febbraio
Si iscrive alla scuola di formazione per animatori
diocesani (Diocesi di Acerra).
1994, 15/05-2/06
Frequenta il mini-corso volontariato Caritas, presso la
Caritas diocesana di Acerra.
(già dal settembre 1992)
Partecipa attivamente e con entusiasmo a tutte le
iniziative della Parrocchia Maria SS. del Suffragio
(Cammino di Catechesi sull’AT - Ogni venerdì partecipa
all’Adorazione e ai Vespri – Segue l’incontro per la
liturgia della Parola della Domenica – Prende parte alle
prove dei canti.
Frequenta le Suore di Nazareth, partecipando alle varie
attività catechetiche.
Frequenta a Napoli Suor Germana Azzimonti delle
Suore del Cenacolo, mantenendo scritti epistolari.
Frequenta Suor Alfonsa delle Suore di San Giuseppe ad
Acerra per colloqui spirituali.
Parte per l’America dove si sottoporrà al delicatissimo
intervento chirurgico alla colonna vertebrale.
Dopo una lunga serie di accertamenti è operata con esito
positivo.
Il Signore la visita con la Santa Comunione che ella
ardentemente riceve. Confida alla mamma che avrebbe
voluto adottare un negretto (oltre ad Alice, prima
adozione fatta da Rossella).
Domenica, ore 15.00 muore all’età di 22 anni. Realizza il
suo ardente desiderio di «andare da Gesù», ringraziando
Dio come lei stessa scrive nel testamento: «Signore, Ti
ringrazio tanto per avermi dato la vita, ma soprattutto per avermi
fatto sentire nel cuore l’immensità e la gioia del tuo amore…
pregherò tanto per tutti… Con amore Rossella».
Alle 15.30 viene celebrata la Santa Messa presieduta da
Mons. Aldo Giordano e concelebrata da don Cuono
Crimaldi. All’indomani la salma viene tumulata nella
Cappella di famiglia.
1994, giugno
1994, 27 agosto
1994, 8 settembre
1994, 17 settembre
1994, 18 settembre
1994, 24 settembre
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IV DOMENICA DI QUARESIMA
PRIMI VESPRI
Il Vescovo
O Dio, vieni a salvarmi.
Signore, vieni presto in mio aiuto.
Gloria al Padre e al Figlio
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
nei secoli dei secoli. Amen.
INNO
Accogli, o Dio pietoso,
le preghiere e le lacrime
che il tuo popolo effonde
in questo tempo santo.
Tu che scruti e conosci
i segreti dei cuori,
concedi ai penitenti
la grazia del perdono.
Grande è il nostro peccato,
ma più grande è il tuo amore:
cancella i nostri debiti
a gloria del tuo nome.
Risplenda la tua lampada
sopra il nostro cammino,
la tua mano ci guidi
alla meta pasquale.
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Ascolta, o Padre altissimo,
tu che regni nei secoli
con il Cristo tuo Figlio
e lo Spirito Santo. Amen.
1a Antifona
Andiamo con gioia alla casa del Signore.
Saluto alla città santa di Gerusalemme (Sal 121)
Voi vi siete accostati al monte Sion e alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme
celeste (Eb 12, 22).
Quale gioia, quando mi dissero: *
«Andremo alla casa del Signore».
E ora i nostri piedi si fermano *
alle tue porte, Gerusalemme!
Gerusalemme è costruita *
come città salda e compatta.
Là salgono insieme le tribù, le tribù del Signore, †
secondo la legge di Israele, *
per lodare il nome del Signore.
Là sono posti i seggi del giudizio, *
i seggi della casa di Davide.
Domandate pace per Gerusalemme: *
sia pace a coloro che ti amano,
sia pace sulle tue mura, *
sicurezza nei tuoi baluardi.
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Per i miei fratelli e i miei amici *
io dirò: «Su di te sia pace!».
Per la casa del Signore nostro Dio, *
chiederò per te il bene.
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre *
nei secoli dei secoli. Amen.
1a Antifona
Andiamo con gioia alla casa del Signore.
2a Antifona
Svegliati, o tu che dormi,
dèstati dai morti:
Cristo t'illuminerà.
Dal profondo a te grido (Sal 129)
Egli salverà il suo popolo dai suoi peccati (Mt 1, 21).
Dal profondo a te grido, o Signore; *
Signore, ascolta la mia voce.
Siano i tuoi orecchi attenti *
alla voce della mia preghiera.
Se consideri le colpe, Signore, *
Signore, chi potrà sussistere?
Ma presso di te è il perdono, *
perciò avremo il tuo timore.
Io spero nel Signore, *
l'anima mia spera nella sua parola.
L'anima mia attende il Signore *
più che le sentinelle l'aurora.
12
Israele attenda il Signore, *
perché presso il Signore è la misericordia,
grande è presso di lui la redenzione; *
egli redimerà Israele da tutte le sue colpe.
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre *
nei secoli dei secoli. Amen.
2a Antifona
Svegliati, o tu che dormi,
dèstati dai morti:
Cristo t'illuminerà.
3a Antifona
Immenso il tuo amore, o Dio:
morti per i nostri peccati,
ci hai fatto rivivere in Cristo.
CANTICO Fil 2, 6-11
Cristo servo di Dio
Cristo Gesù, pur essendo di natura divina, *
non considerò un tesoro geloso
la sua uguaglianza con Dio;
ma spogliò se stesso, †
assumendo la condizione di servo *
e divenendo simile agli uomini;
apparso in forma umana, umiliò se stesso †
facendosi obbediente fino alla morte *
e alla morte di croce.
13
Per questo Dio l'ha esaltato *
e gli ha dato il nome
che è al di sopra di ogni altro nome;
perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi †
nei cieli, sulla terra *
e sotto terra;
e ogni lingua proclami
che Gesù Cristo è il Signore, *
a gloria di Dio Padre.
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre *
nei secoli dei secoli. Amen.
3a Antifona
Immenso il tuo amore, o Dio:
morti per i nostri peccati,
ci hai fatto rivivere in Cristo.
LETTURA BREVE GV 19, 31-37
Era il giorno della Preparazione e i Giudei, perché i corpi non
rimanessero in croce durante il sabato (era infatti un giorno solenne
quel sabato), chiesero a Pilato che fossero loro spezzate le gambe e
fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe al
primo e poi all’altro che era stato crocifisso insieme con lui. Venuti però
da Gesù e vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma
uno dei soldati gli colpì il fianco con la lancia e subito ne uscì sangue e
acqua.
Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera e egli sa
che dice il vero, perché anche voi crediate. Questo infatti avvenne
perché si adempisse la Scrittura: Non gli sarà spezzato alcun osso. E un altro
passo della Scrittura dice ancora: Volgeranno lo sguardo a colui che hanno
trafitto.
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OMELIA DEL VESCOVO
Il Cammino spirituale di Rossella Petrellese
Come il fulmine che attraversa lo spazio e solca il cielo nero lasciando
una scia luminosa, così la vita di Rossella, una luce di Dio che rischiara
questo ultimo scorcio del secolo “breve”, lasciando dietro di sé preziosi
chiarori, che con luce corusca fendono la notte buia di fine millennio.
La sua vita è un “microcosmo” della croce gloriosa del Sabato santo e
della Domenica di Pasqua. Ella, come Cristo, subisce la tentazione di
sottrarsi alla dura realtà del suo martirio coltivando le “inutili speranze”
di una normalità fisica lecitamente e vanamente desiderata. Ella
assapora il silenzio inquietante di Dio del Venerdì Santo e la gelida
morte del Sabato Santo. Ma viene risvegliata dal calore familiare di una
Chiesa unita, quella di Acerra nel Convegno Ecclesiale del 1992, che la
investe con la forza prorompente del Risorto, vivente nella sua Chiesa.
Come Gesù anche Rossella ha vissuto il suo Calvario. Il diario di
Rossella, anteriore al 1992, scritto nelle lunghe notti insonni della sua
tormentata adolescenza è lo specchio del suo smarrimento spirituale, di
fronte all’incalzare delle sofferenze fisiche, psichiche e morali: «…E
intanto Tu bussavi, inginocchiato alla porta del mio cuore, ma io Ti ignoravo; poi sei
restato in silenzio, quasi nascosto, ma al primo bisogno venivi, mi davi una mano e
ritornavi in silenzio e aspettavi che io mi accorgessi di Te. Finché poi crollai
definitivamente, non avevo più speranze, non credevo più in niente e mi accorgevo
sempre di più della triste realtà che ero costretta a vivere e che non potevo evitare in
alcun modo; non avevo più una briciola di forza per andare avanti, né trovavo una
sola ragione che mi spingesse a vivere».
Ma alla fine del 1992 spuntò l’Aurora. La partecipazione alla vita
ecclesiale e l’incontro con persone di grande spiritualità, tra cui quella
decisiva di don Aldo Giordano, le mostrarono la via di uscita dal tunnel:
«Che gioia Signore, sei tornato! Grazie. Perdere il Signore, forse, è peggio che perdere
una madre. Quando non senti più Gesù nel tuo cuore è il nulla assoluto, c’è solo
buio, tenebra, un attimo diventa un’eternità. Egli ti abbraccia, ti stringe, ti riempie
di carezze e ti dice “Amore mio, credevi forse che io ti lasciassi morire
senza venire in tuo soccorso, senza curarmi di te, proprio io che
ho dato per te la mia vita, che ti ho scelto in mezzo a tanti, io che
sono l’Amore?”»
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Il carisma di Rossella: il dolore offerto per amore
Come Cristo in croce Rossella si fece segno eloquente della risposta
cristiana di fronte al dolore. La sofferenza è lo scandalo supremo e di
fronte ad essa noi reagiamo cercando invano di respingerla dal nostro
orizzonte. Eppure la sofferenza può avere il potere di renderci migliori,
più attenti al dolore degli altri, di scoprirci capaci di amare e di sentirci
amati. Chi vive situazioni del genere fa, spesso, esperienza di una
fraternità, che nessuno di noi, prima, avrebbe immaginato possibile.
Una vita lontana anni luce dai criteri di felicità e benessere del nostro
tempo: eppure capace di produrre una catena di amore, che chissà
quando cesserà di dare frutti. Una vita breve quella di Rossella. Ma che
cosa è breve e che cosa è durevole? «Davanti al Signore un giorno è come
mille anni e mille anni come un giorno solo» (2Pt 3,8).
E’ la Pasqua di Gesù Cristo che porta frutto. Cristo morto e risorto, il
vivente che ha vinto la morte, è il pastore Bello e Buono che offre la
vita biologica e alimenta la vita di Dio per le nostre intelligenze, e i
nostri cuori. Questa Bellezza Buona supera le bellezze brutte, la
cosmesi, la wellness, che prende il posto della bellezza buona.
L’evangelista Giovanni indicando Gesù dice: «Ecco l’Agnello di Dio che si
addossa il peccato del mondo» (Gv 1,34). Il peccato è la radice di un fiore
infernale: la morte. Gesù prendendo e portando il peccato ha preso
anche la morte. Infatti Giovanni presenta la morte dell’agnello proprio
il giorno della vigilia di Pasqua, ai primi vespri del sabato, quando le
prime luci della Pasqua già splendevano e i giudei immolavano nelle
loro case l’agnello pasquale.
Come era nella tradizione dell’agnello pasquale anche a Gesù non
spezzarono alcun osso. Fu risparmiato, perché Gesù portava a
compimento e realizzava in pienezza la missione del servo di Jahvè,
l’agnello immolato condotto al macello.
Rossella ha raccolto questo messaggio di controcultura, alternativo alla
cultura dominante del “lupo”, della violenza, della durezza, della
prepotenza e del potere. E’ la cultura dell’agnello, espressa nelle
Beatitudini dei miti, dei pacifici, dei misericordiosi, la cultura della pace,
della tenerezza, del servizio e dell’amore donato.
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Il Golgota per Rossella è stata una tappa indispensabile, dove ha
sostato, si è interrogata, ha pregato, è stata tentata di rimanervi per
sempre. Ma lei non si è fermata lì, al venerdì santo. La sua stazione di
arrivo è stata il terzo giorno, dove il suo dolore ha avuto uno sbocco.
La sua agonia non è stata un urlo, ma il travaglio del parto, così come il
venerdì santo è l’epifania di un amore di un Dio crocifisso per l’uomo
ma reso fecondo il terzo giorno. Fecondità che si nutre della
resurrezione del Signore. La speranza, che si è protesa fino alla croce ha
ricevuto il compimento della notte illuminata dalla luce della stella del
mattino del Signore risorto. Il risorto, respiro della storia ha ridonato la
speranza ad un mondo asfittico. Nessun buddista, nessun islamico
crede che Budda o Maometto sia vivo. Magari ne annunciano il
messaggio, ma non presumono che la persona sia viva. Noi
annunciamo Cristo risorto come gioia e tensione suprema per superare
lo stallo di un dolore senza sbocco. Rossella ha incontrato il crocifisso
risorto: «Vorrei salire sulla tua croce, mio amato Signore, tenermi stretta a te,
vorrei che le mie lacrime asciugassero il sangue delle tue piaghe e di tutte le ferite che
io stessa ti apro in tutto il tuo povero corpo così flagellato e nel tuo povero cuore così
addolorato, per tutta l’indifferenza, ingiustizia che i tuoi occhi illuminati d’amore
sono costretti a vedere e che il Padre tuo, nella sua immensa misericordia, è sempre
disposto a perdonare».
E’ il Signore Gesù risorto che ha trasformato la vita di Rossella:
l’uccellino incapace di alzarsi in volo, ora spazia come un’aquila nei cieli
più limpidi: «Ti prego, Signore, non voglio più essere io a vivere, desidero che sia tu
a vivere in me. Impadronisciti del mio cuore, dilatalo all’infinito, affinché io possa
amare tutti di amore grande e vero. Desidero vivere la mia vita accogliendo tutto con
gioia, perché tutto è un tuo immenso dono; voglio vivere ogni cosa come un’offerta. Ti
offro tutto il mio cuore affinché tu lo riempia dei sentimenti più puri, più buoni, più
umili; è perché tu lo dilati fino all’infinito, perché io sia capace di amare tutti, di
soffrire per tutti, di essere disponibile con tutti. Che io viva solo per donare amore».
E alla vigilia della morte, prima di salire sull’aereo che la portava negli
Stati Uniti così ella pregava: «Signore, io ti offro tutta la mia vita, e perfino la
mia morte per tutti i più poveri, i più abbandonati, tutti quelli che soffrono nel cuore
e nel corpo, in particolare per tutti coloro che non credono in te, che non hanno il
coraggio e la forza di abbandonarsi a te, che non riescono a sentire il tuo amore».
17
Una spiritualità ecclesiale
La Serva di Dio Rossella Petrellese è l’attestazione concreta che solo
nella Chiesa è la salvezza e solo spendendo i propri carismi nella Chiesa,
l’incontro con il Risorto qualifica ogni nostra azione. Con la scoperta
del Dio vivente sempre vicino, Rossella inizia a guardare gli altri nella
novità della vita ritrovata ed amata: «Sto iniziando ad amare la vita, perché
sto imparando ad amare Dio, a farlo sul serio». E gli altri ne sono illuminati,
entrano nel suo cuore, li porta con sé, ne condivide le sofferenze: «Non
avevo mai pensato che si potesse soffrire tanto per il bene degli altri».
Scopre il carisma degli uomini di Chiesa, che l’aiutano e la guidano,
partecipa con fede ai grandi eventi sacramentali, fa esperienza della
bellezza della Parola di Dio ascoltata e pregata, vede nei Santi,
soprattutto quelli mistici, i grani alleati della sua avventura spirituale,
fino a fare sua la spiritualità sponsale di una Chiesa che vuole essere
tutta e solo per il suo Signore, per vivere la Verginità come
consacrazione a Dio e al prossimo.
Emergenza educativa
Rossella è una cristiana per questo tempo, il nostro. Oggi si tende ad
occultare il dolore o di anestetizzarlo con la sua spettacolarizzazione.
Ciò è indice di una umanità paurosa, incapace di accettare questo
aspetto importante dell’esistenza. Il pensiero antico, giunge con gli
stoici ad affermare che, di fronte al Fato cieco e imperscrutabile, che
dispensa fortuna o dolore, l’uomo non può che accettarlo passivamente
e rassegnarvisi.
Seneca giunse a predicare la necessità di un “distacco” dalle cose del
mondo. Di modo che quando la divinità cieca ci colpisce il dolore non
deve turbare il cuore del saggio. Sulle stesse linee Budda dice che «chi ha
cento cose che gli stanno a cuore, ha cento dolori, chi ne ha novanta, ottanta, venti,
uno, ha altrettanti dolori. E chi non ha nulla che gli sta a cuore, costui non patisce
alcun dolore. Perciò sono felici e liberi da sofferenza coloro che non hanno nulla di
caro al mondo».
Quanto diverso il Dio cristiano che non desidera un “homo incurvatus”
sotto il giogo del destino, ma è Lui il “Deus inclinatus” sull’uomo per
raddrizzarlo e renderlo libero. Guardiamo lo slancio di Cristo nel
Vangelo, che si ferma davanti alla vedeva di Nain e “mosso a
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compassione verso di lei” le dice: «Non piangere più», e la tenerezza di
Gesù, che piange davanti alla tomba di Lazzaro. Un Dio
compassionevole dinanzi alla pena dell’uomo è la grande novità del
cristianesimo. Di qui è nata una Civiltà, che ha saputo accogliere e
tentare la cura del dolore: la tradizione degli ospedali è tutta cristiana.
Una vita ordinaria vissuta straordinariamente
Certo, nella vita di questa ragazza non ci sono eventi straordinari, come
quelli che nella tradizione popolare appartengono alla iconografia dei
Santi, ma è proprio la sua capacità di vivere in maniera straordinaria la
quotidianità che la rende un modello vicino e attuale. Anche nella vita
di Santa Teresa di Gesù Bambino, morta più o meno alla stessa età di
Rossella, le consorelle erano stupite di quanto i suoi scritti suscitassero
interesse, nonostante lei non avesse fatto niente di straordinario. Ma la
forza e l’attualità del messaggio di Rossella è proprio la sua
determinazione a passare dalla mediocrità alla decisione di farsi Santa.
Oggi c’è l’inflazione dei buoni cristiani, mentre il mondo ha bisogno di
Santi. Il dono che Rossella ci fa è la consapevolezza che dobbiamo
convertirci anche se siamo già cristiani. Dobbiamo scegliere Dio, non le
cose di Dio. Dobbiamo scegliere di accogliere la Grazia di Gesù che ci
perdona e ci invita a seguirlo.
E’ più facile fare i santi che farci santi,
ma è più bello farci santi che fare i santi.
E questo potrebbe essere il primo miracolo di Rossella. La vita di
Rossella cambiò quando scoprì l’Evangelo, la Buona Novella:
«perché Signore?». Lei gemette sotto la croce. «C’è qualcuno che mi tiene a
cuore?». E percepì la risposta del Padre: «Tu sei mia figlia, amata da sempre,
senza misura» E lei, rassicurata divenne una preghiera di lode: «Tu mi hai
scelta prima che io potessi scegliere te e fin dal primo istante mi hai elargito doni
immensi, mi hai riempito della tua grazia, hai voluto la mia vita contro tutto e
contro tutti».
A noi Rossella ripete l’Evangelo: «Voi siete definitivamente amati e qualunque
cosa vi accada, voi siete attesi da questo Amore».
? Mons. Giovanni Rinaldi
Vescovo
19
COSTITUZIONE DEL TRIBUNALE
Il cancelliere dà lettura delle Nomine del Tribunale.
Segue il Giuramento.
Conclusi gli adempimenti per l’Insediamento del Tribunale il Vescovo
invita alla preghiera:
Responsorio
R. Chi ama il suo fratello * rimane nella luce.
Chi ama il suo fratello rimane nella luce.
V. Non vi è in lui nulla di oscuro,
rimane nella luce.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Chi ama il suo fratello rimane nella luce.
Antifona al Magnificat
Dio ha tanto amato il mondo,
che ha dato il suo unico Figlio;
chi crede in lui non muore,
ma ha la vita eterna.
CANTICO DELLA BEATA VERGINE (Lc 1, 46-55)
Esultanza dell'anima nel Signore
Intercessioni
Glorifichiamo la Provvidenza di Dio Padre, che ha cura di tutte le sue
creature, e diciamo con umiltà e fiducia:
Salva, Signore, tutti i tuoi figli.
Datore di ogni bene e fonte di verità, riempi del tuo Spirito il nostro
Papa Benedetto e il collegio dei vescovi,
- custodisci nella vera fede il popolo affidato al loro servizio pastorale.
Unisci nella carità coloro che mangiano lo stesso pane della vita,
20
- perché la Chiesa, tuo mistico corpo, si edifichi nell'unità e nella pace.
Aiutaci con la tua grazia a spogliarci dell'uomo vecchio corrotto dalle
passioni ingannatrici,
- rivestici dell'uomo nuovo, creato secondo Dio nella vera giustizia e
santità.
Fa' che i peccatori tornino alla tua casa, per i meriti del Cristo salvatore,
- e partecipino ai benefici della sua redenzione.
Fa' che i nostri fratelli defunti ti lodino senza fine nella gloria del
paradiso,
- dove anche noi un giorno speriamo di cantare le tue misericordie.
Padre nostro
ORAZIONE
Il Vescovo:
O Dio, che per mezzo del tuo Figlio, operi mirabilmente la nostra
redenzione, concedi al popolo cristiano di affrettarsi con fede viva e
generoso impegno verso la Pasqua ormai vicina. Per il nostro Signore.
Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male e ci conduca alla vita
eterna.
Amen.
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EDITTO
Il 18 settembre 1994, in America, presso l’ospedale St. Mary della
Mayo Clinic di Rochester, Minnesota, negli Stati Uniti, tra l’unanime compianto
di quanti ne avevano sperimentato il costante impegno a servizio dei fratelli, si
addormentava nella pace del Signore la Serva di Dio ROSSELLA
PETRELLESE, laica secolare.
Nata il 1° aprile 1972, di sabato santo, a Napoli.
Una breve vita, la sua, ma molto intensamente vissuta nel segno della
croce. La testimonianza di Rossella sta nella scoperta della luce in mezzo alle
tenebre della sofferenza. Ed è in questa luce che riesce a intravedere il volto di
Dio che è Amore.
A partire dalla “conversione” del 1992, emerge tra i suoi scritti un
contatto sempre più profondo con il Signore, che da Amico diventa
Innamorato e Referente totale nel suo vissuto quotidiano; l’offerta del dolore
in unione con la sofferenza salvifica di Gesù Cristo per la salvezza delle anime;
l’oblazione di sé quale vittima d’amore e della volontà di Dio per il bene delle
anime.
E’ stata una laica che è vissuta nel mondo, capace di dare la sua vita,
intrisa di sofferenza, in dono d’amore, quindi nella gioia, perché l’amore
donato è gioia: «Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri
amici» (Gv 15, 13).
Sono molti i devoti che auspicano l’inizio di una canonica Inchiesta
sulla vita e le virtù della Serva di Dio, perché la santità di vita dell’esemplare
testimone dell’Amore venga riconosciuta ufficialmente dalla Chiesa.
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accogliendo pertanto l’istanza del Molto Reverendo Fr. Massimiliano
Noviello OFMCap., Postulatore legittimamente costituito, che in data 6
Febbraio 2008 ci ha chiesto di introdurre la Causa per la Beatificazione della
22
Serva di Dio, dopo aver ottenuto l’unanime consenso della Conferenza
Episcopale Campana,
con il presente EDITTO
informiamo la Comunità diocesana che intendiamo introdurre la
CAUSA DI BEATIFICAZIONE E CANONIZZAZIONE
della Serva di Dio ROSSELLA PETRELLESE laica secolare.
Considerata la grave responsabilità che tale decisione comporta,
invitiamo formalmente tutti coloro che fossero a conoscenza di qualche
ostacolo, che possa essere discordante circa la fama di santità di detta Serva di
Dio, a darne direttamente notizia al Sottoscritto o al Postulatore.
A norma delle disposizioni canoniche relative al caso, tutti coloro che
fossero in possesso di scritti (manoscritti, diari, lettere) e ogni altro documento
di Rossella PETRELLESE sono invitati a porli a disposizione del Postulatore
della Causa presso la Curia Vescovile. Se il possessore di tali documenti e/o
scritti intenderà conservarne l’originale, potrà esibirne copia debitamente
autenticata.
Il presente EDITTO rimarrà affisso per la durata di tre settimane
all’albo della Curia Vescovile di Acerra, nelle Chiese, Parrocchie, Conventi e
Istituti di Vita Consacrata. Sarà inoltre pubblicata sul giornale diocesano “La
Roccia” e sul quotidiano “Avvenire”.
Dato in Acerra dalla Sede Vescovile il 22 febbraio 2008,
Cattedra di San Pietro Apostolo
Il Cancelliere Vescovile
Mons. Francesco Perrotta
Il Vescovo
Mons. Salvatore Giovanni Rinaldi
23
CAUSA DI BEATIFICAZIONE E CANONIZZAZIONE
della serva di Dio ROSSELLA PETRELLESE, giovane secolare
DECRETO D’INTRODUZIONE DELLA CAUSA E DI COSTITUZIONE DEL TRIBUNALE
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Visto lo scritto del 6 febbraio 2008, del Molto Reverendo Fr.
Massimiliano NOVIELLO OFMCap., Postulatore legittimamente costituito
nella causa di canonizzazione della serva di Dio Rossella Petrellese, col
quale sollecitava l’introduzione di detta causa;
sentiti i fratelli nell’episcopato della nostra regione ecclesiastica e
fatte le dovute ed opportune indagini;
convinti del fondamento solido della causa e che non esistono
ostacoli perentori contro la stessa, come consta dalla comunicazione della
Congregazione delle cause dei Santi del giorno 13 del mese di settembre
dell’anno 2008, prot. 2850-1/08;
Per le presenti ragioni
DECRETO
l’introduzione della causa di canonizzazione della serva di Dio
Rossella Petrellese,
ed ORDINO
che si apra il processo sulla vita, virtù e fama di santità di detta serva
di Dio,
a norma della vigente legislazione per le cause dei Santi.
24
NOMINO
per l’istruzione DEL TRIBUNALE PER LA
CAUSA DI BEATIFICAZIONE E CANONIZZAZIONE
della Serva di Dio Rossella PETRELLESE giovane secolare
come Giudice Delegato, il Rev.do p. Romualdo GAMBALE, OFMCap.;
come Promotore di Giustizia, il Rev.mo mons. Domenico PANICO;
come Notaio Attuario, il Sig. Gaetano CRISPO;
e come Notaio Aggiunto, la Sig.na Claudia PICAZIO.
Il nostro cancelliere informerà diligentemente i citati membri del
tribunale della nomina attribuita a ciascuno di essi, perché compaiano tutti
il giorno 21 del mese di marzo anno 2009 alle ore 17.00 nel salone delle
udienze dell’Episcopio di Acerra, col fine di accettare gli incarichi di cui
sono insigniti, prestare giuramento ed intervenire nelle altre pratiche del
menzionato processo.
Dato in Acerra dalla Sede Vescovile l’11 Febbraio 2009, Memoria della B.
Maria Vergine di Lourdes
In fede:
Il Cancelliere Vescovile
Mons. Francesco Perrotta
Il Vescovo
Mons. Salvatore Giovanni Rinald
25
CAUSA DI BEATIFICAZIONE E CANONIZZAZIONE
della serva di Dio
ROSSELLA PETRELLESE
giovane secolare
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Vista l’istanza del Rev. Fra Massimiliano Noviello, postulatore
legittimamente costituito, con la quale ci si chiede l’introduzione della causa di
canonizzazione della serva di Dio Rossella Petrellese, giovane secolare, morta
in odore di santità a Rochester, Minnesota (USA) il 18 settembre 1994;
dovendo realizzare, prima dell’introduzione di detta causa, una
scrupolosa indagine sugli scritti attribuiti a detta serva di Dio, e su tutti quei
documenti che abbiano qualche rapporto con la stessa;
a norma della vigente legislazione per la cause dei santi,
CON IL PRESENTE DECRETO
costituiamo una COMMISSIONE DI PERITI STORICI,
così composta:
Rev.do Mons. Francesco Perrotta - Presidente
Prof. Sergio Tanzarella – Membro
Prof. Luigi Mozzillo - Membro
Detta commissione, premesso il prescritto giuramento, dovrà
raccogliere tutti gli scritti e documenti a cui abbiamo fatto riferimento.
Terminata la sua indagine, preparerà uno studio critico sia degli scritti della
26
serva di Dio che dei documenti, e ci presenterà una diligente e distinta
relazione nella quale riferirà e garantirà di aver adempiuto fedelmente il
compito ad essa affidato, insieme ad un giudizio circa l’autenticità ed il valore
dei documenti e sulla figura della serva di Dio, così come emerge dai suoi
scritti e dalla documentazione ad essa relativa.
Dato in Acerra dalla Sede Vescovile
24 Giugno 2008, Natività di San Giovanni Battista
Il Cancelliere Vescovile
Mons. Francesco Perrotta
Il Vescovo
Mons. Salvatore Giovanni Rinaldi
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CAUSA DI BEATIFICAZIONE E CANONIZZAZIONE
della serva di Dio
ROSSELLA PETRELLESE
giovane secolare
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Vista l’istanza del Rev. Fra Massimiliano Noviello, postulatore
legittimamente costituito, con la quale ci si chiede l’introduzione della causa di
canonizzazione della serva di Dio Rossella Petrellese, giovane secolare, morta
in odore di santità a Rochester, Minnesota (USA) il 18 settembre 1994;
dovendo realizzare, prima dell’introduzione di detta causa, una
scrupolosa indagine sugli scritti attribuiti a detta serva di Dio, e su tutti quei
documenti che abbiano qualche rapporto con la stessa;
a norma della vigente legislazione per la cause dei santi,
CON IL PRESENTE DECRETO
costituiamo una COMMISSIONE DI PERITI TEOLOGI,
così composta:
Rev.do P. Ernesto Della Corte - Presidente
Prof.ssa Rosa Morelli – Membro
Prof. Girolamo Capuano - Membro
Detta commissione, premesso il prescritto giuramento, dovrà
raccogliere tutti gli scritti e documenti a cui abbiamo fatto riferimento.
Terminata la sua indagine, preparerà uno studio critico sia degli scritti della
serva di Dio che dei documenti, e ci presenterà una diligente e distinta
28
relazione nella quale riferirà e garantirà di aver adempiuto fedelmente il
compito ad essa affidato, insieme ad un giudizio circa l’autenticità ed il valore
dei documenti e sulla figura della serva di Dio, così come emerge dai suoi
scritti e dalla documentazione ad essa relativa.
Dato in Acerra dalla Sede Vescovile
24 Giugno 2008, Natività di San Giovanni Battista
Il Cancelliere Vescovile
Mons. Francesco Perrotta
Il Vescovo
Mons. Salvatore Giovanni Rinaldi
29
Preghiera alla SS. Trinità per chiedere la glorificazione
della Serva di Dio Rossella Petrellese,
giovane secolare
Anche per Te, Gesù, la Croce fu un Mistero.
Figlio beneamato sentisti l’abbandono,
ti mescolasti a noi peccatori
e diventasti fuoco e voce a Lui
quando nel dolore l’uomo ammutolisce.
Tu, benigno, raccogliesti il gemito di Rossella:
“Perché Signore? C’è qualcuno che mi tiene a cuore?”
E lei sotto la Croce con Maria ti incontrò
e le donasti un cuore nuovo.
E divenne contenta di Te, senza misura.
E con Te udì la voce del Padre:
“Tu sei mia figlia, amata da sempre”.
E bevve, gioiosa, l’acqua che disseta per sempre,
dando calore e sapore ai suoi brevi giorni.
O Trinità Beata, Padre, Figlio e Spirito Santo,
che scegliesti la “piccola” Rossella
prima che ella potesse scegliere Voi,
concedete per sua intercessione la grazia richiesta...;
concedete alla vostra serva Rossella,
ve ne preghiamo, la gloria dei Santi.
In questo mondo che si ciba di banalità,
immerso nel consumismo che corrode alle radici
lo slancio degli ideali giovanili,
Rossella brilli come la stella del mattino,
come la via giusta per riprendere
i sentieri interrotti dell’amore puro,
sorgente di ogni progetto di vita.
Ella ci ripeta: Voi siete definitivamente amati
e qualunque cosa vi accada
voi siete attesi da questo amore. Amen.
Imprimatur: Acerra, 4 marzo 2008
Mons. Giovanni RINALDI
Vescovo di Acerra
30
POSTULATORE
Fra Massimiliano Noviello OFMCap.
Convento Frati Minori Cappuccini
Via S. Francesco 192 - 80035 Nola (NA) - C.P. 90
Per comunicazioni di grazie e per richiesta di immagini
della Serva di Dio scrivere a:
Curia Vescovile di Acerra
Ufficio Cause dei Santi
Piazza Duomo 7 - 80011 Acerra (NA)
Tel. 081 - 5209329
e-mail [email protected]
www.rossellapetrellese.it
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Cenni biografici della Serva di Dio