La Preghiera 4
ANNO PASTORALE
2014-2015
Parrocchia della Natività di N.S.G.C
Alcune indicazioni
Il libretto che avete tra le mani vuole essere una piccola
introduzione al mondo misterioso e affascinante della
preghiera intesa come dialogo con Dio.
Vi consiglio di non affrettarvi nel leggerlo, ma di saper
‘dosare’ la lettura prendendo un paragrafo al giorno, e
casomai approfondendo l’argomento trattato aiutandovi con
dei brani biblici.
Se avete dei dubbi sulla preghiera o volete imparare a
pregare, chiedete con fiducia un colloquio con i sacerdoti che
sono sempre a vostra disposizione.
SUGGERIMENTI PER ENTRARE IN PREGHIERA
- Entro in preghiera
- pacificandomi con un momento di silenzio, pensando che
incontrerò il Signore, chiedendo perdono delle offese fatte, e
perdonando di cuore le offese ricevute
- invocando lo Spirito Santo: prendo coscienza che in me c’è
qualcuno che sta pregando, lo Spirito Santo.
- La lettura: l’inizio della preghiera è l’ascolto di Dio che parla a
me. Leggo e rileggo il salmo più volte.
La meditazione e la preghiera: leggo il testo lentamente, punto
per punto, prendendo una parola, una riga e scendendo con la
mente nel cuore, ripeto questa parola.
–
In 1a di copertina:Domenico Ghirlandaio, “Natività”
(Pinacoteca Vaticana)
13- LA PREGHIERA DI MIRIAM: IL CANTO DEL MARE
Il personaggio di Miriam, la sorella di Mosè rappresenta l'intera
comunità dei redenti di Israele, la quale glorifica il Signore e legge,
in modo contemplativo, l'evento dell'Esodo. Miriam è il cuore
profetico di Israele, colei che sa cantare le lodi del Signore, come
dopo farà anche Debora e poi Anna, fino a giungere a Maria che,
nel magnificat, contempla il mistero della salvezza compiersi in lei
e attraverso di lei.
La preghiera che Miriam innalza al Signore è un inno di vittoria a
cui si unisce Mosè e tutto Israele. «Dio ha sommerso nel Mar Rosso
i cavalli e i cavalieri egiziani», è la vittoria del bene sul male
contemplata a partire dall'avvenimento vissuto per spingersi, con
l'occhio della fede, fino all'arrivo nella Terra promessa e all'erezione
del tempio, segno del compimento delle promesse del Signore.
Il canto del mare è il canto degli oppressi liberati, dei «poveri
ricolmati di beni», come dirà Maria, è il cantico di coloro che hanno
sperato in Dio e sono stati salvati al di là delle loro attese e delle
loro speranze. Il sentimento che pervade l'anima del popolo salvato
dalle acque e dal faraone è quello della lode al Signore fedele
all'alleanza stretta «con Abramo e la sua discendenza». I segni
grandi e i prodigi che Dio compie a favore del suo popolo sono la
testimonianza del suo amore e della sua fedeltà (benevolenza) senza
limiti.
Da Miriam dobbiamo imparare:
- la passione per Dio e per il suo popolo;
- la capacità di farsi strumento della sua lode ed eco della lode di
tutto il popolo, voce profetica che canta le
grandezze del Signore;
- la forza e la libertà del cuore del credente, quando contempla il
mistero della salvezza, che è capace di innalzare a Dio la preghiera
di tutto un popolo.
1
Es 15
Voglio cantare in onore del Signore:
perché ha mirabilmente trionfato,
ha gettato in mare cavallo e cavaliere.
Mia forza e mio canto è il Signore, egli mi ha salvato.
E` il mio Dio e lo voglio lodare,
È il Dio di mio padre e lo voglio esaltare!
Il Signore è prode in guerra, si chiama Signore.
I carri del faraone e il suo esercito ha gettato nel mare
e i suoi combattenti scelti furono sommersi nel Mare Rosso
Gli abissi li ricoprirono, sprofondarono come pietra.
La tua destra, Signore, terribile per la potenza,
la tua destra, Signore, annienta il nemico;
con sublime grandezza abbatti i tuoi avversari,
scateni il tuo furore che li divora come paglia.
Al soffio della tua ira si accumularono le acque,
si alzarono le onde come un argine, si rappresero gli abissi in
fondo al mare
Il nemico aveva detto: Inseguirò, raggiungerò,
spartirò il bottino, se ne sazierà la mia brama;
sfodererò la spada, li conquisterà la mia mano!
Soffiasti con il tuo alito: il mare li coprì,
sprofondarono come piombo in acque profonde.
Chi è come te fra gli dèi, Signore?
Chi è come te, maestoso in santità, tremendo nelle imprese,
operatore di prodigi?
Stendesti la destra: la terra li inghiottì.
Guidasti con il tuo favore questo popolo che hai riscattato,
lo conducesti con forza alla tua santa dimora.
Hanno udito i popoli e tremano;
dolore incolse gli abitanti della Filistea.
Già si spaventano i capi di Edom, i potenti di Moab li prende il
timore;
2
tremano tutti gli abitanti di Canaan.
Piombano sopra di loro la paura e il terrore;
per la potenza del tuo braccio restano immobili come pietra,
finché sia passato il tuo popolo, Signore,
finché sia passato questo tuo popolo che ti sei acquistato.
Lo fai entrare e lo pianti sul monte della tua eredità,
luogo che per tua sede, Signore, hai preparato,
santuario che le tue mani, Signore, hanno fondato.
Il Signore regna in eterno e per sempre!
14 - IL CANTICO DI DEBORA
Questo cantico è considerata la preghiera più antica della Bibbia in
quanto la stesura del poema risale, quasi contemporaneamente, agli
avvenimenti cantati. Debora, (l'Ape secondo il significato della
parola ebraica) è una figura molto particolare nella storia di Israele.
Il periodo in cui ella visse fu un tempo di divisioni e di guerra. Le
tribù, da poco stanziatesi nella terra di Canaan, sono separate e
divise, deboli dinanzi alla potenza militare ed economica delle città
di Canaan, fornite di eserciti e di armi potenti e governate da re
crudeli e senza pietà. Debora è una profetessa e un giudice, cioè
esercita un'autorità spirituale e politica sul popolo. Il fatto di essere
donna non la ostacola nell'esercizio di questa maternità spirituale e,
come Caterina da Siena o altre sante, possiede quel carisma forte e
invincibile che la rende punto di riferimento per tutti i suoi fratelli
dinanzi alla malvagità degli uomini. Il suo essere madre in Israele lo
esercita attraverso due armi: la preghiera a Dio e l'esortazione ai
fratelli. In lei la preghiera si fa supplica e lode verso Colui che solo
può assicurare la vittoria e la salvezza. La sua esortazione ai fratelli
diviene forza di unità e di comunione.
Debora riesce a fare delle tribù disperse un solo popolo contro l'unico
nemico e la sua fragilità femminile, come quella dell'altra donna della
3
storia dei Giudici, Giaele, diviene forza e potenza grazie a Dio che in
lei agisce. La preghiera di Debora è dunque una preghiera che
nasce dalla sua fede incrollabile nel Dio degli eserciti e dal suo
amore verso il popolo che la spinge a farsi eroina anch'essa sul
campo di battaglia, sfidando la morte e il pericolo per non
abbandonare soli i suoi fratelli. Debora è il prototipo di tutte le
donne forti della storia della salvezza, come Maria, Caterina da
Siena, Giovanna d'Arco, Teresa d'Avila e tante altre, capaci di
porsi davanti al nemico dell'umanità, il peccato e l'ingiustizia, con
la forza della fede.
Gdc 5
In quel giorno Debora, con Barak, figlio di Abinoam, pronunciò
questo canto:
Ci furono capi in Israele per assumere il comando;
ci furono volontari per arruolarsi in massa:
Benedite il Signore! Ascoltate, re, porgete gli orecchi, o
principi;
io voglio cantare al Signore, voglio cantare al Signore,
voglio cantare inni al Signore, Dio d'Israele!
Signore, quando uscivi dal Seir, quando avanzavi dalla steppa
di Edom,
la terra tremò, i cieli si scossero, le nubi si sciolsero in acqua.
Si stemperarono i monti davanti al Signore, Signore del Sinai,
davanti al Signore, Dio d'Israele.
Ai giorni di Samgar, figlio di Anat, ai giorni di Giaele,
erano deserte le strade e i viandanti deviavano su sentieri
tortuosi.
Era cessata ogni autorità di governo, era cessata in Israele,
fin quando sorsi io, Debora, fin quando sorsi come madre in
Israele.
Si preferivano divinità straniere e allora la guerra fu alle porte,
ma scudo non si vedeva né lancia né quarantamila in Israele....
4
...Destati, destati, o Debora, destati, destati, intona un canto!
Sorgi, Barak, e cattura i tuoi prigionieri, o figlio di Abinoam!
Allora scesero i fuggiaschi per unirsi ai principi;
il popolo del Signore scese a sua difesa tra gli eroi.
Quelli della stirpe di Efraim scesero nella pianura,
ti seguì Beniamino fra le tue genti.
Dalla stirpe di Machir scesero i comandanti
e da Zabulon chi impugna lo scettro del comando.
I principi di Issacar mossero con Debora;
Barak si lanciò sui suoi passi nella pianura.
Presso i ruscelli di Ruben grandi erano le esitazioni.
Perché sei rimasto seduto tra gli ovili,
ad ascoltare le zampogne dei pastori?
Presso i ruscelli di Ruben erano ben grandi le dispute…
Galaad dimora oltre il Giordano e Dan perché vive straniero
sulle navi?
Aser si è stabilito lungo la riva del grande mare
e presso le sue insenature dimora.
Zabulon invece è un popolo che si è esposto alla morte,
come Neftali, sui poggi della campagna!
Vennero i re, diedero battaglia, combatterono i re di Canaan,
a Taanach sulle acque di Meghiddo, ma non riportarono bottino
d'argento.
Dal cielo le stelle diedero battaglia, dalle loro orbite
combatterono contro Sisara.
Il torrente Kison li travolse; torrente impetuoso fu il torrente
Kison...
...Sia benedetta fra le donne Giaele, la moglie di Eber il Kenita,
benedetta fra le donne della tenda!
Acqua egli chiese, latte essa diede,
in una coppa da principi offrì latte acido.
Una mano essa stese al picchetto
e la destra a un martello da fabbri,
5
e colpì Sisara, lo percosse alla testa, ...
Così periscano tutti i tuoi nemici, Signore!
Ma coloro che ti amano siano come il sole,
quando sorge con tutto lo splendore.
15 - LA PREGHIERA DI ANNA
Il personaggio di Anna rappresenta la forza dell'orazione davanti a
Dio capace di trasformare la debolezza e la povertà in forza che
afferma la potenza di Dio. Anna è sterile e la sua preghiera riesce a
farle ottenere non solo un figlio ma un profeta: Samuele. In lui le
attese del popolo si faranno concrete, in lui le attese di Dio non
saranno deluse perché Samuele diverrà un mediatore fedele tra il
Signore e il suo popolo, profeta della sua parola di salvezza. Nella
preghiera di Anna c'è l'insistenza e anche l'intensità. La sua forza
deriva proprio da queste caratteristiche (1Sam 1,9-18). Inoltre Anna
rafforza la sua preghiera con un voto: «Il bambino sarà un
consacrato...». Pur criticata per l'eccesso e la semplicità della sua
devozione, fino ad essere giudicata «ubriaca» dal sacerdote Eli, Anna
viene esaudita per la sua pietà e per la sua fede.
Nel suo cantico si intrecciano elementi diversi. La sua vicenda
personale diventa segno per l'intera storia di Israele, diviene
parabola per comprendere la salvezza donata dal Signore. La
sterile che partorisce, al di là di ogni umana certezza, è la classica
prova della forza della vita che viene da Dio in confronto alle
potenze del mondo. Come già Sara, Rachele e via via fino a
Elisabetta, la sterilità si trasforma per la fede non solo in fecondità
ma addirittura in benedizione universale, perché la nascita che ne
deriva è eccezionale in tutti i sensi.
È il Signore che fa morire e che fa vivere, scendere e salire nessun
altro. Non la potenza o la ricchezza degli uomini, non la regalità o la
schiavitù, ma Dio solo. Il cantico di Anna anticipa così il grande
cantico del Nuovo Testamento: il Magnificat. Maria lì canta la
potenza di Dio che in lei, umile serva del Signore, compie le sue
meraviglie.
6
1Sam 2
Il mio cuore esulta nel Signore,
la mia fronte s'innalza grazie al mio Dio.
Si apre la mia bocca contro i miei nemici,
perché io godo del beneficio che mi hai concesso.
Non c'é santo come il Signore, non c'é rocca come il nostro Dio.
Non moltiplicate i discorsi superbi,
dalla vostra bocca non esca arroganza;
perché il Signore é il Dio che sa tutto e le sue opere sono rette.
L'arco dei forti s'é spezzato, ma i deboli sono rivestiti di vigore.
I sazi sono andati a giornata per un pane,
mentre gli affamati han cessato di faticare.
La sterile ha partorito sette volte e la ricca di figli é sfiorita.
Il Signore fa morire e fa vivere, scendere agli inferi e risalire.
Il Signore rende povero e arricchisce, abbassa ed esalta.
Solleva dalla polvere il misero,
innalza il povero dalle immondizie,
per farli sedere insieme con i capi del popolo
e assegnar loro un seggio di gloria.
Perché al Signore appartengono i cardini della terra
e su di essi fa poggiare il mondo.
Sui passi dei giusti Egli veglia,
ma gli empi svaniscono nelle tenebre.
Certo non prevarrà l'uomo malgrado la sua forza.
Il Signore... saranno abbattuti i suoi avversari!
L'Altissimo tuonerà dal cielo.
Il Signore giudicherà gli estremi confini della terra;
darà forza al suo re ed eleverà la potenza del suo Messia.
7
16 - DAVIDE, IL SALMISTA
Il personaggio di Davide rappresenta nella
Scrittura l'immagine perfetta del cantore di Dio.
Pur essendo un uomo che vive in pieno le sue
contraddizioni e la sua fragilità, Davide riesce
sempre a rivolgersi al Signore e ad invocarlo con fede, in Lui
trova rifugio e conforto, a Lui chiede perdono e grazia, da Lui si
aspetta la vittoria e la sicurezza per il suo popolo. Il Siracide dice
di lui: In ogni sua opera glorificò il Santo Altissimo con canti di
lode; cantò inni a lui con tutto il cuore e amò colui che l'aveva
creato. Introdusse musicanti davanti all'altare; raddolcendo i canti
con i loro suoni; conferì splendore alle feste, abbellì le solennità
fino alla perfezione, facendo lodare il nome santo di Dio ed
echeggiare fin dal mattino il Santuario. Il Signore gli perdonò i
suoi peccati, innalzò la sua potenza per sempre, gli concesse
un'alleanza regale e un trono di gloria in Israele (Sir 47,8-11).
Ma Davide non è solo l'uomo della preghiera ma anche
dell'azione. La sua responsabilità di guida per Israele esige da lui
una fede forte ed impegnata, fatta di coraggio e di obbedienza alla
volontà di Dio, anche quando questa è pesante e difficile. Inoltre
la responsabilità del popolo a cui è chiamato come re d'Israele
esige da lui un grande amore verso gli uomini che gli sono stati
affidati ed egli svolge questo ruolo, pur se nella condizione di
debolezza che lo contraddistingue, con amore e soprattutto nella
preghiera.
Questa sua preghiera non è mai lontana dalla vita che lui vive,
non è mai diversa dalle preoccupazioni che lo stringono, la sua
lode è sempre vicina all'esperienza vitale, è sempre inserita nella
sua storia e in quella del suo popolo; in questo senso la preghiera
di Davide è veramente una lode completa.
Per questo Davide è considerato l'autore ideale di tutto il Salterio,
pur avendone forse composto solo una piccola parte. Egli è però
l'ispiratore di ogni canto a Dio che trasforma la vita dell'uomo in
lode all'Altissimo.
8
2Sam 22,1-18
Davide rivolse al Signore le parole di questo canto, quando il
Signore lo liberò dalla mano di tutti i suoi nemici,
specialmente dalla mano di Saul. Egli disse:
Il Signore è la mia roccia, la mia fortezza, il mio liberatore, il mio
Dio, la mia rupe in cui mi rifugio, il mio scudo, la mia salvezza, il
mio riparo! Sei la mia roccaforte che mi salva: tu mi salvi dalla
violenza. Invoco il Signore, degno di ogni lode, e sono liberato dai
miei nemici. Mi circondavano i flutti della morte, mi atterrivano
torrenti esiziali. Mi avviluppavano le funi degli inferi; mi stavano
davanti i lacci della morte. Nell'angoscia ho invocato il Signore, ho
gridato al mio Dio, Egli ha ascoltato dal suo tempio la mia voce; il
mio grido è giunto ai suoi orecchi. Si scosse la terra e sobbalzò;
tremarono le fondamenta del cielo; si scossero, perché egli si era
irritato. Fumo salì dalle sue narici; dalla sua bocca uscì un fuoco
divoratore; carboni accesi partirono da lui. Egli piegò i cieli e
discese; una nube oscura era sotto i suoi piedi. Cavalcò un
cherubino e volò; si librò sulle ali del vento. Si avvolse di tenebra
tutto intorno; acque scure e dense nubi erano la sua tenda.
Per lo splendore che lo precedeva arsero carboni infuocati.
Il Signore tuonò nei cieli, l'Altissimo emise la sua voce. Scagliò
frecce e li disperse; vibrò folgori e li mise in fuga. Apparvero le
profondità marine; si scoprirono le basi del mondo, come effetto
della tua minaccia, Signore, del soffio violento della tua ira.
Dall'alto stese la mano e mi prese; mi fece uscire dalle grandi
acque. Mi liberò dai miei robusti avversari, dai miei nemici più forti
di me.
9
ORARI SS. MESSE
SS. Messe Feriale
SS. Messe Festive
8
8,30.
9
10
10
11,30.
18
18
20
Avvisi
MESSA DELLA NOTTE DI NATALE
Mercoledì 24 Dicembre alle ore 24.00
*I ragazzi presenti portano in processione una candela
davanti a Gesù Bambino
SS. MESSE 1 GENNAIO 2015
Prefestiva ore 18 con canto del “TE DEUM”
Ore 8,30.
10
11,30.
18
20
SS. MESSE 6 GENNAIO 2015
Prefestiva ore 18
Ore 8,30.
10
11,30.
18
Parrocchia della Natività di N.S.G.C. Roma:“Abside” (particolare)
20
Scarica

Quarto Libretto - Parrocchia della Natività