int. Fidelio_NEW.fh11 23 02 2009 12:30 Pagina 1 C M Y CM MY CY CMY K int. Fidelio_NEW.fh11 23 02 2009 12:30 Pagina 2 C M Y CM MY CY CMY K int. Fidelio_NEW.fh11 23 02 2009 12:30 Pagina 3 C M Y CM MY CY CMY K int. Fidelio_NEW.fh11 23 02 2009 12:30 Pagina 4 C M Y CM MY CY CMY K int. Fidelio_NEW.fh11 23 02 2009 12:30 Pagina 5 C M Y CM MY CY CMY K Teatro Municipale Valli - 27 Febbraio 2009, ore 11 - Reggio Emilia Teatro Comunale - 3 Marzo 2009, ore 20.30 - Modena Teatro Comunale - 27 Marzo 2009, ore 11 - Ferrara Teatro Comunale - 6 Aprile 2009, ore 20.30 - Bologna int. Fidelio_NEW.fh11 23 02 2009 12:30 Pagina 6 C M Y CM MY CY CMY K int. Fidelio_NEW.fh11 23 02 2009 12:30 Pagina 7 C M Y CM MY CY CMY K dell’Opera Italiana, vogliono formare in maniera completa e innovativa i giovani artisti del teatro lirico. int. Fidelio_NEW.fh11 23 02 2009 12:30 Pagina 8 C M Y CM MY CY CMY K int. Fidelio_NEW.fh11 23 02 2009 12:30 Pagina 9 C M Y CM MY CY CMY K int. Fidelio_NEW.fh11 23 02 2009 12:30 Pagina 10 C M Y CM MY CY CMY K Teatro Municipale Valli - 27 Febbraio 2009, ore 11 - Reggio Emilia Teatro Comunale - 3 Marzo 2009, ore 20.30 - Modena Teatro Comunale - 27 Marzo 2009, ore 11 - Ferrara Teatro Comunale - 6 Aprile 2009, ore 20.30 - Bologna FIDELIO OFF Ovvero QUADERNI DAL CARCERE Dall’opera di Ludwig Van Beethoven Trascrizioni e Musiche originali Mauro Montalbetti Testi originali e Drammaturgia Paola Ponti Personaggi ed Interpreti: Leonore/Fidelio Valentina Corradetti* Florestan Paolo Cauteruccio* Don Pizarro Elia Campolo* Don Pizarro anziano (in video/audio): Michele De Marchi Rocco Alexey Yakimov* Marzelline Anna Maria Sarra* Jaquino Paulo Augusto Lopes Paolillo* Con la partecipazione in video di alcuni detenuti della Casa Circondariale di Reggio Emilia partecipanti al Laboratorio Teatrale “Stare Dentro” ICARUS ENSEMBLE: flauto Giovanni Mareggini, clarinetto Mirco Ghirardini, fagotto Francesca Sacco, corno Francesco Bossaglia, violino Paolo Ghidoni, viola Luciano Cavalli, violoncelli Andrea Cavuoto e Deborah Walker, fisarmonica Mirko Ferrarini. Direttore Salvatore Percacciolo* Regia Francesco Micheli Scene Federica Parolini Costumi Monica Salsi Luci Andrea Oliva Regia video Maria Mauti Elaborazione elettronica Mauro Montalbetti e Davide Tiso Maestro di sala e alle luci Fausto Di Benedetto* Assistente alla regia Stefania Panighini* Assistente alle scene Andrea De Micheli* Assistente ai costumi Vera Pierantoni Giua* * Allievi della Scuola dell’Opera Italiana – Teatro Comunale di Bologna Scene e costumi realizzati da I Teatri di Reggio Emilia int. Fidelio_NEW.fh11 23 02 2009 12:30 Pagina 11 C M Y CM MY CY CMY K Si ringraziano i responsabili e il personale tutto della Casa Circondariale di Reggio Emilia per la preziosa collaborazione Si ringrazia Sky Classica per la partecipazione al progetto Operatore di ripresa Bruno Pappalettera, Post produzione video a cura di Andrea Cerabolini Coordinatore di produzione Lorella Govi, Direttore tecnico Andrea Gabbi, Assistenti alla direzione tecnica Brunella Spaggiari e Mauro Farina, Capo Macchinisti Giuseppe Botosso, Capo elettricisti Luciano Togninelli, Responsabile sartoria Monica Salsi, Cabina luci Guido Prampolini, Fonica Luca Cattini e Fabio Festinese, Video Roberto Predieri, Responsabile attrezzeria Massimo Foroni, Truccatore Luca Oblach Coproduzione I Teatri di Reggio Emilia, Teatro Comunale di Bologna, Teatro Comunale di Modena, Teatro Comunale di Ferrara PROGETTO OPERAFUTURA int. Fidelio_NEW.fh11 23 02 2009 12:30 Pagina 12 C M Y CM MY CY CMY K int. Fidelio_NEW.fh11 23 02 2009 12:30 Pagina 13 C M Y CM MY CY CMY K Note di regia Di Francesco Micheli I. C’è una terra. Una nazione isolata. La politica viene gestita dai potenti in maniera “casalinga”: i diritti fondamentali non hanno accesso. Vige una monarchia assoluta, quasi una dittatura. Questa terra è la Francia prima della Rivoluzione francese, pensa Beethoven. C’è un magistrato con la passione per la scrittura, Jean-Nicolas Bouilly, che si mette a scrivere una storia di potere e abuso del potere (avete presente Giancarlo de Cataldo, l’autore di Romanzo Criminale sulla Banda della Magliana?). Peccato che gli oppressori siano proprio alcuni protagonisti della Rivoluzione Francese, e gli oppressi alcuni nobili realisti della Vandéa antirivoluzionaria. Immaginiamo ora il nostro caro amico Ludwig Van. Immaginiamo che questo genio musicale abbia una voglia pazza di fare opera ma che abbia bisogno di una storia alta, potente come le sue creature strumentali. Degna delle vette altissime che con la musica vuole toccare. La vicenda di un uomo incarcerato ingiustamente che si salva, dopo mille peripezie, grazie all’intervento insperato della moglie: ecco ciò che fa al caso suo. Ma come poter lanciare un messaggio inequivocabile alla comunità umana presente e postuma con una vicenda così complicata e romanzesca? Come poter entrare nel cuore della Storia quando si è ancora nella cronaca? Immaginiamo perciò un’altra storia. Lo stesso pasticciaccio brutto, ma altrove. Una terra lontana, remota nel tempo e nello spazio. Una nazione dove c’è una moratoria dei diritti fondamentali, dove le scoperte dell’Illuminismo non possono giungere, anzi non sono nemmeno state intuite. È la Spagna nel XVII secolo. Tale travestimento era l’unico modo per rendere meno urgente la versione musicale di tali fatti ancora così brucianti, tanto più che la prima rappresentazione a Vienna aveva come pubblico proprio i soldati francesi! Il problema nostro è forse quello contrario… tutto ciò rischia di apparire come una lontana ed elegante rappresentazione di un tempo che fu… Che ha da dire a noi la Spagna del Sei - Settecento? int. Fidelio_NEW.fh11 23 02 2009 12:30 Pagina 14 C M Y CM MY CY CMY K Cosa è per noi la terra di Florestano? Dittatura… lingua ispanica… terra lontana, esotica. Forse… Beethoven : Spagna = Noi : America Latina Del resto Florestano è un vero e proprio desaparecido. Il Fidelio di Beethoven è un’opera che ci parla dell’importanza della politica e del pericolo insito a una mala gestione della politica; continua a farlo perché non si smette di usare la politica come mezzo di oppressione e di inganno. Siamo arrivati? No, siamo solo agli inizi. Ma la nostra immaginazione ora ha degli oggetti su cui poggiare il proprio sguardo e con cui poter iniziare a costruire un luogo. Il teatro. II. Come va a finire il Fidelio di Beethoven? L’opera di Florestano e Leonora come si conclude? Facile. La moglie libera il marito che viene premiato per l’eroica resistenza: i due vivono il resto della loro vita di coppia felici e contenti. Tutto qui? Beh… no. Marcellina, dopo un po’ di smarrimento, non è difficile figurarcela tra le confortanti braccia di Jaquino, tornando perciò a ben più miti consigli. Rocco - non possiamo giurarci - confidiamo che torni al proprio triste lavoro meno cinico di prima, più consapevole del peso delle proprie azioni. E Pizarro? Il carnefice bieco e spietato? Condannato a morte? Torturato? Ghigliottinato? Speriamo di no. Ci piacerebbe che gli strumenti della giustizia non siano rancorosi e violenti come quelli usati da lui. Tenuto conto delle tante persone cui egli ha inflitto supplizi feroci (non dimentichiamo che, senza l’intervento di Leonora, lo sposo sarebbe morto similmente a chissà quanti altri malcapitati), è facile prevedere una pena pesante, la più pesante immaginabile in un paese civile: l’ergastolo. Pizarro chiuso in carcere a vita. int. Fidelio_NEW.fh11 23 02 2009 12:30 Pagina 15 C M Y CM MY CY CMY K Che esistenza conduce un uomo che ha lastricato la propria esistenza di morti? Noi abbiamo provato a immaginarcelo. Paola Ponti, drammaturga, ha ricostruito i diari che Pizarro ha tenuto durante la sua eterna prigionia. Quali i pensieri, quali le considerazioni 10, 20, 30 anni dopo gli accadimenti raccontati da Beethoven? Benvenuti all’inferno. Passai l’esistenza a servire il potere. E il potere mi ricompensò chiudendomi in questa cella. … Se solo si potesse ricominciare da capo. Di fronte alla morte… Pizarro, per riempire il vuoto del tempo, ricostruisce il processo che ha portato alla propria condanna, rilegge gli atti, interroga virtualmente i testimoni d’allora, edifica un teatro della memoria dove si rievocano i tragici accadimenti che Beethoven ha musicato. Federica Parolini e Monica Salsi, scenografa e costumista, hanno dato spazio a questa requisitoria clandestina, dilatando le pagine anguste di un diario del carcere per invadere il teatro. Ne vieni fuori uno spettacolo che riprende le fila del discorso lasciato aperto dal Fidelio. Una sorta di sequel che non risparmia niente e nessuno, nemmeno la musica di Beethoven. Mauro Montalbetti ha affrontato la partitura di Beethoven come un mondo di suoni lontano che giunge alla memoria zoppicante e distorta di Pizarro in un flusso continuo benché frammentario, incoerente, surreale. Fidelio Off è un anello, l’ultimo, l’ennesimo che si lega alla lunga catena che cerca di spezzare le catene dell’arbitrio e dell’abuso di potere. Da secoli si canta alla libertà e alla sua preziosa bellezza: da Shakespeare a Kubrick, da Euripide a Beethoven, un testamento giunge a noi. È tempo di leggerlo. È tempo di attuarlo. Francesco Micheli int. Fidelio_NEW.fh11 23 02 2009 12:30 Pagina 16 C M Y CM MY CY CMY K int. Fidelio_NEW.fh11 23 02 2009 12:30 Pagina 17 C M LIBRETTO Y CM MY CY CMY K int. Fidelio_NEW.fh11 23 02 2009 12:30 Pagina 18 C M Y CM MY CY CMY K int. Fidelio_NEW.fh11 23 02 2009 12:30 Pagina 19 C M Y CM MY CY CMY K FIDELIO OFF Prologo Appare in video Don Pizarro. Sta scrivendo il suo diario: Passai l’esistenza a servire il potere. E il potere mi ricompensò chiudendomi in questa cella. … Se solo si potesse ricominciare da capo. Di fronte alla morte… Conobbi un uomo più bello di me. Più forte di me. Più coraggioso e quindi più amato. Un uomo libero. (pausa) Non potei che odiarlo. Siamo uomini delle caverne, noi. Oscuridad. Silence e solitudine. Die Angst regiert hier. Die Angst, la paura, el timòr: “La Corte d’Assise dell’’Impero Creatore’ ha emesso la seguente sentenza definitiva: visti gli articoli del codice di procedura ‘reale’, ritenuto l’imputato Don Pizarro, responsabile delle imputazioni ascrittegli - quali abuso d’ufficio ‘carcerario’, sequestro di persona e tentato omicidio - questa Corte lo condanna alla pena di anni 30 di reclusione solitaria.” Ricordo appena come tutto questo cominciò. Da quale luogo, da quale lingua. Le parole e le persone si mescolano, qui, nel Sud del mondo. L’enfer, die Hoelle. Io non dovevo stare qui. Non io. Io non dovevo stare qui. Questo buio. Il silenzio. Nulla vive oltre a me. Quale dura prova, Dio! int. Fidelio_NEW.fh11 23 02 2009 12:30 Pagina 20 C M Y CM MY CY CMY K Florestano Gott! welch’ Dunkel hier! O grauenvolle Stille! Öd’ ist es um mich her: Nichts lebet außer mir. O schwere Prüfung! Dio! Qual buio qui! O orribile silenzio! Deserto è tutt’intorno a me: nulla vive oltre a me O severa prova! Pizarro (video) Welche schwere Prüfung… Una sola cella e due uomini. Florestano, il giornalista al servizio della verità e Pizarro, il funzionario al servizio dello Stato. In der Mitte, un processo. Il primo a testimoniare fu lui. Florestano: “Sento la porta chiudersi alle mie spalle. Fredda. Mi siedo a terra o svengo, non ricordo. Se allungo il corpo, posso toccare le pareti attorno a me. Niente luce, niente cibo, niente parole. Non vedevo mia moglie da poche ore e già tanti anni di lavoro mi sembravano cosa futile e vana. Pensavo solo a lei, Leonore, corpo e sangue. La nostra casa… Se solo avessi potuto tornare indietro, di qualche centimetro, al di là di quella cella, non credo che avrei sacrificato tanto… L’unica mia speranza era la sua forza, il coraggio che armava la sua vita. Leonore non rinuncerà tanto presto. Mi cercherà ovunque! Leonore sono qui! (pausa) Già. Ma fino a dove può arrivare una donna, sola, offuscata dal dolore? Fino a dove può, una nazione intera, offuscata dal regime?” Ouverture Pizarro (video) Deposizione di Marzelline, figlia di Rocco: “Sono nata dentro a un penitenziario. Mio padre era il carceriere all’epoca. Tutto cominciò quando… Mi scusi, Vostro Onore, … ma che fatica ricordare come a un certo punto non ami più. No no, volevo dire… Io lo amavo tanto Jaquino. L’ho amato int. Fidelio_NEW.fh11 23 02 2009 12:30 Pagina 21 C M Y CM MY CY CMY K sempre. Eppure un giorno… Non so, la notte mi sdraiavo nel letto, da sola, spegnevo la luce, e accanto a me c’era un altro uomo. Mi vergogno tanto… Posso soffiarmi il naso? Grazie. Insomma, Signor giudice, io non volevo vedere né sentire. Ero una ragazzina che viveva dentro a un carcere. Andavo a dormire e sognavo. Dormivo e sognavo. Dormivo e sognavo.” Duetto Jaquino Jaquino Jetzt, Schätzchen, jetzt sind wir allein, wir können vertraulich nun plaudern. Ora, tesoro, ora siam soli, possiamo chiacchierare in confidenza. Marzelline Marzelline Es wird ja nichts Wichtiges sein, ich darf bei der Arbeit nicht zaudern. Niente d’importante, spero, non voglio perder tempo nel lavoro. Jaquino Jaquino Ein Wörtchen, du Trotzige, du! Una parolina, dispettosa! Marzelline Marzelline So sprich nur, ich höre ja zu. E parla allora, t’ascolto. Jaquino Jaquino Wenn du mir nicht freundlicher blickest, so bring’ ich kein Wörtchen hervor. Se non mi guardi più amichevolmente, non tiro fuori neanche una parolina. Marzelline Marzelline Wenn du dich nicht in mich schickest, verstopf’ ich mir vollends das Ohr. Se non fai a modo mio, mi tappo ben bene le orecchie. Jaquino Jaquino Ein Weilchen nur höre mir zu, dann laß’ ich dich wieder in Ruh’. Ma ascoltami un momento, poi ti lascio ancora in pace. Marzelline Marzelline So hab’ ich denn nimmermehr Ruh’, so rede, so rede nur zu. Non avrò dunque più pace; parla, allora parla. Jaquino Jaquino Ich habe zum Weib dich gewählet, verstehst du? Io t’ho scelta in moglie, comprendi? int. Fidelio_NEW.fh11 23 02 2009 12:30 Pagina 22 C M Y CM MY CY CMY K Marzelline Marzelline Das ist ja doch klar. È chiaro, in verità. Jaquino Jaquino Und wenn mir dein Jawort nicht fehlet, was meinst du? E se non mi manca il tuo consenso, che pensi? Marzelline Marzelline So sind wir ein Paar. Allora siamo una coppia. Jaquino Jaquino Wir könnten in wenigen Wochen, Zum Henker, das ewige Pochen! Potremmo in poche settimane, al diavolo questo eterno bussare! Marzelline Marzelline Recht schön, du bestimmst schon die Zeit. So bin ich doch endlich befreit! Ma bene, decidi già il tempo. Così son libera alfine! Jaquino Jaquino Da war ich so herrlich im Gang, und immer entwischt mir der Fang! Mi andavan sì bene le cose, e ancora mi sfugge la preda! Marzelline Marzelline Wie macht seine Liebe mir bang’, wie werden die Stunden mir lang! Ich weiß, daß der Arme sich quälet, es tut mir so leid auch um ihn! Fidelio hab’ ich gewählet, ihn lieben ist süsser Gewinn. Come m’inquieta il suo amore, come mi diventan lunghe le ore! So che il poverino si tormenta, mi spiace tanto per lui! Io ho scelto Fidelio, amarlo è dolce conquista. Leonore Leonore Komm, Hoffnung, laß den letzten Stern der Müden nicht erbleichen! O komm, erhell’ mein Ziel, sei’s noch so fern, die Liebe, sie wird’s erreichen. Vieni, speranza, non far impallidire l’ultima stella a me affranta! O vieni, illumina la mia meta, pur sì lontana, l’amore la raggiungerà. int. Fidelio_NEW.fh11 23 02 2009 12:30 Pagina 23 C M Y CM MY CY CMY K Florestano Florestano In des Lebens Frühlingstagen ist das Glück von mir gefloh’n; Wahrheit wagt’ ich kühn zu sagen, und die Ketten sind mein Lohn. Willig duld’ ich alle Schmerzen, ende schmählich meine Bahn; süsser Trost in meinem Herzen: meine Pflicht hab’ ich getan! Nei giorni di primavera della vita la felicità è volata via da me; Osai dire con coraggio la verità, e le catene son la mia ricompensa. Docile sopporto ogni dolore, finisco misero il mio cammino; dolce conforto nel mio cuore: ho fatto il mio dovere! Leonore Leonore O du, für den ich alles trug, könnt’ ich zur Stelle dringen, Ich folg’ dem innern Triebe, ich wanke nicht, mich stärkt die Pflicht der treuen Gattenliebe. O tu, per cui tutto sopportai, possa io penetrare là, seguo l’impulso interiore, io non vacillo, mi dà forza il dovere d’un fedele amore di sposa! Pizarro (video) Bravo Fidelio! Un vero affare! Sono bastate catene nuove a buon mercato per incantare tutti quanti! Nessuno escluso. (pausa) Jaquino… Come hai fatto a non capire, almeno tu? Deposizione di Jaquino, custode del carcere. “Vostro Onore, io sono una persona onesta. Io sono uno… che vigila le guardie. Che a loro volta vigilano i detenuti. E ho imparato… Cosa ho imparato? Che ci sono persone oneste e persone che non lo sono più. (sorride) Io l’avevo capito benissimo che Fidelio nascondeva qualcosa e sono stato chiaro fin da subito con Marzelline. Va beh, magari all’inizio… Oh, signore, pensavo pure di essermi invaghito… che imbarazzo. Era un uomo, santo cielo! Infatti poi, si è saputo quello che si è saputo! Infatti. Io non sono un mago: non potevo certo immaginare che c’era qualcuno che, appena qualche centimetro sotto di noi, rischiava una morte infame. E poi… Marzelline… Sempre più lontana. Non ci parlavamo quasi più. Che casino. E dire che siamo cresciuti insieme… Di colpo è arrivato uno, int. Fidelio_NEW.fh11 23 02 2009 12:30 Pagina 24 C M Y CM MY CY CMY K che non si sapeva neanche chi fosse, e lei… lì, a scodinzolare tutto il tempo. Non è bello, per un uomo, eh. (sorride) Ma… Chi l’avrebbe mai detto che sarebbe andata come è andata! Che Fidelio non era Fidelio, che Fidelio era… ! Sì, scusi, Vostro Onore. Comunque, è stata proprio dura. Stavo così male… E non fa bene a nessuno stare così male. La sofferenza non serve a niente. Se non a farci più cattivi. Io volevo semplicemente essere amato.” Quartetto Marzelline Marzelline Mir ist so wunderbar, es engt das Herz mir ein; er liebt mich, es ist klar, ich werde glücklich sein! Mi sento sì strana, mi si stringe il cuore; egli m’ama, è chiaro, sarò felice. Leonore Leonore Wie groß ist die Gefahr, wie schwach der Hoffnung Schein! Sie liebt mich, es ist klar, o namenlose Pein! È grande davvero il pericolo, sì debole appare la speranza! Ella m’ama, è chiaro, o indicibile tormento! Rocco Rocco Sie liebt ihn, es ist klar, ja, Mädchen, er wird dein! Ein gutes junges Paar, sie werden glücklich sein! Ella l’ama, è chiaro, sì, fanciulla, sarà tuo! Una bella, giovane coppia, saranno felici! Jaquino Jaquino Mir sträubt sich schon das Haar, der Vater willigt ein, mir wird so wunderbar, mir fällt kein Mittel ein! Mi si rizzano i capelli, il padre è d’accordo. Mi sento sì strano, non trovo più rimedio! Pizarro (video) Romanticherie! Deposizione di Rocco, capo delle guardie. “Dare in sposa la figlia è una faccenda seria. Fidelio era un ragazzo scaltro e intelligente. Ma chi era? Da dove veniva? int. Fidelio_NEW.fh11 23 02 2009 12:30 Pagina 25 C M Y CM MY CY CMY K Jaquino era come un figlio per me, Vostro Onore. Conoscevo bene la sua famiglia, suo padre aveva un lavoro di tutto rispetto. E fino a qui tutto andava come doveva andare. Io volevo costruire un futuro per mia figlia, Marzelline. Questo è il mestiere dei padri. Questo l’insegnamento che mi ha tramandato il mio.” Rocco Rocco Hat man nicht auch Gold beineben, kann man nicht ganz glücklich sein; traurig schleppt sich fort das Leben, mancher Kummer stellt sich ein. Doch wenn’s in der Taschen fein klingelt und rollt, da hält man das Schicksal gefangen; und Macht und Liebe verschafft dir das Gold und stillet das klühnste Verlangen. Das Glück dient wie ein Knecht für Sold, es ist ein schönes Ding, das Gold. Wenn sich Nichts mit Nichts verbindet, ist und bleibt die Summe klein; wer bei Tisch nur Liebe findet, wird nach Tische hungrig sein. Drum lächle der Zufall euch gnädig und hold, und segne und lenk’ euer Streben, das Liebchen im Arme, im Beutel das Gold, so mögt ihr viel Jahre durchleben. Se non s’ha dell’oro appresso, non si può esser davvero felici; triste si trascina la vita, sopravvengono gli affanni. Ma se qualcosa suona e gira in tasca, si tien prigioniero il destino; e potenza e amore ti procaccia l’oro e placa il più ardito desiderio. La felicità è tua schiava per danaro, è una bella cosa, l’oro, preziosa. Se s’unisce niente con niente, la somma è e resta misera; chi in tavola trova solo amore, dopo pranzo avrà fame ancora. Dunque il fato vi sorrida propizio e benigno e benedica e accompagni la vostra aspirazione; in braccio l’amata, l’oro in saccoccia, potete trascorrere molti anni. int. Fidelio_NEW.fh11 23 02 2009 12:30 Pagina 26 C M Y CM MY CY CMY K Pizarro (video) continua a leggere la deposizione di Rocco “Florestano, è una pagina molto triste del nostro Paese. Florestano era una vittima del sistema. Come tutti noi. Ma lui l’aveva scritto.” Ultimo articolo di Florestano, prima del sequestro: “Si comincia con la mancanza di lavoro, la disoccupazione. Poi le ingiustizie sociali e la recessione. Si continua con la fiducia in un padre, che decida ogni cosa al posto nostro. Poi ci si veste tutti allo stesso modo, ci si dà un nome, si sceglie un logo e si inventa un saluto comune. Poi si cominciano le ronde. E si sfasciano le scuole perché il sapere è un’arma molto pericolosa. Si controlla l’informazione e… senza nemmeno accorgersi, anche senza carri armati, fuori dalla porta, è già nata la dittatura”. Marcia Pizarro (video) Et finalment, la belle Léonore ! Un nombre asì dulce. Et Fidelio, un nombre asì fuerte. Deposizione di Leonore, moglie di Florestano: “Quando mio marito sparì, c’era un nome che compariva troppo spesso nelle sue carte. Don Pizarro. Cominciai ad indagare. Andai dal Primo Ministro, ma era troppo indaffarato: “Signora, devo lavorare, mi scusi, signora. Cose da uomini, signora”, mi disse. Tornai a casa e capii che era proprio così. Nel Sud del Mondo, erano davvero cose da uomini. Aprii l’armadio di Florestano e mi vestii. … Travestita da uomo, passai mesi a fare lo sguattero di un carceriere schiavista, fidanzata con sua figlia, già promessa in sposa ad un altro, che mi detestava sopra a ogni cosa. Una sera, sfinita, mi sdraiai nel letto e sentii che anche i miei pensieri avevano voce di uomo. Mi alzai di scatto, per guardarmi allo specchio. Tremavo. Mi portavo le mani al seno. Non mi riconoscevo più. E se stessi facendo tutto questo per nulla? Magari è il carcere sbagliato o Florestano è già morto. Se stessi perdendo me stessa inutilmente…? Decisi che il giorno dopo sarei tornata a casa. Sì, era finita. Quando invece… sentii parlare di un prigioniero speciale. Di un prigioniero int. Fidelio_NEW.fh11 23 02 2009 12:30 Pagina 27 C M Y CM MY CY CMY K segregato sotto terra. Da due anni. E anche Florestano era scomparso da due anni. E lui era un uomo… Era un uomo speciale.” Duetto Pizarro Pizarro Jetzt, Alter, jetzt hat es Eile! Dir wird ein Gluück zu Teile, du wirst ein reicher Mann, das geb’ ich nur daran. Adesso, vecchio, v’è premura! Avrai una fortuna, sarai un uomo ricco, eccoti intanto questa. Rocco Rocco So sagt doch nur in Eile, womit ich dienen kann. Ma ditemi soltanto in che posso servirvi. Pizarro Pizarro Du bist von kaltem Blute, von unverzagtem Mute durch langen Dienst geworden. Tu possiedi sangue freddo, coraggio impavido, dopo sì lungo servizio. Rocco Rocco Was soll ich? Redet, redet! Che devo fare? Dite, dite! Pizarro Pizarro Morden! Uccidere! Rocco Rocco Wie? Che? Pizarro Pizarro Höre mich nur an! Du bebst? bist du ein Mann? – Wir dürfen gar nicht säumen, dem Staate liegt daran, den bösen Untertan schnell aus dem Weg zu räumen. Ascoltami bene! Tu tremi? Sei un uomo? Non dobbiamo indugiare, importa allo Stato toglier di mezzo il suddito malvagio. Rocco Rocco O Herr! Oh signore! Pizarro Pizarro Du stehst noch an? Er darf nicht länger leben, Esiti ancora? Non deve più vivere, int. Fidelio_NEW.fh11 23 02 2009 12:30 Pagina 28 C M Y CM MY CY CMY K sonst ist’s um mich gescheh’n. Pizarro sollte beben? Du fällst, ich werde steh’n. altrimenti per me è finita. Pizarro dovrebbe tremare? Tu soccombi, io resterò. Rocco Rocco Die Glieder fühl’ ich beben, wie könnt’ ich das besteh’n? Ich nehm’ ihm nicht das Leben, mag, was da will, gescheh’n. Nein, Herr, das Leben nehmen, das ist nicht meine Pflicht. Mi sento tremare le membra, come potrei reggere? Io non gli tolgo la vita, accada quel che accada. No, signore, togliere la vita non è il mio dovere. Pizarro Pizarro Ich will mich selbst bequemen, wenn dir’s an Mut gebricht. Nun eile rasch und munter zu jenem Mann hinunter, du weißt, du weißt... M’adatterò io stesso, se a te manca il coraggio. Ora affrèttati rapido e con animo laggiù da quell’uomo, tu sai, tu sai... Rocco Rocco Der kaum mehr lebt, und wie ein Schatten schwebt? Che appena vive, e s’agita come un’ombra? Pizarro Pizarro Zu dem, zu dem hinab! Ich wart’ in kleiner Ferne, du gräbst in der Cisterne sehr schnell ein Grab. Da lui, da lui laggiù! Io aspetto lì vicino, tu scavi nella cisterna rapido una fossa. Rocco Rocco Und dann? und dann? E poi? e poi? Pizarro Pizarro Dann werd’ ich selbst vermummt mich in den Kerker schleichen: ein Stoß, und er verstummt! Poi io stesso mascherato penetrerò nel carcere: un colpo, ed è spacciato! Leonore Leonore Abscheulicher! wo eilst du hin? Was hast du vor - in wildem Grimme? Des Mitleids Ruf, der Menschheit Scellerato! Dove t’affretti? Che mediti con - selvaggio furore? Il richiamo della pietà, la voce int. Fidelio_NEW.fh11 23 02 2009 12:30 Pagina 29 C Stimme, – ruührt nichts mehr deinen Tigersinn? Doch toben auch wie Meereswogen dir in der Seele Zorn und Wut, so leuchtet mir ein Farbenbogen, der hell auf dunkeln Wolken ruht; Der blickt so still, so friedlich nieder, der spiegelt alte Zeiten wieder, und neu besänftigt wallt mein Blut. M Y CM MY CY CMY K dell’umanità, – non toccano più il tuo cuore di tigre? Ma se, come i marosi, imperversano nella tua anima rabbia e furore, per me riluce un’iride che posa luminosa su cupe nubi; riluce così serena e pacifica, specchio di tempi antichi, e ancora il mio sangue fluisce placato. Pizarro (video) “Gesetz ist mächtig, mächtiger ist die Not.” La legge è potente ma più potente è il bisogno. Un bisogno… animale, che muove la frenetica scacchiera. La regina sovrasta altezzosa e intorno a lei, scattano pedoni, alfieri, cavalli. Alle wissen esattamente quale è il posto giusto delle cose. E si procede così, inesorabili, al finale. Scacco. (Prosegue la lettura della deposizione di Leonore) Era il momento di liberare Florestano. Pizarro era rinchiuso nel suo studio. Io, dopo aver nascosto con cura i capelli sotto al feltro, stavo lì, dinnanzi a Rocco: “Io sono qui per sostenerti.” Rocco non si voltò nemmeno, dritto per la sua strada. Io invece sapevo tutto ed ero pronta e glielo urlai. La presenza soave alle mie spalle sciolse ogni esitazione. Rocco poteva finalmente fidarsi di me. Da quel momento, io ero suo genero. “Fidelio”, disse. “Fidelio, sei pronto?” “Sono pronto, sì. E così saremo felici.” Scacco. Terzetto Marzelline Marzelline ja, wir werden glücklich sein! sì, saremo felici! Leonore Leonore Ja, ich kann noch glücklich sein! Sì, sarò felice ancora! int. Fidelio_NEW.fh11 23 02 2009 12:30 Pagina 30 C M Y CM MY CY CMY K Rocco Rocco Ja, ihr werdet glücklich sein! Der Gouverneur soll heut’ erlauben, daß du mit mir die Arbeit teilst. Sì, sarete felici! Il governatore oggi deve permettere che tu condivida il mio lavoro. Leonore Leonore Du wirst mir alle Ruhe rauben, wenn du bis morgen nur verweilst. Mi toglierai ogni pace, se indugi fino a domani. Marzelline Marzelline Ja, guter Vater, bitt’ ihn heute, in Kurzem sind wir dann ein Paar. Sì, buon padre, pregalo oggi, in breve saremo una coppia. Rocco Rocco Ich bin ja bald des Grabes Beute; ich brauche Hülf’, es ist ja wahr! Ormai son preda della tomba, mi serve aiuto, è vero! Leonore Leonore Wie lang’ bin ich des Kummers Beute! Du, Hoffnung, reichst mir Labung dar! Da quanto sono in preda all’affanno! Tu, speranza mi doni conforto! Marzelline Marzelline Ach, lieber Vater! was fällt euch ein?Lang Freund und Rater müsst ihr uns sein! Ah, caro padre, che dite mai? A lungo sarete nostro amico e consigliere! Florestano Florestano In des Lebens Frühlingstagen ist das Glück von mir gefloh’n; Wahrheit wagt’ ich kühn zu sagen, und die Ketten sind mein Lohn. Willig duld’ ich alle Schmerzen, ende schmählich meine Bahn; süsser Trost in meinem Herzen: meine Pflicht hab’ ich getan! Und spür’ ich nicht linde, sanft säuselnde Luft? und ist nicht mein Grab mir erhellet? Ich seh’, wie ein Engel im rosigen Nei giorni di primavera della vita la felicità è volata via da me; Osai dire con coraggio la verità, e le catene son la mia ricompensa. Docile sopporto ogni dolore, finisco misero il mio cammino; dolce conforto nel mio cuore: ho fatto il mio dovere! Forse non sento un’aria soave, che sussurra dolcemente? E non s’illumina la mia tomba? Vedo come un angelo in rosea int. Fidelio_NEW.fh11 23 02 2009 12:30 Pagina 31 C M Y CM MY CY CMY K Duft sich tröstend zur Seite mir stellet, ein Engel, Leonoren, der Gattin so gleich, der fuührt mich zur Freiheit in’s himmlische Reich. fragranza posarsi consolatore al mio fianco, un angelo, così simile a Leonore, la sposa che mi guida alla libertà nel regno dei cieli. Marzelline Marzelline O wär’ ich schon mit dir vereint, und dürfte Mann dich nennen! Ein Mädchen darf ja, was es meint, zur Hälfte nur bekennen. Doch wenn ich nicht erröten muß ob einen warmen Herzenskuß, wenn nichts uns stört auf Erden. Die Hoffnung schon erfüllt die Brust mit unaussprechlich süsser Lust, wie glücklich will ich werden! Oh s’io fossi già a te unita e potessi chiamarti mio sposo! Ma una ragazza, di quanto pensa, può confessarne solo metà. Ma quando non dovrò arrossire per un caldo bacio d’amore, quando niente al mondo ci disturberà. La speranza già colma il petto di dolce, inesprimibile voluttà, come sarò felice! Terzetto Rocco Rocco Nur auf der Hut, dann geht es gut, gestillt wird euer Sehnen! Gebt euch die Hand und schließt das Band in süssen Freudentränen! E ora attenti, andrà tutto bene, si placherà il vostro desiderio! Datevi la mano e stringete il legame con dolci lacrime di gioia! Marzelline Marzelline O habe Mut! O welche Glut, o welch ein tiefes Sehnen! Ein festes Band mit Herz und Hand! O suüsse, suüsse Tränen! Oh abbi coraggio! Oh quale ardore! Oh qual profondo desiderio! Un saldo legame di cuori e mani! Oh dolci, dolci lacrime di gioia! Leonore Leonore Ihr seid so gut, ihr macht mir Mut, gestillt wird bald mein Sehnen! Siete così buono, mi date coraggio, presto si placherà il mio desiderio! int. Fidelio_NEW.fh11 23 02 2009 12:30 Pagina 32 C Ich gab die Hand zum süssen Band, es kostet bitt’re Tränen! M Y CM MY CY CMY K Ho dato la mia mano per un dolce legame, che costerà amare lacrime! Pizarro (video) C’era una volta, una caverna. E dei prigionieri. Questi prigionieri, fin dall’infanzia, furono incatenati dinnanzi ad un muro. Non potevano volgere lo sguardo altrove, se non al muro. Si accese un fuoco alle loro spalle. E tra il fuoco e i prigionieri, venne costruita una strada rialzata. Lungo questa strada, alcuni uomini cominciarono a portare degli oggetti, degli animali, piante e persone. Grazie alla luce del fuoco, le forme di questi oggetti, proiettavano le proprie ombre sul muro, davanti allo sguardo costretto dei prigionieri. E i trasportatori parlavano, con i loro oggetti tra le mani. Si raccontavano la giornata, i figli, le mogli, il male e il bene. Nella caverna, si formava così un’eco che diventava, per i prigionieri, voce delle ombre. Coro O Welche Lust, ovvero l’ora d’aria Testo dell’originale beethoveniano Die Gefangenen I Prigionieri O welche Lust, in freier Luft den Atem leicht zu heben! Nur hier, nur hier ist Leben, der Kerker eine Gruft! O qual piacere, all’aria aperta respirare in libertà! Solo qui, solo qui è vita, il carcere è una tomba! Pizarro (video) riprende a raccontare Sul finire dei giorni, i prigionieri vennero liberati. Erano salvi. La vita li aspettava fuori dalla caverna oscura. I prigionieri mossero timorosi i primi passi e finalmente uscirono. Niente. Niente di tutto ciò che videro, incontrarono, amarono o soffrirono fu mai, per i prigionieri, più reale delle ombre di quel luogo oscuro che fu la caverna. Leonore Leonore Wie kalt ist es in diesem unterirdischen Gewölbe! Com’è freddo in questa vòlta sotterranea! Rocco Rocco Das ist natürlich, es ist ja sehr tief. Naturale, è così profonda! int. Fidelio_NEW.fh11 23 02 2009 12:30 Pagina 33 C M Y CM MY CY CMY K Leonore Leonore Ich glaubte schon, wir würden den Eingang gar nicht finden. Ormai credevo che non ne avremmo più trovato l’entrata. Rocco Rocco Da ist er. Eccolo. Leonore Leonore Er scheint ganz ohne Bewegung. Sembra che non si muova più. Rocco Rocco Vielleicht ist er tot. Forse è morto. Leonore Leonore Tot?! Morto?! Rocco Rocco Nein, nein, er schläft. – Das müssen wir benützen und gleich ans Werk gehen. Wir haben keine Zeit zu verlieren. No, no, dorme. – Dobbiamo approfittarne, e metterci subito all’opera: non abbiamo tempo da perdere. Leonore Leonore Es ist unmöglich, seine Züge zu unterscheiden. – Gott, steh mir bei, wenn er es ist! È impossibile distinguere i suoi lineamenti. – Dio m’assista, se è lui! Rocco Rocco Hier, unter diesen Trümmern, ist die Zisterne von der ich dir gesagt habe. – Wir brauchen nicht viel zu graben um an die Öffnung zu kommen. Du gib mir eine Haue und stelle dich hierher. Du zitterst, fürchtest du dich? Qui, sotto queste macerie, c’è la cisterna di cui t’ho parlato. – Non ci occorre scavare molto per giungere all’apertura. Dammi una pala, e tu mettiti qui! Tu tremi: hai paura? Leonore Leonore O nein, es ist nur so kalt. O no, solo che è tanto freddo. Rocco Rocco So mache fort, beim Arbeiten wird dir schon warm werden. E allora su, ti scalderai di certo lavorando. Rocco Rocco Nur hurtig fort, nur frisch gegraben, Lesti su, or presto scaviamo, int. Fidelio_NEW.fh11 23 02 2009 12:30 Pagina 34 C M Y CM MY CY CMY K es währt nicht lang, er kommt herein. fra non molto egli sarà qui. Leonore Leonore Ihr sollet nicht zu klagen haben, ihr sollt gewiß zufrieden sein. Non dovete lamentarvi, sarete certo soddisfatto di me. Rocco Rocco Komm, hilf doch diesen Stein mir heben, hab Acht! hab Acht! – er hat Gewicht. Vieni, aiutami a sollevare questa pietra, Attento! Attento! È pesante! Leonore Leonore Ich helfe schon, – sorgt euch nicht; ich will mir alle Mühe geben. V’aiuto subito - non vi preoccupate; ce la metterò tutta. Rocco Rocco Ein wenig noch! Ancora un poco! Leonore Leonore Geduld! Pazienza! Rocco Rocco Er weicht! Sta cedendo! Leonore Leonore Nur etwas noch! Un pochino ancora! Rocco Rocco Es ist nicht leicht! Non è mica facile! Leonore Leonore Laßt mich nur wieder Kräfte haben, wir werden bald zu Ende sein. Wer du auch sei’st, ich will dich retten, bei Gott! du sollst kein Opfer sein! Gewiß, ich löse deine Ketten, ich will, du Armer, dich befrei’n. Lasciatemi riprendere le forze, saremo presto alla fine. Chiunque tu sia, ti voglio salvare; per Dio, non sarai una vittima! Sì, io sciolgo le tue catene misero, ti voglio liberare. Rocco Rocco Was zauderst du in deiner Pflicht? Leonore Mein Vater! nein, ich zaud’re nicht. Perché indugi durante il lavoro? Leonore Padre mio, no, io non indugio. int. Fidelio_NEW.fh11 23 02 2009 12:30 Pagina 35 C M Y CM MY CY CMY K Duetto Jaquino Jaquino Wann wirst du das Jawort mir geben? Es könnte ja heute noch sein. Quando mi darai il tuo consenso? Potrebbe essere oggi stesso. Marzelline Marzelline O weh, er verbittert mein Leben! Jetzt, morgen und immer: nein, nein! Ohimè! Mi amareggia la vita. Adesso, domani e sempre: no, no! Jaquino Jaquino Du bist doch wahrhaftig von Stein; kein Wünschen, kein Bitten geht ein. Sei fatta proprio di sasso; Né richieste né preghiere ti toccano. Marzelline Marzelline Ich muß ja so hart mit ihm sein. Jetzt, morgen und immer: nein, nein! Ich muß ja so hart mit ihm sein, er hofft bei dem mindesten Schein. Devo esser dura con lui. Adesso, domani e sempre: no, no! Devo essere dura con lui, egli spera al minimo segno. Jaquino Jaquino So wirst du dich nimmer bekehren? Was meinst du? Allora mai più cambierai? Che pensi? Marzelline Marzelline Du könntest nun gehn! Ora te ne potresti andare. Jaquino Jaquino Wie? dich anzusehn, willst du mir wehren? Auch das noch? Come? Mi vuoi impedire di guardarti? Anche questo? Marzelline Marzelline So bleibe hier stehn! E allora resta qui! Jaquino Jaquino Du hast mir so oft doch versprochen. Pure, m’hai sì sovente promesso... Marzelline Marzelline Versprochen? Nein, das geht zu weit! Promesso? No, si va troppo oltre! Jaquino Jaquino Zum Henker, das ewige Pochen, zum Henker! Al diavolo questo eterno bussare, al diavolo! Marzelline Marzelline So bin ich doch endlich befreit! Così son libera alfine! int. Fidelio_NEW.fh11 23 02 2009 12:30 Pagina 36 C M Y CM MY CY CMY K Das ist ein willkommener Klang, es wurde zu Tode mir bang. Che bussare benedetto, ero inquieta da morire. Jaquino Jaquino Es ward ihr im Ernste schon bang: wer weiß, ob es mir nicht gelang? Sul serio ormai s’inquietava, forse m’è andata bene. Terzetto Florestan Florestano Euch werde Lohn in bessern Welten, der Himmel hat euch mir geschickt. O Dank! Ihr habt mich süss erquickt; ich kann die Wohltat nicht vergelten. Abbiate ricompensa in mondi migliori, il cielo vi ha mandati a me. O grazie! M’avete dolcemente ristorato; non posso ricambiare la buona azione. Rocco Rocco Ich labt’ ihn gern, den armen Mann, es ist ja bald um ihn getan. Volentieri ristorai il misero, ormai è finita per lui. Leonore Leonore Wie heftig pochet dieses Herz, es wogt in Freud’ und scharfem Schmerz! Con qual forza batte questo cuore, ondeggia fra gioia e acuto dolore! Florestan Florestano Bewegt seh’ ich den Jüngling hier, und Rührung zeigt auch dieser Mann. O Gott, du sendest Hoffnung mir, daß ich sie noch gewinnen kann. Vedo turbato questo giovinetto, e anche quest’uomo si mostra commosso. O Dio, tu mi mandi la speranza di poter vincere ancora. Leonore Leonore Die hehre, bange Stunde winkt, die Tod mir oder Rettung bringt. Ci attende l’ora suprema, tremenda, che mi reca morte o salvezza. Rocco Rocco Ich tu’, was meine Pflicht gebeut, doch hass’ ich alle Grausamkeit. Faccio quel che impone il mio dovere, ma odio ogni crudeltà. Leonore Leonore Dies Stückchen Brot, – ja, seit zwei Tagen Questo pezzo di pane - sì, da due giorni int. Fidelio_NEW.fh11 23 02 2009 12:30 Pagina 37 C M Y CM MY CY CMY K trag’ ich es immer schon bei mir. lo porto sempre con me. Rocco Rocco Ich möchte gern, doch sag’ ich dir, das hieße wirklich zu viel wagen. Davvero vorrei, ma ti dico, in verità, sarebbe osare troppo. Leonore Leonore Ach! Ihr labtet gern den armen Mann. Ah! Volentieri voi confortaste il misero. Rocco Rocco Das geht nicht an, das geht nicht an Non è permesso, non è permesso. Leonore Leonore Es ist ja bald um ihn getan. Ormai è finita per lui. Rocco Rocco So sei es, ja, so sei’s! du kannst es wagen. E sia – sì, e sia – ti puoi arrischiare. Leonore Leonore Da nimm das Brot, du armer Mann! Ecco, prendi il pane, o misero! Florestan Florestano O dank dir, Dank, o Dank! Euch werde Lohn in bessern Welten, der Himmel hat euch mir geschickt. O Dank, ihr habt mich süss erquickt! Bewegt seh’ ich den Jüngling hier, und Rührung zeigt auch dieser Mann, o wenn ich sie gewinnen kann! O grazie a te, grazie, grazie! Abbiate ricompensa in mondi migliori, il cielo vi ha mandati a me. O grazie, il cielo vi ha mandati a me! Vedo turbato il giovinetto, e anche quest’uomo si mostra commosso, o s’io potessi vincere! Leonore Leonore Der Himmel schicke Rettung dir, dann wird mir hoher Lohn gewährt. Ihr labt’ ihn gern, den armen Mann! Il cielo ti mandi salvezza, allora mi toccherà suprema ricompensa, volentieri avete confortato il misero. Rocco Rocco Mich rührte oft dein Leiden hier, doch Hilfe war mir streng verwehrt. Ich labt’ ihn gern, den armen Mann, es ist ja bald um ihn getan! Sovente mi commosse la tua sofferenza ma mi fu vietato severamente di aiutarti, Volentieri ho ristorato il misero, ormai è finita per lui! int. Fidelio_NEW.fh11 23 02 2009 12:30 Pagina 38 C M Y CM MY CY CMY K Leonore Leonore O mehr, als ich ertragen kann! Oh, è più di quanto posso sopportare! Florestan Florestano O daß ich euch nicht lohnen kann! O potessi ricompensarvi! Marzelline Marzelline In Ruhe stiller Häuslichkeit erwach’ ich jeden Morgen, wir grüssen uns mit Zärtlichkeit, der Fleiß verscheucht die Sorgen. Und ist die Arbeit abgetan, dann schleicht die holde Nacht heran, dann ruh’n wir von Beschwerden. Die Hoffnung schon erfüllt die Brust mit unaussprechlich süsser Lust, wie glücklich will ich werden! Nella serena pace domestica mi sveglio ogni giorno, ci salutiamo con tenerezza, l’attività scaccia gli affanni. E quando il lavoro è finito, s’appressa la soave notte e posiamo dalle fatiche. La speranza già colma il petto di dolce, inesprimibile voluttà, come sarò felice! Quartetto Pizarro Pizarro Er sterbe! Doch er soll erst wissen, wer ihm sein stolzes Herz zerfleischt. Der Rache Dunkel sei zerrissen! Sieh’ her, du hast mich nicht getäuscht! Pizarro, den du stürzen wolltest, Pizarro, den du fürchten solltest, steht nun als Rächer hier. Muoia! Ma prima deve sapere chi gli dilania il superbo cuore. Si squarcino le tenebre della vendetta! Guarda, tu non m’hai ingannato! Pizarro, che volevi rovinare, Pizarro, che dovevi temere, ora è qui vendicatore. Florestan Florestano Ein Mörder steht vor mir. Un assassino sta dinanzi a me! Pizarro Pizarro Noch einmal ruf’ ich dir, was du getan, zurück. Nur noch ein Augenblick, und dieser Ancora una volta ti rinfaccio quel che tu facesti. Solo un attimo ancora, e questo int. Fidelio_NEW.fh11 23 02 2009 12:30 Pagina 39 C M Y CM MY CY CMY K Dolch – pugnale – Leonore Leonore Zurück! Indietro! Florestan Florestano O Gott! O Dio! Rocco Rocco Was soll? Che succede? Leonore Leonore Durchbohren mußt du erst diese Brust! Der Tod sei dir geschworen für deine Mörderlust. Trafiggere devi prima questo petto! La morte ti tocchi per la tua sete di sangue. Pizarro Pizarro Wahnsinniger! Pazzo! Rocco Rocco Halt’ ein! halt’ ein! Fèrmati, fèrmati! Florestan Florestano O Gott! o mein Gott! O mio Dio! Pizarro Pizarro Er soll bestrafet sein! Dev’essere punito! Leonore Leonore Töt’erst sein Weib! Uccidi prima sua moglie! Pizarro Pizarro Sein Weib? Sua moglie? Rocco Rocco Sein Weib? Sua moglie? Florestan Florestano Mein Weib? Mia moglie? Leonore Leonore Ja, sieh’ hier Leonore! Sì, ecco Leonore! Florestan Florestano Leonore! Leonore! Leonore Leonore Ich bin sein Weib, geschworen hab’ ich ihm Trost, Verderben dir! Sono sua moglie, ho giurato a lui conforto, a te rovina! Pizarro Pizarro Welch’ unerhörter Mut! Che inaudito coraggio! int. Fidelio_NEW.fh11 23 02 2009 12:30 Pagina 40 C M Y CM MY CY CMY K Florestan Florestano Vor Freude starrt mein Blut! Per la gioia mi si gela il sangue! Rocco Rocco Mir starrt vor Angst mein Blut! Per l’angoscia mi si gela il sangue! Leonore Leonore Ich trotze seiner Wut! Der Tod sei dir geschworen! Io sfido il suo furore! La morte ti è dovuta! Pizarro Pizarro Soll ich vor einem Weibe beben? So opfr’ ich beide meinem Grimm. Geteilt hast du mit ihm das Leben, so teile nun den Tod mit ihm! Devo tremare davanti a una donna? Li sacrifico entrambi alla mia ira. Hai diviso con lui la vita, ora dividi con lui la morte! Leonore Leonore Durchbohren mußt du erst diese Brust! Noch einen Laut – und du bist tot! Trafiggere devi prima questo petto! Ancora una parola - e sei morto! Leonore Leonore Ach! du bist gerettet! großer Gott! Ah! Tu sei salvo! Gran Dio! Florestan Florestano Ach! ich bin gerettet! großer Gott! Pizarro Ha! der Minister! Höll’ und Tod! Ah! Son salvo! Gran Dio! Rocco Rocco O was ist das? gerechter Gott! Oh che avviene? Giusto Dio! Pizarro Ah! Il ministro! Inferno e morte! Duetto Leonore und Florestan Leonore, Florestano O namenlose Freude! Mein Mann an meiner Brust! / An Leonorens Brust! Nach unnennbaren Leiden so übergrosse Lust! Oh gioia indicibile! Il mio sposo al mio petto! / Al petto di Leonora! Dopo dolore inenarrabile una così immensa gioia! Leonore Leonore Du wieder nun in meinen Armen! Tu ancora fra le mie braccia! Florestan Florestano O Gott! wie groß ist dein Erbarmen! O Dio, grande è la tua pietà! int. Fidelio_NEW.fh11 23 02 2009 12:30 Pagina 41 C M Y CM MY CY CMY K Leonore und Florestan Leonore, Florestano O dank dir, Gott, für diese Lust! Mein Mann / Weib an meiner Brust! O grazie a te, Dio, per questa gioia! Il mio sposo / La mia sposa al mio petto! Florestan Florestano Du bist’s! Sei tu! Leonore Leonore Ich bin’s! Son io! Florestan Florestano O himmlisches Entzücken! O piacere celeste! Leonore Leonore Du bist’s! Sei tu! Florestan Florestano Ich bin’s! Son io! Leonore Leonore O himmlisches Entzücken! O piacere celeste! Florestan Florestano Leonore! Leonore! Leonore Leonore Florestan! Florestan! Pizarro (video) Passai l’esistenza a servire il potere. Ciecamente. Ho sempre creduto che fosse la cosa giusta. Ma un giorno un giudice mi ha condannato e rinchiuso in questa cella. E’ da trent’anni che rimetto in scena questo processo. E’ da trent’anni che spero, invano, in un finale diverso. Ma adesso che sono io al gran finale, ho capito… che non serve. Ho avuto sempre dentro di me luci e ombre e mi sono consumato nel tentare di scoprire in che cosa fossi uguale all’ombra. Mentre oggi, che sto per lasciare questa vita, capisco che conta solo scoprire in che cosa si è diversi. int. Fidelio_NEW.fh11 23 02 2009 12:30 Pagina 42 C M Y CM MY CY CMY K Pizarro Ha! welch ein Augenblick! Die Rache werd’ ich kühlen! Dich rufet dein Geschick! In seinem Herzen wühlen, o Wonne, großes Glück! Schon war ich nah’, im Staube, dem lauten Spott zum Raube, dahingestreckt zu sein. Nun ist es mir geworden, den Mörder selbst zu morden, in seiner letzen Stunde, den Stahl in seiner Wunde, ihm noch ins Ohr zu schrein: Triumph! Der Sieg ist mein! Ah! Quale istante! Placherò la mia vendetta! Ti chiama il tuo destino! Frugare nel suo cuore, o voluttà, o gran piacere! In preda allo scherno, già ero quasi disteso nella polvere. Ora tocca a me assassinare l’assassino, nella sua ultima ora, col ferro nella sua ferita, gridargli ancora all’orecchio: Trionfo! La vittoria è mia! int. Fidelio_NEW.fh11 23 02 2009 12:30 Pagina 43 C M Y CM MY CY CMY K int. Fidelio_NEW.fh11 23 02 2009 12:30 Pagina 44 C M Y CM MY CY CMY K int. Fidelio_NEW.fh11 23 02 2009 12:30 Pagina 45 C M Y CM MY CY CMY K Laboratorio Fidelio in Carcere STARE DENTRO In collaborazione con la Casa Circondariale di Reggio Emilia int. Fidelio_NEW.fh11 23 02 2009 12:30 Pagina 46 C M Y CM MY CY CMY K Fidelio è un’opera che parla di libertà. L’amore, il desiderio, la tenace difesa della libertà. Forse è per questo che si svolge in carcere. L’intera vicenda musicata da Beethoven è rinchiusa in una prigione; ci siamo immaginati che sempre dal carcere la nostra storia ci venga raccontata, 30 anni dopo, da un protagonista di allora: l’allora feroce, oggi ormai un innocuo anziano, Pizarro, condannato all’ergastolo proprio per le malefatte compiute contro Florestano e chissà quanti altri innocenti. Pizarro passa le sue giornate in cella a scrivere, scrivere, leggere e scrivere senza pausa. Perché? Ci siamo posti di fronte a lui e ai suoi diari. Ne è venuto fuori uno spettacolo. Una ricostruzione a posteriori, un documentario, un reportage in cui diamo un ultimo appello a questo “malfattore”. Pizarro si sente maledettamente innocente: perché allora tanti anni addietro fu condannato alla pena più severa? Un processo immaginario che può abitare degnamente la realtà tutta virtuale del teatro. Come restituire tutto ciò nello spazio dorato ed elegante del Teatro all’Italiana? Ma soprattutto… vale la pena di fare tutto questo sforzo? Perché smontare il grande Fidelio? Perché scardinare la struttura di un grande oggetto del passato? A che pro? int. Fidelio_NEW.fh11 23 02 2009 12:30 Pagina 47 C M Y CM MY CY CMY K Per entrarci dentro. Per farla uscire da se stessa. Per farla incontrare a chi non è solito avvicinarla. Per suscitare domande. Per raccogliere l’eredità di questa opera testamento. Vorremo dare senso a tale lavoro mettendo in comunicazione il teatro e il carcere. Fidelio è un’opera che dà spazio e tempo a chi è stato tolto: tale desiderio diventa un imperativo qui, nel progetto Opera futura. Al carcere di Ferrara porteremo i laboratori che abbiamo concepito per le scuole. Per il carcere di Reggio, città da cui parte il progetto, abbiamo pensato a un’attività laboratorio da svolgere con gli utenti della Casa Circondariale. Portarli fuori. Portarli a teatro, e mostrare fattivamente alcuni degli strumenti che noi usiamo per comunicare. La comunicazione… forse il primo modo, il mezzo più nobile per “uscire da sé”. Abbiamo progettato un’attività che unisce teatro, narrazione e video: il tema centrale è il diario, il mezzo che consente al prigioniero Pizarro di ricostruire, ritrovare, riproporre un senso alla propria vita. Negli incontri di lavoro tra dicembre e gennaio abbiamo cercato mezzi e metodi per riuscire a raccontare sé a se stessi, prima che a chiunque altro. Il laboratorio punta a un obiettivo finale: dare voce ad alcune pagine del proprio diario in prima persona e di fronte a una telecamera. Il materiale video costituirà patrimonio che confluisce nello spettacolo Fidelio Off, diari dal carcere. Ma dal laboratorio sono uscite anche pagine importanti, frutto delle elaborazioni, dei pensieri e delle suggestioni degli utenti del carcere. Quelli che seguono sono alcuni esempi. int. Fidelio_NEW.fh11 23 02 2009 12:30 Pagina 48 C M Y CM MY CY CMY K Il falco e il cane ferito C’era una volta un falco bello grosso, gli piace volare e guardare il mondo dall’alto. Un giorno mentre volava ha visto un cane ferito. E’ andato subito ad aiutarlo, era ridotto male punto. Il povero falco ha fatto più del dovuto l’ha curato e gli portava da mangiare per un bel po’ di tempo. Il cane quando si è alzato in piedi, il falco curioso voleva sapere tutto e subito: “Da dove provieni? Chi ti ha fatto così male?” Il cane disse: “Mi sono perso ho avuto un litigio con un lupo”. Il falco disse: “Si vede che stai bene, stai messo bene in forma”. Il cane disse: “Potresti avere la mia stessa possibilità se sei disposto a venire con me dal mio padrone, è una brava persona e gli piaccio no gli animali”. Il falco disse: ”Mi piacerebbe vivere sotto un tetto copert o dalla pioggia e dalla neve”. Il cane disse: ”Dunque seguimi”. E mentre procedono il falco si accorge che il collo del cane è segnato dalla catena: “Amico che significa ciò”. Il cane: “Niente”. Il falco: “La verità ti prego”. Il cane: “Ok mi legano perchè io riposi con la luce e sia vigile al ritorno della notte, io sto tutto il giorno in piedi e devo difendere la casa dai ladri, e la mia ricompensa è che il mio padrone mi riserva qualche ossa dalla mensa, un pezzo di pane, un po’ di tutto. Insomma così senza fatica il mio ventre si riempe”. Il falco disse: “Dimmi, ti è permesso andare via?”. Il cane: “In verità no”. Il falco disse: “Goditi cane i beni che esalti, non mi va di vendere la mia libertà per un pezzo di pane o un tetto, vai vai, io sono un falco mica sono un ciwawa”. Questo fatto mi fa ricordare il mio primo bacio anche se ero ancora ragazzi no, avevo 11 anni e ho conosciuto una ragazza, si chiamava Roberta, era la mia compagna di banco, ma per avere un bacio ho sofferto molto. Era il mio 1° anno in Italia, non sapevo parlare bene l’italiano, e questo era un gran problema, mi metteva in difficoltà. Me lo ricordo bene come se fosse ieri, era la vigilia di Natale, eravamo nelle scale di casa sua. Mentre la baciavo c’erano dei nostri amici che facevano gli scemi, urlavan o. Suo padre ha sentito le urla, si affacciava dalla porta, ci vide e disse: “Cosa fate?”. Io sono rimasto senza parole, l’unica cosa che potevo fare è scappare. E quello che è successo? Perchè era bello grosso basta vederlo. Ti scappa la pipì. A.S. Casa Circondariale di Reggio Emilia int. Fidelio_NEW.fh11 23 02 2009 12:30 Pagina 49 C M Y CM MY CY CMY K Volare come aquiloni senza fili Un gabbiano che sfiora le nuvole, gioca con il vento, segue l’orma dei mari infiniti, si culla nel celo. Amo volteggiare nel cielo muovendomi a passo di danza, per ballare quello che ho dentro, vedo sempre un’alba nuova per godermi un nuovo giorno che forse sarà diverso o uguale a tanti altri, ma fatto sempre di libertà. Ma in un attimo mi sono ritrovato a giocare con il tempo e con la vita. Un falco in picchiata mi ha spezzato un’ala. Sono caduto su una spiaggia deserta, oramai ai miei occhi non appariva più quel cielo che avevo sempre amato, la mia libertà la stavo perdendo per sempre! Ma delle piccole delicate mani mi hanno raccolto, ho sentito un forte calore, una carezza sulla mia ala, un alito di vita ricominciava a vivere dentro me; quel dolore che avevo sentito prima non c’era più; quelle piccole mani mi hanno rialzato verso il cielo, verso il mio caldo sole, ed io come per magia ho ricominciato a volare, lasciando entrare il sole dentro di me, respirando tutta l’aria che potevo... assaporando questa volta ogni istante della mia libertà, e portando nel cuore quelle mani........... Gli occhi vedono solo ciò che è limitato........ guarda con il tuo intelletto e scopri quello che conosci già........ allora imparerai a volare. S.P. Casa Circondariale di Reggio Emilia int. Fidelio_NEW.fh11 23 02 2009 12:30 Pagina 50 C M Y CM MY CY CMY K L’orso e le occasioni perdute C’era una volta un piccolo orso di nome Dino, che viveva insieme a tutta la famiglia in una immensa foresta. Dino, si era innamorato di una piccola cerbiatta che aveva conosciuto nelle vicinanze della sua tana e assieme trascorrevano delle splendide e felici giornate. Mamma cerbiatta preoccupata di quella relazione intensa che i due avevano e visto che erano ancora dei teneri cuccioli, decise di trasferire la piccola cerbiatta all’altro capo della foresta. L’orso Dino non vedendo più in giro la sua piccola “cerbi” - come la chiamava - iniziò a disperarsi e a piangere per il dolore di quella perdita, non mangiava più e per svariati giorni rimaneva rintanato e non voleva parlare con nessuno. Essendo sempre nervoso rispondeva male ai fratelli orsi e iniziò anche a ribellarsi a mamma e papà orso. La vita non sembrava più la stessa, qualcosa era cambiato nel suo animo e decise che era giunto il momento di allontanarsi dalla sua famiglia e dalla tana in cui era cresciuto; così partì senza una meta alla ricerca di qualcosa di indefinito. Durante il girovagare per la foresta conobbe altri orsi sbandati come lui, che non avevano una meta precisa ed erano delle vere e proprie pesti. Spesso si recavano presso le abitazioni degli uomini per razziare il miele in quanto erano dei veri golosi. Dino, avendo ricevuto una educazione rigida nel rispetto della proprietà altrui, inizialmente rinunciò ad andarci, ma vedendo i suoi compagni rimpinzarsi di miele, finì per unirsi alla compagnia, diventando così peggio di loro, era persino diventato sfrontato e audace, il timore era svanito come se non l’avesse ma avuto. Gli uomini, stufi delle continue razzie, decisero di catturare quei lestofanti che portavano continuamente via il loro miele, ottenuto con tanta fatica, così li presero e li rinchiusero in una gabbia presso lo zoo della città. L’orso Dino, ebbe modo di riflettere durante la sua permanenza in gabbia, spesso si domandava se non avesse fatto meglio ad ascoltare i consigli di mamma e papà orso, cioè di accontentarsi di una vita semplice e senza fronzoli o cose superflue, e datosi che il miele non era indispensabile per la loro dieta, ma era solo golosità che spesso gli procurava tanti problemi agli orsi golosi come lui. Dopo tanti anni trascorsi nella gabbia dello zoo, incominciò a sognare una vita semplice e serena, possibilmente in compagnia di una bella orsacchiotta. E nel momento in cui riacquistò la libertà: “Grazie ad una ordinanza che int. Fidelio_NEW.fh11 23 02 2009 12:30 Pagina 51 C M Y CM MY CY CMY K alla riteneva disumano tenere rinchiusi in una spazio così angusto in mezzo ida splend città degli orsi”, mise in atto il suo sogno, s’innamorò di una subito amò orsacchiotta che gli diede alla luce due bellissime cucciole che dal primo istante che le vide. tana, Per circa dieci anni la sua vita trascorse felice, caccia e tana, caccia e do riuscen ma sopraggiunse in anticipo un inverno freddissimo e Dino non a uare a procurarsi la scorta di cibo per andare in letargo e anziché contin un ad e cercarlo, scelse ancora una volta la strada più breve. Decise assiem degli altro orso disperato come lui, di recarsi a valle presso le abitazioni ferito fu uomini per razziare il miele, ma furono accolti a fucilate, Dino in gravemente, l’altro in modo più lieve aggredì chi aveva fatto fuoco, ma , gabbia in un lampo accorsero altri uomini e i due orsi si ritrovarono di nuovo anza l’ordin questa volta per lungo, lungo tempo, datosi che era stata revocata precedente. aver Dino rinchiuso e disperato, ripensava con amarezza al fatto di non il con e, saputo cogliere l’occasione che gli era stata offerta dalla vita indole di o rimpianto di non aver visto crescere le sue cucciolette. Ma essend i positiva e avendo occupato la maggior parte del tempo con degli eserciz gli futuro che gli avrebbero permesso di acquisire delle facoltà che in tà. avrebb ero conse ntito di riacqu istare la tanta sospir ata Liber M.P. Casa Circondariale di Reggio Emilia int. Fidelio_NEW.fh11 23 02 2009 12:30 Pagina 52 C Non ricordare Talvolta si decide che la cosa migliore è : NON RICORDARE. Alla fine, basta poco affinché nella mente si presentino i ricordi, i ricordi del proprio passato. E’ assolutamente vero : il passato non si può cancellare, è il passato che costruisce la storia. Il passato fa parte della storia, il passato è indelebile non si può cancellare. E’ il futuro quello che invece si può costruire e far sì che sia diverso, che il cammino si indirizzi verso determinate direzioni e si abbandoni la via percorsa in precedenza. Guardare una foto, con attenzione, sebbene vi fosse raffigurata una immagine di certo non risalente al mio “passato”, non ha potuto non portare nella mia mente alcuni episodi che poi, riflettendoci bene, mi hanno portato ad abbandonare la strada maestra e intraprendere quella sbagliata che mi ha portato in questo posto. Mi chiamo…. M Y CM MY CY CMY K int. Fidelio_NEW.fh11 23 02 2009 12:30 Pagina 53 C M Y CM MY CY CMY K e, un po’ di tempo addietro, potrebbe essere un anno, così come un lustro o anche più, mi spezzavo le reni a lavorare. Lavoravo onestamente, come muratore, come imbianchino, come idraulico e anche come elettricista. A Santo Domingo basta un poco di buona volontà e sai fare tutto, o meglio, ti fanno fare tutto! Il guadagno?... Poco più di cento euro al mese… Comunque vivevo abbastanza bene. La cervezita muy helada in compagnia degli amici non mancava mai e la serata passava spensierata ascoltando salsa e merengue e naturalmente ballando al suono della tipica e coinvolgente musica caraibica quella musica che ti fa dimenticare le difficoltà e la durezza del quotidiano. Un dia, o meglio una sera, in una terrazza sul malecon, al tavolo accanto si sedette un ragazzo che conoscevo di vista, e notorio a tutti per essere assolutamente squattrinato. Era in compagnia di tre ragazze tre bellissime donne, era ben vestito e fumava sigari di gran marca che una settimana di duro lavoro int. Fidelio_NEW.fh11 23 02 2009 12:30 Pagina 54 C M Y CM MY CY CMY K non bastavano per pagarli. Gli feci un sorriso e mi venne d’istinto domandargli se avesse vinto al lotto o chissà qual altro. Mi rispose : J… alle volte si ha la fortuna a portata di mano e non ci si accorge di averla a così breve distanza. Dopo avermi squadrato a lungo e offerto un sigaro che ricordo benissimo profumava di cannella, mi invita ad andare a casa sua il giorno seguente, che di certo mi avrebbe potuto aiutare. Beh…maldido, maldido quel giorno. Sono andato a trovarlo, mi sono lasciato ammaliare dai suoi discorsi. Non mi ha plagiato perché ritengo di non essere un interdetto. La scelta l’ho fatta di mia spontanea volontà, scelta che mi ha portato in breve a ritrovarmi in questo posto dopo aver rischiato anche la vita. Grazie a tante persone che mi sono state vicine e che continuano ad esserlo tuttora, ho compreso che è tutt’altro ciò che devo fare. Ho riscoperto il piacere per lo studio, d’apprendere cose nuove int. Fidelio_NEW.fh11 23 02 2009 12:30 Pagina 55 C M Y CM MY CY CMY K e essere pronto a spiccare il salto che mi porterà sulla giusta sponda e lontano da quei gorghi dove ero stato risucchiato. Tante cose ci sarebbero ancora da dire e raccontare, ma, come detto prima fanno parte di quel passato immodificabile, e allora perché rivangare sugli errori commessi, se so d’essere certo della loro gravità? J.K. Casa Circondariale di Reggio Emilia int. Fidelio_NEW.fh11 23 02 2009 12:30 Pagina 56 C M Y CM MY CY CMY K int. Fidelio_NEW.fh11 23 02 2009 12:30 Pagina 57 C M CONTRIBUTI Scrittori dal carcere Y CM MY CY CMY K int. Fidelio_NEW.fh11 23 02 2009 12:30 Pagina 58 C M Y CM MY CY CMY K “Ho studiato il modo per paragonare la prigione in cui vivo al mondo” William Shakespeare, Riccardo II, atto V, scena V Mi trovo alla soglia di un altro mondo palpitante. Che Dio abbia misericordia della mia anima. Sono molto triste perché so di aver spezzato il cuore a mia madre, e la mia famiglia deve sopportare il peso dell’angoscia più grande. Ma ho considerato ogni possibilità e ho cercato con ogni mezzo di evitare ciò che è diventato inevitabile: vi siamo stati costretti, io e i miei compagni, da quattro anni e mezzo di atroci disumanità. Bobby Sands, Diario, Prigione di Long Kesh, Leggo, mangio, dormo e penso. Non posso fare altro. [...] Sono anche arcisicuro che sarò condannato e chissà a quanti anni. Tu devi capire che in ciò non c’entra per nulla nè la mia rettitudine, nè la mia coscienza, nè la mia innocenza o colpevolezza. E’ un fatto che si chiama politica, appunto perchè tutte queste bellissime cose non c’entrano per nulla. Tu sai come si fa coi bambini che fanno la pipì nel letto, è vero? Si minaccia di bruciarli con la stoppa accesa in cima al forcone. Ebbene: immagina che in Italia ci sia un bambino molto grosso che minaccia continuamente di fare la pipì nel letto di questa grande genitrice di biade ed eroi; io e qualche altro siamo la stoppa (o il cencio) accesa che si mostra per minacciare l’impertinente e impedirgli di insudiciare le candide lenzuola. Poichè le cose sono così, non bisogna nè allarmarsi, nè illudersi; bisogna solo attendere con grande pazienza e sopportazione. Antonio Gramsci, Lettere dal carcere Com’è possibile: una cella e l’amore? Se mi metto a sedere e a occhi chiusi ripenso a tutte le celle in cui sono stato trovo difficile contarle. In ciascuna era gente, gente int. Fidelio_NEW.fh11 23 02 2009 12:30 Pagina 59 C M Y CM MY e ancora gente... In una due persone, in un’altra centocinquanta. In una sono rimasto cinque minuti, in un’altra una lunga estate. Ma fra tutte quante, la prima cella occupa un posto a sè: è la prima cella in cui hai incontrato i tuoi simili, con lo stesso destino di condannati. Li ricorderai tutta la vita con un’emozione che forse dà solo il primo amore. Prima cella, primo amore da Aleksàndr Solzenicyn, Arcipelago Gulag, 1918-1956. Saggio di inchiesta narrativa, tr. it. Maria Olsùfieva, Arnoldo Mondadori Editore, 1974 Stagioni e temporali E’ il 25 novembre 1975 quando mi condannano. Non rivedrò più le stelle per molti anni. All’inizio non me ne rendo conto, non mi mancano. Poi, all’improvviso, la loro assenza diventa importantissima, come il dolore causato da irritazioni nella mente: una cosa data a lungo per scontata e di cui adesso si sente la mancanza come si sentirebbe la mancanza di un luogo di sepoltura se si morisse nello spazio. Non è naturale non vedere mai le stelle, o la luna, se è per questo: è crudele come privare qualcuno del suono. Da Breyten Breytenbach, A Memory of Sky, tr. it. Maria Luisa Canteralli Sull’isola (...) Di sabato pomeriggio eravamo cristallizzati nel tempo come esemplari di insetti sottovetro; eravamo immobili nel pomeriggio di sole ad aspettare; l’ora delle visite: finchè improvvise come lo schiocco di un libro che vien chiuso ogni opportunità svaniva con il passare dell’ora zero e noi capivamo che un’altra settimana sarebbe dovuta passare. Dennis Brutus, Sudafrica, 1964 CY CMY K int. Fidelio_NEW.fh11 23 02 2009 12:30 Pagina 60 C M Y CM MY CY CMY K Zuppa di erbe (...) Le piante che venivano sradicate nei campi e trasportate con un carro in cucina andavano sottoposte a una cernita prima di finire in pentola. I detenuti che le raccoglievano spesso consegnavano al cuoco anche le radici e quanto vi era attaccato. Sapevano che poi avrebbero mangiato il raccolto, ma non per questo stavano più attenti. Come per ogni altra cosa era stata stabilita una quota giornaliera per la quantità di erba che ciascun prigioniero doveva raccogliere. Le radici e la terra ne aumentavano il peso... “Fare la cernita” non significava separare le piante commestibili da quelle non commestibili. Non c’era pianta raccolta e portata in cucina che non avremmo mangiato. L’espressione non indicava nemmeno lo scarto delle foglie marce e dei gambi schiacciati: chi osava gettarli via era considerato inadatto al lavoro e veniva rimproverato a gran voce dal cuoco. No, “fare la cernita” non voleva dire altro che scuotere via la terra dalle piante. Ed era un lavoro magnifico. Zhang Xianliang, Cina 1960 Uno scambio di prigionieri Eravamo un pugno di uomini inermi di fronte a uno stato potente che disponeva della macchina di repressione più mostruosa del mondo. E avevamo vinto. Questa macchina non era riuscita a fermarci. Era stata costretta a retrocedere. E persino nelle prigioni ci eravamo rivelati troppo pericolosi per essa. Infine, dovevo provare la gioia della liberazione? Mi vergogno a confessarlo, ma non provavo gioia, soltanto un’incredibile stanchezza. Mi succedeva sempre così, prima della scarcerazione. Non volevo nulla, solo quiete e solitudine. Ma non le avevo mai ottenute. E anche adesso sarebbe stato così. Vladimir Bukovskij, ex Unione Sovietica 1971 -1976 int. Fidelio_NEW.fh11 23 02 2009 12:30 Pagina 61 C M Y CM MY Pensava: “Un secolo fa, questo era un monastero: avrebbero mai le sante e penitenti vergini che lo abitavano, immaginato che le loro celle sonerebbero oggi, non più di femminei gemiti e d’inni divoti, ma di bestemmie e di canzoni invereconde, e che conterrebbero uomini d’ogni fatta, e per lo più destinati agli ergastoli o alle forche? E fra un secolo, chi respirerà in queste celle? Oh fugacità del tempo! oh mobilità perpetua delle cose! Può chi vi considera affliggersi, se fortune cessò di sorridergli, se vien sepolto in prigione, se gli si minaccia il patibolo? Ieri, io era uno de’ più felici mortali del mondo: oggi non ho più alcuna delle dolcezze che confortavano la mia vita; non più libertà, non più consorzio d’amici, non più speranze! No; il lusingarsi sarebbe follia. Di qui non uscirò se non per essere gettato ne’ più orribili covili, o consegnato al carnefice! Ebbene, il giorno dopo la mia morte, sarà come s’io fossi spirato in un palazzo, e portato alla sepoltura co’ più grandi onori”. Silvio Pellico, Le mie prigioni CY CMY K int. Fidelio_NEW.fh11 23 02 2009 12:30 Pagina 62 C M Y CM Consiglio di amministrazione Presidente Graziano Delrio Vice Presidente Vicario Giuseppe Gherpelli Giorgio Allari Enrico Baraldi Maria Brini Annusca Campani Elena Montecchi Paola Silvi Revisori dei conti Carlo Reverberi presidente Gianni Boni Roberto Davoli Direttore artistico Daniele Abbado Consulente musicale Cesare Mazzonis Consulente per la Danza e RED Fabrizio Grifasi MY CY CMY K int. Fidelio_NEW.fh11 23 02 2009 12:30 Pagina 63 C Segreteria artistica e organizzativa Costanza Casula Lorella Govi Marina Basso M Y Roberto Fabbi Angelo Martini Lorenzo Parmiggiani Francesca Severini CM MY CY CMY K Gianluca Baroni Maurizio Bellezza Carmine Festa Massimo Foroni Segretario generale Biglietteria Daniela Spallanzani Cinzia Trombini Luca Cagossi Usai Amministrazione Paola Azzimondi Maurizio Ghirri Wilma Meglioli Elisabetta Miselli Gianluca Foscato Renzo Grasselli Alan Monney Concorso “Premio Paolo Borciani” Mario Brunello direttore artistico Luca Prandini Andrea Testa Servizi tecnici di palcoscenico Personale G. Paolo Fontana capo settore Luisa Simonazzi Andrea Gabbi direttore tecnico Federico Bianchi Mauro Farina Brunella Spaggiari Sartoria Monica Salsi Maria Grazia Landini Copia e protocollo Sabrina Burlamacchi Federica Mantovani Maria Carla Sassi Archivio Biblioteca Editoria Susi Davoli capo settore Liliana Cappuccino Stampa, comunicazione e promozione Mario Vighi capo ufficio stampa Paola Bagni Veronica Carobbi Tecnici elettricisti Servizi generali Luciano Togninelli Gianluca Antolini cabinista Marino Borghi Luca Cattini fonico Ousmane Diawara Fabio Festinese Guido Prampolini Roberto Predieri Maria Grazia Conforte Cristina Gabbi Mariella Gerace Giuseppina Grillo Lorena Incerti Claudio Murgia Tecnici macchinisti Sergio Petretich Giuseppe Botosso Patrizia Zanon int. Fidelio_NEW.fh11 23 02 2009 12:30 Pagina 64 C M Y CM MY CY CMY K int. Fidelio_NEW.fh11 23 02 2009 12:30 Pagina 65 C M Y CM MY CY CMY K int. Fidelio_NEW.fh11 23 02 2009 12:30 Pagina 66 C M Y CM MY CY CMY K int. Fidelio_NEW.fh11 23 02 2009 12:30 Pagina 67 C M Y CM MY CY CMY K int. Fidelio_NEW.fh11 23 02 2009 12:30 Pagina 68 C disegno in copertina di Federica Parolini M Y CM MY CY CMY K