LA VITA CHE RESTA nuvole dentro, nuvole fuori si ricomincia, dimentica tutto di nuovo da capo, si riparte da qui ma non c’è più niente che valga la pena e i ricordi, lo sai, sono fatti così che quando li chiami da dietro la tenda dei tuoi anni e non ti muovi di lì ti guardano strano e non sanno chi sei ma alla fine dicono sempre di sì e oltre quel velo sbiadisce il ricordo dei tuoi giorni migliori che non sai neanche il perché e piega scorrendo le tue cartoline ci vorrebbe del vento proprio dentro di te però in questa grande indecisione del cielo che chissà se c’è qualcosa di lì il tuo desiderio è ammalato di vero si va via ma si è sempre qui... perché le nuvole dentro, le nuvole fuori può darsi che un giorno qualcosa succederà le nuvole dentro le nuvole fuori è il mio umore che cambia a seconda del tempo che fa e come vorrei lasciare un segno nella vita come una ruota ribelle dopo una lunga inchiodata e sentire la puzza della gomma bruciata ma sapere che in fondo hai una buona tenuta... perciò dammi retta è già buio da un pezzo puoi sederti in poltrona a girare i canali oppure buttarti una strada alle spalle e far luce sul mondo accendendo i fanali ma quello che vedi nel cono di luce 3 nel miraggio di quel faro abbagliante quando c’è un buco nero davanti al futuro quel che vedi non serve più a niente... perché le nuvole dentro, le nuvole fuori può darsi che un giorno qualcosa ritornerà le nuvole dentro le nuvole fuori è la vita che passa a seconda del tempo che... le nuvole dentro, le nuvole fuori vedrai che un giorno qualcuno ti ricorderà le nuvole dentro le nuvole fuori siamo noi che cambiamo a seconda del tempo che fa corre la vita sui ponti di queste nostre belle città ma qualcuno c’è ancora qui sotto persone senza identità sono ombre che abitano la notte che crescono senza dignità l’abisso che si misura in gradini le stelle della povertà e adesso guardami scendere le scale con gli occhi a terra, senza un perché ombre e falò mentre mi faccio tutta la metro avanti e indietro con la vecchia fisarmonica a tracolla e il bicchiere di carta in una mano penso a quelli che mi passano accanto come sono lontano ogni baracca ha i suoi falò ogni inquilino i suoi affetti un cane, un ritaglio di giornale una famiglia di gatti a cui stringersi quando viene la paura quando non bastano più le preghiere quando senti gelarsi il respiro appena fuori dai denti e adesso guardami perdermi nel buio di questo posto, che non so neanche dov’è mentre la pioggia mi confonde la strada, quasi un fiume in piena ed io rimango in silenzio a sognare tutta la vita che ho saputo trovare buffalo ’66 cosa dire di questo tempo in cui viviamo quando tutto sembra perso e già passiamo la mano spunta un viso, una nuova melodia che ti fa nascere un sorriso e scaccia la malinconia e adesso guardami, ascoltami, dimmi cosa porti dentro, parlami, abbracciami, io non ti lascio per niente al mondo perché i tuoi occhi sono gocce d’inverno perduti nella notte tra i viali dell’inferno però la vita è un viaggio di sola andata e ci vuole coraggio fino alla prossima fermata ma adesso guardami, ascoltami, dimmi cosa porti dentro, parlami, abbracciami, io non ti lascio per niente al mondo non mi interessa rincorrere il passato che ho perso cercandoti hai fatto la tua vita e non voglio tornarci adesso o mai più, mai più ci sono storie che risvegliano i tuoi demoni e te le senti raccontare... non le vorresti più sentire ma se hai sbagliato prima di cambiare vita, dimmi chi non l’ha fatto, chi non ha perso una partita? e adesso guardami, ascoltami, dimmi cosa porti dentro, parlami, abbracciami, io non ti lascio per niente al mondo ndono bba a ’ l l e d a linic erso hanno p trada e h c i ll e no qu sulla s o ci stan , li puoi trovare meta n o d n a a o bb no l’ultim e il senn ica dell’a alla clin ore e poi anch mentre sfuggo m te ei cani prima l’a che vuote vuo ano a qu li ig s m o ta s as con le cchi che isarmato ere nno gli o anno il cuore d sta già per cad a h e h c h i i ll h e e c , u i le q d sono a stata no col passo cati sull dimenti erso il quotidia v stidio rtire e vanno a dare fa nno in silenzio n ha fretta di pa z n e s ò u o ta p n s i s e e s n e s h e ltima cla altri e s quello c e fanno sare avanti gli tta di partire, l’u s e a fanno p lasse non ha fr e io c ito anch l’ultima sono fin to in contanti re i c o n o bband rare, ho paga enga a cerca v u ica dell’a alla clin erto per farmi c he qualcuno mi c c ma non etto tranquillo danza p rdato la o i giorni o e ora as c s o h uard ae in riserv perciò g respiro rsi inghiottire, re a fermarli il o h a m va a non fa nza pro che aiuta l calendario se io a re fastid uscire d enza da sto in silenzio s ò u p i e ne he s altri e m quello c e faccio ssare avanti gli tta di sorridere a e faccio p lasse non ha fr tta di sorridere c e l’ultima lasse non ha fr tta di... c e fr a a im h l’ult on classe n l’ultima la c terra oltre il mare non mi hai baciato e hai fatto bene sai, non c’è futuro per chi come me, butta i risparmi in quote d’italia e poi non ha scarpe buone per andare avanti; le facce dei miei compagni di viaggio sono soltanto scogli da evitare e poi le tasche piene degli scafisti pescano il buono che viene dal mare; e nell’interno della giacca riparo la tua foto dagli spruzzi del gommone, e non so più se ho fatto bene, a lasciare la mia casa per inseguire un’illusione, che mi fa correre nel vento, cercando terra oltre il mare; amore dimmi cosa ci restavo a fare, voglio offrirti una vita, un domani migliore, un futuro migliore; e credo ancora che sia meglio così, perso in qualche ritaglio, di un paese ostile che costretto all’angolo, di una terra che è mia a immaginare la vita dalla televisione; ma questa notte lo sai, su questa camera d’aria, in balia delle onde che fanno spaventare, mi sembra che tutto, sia soltanto un dispetto, un abbraccio distratto, verso un nuovo destino, un abbraccio distratto, verso un nuovo destino ormai non siamo più gli eroi i corsari senza una bussola quanti chilometri tra noi che abbiam finito per perderci senza un abbraccio per stringerci insieme a farci coraggio chissà se c’è ancora strada o è già la fine del viaggio chissà se c’è ancora strada ma è come sabbia sotto al cemento come una crepa sotto al pavimento noi qui a far finta di essere sani di avere ancora il mondo tra le mani invece è già tutto diverso la rabbia, il sogno, la voglia, il falso è tutto già condizionato come il respiro che ci hanno dato come la nostra innocenza persa o una ferita di nuovo aperta la gente che passa e sta a guardare noi due a sorridere e sanguinare tra le vetrine illuminate c’è una strada che porta al naviglio e bagna forte di lacrime un muro una madonna che ha perso il figlio io mi ricordo che ci andavamo a custodire i sogni di milano e a guardarli galleggiare lentamente fino al mare ma quanto costano i ricordi? quanto si paga la malinconia? in questo tempo che non dà scampo io voglio indietro la mia utopia perché c’è un prezzo per ogni cosa e non basta il denaro che con il tempo che passa sai diventa tutto più caro occhi grigi per i tuoi grandi occhi grigi il mondo è una luce soffusa che tra la terra e la luna c’è più o meno lo stesso colore e se ti sporgi a contare le stelle ne trovi mille e forse più di quelle per quei tuoi grandi occhi grigi il domani ha il profumo di rosa e scoprirai che quasi sempre la vita somiglia a un’altalena, più di una volta ti chiederai tra le lacrime se ne vale la pena che qualche giorno ti sembrerà carnevale poi il giorno dopo è tutto da buttare e se alla fine ti verrà voglia di arrenderti, non farlo mai arrenderti mai... arrendersi mai fuori per strada ci stanno gli uomini senza le ali e le persone che ridono a stento, i pazzi, i criminali; tu, occhi grigi, non fermarti a guardare, sono soltanto squali da evitare perché il tuo passo sarà sempre il più svelto e chi ti rivedrà più per i tuoi grandi occhi grigi l’amore arriva quando è ora ti parlerà con l’alfabeto degli angeli fino a quando è sera che non c’è spazio per gli imbroglioni, i trafficoni, quelli che ci sanno fare i bugiardi e i figli di puttana tu non li fai passare apriti cielo, apriti sorriso allo specchio inventa una nuova nuvola e mettila sotto il tetto e parla poco e impara ad ascoltare conserva il pianto, guardalo evaporare ci sarà sempre un treno da perdere uno per scappare... apriti cielo, apriti sorriso allo specchio lasciala andare a vedere il miracolo oltre il tetto e non fermarla con uno sguardo triste lasciala andare fino a dove resiste ci saranno sempre, anche sull’orlo del mondo, stelle da contare non ho mai visto cadere una stella e comunque di sogni ne avrei ma il sogno più strano e sincero, io l’ho vissuto quell’estate con lei e forse è stato giusto lasciarsi e forse è stato meglio così ma prima di andare vorrei domandarti se sai dove il nostro amore sia finito s’era falso o soltanto s’è perduto... adesso l’inverno che arriva mi porta lontano da lei poi il tempo cancella ogni cosa e io sparirò dai tuoi occhi se lo vuoi ma prima di scordare le promesse i sogni, le frasi e anche te ma prima di andare vorrei domandarti se sai dove il nostro amore sia finito s’era falso o è soltanto svanito... prima di andare la costruzione e quella volta amò come se fosse l’ultima e poi baciò sua moglie come se fosse l’unica ed ogni figlio suo come se fosse prodigo e attraversò la strada col suo passo timido salì la costruzione come se fosse macchina lì sull’impalcatura quattro muri solidi mattone su mattone in un disegno logico ma gli occhi già impastati di cemento e lacrime seduto a riposare come fosse un principe mangiata pasta scotta come fosse il massimo bevuto e singhiozzato come fosse un naufrago ballato e riso come se sentisse musica ed inciampò nel cielo come ubriaco fradicio e fluttuò nell’aria come fosse un passero poi cadde giù per terra come un pacco timido è morto contromano disturbando il traffico la vita che resta e so già che arriverà di notte arriverà come un ladro di nascosto come un amico a cui avevo giurato di rivederci presto ... di rivederci presto e so già che mi sveglierò per strada in mezzo a quelli che mi guarderanno male perché non so più stringere le mani perché non riesco più a parlare ... e mi guarderanno male e chissà che non venga l’occasione e chissà che non riesca a far fortuna mentre vuoto la sporcizia dalle strade qualche briciola di luna e chissà le vetrine illuminate e chissà una casa da arredare mentre vuoto l’immondizia dalle strade qualche briciola di pane ma voi che state in casa non sapete che l’anima in fondo vi si guasta e per televisione non la passano la vita che resta ... la vita che resta venite a passeggiare una notte portate un po’ del vostro tempo sulla strada io, voi e la vita che resta e che accada quel che accada ... accada quel che accada e chissà che non vi venga la voglia di invitarmi alla vostra festa per regalare anche a me un po’ di gioia nella vita che resta perché anche adesso che mi sento svanire che la notte col suo gelo mi conquista mi innamoro come un bimbo alla finestra della vita che mi resta La vita che resta Scritto e cantato da Max Grassi Prodotto e arrangiato da Lorenzo Galletti Suonato da Lorenzo Galletti, eccetto: Livio Magnini, chitarre in buffalo ’66, chissà se c’è ancora strada, prima di andare. Daniele Cavallanti, sax in nuvole dentro nuvole fuori, la vita che resta. Riccardo Stoppa organo in ombre e falò, buffalo ’66, la vita che resta. Le canzoni: nuvole dentro nuvole fuori, terra oltre il mare sono state scritte con Dino Donatiello. Il testo de La costruzione è stato riadattato da una canzone di Chico Buarque e Enzo Jannacci. Sito internet: www.lavitacheresta.it Registrato ai Rocking Studios Milano. Mixato ai 4th floor Bovisa studios Milano da Livio Magnini e Lorenzo Galletti. Masterizzato ai Bassdress studios di Londra. La foto di copertina è di Leonardo Nardella. Edizioni musicali: La luna e i falò/Tonal Music ... agli occhi grigi di Giulia Lavinia e Sofia ©2008 Tonal Music. Diritti riservati 1. nuvole dentro, nuvole fuori 2. ombre e falò 3. buffalo ’66 4. la clinica dell’abbandono 5. terra oltre il mare 6. chissà se c’è ancora strada 7. occhi grigi 8. prima di andare 9. la costruzione 10. la vita che resta ©2008 Tonal Music. Diritti riservati