Sala Verdi del Conservatorio – Via Conservatorio, 12 – Milano Giovedì, 25 febbraio 2010 – ore 21.00 SERIE «A» 2009/2010 «Gemelli del pianoforte» Pianisti FRANCESCO E VINCENZO DE STEFANO FRANZ LISZT Concerto Patetico op. 20 BEDŘICH SMETANA La Moldava CHICK KOREA Imaginings Contest n. 3 CAMILLE SAINT - SAËNS Danza Macabra op. 40 FREDERICH CHOPIN Rondò in do maggiore op. 73 IGOR STRAVINSKI La Sagra della Primavera In collaborazione con Giordano Consulting FRANCESCO E VINCENZO DE STEFANO "Un duo pianistico straordinario" (Ferruccio De Bortoli, Corriere della Sera - 10° Giorno della Memoria) "one of the most renowned duo-piano teams before the public today" (Miami Herald 27/03/07) Francesco e Vincenzo De Stefano sono gemelli e sono nati a Reggio Calabria il 26 gennaio 1986. A 9 anni tengono il loro primo recital in pubblico. A soli quindici si diplomano con il massimo dei voti, la lode e la menzione d’onore presso il Conservatorio di Vibo Valentia sotto la guida di Paolo Pollice. Successivamente si perfezionano presso l’Accademia Internazionale “Incontri con il maestro” di Imola. Una grande influenza alla loro formazione è stato l’incontro, seguito dagli anni di studio, con Vincenzo Balzani. Si sono perfezionati sotto la guida di Aquiles Delle Vigne al Mozarteum di Salisburgo e alla Hogeschool voor Muziek di Rotterdam dove hanno conseguito la Laurea di Specializzazione con dieci e lode. Francesco e Vincenzo De Stefano sono stati premiati in oltre 100 concorsi nazionali e internazionali sia come solisti sia in duo e hanno vinto i maggiori concorsi per duo pianistico. Dopo la conquista al “Dranoff” International Two Piano Competition di Miami hanno vinto il 1° Premio del Mozarteum di Salisburgo, all’International Piano Duo Competition di Tokyo, al Premio Bucchi di Roma, al Music and Earth International Competition di Sofia, Tim 2006, “Mendelssohn Cup” di Taurisano, “Schubert” nella Repubblica Ceca, International Web Concert Hall Competition Usa, il “Prix Special du Jury” al Concours International de Valberg in Francia nel 2009 e lo scorso settembre il 1° premio al “Grieg” di Oslo. Hanno suonato nelle sale più prestigiose: Carnegie Hall di New York, Lincoln Theater di Miami, Wiener Saal e Großer Saal di Salisburgo, De Doelen Theater di Rotterdam, Gewandhaus di Lipsia, Bosendorfer Saal di Vienna, Liszt Hall di Budapest, Teatro Dal Verme e Conservatorio Verdi di Milano, La Sapienza di Roma. Sono regolarmente invitati da importanti istituzioni concertistiche: MiTo, Serate Musicali di Milano, Radio Vaticana, Bellini di Messina, i Festivals di Brno, Leipzig, Oslo, Nizza, Spoleto, Antidogma di Torino, Ibla di New York, la Giornata Europea della Cultura Ebraica della Memoria. Hanno realizzato un Dvd che testimonia il premio vinto al Perrenoud Foundation International Competition di Vienna nel 2008 con la Sacre du Printemps di Stravinsky e Rémini - scences de Don Juan di Liszt. Sky Classica sta realizzando un documentario su di loro. Sono ospiti per la seconda volta di Serate Musicali. www. destefanopianoduo. com Pianoforte SI RACCOMANDA VIVAMENTE DI SPEGNERE I TELEFONI CELLULARI, DI NON LASCIARE LA SALA DURANTE L’ESECUZIONE E DI EVITARE IL PIÙ POSSIBILE QUALSIASI DISTURBO!! Si ricorda che è vietato registrare senza l’autorizzazione dell’Artista e dell’organizzazione Tre domande al Duo De Stefano Qual è il criterio seguito per la scelta di questo programma? Abbiamo scelto questo programma perché siamo convinti che possa sorprendere e incuriosire sia gli appassionati, che gli ascoltatori meno esperti, comprende infatti l’ unica composizione che Chopin scrisse per due pianoforti (Rondò op. 73), la grande trascrizione fatta dall’ autore per pianoforte a 4 mani del Sacre di Stravinski, la novità di Chick Korea, il Liszt innovatore della forma Concerto e anticipatore della sua Sonata, con il Concerto Pathetique. E ancora il carattere “nazional-popolare” nel tema della Moldava di Smetana, che rappresenta la glorificazione della terra Boema, con un grande affresco del fiume che sfocia, in una Marcia trionfale, su Praga e la popolarità indiscussa della Danze Macabra di SaintSaens. Tutte composizioni originali scritte dagli autori per pianoforte a 4 mani e 2 pianoforti e che ben si adattano alla ricchezza e alle capacità timbriche del pianoforte. Di chi è la trascrizione di Stravinski per pianoforte a 4 mani ? Stravinski compose una versione per pinoforte a 4 mani de Le Sacre du Printemps prima di aver finito la partitura orchestrale. Fu pubblicata prima nel 1913 e poi in forma completa nel 1921. La versione a quattro mani della Sagra venne eseguita per la prima volta nel maggio del 1912, in forma privata, da Claude Debussy e da Stravinski stesso: egli, attraverso una scrittura pianistica assai virtuosistica, ottiene sonorità brillanti e percussive di grande impatto. Questa versione, senza perdere in forza e incisività, offre un’angolazione diversa di fruizione e conoscenza dell’opera rispetto alla definitiva versione orchestrale. A causa della prima guerra mondiale, ci sono state poche esecuzioni del balletto negli anni successivi la sua composizione. Questo ha reso la versione per pianoforte a 4 mani più conosciuta all’ epoca rispetto al balletto. L’interpretazione de Le Sacre du Printemps è uno dei nostri “cavalli di battaglia” più ammirato e apprezzato dalle giurie internazionali dei vari Concorsi vinti in tutto il mondo: da Miami nel 2005, al Bucchi di Roma nel 2006, da Tokyo nel 2007 a Vienna nel 2008, dalla Repubblica Ceca nel 2009 fino a Oslo e alla Francia nel 2009 oltre al successo ottenuto in sale come Carnegie Hall nel 2007. Nell’ ottobre del 2008, durante un recital live tenuto alla Sala Bosendorfer di Vienna, abbiamo realizzato un DVD-CD di quest’opera assieme alle Reminiscenze del Don Giovanni. Come mai Corea? Amate anche la musica jazz? La domanda sarebbe perché non aprirsi al buon jazz classico come questo brano in stile Fandango? Imaginings Contest è uno dei tanti brani che è abbiamo studiato per i concorsi. Infatti è stato commissionato all’autore dal Concorso Allegro Vivo di San Marino, dove nel 2004 abbiamo vinto un premio speciale proprio per la musica contemporanea. Assieme a Urban Pulse (2005) di Marcel Bergmann, che il pubblico ricorderà per il bis al concerto dello scorso anno, questo di Korea è una brano che ci piace particolarmente. Non diremmo di amarlo, ma non possiamo che esserne interessati, in quanto esso è uno sviluppo dei ritmi presenti nella musica di Debussy, Ravel, Stravinski. FRANZ LISZT Concerto Patetico op. 20 (1811-1886) Il Concerto Patetico, scritto nel 1865, è l’opera più ambiziosa di Liszt per due pianoforti, senza orchestra. Ne esistono almeno due versioni per pianoforte solo, elaborate da altri compositori. Liszt ne compose una prima versione nel 1851 con il titolo di Grosses ConcertSolo, che condivide le caratteristiche strutturali della molto più famosa Sonata in si minore (soprattutto la forma senza distinzione di movimenti) e per cui cercò il titolo più appropriato fra molti (Concerto senza orchestra, Pezzo da Concerto ecc.). L’adattamento per due pianoforti dalla versione dalla prima stesura per pianoforte solo, rappresenta probabilmente un compromesso in quanto l’idea originale era quella di aggiungere un accompagnamento orchestrale. Il fatto che il Grosses Concert-Solo sia stato oscurato dalla successiva versione per due pianoforti ne ha velato l’importanza nella produzione lisztiana, dal momento che questo brano anticipa molte delle caratteristiche salienti del suo capolavoro, la Sonata in si minore. Nel Concerto Patetico Liszt sembra molto più interessato agli effetti orchestrali che alle innovazioni strutturali, dal momento che lasciò inalterato il disegno generale della versione per pianoforte solo. Le suggestioni di una versione concertistica traspaiono in alcune note come “quasi arpa”, “quasi timpani” etc. La parte del primo pianoforte è molto più virtusistica. Infatti coloro che hanno trascritto il Concerto (Eduard Reuss nel 1885, corretto da Liszt; Richard Burmeister nel 1907 e Gábor Darvas nel 1952), hanno incorporato il secondo pianoforte nella parte orchestrale. Liszt nella sua produzione ha sempre rigettato l’idea di comporre un’ opera in quattro movimenti. Il titolo, di per sé una contraddizione di termini, dimostra che il carattere della musica era diventato importante quanto la forma. L’aggettivo “Patetico” denota un carattere retorico - appassionato, che vuole evocare una certa qualità eroica (ricordiamo la Sonata “Patetica” op. 13 di Beethoven o lo Studio op. 8 n. 12 “Patetico” di Scriabin). BEDŘICH SMETANA La Moldava (1824 – 1884) Smetana pose le basi di un linguaggio musicale di carattere nazionale che, nonostante i continui richiami a modelli stranieri - in particolare a Hector Berlioz e a Franz Liszt valorizzò il patrimonio culturale etnico della Boemia (miti, danze, canzoni), assegnando alla sua nazione un ruolo di primo piano nella musica europea del secondo XIX° secolo. Ebbe grande influenza su Antonín Dvořák, il quale pure usò temi cechi nelle sue opere, e su molti compositori posteriori cechi e non (come Arnold Schönberg). La Primavera di Praga, festival di musica classica, si apre ogni anno il 12 maggio, data della sua morte, con un'esecuzione della Moldava. "La Moldava", ispirata a un testo poetico, ad aspetti della natura e a immagini pittoriche, è il più celebre dei sei poemi sinfonici con cui Smetana descrive la sua terra e il fiume Moldava, che segue in tutto il suo percorso, dalla sorgente alla foce. Il pezzo è caratterizzato da una struttura molto libera, adatta allo scopo descrittivo che Smetana si proponeva. Questa libertà non impedisce di distinguere tre parti: una prima dove vengono "narrati" la nascita del fiume e il suo percorso tra i villaggi e i boschi; una seconda in cui la musica ricrea l'atmosfera incantevole della notte; una terza in cui il fiume arriva trionfalmente a Praga dopo aver superato alcune rapide. L' autore indica alcuni spunti della partitura che sono: 1 - Le sorgenti della Moldava. 2 - Caccia nel bosco. 3 - Nozze di contadini. 4 - Chiaro di luna.. 5 - Rapide di San Giovanni. 6 - La Moldava nel suo corso largo. 7 - Motivo del Vyserhad. CHICK COREA Imaginings Contest n. 3 (1941) Chick Corea sul suo brano il 23.09.08: «Sono onorato che mi sia stato richiesto di scrivere dei brani per pianoforte per il Concorso Pianistico di San Marino. Spero che i pianisti si divertano a suonare le mie tre "Imaginings". Ho deciso di scriverle con uno stile semplice e melodico, molto simile a ciò che si può trovare in un'improvvisazione jazz per pianoforte. Credo che i brani possano presentare alcune difficoltà di tipo ritmico. Mando i miei miglior auguri a tutti i pianisti e non vedo l'ora di ascoltare la loro interpretazione dei miei tre piccoli pezzi». CAMILLE SAINT-SAËNS Danza Macabra op. 40 (1835-1921) La Danza Macabra op. 40 nacque, in origine, come lirica per voce e pianoforte ispirata a una poesia di Jean Lahor; le difficoltà che i cantanti trovavano nell’intonare la melodia convinsero Saint-Saëns a trasformare il pezzo in un poema sinfonico per orchestra, che fu eseguito per la prima volta ai Concerts Colonne di Parigi il 24 gennaio 1875, con successo contrastato. A dimostrarsi fin da subito entusiasta della Danse macabre fu invece Franz Liszt, che ne curò una trascrizione per pianoforte che contribuì non poco alla divulgazione e al successo dell’opera. Tra le opere ispirate alla leggenda della morte che a mezzanotte danza in mezzo agli scheletri usciti dalle tombe, la Danse macabre di Saint-Saëns è quella che con maggior decisione trascura l’interpretazione romanticodemoniaca, per privilegiare invece un discorso improntato soprattutto all’ironia e all’umorismo, con effetti evocativi assai spassosi (lo stridere delle ossa evocato, nella versione orchestrale, dal suono dello xilofono; la citazione nient’affatto terrificante del Dies Irae). FREDERICH CHOPIN Rondò in do maggiore per due pianoforti op. 73 (1810-1849) Pubblicato postumo (1855) da Fontana. C. scriveva a Tytus Woyciechowski (9 sett. 1828): «A Sanniki ho rifatto il Rondò in do (l’ultimo se ti ricordi) per 2 pianoforti; oggi l’ho provato con Ernemann ed è andato benino». Sanniki è un villaggio a poca distanza da Varsavia dove C. fu per villeggiatura dagli amici Prusak, dopo aver finito il II° anno alla Scuola Superiore di Musica. Ernemann era un pianista tedesco di precedente generazione, assunto da Elsner come professore al Conservatorio di Varsavia. La lettera sembra indicare che il Rondò era stato rifatto (infatti si scoprì a Vienna una versione per un pianoforte). La versione valida per C. è quella per due pianoforti. C. non riuscì a presentare il Rondò al pubblico. Esso è a 5 sezioni e 2 temi. Il Tema del Ritornello (in do maggiore, 8 misure) è lieve e spiritoso, esposto dal primo pianista, ripetuto con varianti dal secondo. Il Tema principale dei Couplets reca “semplice, senza ornamenti”, che significa che l’esecutore doveva astenersi dall’inserire i propri ornamenti. L’ultima apparizione del Ritornello è la più breve di tutte. L’episodio che segue e conclude il Rondò “con molto fuoco e sempre accelerando sin al fine” è una Coda di grande slancio e un po’ trionfalistico, se vogliamo e come vuole la tradizione (alla mis. 389 troviamo uno dei rari “fff” di Chopin). IGOR STRAVINSKI La Sagra della Primavera (1882-1971) La Sagra della Primavera (titolo originale Le Sacre du Printemps) è un balletto rappresentato per la prima volta a Parigi il 29 maggio 1913 al Théâtre des ChampsElysées dai Balletti russi di Djaghilev, su musica di Igor Stravinski e per la coreografia di Vačlav Nižinski. In realtà l'ormai storicizzata traduzione di "sacre" con "sagra" non è corretta, perché il significato del termine francese è "rituale": la traduzione giusta sarebbe dunque "Il rituale della primavera". La sua prima rappresentazione diede luogo a una rissa e generò pareri contrastanti tra il pubblico. L’opera presenta ritmi ossessivi e prevede insoliti utilizzi dei diversi strumenti con lo scopo di creare tensione e stridenti effetti timbrici (per es. l’utilizzo del fagotto nel registro acuto - si può ricordare il celebre solo iniziale – o del flauto nel registro grave, e l’uso frequente degli armonici). Contiene inoltre frequenti esempi di poliritmia ed alcuni esempi di bitonalità. Il balletto inscena un rito sacrificale pagano nella Russia antica all'inizio della primavera, nel quale una adolescente veniva scelta per ballare fino alla morte con lo scopo di propiziarsi la benevolenza degli dei in vista della nuova stagione. Forse il più grande fiasco di tutti i tempi alla sua prima rappresentazione: Stravinski imputò la causa dell'insuccesso a Nižinski. In realtà sia il balletto che la musica erano qualcosa di radicalmente nuovo: gli spettatori della prima rappresentazione semplicemente non riuscivano a sopportare né i suoni né i movimenti dei ballerini (questi ultimi decisamente inusuali) relativi a riti pagani, passioni brutali e sacrifici umani, provocando una vera e propria rivolta. La Sagra venne però accolta dall'avanguardia musicale come un avvenimento fondamentale per la storia della musica così come poi si sarebbe rivelato: la prima parte del balletto si apre con la famosa melodia del fagotto al registro acuto, quasi per dire addio all'era della musica piacevole e rilassante. La musica moderna è nata lì. L'aperto richiamo alla Russia è comunque decisivo per chi volesse meglio comprendere il carattere del lavoro: risalendo oltre la civiltà dell'uomo moderno, distruggendo l'ordine delle forme tradizionali, Stravinski intese ricreare un mondo barbarico e primitivo, in un clima rituale pagano che culmina in una ridda demoniaca. INFORMIAMO CHE ALLA BIGLIETTERIA SERALE DEL CONSERVATORIO SONO DISPONIBILI, PER IL PUBBLICO DI “SERATE MUSICALI”, I BUONI SOSTA PER IL PARCHEGGIO DI VIA MASCAGNI A € 5,00 CON VALIDITÀ DI 3 ORE (20.00 - 24.00). S E R A T E M U S I C A LI PROSSIMI CONCERTI Lunedì 1 marzo 2010 – ore 21.00 (Sala Verdi del Conservatorio – Via Conservatorio, 12 – MI) (Valido per A+F; F; ORFEO2 a15) “IL DOPO HOROWITZ” Pianista YEVGENY SUDBIN F. CHOPIN Fantasia in fa minore op. 49 ; Ballata n. 3 in la bem.magg. op. 47; Mazurca in fa minore op. 7 n. 3 ; Mazurca in si minore op. 33 n. 4 ; Ballata n. 4 in fa minore op. 52 R. STEVENSON Fuga su un frammento di Chopin F. LISZT Da 12 Studi d’esecuzione trascendentale S. 139 n. 11 in re bem.maggiore “Armonie della sera” M. RAVEL Gaspard de la Nuit Biglietti: Intero € 15,00 – Ridotto € 10,00 Lunedì 8 marzo 2010 – ore 21.00 (Sala Verdi del Conservatorio – Via Conservatorio, 12 – MI) (Valido per A+F; F; ORFEO 1 a 5) “IL DOPO HOROWITZ” Pianista FREDDY KEMPF R. SCHUMANN Toccata in do maggiore op. 7 ; Arabeske in do maggiore op. 18; Blumenstück in re bemolle maggiore op. 19; Humoreske in si bemolle maggiore op. 20 LISZT/HOROWITZ Seconda Rapsodia ungherese F. LISZT Mephisto Valzer Biglietti: Intero € 15,00 – Ridotto € 10,00 Giovedì 11 marzo 2010 – ore 21.00 (Sala Verdi del Conservatorio – Via Conservatorio, 12 – MI) (Valido per SERIE ORCHESTRE) ORCHESTRA ACCADEMIA DELLE OPERE - Direttore ALESSANDRO FERRARI – Pianista ALEXANDROS KAPELIS F. CHOPIN Concerto per pianoforte e orchestra d’archi n. 2 op. 21 N. SKALKOTTAS Danze greche F. MENDELSSOHN Sinfonia per archi n. 12 Biglietti: Intero € 20,00 – Ridotto € 15,00 Venerdì 12 marzo 2010 – ore 21.00 (Teatro Dal Verme - Via San Giovanni Sul Muro, 2 - MI) (Valido per A+F; A; A1; ORFEO2 a 15) “LIPSIA 1840” Pianista ROBERTO PROSSEDA R. SCHUMANN 4 Marce op. 76 (1. in mi bem. min.- 2. in sol min. -3. in si bem. magg. - 4. in mi bem. magg.) C. SCHUMANN 3 Romanze op. 11 I. MOSCHELES Notturno F. LISZT Fogli d'Album F. MENDELSSOHN 6 Romanze F. CHOPIN 2 Notturni op. 27 (op. 27 n. 1 in do diesis minore- op. 27 n. 2 in re bemolle maggiore) Biglietti: Intero € 15,00 – Ridotto € 10,00 Lunedì 15 marzo 2010 – ore 21.00 (Sala Verdi del Conservatorio – Via Conservatorio, 12 – MI) (Valido per A+F; F; ORFEO2 a 5; ORFEO1 a 15) Pianista ALEXEI VOLODIN F. CHOPIN 4 Improvvisi op 29, op 36, op 51 e op 66 Barcarola op 60 Polonaise-Fantaisie op. 61 3 Mazurche op. 59 Sonata in si minore op. 58 Biglietti: Intero € 15,00 – Ridotto € 10,00 Per informazioni e prenotazioni: SERATE MUSICALI Uff. Biglietteria Tel: 02. 29409724 lun. ven. 10.00 - 17.00 e-mail: [email protected] - sito: www.seratemusicali.it