CON IL PATROCINIO DI
Sala Verdi del Conservatorio - Via Conservatorio, 12 – Milano
Sabato, 19 dicembre 2015 - ore 21.00
SERIE «A» 2015/2016
Pianista
EDUARD KUNZ
FRANZ JOSEPH HAYDN (1732 - 1809)
Sonata in la maggiore Hob. XVI:12
Andante; Minuetto e Trio (la minore); Finale
FRANZ SCHUBERT (1797 - 1828)
Sonata in la maggiore op.120
Allegro moderato (la maggiore); Andante (re maggiore); Allegro (la maggiore)
PIOTR ILIC CIAIKOVSKI (1840 - 1893)
“Le Stagioni”. Dodici pezzi caratteristici per pianoforte su epigrafi liriche di vari autori
Janvier: Au coin du feu (A.S. Puskin) - Moderato semplice ma espressivo (la maggiore)
Février: Carnaval (P.S. Vjazemkij) - Allegro giusto (re maggiore)
Mars: Chant de l'alouette (A.N. Majkov) - Andantino espressivo (sol minore)
Avril: Perce-neige (A.N. Majkov) - Allegro con moto e un poco rubato (si bemolle maggiore)
Mai: Les nuits de mai (A.A. Fet) - Andantino (sol maggiore)
Juin: Barcarolle (A.N. Plesceev) - Andante cantabile (sol minore)
Juillet: Chant du faucheur (A.V. Kol'zov) - Allegro moderato con moto (mi bemolle maggiore)
Aoùt: La moisson (A.V. Kol'zov) - Scherzo. Allegro vivace (si minore)
Septembre: La chasse (A.S. Puskin) - Allegro non troppo (sol maggiore)
Octobre: Chant d'automne (A.K. Tolstoj) - Andante dolorose e molto cantabile (re minore)
Novembre: Troika (N.A. Nekrasov) - Allegro moderato (mi maggiore)
Décembre: Noël (V.A. Zukovskij) - Tempo di valse (la bemolle maggiore)
EDUARD KUNZ - Nato a Omsk in Siberia, ha studiato con Michail Khokhlov (Scuola Speciale Gnessin
per ragazzi molto dotati), con Andrei Diev (Conservatorio di Mosca), dove si è diplomato con particolare
menzione. È stato medaglia d’oro del Royal Northern College of Music (Londra). Kunz è artista della
Società Filarmonica di Mosca, premiato dal Festival Verbier, è stato un BBC Radio 3 New Generation
Artist (2006–2008), è artista Yamaha. Ha registrato per: BBC Radio 3, Radio France; Deutschland Radio
Kultur. Kunz ha vinto tredici concorsi internazionali, tra cui George Enescu (Bucarest) e il Concorso
Paderewski (New Orleans). Altri riconoscimenti: la medaglia d’argento della Worshipful Company of
Musicians (Londra), della Hattori and Musical Foundation, Dame Myra Hess; della Yamaha Music
Foundation of Europe, e premi delle Fondazioni che portano i nomi di Richter e di Rostropovich a Mosca.
Ha suonato con più di 70 orchestre europee tra cui Philharmonia Orchestra alla Royal Albert Hall di
Londra, Deutsches Symphonie-Orchester alla Philharmonie di Berlino, Royal Stockholm Philharmonic e
l'Orchestre National du Capitole de Toulouse, e direttori quali Tugan Sokhiev, Christian Mandeal, Edward
Gardner e Nikolai Alexeev. Recitals a: Wigmore Hall di Londra, Louvre di Parigi, Concertgebouw di
Amsterdam, Sala Verdi di Milano, Bunka Kaikan di Tokyo, Kyoto Concert Hall e una serie di concerti a
Dubai. Kunz ritorna in Russia regolarmente e si è esibito con la Filarmonica Nazionale Russa e la San
Pietroburgo Philharmonic Orchestra e ha tenuto recital alla Casa Internazionale della Musica e alla Sala
Grande del Conservatorio di Mosca. Il recente tour di 17 date in Romania con le opere complete di Enescu
per violino e pianoforte insieme al violinista Alexandru Tomescu ha portato a un concerto in onda su
TVR1 in prima serata e una registrazione di un doppio CD uscito nel settembre 2015. Registrazioni dal vivo
di opere di Scarlatti, Beethoven, Schubert e Paderewski Kunz ama insegnare e ha tenuto masterclasses
presso i Conservatori di Erevan, Chisinau, Oslo e Mosca. Primo tour della Cina a novembre 2015, con sei
concerti e masterclass nei sei principali Conservatori, con nuovo invito per il giugno 2016. Kunz vive a
Bucarest con la moglie e la figlia.
NOTA DI PASSAGGIO
Kunz può suonare “per caso” a Londra o a New York, o a Berlino, o a Parigi. A men grandi di lui ciò capita e
ancor capiterà. Diceva Busoni che quando s’infittiscon questi “casi”, allora è FAMA. Giova aggiungere, forse di
nostro, che il Busoni ebbe allievo, per felice "caso", IGNAZ FRIEDMAN (!). Il padre di Sviatoslaw Richter non
aveva dubbi sull’essere Friedman “number one” nel secolo e lo ascoltava ogni anno e non “per caso”. E lui
suddito e Friedman il suo Re. Busoni di quel “casuale” allievo non se ne fece nulla! Era Ferruccio, era e restava un
“intellettuale”. Le “Serate Musicali”, nate ritardatarie, quasi un ventennio dopo la scomparsa del Dio delle
Mazurche (di Chopin), non si diedero pace di non poterlo mai più invitare. Il sottoscritto, ospite nella sua casa tra
i monti, dovette contentarsi di suonare sul Blüthner di Friedman (meccanica a spillo) e vi tentò lo Studio di
Chopin n.7 op.10, di cui il Dio delle Mazurche aveva dato trasfigurazione per l’eternità. E qui la figlia ebbe un
trasalimento. Le “Serate”, non potendo più invitare il Friedman, si consolarono con Shura Cherkassky il quale –
anima persa- ignorava d’essere un altro Friedman. L’Italia del ventennio si macchiò gravemente, quando negò a
Friedman l’ospitalità. Perse il più grande degli artisti che le chiedeva d’essere adottato. Le “Serate Musicali”
esangui e martoriate, plagiate e perseguite al tempo stesso, insomma in pericolo di vita, fin dal primo giorno,
adottarono il lor Shura Cherkassky. Fu quasi postuma consolazione. E Shura, l’indifeso, il male-amato, campione
d’ogni misconoscenza, salvatosi dall’alcool e dal fango, fu gigante tra noi. Nello spirito nostro, fu gigante. E gli
brillò una lacrima sul viso, quando mi disse: «Hans, tra noi c’è comunione!». E ogni volta mi ripeteva Shura, una
domanda: «Non c’è qualcuno qui, da queste parti, che suoni con anima?». Io la verità non la volevo dire. Di questi
tempi l’anima a che serve? Allora rispondevo:«Ma non sapete che è proprio l’anima il grande veleno?». Parlavo
vanamente e inutilmente. E scrivo anche vanamente e inutilmente. Per poi dover sempre chieder scusa. Di quel
che scrivo e di quello che non scrivo. Kunz mi da’ una mano. Un alibi lui non me lo nega. È già “storico” Kunz,
ai miei occhi. Tornasse Shura, alla sua domanda: «Non c’è qualcuno qui da queste parti che suoni con anima?»,
avrei la risposta: «Si chiama Kunz». Lo invitai una prima volta e per trovargli un motto scrissi: “After Horowitz”.
Intendendo la via di Scarlatti nostro, via aperta non senza poesia da Horowitz, quasi un dono all’immemore Italia.
Ma intendevo con Kunz di andare avanti e più dentro nei tasti, nel cuore. In solitudine sì, ma avanti. E Kunz non
mi ha tradito! Più dentro nei tasti e nel cuore. Questa sera le “Serate Musicali” tornan “Serate –Pro Veritate”. Non
sempre ciò è possibile. Stasera sì. Busoni non ci capirebbe. Nemmeno Paderewski (che lodava Moritz von
Rosenthal, allievo di Liszt, che per stroncarlo si dovette ricorrere niente meno che a Brahms). Nemmeno
Godowski, il super pedante, che tormentò a sangue il nostro Shura. Ci capirebbe Shura che diceva: «E forse noi
siamo rimasti soli!». Anche Shura si sentirebbe meno solo. Alla terza volta che le “Serate Musicali” invitano Kunz,
E NON PER CASO, Kunz è già LEGGENDA? Fate voi! (H.F.)
Si raccomanda di spegnere i telefoni cellulari - É vietato registrare senza l’autorizzazione dell’artista e dell’organizzazione
FRANZ JOSEPH HAYDN - Sonata in la maggiore Hob. XVI:12
Anche nel comporre musica per pianoforte Haydn non difettò mai di una vena creativa e
innovativa. Sebbene dovesse comporre per l’estensione relativamente limitata del fortepiano
o dei primi prototipi di pianoforte, la sua immaginazione non aveva confini e la sua musica
si adatterà naturalmente al colore e all’ampiezza del moderno pianoforte gran coda. Le sue
Sonate per pianoforte rispettano meno i dogmi formali rispetto a quelle di Mozart e sotto
alcuni aspetti si possono considerare fonte d’ispirazione per Beethoven. Come in altre sue
grandi composizioni, Haydn fa viaggiare le sue idee musicali attraverso un lungo e tortuoso
cammino, a tratti mozzafiato, che tocca una vastissima gamma emotiva dai diversi caratteri.
Hoboken, nel suo catalogo della produzione di Haydn, elenca 52 Sonate per pianoforte
(Christa Landon ne calcola 62, sebbene alcune siano rappresentate da soli frammenti). Le
ultime quattro Sonate (per Hoboken nn. 49-52 e per Landon nn. 59-62) sono impareggiabili
esempi del genio di Haydn, ma anche le prime Sonate non sono da meno, come la Sonata in
programma questa sera.
FRANZ SCHUBERT - Sonata in la maggiore op.120
Rispetto ad altre Sonate di Schubert, l'op. 120 in la maggiore, composta nel 1819 e
pubblicata postuma nel 1829, è una Sonata "piccola". Centotrentatre battute nel primo
tempo invece delle circa duecento che per Schubert costituivano una misura ordinaria, tre
tempi invece di quattro, quattordici pagine a stampa invece delle venticinque e delle diciotto
delle due precedenti Sonate complete (le opere 122 e 147). Sia per questa sua snellezza di
proporzioni, sia per un tono affettivo intimo e tenero che è l'immagine stessa della più
tradizionale Vienna schubertiana, sia per l'indicibile fascino del secondo tema del finale
(ampiamente sfruttato nell'operetta La casa delle tre ragazze, sorta di telenovela ante litteram
sulla vita di Schubert), la Sonata op. 120 godette fin dalla fine del secolo scorso di una
popolarità che fu per un lungo tempo negata alle sue consorelle maggiori e che nella prima
metà del nostro secolo fu raggiunta soltanto dalla Sonata in si bemolle maggiore D. 960. La
costruzione del primo tempo risponde ad una economia di mezzi che nel secondo decennio
dell'Ottocento era ormai del tutto insolita. Più che un primo tema, Schubert presenta
all'inizio una piccola canzone in tre parti (esposizione, sviluppo, riesposizione), agganciata
direttamente, senza episodio di collegamento, al secondo tema che è invece un tema vero e
proprio, subito sviluppato e che esaurisce l'esposizione senza il consueto episodio di
conclusione. Il grande sviluppo sembra impostato in modo monumentale, con imitazioni
canoniche ed una densa sonorità di tipo orchestrale. Ma il climax scoppia subito e non è
tanto tematico quanto piuttosto dinamico, vitalistico, con grandi scale gioiose in ottave il cui
slancio è tanto intenso quanto breve; un altro episodio di sviluppo serve in realtà ad
annunciare il sospirato ritorno del bellissimo primo tema. La riesposizione è
tradizionalissima; una breve coda riporta ancora all'attenzione, per l'ultima volta, il primo
tema. Schubert sfugge dunque, nel primo tempo, alla dialettica beethoveniana del contrasto
tra i temi, dello sviluppo, della catarsi, soffermandosi voluttuosamente su un primo tema già
in sé completo ed affiancandogli un secondo tema dai contorni più ondeggianti. Nel
secondo tempo Schubert rinuncia addirittura al secondo tema e lavora su un tema unico,
variandolo soprattutto nella strumentazione pianistica e facendogli assumere così due aspetti
ben diversificati. Di estrema sottigliezza è il piano tonale: re maggiore - fa diesis minore - sol
maggiore - re maggiore - re minore - re maggiore. Piano tonale e varianti di strumentazione
creano un rapporto, incantevole nella sua vaghezza, con la struttura della forma-sonata: re
maggiore (tema), fa diesis minore (variante principale del tema), sol maggiore (sviluppo), re
maggiore (tema), re minore (variante principale del tema), re maggiore (coda). L'ultimo
tempo è in forma-sonata, bitematica e tripartita, con una struttura un po’ più complessa del
primo tempo perché tra i due temi si inserisce un episodio di collegamento. Tutta
l'attenzione è qui spostata però sul secondo tema, celeberrimo, come s'è detto, che viene
sviluppato e variato. La riesposizione non inizia dalla tonalità principale (la maggiore) ma
dalla tonalità della sottodominante (re maggiore).
PIOTR ILIC CIAIKOVSKI - Le Stagioni
Nel passato i giornali e le riviste fornivano maggiori servizi sul piano culturale, basti pensare
alla nascita delle Stagioni di Ciaikovski! Nikolaj Bernard, caporedattore di un mensile dal
nome squisitamente letterario, «Nuvellist», diede incarico al compositore di scrivere 12 pezzi
per pianoforte, con l'impegno di diffonderli in edicola a ogni numero della pubblicazione.
Fu così che i lettori di San Pietroburgo, acquistando una copia della rivista fra il gennaio e il
dicembre del 1876, potevano trovarsi fra le mani uno spartito e alla fine dell'anno far rilegare
il tutto, ottenendo un curioso esempio di almanacco musicale o di calendario per tastiera,
secondo i gusti della musica da salotto. La leggenda, secondo la quale Ciaikovski avrebbe
dato poca importanza al tipo di commissione, dando addirittura incarico al proprio
domestico (l'amato Alexis Sofronov) di ricordargli puntualmente l'incombenza, sembra
assolutamente destituita di ogni fondamento. Lo testimonia il fatto che gli ultimi sette
numeri furono composti simultaneamente, nel maggio di quell'anno, prima della partenza
per un viaggio all'estero. Logico che con un titolo del genere, su ogni pezzo incombesse una
moltitudine di riferimenti bozzettistici, legati al periodo dell'anno, al tipo di festività e ai vari,
ciclici, accadimenti stagionali: lo scoppiettare della legna sul fuoco (Gennaio), l'atmosfera
festosa del Carnevale (Febbraio), il verso melodioso delle allodole (Aprile), la piena luminosità
delle notti bianche d'estate (Maggio), via via fino al risuonare dei corni da caccia (Settembre)
e alle sfumature ingiallite dei giardini autunnali (Ottobre). Ciascuno di questi brani, con un
trattamento squisito dei parametri armonici e un profilo unico della melodia, recava in testa
una breve citazione letteraria tratta da scrittori russi più o meno noti (Pushkin, Vjazemskij,
Majkov, Nekrasov), oltre a uno specifico riferimento-guida. Un simile accostamento
retorico si verifica anche nei pezzi estratti questa sera dalla raccolta. Gennaio, Accanto al
fuoco, in la maggiore, è un idillio schumanniano, un benessere lirico e pacifico - ravvivato nel
mezzo da ghirlande di arpeggi, come dei guizzi di fiamme. Febbraio, Carnevale - Allegro giusto
in re maggiore - scena di massa popolare, sonora, esuberante, piena di vita. Marzo, Canto
d’allodola - Andantino espressivo in sol minore - il più breve dei dodici pezzi, la melodia è ornata,
la stilizzazione volutamente ingenua. Aprile, Bucaneve - Allegretto con moto e un poco rubato in si
bemolle maggiore - di un lirismo ingenuo; dialogo melodico tra la parte superiore e il mezzo su
figure di accordi, con alcuni ornamenti dai tratti importanti. Maggio, Le notti bianche Andantino in sol maggiore -oppone una parte A serena e maestosa, con una melodia sostenuta
da accordi arpeggiati, a una parte B febbrilmente agitata. Giugno, Barcarola- Andante cantabile
in sol minore, è il più noto brano della raccolta, un capolavoro che fece il giro del mondo,
testimonianza d’un impagabile genio melodico e di una mai smentita melanconia; Più che
Barcarola è Elegia, con effetti di eco e di controcanto soprattutto nella ripresa. Luglio,
Canzone dei falciatori - Allegro moderato con moto in mi bemolle maggiore; Agosto, La messe, Allegro
vivace in si minore: questi due brani costituiscono un dittico, il primo sano e positivo, è un
quadretto di vita e un ritratto psicologico; il secondo rievoca piuttosto il riposo dei falciatori
nel caldo del mezzogiorno. Settembre, La caccia, Allegro ma non troppo in sol maggiore. Sonoro,
dinamico, ma molto esteriore con una scrittura armonica privata delle sottigliezze
contrappuntistiche proprie degli altri brani. Ottobre, Canto d’autunno - Andante doloroso e molto
cantabile in re minore - una melodia quasi “chanson triste”. Novembre, Troika, Allegro moderato
in mi maggiore - una corsa sulla slitta che si fa largo fra nugoli di neve, immortalata dalle
impareggiabili dita di Rachmaninov. Dicembre, Natale, Tempo di valzer in la bemolle maggiore.
La raccolta termina in tempo di valzer, con eleganza e serenità, in una scena di interni della
buona società.
PROSSIMO CONCERTO
Lunedì 21 dicembre 2015 – ore 21.00 (Sala Verdi del Conservatorio – Via Conservatorio, 12 – Milano)
(Valido per A+F; A; COMBINATA 2; ORFEO 2; A2)
ORCHESTRA A. VIVALDI - Dir. LORENZO PASSERINI - Fl. TOMMASO BENCIOLINI Pianisti SCIPIONE SANGIOVANNI, ALESSANDRO TREBESCHI
J. S. BACH Partita in la minore per flauto solo BWV 1013 - S. COLASANTI Partita per flauto e archi (2015)P. RATTI La pietra lunare op. 22/b - W. A. MOZART Concerto in do maggiore K 415 (pf. TREBESCHI) F. LISZT Concerto n. 2 per pianoforte e orchestra in la maggiore (pf. SANGIOVANNI)
Biglietti: Intero € 30,00 - Ridotto € 25,00
Lunedì 11 gennaio 2016 – ore 21.00 (Sala Verdi del Conservatorio – Via Conservatorio, 12 – Milano)
CICLO«LE ULTIME SONATE» II
Pianista Sir ANDRAS SCHIFF
W. A. MOZART Sonata n. 17 in si magg. KV 570 - L. v. BEETHOVEN Sonata n.31 in la diesis magg. op. 110
F. J. HAYDN Sonata n. 61 in do magg. Hob. XVI:51 - F. SCHUBERT Sonata in la magg. D 959
Biglietti: Intero € 30,00 - Ridotto € 25,00
Lunedì 18 gennaio 2016 – ore 21.00 (Sala Verdi del Conservatorio – Via Conservatorio, 12 – Milano)
Violinista DOMENICO NORDIO - Pianista HANS FAZZARI
Biglietti: Intero € 20,00 - Ridotto € 15,00
Venerdì 22 gennaio 2016 - ore 21.00 (Sala Verdi del Conservatorio – Via Conservatorio, 12 – Milano)
Violoncellista ALEXANDER CHAUSIAN - Pianista EVGHENY SUDBIN
A. BORODIN
Sonata in si minore per violoncello e pianoforte (1860)
S. RACHMANINOV
Vocalise per violoncello e pianoforte
P. HINDEMITH
Sonata op.25 III (violoncello solo)
C. FRANCK
Sonata in la maggiore
Biglietti: Intero € 20,00 - Ridotto € 15,00
ASSOCIAZIONE «AMICI DELLE SERATE MUSICALI»
2014/2015201 2022001122013/2014ICALI»
Presidente Onorario
Luigi Crosti
Roberto Fedi
***
Ugo Friedmann
Soci Fondatori
Camilla Guarneri
Carla Biancardi
Miriam Lanzani
Franco Cesa Bianchi
Mario Lodigiani
Giuseppe Ferreri
Paolo Lodigiani
Emilia Lodigiani
Amelia Mazzeo
Enrico Lodigiani
Maria Candida Morosini
Luisa Longhi
Rainera e Mario Morpurgo
Stefania Montani
Ede Palmieri
Gianfelice Rocca
Tinetta Piontelli
Luca Valtolina
Adriana Ragazzi Ferrari
Amici Benemeriti
Giovanna e Antonio Riva
Alvise Braga Illa
Elisabetta Riva
Pepi Cima
Luisa Robba
Fondazione Rocca
Alessandro Silva
Thierry le Tourneur d’Ison Maria Giacinta Talluto
Società del Giardino
Roberto Tremi
Amici
Maria Luisa Vaccari
Giovanni Astrua Testori Marco Valtolina
Maria Enrica Bonatti
Beatrice Wehrlin
Hans Fazzari
Luigi Bordoni
Soci
Antonio Belloni
Beatrice Bergamasco
Umberto e Giovanna
Bertelè
Elisabetta Biancardi
Mimma Bianchi
Valeria Bonfante
Isabella Bossi Fedrigotti
Maria Brambilla Marmont
Giuliana Carabelli
Giancarlo Cason
Piera Cattaneo
Egle Da Prat
Maya Eisner
Federico ed Elisabetta
Falck
Silvana Fassati
Carlo e Anna Ferrari
Luisa Ferrario
Anna Ferrelli
Maria Teresa Fontana
Matilde Garelli
Felicia Giagnotti
Giuseppe Gislon
Maria Clotilde Gislon
Fernanda Giulini
Ferruccio Hurle
Vincenzo Jorio
Giuliana e Vittorio Leoni
Giuseppe Lipari
Maria Giovanna Lodigiani
Eva Malchiodi
Lucia ed Enrico Morbelli
Luisa Consuelo Motolese
Josepf Oskar
Denise Petriccione
Rosemarie Pfaffli
Raffaella Quadri
Anna Maria Ravagnan
Giustiniana Schweinberger
Paola e Angelo Sganzerla
Franca Soavi
Andrea Susmel
Giuseppe Tedone
Adelia Torti
Graziella Villa
«SERATE MUSICALI» AMICI STORICI
Fedele Confalonieri
Mediaset
Giuseppe Barbiano di
Belgiojoso
Ugo Carnevali
Roberto De Silva
Roberto Formigoni
Gaetano Galeone
Società del Giardino
Gianni Letta
Mario Lodigiani
Roberto Mazzotta
Francesco Micheli
Arnoldo Mosca
Mondadori
Silvio Garattini
Robert Parienti
Paolo Pillitteri
Fulvio Pravadelli
Quirino Principe
Gianfelice Rocca
Fondazione Rocca
Carlo Sangalli
Fondazione Cariplo
Luigi Venegoni
Giuseppe Ferreri
Banca Popolare di Milano
Camera di Commercio di
Milano
Publitalia
*****
Diana Bracco
Martha Argerich
Marina Berlusconi
Cecilia Falck
Vera e Fernanda Giulini
Emilia Lodigiani
Maria Grazia Mazzocchi
Conservatorio G. Verdi Milano
Francesca Colombo
Stefania Montani
Cristina Muti
Simonetta Puccini
Rosanna Sangalli
Elisso Virsaladze
Juana Zayas
Flavia De Zigno
Bianca Hoepli
*****
Carlo Maria Badini
Alberto Falck
Oscar Luigi Scalfaro
Giovanni Spadolini
Leonardo Mondadori
Giuseppe Lodigiani
Giancarlo Dal Verme
Tino Buazzelli
Peter Ustinov
Franco Ferrara
Franco Mannino
Carlo Zecchi
Shura Cherkassky
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Pianista EDUARD KUNZ